Totò nei ricordi di Dario Di Palma

"Sono nato nel 1932. Ho rivisto “Chi si ferma è perduto”. Attendevo la chiamata per un altro film, e nel frattempo, accettai la proposta di questo, per non stare a lungo senza lavoro; qui direttore di fotografia era Marco Scarpelli, che era rimasto, non so Perché, senza il suo operatore (nota del ten. Colombo: probabilmente trattavasi già di Vittorio Storaro, forse malato o al servizio di leva?O era il sotto-citato operatore della seconda unità?).
Fu il mio unico con il maestro Marco Scarpelli. Sergio Corbucci, già lo conoscevo bene. Si giravano al massimo due ciak. L’unico mio impegno in questo film era cercare di capire come si girava e da che parte andava Totò, che cambiava il copione, per non dovermi giustificare, l’eventuale dover ripetere, con false scuse, pseudo-tecniche. Talvolta si riprendeva con una seconda macchina, per non perdere l’eventuale lato migliore della scena, c’era infatti un secondo operatore, ma non ricordo chi fosse. La scena al balcone fra i novelli Giulietta e Romeo, fu girata in teatro di posa. Sentivo dire che vi erano problemi sulla assicurazione per Totò: mi pare fosse assicurato In modo particolare, per alcune cose, ma non per la malattìa, causa la sua menomazione alla vista.
La scena con Totò e Palmer ambientata alla stazione di Formia fu girata in esterni, mi pare alla stazione qui a Roma(domanda del tenente Colombo: forse alla Tiburtina?). Era un film che feci con sufficienza, malvolentieri, considerandolo un filmaccio, come noi pensavamo all’epoca, tanto è vero che ne ho rimosso i ricordi. Rivisto oggi, a confronto coi film di oggi, mi ricredo, vergognandomi d’averlo così sottovalutato all’epoca.
Io in macchina, non avevo una visione completa, come invece ha il direttore di fotografia, e, finita una scena, preparavo subito la successiva, quindi avevo poco tempo per eventuali dialoghi con gli attori. Dino Valdi era molto civile e simpatico. In quel periodo feci un altro film, che consideravo pure una “marchetta”, intitolato “MARITI IN CITTà”(= poi “Le olimpiadi dei mariti”), con Tognazzi e Vianello.
Ho conosciuto Carlo Cafiero, il quale, dopo la morte di Totò, divenne organizzatore

intervista esclusiva del tenente Colombo del 17 e 26 ottobreo 1999


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