Totò nei ricordi di Franco Fraticelli

tecnico di montaggio

"Iniziai nel 1947 come assistente al montaggio. Anche mio fratello assistente al montaggio. Marisa Fraticelli è mia sorella. Feci dai 12 ai 14 film quale assistente al montaggio, e poi circa duecento da montatore.
Tentammo di rivendicare la nostra categoria prima costituendo la A.I.M. e successivamente la A.M.C. che esiste anche oggi. La pressa Catozzo e poi il magnetico facilitarono molto il nostro lavoro. Prima con l’acetone, occorreva più tempo…
Ero Assistente anche x “TOTO’ CERCA CASA” e “GUARDIE E LADRI”. Non vado spesso sui set. Mio maestro nella mia professione fu mio zio: il montatore Mario Bonotti.
Come montatore, mi recai sul set di “SETTE ORE DI GUAI”, non ricordo se aveva un titolo provvisorio diverso, una o due volte, per conoscere Totò. Poi lo vidi in sala doppiaggio: si doppiavano solo quelle cose non ottime dalla presa diretta.
Ho recentemente rivisto “SETTE ORE DI GUAI” in videocassetta: sì, ci sono piccoli salti qua e là, ma non tagli lunghi, rispetto la versione originale cinematografica. Il truccatore GUGLIELMO BONOTTI era mio zio, è scomparso circa 20 anni fa. Ignoro chi fosse lo stuntman che sostituisce Totò nelle scene appeso al palazzo; in alcuni punti si vede chiaramente anche l’utilizzo di un pupazzo.

Si usavano “i trasparenti”. Sì, c’è qualche cosa di doppiato, qua e là. In alcune occasioni, per massimo 5 parole, so che doppiai pure io. Un rumorista utilizzato spesso in sala doppiaggio era il napoletano CACCIUOTTOLO… All’epoca in cui in Italia si giravano oltre 150 lungometraggi annui, il montatore era prenotato anche con uno-due mesi in anticipo sul primo ciak. Noi, eravamo pagati a forfait, e ricevevamo il contratto solo a fine film, a volte, non lo ricevevamo per nulla. All’epoca il montaggio si stampava sul negativo con l’OTTICO, dove la colonna sonora aveva uno “spostamento” di 19 fotogrammi, quindi si rendeva necessario un doppio montaggio, che era effettuato dall’assistente al montaggio.
Il montaggio con l’ottico si faceva con pressa in ferro o legno, ed infine si faceva la cosiddetta “punzonatura”, affinchè non restasse il brusìo delle giunte.
Montai “OPERAZIONE SAN GENNARO”, cameo di Totò ovviamente compreso.
Montai infine, “IL PADRE DI FAMIGLIA”: l’unico giorno che Totò girò, cioè le inquadrature al funerale, non ebbi, né la ebbe il produttore Turi Vasile, l’accortezza di conservarlo.
Totò era gentilissimo ed affabilissimo.
Lo incontrai di passaggio alla vecchia Farnesina, che oggi non esiste più, mentre stava andando a doppiarsi per non so quale film.

intervista esclusiva del tenente Colombo del 12 ottobre e del 4 e 19 novembre 1999


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