Totò nei ricordi di Gino Marturano

"Ho 70 anni. Sono un ribelle dal 1942, quando, 11enne, presi tanti calci in culo in campo di concentramento. Anche Benito Stefanelli, stuntman e maestro d’armi mio collega, morto pochi giorni fa, divise gioie e dolori con me, in campo di concentramento. Iniziai per fame, a fare il “cascatore” nel 1949 x “Il principe delle volpi” e poi x il “QUO VADIS?”(1950) In 50 anni di carriera, festeggiati nell’appena trascorso 1999, ho lavorato in 162 films dei quali ho conservato tutti i contratti. Come stuntmen italiani siamo nati ufficialmente il 19 marzo 1954: eravamo 42 usciti dalla dura selezione fatta appositamente per il kolossal “ELENA DI TROIA”; qui vi erano due Mestri d’armi, dei quali JACK COOPER(quello che fa il tuffo in mare in EXODUS), fu il mio modello. Io sono uno dei veri stuntman, come REMO DE ANGELIS, NAZARENO ZAMPERLA, eccetera. Lo stuntman non è un semplice acrobata, che si allena per cadere sulla rete, è un cascatore coraggioso e determinato, che impara a fare ogni tipo di caduta senza farsi male. Le produzioni NON ASSICURAVANO gli attori protagonisti per le eventuali scene pericolose, ma chiamavano noi. Il “callerizzo” è una controfigura capace di cavalcare e fare cadute da cavallo e quindi molto più limitato del cascatore professionista, capace invece di tutto. Ho lavorato anche in films comici, per soli 2 o 3 giorni, come ad esempio LA SCERIFFA, 1958-’59, con TINA PICA. ATTILIO SEVERINI è un amico, ma eravamo avversari sul lavoro. Solo un bravo stuntman può diventare un bravo Mestro d’armi. BRUNO ARIE’ era uno di noi 42…."

intervista esclusiva del tenente Colombo del 28 gennaio 2000


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