Totò nei ricordi di Franco Melidoni

"Sono stato il “Peppiniello” della versione di “MISERIA E NOBILTA’ ” con Totò e Sophia Loren.
Ora lavoro all’aereoporto di Napoli. Giulia Melidoni era mia zia.
Il contratto per il film lo firmò mia madre, e chissà dove è finito. Comunque lo girammo tutto in interni alla Ponti-De Laurentiis alla Farnesina, in 4 settimane, nel febbraio 1954, tutto in presa diretta: non ci doppiammo e si sente. Io saltai la scuola: infatti, mi mandavano i compiti a casa. Subito dopo questo film avrei dovuto fare l’episodio de L’ORO DI NAPOLI del bambino giocatore, accanto a Vittorio De Sica, ma mia madre non volle che perdessi troppe lezioni di scuola. Tutta la mia famiglia era di attori.
Si iniziava al mattino in sala trucco. Totò giungeva tardi, attorno a mezzogiorno, perché andava a letto tardi. Perlomeno qui, non aveva una controfigura fissa; la prova per le luci, una volta gliela faceva un generico, un’altra un elettricista, una un macchinista. Totò ci metteva sempre qualche cosa di suo.
Occorsero 4 settimane per girare una commedia che in teatro si recita in sole due ore consecutive, perché, sul set non si recitava in due atti, come a teatro, ma si girava una scena al giorno. Per la sequenza della lettera, “il burino” era il grande caratterista napoletano “Leo Brandy”, il quale, assieme a Beniamino Maggio avevano lanciato la canzone “La pansè"

intervista esclusiva del tenente Colombo del 6 agosto 1999


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