Totò nei ricordi di Enrico Priori

" Ho 63 anni.
Dal ’60 al ’64, lavoari come assistente operatore x Marco Scarpelli. Era amico con Totò perché gli dava giusta luce per gli occhi. Usavamo macchine come la Debrie, nella quale l’operatore vedeva attraverso la pellicola, chiusi da telo, procedere che col tempo rovinava la vista. Avevo 24 o 25 anni che lavoravo in “IMPIEGATI DI CONTATTO”, cioè “Chi si ferma è perduto”, “Totò, Peppino e la dolce vita” ed altri due con Totò.
Lavoravamo dalle 11 alle 17, e lui arrivava quando tutto era pronto. In 4 o 5 settimane si faceva il film.
Totò spaziava, improvvisava, di solito era buona la prima. Guardava sui ponti gli elettricisti, pronti al segnale, per terminare la giornata di lavoro. E se c’era da ripetere un ciak, si rimandava la giorno dopo. Ogni inzio e fine film dava 50 o centomila lire agli operai, perché, diceva: “Questi devono faticà” Rispettava il loro lavoro, infatti, stava sempre con loro, e mai con noi tecnici. Si girava alla Titanus-Appia(ex Scalera).
La scena con Renzo Palmer, ambientata a Formia, fu girata in una stazioncina vicino a Roma. Arrivava accompagnato dall’autista, in Cadillac.
Sul set c’era spesso il cugino.
“TOTO’, PEPPINO E LA DOLCE VITA” fu girato alla Farnesina, dove fu ricostruita anche via Veneto. Questo non lo feci con Scarpelli, ma con i Mancòri, in quanto noi aiuto-operatori, lavorando in più Film che non i direttori di fotografia, ci capitava di lavorare lo stesso anno con più di loro. Qui i due aiuto-operatori eravamo io e Sandro Mancòri."

intervista esclusiva del tenente Colombo dell' 8 e 16 febbraio 2000


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