Totò nei ricordi di Enrico Santelli

" Fui fotografo di scena in due film con Totò: erano film in bianco e nero e ne feci solo foto in bianco e nero. Lavoravo per lo studio fotografico di Bonsanti. Il primo fu “IL COMANDANTE”. Durante la lavorazione accadde che Totò aveva anche bisogno di una foto-tessera per andare in Francia, un rinnovo-documenti. Gliela feci e lui, volle darmi, di persona, 30 mila lire, che fui costretto ad accettare.
Il secondo, “Che fine ha fatto Totò Baby?”, lo girammo in una villa sull’Appia Antica: ne ho viste varie edizioni televisive ed in videocassetta e compare un regista che io non conosco: ma lo diresse Paolo Heusch! Di tale pellicola, credo abbiano fatto 4 o 5 versioni, con alcune varianti: in una all’inizio, c’è un giornalista con barbetta, che lo intervista: ero io!
Per tali due films, per non disturbare il sonoro della presa diretta col clik dello scatto delle foto, io facevo le foto dopo che erano state girate le scene, scena per scena, al termine del girato, li facevo rimettere in posa.
Negli ultimi film, Totò per il suo problema agli occhi, non veniva assicurato, a rischio delle Società di produzioni. Nonostante la sua menomazione, riusciva a rispettare i segni fatti per la posizione, per terra col gesso, meglio che i vedenti!
Albino Cocco era un aiuto regista, lo fu anche per Visconti, ed in entrambi i due film citati fa delle figurazioni.
Fra le foto scattate , il produttore ne sceglieva tra le 30 e le 50 che andavano a comporre la “fotobusta” del film; cioè quel numero di foto sempre a disposizione per pubblicizzare il film, sia in Italia che all’estero.
Sì, dava le mancie alle maestranze: mandava dei soldi al capo-elettricista che li distribuiva ai propri 6 o 7 elettricisti della propria squadra; stessa cosa con il capo-macchinista per i suoi 6 o 7; il fotografo di scena era isolato: a me offerse 10 mila lire, per il mio lavoro sul set,che non accettai. "

intervista esclusiva del tenente Colombo del 20 agosto 1999


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