Gianfranco Transunto

(direttore di fotografia)

"A 15 o 16 anni, ebbi il permesso di frequentare i teatri di posa, come studente, così ebbi modo di vedere Totò in alcuni films. Ogni sei mesi cambiava Cadillac, si faceva costruire il proprio camerino, all’interno del teatro di posa.
Ricordo un suo duetto con Luigi Pavese: percorrevano un corridoio ad angolo retto e, prima di girare il loro numero previsto, si divertivano a riproporsi sketches passati. Anni dopo feci il “fotografo di scena”, ma non in films con Totò.
Poi, per due mesi, sono stato assistente operatore per i “TUTTOTOTO’ ”. Erano dieci od undici, ma io partecipai solo ad una parte, perché ebbi uno strappo, e quindi fui poi sostituito da un certo Rachini.
In quei due mesi almeno, curava la regia Daniele D’Anza, direttore della fotografia era Marco Scarpelli, ed operatore alla macchina era Vittorio Storaro. Ah, sono gli stessi presenti nei titoli? Appunto.
Si girava in bianco e nero in 16 millimetri. Era un condensato dei suoi sketches teatrali migliori. Era quasi completamente cieco, seguiva un segno preciso dove muoversi. Ricordo lo sketh del vagon-lit, la scena all’aperto girata in un paesino, dove dirige la banda, eravamo vicino a Roma, forse a Monricone o Capèna…Le riprese dall’alto mi pare fatte da un castello.
Quando io ebbi lo strappo che mi costrinse in malattìa, stavamo lavorando alla De Paolis "

intervista esclusiva del tenente Colombo del 9 novembre 1999


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