Totò nei ricordi di Piero Vivarelli

"Dopo aver fatto una serie di film musicali: “Urlatori alla sbarra”, “I ragazzi del juke box”, “io bacio, tu baci”…, avevo appena fatto “Super-rapina a Milano”. Presi la trama di “Serenata a Vallechiara” e scrissi “RITA, la figlia americana” pensando a Totò e Rita Pavone. Girammo, mi pare, in 5 settimane, fra il settembre e l’ottobre 1965, ricordo che avevamo ancora gli abiti “leggeri”. Girammo gli interni alla Scalera.
Avevo una gamba ingessata, e, solo per gli esterni notte, a Piazza di Spagna, chiesi mi fosse fatta una calza per il fresco.
La canzone “Veleno” non ricordo, ma credo che l’abbiamo scritta tutti insieme. Totò lo ricordo con piacere, era straordinario. Mi affascinava per la bravura: mi diceva le battute, lavorando dalle 14 alle 19, rendendo più degli altri che lavoravano dalle 9 (del mattino).
Battendo il ciak, si ripeteva il miracolo: vedeva; allo stop, tornava a non vedere. Tenuto per mano, anche lui faceva le prove-luci.
I cubi furono ricostruiti in teatro di posa: no, non girammo al Piper! Girammo anche in una Villa, sita dietro via Nomentana. Dove l’audio della presa diretta non era buono, Totò al doppiaggio non venne, perché con la vista era “proprio giù”: lo venne a doppiare Carlo Croccolo, Totò voleva solo lui"

intervista esclusiva del tenente Colombo del 18 febbraio 2000


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