"L'espressione triste che fa ridere - Totò e Monicelli"
di Adriana Settuario

La Feltrinelli Librerie
via S. Tommaso D'Aquino, 70/76 - 80133 Napoli NA
Lunedì 14 Aprile 2008 dalle ore 18:00
L’espressione triste che fa ridere. Totò e Monicelli (Graus Editore) scandaglia dettagliatamente i sette film che hanno visto unita l’arte registica di Monicelli e quella recitativa di Totò. Con l’autrice, Adriana Settuario, intervengono Liliana de Curtis e Valerio Caprara.

Il libro ripercorre il tracciato narrativo di questi film, descrivendone e commentandone i passi salienti nonché confrontando le sequenze montate con le sceneggiature originali. Questa lettura filologica dei testifilm fornisce dei dettagli inediti. Oltre alle interviste a registi e sceneggiatori, sono state rispolverate anche vecchie recensioni. Dal libro traspare un ritratto a più dimensioni dell’attore partenopeo e del rapporto con il regista che seppe ravvisare in Totò una vena di follia, definendolo uomo senz’anima.
tratto da la Feltrinelli.it

Prefazione di Goffredo Fofi:

Totò e Monicelli: sembra il titolo di un film di Totò e Monicelli. E in qualche tmdo lo è, perché esso racchiude in sé la storia di una rispettosa amicizia professionale tra due grandi del nostro cinema e della commedia, uno sceneggiatore-regista, certamente "autore" nel senso che questo termine è venuto assumendo nella storia del cinema negli anni delle nouvelles vagues -anche se nulla è più distante dalla nouvelle vague del cinema di Monicelli! - e un attore che è stato moho di più che un attore, il creatore della propria maschera, il costruttore di una identità comica di fondamenta antichissime ma di caratteri eterni, paradossalmente legatissima al proprio tempo e distantissima dal proprio tempo.
Ma non è sul cinema di Monicelli (l'autore Monicelli) che il saggio di Adriana Settuario vuole indagare, e neanche sulla maschera di Totò, ma proprio sull' incontro tra i due, certamente diverso, assolutamente diverso di quello tra il grande comico e altri suoi registi - mettiamo gli "artigiani" come Mattoli, Mastrocinque, Bragaglia, ma anche gli artisti come Pisolini, Lattuada, I Rossellini. Dicendo Monicelli dovremmo dire anche Steno, va da sé, poiché dei sette titoli di Totò-Monicelli i primi quattro appartengono anche a Steno. Però, mentre esiste una continuità tra questi quattro e i tre successivi firmati da Monicelli, non la vediamo tra i primi quattro e i successivi di Steno .
Di Steno e Monicelli sono Totò cerca casa, Guardie e ladri, Totò e i re di Roma, Totò e le donne. Del solo Monicelli, e c'è un evidente legame con questi, Totò e Carolina, I soliti ignoti, Risate di gioia. Appartengono al felice tentativo di radicare Totò nella storia e nella cronaca del tempo, di farne piuttosto un personaggio che una maschera, con qualcosa, alla fin fine, di neorealista. Del solo Steno sono Totò a colori, L'uomo, la bestia e la virtù, Toro nella luna, Totò, Eva e il pennello proibito, I tartassati, Letto a tre piazze, Totò Diabolicus, I due colonnelli, Totò contro i quattro e l'episodio terminale II mostro della domenica, che appartengono di tutta evidenza, con l'eccezione di I due colonnelli e forse, almeno negli intenti, del Letto a tre piazze, al filone più farsesco di Totò, e che non dimostrano particolari ambizioni e sforzi di sceneggiatura. Sono film corretti e veloci, ma di regia alquanto trasandata, niente affatto ambiziosa. Monicelli ha sempre sostenuto che gli autori come lui sentivano il peso di una grave responsabilità nei confronti del loro pubblico e della sua evoluzione civile, culturale, sociale, proprio perché lavoravano per il cinema "commerciale" e cioè per "le masse", mentre questa responsabilità non aparteneva agli "Autori" che lavoravano solo per la propria arte - i Rossellini, Antonioni, Fellini, Pasolini... Non si direbbe però che anche Steno sentisse questa responsabilità, se non quado era in combutta con Monicelli. Nelle citate regie comuni per Totò ma anche in almeno due film senza Totò: l'ottimo Vita da cani con Fabrizi, e una delle prime perlustrazioni dell'universo femminile borghese, Le infedeli.
Fermandoci a Monicelli, potremmo certo accusarlo di un po' di cinismo quando sostiene che un film riesce bello per un concorso di circostanze, per un'alchimia di incontri e incroci tra chi vi partecipa, e tra il film e il suo tempo. Ma certamente Monicelli non si è posto problemi di responsabilità diverse da quelle dei film con Totò quando si è trovato a lavorare con Sordi o Gassman o Tognazzi eccetera. Semmai è ancora Monicelli a dirlo, con Totò egli ha sentito e sente il rimorso di non averlo lasciato più libero, più "marionetta" e meno "uomo", perché quella della marionetta era la vera natura di Totò, cresciuto sulle tavole dei palcoscenici di avanspettacolo e portatore di un sapere e di una tradizione molto lontani, e di eccezionale valore per la loro meravigliosa diversità, o sopravvivenza. Ma su questo punto, si può anche dargli torto, perché nella filmografia di Totò i sette film di Monicelli sono una delle più formidabili e più riuscite prove del grande comico. Totò è "tirato" contemporaneamente dalla maschera e dal personaggio, e trova grazie alla regia (e più alla regia che alla sceggiatura) una misura e un equilibrio che gli ...

Critica

Goffredo Fofi: "Siamo invasi da libri celebrativi, fotografici con poco contenuto, oggi si punta all’estetica più che ai contenuti. Libri come quello di Adriana Settuario sono importanti perchè inducono alla riflessione. Il testo analizza il rapporto tra Totò e Monicelli. Il regista ha saputo mediare tra maschera e personaggio in modo equilibrato".
Roma, 10 dicembre 2007

Mario Monicelli: "Provo compiacimento e soddisfazione per il rilievo che si dà a questo mio rapporto con Totò. Per l’intelligenza e la cura messe per descrivere questo rapporto che mi gratifica. Ottimo testo, frutto di una ricerca approfondita. Ho apprezzato molto. Nemmeno io mi ricordavo di tante cose fatte con Totò".
Roma, 10 dicembre 2007

Paolo Mereghetti: "Un libro autentico con una sceneggiatura ben architettata. E’ un testo molto affascinante che soffre a essere riassunto in poche parole. La bellezza del saggio è nella quantità di materiale che si trova a ogni pagina. Bella l’intervista a Monicelli. C’è inoltre una lettura acuta e analitica dei film collegati all’ambiente e al periodo degli anni ’50. Piacevole ritrovare pezzi di sceneggiatura e gag; di ogni pellicola c’è un percorso critico".
Milano,27 marzo 2008

Valerio Caprara: "Il libro di Adriana Settuario è un piccolo miracolo. Ha stratificato un patrimonio incredibile, un background di documentazione enorme cogliendo il segreto del rapporto tra Monicelli e Totò. Una sfida ardua considerata la vasta bibliografia sui due personaggi e su Totò in particolare, l’anarchico per definizione, un’anima inafferrabile. In Totò il mostro e l’angelo, il sublime e l’abietto convivono. Il libro è un album. Ci sono tre, quattro dizionarietti fantastici, qualche piccolo gossip, in cui si trova tutto Totò, di solito patrimonio di critici criptici. Dal rapporto tra regista e attore viene fuori un Monicelli al servizio di un Totò libero di esprimersi: il regista dimostra umiltà e coraggio di appoggiarsi al comico senza la presunzione di addomesticarlo. Ottimo il capitolo della critica riportata con umiltà e precisione".
Napoli,14 aprile 2008







L'expression triste qui fait rire. Toto' et Monicelli

Présentation à La Libreria
89, rue Fbg Poissonnière
75009 Paris
Vendredi 21 mars à 19h00

L'espressione triste che fa ridere. Toto' e Monicelli
(L'expression triste qui fait rire. Toto' et Monicelli)
GrausEditore e Centro sperimentale di cinematografia

présenté par l'auteur Adriana Settuario en présence du réalisateur Mario Monicelli Un livre qui ne peut pas manquer dans la bibliothèque des cinéphiles qui aiment le grand Toto' et l'art du doyen des réalisateurs italiens, Mario Monicelli.

Une initiation à la vraie Italie, à la comprehénsion de ce qu'elle a été dans l'après-guerre, à travers le regard tendre et cruel que la meilleure tradition du cinéma comique néoréaliste nous en a livré.

L'une des plus belles rencontres artistiques dans l'histoire du cinéma italien, entre l'ironie décapante de Mario Monicelli et la transgression hilarante de Toto'. Les sept films, qui constituent l'un des moments culminants de l'insolente satire sociale de «la comédie à l'italienne », sont analysés dans le détail, du tracé de la narration aux moments culminants, avec une comparaison entre les séquences tournées et le scénario original.

Adriana Settuario est journaliste. Elle a collaboré avec le magazine Cinemasettanta et actuellement publie ses articles sur Il Messaggero.

Surnommé «le prince du rire», Toto' (nom d'artiste d'Antonio de Curtis) a été l'un des plus grands acteurs dans l'histoire du théâtre et du cinéma italien, interprète de 97 films en 30 ans, du 1937 au 1967, qui connurent un succès inégalé, avec 270 millions de spectateurs. Son goût du non-sens, son phrasé unique, véritable délire linguistique, l'interaction de la parole et de son corps, gesticulant comme une marionette, en faisaient un comique insolent et irresistible. Son premier film avec Mario Monicelli et Steno, Totò cherche un appartement (1949) marqua la première expression du néoréalisme comique.

Formidable carrière de cinéaste celle de Mario Monicelli, peut être la plus longue de l'histoire du cinéma, avec plus de 65 films en soixante ans en tant que réalisateur. Dès son premier film, Mario Monicelli a fait preuve d'un humour caustique et dévastateur, d'un sens de l'observation aigu de la réalité, d'une acidité critique s'attaquant tant aux mythes de l'histoire qu'à la bonne conscience bourgoise.

Mario Monicelli est auteur de comédies picaresques (Brancaleone, 1966 et 1970), de brillantes satires sociales et politiques, de tragédies grotesques (Un bourgeois tout petit petit , 1977). Le génial mélange de talents comiques de grands acteurs comme Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman dans des films tels que Le Pigeon, Les Camarades et Les nouveaux monstres (dont il a signé l'un des episodes les plus grinçants) lui ont valu un grand succès international et fait signer des grandes pages de l'histoire de la « comédie à l'italienne ».







"A Parigi omaggio a Mario Monicelli"

L' Istituto Italiano di Cultura di Parigi organizza in collaborazione con la Cinémathèque Française una retrospettiva dedicata al grande regista italiano. L'iniziativa durerà circa due mesi a partire dal 19 marzo e fino al 19 maggio.
Segnaliamo inoltre il 16 marzo al Salon du livre di Parigi la presentazione del libro
"L'espressione triste cha fa ridere - Totò e Monicelli" di Adriana Settuario
Tra i numerosi i film in programmazione non potevano mancare quelli interpretati da Totò.
Questo l'elenco dei film con Antonio de Curtis :

TOTO CHERCHE UN APPARTEMENT - (Totò cerca casa)
Domenica 23 Marzo 2008 - 19h00 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Mercoledì 23 Aprile 2008 - 21h45 - SALLE GEORGES FRANJU -

TOTO E CAROLINA -
Sabato 22 Marzo 2008 - 21h00 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Domenica 4 Maggio 2008 - 19h30 - SALLE GEORGES FRANJU -

TOTO E I RE DI ROMA -
Domenica 23 Marzo 2008 - 21h00 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Giovedì 24 Aprile 2008 - 20h30 - SALLE GEORGES FRANJU -

TOTO E LE DONNE -
Sabato 22 Marzo 2008 - 17h00 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Lunedì 28 Aprile 2008 - 20h30 - SALLE GEORGES FRANJU -

LE PIGEON - (I soliti ignoti)
Giovedì 20 Marzo 2008 - 20h30 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Domenica 6 Aprile 2008 - 15h00 - SALLE GEORGES FRANJU -

GENDARMES ET VOLEURS - (Guardie e ladri)
Venerdì 21 Marzo 2008 - 21h30 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Domenica 18 Maggio 2008 - 15h00 - SALLE GEORGES FRANJU -

LARMES DE JOIE - (Risate di gioia)
Sabato 29 Marzo 2008 - 17h00 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Mercoledì 30 Aprile 2008 - 21h30 - SALLE GEORGES FRANJU -

CAPRICE A L'ITALIENNE - (Capriccio all'italiana)
Mercoledì 2 Aprile 2008 - 19h00 - SALLE HENRI LANGLOIS -
Mercoledì 23 Aprile 2008 - 19h30 - SALLE GEORGES FRANJU -

Maggiori informazioni a Istituto Italiano di Cultura di Parigi