Totò
quel pomeriggio, verso Marechiaro, quando, voltando un angolo, ti vidi. Eri tu proprio, Totò, in carne ed ossa, il divo dello schermo, l'asso del comico, l'immagine di luce divenuta realtà. Sembrò un miraggio, eppure era così: stavi davvero là, a girare un film! Quel pigro pomeriggio, per fortuna, intorno a te non c'era troppa gente, solo l'operatore ed il ciacchista. Fu grazie a questo che potei osservare come, dismesso il tuo volto d' uomo, diventasti l'omino che tutti conosciamo. Come sei bravo, Totò, che grande artista! La tua nobiltà sta nel far ridere e la tua corte è fra la brava gente. Se penso ai tuoi detrattori di una volta, capisco l'amarezza nei tuoi occhi, che dipendeva non solo dagli acciacchi, ma da tanto snobismo intellettuale. Ci sono sempre dei signori in giro, con la faccia seriosa, da civetta, che di mestiere fanno i guastafeste. Io ti ho stimato sempre, Totò, oggi e ieri. Tu forse lo capisti in quel momento, quando un ragazzo ti sfiorò la mano, e tu lo illuminasti di un sorriso. |