47 morto che parla

[Totò e Gildo Bocci] [Totò e Silvana Pampanini]

[Totò e Silvana Pampanini] [Totò e Silvana Pampanini]

[Totò] [Totò,Adriana benetti e Aldo bufi landi]

[Totò] [Totò] [Totò]

[Totò] [Totò]

[Mario Castellani e Silvana Pampanini] [Totò]

[Totò] [Totò]

[Totò] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Carlo Ludovico Bragaglia
Soggetto : dallomonima commedia di Ettore Petrolini
Sceneggiatura : Age,Scarpelli,Marchesi,Metz,Manzari
Fotografia : Mario Albertelli
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Ezio Carabella
Montaggio : Giuliana Attenti
Aiuto regia : Roberto Cinquini
Direttore produzione : Isidoro Broggi
Produzione : Produzione Films Cinematografica, Roma
Durata: 84 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( il barone Antonio Peletti )
Silvana Pampanini( Marion Bonbon )
Dante Maggio( Dante Cartoni )
Adriana Benetti( Rosetta )
Aldo Bufi Landi( Gastone )
Mario Castellani( il colonnello Bertrand de Tassiny )
Carlo Croccolo( il cameriere Gondrano )
Arturo Bragaglia( il sindaco Triburzi )
Tina Lattanzi( la moglie del sindaco)
Gildo Bocci( il macellaio )
Eduardo Passarelli( il farmacista )
Daniela Benson( una cameriera )
Franco Pucci( il dottore )
Totò Mignone(custode cimitero)
Diana Lante(una complice della burla)
Rita Andreana(una complice della burla)
Gustavo Serena(un complice della burla)
Gigi Reder(uscire delle terme)

Altri interpreti :
Armando Annuale,Mary Gonzales, Mara Morgan, Marilyn Miller,
Elsa Pavani, Mario Galli, Patricia Deren

           

        

        

        

  

Soggetto

L'avaro barone custodisce un tesoro destinato per metà al municipio e per metà al nipote Gastone innamorato di Rosetta.Gli amministatori comunali con uno stratagemma fanno credere al barone di essere morto,e questi rivela il nascondiglio del tesoro alla soubrette Marion che scappa con l'amante.Ma Gastone aveva sostituito il tesoro e può sposare Rosetta.

Critica e curiosità

Il film e' liberamente ispirato all'omonima commedia teatrale di Ettore Petrolini , anche se il personaggio e' assai lontano da quello della commedia e si avvertono contaminazioni con " L'avaro " di Moliere . Famosissima la scena in cui il barone acquista una microfettina di carne dal macellaio e non solo non paga una lira ma riesce anche a farsi dare dei soldi di resto , da ricordare i duetti con Carlo Croccolo , cameriere affamato dal padrone tiranno . Nel film riveste il ruolo di angelo - guida l'attrice Silvana Pampanini cui le cronache del tempo fanno risalire un tentativo di approccio sentimantale da parte del Principe .
Le riprese iniziarono nell'autunno del '50 e fu girato quasi interamente negli studi della Titanus della Farnesina.Per le scene del finto inferno si giro' alla solfatara di Pozzuoli, le cui centinaia di bocche fumanti gas sulfureo evitarono l'uso di particolari "effetti speciali", utilizzando in tal modo un paesaggio naturale.
Arturo Lanocita scriveva sul Corriere della sera : " Totò , questa volta in un film costruito , ossia con capo e coda ; c'e' dentro un racconto filato e , cosa ancor più nuova , c'e' un personaggio che non e' soltanto un fantoccio , ma un carattere fin roppo delineato . [..] E' un film recitato , questa volta , dal principio alla fine ; si che Totò non risulta soltanto una marionetta , ma un bravo attore [..].


Silvana Pampanini

Data Nascita: 25 Settembre 1925 (Bilancia), Roma (Italia)
Nel 1946 partecipa a Miss Italia e, nonostante il pubblico l'abbia proclamata vincitrice, la giuria decide diversamente perché Silvana è troppo sexy per quei tempi. Il cinema le spalanca le porte: la giovane Silvana porta così sullo schermo la sua prorompente bellezza, inaugurando la stagione delle "maggiorate". Lavora moltissimo: tra il 1950 e il 1952 è la numero uno in assoluto del cinema italiano e anche la più pagata dei produttori. Interpreta commedie brillanti al fianco dei più grandi comici (Totò, il quale le chiede invano di sposarlo,Walter Chiari, Renato Rascel, Carlo Dapporto, Ugo Tognazzi, Nino Taranto) ma si impegna anche in ruoli drammatici (come in Un marito per Anna Zaccheo, 1953, di Giuseppe De Santis). Bruna, di bellezza provocante e sensuale, Silvana Pampanini costituì per alcuni anni un vero fenomeno di costume. Negli anni '60 l'interpretazione più grande e quella de Il gaucho (1964): il suo ruolo è quello di una diva sul viale del tramonto. Negli anni seguenti le sue apparizioni sul grande schermo si diradano. La critica attribuisce questo declino al basso livello di quasi tutti i film interpretati e alla carenza drammatica della sua recitazione. In realtà, se ben diretta, la Pampanini ha saputo dimostrare buone attitudini. Dagli anni '70 dirada notevolmente la sua attività cinematografica e mentre continua a sognare di interpretare Anna Karenina, nel 1983 compare ne Il tassinaro di Alberto Sordi. Autrice del libro di memorie Scandalosamente Perbene, nel 1998 prende parte al film televisivo di Pier Francesco Pingitore, Tre stelle


Dante Maggio

Data nascita: 2 Marzo 1909 (Pesci), Napoli (Italia)
Data morte: 3 Marzo 1992 (83 anni), Roma (Italia)
Fratello di Beniamino, Rosalia, Pupella ed Enzo Maggio, lavorò fino dalla più tenera età nel teatro dialettale e di rivista. Nel 1946 esordì nel mondo del cinema, rivelandosi un valido caratterista, adatto sia ruoli comici che patetici. Nella sua vastissima attività, spesso svolta in opere di scarso rilievo, per lo più di tipo comico-musicale-partenopeo, fanno spicco alcune caratterizzazioni in film di maggior impegno, fra i quali possiamo ricordare Luci del varietà (1951, Alberto Lattuada e Federico Fellini), Prima comunione (1950, Alessandro Blasetti), Processo alla città (1952, Luigi Zampa), e, più recentemente, Le tentazioni del dottor Antonio (Federico Fellini), un episodio di Boccaccio ‘70 (1961).


Adriana Benetti

Data nascita: 4 Dicembre 1919 (Sagittario), Ferrara (Italia)
Diplomata in recitazione presso il Centro sperimentale di cinematografia, esordì nel cinema come protagonista di un film girato da Vittorio De Sica nel 1941,Teresa Venerdì. Il suo ruolo era quello di una fanciulla teneramente malinconica, dall'animo candido e ingenuo; un personaggio, che, come accade frequentemente, le rimase cucito addosso, condizionandola anche nelle sue successive interpretazioni, fatalmente ripetitive. Nel dopoguerra, come accadde anche a molte altre attrici, la sua attività si ridusse notevolmente, nonostante avesse partecipato ad alcuni film anche in Spagna e in Argentina.


Aldo Bufi Landi

Data nascita: 7 Aprile 1923 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 2 febbraio 2016 (93 anni), Napoli (Italia)
Attore in filodrammatiche e in compagnie dialettali, nel 1947 esordì nel cinema inMalaspina, diretto da Armando Fizzarotti, un regista specializzato in fumettoni sentimentali di genere partenopeo. Forse per questo motivo, Bufi rimase legato anche in seguito a parti di secondo piano, in film dello stesso genere colorito e popolaresco. Tra le sue migliori caratterizzazioni va segnalata quella interpretata, a fianco di uno strepitoso Alberto Sordi, ne I magliari, un interessante film sull'emigrazione italiana in Germania, diretto nel 1959 da Francesco Rosi.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Carlo Croccolo

Data nascita: 9 Aprile 1927 (Ariete), Napoli (Italia)
Trai pochissimi caratteristi ad aver attraversato in più di cento film tutto il cinema comico italiano da Toto ad Aldo Giovanni e Giacomo È arrivato al cinema dopo molto teatro leggero e radio Tra i più dotati partner dell'improvvisazione del grande comico napoletano collabora anche con Eduardo De Filippo e più volte con Vittorio De Sica. A suo agio ovunque dalla parodia al peplum E anche tra i più celebri doppiatori italiani da voce a Oliver Hardy e soprattutto a Totò Tra le sue interpretazioni 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia I cadetti di Guascogna (1950) di Mario Mattoli La paura fa 90 (1951) di Giorgio Simonelli Ragazze da marito (1952) di Eduardo De Filippo Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli Toto lascia o raddoppia (1956) di Camillo Mastrocinque Cerasella (1959) di Raffaello Matarazzo L'amante di cinque giorni (1961) di Phihppe De Broca Ieri oggi domani (episodio Adelina) di Vittorio De Sica (1963) Caccia alla volpe (1966) sempre di De Sica.


Arturo Bragaglia

Data nascita: 7 Gennaio 1893 (Capricorno), Frosinone (Italia)
Data morte: 21 Gennaio 1962 (69 anni), Roma (Italia)
Dalla attività fotografica, svolta col fratello Anton Giulio, passò al cinema come caratterista, favorito dalla figura mingherlina e da un istintivo talento. Il tipo brontolone e bisbetico che egli riuscì a tratteggiare spiritosamente in numerosi film, specie di carattere comico, fu una delle macchiette più riuscite del cinema italiano del tempo di guerra. Fra i suoi film, si ricordano Imputato, alzatevi (1939), Maddalena zero in condotta (1940), I mariti (1941), Teresa Venerdì (1941), Avanti c'è posto (1942), Quattro passi fra le nuvole (1942), e, nel dopoguerra47 morto che parla (1950), Miracolo a Milano (1951), Bellissima (1951) Altri tempi (1952), Il ritorno di don Camillo (1953) e I due marescialli (1961).


Tina Lattanzi

Data nascita: 5 Dicembre 1897 (Sagittario), Licenza (Italia)
Data morte: 25 Ottobre 1997 (99 anni), Roma (Italia)
Boccoli bianchi, corpo sinuoso, uno sguardo che seduceva e una voce sospesa fra innocenza e malizia. Questa fu la fulgida Tina Lattanzi, star di secondo piano del cinema fascista, ai tempi in cui Cinecittà era la culla dei migliori registi italiani. In lei, Guido Brignone ha trovato il suo Paradiso, mentre noi, nel suo timbro, abbiamo trovato i primordiali abbozzi infantili di una cattiveria che risiedeva nella fiammante bellezza delle streghe dei cartoni animati della Disney. «Specchio, specchio delle mie brame, dimmi, chi è la più bella del reame?», chiedeva lei in sala di doppiaggio allo specchio incantato, animato nella pellicola. Rispondiamo noi per lui: «La più bella sei tu, ma di regine, Tina, non ce ne son più». Iniziò a recitare nel 1923 con la compagnia dell'attrice e regista Tatiana Pavlova, grazie all'aiuto di Vittorio De Sica. Successivamente, lavorò per diverse compagnie, fra cui quella di Ruggeri e la Za Bum di Mario Mattoli, affermandosi soprattutto in ruoli di seconda donna. L'esordio cinematografico risale invece al 1930 nella pellicola La straniera di Amleto Palermi e Gaston Ravel, seguita da Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, accanto all'amico De Sica. Poi, l'incontro con il regista Guido Brignone nel Rubacuori (1931), la spinse a lasciare il teatro e a dedicarsi a tempo pieno alla recitazione (diventando una delle sue attrici feticcio) e al doppiaggio. In quest'ultima arte, fra gli anni Trenta e i Sessanta, Tina Lattanzi presterà la sua voce duttile e suadente ai grandi miti della cinematografia hollywoodiana come Joan Crawford, Rita Hayworth, Marlene Dietrich, ma soprattutto Greta Garbo, che si dice abbia affermato, dopo aver visto la versione italiana del suo Margherita Gauthier (1936), che sarebbe stata un'attrice migliore se avesse avuto la stupenda voce della Lattanzi. Voce che, lo ricordiamo, fu contraddistinta da quello che del gergo tecnico viene definito "birignao", ovvero la pronunzia nasale con un prolungamento delle vocali finali delle parole. Ma non fu solo la voce delle attrici in carne e ossa (doppiò perfino la Magnani), sua fu la voce della perfida e vanitosa Regina di Biancaneve e i sette nani (1938), così come quella della fantastica strega Malefica ne La bella addormentata nel bosco, entrambi della Walt Disney. Tornò a teatro solo nel 1936, quando recitò in "Carità mondana" di Giannino Antona, seguito da "Il dolce aloe" di Jay Mallory con la compagnia del Teatro di Milano. Per il resto, la sua carriera fu tutta donata al cinema, soprattutto quando a firmarlo è Guido Bignone ne: Passaporto rosso (1935), Ginevra degli Almieri (1936) e Teresa Gonfalonieri (1934), specializzandosi perfettamente nei ruoli di aristocratica. Poi tornò alla regia di Mario Bonnard ne Il conte di Brechard (1938), seguito dalla commedia I mariti (1941) di Camillo Mastrocinque. Carmine Gallone la inserirà nel cast de Le due orfanelle (1942), Raffaele Matarazzo nel suo dramma Giorno di nozze (1942) e il ritrovato Mattoli in Stasera niente di nuovo (1942). Lattuada, Camerini, Riccardo Freda furono solo alcuni dei registi che ebbero la fortuna di dirigerla, benché in piccoli ruoli, nelle loro pellicole, fra i quali emerge perfino un film francese, diretto da Christian-Jaque, La Certosa di Parma (1948). Fenomenale nel ruolo della moglie del sindaco, accanto a Totò in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia, ma ancora più stupenda fu accanto a Silvana Mangano in Anna (1951) di Lattuada. Nel 1953, Mario Monicelli e Steno la vollero nel cast de Le infedeli e lo stesso anno, Matarazzo la dirigerà ancora una volta in Tormento (1953). A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, continuò a recitare e a essere una presenza riconoscibile nel cinema italiano e non solo: Luigi Zampa, Francesco Maselli, Jean Delannoy, Umberto Lenzi, ma soprattutto Luchino Visconti con il suo Gattopardo (1963) la investirono ancora una volta di quel lato nobile che il suo timbro le conferiva. Negli anni '70 ritornò sporadicamente sulle scene teatrali, sotto la guida di Aldo Trionfo in "Nerone è morto?" (1974) e "Lady Edoardo" (1978), e rivestendo la parte della Regina Madre in "Becket e il suo re" di Jean Anouilh, ma si concentrò principalmente sui suoi ruoli ne La donna della domenica (1976) – dove interpreterà la madre di Jean-Louis Trintignant – e ne Il cuore di mamma (1988) di Gioia Benelli che fu il suo ultimo film, accanto a Ingrid Thulin, Massimo Girotti, Margarert Mazzantini e Lea Padovani. I suoi personaggi sembravano sempre avere la situazione sotto controllo, vere registe di un mondo edificante, fatto di moralità e virtù, facce signorili e vari vezzi. Lei riverberava bellezza all'ombra della quale molti registi tentavano di rifugiarsi, un po' come dei bambini. Attrice tosta, amante di personaggi duri e, nonostante questo, ugualmente femminile e romantica. La morte l'ha fatta assopire nel 1997, nello stesso sonno eterno in cui aveva condannato la bella addormentata. Sembra quasi di risentirla: «La tua tomba sarà una foresta di rovi , folta e intricata che nessuno la scovi, ora va e porta nella tua spira, l'oscura forza della mia ira!».


Eduardo Passarelli

Nome: Eduardo De Filippo
Data nascita: 20 Luglio 1903 (Cancro), Napoli (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1968 (65 anni), Napoli (Italia)
Figlio naturale di Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo fu fratellastro dei tre più famosi De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina. Dopo un'intensa attività nel teatro di rivista, in cui apparve a fianco di Totò, in spettacoli dialettali napoletani (ma recitò anche da attore “serio”, in Amleto, a fianco di Anna Proclemer), a partire dal 1937, esordì nel cinema quale apprezzato caratterista. Negli anni del dopoguerra continuò questa sua attività, prendendo parte a numerosi film di genere comico-leggero e “napoletano”, conquistandosi il favore del pubblico grazie alle sue doti di attore brillante, dalla mimica vivace ed espressiva. In funzione di queste sue qualità, apparve anche in un film “serio” come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini), benché in un ruolo secondario. Nel 1952, insieme al giornalista Alessandro Ferraù ed a Totò, curò un libro autobiografico, che prese nome da un celebre film dello stesso Totò, Siamo uomini o caporali? Fu padre dell'attore Pasquale De Filippo, che seguì le sue orme, ma con minore successo.


Gigi Reder

Data nascita: 25 Marzo 1928 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 8 Ottobre 1998 (70 anni), Roma (Italia)
Attore italiano. Bruno, magro, un viso dai lineamenti comuni, esordisce sul grande schermo nel 1950 con piccole parti di sfondo nelle divertenti commedie Bellezze in bicicletta di C. Campogalliani e 47 morto che parla di C.L. Bragaglia. Nonostante le indubbie qualità recitative e un’esperienza teatrale che gli permetterebbero di affrontare ruoli eterogenei, non ottiene particolare successo e prosegue la carriera negli anni ’60 e ’70 limitandosi a fare la comparsa o parti da caratterista (il preside finto severo, il medico di famiglia...). Solo nel 1975 arriva il personaggio che lo renderà famoso, e a cui il suo nome rimarrà legato tanto da imprigionarlo in un cliché: l’occhialuto e un po’ vanesio ragionier Filini in Fantozzi di L. Salce, che sarà presente nell’intera serie di sequel del film sino alla sua morte.


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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