Sette ore di guai

[Totò,Alberto Sorrentino e Ughetto Bertucci] [Totò,Isa Barzizza e Eduardo Passarelli]

[Totò e Eduardo Passarelli] [Carlo Campanini,Mario Castellani e Giulietta Masina]

Videoclip titoli di testa

Regia : Marcello Marchesi, Vittorio Metz
Soggetto : dalla farsa "'Na creatura sperduta" di E.Scarpetta
Sceneggiatura : Metz,M.Marchesi,Age,Scarpelli,E. Passarelli
Fotografia : Rodolfo Lombardi
Scenografia : Alberto Tovazzi
Musica : Pippo Barzizza
Montaggio : Franco Fraticelli
Aiuto regia : Mario Mariani, Carlo Moscovini
Direttore produzione : Silvio Clementelli
Produzione : Golden Films-Humanitas Film,Roma
Durata: 80 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Totò De Pasquale )
Carlo Campanini( il signor Romolini )
Isa Barzizza( Amelia )
Giulietta Masina( la figlia di Romolini )
Clelia Matania( Angelina, la moglie di Totò )
Mario Castellani( Antonino )
Eduardo Passarelli( l'avvocato Peppino Spinaci )
Guido Celano( Achille )
Alberto Sorrentino( Raffaele )
Galeazzo Benti( Ernesto )
Arturo Bragaglia( Arturo )
Nino Milano( Matteo )
Gildo Bocci( l'ubriaco )
Gisella Monaldi( Carmela )
Bice Valori( Maddalena, la balia )
Ughetto Bertucci( Annibale )
Carlo Mazzarella( Ludovico )
Lina Del Balzo( donna Lucrezia )
Gianni Baghino( commesso pasticceria )
Elsa Pavani( Bettina )
Andrea De Pino( il signore con 5 figli )
Liliana Mancini( la ragazza sull'autobus )
Toto Mignone(il primo controllore)
Mimmo Poli(Fernando, un muratore)
Pasquale De Filippo(il marito della balia)
Ciro Berardi(l'inseguitore col cane)
Alfredo Ragusa(un signore sulla corriera)
Armando Annuale(un signore sulla corriera)

        

     

Soggetto

Nel giorno del battesimo il figlio di Totò viene sottratto alla balia dal marito di questa.Totò affida alla ignara moglie un bambino preso in prestito e parte per Marino dove crede sia stato portato,per errore,dei vicini di casa.Rapisce il vero bambino dei vicini e per poco non viene linciato.Tornato a casa ritrova suo figlio già battezzato.

Critica e curiosità

E' il primo dei quattro film ispirati all'opera di Eduardo Scarpetta , anche se si aggancia a " Prima comunione " di Blasetti uscito l'anno prima dove pero' a scomparire era il vestito . Malgrado qualche buona critica il film non ottiene consensi al botteghino e anzi col tempo viene quasi dimenticato , ottiene qualche passaggio su qualche rete locale e dopo oltre 45 anni dalla realizzazione viene riversato su Vhs e allegato ad un quotidiano nazionale .
Girato nell'estate del '51 fra Roma e Marino col titolo provvisorio di "na creatura sperduta".E' il primo e unico film dove Totò e Giulietta Masina lavorano insieme, l'attrice non gradiva i cambiamenti di copione fatti da Totò e qualche anno dopo rifiutò di girare un film che li vedeva ancora insieme.
Arturo Lanocita scriveva : " Dare all'irrequieta comicità di Totò la disciplina di un film costruito e' come incastrare un torrente nell'alveo in muratura ; schiumeggia meno , fa minor fracasso , perde un pò del suo pittoresco , ma non ristagna poi negli acquitrini e arriva alla foce .[..] Totò ha modo di dare al suo personaggio la razionalità accettabile di un tipo , dopo essersi in troppi film meccanizzato nella rigidità legnosa della marionetta .


Carlo Campanini

Data nascita: 5 Ottobre 1906 (Bilancia), Torino (Italia)
Data morte: 20 Novembre 1984 (78 anni), Roma (Italia)
Iniziò la sua carriera artistica con ambizioni musicali: studiò corno, si esibì come cantante e passò poi al teatro dialettale, recitando un paio d'anni a Torino nella quotata compagnia piemontese di prosa di Mario Casaleggio, che aveva un repertorio sterminato di commedie, drammi, vaudeville. Andò subito in tournée a Buenos Aires, e vi rimase sei mesi.”Si cambiava spettacolo ogni sera - ricordava - e la sera il capocomico mi dava il copione da imparare per il giorno dopo. Prove dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, poi in scena… Fu una bella scuola”. Tornato in Italia, per mantenersi fu costretto a lavorare in una fabbrica di molle; trasse proprio dall'ambiente di lavoro l'ispirazione per la prima della sue numerose macchiette: grazie all'imitazione del suo compagno di tornio, che era balbuziente, nel 1928 venne assunto come tenore comico nella compagnia di rivista Achille Maresca. All'inizio degli anni '30 passò all'operetta, prima con la compagnia di Isa Bluette e Nuto Navarrini, poi in quella della soubrette bolognese Vivienne D'Arys, e allora, ricorda:”Tenni a battesimo un nuovo comico che faceva il ballerino a Riccione e imitava Stanlio. Era Carlo Dapporto. Io imparai a imitare Ollio, e la coppia ebbe uno straordinario successo”. Nel 1939 esordì nel cinema in Dora Nelson (1939), una commedia dei”telefoni bianchi ", che aveva come protagonista la bellissima attrice Assia Noris. In cinema Campanini, oltre alle divertenti commedie brillanti da lui interpretate negli anni '40 e '50 ( Ore 9 lezione di chimica, 1941; La donna è mobile, 1942; La vispa Teresa, 1943; Il ratto delle sabine, 1945; I due orfanelli, 1947; I pompieri di Viggiù, 1949; Al diavolo la celebrità, 1949; I cadetti di Guascogna, 1950; Era lei che voleva, 1953; Un turco napoletano, 1953; Non perdiamo la testa, 1959), si dimostrò anche un grande attore drammatico in Le miserie del signor Travet, del 1946, di Mario Soldati, e in Il bandito, sempre del 1946, di Alberto Lattuada. Nel 1950 ci fu l'importante incontro con Walter Chiari, del quale Campanini divenne la preziosa spalla in scenette oramai”storiche ": l'imitazione dei fratelli De Rege (indimenticabile la proverbiale battuta”Vieni avanti, cretino!”,) e il”Sarchiapone ", ambientato in un vagone ferroviario. Campanini asseriva d'avere in una scatola un sarchiapone, animale selvaggio e pericoloso. Chiari, con l'aria del”so tutto io ", tentava disperatamente di indovinare di che bestia mai poteva trattarsi. Si scopriva alla fine che era solo un trucco, adottato dal Campanini per spaventare i compagni di viaggio e restare da solo nel vagone: avrebbe viaggiato più comodo. Quello sketch, ripreso sempre puntualmente nel corso di decenni, alla fine s'era dilatato sino a diventare un atto unico. La coppia Chiari-Campanini ebbe un enorme successo anche in televisione; l'attore torinese si guadagnò attestati di stima dei critici e vibranti applausi del pubblico. Dotato di una comicità spontanea, Campanini aveva la rara capacità di studiare a fondo le persone con cui recitava, per prevederne le battute fuori copione o anche per stimolarle. Nella sua lunga carriera teatrale e cinematografica ha dato vita a macchiette e personaggi sempre rappresentati con fine senso umoristico e calore umano. Negli anni '70, quando ormai considerava giunto il momento della pensione, venne richiamato alla ribalta a Torino, in una compagnia stabile (al Teatro Carignano) di commedie un po' in lingua un po' in piemontese, scritte su misura per Macario da Amendola e Corbucci. Ma Macario aveva improvvisamente deciso di riaffrontare le tournée nazionali, accanto a Rita Pavone (in Due sul pianerottolo), la compagnia era rimasta senza primattore e Campanini, sino al 1980-81, continuò a far divertire il”suo”pubblico. Dopo una più che cinquantennale carriera in teatro, cinema e televisione (egli amava definirsi con modestia, un”ragioniere della risata "), nel 1981 si ritirò dalle scene, adducendo dignitosamente motivi d'età (“Faccio fatica a studiare i copioni”) e, soprattutto, di opportunità (“La realtà oggi non è gentile con noi. [ … ] Non posso far divertire il pubblico quando ci sarebbe da piangere”).


Isa Barzizza

Data nascita: 22 Novembre 1929 (Scorpione), Sanremo (Italia)
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, Isa ha iniziato giovanissima la carriera teatrale, prendendo parte ad alcuni spettacoli di prosa con Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Il vero grande lancio nel mondo del teatro le fu dato da Erminio Macario che a diciassette anni la volle in due sue riviste: Le educande di San Babila (1947) e Follie di Amleto (1947-48). Inizialmente il padre, contrario alla sua decisione di intraprendere la carriera artistica, si lascia convincere ma al patto che la giovane ragazza si faccia seguire da una governante. Carina, col suo corpo splendido e la sua delicata ironia, la Barzizza divenne presto la beniamina del teatro leggero del dopoguerra italiano. L'altro suo “padrino” teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C'era una volta il mondo (1947-48) di Michele Galdieri accanto ad Elena Giusti e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò i tempi comici, il contatto col pubblico, come muoversi sul palcoscenico, insomma tutti i segreti del mestiere. Nella rivista Bada che ti mangio la Barzizza e Totò erano i protagonisti dell'indimenticabile sketch del “vagone letto” (che concludeva anche il film Totò a colori, del 1952). L'attrice ricordò che la prima volta che venne rappresentato questo sketch durava sette minuti mentre, solo dopo alcuni mesi di tournée, le esilaranti improvvisazioni del comico napoletano lo avevano portato a durare ben cinquanta minuti. Presto la Barzizza si affermò anche sullo schermo. Interpretò infatti oltre trenta film, il primo dei quali fu I due orfanelli (1947) di Mario Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l'avevano lanciata sulla passerella (Totò, Macario, Carlo Dapporto), ma non c'è stato alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà (1953), dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco. Nella stagione 1951-52 venne scoperta da Garinei e Giovannini che esaltarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell'umorismo nella rivista Gran baldoria, grandissimo successo che portava le bellissime musiche di Gorni Kramer. Negli stessi anni affrontò anche il teatro di prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Il 3 gennaio 1954, giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni Osteria della posta, che vedeva la Barzizza protagonista. Nel 1955-56 ha interpretato la commedia musicale Valentina, di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Enrico Viarisio e Franco Scandurra, storia d'amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 l'attrice lasciò il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 aveva sposato il quale morì poi in un incidente nel '60 che ebbe violenti strascichi). Attorno agli anni '60 fondò la Citiemme, una società di doppiaggio, dedicandosi a questa attività sia come imprenditrice sia come direzione artistica. Tornò a teatro nei primi anni '90, interpretando numerose commedie, tra le quali ricordiamo La pulce nell'orecchio di George Feydeau con la regia di Gigi Proietti, Arsenico e vecchi merletti di Joseph Otto Kesserling con la regia di Mario Monicelli, Gigi di Sidonie-Gabrielle Colette per la regia di Filippo Crivelli. Nell'estate del 1995 ha partecipato al Festival di Spoleto con L'ultimo yankee di Arthur Miller, con la regia di John Crowther. Nel 1999 accanto alla grandissima Lauretta Masiero è stata sublime ne Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, confermando come sempre il suo grande stile e la sua inconfondibile bravura. Contemporaneamente è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione. Tra le altre cose, ha interpretato il film Ardena (1997) con Arnoldo Foà e Luca Barbareschi, ha condotto su Raitre il rotocalco Mai dire mai (1989) con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alla fiction di Raiuno Non lasciamoci più (1999), seguita da Non lasciamoci più 2 (2001), con Fabrizio Frizzi, Paolo Ferrari e Debora Caprioglio


Giulietta Masina

Nome: Giulia Anna Masina
Data nascita: 22 Febbraio 1921 (Pesci), Bologna (Italia)
Data morte: 23 Marzo 1994 (73 anni), Roma (Italia)
Trasferitasi a Roma all'età di quattro anni, presso una zia che incoraggia le sue inclinazioni artistiche, inizia a recitare durante gli anni del liceo e porta avanti la sua passione per il teatro anche durante l'università (si laurea in Lettere nel 1945). Dal 1942 lavora in radio dove interpreta le avventure di Cico e Pallina, scritte da Federico Fellini per la trasmissione Terziglio. Per Federico e Giulietta la storia dei due sposini è galeotta e coincide con l'inizio di un'unione artistica e sentimentale che continuerà per tutta la vita. Dopo una piccola comparsata nell'episodio fiorentino di Paisà (1946) di Rossellini, la prima affermazione arriva con Senza Pietà (1948) di Lattuada: per questo film Giulietta Masina vince il Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista. La sua ascesa verso il successo continua con Luci del varietà (1951), girato a quattro mani da Fellini e da Lattuada, con Europa ‘51 (1952) di Roberto Rossellini e con Lo sceicco bianco (1952) di Fellini. Il 1954 è l'anno del trionfo internazionale: La strada di Fellini vince l'oscar come miglior film straniero e la stessa cosa accadrà nel 1957 con Le notti di Cabiria per il quale l'attrice ottiene anche la palma d'oro a Cannes per la migliore interpretazione femminile. Con i personaggi interpretati in questi due film, Giulietta Masina riesce a commuovere gli spettatori di tutto il mondo. Il viso di Gelsomina passa con straordinaria intensità dalla cupezza più profonda alla speranza che, sempre, torna a illuminare i suoi occhi, il suo corpo assume le forme della natura fino a imitare un albero e per la sua mimica straordinaria i critici la paragonano a Chaplin. Ne Le notti di Cabiria riesce a tratteggiare con indimenticabile profondità le illusioni e le disillusioni di una piccola prostituta dal cuore d'oro. Dopo alcune parti in film di poca fortuna come Nella città l'inferno (1958)di Castellani, Fortunella (1958)di Eduardo De Filippo, La gran vita (1960) di Julien Duvivier, torna protagonista assoluta in Giulietta degli spiriti (1965) e in Ginger e Fred (1985) scritti per lei, ancora una volta, dal marito. Negli anni 70 è impegnata in due sceneggiati televisivi di grande successo: Eleonora (1972) scritto da Tullio Pinelli, uno degli sceneggiatori di fiducia di Fellini, e Camilla (1976) con la regia di Sandro Bolchi.


Clelia Matania

Data nascita: 18 Settembre 1918 (Vergine), Londra (Gran Bretagna)
Data morte: 13 Ottobre 1981 (63 anni), Roma (Italia)
Allieva della Reale Accademia d'Arte Drammatica di Londra, soggiornò a lungo in Gran Bretagna, quindi si trasferì in Italia, dove esordì in teatro e nel cinema, affermandosi come caratterista brillante e dotata. Il suo primo film è del 1938, Partire (Amleto Palermi), ma la sua attività cinematografica si intensificò soprattutto nel dopoguerra, con l'interpretazione di numerosissimi film, dei generi più diversi, sempre in parti di caratterista gustosa e simpatica, un poco esuberante e non sempre controllata da una regia rigorosa. Tra le sue caratterizzazioni più significative va ricordata quella della moglie dell'industriale ne La spiaggia (1954, Alberto Lattuada).


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Eduardo Passarelli

Nome: Eduardo De Filippo
Data nascita: 20 Luglio 1903 (Cancro), Napoli (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1968 (65 anni), Napoli (Italia)
Figlio naturale di Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo fu fratellastro dei tre più famosi De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina. Dopo un'intensa attività nel teatro di rivista, in cui apparve a fianco di Totò, in spettacoli dialettali napoletani (ma recitò anche da attore “serio”, in Amleto, a fianco di Anna Proclemer), a partire dal 1937, esordì nel cinema quale apprezzato caratterista. Negli anni del dopoguerra continuò questa sua attività, prendendo parte a numerosi film di genere comico-leggero e “napoletano”, conquistandosi il favore del pubblico grazie alle sue doti di attore brillante, dalla mimica vivace ed espressiva. In funzione di queste sue qualità, apparve anche in un film “serio” come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini), benché in un ruolo secondario. Nel 1952, insieme al giornalista Alessandro Ferraù ed a Totò, curò un libro autobiografico, che prese nome da un celebre film dello stesso Totò, Siamo uomini o caporali? Fu padre dell'attore Pasquale De Filippo, che seguì le sue orme, ma con minore successo.


Guido Celano

Data nascita: 19 Aprile 1905 (Ariete), Chieti (Italia)
Data morte: 7 Marzo 1988 (82 anni), Rima (Italia)
Rampollo di nobile famiglia, studiò recitazione, dedicandosi in un primo momento alla carriera teatrale. Il suo esordio nel cinema fu molto particolare: infatti apparve per la prima volta sullo schermo soltanto in fotografia, nel film Rotaie, diretto nel 1929 da Mario Camerini, mentre la sua prima apparizione in carne ed ossa risale al 1931, nel film La lanterna del diavolo, diretto da Carlo Campogalliani. Ad essa fecero seguito altre collaborazioni a vari film, fra cui Palio, diretto nel 1932 da Alessandro Blasetti. Da allora ha lavorato nel cinema fino alla morte, apparendo in numerosi film di vario genere ed argomento e di diverso valore, spesso in parti di secondo piano o come caratterista. Nel 1967 ha esordito nella regia con due film western di modesto valore, firmati entrambi con lo pseudonimo di William First: Uccideva a freddo e Giurò e li uccise ad uno ad uno (Piluk il timido); di quest'ultimo film fu anche soggettista e sceneggiatore


Alberto Sorrentino

Data nascita: 16 Febbraio 1916 (Acquario), La Spezia (Italia)
Data morte: 1 Febbraio 1994 (78 anni), Roma (Italia)
Di origini fiorentine per parte di padre, fu per un certo tempo corrispondente di un quotidiano toscano per le pagine di cronaca locale. Militare di marina durante la seconda guerra mondiale, al termine del conflitto debuttò ormai trentenne in una compagnia di rivista, dividendosi fra teatro di prosa e avanspettacolo. Dopo una prima apparizione nel cinema al fianco di Aldo Fabrizi, nel film L'ultima carrozzella di Mario Mattoli (1943), negli anni del dopoguerra comparve in numerosi film, per lo più di genere comico-leggero o ispirati alla rivista, in ruoli di secondo piano, spesso per partecipazioni brevissime, affermandosi tra i caratteristi italiani come attore adattissimo per parti di uomo povero e malvestito, sempre affamato; una figura a cui Sorrentino, con il suo fisico alto e allampanato, riusciva a conferire una straordinaria efficacia (talora anche a fini comici), sottolineata dall'espressione perennemente triste del volto dai tratti marcati, in cui spiccavano due enormi occhi scuri da cane bastonato e una bocca dagli angoli rivolti perennemente all'ingiù. Nel 1956-1957 tornò in teatro accanto a Macario, nella rivista E tu biondina, di Amendola e Maccari, interpretandovi il ruolo, per lui consueto, di un vagabondo; da allora ricomparve alternativamente nell'avanspettacolo e nel teatro di rivista, fino al 1975, anno in cui riscosse al teatro di Roma un notevole successo personale, recitando accanto a Valeria Moriconi ne L'abominevole donna delle nevi di R. Wilcock. La sua attività televisiva è stata marginale. Fu marito di Giuliana Carleschi.


Galeazzo Benti

Nome: Galeazzo Bent
Data nascita: 6 Agosto 1923 (Leone), Firenze (Italia)
Data morte: 20 aprile 1993 , Firenze (Italia)
Quando il conte Bentivogli si accorse che il nipote Galeazzo, alto, bello, brillante, raffinato, seduttore, stava trascinando”nel fango del cinematografo”il buon nome del casato, gli impose, per vie legali, di”potare”il cognome. Nacque così, dall'ira del nonno, un elegante nome d'arte: Galeazzo Benti. Divenne sulla scena (e spesso sullo schermo) il”gagà”per antonomasia. Rappresentò quindi sia in teatro che sullo schermo il giovanotto snob e nullafacente, con erre moscia e movenze sincopate. Nella stagione 1943-44, Benti recitò in Ritorna Za Bum di Marcello Marchesi, accanto ad Alberto Sordi, anch'egli agli esordi. Il successo si ripeté nella stagione successiva con Sai che ti dico??dello stesso autore, sempre accanto ad Alberto Sordi, Vivi Gioi, Ave Ninchi e Luigi Pavese. Nel 1944-45 fu in Pasquino di Vittorio Metz e alla rivista, dedicata all'irriverente personaggio romano (le”pasquinate”erano poesie polemiche contro le autorità), alla quale parteciparono Sergio Tofano, Enrico Viarisio e Aroldo Tieri. Nella stessa stagione, fu in Imputato alziamoci!di Michele Galdieri, accanto a Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, con Lucy D'Albert soubrette. Affrontò la satira con Soffia, so'...di Garinei e Giovannini, famosissima rivista con Anna Magnani e Alberto Sordi. Nella stagione 1952-53 fu eccellente in La piazza di Michele Galdieri, con Carlo Dapporto. Tramontata la rivista ed esauritosi il filone dei filmetti comico-musicali (ne interpretò una sessantina, di cui sette con Totò), Benti nel 1955 si trasferì in Venezuela, allestendovi una compagnia di produzione televisiva (programmi e spot). Venne richiamato in Italia nel 1979 da Ettore Scola per il film La terrazza. In Italia tornò”vendicativo come il conte di Montecristo”, raccontava spiritosamente,”Quando un produttore mi proponeva di fare il gagà, gli dicevo di andare a…”. Dopo il suo rientro in patria, oltre ad aver recitato in alcune commedie teatrali, ha interpretato una quindicina di film e serial tv, meritandosi anche una nomination al David di Donatello per il film Io e mia sorella (1987) di Carlo Verdone. Da ricordare infine il ruolo dell'anziano nobile decaduto che insegna buone maniere a un giovanotto aspirante conte, interpretato da Christian De Sica, nel remake del film Il conte Max (1991).


Arturo Bragaglia

Data nascita: 7 Gennaio 1893 (Capricorno), Frosinone (Italia)
Data morte: 21 Gennaio 1962 (69 anni), Roma (Italia)
Dalla attività fotografica, svolta col fratello Anton Giulio, passò al cinema come caratterista, favorito dalla figura mingherlina e da un istintivo talento. Il tipo brontolone e bisbetico che egli riuscì a tratteggiare spiritosamente in numerosi film, specie di carattere comico, fu una delle macchiette più riuscite del cinema italiano del tempo di guerra. Fra i suoi film, si ricordano Imputato, alzatevi (1939), Maddalena zero in condotta (1940), I mariti (1941), Teresa Venerdì (1941), Avanti c'è posto (1942), Quattro passi fra le nuvole (1942), e, nel dopoguerra47 morto che parla (1950), Miracolo a Milano (1951), Bellissima (1951) Altri tempi (1952), Il ritorno di don Camillo (1953) e I due marescialli (1961).


Nino Milano

Data nascita: 11 Ottobre 1922 (Bilancia), Napoli (Italia)
Simpatico e talentoso attore di carattere dal fisico minuto, magro e scattante, utilizzato sovente come caratterista o gustosa spalla di attori di primo piano, al cinema giunge subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, richiesto da registi affermati per sostenere ruoli di contorno, spesso insignificanti ma altre volte di un certo spessore tanto da non passare inosservato. Per circa quindici anni Nino Milano lavora incessantemente guadagnandosi una reputazione di attore puntuale e preciso nelle caratterizzazioni, di vivace interlocutore con attori più noti, di servitore, di tassinaro, di inquilino curioso, di inserviente intrigante, di operaio in commedie brillanti per palati poco esigenti, apparendo in una miriade di pellicole che non gli permettono grandi voli e, purtroppo per lui, lo relegano a ruoli sovente in sottordine ma che non gli impediscono di costruirsi una filmografia impressionante.


Gisella Monaldi

Data nascita: 4 Marzo 1913 (Pesci), Torino (Italia)
Data morte: 23 Maggio 1984 (71 anni), Roma (Italia)
Simpatica, prosperosa e comunicativa, è una delle caratteriste più attive per quasi tutti gli anni Cinquanta e poco oltre; viene scelta da ottimi registi per impersonare spesso ruoli di popolane, da lei interpretati sul filo di una pungente ironia. Simile al “tipo” Ave Ninchi o Alda Mangini, delle quali però non possiede il carisma, nell’immediato dopoguerra debutta efficacemente in un ruolo da “femme fatale”, impersonando Tosca, l’avvenente signora che concupisce il giovane Ciro in Sotto il sole di Roma (1948) di Castellani. Al debutto, però, non segue un adeguato sviluppo di carriera: una carriera che si snoda invece attarverso ruoli del tutto secondari. Alla radio è stata la gustosa interprete di Mimì la candida


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.


Bice Valori

Data nascita: 13 Maggio 1927 (Toro), Roma (Italia)
Data morte: 17 Maggio 1980 (53 anni), Roma (Italia)
Iniziò giovanissima una carriera assai intensa, lavorando con pari fortuna alla radio e alla televisione, nel doppiaggio e nel cinema, nella rivista e nel teatro da camera. L'ironia salace e l'irridente simpatia la resero una delle presenze più colorite e apprezzate del piccolo schermo, dove spesso comparve accanto al marito Paolo panelli, dando vita con lui ad un affiatatissimo duo comico. Calandosi in efficaci caratterizzazioni, come la popolana esplosiva e petulante o la ragazza smaniosa di marito, si mosse attraverso tutti i generi dell'intrattenimento televisivo. Laureata in lettere, diplomata all'Accademia nazionale d'arte drammatica, negli anni '50 ha lavorato molto nel teatro di rivista ( Controcorrente, 1953; Senza rete, 1955). In radio ha lavorato spesso con la regia di Luciano Mondolfo e con la regia di quest'ultimo ha partecipato a uno straordinario spettacolo comico, Sei storie da ridere (1956), insieme a Monica Vitti, Gianrico Tedeschi e Alberto Bonucci. In televisione ha preso parte al varietà di Antonella Falqui Eva ed io (1961), interpretò il personaggio dell'odiosa direttrice del collegio nello sceneggiato musicale Il giornalino di Gian Burrasca (1964-65), prese parte al varietà musicale Biblioteca di Studio Uno (1964), sostenne il ruolo della regina nella commedia musicale La vedova allegra (1968) e presentò, a fianco di Alighiero Noschese, due edizioni del varietà Doppia coppia (1969-70); con Panelli fu la spigliata ed ironica intrattenitrice di importanti varietà, come Studio Uno (1965-66), Speciale per noi (1971) e Ma che sera (1978) con Raffaella Carrà e Alighiero Noschese. In teatro va ricordata la sa partecipazione a tre bellissime commedie musicali di Garinei e Giovannini: Rugantino (1962, 1968 e 1978), con Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Lea Massari; Aggiungi un posto a tavola (1974) con Johnny Dorelli, Daniela Goggi e Paolo Panelli; Accendiamo la lampada (1979) con Johnny Dorelli, Gloria Guida e Paolo Panelli, che fu il suo ultimo spettacolo. Si spense prematuramente all'età di cinquantatre anni a causa di un terribile cancro, lasciando un vuoto che non si colmerà mai...


Ughetto Bertucci

Data nascita: 18 Ottobre 1907 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 25 Giugno 1966 (58 anni), Roma (Italia)
Fa realmente il venditore di frutta e verdura in un mercato situato in una famosa piazza romana ed è il proprietario di un camioncino in pessime condizioni, quando viene notato da Mattòli e scritturato per un ruolo aderente al suo fisico e alla sua attività di “fruttarolo” per La vita ricomincia (1945). Il tarlo dello spettacolo si insinua in lui che decide, pur gestendo sempre il suo banco al mercatino, di dedicarsi al cinema e, occasionalmente, all’avanspettacolo in teatrini romani. Di bassa statura, magrolino, con una faccia decisamente simpatica e con l’aria scanzonata, è interprete di una elevata quantità di film, per lo più leggeri, accanto ai comici del momento, soprattutto Totò, ma anche Macario, Billi e Riva, Walter Chiari. Non va mai fuori dal suo cliché, non diventa un eccelso caratterista, non ottiene mai ruoli consistenti, ma non si monta la testa e continua il suo mestiere con umiltà, rarefacendo le sue apparizioni verso la fine degli anni Cinquanta, per ritirarsi poi piano piano dal mondo dello spettacolo


Carlo Mazzarella

Data nascita: 30 Luglio 1919 (Leone), Genova (Italia)
Data morte: 7 Marzo 1993 (73 anni), Roma (Italia)
Diplomato all'Accademia che aveva frequentato con gli ex compagni di scuola Vittorio Gassman e Luigi Squarzina durante la guerra lavora in teatro con Sergio Tofano e Anna Proclemer e in riviste come Ritorna Za Bum e Pasquino. Il debutto al cinema è nel 1945 nel film di Mario Soldati Le miserie del signor Travet ma non è questa carriera a procurargli notorietà. Diventerà invece famoso come giornalista televisivo alla Rai. Tra i suoi film oltre Le miserie del signor Travet (presentato nel maggio 1946) di Soldati Il vento mi ha cantato una canzone (1947) di Camillo Mastrocinque Riso amaro (1949) di Giuseppe De Santis Luci del varietà (1950) di Alberto Lattuada e Federico Fellini Totò a colori (1952) di Steno Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini Un americano a Roma (1954) di Steno Il bigamo (1955) di Luciano Emmer Un eroe dei nostri tempi (1955) di Monicelli Il disco volante (1964) di Tinto Brass.


Gianni Baghino

Data nascita: 25 Giugno 1919 (Cancro), Carloforte (Italia)
Data morte: 23 Aprile 1995 (75 anni), Carloforte (Italia)
Bruno, di media statura, fisico possente, sguardo torvo e accigliato, inizia la carriera cinematografica nel dopoguerra come generico e figurante senza riuscire mai veramente ad ottenere ruoli corposi che lo facciano uscire dall’anonimato, nonostante una certa disinvoltura accompagnata da una discreta fotogenia, che gli permettono comunque di essere molto richiesto da produttori e registi anche importanti. Baghino diventa in breve tempo uno dei figuranti più quotati, l’ideale per impersonare ruoli più svariati in film di genere, dal poliziotto al brigantello, dal “pappone” alla guardia notturna, dal militare al delinquentello di borgata, dal contrabbandiere al contadino. Tutta una serie di figurine tratteggiate con serietà ma purtroppo non così incisive da farlo giungere al rango di buon caratterista. Ignoto ai più, spesso senza il proprio nome nei titoli di testa e di coda, è un attore che si adatta a fare di tutto pur di restare nell’ambito del settore, persino la controfigura al grande Paul Muni nel film italo-britannico Imbarco a mezzanotte (Stranger on the Prowl) diretto nel 1952 da Joseph Losey ma distribuito in Italia come diretto da Andrea Forzano. La filmografia del Baghino è comunque ricca di titoli di film che spaziano dall’avventuroso al poliziesco all’italiana, dalla commedia brillante al drammatico d’autore, dal peplum al melodramma romantico. Nel 1979 ha fatto parte del cast del lungo sceneggiato televisivo Cinema!!! diretto da Pupi Avati.


Andrea De Pino

Data nascita: 4 Giugno 1901 (Gemelli), Salerno (Italia)
Data morte: 4 Agosto 1966 (65 anni), Roma (Italia)
Buon giornalista, svolse un'intensa attività in questo campo, scrivendo per quotidiani e periodici; pertanto, la sua attività come attore può essere considerata marginale, anche se negli anni del primo e del secondo dopoguerra, dal 1948 al 1957) prese parte a numerosi film come apprezzato attore caratterista. Ha pertecipato anumerosi film, fra i quali: Le motorizzate, (1964, Marino Girolami), Il commissario (1962, Luigi Comencini), La dolce vita (1960, Federico Fellini), La banda degli onesti (1956, Camillo Mastrocinque), Se fossi deputato (1949, Giorgio Simonelli).


Liliana Mancini

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Bellissima (1951) di Luchino Visconti dove ha interpretato la parte di Se stessa. Nel 1948 ha inoltre lavorato con Renato Castellani per la realizzazione del film Sotto il sole di Roma dove ha interpretato la parte di Iris. Oltre al ruolo di interprete Liliana Mancini ha lavorato come montatore nel film drammatico di Luchino Visconti Bellissima (1951). E ancora montatore nel film di Steno La feldmarescialla (Rita fugge... lui corre... egli scappa) (1967), montatore nel film di Steno Il terrore con gli occhi storti (1972), montatore nel film di Bruno Corbucci Peggio per me... meglio per te (1967).


Mimmo Poli

Nome: Domenico Poli
Data nascita: 11 Aprile 1920 (Ariete), Roma (Italia)
Data morte: 4 Aprile 1986 (66 anni), Roma (Italia)
Una filmografia sterminata (più di 120 film), una faccia che potrebbe con impassibile orgoglio posare sul busto di un senatore romano, amata tanto da Totò quanto da Federico Fellini. Compare ovunque, dove serve un barista, uno scaricatore, un detenuto, dai film del Monnezza a quelli di Bernardo Bertolucci. Una presenza costante, tanto familiare quanto fugace, sul grande schermo deI cinema italiano tra gli anni Cinquanta e la fine degli Ottanta. Tra i film: Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada; Totò a colori (1952) di Steno; Stazione Termini (1953) di Vittorio De Sica; Il tesoro dell'Africa (Beat the Devil, 1953) di John Huston; Le notti di Cabiria (1956) di Federico Fellini; Poveri ma belli (1956) di Dino Risi; Arrangiatevi! (1959) di Mauro Bolognini: Totò, Peppino e la dolce vita (1961) di Sergio Corbucci; Vanina Vanini (1961) di Roberto Rossellini; Il monaco di Monza (1963) di Corbucci.


Ciro Berardi

Data nascita: 11 Maggio 1909 (Toro), Fano (Italia)
Data morte: 25 Novembre 1961 (52 anni), Fano (Italia)
Imponente caratterista attivo nel cinema italiano fin dagli anni Trenta, richiestissimo dai registi anche per brevi figurazioni e determinante laddove occorra impersonare tavernieri, operai, sgherri, popolani, militari, servitori e altro, cui l’attore aderisce con asciutta e, spesso, colorita partecipazione. Ha lavorato specialmente negli anni Quaranta e la prima metà dei Cinquanta con registi di vaglia come Genina, Bragaglia, Camerini, Mattòli, Bonnard, Freda, Zampa, Steno e Monicelli. Ma sempre e soltanto in ruoli secondari, talvolta terziari, ma sempre con misurato senso della professionalità. Una curiosità: Berardi ha impersonato con credibile caricatura una delle “donne abbandonate” nella parodia Il fanciullo del West realizzata da Giorgio Ferroni nel 1942, ambientata in un immaginario paese dell’Ovest americano, un ruolo sostenuto con divertita ironia.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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