Arrangiatevi!

[Totò ] [ Totò e Achille Majeroni]

[ Totò e Peppino De Filippo] [ Totò,Peppino De Filippo,Cristina Gajoni e Cathia Caro]

[Peppino De Filippo,Vittorio Caprioli e Franca Valeri ] [ Totò,Peppino De Filippo e Laura Adani]

[ Totò e Peppino De Filippo] [ Totò ]

Videoclip titoli di testa

Regia : Mauro Bolognini
Soggetto : da una commedia di De Majo e Gioli
Sceneggiatura : Leo Benvenuti,Piero De bernardi
Fotografia : Carlo Carlini
Scenografia : Mario Garbuglia
Musica : Carlo Rustichelli
Montaggio : Roberto Cinquini
Aiuto regia : Mariano Laurenti
Direttore produzione : Oscar Brazzi
Produzione : Cineriz
Durata:105 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( nonno Illuminato )
Peppino De Filippo( Peppino Armentano )
Laura Adani( Maria,sua moglie )
Cristina Gajoni( Maria Berta Armentano )
Cathia Caro( Bianca Armentano )
Marcello Paolini( Nicola Armentano )
Enrico Olivieri( Salvatore Armentano )
Mario Valdemarin( Luciano,il fotografo )
Angelo Zanolli( Felice )
Giorgio Ardisson( Romano )
Antoine Nicos( il padre rettore )
Achille Majeroni( il nonno istriano )
Giusi Raspani Dandolo( la madre istriana )
Federico Collino( il monsignore )
Luigi De Filippo( Neri,commilitone di Nicola )
Lola Braccini( la sora Gina )
Vittorio Caprioli( Pino Calamai )
Franca Valeri( Marisa detta "Siberia")
Piero Pastore( mastro Bruno )
Adrana Asti( la ragazza di Felice )
Leopoldo Valentini( Bossi,un inquilino )
Leonardo Severini( Lupi,un altro inquilino )
Giuliano Gemma( un pugile al peso )
Guido Martufi( il postino della raccomandata )
Franco Balducci( l'uomo delle scommessa papale )
Mimmo Poli( il venditore di polli )

Altri interpreti :
Arrigo Peri, Alessio Ruggeri,
Andrea Petricca, Alberto Grazzi

     

Soggetto

La famiglia Armentano vive da più di dieci anni in una scomodissima coabitazione con una famiglia di profughi slavi, Peppino Armentano, il padre fa il callista e non riesce mai a racimolare la somma necessaria per procurare ai suoi una casa nuova. L'unica possibilità sarebbe lasciare che la figlia Maria Berta si fidanzi con un fantino che è disposto ad aiutarli, se non altro per amore della rispettabilità della futura moglie. Ma Peppino non ha simpatia per lui, e soprattutto è troppo orgoglioso per accettare. Un giorno la situazione diventa insostenibile: gli slavi annunciano la nascita del settimo figlio e il vecchio nonno Illuminato Armentano, sfida a un esercizio difficile il nonno slàvo (non senza avergli prima allentato il cinto erniario) per mandarlo all'ospedale e ridurre i profughi in condizioni di non poter pagare l'affitto. All'ospedale, però, ci finisce anche lui, e mentre i profughi non pagano nessun conto medico, gli Armentano sono ridotti a zero. Peppino si rassegna ad accettare l'offerta del fantino. Ma quando ha nelle mani i soldi è tale l'umiliazione che si lascia incantare da un trafficone e li perde tutti, scommettendo su una " fumata" delle elezioni del Papa. Atterrito al pensiero della reazione della moglie e dei figli, il callista fa quello che forse negli ultimi sei mesi è venuto in mente a molti poveracci : affitta, per una cifra irrisoria, una ex casa chiusa. La famiglia trasloca, ignara e felice. Ma è una felicità di breve durata. La verità, scoppia, e Peppino non sa far di meglio che scappare, mentre la moglie si scioglie in lacrime e in recriminazioni : per lei è stata la più grossa illusione e quindi la più grossa delusione in tanti anni. Anche il destino dei figli sembra essere minacciato dal ridicolo, dalle complicazioni e dagli equivoci che nascono dalla "casa nuova": Nicola, il figlio bersagliere, è vittima degli scherzi crudeli dei compagni, Bianca, la figlia minore, viene scambiata per una "ragazza squillo", Maria Berta perde il fidanzato. Mamma Armentano, disperata, vuole andare a fare la donna di servizio, pur di abbandonare quel luogo malfamato. Nulla serve a smontarla, nemmeno la "benedizione della casa" organizzata segretamente dal quarto fìglio, il seminarista Salvatore, arrivato il giorno del trasloco e rimasto fortunatamente nella più perfetta innocenza fino alla partenza. Il povero Peppino si sente crollare la casa sulle spalle. Tutti sono disperati, per colpa sua. Tutti l'accusano, tranne nonno Illuminato che anzi, si trova benissimo fra le mura che sono state teatro di tante, lontanissime, dolci battaglie. E alla fìne, effettivamente, la casa nuova porta fortuna a tutti quanti: Maria Berta e Bianca trovano ognuna un vero innamorato, Nicola diventa un uomo. E mamma Armentano, da coraggiosa chioccia, riprende in mano le redini della famiglia e si dispone a combattere ogni nuovo equivoco, ogni nuova malignità che voglia distruggere la pace riconquistata. La rispettabilità di una casa, tutto sommato, non è nei muri, ma nella gente che vi abita. Cambiati gli inquilini, cambiata casa.

Critica e curiosità

Il film trae spunto dalla chiusura delle case chiuse avvenuta l'anno precedente a causa delle legge Merlin , viene girato in una autentica ex casa chiusa in via Fontanelle Borghese suscitando le rimostranze di alcuni deputati . Il ruolo di Totò è secondario ma formidabili sono i duetti con Peppino , l'amico e collega ritrovato . Al film partecipa anche Luigi De Filippo nel ruolo di un soldato doppiato con accento ligure .
Scriveva Pietro Bianchi : " E' un film d'argomento grasso che soltanto l'abile regia dell'intelligente Bolognini riesce a non far scivolare quasi mai nel cattivo gusto .[..] Gli attori sono bravissimi . [..] Totò un nonno da Oscar [..] " .
E Morando Morandini : " [..] Arrangiatevi! rischia di diventare la più divertente e importante commedia che il cinema italiano ci abbia dato negli ultimi anni . [..] C'è un Totò in gran forma , all'altezza dei suoi giorni migliori [..] " .


Peppino De Filippo

Nome: Roma, Italia
Data nascita: 24 Agosto 1903 (Vergine), Napoli (Italia)
Data morte: 27 Gennaio 1980 (76 anni), Roma (Italia)
Fratello minore di Titina ed Eduardo, figlio naturale di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, esordisce giovanissimo nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, ma ben presto la sua inquietudine lo porta a passare in formazioni dialettali secondarie, dove ha modo di farsi le ossa. Dopo aver raggiunto una certa fama, agli inizi degli anni ‘30 decide di formare - assieme ad Eduardo e Titina - la compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo, destinata a riscuotere grandi successi grazie a commedie scritte da loro stessi (la più celebre delle quali resta la straordinaria Natale in casa Cupiello): il sodalizio dura sino al 1944, sempre sostenuto da un enorme consenso di pubblico. Peppino fa il suo esordio nel cinema, assieme ad Eduardo, con Tre uomini in frack (1932) di Mario Bonnard: sino al ‘44, saranno rare le occasioni in cui compare da solo. Finita la seconda guerra mondiale, divisi i suoi destini da quelli di famiglia, egli intraprenderà una propria strada autonoma sia in teatro sia al cinema: sul grande schermo, in verità, concedendosi sovente a prodotti commerciali poco adatti a metterne in luce le non comuni qualità. Fanno eccezione Luci del varietà (1950) di Fellini/Lattuada, dove è uno straordinario capocomico; Policarpo, ufficiale di scrittura (1959) di Mario Soldati, in cui indossa i panni d'un pignolo capoufficio; Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di "Boccaccio ‘70" (1961) ancora firmato da Fellini, che lo vede ragioniere moralista e bigotto. Ma i risultati migliori li ottiene senza dubbio nel sodalizio quasi decennale con Totò, che produce tra il ‘55 ed il ‘63 ben 14 pellicole: l'unico Nastro d'argento della sua carriera gli viene assegnato quale attore non protagonista per Totò, Peppino e i fuorilegge(1956). Successivamente, si dedica al palcoscenico ed alla riduzione per la televisione di alcuni suoi testi teatrali; conoscendo, in tivvù, un momento di eccezionale popolarità col personaggio di Gaetano Pappagone, nella "Canzonissima" 1966-67.


Laura Adani

Data nascita: 7 Ottobre 1913 (Bilancia), Modena (Italia)
Data morte: 30 Agosto 1996 (82 anni), Torino (Italia)
Raffinatissima attrice dotata di forte temperamento, Laura Adani esordisce sul palcoscenico nel 1928 nella compagnia di Tatiana Pavlova. Nel 1934 fu primattrice con Luigi Cimara e Umberto Melnati; l'anno seguente, l'incontro artistico con Renzo Ricci legò il suo nome a una delle compagnie maggiori degli anni tra il 1935 e il 1940. Tra le sue interpretazioni si ricordano Candida di Shaw, Edda Gabler di Ibsen e Salomè di Wilde. Dopo la guerra fu in compagnia con Vittorio Gassman, Tino Carraro e Ernesto Calindri recitando, tra l'altro, in La via del tabacco di Kirkland e Caldwell con la regia di Luchino Visconti. Fece poi compagnia con Ruggeri e con Calindri, riprendendo quel repertorio brillante che le era particolarmente congeniale (memorabile la sua interpretazione di Giorni felici di Beckett). Attiva anche nel cinema e in televisione, negli ultimi anni si cimentò in altre messinscene tra cui quella di Lena (1971) dell'Ariosto. Si ritirò dalle scene dopo il secondo matrimonio (aveva sposato in prime nozze il duca Luigi Visconti di Grazzano, fratello del regista Luchino), con il conte Balbo Bertone di Sambuy.


Cristina Gajoni

Data nascita: 1 Gennaio 1941 (Capricorno), Milano (Italia)
Diplomata in recitazione alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, entrò a far parte del mondo del cinema nel 1958, quando le fu affidato un ruolo di secondo piano ne La tempesta, per la regia di Alberto Lattuada. L'anno seguente ebbe l'occasione di mettere in luce le sue validissime qualità di attrice sensibile e capace di notevole intensità drammatica, dando vita ad un'intensa e dolorosa figura di carcerata in Nella città l'inferno, diretto da Renato Castellani; una prova che le valse un Nastro d'Argento e che apparve tanto più degna di apprezzamento in quanto sostenuta a fronte di due "mostri sacri" del cinema come Anna Magnani e Giulietta Masina. Purtroppo, negli anni successivi, non fu offerta alla Gajoni alcuna altra occasione per valorizzare le sue qualità di attrice, a parte la simpatica caratterizzazione della camerierina Virginia in Un maledetto imbroglio (1959, Pietro Germi). Perciò finì con l'interpretare ruoli piuttosto convenzionali in film numerosi, ma di scarso rilievo artistico.


Cathia Caro

Data nascita: 17 Dicembre 1943 (Sagittario), Rouen (Francia)
Classe 1943, Cathia Caro nasce a Rouen (Francia). 67enne, il prossimo 17 Dicembre, nasce sotto il segno del Sagittario. La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Arrangiatevi! (1959) di Mauro Bolognini dove ha interpretato la parte di Bianca Armentano. Nel 1959 ha inoltre lavorato con Steno per la realizzazione del film I tartassati dove ha interpretato la parte di La figlia Laura.


Enrico Olivieri

Data nascita: 14 Dicembre 1939 (Sagittario), Torino (Italia)
Nel 1948 esordì nel cinema come attore-bambino, scelto da Mario Soldati per interpretare un ruolo piuttosto impegnativo nel suo film Fuga in Francia. In seguito conquistò una grandissima popolarità apparendo nei film di Matarazzo accanto alla celeberrima coppia Amedeo Nazzari–Yvonne Sanson, i cui film rappresentarono un vero e proprio fenomeno di costume negli anni Cinquanta. Nonostante fosse dotato di discrete qualità drammatiche e interpretasse i suoi ruoli con una buona adesione psicologica ai personaggi, con il passare degli anni, vedendo diminuire le possibilità di lavoro, si diplomò in ragioneria e abbandonò il cinema, scomparendo dallo schermo dopo una carriera durata circa dieci anni.


Mario Valdemarin

Data nascita: 31 Dicembre 1931 (Capricorno), Gorizia (Italia)
Compiuti gli studi all’istituto tecnico, ottiene un impiego come disegnatore in un cantiere navale di Trieste, dedicandosi nel medesimo periodo ad attività radiofonica, apparendo anche in TV nella rubrica di costume tenuta da Elda Lanza Vetrine (1956). Successivamente, appassionato conoscitore del cinema western americano, presentandosi alla rubrica Lascia o raddoppia?? riesce a vincere il premio finale nel 1957. Dotato di un fisico prestante e di una discreta fotogenia, di una recitazione misurata e di una voce gradevole, verso la fine degli anni Cinquanta tenta la strada del cinema, del teatro e della televisione, richiesto per la sua professionalità e, soprattutto, per una discreta adesione ai ruoli affidatigli: primo fra tutti quello del giovane Ben Gant in Veglia la mia casa, angelo (1958) per la regia di Luchino Visconti. Altrettanto valida è la sua prima esperienza cinematografica in Nata di marzo, in cui è scelto da Antonio Pietrangeli come secondo attore e dove dimostra buone doti di naturalezza ed espressività. In seguito viene richiesto per pellicole avventurose o sentimentali, di discreto successo commerciale, che non lo conducono ad una grande popolarità, pur recitando con ottimi registi quali Monicelli, Bolognini, Puccini e Mastrocinque. Un po’ deluso dal cinema, preferisce dedicarsi a teatro e televisione dove ottiene migliori consensi. In teatro recita da protagonista in Un amore a Roma (1959) di Ercole Patti per la regia di Lucignani, quindi ottiene buone scritture per la stagione 1960-61 al Teatro Stabile di Genova, dove è diretto mirabilmente da Luigi Squarzina nel pirandelliano Ciascuno a suo modo e da Paolo Giuranna ne L’arbitro di Gennaro Pistilli. Successivamente recita allo Stabile di Catania, dove ottiene un successo personale nel ruolo del capitano dei carabinieri settentrionale nella prima edizione de Il giorno della civetta (1962) di Sciascia e Sbragia, diretto da Mario Landi. Giunge infine al Piccolo Teatro di Milano dove Strehler gli affida il ruolo di Isidoro, coadiutore del cancelliere criminale ne Le baruffe chiozzotte (1964), e di Florindo nell’Arlecchino servitore di due padroni, edizione del 1966. Negli anni successivi appare in due opere pirandelliane, L’amica delle mogli (1969) con regia di De Lullo e Diana e la tuda (1971) diretto da Foà. Molto intensa e ricca di soddisfazioni è la sua attività televisiva in sceneggiati quali Il vicario di Wakefield (1959) di Morandi, Papà Grandet (1963) di Brissoni, ...e le stelle stanno a guardare (1971) di Majano, Una pistola nel cassetto (1974) di Gianni Bongioanni, La contessa Lara (1975) di Guardamagna, La gatta (1978) di Leandro Castellani, Accadde a Zurigo (1981) di Montemurri. Ed è inoltre presente in vari originali televisivi come Nessuno è solo (1959) di Enrico Colosimo e Un caso di coscienza diretto da Marcello Sartarelli per la serie Vivere insieme, cui fanno seguito per la stessa La scelta e L’insuccesso entrambi di Lyda C. Ripandelli, tutti realizzati nel 1964, ed ancora per la medesima serie L’appuntamento (1966) di Schivazappa e La buona volontà (1969) di Guardamagna. Valdemarin partecipa poi ad altre serie: ne Il bambino scomparso (1973) diretto da Deodato per All’ultimo minuto, Un caso ancora aperto (1973) di Majano per Qui squadra mobile, La strada al chiaro di luna (1981) dei fratelli Frazzi per Il fascino dell’insolito. E, ovviamente, non manca la sua presenza in alcune commedie realizzate per il piccolo schermo, fra le quali Formiche (1958) di Vaccari, Joe il rosso di Carlo Lodovici e Capitano dopo Dio di Landi, entrambe del 1960, a cui seguono La luna è tramontata (1962) di Eros Macchi, Holiday (1966) per la regia di Leonardo Cortese, Guardia al Reno (1970) di Schivazappa, Gioco pericoloso (1973) di Bongioanni, l’opera di Palazzeschi Roma (1974) diretta da Enrico Colosimo e molte altre ancora. Nel 1958 ha impersonato Renzo Tramaglino in una riduzione a puntate de I promessi sposi alla radio


Angelo Zanolli

Data nascita: 17 Settembre 1936 (Vergine), Napoli (Italia)
Attor giovane di bella presenza e di belle speranze, frequenta a diciotto anni il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ottenendo il diploma nel 1958 e, pur avendo già preso parte ad alcuni film nel 1957, dedica tutto se stesso alla professione di attore con entusiasmo e intensa partecipazione. Richiesto soprattutto per ruoli da giovane innamorato o per film avventurosi oppure commediole senza infamia e senza lode, si fa apprezzare per una buona disinvoltura ed aderenza ai ruoli che gli vengono affidati. Ma il giovane Zanolli non riesce ad emergere come meriterebbe. Ben presto si stanca dello stereotipo dei personaggi e agli inizi degli anni Sessanta, appena cominciata la carriera, dopo una dozzina di film, alcuni decisamente di buon livello, preferisce mettersi da parte scomparendo ben presto dagli schermi.


Giorgio Ardisson

Data nascita: 31 Dicembre 1931 (Capricorno), Torino (Italia)
L’esordio cinematografico di questo attore biondo, atletico e di bella presenza avviene grazie a Mauro Bolognini che lo sceglie per un ruolo secondario ma importante in Arrangiatevi! (1959). La sua prestanza e la sua atletica baldanza ne fanno l’interprete idealee per film d’avventura, per i cosiddetti peplum-movie, per i western all’italiana e, specialmente, per i sottoprodotti pseudopolizieschi che sfruttano le avventure degli spericolati agenti segreti alla James Bond/007, molto in auge nei primi anni Sessanta. Giorgio Ardisson si trova quindi catapultato da un momento all’altro in ruoli di protagonista in film di serie B che lo lasciano quasi in disparte, senza che alcuna opportunità gli venga offerta per un buon salto di qualità. Viene scelto anche da Fellini per il ruolo, anch’esso secondario purtroppo, di bel ragazzo, amante di una ninfomane, in Giulietta degli Spiriti (1965); ma questo ruolo non fa che relegarlo sempre più nello stereotipo del bell’Apollo.


Achille Majeroni

Data nascita: 24 Agosto 1881 (Vergine), Siracusa (Italia)
Data morte: 12 Ottobre 1964 (83 anni), Roma (Italia)
Dopo un'intensa attività teatrale in compagnie di fama, entrò a far parte del mondo del cinema prima della guerra 1914-1918, lavorando come caratterista; dopo l'avvento del «sonoro», unì a questa attività anche quella di doppiatore. Negli anni del dopoguerra ha interpretato parti secondarie, ma comunque degne di nota, in alcuni validi film. A questo proposito, dobbiamo ricordare l'ottima caratterizzazione del vecchio attore omosessuale ne I vitelloni (1953, Federico Fellini) e quella, in panni femminili, dell'anziana zia, in Una storia moderna (L'ape regina) (1963, Marco Ferreri).


Giusi Raspani Dandolo

Data nascita: 23 Agosto 1916 (Vergine), Trani (Italia)
Data morte: 14 Gennaio 2000 (83 anni), Roma (Italia)
Specializzata nel repertorio brillante, ha tuttavia interpretato molti classici: soprattutto negli anni '50 al Piccolo Teatro di Milano, in Questa sera si recita a soggetto di Luigi Pirandello e La casa di Bernarda Alba di Federico Garçia Lorca. Indimenticabile nel ruolo della signora Peachum nell' Opera da tre soldi di Bertold Brecht. Di lei Giorgio Strehler apprezzava la versatilità, una capacità davvero non comune nell'assumere i ruoli più diversi, da quelli brillanti - sui quali avrebbe costruito la seconda parte della sua carriera - a quelli drammatici; dal vaudeville di Feydeau al repertorio classico, specialmente Molière, a fianco di Mario Scaccia con cui formò compagnia nel 1963, e col quale contribuì a far conoscere Ionesco recitando Delirio a due. Nel 1964 ricevette il Premio San Genesio per l'interpretazione di mamma Varon in La fastidiosa di Franco Brusati a fianco di Salvo Randone. Molti, infine, gli spettacoli di rilievo: Clizia, Le morbinose, Ciao Rudy, con Alberto Lionello, e Pensaci, Giacomino!con Antonio Crast. In televisione prese parte a numerosi sceneggiati, come Una tragedia americana (1962), La cittadella (1964) e David Copperfield (1965), inoltre la si vide anche partecipe delle serie Le inchieste del commissario Maigret (1964), accanto a Gino Cervi, e Nero Wolfe (1970), accanto a Tino Buazzelli. Si spense dopo una lunga malattia all'età di ottantatre anni.


Federico Collino

Nome: Collino Federico
Data nascita: 5 Dicembre 1892 (Sagittario), Firenze (Italia)
Data morte: 5 Luglio 1975 (82 anni), Bologna (Italia)
Attore teatrale e, recentemente, televisivo, apparve nel cinema nel 1936 in Lohengrin, diretto da Nunzio Malasomma. Da allora interpretò numerosi film, nei quali ha dato vita, come caratterista, ad un personaggio dal quale non è mai più riuscito a distaccarsi, neppure negli anni del dopoguerra: quello dell'uomo gioviale e bonaccione, dalla figura goffa, grossa e un po' grottesca, quasi onnipresente nei film di facile comicità.


Luigi De Filippo

Data nascita: 10 Agosto 1930 (Leone), Napoli (Italia)
Figlio di Peppino e di Adele Carloni, studia lettere all’università, abbandonandola alle soglie della laurea per dedicarsi dapprima al giornalismo e successivamente al teatro, accanto al padre. Nella stagione 1958-59 appare nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Un trapezio per Lisistrata al fianco di Delia Scala. Da alcuni anni dirige una compagnia dialettale napoletana alla quale partecipa anche come attore compiendo tournées in tutta Italia. Ha festeggiato i quarant’anni di palcoscenico con il ricevimento in Campidoglio nell’ambito Premio Personalità Europea. Ha interpretato molti film ma sempre in ruoli di fianco, quasi di carattere. In un film del 1967 diretto dai fratelli Taviani, Sovversivi, è apparso con il nome mutato in Filippo De Luigi. È apparso anche in televisione, il più delle volte in commedie filmate direttamente sul palcoscenico come Nozze d’oro (1961) della serie Peppino al balcone scritta e adattata da lui stesso con il padre. E, per la stessa serie, interpreta Una canzone nel cassetto, Date a Cesare, L’esperto di riserva, Salvate mio figlio e Tuttofare cercasi, tutte registrate e messe in onda nel 1961. Ancora in TV appare nelle commedie del padre A Coperchia è caduta una stella (1964) e Quel bandito sono io (1965). Ha quindi partecipato alle riprese filmate di alcune opere sritte da lui stesso con Vittoria Ottolenghi per la serie Il carretto dei comici come La fame, I maccheroni, L’opera buffa, Il giocatore, La guerra, Il sosia e Via le maschere, presentate nel 1970. Negli anni Ottanta comincia a diradare le sue apparizioni in TV per dedicarsi maggiormente al teatro, comparendo soltanto in Neve a Capri (1984) e ne La piovra 3 (1987) di Petraglia e Rulli diretto da Luigi Perelli. Nel 1990 partecipa agli originali televisivi Vostra per sempre, Elvira e Il ricatto 2 di Vittorio De Sisti. A metà degli anni Novanta appare in TV come guest star della soap opera Un posto al sole diretta da registi vari e nel 1996 è uno degli interpreti del film-tv Il prezzo del denaro diretto da Maurizio Lucidi. Divorziato dalla soubrettina Anna Patricia Fairhurst, sposata nel 1960, si è risposato nel 1971 con l’attrice francese Nicole Tessier. Dopo un nuovo divorzio, è convolato a terze nozze con Julia Faye


Lola Braccini

Data nascita: 28 Marzo 1889 (Ariete), Pisa (Italia)
Data morte: 19 Marzo 1969 (80 anni), Roma (Italia)
Debutta in teatro come generica nel 1912 nella Compagnia Stabile del Teatro Argentina di Roma, diretta da Cesare Dondini, passando l’anno successivo nella Falconi-Zoncada, in cui è prima attrice Giovanna Scotto. Nel 1914-15 è scritturata dalla Gramatica-Carini-Gandusio-Piperno, e nella stagione seguente diviene “seconda” donna nella Borelli-Piperno, finché Antonio Gandusio la vuole con sé per un lungo periodo, dal 1917 al 1922. Nel 1924 diventa anche lei prima attrice assoluta; nel 1930 è con la Galli-Gandusio, nel 1934 con la Compagnia degli Spettacoli Gialli accanto a Marcello Giorda e Giulio Donadio, nel 1935 con la Ricci-Carini e nel 1937 ancora con Renzo Ricci. Nel 1939 comincia la sua carriera da caratterista ricoprendo spesso ruoli di “madre” nella compagine facente capo a Dina Galli. E in tale ruolo di “madre” è una inquietante signora Mannon in una splendida edizione di Il lutto si addice ad Elettra di O’Neill, messa in scena nel 1942 da Anton Giulio Bragaglia. Nel secondo dopoguerra fa la zia zitella Léo nella prima rappresentazione italiana di I parenti terribili (1945), diretta da Luchino Visconti, accanto alla Pagnani, Cervi, Pierfederici e la Morelli. Nel 1955 appare in una bella edizione di Gigi di Colette, per la regia di Giorgio De Lullo, accanto a Anna Maria Guarnieri, Romolo Valli, Rossella Falk. Alla fine di quello stesso anno, 1955, fa parte del nutrito cast di una deliziosa commedia musicale di Garinei e Giovannini, Buonanotte, Bettina, con Walter Chiari e Delia Scala. Come attrice cinematografica ha poche occasioni per mettersi in mostra, avendo sempre ottenuto ruoli di carattere di secondo o terzo piano. È anche molto attiva nel settore del doppiaggio (Ethel Barrymore, Florence Bates, Marguerite Moreno) ed appare anche in una delle principali commedie trasmesse dalla neonata televisione, Madre allegria (1954), di De Sevilla e Sepulveda, per la regia di Anton Giulio Majano.


Vittorio Caprioli

Data nascita: 15 Agosto 1921 (Leone), Napoli (Italia)
Data morte: 2 Ottobre 1989 (68 anni), Napoli (Italia)
Interprete ironico e versatile, a suo agio sia nei ruoli drammatici che in quelli brillanti, Vittorio Caprioli lascia Napoli giovanissimo per diplomarsi all'Accademia d'arte drammatica di Roma. Debutta nel 1942 con la compagnia Carli-Racca, lavorando con Vittorio De Sica, Nino Besozzi e Vivi Gioi nella commedia I giorni della vita di William Saroyan. Esordisce al Piccolo Teatro di Milano nel 1948 ne La tempesta di William Shakespeare (diretto da Giorgio Strehler) e subito dopo interpreta Il corvo di Carlo Gozzi (1948-49). Resta a Milano fino al 1950, ottenendo parti importanti in Questa sera si recita a soggetto, I giganti della montagna di Luigi Pirandello e La famiglia Antropus di Thornton Wilder. Proprio nel 1950 fonda con Franca Valeri (che diverrà in seguito sua moglie) e Alberto Bonucci la compagnia del “Teatro dei Gobbi” che propone un tipo di spettacolo sottilmente satirico, fatto di gag sornione e di battute mordaci, totalmente privo di testi scritti. Nel 1954 interpreta la prima assoluta italiana di Aspettando Godot di Beckett e firma la regia di Le catacombe, C'è speranza nel sesso e Meno storie, scritti e interpretati da Franca Valeri. Successivamente decide di allontanarsi dal teatro per dedicarsi, sia come attore sia come regista, al cinema, ottenendo discreti risultati. Fra le sue pellicole migliori vanno ricordate: come attore, Luci del varietà (1951), Carosello napoletano (1953) e Zazie nel metrò (1960), mentre come regista certamente Parigi o cara (1962). Intanto lavora anche per la televisione, che però non riuscirà ad amare veramente (« Soffro più che altro per l'assenza del pubblico, che considero parte integrante e insostituibile dello spettacolo cui partecipo”). Negli primi anni '80 torna definitivamente al teatro con Ragazzi irresistibili di Neil Simon, Mercadet l'affarista di Honoré de Balzac e La bottega del caffè di Carlo Goldoni. La sua ultima e importante interpretazione è la Trilogia del teatro nel teatro di Luigi Pirandello con la regia di Giuseppe Patroni Griffi.


Franca Valeri

Nome: Franca Maria Norsa
Data nascita: 31 Luglio 1920 (Leone), Milano (Italia)
È approdata in teatro quasi per caso, dopo aver rivelato le sue doti satiriche nei salotti mondani e intellettuali milanesi, dove dava vita a personaggi causticamente ispirati al costume contemporaneo, fatto di frivolezze e ipocrisie, fedeli specchi di un ambiente borghese. Il nome Valeri fu scelto negli anni '50, dopo aver letto un libro dello scrittore francese Paul Valery. Romana d'adozione, vanta una carriera eccezionale: attrice, sceneggiatrice, regista e autrice. È cresciuta nella trasmissione radiofonica Il rosso e il nero, della quale tra l'altro nasce una generazione di attori della”commedia all'italiana ". È qui che Franca Valeri fa conoscere per la prima volta il personaggio della”signorina Cesira ", che passando successivamente dalla radio alla televisione, diventa la”signorina snob ", nevrotica signora milanese, ritratto delle ipocrisie della borghesia contemporanea. Il suo esordio teatrale risale al 1951, quando il Teatro dei Gobbi (che ha fondato con Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli, diventato poi suo marito), recita negli spettacoli Carnet de notes n. 1e Carnet de notes n. 2, che proponevano senza ausilio di scene e costumi, una serie di sketch satirici sulla società contemporanea. Nello stesso anno recita nel suo primo film Luci del varietà, di Alberto Lattuada e Federico Fellini (qui al suo esordio come regista). A questo ne sono seguiti molti altri, tra i quali Il segno di Venere (1955), Il bigamo (1955), Il vedovo (1959), Parigi o cara (1962) e Io, io, io… e gli altri (1965). Sempre con il Teatro dei Gobbi, nel 1954 debutta in televisione, dove si consacrò il personaggio della”signorina snob”e più tardi della”signora Cecioni”(nel programma La regina ed io, 1960), popolana romana perennemente al telefono con”mammà”e fasciata da bigodini giganti, che riscosse un enorme successo. Ha partecipato a numerose serate di Studio Uno (1966) e ai varietà Le divine (1959), Sabato sera (1967), Le donne balorde (1970), Sì, vendetta (1974), Vino, whisky e chewing-gum (1974), A modo mio (1976), Studio 80 (1980), Giochiamo al varietè (1980), Cipria (1982). Legata visceralmente alla Scala, dove ha maturato la sua passione per l'opera lirica, si è anche cimentata come regista di melodrammi. Nel 1993, dopo una lunga assenza dai teleschermi, ha partecipato alla trasmissione Magazine 3su Raitre. Nel '95 è stata co-protagonista con Gino Bramieri della sit-com di Canale 5 Norma e Felice e, un anno più tardi con la fiction Caro maestro. Nel 2000 è stata protagonista accanto a Nino Manfredi di Linda, il brigadiere e…, fiction andata in onda su Raiuno, e del film tv Come quando fuori piove, diretto da Mario Monicelli. È autrice di commedie di grande successo, come: Lina e il cavaliere, Meno storie, Tosca e le altre due e Le Catacombe. Quello che caratterizza in modo inequivocabile il suo stile, è un uso intelligente e raffinato dell'ironia: i suoi personaggi fanno riflettere su quelli che sono i vizi e le virtù della società.


Piero Pastore

Nome: Pietro Pastore
Data nascita: 3 Marzo 1903 (Pesci), Padova (Italia)
Data morte: 8 Gennaio 1968 (64 anni), Roma (Italia)
Promettente giocatore di calcio, presente, oltre che nella Juventus, anche in Nazionale, fu notato durante una partita dal regista Alfred Lind, che gli affidò una parte nel film muto Ragazze, non scherzate (1929), al quale fece seguito, l'anno successivo, uno degli ultimi film muti, diretto da Gian Orlando Vassallo, La leggenda di Wally. Nonostante fosse dotato del fisico adatto ad una promettente carriera di attore protagonista, Pastore preferì ritornare al calcio, facendosi assorbire completamente da questa attività. Soltanto nel 1933, quando il regista Walter Ruttmann lo scelse come protagonista di Acciaio, un film di notevole importanza per quei tempi, Pastore si decise a lasciare definitivamente il mondo del calcio per quello del cinema, che gli si rivelava assai promettente. Purtroppo, le sue speranze dovevano andare deluse; forse anche a causa di scelte sbagliate, egli non ebbe mai più la possibilità di apparire in un ruolo di protagonista, benché si rivelasse un attore misurato e di valide doti drammatiche. Perciò, pur continuando a lavorare anche nel dopoguerra, ma sempre in ruoli secondari, rimase uno degli attori meno conosciuti, nonostante il gran numero di film a cui prese parte.


Adriana Asti

Nome: Adriana Ast
Data nascita: 30 Aprile 1933 (Toro), Milano (Italia)
Al suo esordio teatrale, avvenuto in giovanissima età nel 1951, la recitazione appassionata, dall'originale timbro drammatico, le procurò un immediato successo, mettendola in luce come una delle più promettenti attrici di prosa italiane. Passata al cinema all'inizio degli anni Sessanta, ha interpretato ruoli secondari, ma spesso in film di grande valore, come Rocco e i suoi fratelli, diretto da Luchino Visconti (1960) e Accattone, di Pierpaolo Pasolini, che ebbe come protagonista il "ragazzo di vita" Franco Citti. Nel 1964 Adriana Asti diede vita al suo personaggio più inquietante, interpretando con notevole bravura il contorto personaggio di Gina, la zia-amante del giovane Fabrizio, protagonista di Prima della rivoluzione, un film diretto da Bernardo Bertolucci, in parte autobiografico e in parte ispirato ad un celebre romanzo di Stendhal, La Certosa di Parma. Adriana Asti ha lavorato anche per la televisione, partecipando nel 1967 ad uno sceneggiato di successo, La fiera delle vanità di Anton Giulio Maiano, tratto dal ben noto romanzo di William Thakheray. La sua attività televisiva si è protratta negli anni dal 1970 al 1975, sempre in opere di riconosciuto valore, come Partita a quattro (1970), Come un uragano (1971), L'inserzione (1972), e soprattutto Orlando Furioso (1975), una geniale trasposizione televisiva del poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, sceneggiato da Luca Ronconi in collaborazione con Edoardo Sanguineti. Nel 1975 Adriana Asti condusse con finezza Sotto il divano, uno dei primi talk-show televisivi con pretese psicanalitiche, mentre nel 1995 ebbe una parte nello sceneggiato La famiglia Ricordi. Ha lavorato anche come doppiatrice.


Leopoldo Valentini

Data nascita: 4 Marzo 1912 (Pesci), Roma (Italia)
Data morte: 26 Gennaio 1983 (70 anni), Roma (Italia)
Ha svolto attività nel teatro di rivista, affermandosi attore di buone doti mimiche e drammatiche. Nel cinema esordì durante la seconda guerra mondiale, interpretando successivamente, in questi ultimi anni, numerosi film di genere comico-leggero e «popolare


Leonardo Severini

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Le avventure di Ciuffettino (1969) di . Nel 1962 ha inoltre lavorato con Florestano Vancini per la realizzazione del film La banda Casaroli dove ha interpretato la parte di Pietro Seria.


Giuliano Gemma

Data nascita: 2 Settembre 1938 (Vergine), Roma (Italia)
Uno degli attori più indelebili, popolari ed affascinanti del panorama cinematografico italiano, ma soprattutto uno degli interpreti che, più e meglio di ogni altro, ha saputo incarnare, nell'immaginario collettivo degli anni '60 e non solo, gli eroi che animano da sempre la nostra fantasia. Un fisico che sembra essere scolpito nel bronzo dorato, uno sguardo sempre vivo come il fuoco ed un sorriso beffardo ma sicuro, lo hanno reso uno degli uomini più desiderati dal genere femminile e più invidiati da quello maschile. Nato e cresciuto a Roma (dopo una piccola parentesi infantile a Reggio Emilia), ancora bambino, rimarrà coinvolto nell'esplosione di un ordigno militare trovato mentre giocava in un prato. Lo scoppio accidentale gli provocherà una ferita sullo zigomo sinistro (che è ancora ben visibile). Con l'adolescenza si appassiona allo sport (ginnastica, attrezzistica e soprattutto il ring, parteciperà infatti ad alcuni tornei di boxe, vincendone diversi). Ma ancor più grande sarà la passione per il cinema. Fin da ragazzo, Gemma è rapito da ogni tipo di pellicola e fa di Burt Lancaster il suo idolo. Così, a 18 anni decide di indirizzare tutte le sue energie verso il grande schermo e comincia la sua gavetta come stuntman e figurante. Lo ritroviamo in Venezia, la luna e tu (1958) di Dino Risi accanto ad Alberto Sordi e Marisa Allasio. A questo, seguiranno piccole parti nelle commedie all'italiana e in capolavori del cinema come Ben-Hur (1959) di William Wyler e Il gattopardo (1963) di Luchino Visconti. Ed è proprio sul set di quest'ultimo film, dove interpreta un generale dei garibaldini, che conosce il suo mito, Burt Lancaster. Si deve a Duccio Tessari la fama di Giuliano Gemma. Durante le riprese del film Messalina, Venere Imperatrice (1960), viene notato dal regista (allora coautore della sceneggiatura) che lo imporrà, anni più tardi, in Arrivano i Titani (1962), affidandogli il suo primo ruolo da protagonista: sarà Crios, titano liberato da Zeus per punire il re di Tebe, Cadmo. Da quel momento in poi, l'attore legherà il suo volto al ruolo dell'eroe in moltissimi generi cinematografici: i peplum storico-mitologici, la fantascienza, il comico-parodistico, la spy story, la gangster-story, ma soprattutto lo spaghetti western dove lavorerà sotto lo pseudonimo di Montgomery Wood, unito in maniera indimenticabile al personaggio di Ringo. Con gli anni Settanta e la liberazione sessuale, Gemma compiace il pubblico femminile in Il maschio ruspante (1973) e Quando le donne avevano la coda (1974), ma rimane ancora ancorato alla figura del prode coraggioso e combattente. Al culmine della fama, ormai padre (sua figlia, Vera, seguirà le sue orme) i registi italiani se lo contendono: Michele Lupo, Enzo Barboni e Luigi Comencini. Ma finalmente all'orizzonte un degno riconoscimento: il David di Donatello Speciale per il suo ruolo di Mathis in Il Deserto dei Tartari (1976) di Valerio Zurlini. La carriera di Gemma subisce un'impennata con ruoli sempre più intensi, principalmente quelli diretti da Pasquale Squittieri e con partner Claudia Cardinale (Corleone, 1977 – per il quale vincerà la Grolla d'Oro -; Il prefetto di ferro, 1977, e Claretta, 1984). Altri premi anche per Un uomo in ginocchio (1978) di Damiano Damiani e piccole incursioni nei thriller con la triade Argento-Fulci-Lenzi. La sua fama è smisurata. In Giappone, è testimonial di una casa di moda e della Suzuki che lancerà sul mercato nipponico due scooter con il nome Suzuki-Gemma. Negli anni Ottanta è il cowboy dei fumetti della Bonelli Tex Willer in Tex Willer e il Signore degli Abissi (1985) di Duccio Tessari e l'anno seguente fa parte del sorprendente capolavoro in tinta rosa Speriamo che sia femmina (1986) di Mario Monicelli. Giuliano Gemma arriva perfino a fare una squisita parodia dei suoi ruoli western nel televisivo I Promessi Sposi del trio Solenghi-Marchesini-Lopez. E, ancora (e giustamente) incapace di arrestarsi, negli anni Novanta e Duemila lo si ritrova in fiction come Il Deserto di fuoco (1997), Bel Ami – L'uomo che piaceva alle donne (2001) e Angelo il custode (2001). Dopo innumerevoli film interpretati fra cinema e televisione, sempre accolto con grande calore dal pubblico italiano e straniero (la notorietà è confermata anche dalle produzioni spagnole, francesi, ma soprattutto giapponesi in cui ha partecipato) Giuliano Gemma è un attore con una carriera difficile da replicare, che ha lasciato un segno profondo (proprio come la sua cicatrice) nello zigomo sinistro del cinema italiano. Oggi, è anche un dotato scultore di statue in bronzo e, fra le sue creazioni, quella che ce lo fanno ricordare di più sono forse due: "Sesso debole" e il "Cowboy".


Guido Martufi

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Bellissima (1951) di Luchino Visconti dove ha interpretato la parte del ragazzino.


Franco Balducci

Data nascita: 23 Novembre 1922 (Sagittario), Perugia (Italia)
Biondo, atletico, di bell’aspetto, sportivo, pratico del nuoto e della scherma, ha tutte le carte in regola per diventare uno dei divi di maggior richiamo del cinema del dopoguerra. Appena ventenne debutta sullo schermo ammiratissimo dalle fanciulle che cercano un nuovo idolo maschile italiano da contrapporre alle star hollywoodiane. Abbastanza fotogenico, con una tipologia mascolina a mezza strada fra Massimo Girotti e Leonardo Cortese, sembra incarnare l’ideale del romantico fidanzato o dell’amico del fratello della protagonista, ma il giovane attore, pur macinando ruoli su ruoli, non va al di là di mediocri prestazioni e rimane un po’ al palo, mentre altri attori forse più vibranti come Ermanno Randi, Ettore Manni, Marcello Mastroianni, Armando Francioli, tutti per lo più debuttanti sullo schermo in quel periodo, lo sorpassano giungendo per primi al traguardo della notorietà. E Franco Balducci, modesto e per nulla mortificato spesso da ruoli insignificanti, continua una carriera lunga e intensa, senza purtroppo trovare il “suo ruolo”. È presente anche in televisione nello sceneggiato Eneide (1971) di Franco Rossi e in Circuito chiuso (1979) realizzato da Giuliano Montaldo per la serie Film italiani per la TV.


Mimmo Poli

Nome: Domenico Poli
Data nascita: 11 Aprile 1920 (Ariete), Roma (Italia)
Data morte: 4 Aprile 1986 (66 anni), Roma (Italia)
Una filmografia sterminata (più di 120 film), una faccia che potrebbe con impassibile orgoglio posare sul busto di un senatore romano, amata tanto da Totò quanto da Federico Fellini. Compare ovunque, dove serve un barista, uno scaricatore, un detenuto, dai film del Monnezza a quelli di Bernardo Bertolucci. Una presenza costante, tanto familiare quanto fugace, sul grande schermo deI cinema italiano tra gli anni Cinquanta e la fine degli Ottanta. Tra i film: Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada; Totò a colori (1952) di Steno; Stazione Termini (1953) di Vittorio De Sica; Il tesoro dell'Africa (Beat the Devil, 1953) di John Huston; Le notti di Cabiria (1956) di Federico Fellini; Poveri ma belli (1956) di Dino Risi; Arrangiatevi! (1959) di Mauro Bolognini: Totò, Peppino e la dolce vita (1961) di Sergio Corbucci; Vanina Vanini (1961) di Roberto Rossellini; Il monaco di Monza (1963) di Corbucci.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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