Le sei mogli di Barbablù

[Totò,Tino Buazzelli e Isa Barzizza] [Totò e Carlo Ninchi]

[Totò e Tino Buazzelli] [Totò e Isa Barzizza]

Videoclip titoli di testa

Regia : Carlo Ludovico Bragaglia
Soggetto : L. Brenno, B. Caravagni
Sceneggiatura : F. M. Ricci, B. Caravagni
Fotografia : Mario Albertelli
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Pippo Barzizza
Montaggio : Renato Cinquini
Aiuto regia : Roberto Cinquini
Direttore produzione : Romolo Laurenti
Produzione : Golden Film, Roma
Durata: 87 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Totò Esposito / Nick Parker )
Isa Barzizza( Lana Ross )
Mario Castellani( Amilcare Marchetti )
Tino Buazzelli( l'editore Ladislao Zichetti / Barbablù )
Carlo Ninchi( il vero Nick Parker )
Luigi Pavese(Lucas, capo dell'Interpol)
Marcella Rovena( Carmela )
Aldo Bufi Landi( Patson )
Eduardo Passarelli(l'impresario di pompe funebri)
Erminio Spalla( l'autista)
Silvia Fazi( Domenica )
Franco Jamonte( Pecorino )
Enzo Garinei( un paesano )
Anna Di Lorenzo( la cameriera )
Sofia Lazzaro (Sophia Loren)( una moglie di Barbablù )
Giovanna Ralli( una moglie di Barbablù )
Nino Marchesini( l'ispettore di polizia )

Altri interpreti :
Giuseppe Ricagno, Magda Florenza, Renato Navarrini,
Arnoldo Mochetti, Laura Tiberti,Arturo Bragaglia,
Leonardo Bragaglia, Giorgio Costantini, Leo Garavaglia

  

Soggetto

Totò scambiato per il poliziotto Nick Parker si accorda con questi e con un editore per indagare su un Barbablu che ha rapito sei donne uccidendone i mariti.Per catturare il criminale si finge in luna di miele con una giornalista in un castello.L'assassino che poi è l'editore cade nell'acido solforico,e Totò sposa veramente la giornalista.

Critica e curiosità

Altro film di parodia , stavolta e' preso di mira il Barbablù di Christian Jacque appena uscito nelle sale .La sceneggiatura e' attribuita a nomi di fantasia (Caravagni e Ricci) in realtà lavorarono al film tra l'altro , Metz, Marchesi, Age, Scarpelli e Monicelli.Il film fu girato appena dopo "Figaro quà, Figaro là" col titolo provvisorio di Totò contro Barbablu, poi Prendetelo vivo, L'assassino bussa tre volte fino poi al titolo definitivo.
Nei titoli di testa i nomi degli sceneggiatori sono inventati, in realtà lavorarono al film tra gli altri Metz, Marchesi,Age e Scarpelli,Steno e Monicelli.
Lamberto Sechi scriveva : " [..] Il personaggio e' inflazionato , avvilito in una serie di avventure le più insipide , screanzate , volgari ,sciupato dalle freddure degne del più scalcinato degli avanspettacoli ".Mentre Mauro Landi : " Ancora un film di Totò e per Totò , una farsa d'occasione , imbastita in furia ,al solo scopo di cassetta . [..] Con un pò di buona volontà ci si potrebbe vedere il tentativo di darci un Totò più di movimento che di battute ; ma e' un effetto disastroso :quando non parla la farsa e' veramente tetra .


Isa Barzizza

Data nascita: 22 Novembre 1929 (Scorpione), Sanremo (Italia)
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, Isa ha iniziato giovanissima la carriera teatrale, prendendo parte ad alcuni spettacoli di prosa con Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Il vero grande lancio nel mondo del teatro le fu dato da Erminio Macario che a diciassette anni la volle in due sue riviste: Le educande di San Babila (1947) e Follie di Amleto (1947-48). Inizialmente il padre, contrario alla sua decisione di intraprendere la carriera artistica, si lascia convincere ma al patto che la giovane ragazza si faccia seguire da una governante. Carina, col suo corpo splendido e la sua delicata ironia, la Barzizza divenne presto la beniamina del teatro leggero del dopoguerra italiano. L'altro suo “padrino” teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C'era una volta il mondo (1947-48) di Michele Galdieri accanto ad Elena Giusti e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò i tempi comici, il contatto col pubblico, come muoversi sul palcoscenico, insomma tutti i segreti del mestiere. Nella rivista Bada che ti mangio la Barzizza e Totò erano i protagonisti dell'indimenticabile sketch del “vagone letto” (che concludeva anche il film Totò a colori, del 1952). L'attrice ricordò che la prima volta che venne rappresentato questo sketch durava sette minuti mentre, solo dopo alcuni mesi di tournée, le esilaranti improvvisazioni del comico napoletano lo avevano portato a durare ben cinquanta minuti. Presto la Barzizza si affermò anche sullo schermo. Interpretò infatti oltre trenta film, il primo dei quali fu I due orfanelli (1947) di Mario Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l'avevano lanciata sulla passerella (Totò, Macario, Carlo Dapporto), ma non c'è stato alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà (1953), dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco. Nella stagione 1951-52 venne scoperta da Garinei e Giovannini che esaltarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell'umorismo nella rivista Gran baldoria, grandissimo successo che portava le bellissime musiche di Gorni Kramer. Negli stessi anni affrontò anche il teatro di prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Il 3 gennaio 1954, giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni Osteria della posta, che vedeva la Barzizza protagonista. Nel 1955-56 ha interpretato la commedia musicale Valentina, di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Enrico Viarisio e Franco Scandurra, storia d'amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 l'attrice lasciò il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 aveva sposato il quale morì poi in un incidente nel '60 che ebbe violenti strascichi). Attorno agli anni '60 fondò la Citiemme, una società di doppiaggio, dedicandosi a questa attività sia come imprenditrice sia come direzione artistica. Tornò a teatro nei primi anni '90, interpretando numerose commedie, tra le quali ricordiamo La pulce nell'orecchio di George Feydeau con la regia di Gigi Proietti, Arsenico e vecchi merletti di Joseph Otto Kesserling con la regia di Mario Monicelli, Gigi di Sidonie-Gabrielle Colette per la regia di Filippo Crivelli. Nell'estate del 1995 ha partecipato al Festival di Spoleto con L'ultimo yankee di Arthur Miller, con la regia di John Crowther. Nel 1999 accanto alla grandissima Lauretta Masiero è stata sublime ne Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, confermando come sempre il suo grande stile e la sua inconfondibile bravura. Contemporaneamente è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione. Tra le altre cose, ha interpretato il film Ardena (1997) con Arnoldo Foà e Luca Barbareschi, ha condotto su Raitre il rotocalco Mai dire mai (1989) con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alla fiction di Raiuno Non lasciamoci più (1999), seguita da Non lasciamoci più 2 (2001), con Fabrizio Frizzi, Paolo Ferrari e Debora Caprioglio


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Tino Buazzelli

Nome: Agostino Buazzelli
Data nascita: 13 Settembre 1922 (Vergine), Frascati (Italia)
Data morte: 20 Ottobre 1980 (58 anni), Roma (Italia)
Diplomatosi all'Accademia nazionale d'arte drammatica, Buazzelli diede inizio alla sua attività cinematografica nel 1949,con La fiamma che non si spegne, diretto da Vittorio Cottafavi. Attore vigoroso e ricco di personalità, ha tratteggiato personaggi sempre molto interessanti, anche se spesso in parti di secondo piano e in film di scarso rilievo. Tra le sue migliori interpretazioni è degna di nota quella di un giovane disilluso, con un passato di rivoluzionario fallito, ma ancora pieno di velleità, in Chi lavora è perduto - In capo al mondo, diretto nel 1963 da Tinto Brass. Tuttavia, se la sua carriera cinematografica è stata marginale, dobbiamo invece ricordare che Buazzelli, a partire dal 1947, ha svolto un' intensa attività teatrale, lavorando al Piccolo Teatro di Roma, al Piccolo di Milano, al Teatro Stabile di Genova e a quello di Torino. In seguito, come magnifico interprete televisivo ha fatto conoscere al grande pubblico i testi di Brecht, Shakespeare, Miller, Pirandello. Come protagonista di ottimi sceneggiati, nel 1966 fu il protagonista di Charlov e le figlie, tratto un'opera di Ivan Turgenev, mentre nel 1968 portò sul piccolo schermo Tartarino sulle Alpi, prestando la sua straripante fisicità all'improbabile eroe di Alphonse Daudet. La sua mole gli fu di aiuto anche per rivestire gli ampi panni di Nero Wolfe, il celebre investigatore infallibile e misantropo, appassionato coltivatore di orchidee, nato dalla fantasia di Rex Stout. In questa fortunata serie televisiva, Buazzelli ebbe come partner un giovane Paolo Ferrari, atletico e dongiovanni. Nel 1970, Buazzelli fu sceneggiatore e regista , oltre che interprete, dello sceneggiato Papà Goriot , tratto dal romanzo omonimo di Honoré de Balzac.


Carlo Ninchi

Data nascita: 31 Maggio 1897 (Gemelli), Bologna (Italia)
Data morte: 1 Maggio 1974 (77 anni), Roma (Italia)
Fratello dell'attore Annibale Ninchi, cugino dell'attrice Ave Ninchi, debuttò sui palcoscenici italiani con la compagnia del fratello, cimentandosi con diversi autori nei più disperati genere teatrali, tutti caratterizzati da una componente rude e malinconica, buona, ma di pochissime parole. Fisico possente, voce dal timbro inconfondibile, impersonò Pilade nell'Oreste di Vittorio Alfieri e altri classici greci. Acquistò popolarità dagli anni Trenta in poi, entrando della compagnia del Teatro Eliseo, fama che crebbe e si duplicò con la sua eccezionale e prolifica presenza cinematografica. Debuttò sul grande schermo nella pellicola di Mario Almirante La stella del cinema (1931) e, sotto la dittatura fascista, partecipò a film come Terra madre (1931) di Alessandro Blasetti, Scipione l'africano (1937) di Carmine Gallone e soprattutto Dora Nelson (1940) di Mario Soldati. Famoso anche all'estero, Zoltan Korda lo inserì nel cast de La conquista dell'aria (1940) con Laurence Olivier, mentre in Italia divenne uno degli attori più usati da Mario Bonnard che lo fece comparire come protagonista in: La fanciulla di Portici (1940), Marco Visconti (1941) e Il Re si diverte (1941). Camillo Mastrocinque, Mario Camerini, Carmine Gallone e Mario Soldati lo consacreranno definitivamente, ma fu con la collaborazione di Mario Mattoli, che lo inserirà nel cinema dei "telefoni bianchi", che acquisterà l'apprezzamento di tutti gli italiani e soprattutto di tutte le italiane. Pellicole come Catene invisibili (1942), Stasera niente di nuovo (1942), La valle del diavolo (1943), La Vispa Teresa (1943) e Circo equestre Za-bum (1944) entrano nel cuore dell'Italia dilaniata dai bombardamenti. Si rise con Carlo Ninchi, si pianse con Carlo Ninchi, si amò Carlo Ninchi. Durante la guerra, dopo essersi confrontato con il teatro comico e la rivista, fu uno dei protagonisti della scena italiana che allora era investita da un rinnovamento senza precedenti e, dopo essere passato di nuovo sotto l'obiettivo di Alessandrini, eccolo nel cast de La porta del cielo (1945) di Vittorio De Sica. Particolare attenzione gli prestò persino il regista Bragaglia che giocò con il personaggio di Ninchi in La primula bianca (1946), Totò al giro d'Italia (1948, travestendolo da Dante Alighieri), Totò le Moko (1949) e Le sei moglie di Barbablù (1950), mentre un cinema più impegnato, targato Roberto Rossellini, lo aspettò in Desiderio (1946). Riccardo Freda ne fece un eroe: impersonò prima un vigoroso D'Artagnan in Il figlio di d'Artagnan e poi un drammatico Conte Ugolino nella pellicola omonima, entrambi del 1949. Eduardo De Filippo lo spingerà in una Napoli milionaria (1950) e il grandissimo e maestoso René Clair gli farà scoprire la sconvolgente Bellezza del diavolo (1950) in un cast che vantava Paolo Stoppa e Gaston Modot. Film moderni, gialli, i primi peplum, le pellicole d'avventura, i drammi quotidiani e le vicende storiche sono i generi che si susseguono nella sua filmografia negli anni Cinquanta, dove spiccano senza alcun dubbio Camicie rosse (1952) di Alessandrini e Francesco Rosi, con Anna Magnani nel ruolo di Anita Garibaldi, e Il marito (1958) di Nanny Loy. Ancora più intenso fu il ruolo del padre di Jean-Paul Belmondo nella pellicola di De Sica La ciociara (1960), cui seguiranno, fino agli anni Settanta, numerosi sceneggiati, fino alla morte che lo colpì nel 1974. Oggi, non resta che un'immagine filmica di questo attore forte e maturo che si è impegnato soprattutto in ruoli carichi di solitudine e di nostalgia.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Marcella Rovena

Data nascita: 22 Gennaio 1908 (Acquario), Treviso (Italia)
Data morte: 9 Agosto 1998 (90 anni), Roma (Italia)
Dopo il debutto in teatro, avvenuto in giovanissima età, la Rovena continuò in questa attività, recitando in numerose compagnie di fama. Comparve nel mondo del cinema nei primi anni Trenta, ma intensificò il suo lavoro sul grande schermo solo negli anni del dopoguerra, abbandonando il teatro e dedicandosi anche al doppiaggio. Caratterista di notevole sensibilità interpretativa e di spiccata efficacia drammatica, ha interpretato numerosi film, una sessantina, dal 1933 al 1966, quasi tutti di alto livello artistico e diretti da ottimi registi, tra i quali vanno ricordati La strada (1954, Federico Fellini); Le notti bianche (1957, Luchino Visconti); Senilità(1962, Mauro Bolognini); Caccia alla volpe, di Vittorio De Sica. Fu il suo ultimo film.


Aldo Bufi Landi

Data nascita: 7 Aprile 1923 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 2 febbraio 2016 (93 anni), Napoli (Italia)
Attore in filodrammatiche e in compagnie dialettali, nel 1947 esordì nel cinema inMalaspina, diretto da Armando Fizzarotti, un regista specializzato in fumettoni sentimentali di genere partenopeo. Forse per questo motivo, Bufi rimase legato anche in seguito a parti di secondo piano, in film dello stesso genere colorito e popolaresco. Tra le sue migliori caratterizzazioni va segnalata quella interpretata, a fianco di uno strepitoso Alberto Sordi, ne I magliari, un interessante film sull'emigrazione italiana in Germania, diretto nel 1959 da Francesco Rosi.


Eduardo Passarelli

Nome: Eduardo De Filippo
Data nascita: 20 Luglio 1903 (Cancro), Napoli (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1968 (65 anni), Napoli (Italia)
Figlio naturale di Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo fu fratellastro dei tre più famosi De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina. Dopo un'intensa attività nel teatro di rivista, in cui apparve a fianco di Totò, in spettacoli dialettali napoletani (ma recitò anche da attore “serio”, in Amleto, a fianco di Anna Proclemer), a partire dal 1937, esordì nel cinema quale apprezzato caratterista. Negli anni del dopoguerra continuò questa sua attività, prendendo parte a numerosi film di genere comico-leggero e “napoletano”, conquistandosi il favore del pubblico grazie alle sue doti di attore brillante, dalla mimica vivace ed espressiva. In funzione di queste sue qualità, apparve anche in un film “serio” come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini), benché in un ruolo secondario. Nel 1952, insieme al giornalista Alessandro Ferraù ed a Totò, curò un libro autobiografico, che prese nome da un celebre film dello stesso Totò, Siamo uomini o caporali? Fu padre dell'attore Pasquale De Filippo, che seguì le sue orme, ma con minore successo.


Erminio Spalla

Data nascita: 7 Luglio 1897 (Cancro), Alessandria (Italia)
Data morte: 14 Agosto 1971 (74 anni), Roma (Italia)
Campione di pugilato, dotato di un volto espressivo e fotogenico, oltre che di un fisico aitante, non si sottrasse all’avventura del cinema, sempre in cerca di personaggi come lui, adatti a ruoli di eroi “buoni”, forti e leali, pronti ad intervenire in difesa di fanciulle insidiate e a combattere qualunque forma di malvagità. Dotato di una discreta voce di baritono, Spalla tentò anche la carriera di cantante, preferendole tuttavia quella cinematografica, alla quale diede inizio nel 1939 con il film Io, suo padre (Mario Bonnard). Richiesto da registi e produttori, comparve in numerosi film dei generi più diversi anche negli anni del dopoguerra, senza però ottenere mai ruoli importanti. Tuttavia, interpretò dignitosamente anche le parti di secondo piano che gli furono affidate, dando ottima prova di sé ogni volta che gliene fu offerta l’occasione. Da questo punto di vista, lo ricordiamo nel 1951 in Miracolo a Milano, quando, abilmente diretto da Vittorio De Sica, diede vita al personaggio del “barbone di periferia”; così pure, nel 1959, quando, ormai non più giovane, impersonò la malinconica figura di un anziano pugile divenuto allenatore, in un bel film di Heusch, Un uomo facile. Spalla apparve saltuariamente anche in TV.


Enzo Garinei

Data nascita: 4 Maggio 1926 (Toro), Roma (Italia)
Ottimo e spontaneo caratterista teatrale e cinematografico, Enzo Garinei esordisce in rivistine di carnevale per studenti al Teatro Valle di Roma, come primo attore in uno spettacolo scritto dal fratello Pietro (che si unirà in seguito a Sandro Giovannini, creando così la coppia "principe" del teatro leggero italiano del secondo dopoguerra). Dagli anni '40 comincia a partecipare a numerose importantissime riviste e commedie musicali accanto a grandi nomi del palcoscenico, come Wanda Osiris, Gianni Agus, Renato Rascel, Delia Scala e Gino Bramieri. È molto attivo anche in televisione, nel cinema - ha interpretato una serie di divertentissime commedie alcune delle quali al fianco di Totò ( Totò le Mokò, 1949; Totò terzo uomo, 1951) - e nel doppiaggio. Dai primi anni '80 è il direttore artistico della scuola teatrale "Ribalte" di Roma.


Sophia Loren

Nome: Sofia Villani Scicolone
75 anni, 20 Settembre 1934 (Vergine), Roma (Italia)
Di famiglia molto povera, Sophia Loren cresce a Pozzuoli insieme alla sorella Maria con la famiglia della bellissima madre Romilda Villani, attrice mancata. Dotata di una prorompente bellezza, la giovane ragazza ottiene una discreta popolarità apparendo in alcuni fotoromanzi con lo pseudonimo di Sofia Lazzaro. Nel 1950 partecipa al concorso di Miss Italia dove riesce ad aggiudicarsi il titolo di Miss Eleganza. Poi intraprende la carriera di fotomodella e a soli diciassette anni incontra a Roma il produttore cinematografico Carlo Ponti, suo futuro marito, che le propone un contratto di sette anni con la Titanus. Nata come attrice dalla schiera delle “maggiorate fisiche”, ottiene il grande successo quando Vittorio De Sica le da l'occasione di manifestare la carica esplosiva del suo temperamento napoletano, affidandole ne L'oro di Napoli (1954) il personaggio della “Pizzaiola”. Da allora le sue partecipazioni cinematografiche si fanno sempre più fitte e le danno man mano l'opportunità di dimostrare il suo grande talento, sia drammatico che brillante. Le sue ambizioni di attrice si ritrovano in La ragazza del fiume (1955) di Mario Soldati, un melodramma costruito su misura per esaltarne le (ancora acerbe) risorse drammatiche. Nello stesso anno la simpatica trasteverina di Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti e la procace sposina de La bella mugnaia di Mario Camerini, ripropongono efficacemente il personaggio della popolana attraente e disinibita che le è più congeniale. In entrambi i film l'attrice è accanto a De Sica e a Marcello Mastroianni con cui negli anni '60 realizzerà alcuni dei suoi film meno labili. Più sfuocata la sua partecipazione a La fortuna di essere donna (1955) di Blasetti, Il segno di Venere (1955) e Pane, amore e... (1955) di Dino Risi, in cui sostituisce Gina Lollobrigida. Nel 1956 Sophia sbarca a Hollywood e realizza decine di film di successo, tra i quali va certamente ricordato Black Orchid (Orchidea nera, 1958), che le fa ottenere la Coppa Volpi. La sua immagine di attrice, in cui un'artefatta sofisticazione sembra destinata a prendere il posto della nativa immediatezza, esce da questa avventura americana davvero consolidata sul piano professionale. Nonostante ora sia stia affermando come sofisticata star internazionale, le sue migliori interpretazioni restano i personaggi spontanei e immediati legati alla regia di De Sica. Quest'ultimo offre a Sophia l'opportunità di raggiunge il momento più alto della sua carriera con l'interpretazione della madre nel film La ciociara (1960), straordinaria conferma delle sue qualità drammatiche e delle sue risorse espressive. L'Oscar - che il film le fa guadagnare assieme al Nastro d'argento e al premio per la miglior attrice protagonista al Festival di Cannes - segna la consacrazione di un mito divistico giunto ormai all'apice della parabola. Negli anni successivi recita ancora più volte per De Sica - da Boccaccio '70 (1962) a I sequestrati di Altona (1962), da Ieri, oggi e domani (1963) a Matrimonio all'italiana (1964), da I girasoli (1970) a Il viaggio (1974) . confermando il suo istinto di attrice e la particolare sintonia tra interprete e regista, ma senza riuscire a ripetere il miracolo de La ciociara (1960). La ragazza di Pozzuoli sfoggia il carisma della star internazionale, ma si rivela a lungo andare un'attrice poco capace di approfondire i suoi personaggi e, interpretando un film dietro l'altro, si affida soprattutto alla sua avvenenza fisica e al buon mestiere. Mentre al di qua e al di là dell'Atlantico prosegue la sua carriera contrassegnata da alti cachets e dalle campagne pubblicitarie, la Loren è diventata una protagonista di primo piano dei rotocalchi di tutto il mondo, soprattutto per il suo legame con Carlo Ponti, che, dopo tempestose e complicate vicende (un precedente matrimonio del produttore), ha sposato il 9 aprile 1966, e da cui ha avuto un figlio, Carlo Junior, nel 1968 e un altro, Edoardo, nel 1973. Negli anni '70 prende parte a film di modesto livello, ma in Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola, l'attrice e Marcello Mastroianni disegnano con straordinaria bravura il ritratto d'una coppia di semiemarginati - lei una casalinga, lui un omosessuale - all'epoca del fascismo. Dagli anni '80, finiti i fasti hollywoodiani del suo periodo aureo (quello legato, inevitabilmente, alla giovinezza e all'età di mezzo), si è parzialmente ritirata dai set cinematografici, dedicandosi prevalentemente alla televisione. Nella sua lunga carriera Sophia ha ricevuto moltissimi riconoscimenti tra cui il premio Oscar alla carriera nel 1991 e il David di Donatello alla carriera nel 1999.


Nino Marchesini

Data nascita: 1895, Lecce (Italia)
Data morte: 13 Gennaio 1961, Roma (Italia)
Dopo avere svolto un' intensa attività teatrale, spesso al fianco della moglie Italia Marchesini, distinguendosi in parti di secondo piano come caratterista efficace e drammatico, di bella presenza fisica, esordì nel cinema nel 1939. Da allora interpretò numerosi film, talora in ruoli importanti o addirittura di protagonista, ma più spesso in veste di caratterista. E' stato molto attivo anche nel periodo del dopoguerra, comparendo in film dei più diversi generi, comici, melodrammatici, avventurosi, storici.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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