Due cuori fra le belve
(Totò nella fossa dei leoni)

[Totò e Arturo Bragaglia] [Totò e Vera Carmi]

[Totò e Vera Carmi] [Totò e primo Carnera]

Videoclip titoli di testa

Regia : Giorgio C. Simonelli
Soggetto : da "20000 leghe sopra i mari" di G. D'Andrea
Sceneggiatura : Vincenzo Rovi, Akos Tolnay, Steno
Fotografia : Ugo Lombardi
Scenografia : Alberto Boccianti
Costumi : Nino Novarese
Coreografia : Virgilio Ubertii
Musica : Mario Ruccione, Ezio Carabella
Montaggio : Giorgio G. Simonelli
Aiuto regia : Aldo Quinti
Direttore produzione : Goffredo D'Andrea
Produzione : Bàssoli-Tirrenia, Roma
Durata: 83minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Totò)
Vera Carmi( Laura Berti )
Enrico Glori( signor Smith )
Enzo Biliotti( prof Lorenzo Berti )
Lia Orlandini( Clara Palozzi )
Egilda Cecchini( Nalù regina dei cannibali )
Primo Carnera( capo dei cannibali )
Claudio Ermelli( Agatino )
Giovanni Grasso( il capocuoco )
Umberto Spadaro( lo stregone )
Arturo Bragaglia( il dottore Paolozzi )
Federico Collino( Pietro )
Nando Bruno( il piccolo gigante )
Guido Morisi( il complice di Smith )

                 

           

Soggetto

L'esploratore Smith guida una spedizione in Africa alla ricerca del professor Berti che e' scomparso in una precedente spedizione.Alla spedizione si imbarca di nascosto anche Totò innamorato di Laura ,figlia del professore scomparso.Ma Smith mira solo al patrimonio del professore le cui trame sono sventate da Totò che finito tra i cannibali mostra tutto il suo coraggio e furbizia.Alla fine Laura ritrovato il padre si unisce a Totò.

Critica e curiosità

Il film viene girato nel teatro 10 dove viene allestita una finta giungla con animali veri , tenuti a bada da Angelo Lombardi . In una scena del film , quella in cui Egilda Cecchini stava danzando abbracciata ad un pitone , l'animale forse innervosito per il troppo calore dei riflettori entra troppo nella " parte " stringendo oltremodo la donna fino a farla svenire . Il tempestivo intervento di Lombardi e di Primo Carnera salvano la Cecchini , che tra l'altro era anche una campionessa di pattinaggio .
Nel dopoguerra il film viene proposto col titolo di " Totò nella fossa dei leoni " .

Scriveva Pat. [Ercole Patti], /I Popolo di Roma, Roma, 27 giugno 1943:
Totò in mezzo a tutti questi pericoli con il suo solito atteggiamento e le sue reazioni al cospetto dei cannibali e dei leoni, sono le stesse di quelle che egli prova nelle sue riviste di fronte al pubblico del Valle. Egli danza, salta si abbandona ai suoi taciti fervorini agitando l'indice, fa roteare gli occhi e con la sua comunicativa comicità, con la sua silenziosa e aerea follia costituisce l'unico numero del film, il quale è stato diretto da Simonelli con grande buona volontà. Ma le trovate e le situazioni comiche che non mancano nel copione sono state realizzate un po' fiaccamente senza quel ritmo, quel rilievo e quel mordente che le avrebbero rese veramente divertenti. Molte trovate insomma sono rimaste divertenti sulla carta».

E ancora M.M. [Mario Menghini], L'Osservatore Romano, Roma, 28-29 giugno 1943:
«[...] Se gli sgambetti, le piroette, il rotear d'occhi, gli sberleffi, i giochi di parole, gli strafalcioni e i costumi ridicoli - bagaglio frusto di palcoscenico - ci hanno una volta ancora fatto considerare come alle pellicole comiche sia rivolto un impegno editoriale di secondo ordine, un brano, la seconda rapsodia del Liszt suonata al pianoforte, ci ha impressionato. In queste, a parte l'esagerato rullio e beccheggio della nave, il volto di Totò, taluni suoi atteggiamenti, alcuni guizzi del capo, ci hanno illuminato sulle possibilità dell'artista. Fino ad oggi, egli è stato impiegato in scene comiche a lungo metraggio, con una messinscena economica, astrusa, con una regia ossequiente a uno schema antiquato e di maniera; viceversa, s'egli venisse utilizzato con maggiore avvedutezza tecnica e inventiva, forse riuscirebbe a fornire qualche saggio non privo di significato. Il cinema è progredito in ogni settore; il pubblico è smaliziato: è un errore continuare su un piano e con mezzi che riportano ai tempi del muto [.. .]».

Giuseppe De Santi s, Cinema, VIII, 169, Roma, IO luglio 1943
«Totò è un grande mimo, e varrebbe davvero la pena che un regista intelligente si prendesse la briga di dirigerlo con serietà, cercando anche di trattenere certe sue eccessive baldanze frenetiche. A nessuno più di lui si addice alla perfezione quel famoso dialogo di Heinrich Kleist sulle marionette. Sembra svitabile come Pinocchio, puoi gettarlo in aria e lasciarlo cadere per terra, senza misericordia, tanto fa l'impressione di essere protetto da tutti gli acciacchi. Sorprendente è anche la estrema mobilità del suo viso oblungo, non so se cavallino o conigliesco; ma certo è indiscutibile una sua parentela con certi animali domestici, così come non è lontano dalla struttura fisica di Buster Keaton, del quale, altresì, conserva quella spiccata malinconia nei grandi occhi rotondi con in più una aggraziata aria istrionesca. E se non fosse per l'interesse che possono suscitare alcune sue smorfie, credo che difficilmente perdoneremmo a questo Due cuori far le belve tanta sciatteria e mestierantismo».


Vera Carmi

Nome: Vera Doglioli Data nascita: 23 Novembre 1914 (Sagittario), Torino (Italia)
Data morte: 6 Settembre 1969 (54 anni), Roma (Italia)
Attrice teatrale dall'attività intensa e varia, ottenne affermazioni di un certo rilievo anche nel cinema. Esordì sullo schermo insieme a Paolo Carlini in Addio, giovinezza! (1940, regia di Ferdinando Maria Poggioli); in seguito, ebbe parti di protagonista, ma in film di non grande livello. Degna di nota, nel 1946, in Le miserie del signor Travet (1946, regia di Mario Soldati), la sua interpretazione della bella e ambiziosa signora Travet, civettuola consorte di uno straordinario Carlo Campanini nel ruolo del protagonista, corteggiata da un burbanzoso Gino Cervi, nella parte del diretto superiore di Travet. Nel film era presente, nei panni di un azzimato e pettegolo collega d'ufficio di Travet, anche un giovanissimo Alberto Sordi dalla chioma imbrillantinata, impenitente corteggiatore di servette.


Enrico Glori

Data nascita: 3 Agosto 1901 (Leone), Napoli (Italia)
Data morte: 22 Aprile 1966 (64 anni), Roma (Italia)
Attore di origine napoletana, si specializzò come caratterista impersonando figure negative di ribaldi e violenti (ricattatori, usurai, sfruttatori ecc). Nella sua lunga carriera interpretò Barabba, Erode, Rasputin, Don Rodrigo nei Promessi sposi di Mario Camerini. Fellini lo mise nella sequenza dell'orgia della Dolce vita proprio perché era considerato il cattivo per antonomasia del cinema italiano.


Enzo Biliotti

Data nascita: 28 Agosto 1888 (Vergine), Livorno (Italia)
Data morte: 19 Novembre 1976 (88 anni), Bologna (Italia)
Dopo una intensa attività di attore teatrale fra la prima e la seconda guerra mondiale, esordi nel cinema con I promessi sposi, diretto nel 1923 da Mario Bonnard, in cui interpretava l'impegnativa parte di un fosco e grandioso personaggio, l'Innominato. Ma questa esordio, pur così importante, non fu sufficiente a fargli ottenere un duraturo successo di pubblico. Infatti, negli anni successivi sostenne soltanto parti secondarie di caratterista, in cui incarnava, anche se efficacemente, personaggi abbastanza monocordi di persone comuni e tranquille, in numerosi film, alcuni dei quali girati nel dopoguerra.


Lia Orlandini

Data nascita: 12 Gennaio 1896 (Capricorno), Milano (Italia)
Data morte: 11 Giugno 1979 (83 anni), Bologna (Italia)
Nel 1912, ancora nell’epoca del cinema “muto”, esordì nell’edizione di Quo vadis? diretta da Enrico Guazzoni; in seguito passò al teatro e, dopo l’avvento del «sonoro», divenne un’apprezzata doppiatrice. Comparve in un numero assai ridotto di film, per lo più in parti di secondo piano; negli anni del dopoguerra si dedicò prevalentemente al doppiaggio e all’attività radiofonica.


Claudio Ermelli

Data nascita: 24 Luglio 1892 (Leone), Torino (Italia)
Data morte: 29 Ottobre 1964 (72 anni), Roma (Italia)
Appassionato di teatro, si dedicò attivamente alla carriera di attore quando era ancora studente, recitando in piccole compagnie e nel teatro di rivista. Entrò a far parte del mondo del cinema poco dopo l'avvento del «sonoro», interpretando parti di caratterista in una lunga serie di film di vario genere ed argomento, alcuni dei quali anche di un certo valore artistico e di buon successo. Si impose all'attenzione del pubblico e della critica, oltre che per la qualità della recitazione, anche per il suo aspetto fisico, caratterizzato da una figura magra dinoccolata e da un volto dall'espressione quasi sempre malinconica, spesso in comico contrasto con il suo modo di esprimersi, misurato ma ricco di humour. Apparve in numerosi film anche nel dopoguerra; l'ultimo a cui prese parte e che risale al 1957, fu Addio alle armi, tratto dal romanzo omonimo di Ernest Hemingway, per la regia di Charles Vidor: i protagonisti furono Rock Hudson e Jennifer Jones, e, fra i maggiori attori italiani, vi apparvero, in ruoli secondari ma significativi, Vittorio De Sica e Alberto Sordi.


Giovanni Grasso

Data nascita: 11 Novembre 1888 (Scorpione), Catania (Italia)
Data morte: 3 Maggio 1963 (74 anni), Catania (Italia)
E' un corposo caratterista del cinema italiano dagli inizi del sonoro, esempio tipico del sanguigno e irruento temperamento siciliano. Ultimo erede di una famiglia di marionettisti ed attori, i famosi “pupari”, cugino ed omonimo del più famoso Giovanni Grasso, grandissimo attore del repertorio teatrale siciliano e in lingua, assume agli inizi della carriera, recitando accanto a lui, il nomignolo “junior” per distinguersi. Pur essendo dotato di una maschera mobilissima, di un fisico possente, di una recitazione nervosa e a volte scattante, non raggiunge in popolarità il cugino e soltanto dopo la morte di costui avvenuta nel 1930, riusce a costruirsi una discreta carriera cinematografica e, soprattutto, teatrale accanto alla moglie Virginia Balestrieri, già famosa interprete accanto al Grasso “senior” di uno dei più famosi film del cinema muto, Sperduti nel buio (1914), dal dramma di Roberto Bracco e diretto da Nino Martoglio. Dagli inizi della prima guerra mondiale recita sempre in teatro a fianco di Musco, delle Bragaglia, e nel 1920 ottiene il ruolo di primo attore nella Compagnia del Teatro Mediterraneo diretta da Nino Martoglio, facendosi apprezzare nel Ciclope di Euripide in una traduzione in siciliano di Pirandello, ma si porta sempre dietro il complesso di essere il minore della famosa famiglia sicula, il parente meno quotato. Di corporatura rilevante, grosso, capelli castani brizzolati, nel cinema sonoro riesce a costruirsi una non disprezzabile carriera come solido caratterista, ottenendo anche ruoli abbastanza significativi. Fra questi ricordiamo il simpatico cuoco dal cuore d’oro nel suo film d’esordio La telefonista (1932) di Malasomma, l’umano capitano della nave ne La grande luce / Montevergine (1939) di Campogalliani e quello di Piccoli naufraghi (1939) di Calzavara ed il protagonista de Il vetturale del San Gottardo (1942) di Hinrich e Illuminati, film discontinuo che non dà alcuna spinta alla sua carriera. Pur dotato di una bella voce anche se, ovviamente, con intonazioni dialettali, è spessissimo doppiato. Con la moglie Virginia Balestrieri e con altri attori siciliani come Pandolfini, costituisce nella stagione 1950-51 una formazione tutta siciliana portando in tournée i più quotati autori della Trinacria, come Verga, Capuana, Pirandello, Martoglio e Turi Vasile, di cui mette in scena L’acqua, ma ben presto deve abbandonare schermo e palcoscenico per gravi motivi di salute.


Arturo Bragaglia

Data nascita: 7 Gennaio 1893 (Capricorno), Frosinone (Italia)
Data morte: 21 Gennaio 1962 (69 anni), Roma (Italia)
Dalla attività fotografica, svolta col fratello Anton Giulio, passò al cinema come caratterista, favorito dalla figura mingherlina e da un istintivo talento. Il tipo brontolone e bisbetico che egli riuscì a tratteggiare spiritosamente in numerosi film, specie di carattere comico, fu una delle macchiette più riuscite del cinema italiano del tempo di guerra. Fra i suoi film, si ricordano Imputato, alzatevi (1939), Maddalena zero in condotta (1940), I mariti (1941), Teresa Venerdì (1941), Avanti c'è posto (1942), Quattro passi fra le nuvole (1942), e, nel dopoguerra47 morto che parla (1950), Miracolo a Milano (1951), Bellissima (1951) Altri tempi (1952), Il ritorno di don Camillo (1953) e I due marescialli (1961).


Federico Collino

Data nascita: 5 Dicembre 1892 (Sagittario), Firenze (Italia)
Data morte: 5 Luglio 1975 (82 anni), Bologna (Italia)
Attore teatrale e, recentemente, televisivo, apparve nel cinema nel 1936 in Lohengrin, diretto da Nunzio Malasomma. Da allora interpretò numerosi film, nei quali ha dato vita, come caratterista, ad un personaggio dal quale non è mai più riuscito a distaccarsi, neppure negli anni del dopoguerra: quello dell'uomo gioviale e bonaccione, dalla figura goffa, grossa e un po' grottesca, quasi onnipresente nei film di facile comicità.


Nando Bruno

Data nascita: 6 Ottobre 1895 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 11 Aprile 1963 (67 anni), Roma (Italia)
Grande caratterista cinematografico, in oltre settanta film Nando Bruno ha lasciato traccia della sua ironia bonaria e popolaresca tipicamente romana. Le sue partecipazioni cinematografiche vanno da brillanti ruoli di comprimario a marginali parti da semplice figurante. Tra i numerosi film da lui interpretati ricordiamo Roma città aperta (1945), L'onorevole Angelina (1947), Come persi la guerra (1947), Se fossi deputato (1949), Cortile (1956), Il vedovo (1959) e Il vigile (1960). Altri film: Roma città libera (1946) di Marcello Pagliero; Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani; Il delitto di Giovanni Episcopo (1947) di Alberto Lattuada; Gioventù perduta (1948) di Pietro Germi: Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica; L'arte di arrangiarsi">L'arte di arrangiarsi (1955) di Luigi Zampa; Il mattatore (1960) di Dino Risi.


Guido Morisi

Guido Morisi Data nascita: 8 Febbraio 1903 (Acquario), Bologna (Italia)
Data morte: 1 Aprile 1951 (48 anni), Roma (Italia)
Ha svolto attività teatrale e, nel dopoguerra, ha lavorato anche nel teatro di rivista. Nel cinema esordì nel 1938 ne Il suo destino (Enrico Guazzoni), interpretando in seguito parecchi film in parti di caratterista, per lo più in ruoli di «cattivo» o di «seduttore».

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



Diventa fan
- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

Vota il film di Totò

Home  Biografia  Teatro  Cinema  Televisione  Poesie  Canzoni 
Frasi celebri  Fumetti  Fotografie  Totomania  Il baule  Home video 
Totò in TV  News  Ricordi  Interviste  Quiz  Libri  Caricature  Giornali 

www.antoniodecurtis.com