Totò e Peppino divisi a Berlino

[Totò ] [Totò e Peppino De Filippo]

[Totò e Peppino De Filippo] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Giorgio Bianchi
Soggetto : Age e Scarpelli
Sceneggiatura : Continenza,De Palma
Fotografia : Tino Santoni
Scenografia : Giorgio Giovannini
Musica : Armando Trovajoli
Montaggio : Daniele Alabiso
Aiuto regia : Mario Castellani,Michele Lupo
Direttore produzione : Roberta Berelli
Produzione : Mario Mariani per la Cinex
Durata: 97 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio La Puzza/ l'ammiraglio Attila Canarinis/ sua zia monaca)
Peppino De Filippo( Giuseppe Pagliuca )
Robert Alda( il giudice )
Nadine Sanders( Greta Canaris )
John Karlsen( l'ex attendente di Canarinis )
Luigi Pavese( il colonnello sovietico Ciapov)
Renato Terra( l'avvocato sovietico )
Peter Dane( il pubblico ministero americano )
Michele Tivot( Hans Kruger )
Dante Maggio( un magliaro )
Carlo Pisacane( un altro magliaro )
Gastone Pescucci( un prigioniero )
Renata Monteduro( la cameriera )

           

Soggetto

Davanti all'Alta Corte americana, operante a Berlino ovest, si sta svolgendo il processo a carico dell'ammiraglio Canarinis, famoso nazista, macchiatosi di orrendi crimini durante l'ultima guerra. Tutto ciò, anche se eccezionale, non sarebbe assurdo. Ma il fatto è che il famoso Canarinis altri non è che Totò. Come mai Totò ha preso il posto della "belva umana", rischiando la pena di morte? Totò è un napoletano arrivato a Berlino per esercitare il suo mestiere di magliaro. Ha in tasca l'indirizzo di tale Peppino Pagliuga che può introdurlo nel giro. Certo non è facile, in una città straniera, trovare la strada che è segnata sul foglietto; ma una strana coppia viene insperatamente in aiuto di Totò. Non per fargli rintracciare Peppino Pagliuga, ma per offrirgli la possibilità di guadagnare oltre dieci milioni di marchi in pochi mesi. Totò deve soltanto prendere il posto di un certo Canarinis, accusato di piccole colpe - come affermano i due tedeschi - per le quali è prevista una pena di pochi mesi di carcere. L'affare interessa Totò, il quale dovrebbe limitarsi a rispondere soltanto a "ja" a tutto quello che gli verrà chiesto in tribunale. D'altronde non potrebbe dire altro, non conoscendo una parola di tedesco. Ed eccolo, ora, sul banco degli accusati, ignaro di tutto. I russi non appena hanno saputo che Canarinis è nelle mani degli americani chiedono la consegna del criminale per processarlo loro, insinuando che gli americani pensano di assolvere Canarinis per poterlo utilizzare a loro vantaggio come hanno già fatto con altri criminali nazisti. Intanto Canarinis è davanti all'Alta Corte. Nell'aula inizia la sfilata dei testimoni. Uno di questi, un italiano, racconta una orribile storia di cui egli stesso è stato protagonista e vittima, per colpa del Canarinis. Totò, finalmente, sente parole comprensibili e segue il racconto del testimone con evidente interesse, ignorando che si parla di lui. Soltanto alla fine, quando il testimone indica Totò come responsabile dei crimini commessi, questi conscio di quello che gli può capitare, non sta piu al gioco e si ribella: "Ma quale Canarino! Io sono Antonio Minuto, magliaro!". L'aula viene sgomberata. Totò viene sottoposto a stringenti interrogatori e alla fine gli americani si convincono che quanto dice Totò è vero. II fatto è che ora devono mascherare la faccenda in una qualsiasi maniera per non fare una pessima figura. Totò viene fatto evadere. Gli americani sperano, facendolo pedinare, che questi venga avvicinato nuovamente dai due tipi che gli hanno proposto lo scambio. Totò riesce a rintracciare l'indirizzo di Peppino Pagliuga e scopre che Peppino è il testimone italiano del processo. La reazione di Totò è comprensibile, ma alla fine si viene a sapere che anche a Peppino erano stati proposti dei milioni per testimoniare contro Totò. Chiarito l'equivoco e fatta la pace, i due concordano di mettersi a lavorare insieme. Peppino spiega a Totò come ora, a Berlino, fare i magliari sia difficile. Totò corre grandi rischi. Può essere eliminato dalla coppia nazista quale unico testimone della loro esistenza. Ed infatti questa seconda alternativa si avvera puntualmente. Le peripezie alle quali vanno incontro i due amici sono inenarrabili e solo l'intervento degti agenti americani riesce ad evitare guai peggiori. Ma il peggio ha ancora da venire, perchè Totò e Peppino, sfuggiti ai nazisti, si ritrovano a Berlino-est; ricercati anche dai russi, e per di più con il famoso muro, costruito nel frattempo, che li divide dalla zona ovest. Intanto Totò cerca di far comprendere ai russi, che lo hanno catturato assieme a Peppino, di essere soltanto un povero magliaro e alla fine nemmeno insiste troppo su questa affermazione perchè nel settore russo i magliari rischiano addirittura la pena di morte. I russi, che hanno rinvenuto tra le carte di Totò la "smorfia", vogliono solo utilizzarlo per decifrare i messaggi del servizio segreto americano e scoprire le rotte dei "voli-spia". Sia Totò che Peppino sono dei cabalisti consumati e Totò non si era mai separato dal suo prezioso libro dei sogni zeppo di numeri con relativo significato, crittogrammi, sistemi per terni e quaterne ecc. Totò non potrebbe mai convincere i russi di non essere Canarinis e che quel libro è soltanto una "smorfia". In Russia non si gioca al lotto e quel libro è il piu completo cifrario segreto che abbiano mai visto. Totò e Peppino, quindi, sono costretti ad accettare l'incarico. E' facile immaginare cosa combinano nel decifrare un messaggio segreto. Vengono fuori terni e quaterne da giocare subito, ma la chiave del messaggio continua ad essere oscurissima. Totò e Peppino stanchissimi si addormentano. Ed è qui che interviene la zia.La zia di Totò che ogni tanto gli compare in sogno per dargli qualche terno. Per Totò i numeri che la zia gli fornisce sono la chiave necessaria per decifrare il messaggio. Nella centrale radar, Totò e Peppino seguono le operazioni per individuare un aereo-spia americano che grazie alla loro opera è stato appena scoperto in volo. I missili terra-aria dell'armata sovietica sono inesorabili e nello schermo radar-televisivo è visibilissimo lo scoppio dell'aereo colpito. Ma passa poco tempo che nella centrale arriva, bruciacchiato e sbrindellato, il generale Celiuskin che in volo stava rientrando a Berlino. I russi devono così convincersi di avere a che fare con due magliari e già la loro sorte sarebbe segnata, quando il generale Celiuskin pensa di riconsegnarli agli americani facendosi dare in cambio due spie russe. Gli americani accettano lo scambio. Sulla linea di demarcazione, davanti al famoso "muro", avviene l'operazione che tutti indicano come un segno di distensione. Ma i due tipi che gli americani stanno per mollare ai russi altri non sono che due magliari. I russi se ne accorgono. Ma, d'altra parte, anche Totò e Peppino sono due magliari. Ormai bisogna salvare la faccia e la distensione. Lo scambio avviene, ma subito dopo Totò e Peppino vengono scaricati in una strada deserta. I due stanno ancora lamentandosi di tutti i guai subiti, quando sopraggiunge una auto nera. L'autista li prega di salire perchè saranno finalmente ricondotti in patria. Totò e Peppino vengono imbarcati su un aereo che subito decolla. I due amici riprendono fiato e chiedono ai piloti: "Atterriamo a Capodichino, no?" "Vuol dire a Pechino...", risponde uno dei piloti, voltandosi. Totò e Peppino allibiscono. Il pilota ha la faccia gialla. E' cinese.

Critica e curiosità

Ancora un film di parodia , stavolta è presa di mira la costruzione del Muro di Berlino avvenuta nell'agosto del '61 , con la Porta di Brandeburgo ricostruita nell'ippodromo di Tor di Valle .
Da un articolo senza firma su Il Corriere della Sera : " A parte qualche raro squarcio di vera comicità , l'umorismo sul quele si basa Totò e Peppino divisi a Berlino è di una lega piuttosto banale e alquanto sfruttata . Decisamente scontate certe sequenze che hanno ad unico sostegno situazione già troppe volte proposte e nelle quali il nostro Totò ha il torto di ricadere spesso [..] " .
Dal Corriere Lombardo : " [..] Raccontare la trama è impossibile , tanto è confusa . Si può soltanto dire che film comici di questo genere è meglio non farli : non fanno nemmeno ridere e fanno rimpiangere il Totò di una volta " .
A firma "vice" sul Corriere d'Informazione : " [..] Spiace che due attori di gran classe come Totò e Peppino De Filippo si facciano coinvolgere in simili indigesti minestroni [..] " .


Peppino De Filippo

Data nascita: 24 Agosto 1903 (Vergine), Napoli (Italia)
Data morte: 27 Gennaio 1980 (76 anni), Roma (Italia)
Fratello minore di Titina ed Eduardo, figlio naturale di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, esordisce giovanissimo nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, ma ben presto la sua inquietudine lo porta a passare in formazioni dialettali secondarie, dove ha modo di farsi le ossa. Dopo aver raggiunto una certa fama, agli inizi degli anni ‘30 decide di formare - assieme ad Eduardo e Titina - la compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo, destinata a riscuotere grandi successi grazie a commedie scritte da loro stessi (la più celebre delle quali resta la straordinaria Natale in casa Cupiello): il sodalizio dura sino al 1944, sempre sostenuto da un enorme consenso di pubblico. Peppino fa il suo esordio nel cinema, assieme ad Eduardo, con Tre uomini in frack (1932) di Mario Bonnard: sino al ‘44, saranno rare le occasioni in cui compare da solo. Finita la seconda guerra mondiale, divisi i suoi destini da quelli di famiglia, egli intraprenderà una propria strada autonoma sia in teatro sia al cinema: sul grande schermo, in verità, concedendosi sovente a prodotti commerciali poco adatti a metterne in luce le non comuni qualità. Fanno eccezione Luci del varietà (1950) di Fellini/Lattuada, dove è uno straordinario capocomico; Policarpo, ufficiale di scrittura (1959) di Mario Soldati, in cui indossa i panni d'un pignolo capoufficio; Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di "Boccaccio ‘70" (1961) ancora firmato da Fellini, che lo vede ragioniere moralista e bigotto. Ma i risultati migliori li ottiene senza dubbio nel sodalizio quasi decennale con Totò, che produce tra il ‘55 ed il ‘63 ben 14 pellicole: l'unico Nastro d'argento della sua carriera gli viene assegnato quale attore non protagonista per Totò, Peppino e i fuorilegge(1956). Successivamente, si dedica al palcoscenico ed alla riduzione per la televisione di alcuni suoi testi teatrali; conoscendo, in tivvù, un momento di eccezionale popolarità col personaggio di Gaetano Pappagone, nella "Canzonissima" 1966-67.


Robert Alda

Nome: Alphonso Giuseppe Giovanni Roberto D'Abruzzo
Data nascita: 26 Febbraio 1914 (Pesci), New York City (New York - USA)
Data morte: 3 Maggio 1986 (72 anni), Los Angeles (California - USA)
Alphonso Giuseppe Giovanni Roberto D'Abruzzo inizia la sua carriera come cantante e ballerino di uno spettacolo di varietà. Cambia il suo nome in Robert Alda mettendo insieme le prime due lettere del nome e del cognome (ALphonso D'Abbruzzo) e al suo debutto al cinema diventa celebre grazie ad una incredibile interpretazione di George Gershwin in Rapsodia in blu (1945) di Irving Rapper. In seguito la sua scalata verso M*A*S*Hollywood perde qualche colpo, ma Alda ottiene enormi consensi con l'attività di attore di musical a Broadway, dove recita in Guys and Dolls (per il quale vince un Tony Award) e What Makes Sammy Run?. Nei primi anni '60 si trasferisce a Roma e prende parte a molte produzioni italiane e europee, tra le quali Totò e Peppino divisi a Berlino (1962) e Cagliostro (1975). Nel 1975 partecipa all'episodio The Consultant del celebre telefilm M*A*S*H che ha come protagonista il figlio Alan Alda, e nel 1980 ripete l'esperienza ritornando a vestire i panni del Dr. Anthony Borelli nella puntata Lend a Hand, che vede nel cast anche Anthony Alda, il figlio avuto in seconde nozze. Robert Alda se n'è andato nel 1986 all'età di 72 anni, stroncato da un infarto.


Nadine Sanders

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film 8 ½ (1963) di Federico Fellini dove ha interpretato la parte di Se stessa. Nel 1962 ha inoltre lavorato con Steno per la realizzazione del film Totò Diabolicus dove ha interpretato la parte di Donna Fiore, la moglie di Carlo.


John Karlsen

Data nascita: 20 Ottobre 1919 (Bilancia), Wellington (Nuova Zelanda)
Caratterista inglese di buona preparazione artistica, è molto attivo nel cinema italiano di genere, spesso adoperato in ruoli di supporto, molto in sottordine e sovente non presente nei titoli di testa o di coda delle numerose pellicole a cui prende parte. Annoverato fra gli innumerevoli oscuri attori di carattere, dalla seconda metà degli anni Cinquanta, Karlsen viene scelto da produttori e registi per vari generi di film spaziando, sempre in ruoli di minimo spessore talvolta quasi figurazioni o minime partecipazioni, dal poliziesco alla commedia, dal dramma all’horror, dal western al bellico, impersonando di volta in volta agenti o ispettori del controspionaggio, medici, nobiluomini, sacerdoti, avvocati, giudici, etc. etc. Con i suoi tratti somatici da distinto signore di nobili origini del Nord Europa, è stato una volta anche protagonista del film L’oro di Londra (1968), diretto da Gugliemo Morandi con lo pseudonimo di Billy Moore, risultando efficace e molto “in parte”, anche per il suo aspetto subdolo e un ghigno sibillino, nel ruolo di un elegante e insospettabile individuo che organizza, con precisione cronometrica, l’assalto a un furgone che trasporta oro. Il film è assai modesto, ma Karlsen ha la soddisfazione di essere una volta tanto al centro dell’azione, anche se sente addosso lo stereotipo del signore perbene al di sopra di ogni sospetto. Un’altra meritevole caratterizzazione è quella offerta, pur nell’eseguità della parte, quale marito inetto e inefficiente che la moglie (Monica Vitti) vorrebbe eliminare usando un sicario nell’episodio La minestra diretto da Franco Rossi e inserito ne Le bambole (1965) Per la sua perfetta conoscenza delle lingue straniere, John Karlsen è stato spessissime volte chiamato a prendere parte a produzioni straniere realizzate in Italia o a coproduzioni con altri paesi.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Renato Terra

Data nascita: 26 Luglio 1922 (Leone), Napoli (Italia)
Debuttò nel cinema nel 1950, recitando ne Il cammino della speranza, diretto da Pietro Germi. In seguito comparve in altri film dello stesso regista, tra i quali possiamo ricordare Il ferroviere (1956) e L’uomo di paglia (1958), nei quali Terra si rivelò un attore dotato di non grandi qualità drammatiche, ma caratterizzato da senso della misura e, soprattutto, di un’incisiva presenza a livello spettacolare. Nel ventennio fra il Cinquanta e il Settanta interpretò numerosi film, di vario argomento e rilievo, utilizzato però in parti secondarie.


Peter Dane

Data nascita: 2 Giugno 1918 (Gemelli), Fresno (California - USA)
Data morte: 15 Luglio 1985 (67 anni), Los Angeles (California - USA)
Attore quasi per caso, dopo una breve esperienza sui palcoscenici periferici californiani, debutta silenziosamente nel cinema tra l’altro senza apparire neanche nei titoli di testa o di coda dei pochi film (tre in tutto) ai quali prende parte fra il 1954 e il 1959, mentre nel 1955 risulta interprete di secondo piano in tre episodi di serie televisive di un certo successo. Poi, seguendo l’esempio di altri colleghi certamente più noti, si trasferisce in Italia dove riesce a crearsi una filmografia di un certo interesse partecipando per tutti gli anni Sessanta, sempre in ruoli un po’ oscuri da caratterista, peraltro dignitoso e preciso, a una quindicina di film, alcuni dei quali di ottima realizzazione e di una certa importanza nel panorama del cinema italiano. Ruoli quasi sempre simili, spesso di tedesco per i tratti somatici tipici del teutonico, che non gli permettono di uscire dall’anonimato. Poi, stanco forse dei ruoli di pura routine offertigli, prende la via del ritorno verso gli Stati Uniti, dove continua la sua carriera, senza tuttavia vere soddisfazioni.


Dante Maggio

Data nascita: 2 Marzo 1909 (Pesci), Napoli (Italia)
Data morte: 3 Marzo 1992 (83 anni), Roma (Italia)
Fratello di Beniamino, Rosalia, Pupella ed Enzo Maggio, lavorò fino dalla più tenera età nel teatro dialettale e di rivista. Nel 1946 esordì nel mondo del cinema, rivelandosi un valido caratterista, adatto sia ruoli comici che patetici. Nella sua vastissima attività, spesso svolta in opere di scarso rilievo, per lo più di tipo comico-musicale-partenopeo, fanno spicco alcune caratterizzazioni in film di maggior impegno, fra i quali possiamo ricordare Luci del varietà (1951, Alberto Lattuada e Federico Fellini), Prima comunione (1950, Alessandro Blasetti), Processo alla città (1952, Luigi Zampa), e, più recentemente, Le tentazioni del dottor Antonio (Federico Fellini), un episodio di Boccaccio ‘70 (1961).


Carlo Pisacane

Data nascita: 1 Gennaio 1891 (Capricorno), Napoli (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 1974 (83 anni), Roma (Italia)
Inizia con Raffaele Viviani a teatro e dopo numerose apparizioni al cinema raggiunge la notorietà con il personaggio di Capannelle, ne I soliti ignoti. Ma del suo aspetto da spiritello perennemente affamato, che sembra uscito da una novella del Boccaccio, della sua figura caricaturale e segaligna, spesso nei panni dell'arguto e simpatico vecchietto, si serviranno anche Rossellini e Fellini. Tra i film: Paisà (epis. Sicilia, 1946) di Roberto Rossellini; Processo alla città (1952) di Luigi Zampa; La bella mugnaia (1955) di Mario Camerini; I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli; Prepotenti più di prima (1959) di Mario Mattoli; Audace colpo dei soliti ignoti (1959) di Nanni Loy; Il vigile (1960) di Luigi Zampa: Che gioia vivere! (1961) di René Clément; Colpo gobbo all'italiana (1962) di Lucio Fulci; Giulietta degli spiriti (1965) di Federico Fellini.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it


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