Capriccio all'italiana

4° episodio "Che cosa sono le nuvole ?"

[ Totò] [ Totò e Ciccio Ingrassia ]

[ Totò  ] [ Totò e Franco Franchi ]

[ Totò e Ninetto davoli]

Videoclip titoli di testa

Regia : Pier Paolo Pasolini
Soggetto : Pier Paolo Pasolini
Sceneggiatura : Pier Paolo Pasolini
Fotografia : Tonino Delli Colli
Scenografia : Mario Garbaglia
Musica : Domenico Modugno
Montaggio : Nino Baragli
Aiuto regia : Sergio Citti
Produzione : Dino De Laurentiis Cinematogr.,Roma
Durata: 22 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Jago )
Ninetto Davoli( Otello )
Laura Betti( Desdemona )
Adriana Asti( Bianca )
Franco Franchi( Cassio )
Ciccio Ingrassia( Roderigo )
Carlo Pisacane( Brabanzio )
Francesco Leonetti( il burattinaio )
Domenico Modugno( il netturbino )
Luigi Barbini( un burattino )
Mario Cipriani( un burattino )
Piero Morgia( un burattino )

           


Soggetto

Un burattinaio rappresenta sul palcoscenico l' "Otello",costringendo due burattini innocenti e tranquilli ad impersonare Jago e Otello,due personaggi violenti e brutali.Il pubblico non capisce il dramma,li aggredisce e li fa a pezzi,dopo di che li getta in una scarpata coperta da immondizia.

Critica e curiosità

Scriveva Pietro Virgintino : " [..] Il meglio sta nell'ultima fatica dell'indimenticabile Totò , nei due capitoli che sembrano riassumere il suo incontro con il cinema : l'attore comico , che riscattava con la mimica e la battuta i gracili copioni ( "Mo se ne viene lui tomo tomo, cacchio cacchio" , è l'ultima sua uscita ) ; il personaggio umoristico-poetico , così pateticamente umano [..] " .


Ninetto Davoli

Nome: Giovanni Davoli
Altri nomi: Ninetto
Data nascita: 11 Ottobre 1948 (Bilancia), San Pietro a Maida (Italia)
Un ragazzo tosto trasformato in un interprete sensibile e in un eroe che ha popolato pellicole ricche di poesia e sempre pronte a prendere a pugni gli avversari borghesi. Non è inspiegabile che un ragazzo di strada come Ninetto Davoli sia diventato, improvvisamente, uno degli attori italiani più amati e utilizzati da uno dei grandi registi di casa nostra. Il buon Pasolini, in effetti, aveva visto bene in questo giovane, nella sua simpatia, nel suo sorriso, in quel suo essere così vivo e luminoso. Qualcosa nei suoi occhi, nella sua fisicità o nella sua voce era un messaggio di speranza e d'amore. Ninetto Davoli è, per cui, uno degli ultimi messaggeri del cinema di un genio. Esordisce come attore nel 1954, quando Luigi Zampa lo sceglie per una piccola parte ne La romana, pellicola drammatica con Gina Lollobrigida, ma il vero esordio nella cinematografia italiana avviene grazie all'incontro, a 15 anni, con il suo pigmalione, il regista e scrittore Pier Paolo Pasolini che lo dirigerà in ben nove film. Davoli, con quella sua semplicità e quella naturalezza un po' svagata, ben si adatta a una galleria di personaggi pasolinani che entreranno nella storia del cinema. Ma forse è meglio lasciare a Davoli stesso la descrizione della genesi di uno dei più incredibili sodalizi della nostra settima arte degli anni Sessanta/Settanta: «Per me, il cinema era Charlot, Stanlio e Ollio, Totò… e io andavo a vederli con gli amici. Poi un giorno, Pier Paolo mi ha chiesto se volevo fare un film con lui. Mi conosceva, sapeva che ero timido e allora per convincermi mi disse che mi avrebbero dato qualcosa. All'epoca c'era la fame, e gli risposi: "E quanto mi danno?". E lui: "Non so… Uno… Due milioni". "Due milioni?!? Che..!?! E con chi dovrei lavorare?". "Con Totò". "Ma Totò quello del cinema? E mi pagano per lavorare con Totò?"». Convinto dall'intellettuale comunista, Davoli appare ne Il vangelo secondo Matteo (1964), successivamente seguito da capolavori come Uccellacci e uccellini(1966), Edipo Re (1967), Le streghe (1967), Teorema (1968), Capriccio all'italiana (1968), Amore e rabbia (1969), Porcile (1969), Il Decameron (1971), I racconti di Canterbury (1973) e infine ne Il fiore delle mille e una notte (1974). In brevissimo tempo, l'amicizia diventa qualcosa di più. Lui e Pasolini sono come fratelli, condividono un profondissimo affetto l'uno per l'altro e un'immensa passione per il cinema. Pasolini gli ha aperto un varco, vincendo le sue incertezze e le sue esitazioni, spronandolo a dare sempre il meglio sul set. Sempre secondo Davoli, è come se gli avesse detto "Niné, questa è la vita, vai!". Ma gli anni Settanta, non sono fatti solo di Pier Paolo Pasolini e Davoli, con un corpo gagliardo e maschio, trova posto anche nella commedia sexy italiana, recitando accanto a Giuliano Gemma ne Il maschio ruspante (1972), Maria Rosa la guardona (1973), Spogliamoci così senza pudor… (1977) e La liceale seduce i professori(1979). Fortunatamente, la vicinanza con Pasolini lo mette in buona luce con altri registi come Carlo Lizzani che lo vorrà in Requiescant (1966) o Bernardo Bertolucci che lo inserirà accanto a Stefania Sandrelli in Partner (1968). Ottimo è il rapporto con Franco e Sergio Citti: reciterà con il primo e sarà diretto dal secondo in Ostia (1970), Storie scellerate (1973), Casotto (1977) e Il minestrone (1981). La filmografia di Davoli si arricchisce di titoli come che vanno dai più popolari come Er più – Storia d'amore e di coltello (1971) di Sergio Corbucci a pellicole più intellettuali come La tosca (1973). Poi la catastrofe: nel 1975, Pasolini viene ucciso. Oltre al dolore profondo che Davoli prova, inizia lento, ma inesorabile il declino della sua carriera. Senza Pasolini, si sente perso. L'Agnese va a morire (1976) di Giuliano Montaldo, Buone notizie (1979) di Elio Petri e Il cappotto di Astrakan (1980) di Marco Vicari sono le ultime pellicole che interpreta. Lavorerà anche all'estero, diretto da Miklòs Jancsò ne Il cuore del tiranno (1981) e, dopo Il conte Tacchia (1982) ancora per Corbucci e Animali metropolitani (1987) di Steno, si farà attore televisivo in mediocri miniserie. L'unica apparizione cinematografica degli anni Novanta è per l'amico di sempre, Sergio Citti che lo vuole nel film I magi randagi (1996), poi una piccola parte nella serie tv L'avvocato Porta (1997) con Gigi Proietti e l'Oblio. Nonostante questo, la personalità artistica di Ninetto Davoli vive ancora, tanto che l'amministrazione comunale del suo paese gli conferisce la cittadinanza onoraria. Torna a recitare nel 2006, sotto la regia di Eugenio Cappuccio in Uno su due con Fabio Volo.


Laura Betti

Data nascita: 1 Maggio 1934 (Toro), Bologna (Italia)
Data morte: 31 Luglio 2004 (70 anni), Roma (Italia)
Attrice italiana. Inizia come cantante prediligendo i ritmi jazz e le sonorità dense e impegnate delle canzoni e del teatro brechtiano. Debutta nel cinema nel 1956 in Noi siamo le colonne, commediola sentimentale di L.F. d'Amico, ma abbandona subito i toni leggeri per dedicarsi al teatro impegnato e alla rifinitura di un istinto recitativo avido di personaggi forti. Dopo un'apparizione in La dolce vita (1960) di F. Fellini, incontra il suo pigmalione P.P. Pasolini che le ritaglia tre significative apparizioni nei tre episodi da lui diretti rispettivamente in Ro.Go.Pa.G. (1963), Le streghe (1967) e Capriccio all'italiana (1968). In Teorema (1968), sempre di Pasolini, l'interpretazione della serva contadina le vale la Coppa Volpi a Venezia. Votata a ruoli impegnati e spesso sgradevoli, avulsi dai diktat della bellezza ed evitati in genere dalle attrici protagoniste, tratteggia anche generosi e intensi ruoli secondari, fra gli altri per i fratelli Taviani in Allonsanfan (1973), per M. Jancsó in Vizi privati, pubbliche virtù (1976) e per B. Bertolucci in Novecento Atto I e II (1976). Fra i suoi film più recenti Il grande cocomero (1993) di F. Archibugi e I magi randagi (1996) di S. Citti. Nel 1979 pubblica il romanzo Teta veleta, acida e velenosa critica degli ambienti intellettuali italiani. Dirige il Fondo Pier Paolo Pasolini, con cui cura tra l'altro la pubblicazione del volume Le regole di un'illusione (1991), che ripercorre la filmografia di Pasolini attraverso documenti e testimonianze dello stesso regista.


Adriana Asti

Nome: Adriana Ast
Data nascita: 30 Aprile 1933 (Toro), Milano (Italia)
Al suo esordio teatrale, avvenuto in giovanissima età nel 1951, la recitazione appassionata, dall'originale timbro drammatico, le procurò un immediato successo, mettendola in luce come una delle più promettenti attrici di prosa italiane. Passata al cinema all'inizio degli anni Sessanta, ha interpretato ruoli secondari, ma spesso in film di grande valore, come Rocco e i suoi fratelli, diretto da Luchino Visconti (1960) e Accattone, di Pierpaolo Pasolini, che ebbe come protagonista il "ragazzo di vita" Franco Citti. Nel 1964 Adriana Asti diede vita al suo personaggio più inquietante, interpretando con notevole bravura il contorto personaggio di Gina, la zia-amante del giovane Fabrizio, protagonista di Prima della rivoluzione, un film diretto da Bernardo Bertolucci, in parte autobiografico e in parte ispirato ad un celebre romanzo di Stendhal, La Certosa di Parma. Adriana Asti ha lavorato anche per la televisione, partecipando nel 1967 ad uno sceneggiato di successo, La fiera delle vanità di Anton Giulio Maiano, tratto dal ben noto romanzo di William Thakheray. La sua attività televisiva si è protratta negli anni dal 1970 al 1975, sempre in opere di riconosciuto valore, come Partita a quattro (1970), Come un uragano (1971), L'inserzione (1972), e soprattutto Orlando Furioso (1975), una geniale trasposizione televisiva del poema cavalleresco di Ludovico Ariosto, sceneggiato da Luca Ronconi in collaborazione con Edoardo Sanguineti. Nel 1975 Adriana Asti condusse con finezza Sotto il divano, uno dei primi talk-show televisivi con pretese psicanalitiche, mentre nel 1995 ebbe una parte nello sceneggiato La famiglia Ricordi. Ha lavorato anche come doppiatrice.


Franco Franchi

Nome: Francesco Benenato
Data nascita: 28 Settembre 1922 (Bilancia), Palermo (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1992 (70 anni), Roma (Italia)
Attore italiano. Inseparabile metà del duo comico con C. Ingrassia, recita sempre e solo un unico personaggio: la maschera del babbeo sgangherato, tutta risolta in una mimica facciale sbilenca e caricaturale, classicamente contrapposta a quella compunta e saputa del compagno. Dal 1957 lavorano insieme nell’avanspettacolo e nella commedia musicale (con D. Modugno in Rinaldo in campo). Esordiscono nel cinema in Appuntamento a Ischia (1960) di M. Mattòli, contribuendo con alcune gag travolgenti al grande successo del film. Da allora, la loro filmografia è tanto lunga quanto monotona e ripetitiva. Negli anni ’60 mantengono la media impressionante di una decina di pellicole l’anno, divenendo un vero fenomeno popolare. La loro ricetta è elementare: una sistematica ripresa parodistica di pellicole e generi cinematografici di successo, come in Per un pugno nell’occhio (1965) di M. Lupo e nel paradigmatico Ultimo Tango a Zagarolo (1973) di N. Cicero, interpretato dal solo F. Ma la trama è soprattutto un pretesto per innescare i numeri del duo, come ben si evince fin dai titoli: I due della legione (1962), I due evasi di Sing Sing (1964), I due parà (1966), oppure Come inguaiammo l’esercito (1965), Come svaligiammo la Banca d’Italia (1966), Come rubammo la bomba atomica (1967), tutti con la regia di L. Fulci. Performance di diverso spessore, invece, F. e Ingrassia le forniscono al di fuori dei «loro» film, quando recitano in contesti narrativi più solidi e strutturati, sotto la direzione di registi consapevoli e scrupolosi. Nell’episodio Cosa sono le nuvole di Capriccio all’italiana (1968) girato da P.P. Pasolini, affiancano con sagacia il maestro Totò in un teatro di marionette, mentre nelle Avventure di Pinocchio (1972) di L. Comencini, girato per la tv, sono vivacissimi nella parte del Gatto (interpretata da F.) e della Volpe. Significativa anche la loro partecipazione, nel 1984, al pirandelliano Kaos dei fratelli Taviani. A partire dagli anni ’80, tuttavia, F. sconterà, ben più che il compagno, una palese difficoltà a rinnovarsi. Dopo la separazione da Ingrassia, infatti, la sua carriera si trascina nello scialbo tentativo di riproporre, come solista, il proprio invariabile repertorio comico-grottesco.


Ciccio Ingrassia

Nome: Francesco Ingrassia
Data nascita: 5 Ottobre 1923 (Bilancia), Palermo (Italia)
Data morte: 28 Aprile 2003 (79 anni), Roma (Italia)
Dopo una lunga gavetta nei teatri di provincia, Ciccio Ingrassia arrivò al cinema all'inizio degli anni Sessanta. Proprio nel 1960 esordì in coppia con Franco Franchi in Appuntamento a Ischia. Per tutto il decennio il duo Franchi-Ingrassia furoreggiò con titoli quali I due mafiosi (1963), I due evasi di Sing Sing (1964), I due deputati (1968), I due vigili (1968) e Don Chisciotte e Sancho Panza (1968). L'allentamento del sodalizio che caratterizzò l'inizio degli anni Settanta consentì a Ingrassia di mostrare le sue doti di attore drammatico in Violenza, quinto potere (1972). L'anno seguente fu lo zio matto del protagonista in Amarcord, di Fellini, poi recitò in Todo modo (1976), di Petri, ne L'ingorgo (1979), di Comencini, e in Giovani e belli (1995), di Risi. Come regista firmò due titoli: Paolo il freddo (1974), in cui lasciò spazio a Franchi, ritagliandosi solo una parte secondaria come attore, e L'Esorciccio (1975), in cui, al contrario, assente l'amico, fu anche protagonista.


Carlo Pisacane

Data nascita: 1 Gennaio 1891 (Capricorno), Napoli (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 1974 (83 anni), Roma (Italia)
Inizia con Raffaele Viviani a teatro e dopo numerose apparizioni al cinema raggiunge la notorietà con il personaggio di Capannelle, ne I soliti ignoti. Ma del suo aspetto da spiritello perennemente affamato, che sembra uscito da una novella del Boccaccio, della sua figura caricaturale e segaligna, spesso nei panni dell'arguto e simpatico vecchietto, si serviranno anche Rossellini e Fellini. Tra i film: Paisà (epis. Sicilia, 1946) di Roberto Rossellini; Processo alla città (1952) di Luigi Zampa; La bella mugnaia (1955) di Mario Camerini; I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli; Prepotenti più di prima (1959) di Mario Mattoli; Audace colpo dei soliti ignoti (1959) di Nanni Loy; Il vigile (1960) di Luigi Zampa: Che gioia vivere! (1961) di René Clément; Colpo gobbo all'italiana (1962) di Lucio Fulci; Giulietta degli spiriti (1965) di Federico Fellini.


Francesco Leonetti

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Uccellacci e uccellini (1966) di Pier Paolo Pasolini dove ha interpretato la parte di La voce del corvo. Nel 1969 ha inoltre lavorato con Liliana Cavani per la realizzazione del film I cannibali [1] dove ha interpretato la parte del padre di emone.


Domenico Modugno

Data nascita: 9 Gennaio 1928 (Capricorno), Bari (Italia)
Data morte: 6 Agosto 1994 (66 anni), Lampedusa (Italia)
Cantante, compositore e attore italiano. Appena maggiorenne, partecipa al concorso per attori del Centro sperimentale di cinematografia di Roma, dove ottiene una borsa di studio quale migliore allievo della sezione di recitazione. Esordisce sul grande schermo con la piccola parte dell'avvocato Nocella in Filumena Marturano (1951) di E. De Filippo. L'anno seguente interpreta un soldato siciliano che canta la «ninna nanna» a una bambina in Carica eroica (1952) di F. De Robertis: è l'inizio di un successo come cantante che raggiunge il mercato internazionale con i festival di Sanremo alla fine degli anni '50. Se il palcoscenico e la televisione gli regalano grandi soddisfazioni, il cinema lo utilizza come attore di commediole spesso tratte dai suoi successi canori come Io, mammeta e tu (1958) di C.L. Bragaglia, Nel blu dipinto di blu (1959) di P. Tellini e Piange... il telefono (1973) di L. De Caro. Nel 1963 tenta la carta della regia, occupandosi anche della produzione e della sceneggiatura, con il pastiche Tutto è musica, ma non ha grande successo. Miglior fortuna la ottiene come compositore di colonne sonore in film ironicamente drammatici quali Uccellacci e uccellini (1966) e Capriccio all'italiana (episodio Che cosa sono le nuvole??, 1968, in cui ha anche una piccola parte) di P.P. Pasolini.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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