I due colonnelli

[ Totò con Nino Taranto] [Totò con Scilla Gabel]

[ Totò con Toni Ucci ] [Totò con Nino Terzo e Adriana Facchetti]

[ Totò con Roland von Bartrop e Nino Taranto] [ Totò e Nino Taranto  ]

Videoclip titoli di testa

Regia : Steno (Stefano Vanzina)
Soggetto : Bruno Corbucci,Giovanni Grimaldi
Sceneggiatura : Bruno Corbucci,Giovanni Grimaldi
Fotografia : Clemente Santoni
Scenografia : Giorgio Giovannini
Musica : Gianni Ferrio
Montaggio : Giuliana Antenni
Aiuto regia : Mariano Laurenti
Direttore produzione : Egidio Quarantotto
Produzione : Gianni Buffardi per Titanus,Roma
Durata: 104 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( il colonnello Di Maggio )
Walter Pidgeon( il colonnello Timothy Henderson )
Nino Taranto( il sergente Quaglia )
Scilla Gabel( Iride )
Toni Ucci( Mazzetta )
Adriana Facchetti( Penelope )
Roland von Bartrop( il maggiore Kruger )
John Francis Lane( il sergente inglese)
Giorgio Bixio( il soldato Giobatta )
Nino Terzo( il soldato La Padula )
Mimmo Poli( un soldato )
Adriano Buzzanca( il partigiano greco )

Altri interpreti :
Gerard Herter, Giorgio Maestri, Eleonora Gery,
Franco Lantieri, Jack West,
Nino Nini,Andrea Scotti

           

Soggetto

Nell'albergo di un paesino tra la Grecia e l'Albania nel 1943 si alternano secondo le vicende della guerra i quartier generali del colonello italiano Di Maggio e del colonnello inglese Henderson,tra i due nasce anche una amicizia tanto che si salvano la vita a turno.Ma quando i tedeschi ordinano a Di Maggio di radere al suolo il paese ,questi si rifiuta e viene condotto davanti al plotone di esecuzione.Henderson con le sue truppe lo salva e dopo l'8 settembre insieme combattono il nemico comune.

Critica e curiosità

Walter Pidgeon reduce dai festeggiamenti hollywoodiani per l'uscita del suo ultimo film che ne chiudeva la carriera cinematografia fu convinto a girare quest'ultimo film in Italia con Totò , che aveva sempre desiderato girare un film con l'attore americano . Per la scena in cui Totò rivolgendosi all'ufficiale nazista gli urla : " E ci si pulisca il culo ! " , Steno racconta che dovette faticare non poco per convincere Totò a dire quella battuta , il Principe sia nella vita che nella scena non arrivava mai ad esprimersi con parolacce .
Scriveva Valentino Di Carlo : " Totò è sempre Totò : un modo di dire piuttosto convenzionale ma esatto . I produttori si ricordano di lui soltanto per tenere in piedi ignobili intrugli con intenzioni comiche : ma è raro che , nonostante queste , Totò non si permette in ogni filmetto almeno una scena degna delle sue doti di grande attore . [..] Non è certamente uno dei mogliori film di Totò , ma i duetti tra il comico napoletano e il suo antagonista [..] son alquanto gustosi [..] " .
Su Il Messaggero di Roma a firma "vice" : " [..] Su questa trama fluida e vaga come un canovaccio di commedia dell'arte , Totò ricama con esuberante genialità e con grande efficacia espressiva , una delle sue più riuscite interpretazioni , riuscendo a conferire al tempo stesso al personaggio note umane che gli danno dimensioni più vaste e autentico calore vitale [..] " .


Walter Pidgeon

Nome: Walter Davis Pigeon
Data nascita: 23 Settembre 1897 (Vergine), East St. John (Canada)
Data morte: 25 Settembre 1984 (87 anni), Santa Monica (California - USA)
Nato in Canada nel 1897, Walter Pidgeon debutta dapprima come cantante di varietà e di operetta, ottenendo un buon successo in musical portati sui palcoscenici americani ed europei. Arrivato al cinema nella seconda metà degli anni '20 (Mannequin di Cruze), Pidgeon vanta una delle più longeve carriere hollywoodiane, anche se il grande successo lo ha raggiunto in età già matura, a partire da Saratoga di Jack Conway. Attore legato alla MGM, ha lasciato di sé eleganti interpretazioni in drammi spesso venati di romanticismo. Tra le rare occasioni che consentirono a Pidgeon caratterizzazioni più sfaccettate, vanno ricordate quella del bandito Quantrill nel western di Walsh La belva umana, e soprattutto quella del dottor Morbius nel film di fantascienza di F. M. Wilcox, Il pianeta proibito. Tra i suoi maggiori successi figurano invece Com'era verde la mia valle di John Ford, La signora Miniver di William Wyler, L'ultima volta che vidi Parigi di Richard Brooks, Funny girl, ancora di Wyler. Pidgeon è morto quasi novantenne, nel 1984, a Santa Barbara in California.


Nino Taranto

Data nascita: 28 Agosto 1907 (Vergine), Napoli (Italia)
Data morte: 23 Febbraio 1986 (78 anni), Napoli (Italia)
Esordì a soli tredici anni al Teatro Centrale di Napoli, interpretando quelle che sarebbero diventate le sue specialità: la “canzone in giacca” drammatica, quella da “dicitore” in abito da sera e soprattutto le macchiette, tra le quali l'indimenticabile “Ciccio Formaggio”, con la paglietta ritagliata. Nel 1928 si avvicinò con successo alla sceneggiata, attraverso la quale Taranto ebbe modo di forgiare un carattere di recitazione tutto suo, fatto di mimica, improvvisazione e professionalità, ed improntato alla massima serietà ed abnegazione verso il proprio lavoro. Invitato in tournèe negli Stati Uniti, ne tornò con “una pianola a mano e mille dollari”, impiegati per finanziare la sua prima compagnia di varietà, che durò solo quindici giorni e finì nel disastro totale. Nel 1933 fu scoperto da Anna Fougez, che lo fece debuttare nella grande rivista, nella quale Taranto impose i suoi caratteri e la sua verve, e dalla quale ricevette ampie soddisfazioni. Negli anni '50 si dedicò alla prosa, mettendo in scena, oltre a farse e commedie leggere, i testi dell'amico Raffaele Viviani, di cui propose tra l'altro L'ultimo scugnizzo e L'imbroglione onesto. Lavorò anche per il cinema, girando un centinaio di film, alcuni dei quali accanto a Totò ( Nonna Felicita, 1939; I pompieri di Viggiù, 1949; Se fossi deputato, 1949; Tizio, Caio e Sempronio, 1951; Accadde al commissariato, 1954; Italia piccola, 1957; I prepotenti, 1958; Assi della ribalta, 1959; Totòtruffa '62, 1961; Totò contro Maciste, 1962; Il monaco di Monza, 1963). La sola occasione di rilievo gli fu offerta nel 1953 dal regista Luigi Zampa, con Anni facili, per il quale Taranto ricevette il Nastro d'argento come protagonista. La sua carriera l'ha terminata sulle tavole del Teatro Stabile Sannazzaro di Napoli, nella compagnia di Luisa Conte, con interpretazioni che hanno dell'eccezionale. La definizione che fa di Taranto un comprimario è però riduttiva. Possedeva ottime qualità mimiche, una voce gradevole e una comicità assai composta. Sono le caratteristiche che gli avevano dato successo in teatro, e che egli ha portato sullo schermo in numerosissime commedie leggere, che la critica non gli perdona: l'accusa è di aver rinunciato a valorizzare le proprie possibilità. Ma Nino Taranto, come Totò e molti altri, in anni in cui c'era chi si impegnava per cambiare il mondo, aveva preferito mettersi al servizio del sorriso.


Scilla Gabel

Nome: Gianfranca Gabellini
Data nascita: 4 Gennaio 1938 (Capricorno), Rimini (Italia)
Comincia la sua carriera come controfigura di Sophia Loren nelle scene subacquee del film Il ragazzo sul delfino (1957). Poi però quell'etichetta, che le resterà appiccicata, di "sosia di Sophia" (Scilla è la sua controfigura anche in Timbuctù). Per liberarsi di quella "persecuzione", insidiosa per la carriera, Scilla si cambia il profilo con la chirurgia plastica. Dopo un esordio teatrale si rivela nel ruolo di Zerbina in Capitan Fracassa (sceneggiato per la tv), che la fa conoscere al grande pubblico nel 1958. Intanto partecipa a numerosi film (lavora anche con Totò: Gambe d'oro, 1958; Noi duri, 1960; I due colonnelli, 1962), e in I fuorilegge del matrimonio (1963), suscita uno scandalo per essere apparsa nuda. La sua attività prosegue soprattutto in televisione. Interpreta Elena nell' Odissea (1968) e una partecipa, nel ruolo di Laura Millington, al celebre sceneggiato di Anton Giulio Majano E le stelle stanno a guardare. Nel 1973 è diretta dal marito Piero Schivazappa nella versione televisiva di Vino e pane di Ignazio Silone, nella parte della protagonista Annina; ma la possibilità di mostrarsi come valida interprete drammatica l'otterrà nel 1976 nei panni di Zobeide, nel Garofano rosso, e in seguito nel ruolo di Virginia in Un eroe del nostro tempo. Ottiene anche molte soddisfazioni dal teatro, che però abbandona nel 1974, quando nasce suo figlio Emiliano. Lo sceneggiato tv Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1983) le fa conquistare il riconoscimento come miglior attrice al Festival del Giallo di Cattolica. Nuovamente diretta dal marito, appare nel 1988 nel film per la tv Festa di Capodanno.


Toni Ucci

Data nascita: 13 Gennaio 1920 (Capricorno), Roma (Italia)
Esordisce e si forma nella rivista, si afferma nel cabaret (fra gli altri il Puff), lavora con assiduità in teatro, interpretando commedie di ogni genere, comprese quelle musicali, appare in alcuni telefilm e originali televisivi (dal 1959). Nel cinema – il suo primo film risale al 1947 – è soprattutto una preziosa “spalla”, ma disegna anche piacevoli e accattivanti figurine di contorno con notevole maestria. Attore brillante più che comico, dotato di una bella voce e di un volto che esprime immediata simpatia, è a suo agio soprattutto quando interpreta il ruolo dell’uomo del popolo, arguto e saggio. Notevoli anche le sue performances nel versante drammatico (è Erode Antipa nel Messia di Rossellini). Fra i suoi lavori televisivi si ricordano almeno: Qualcuno al telefono (serie Giallo Club, 1959), Io accuso, tu accusi (serie Processi a porte aperte, 1968), Quel negozio di Piazza Navona, sceneggiato filmato di M. Guerrini (1969), la serie di telefilm La famiglia Benvenuti di A. Giannetti (1969), L’accusa rinuncia (serie Di fronte alla legge, 1972), Testimoni reticenti (serie Qui squadra mobile, 1976) e lo sceneggiato filmato Accadde a Zurigo di D. Montemurri, 1981


Adriana Facchetti

Data nascita: 6 Gennaio 1921 (Capricorno), Desenzano del Garda (Italia)
Data morte: 6 Ottobre 1993 (72 anni), Roma (Italia)
È una delle più solide caratteriste del cinema italiano, pronto ad utilizzarla quando occorra una donna dal carattere forte e autoritario, dai tratti somatici duri e irregolari, per disegnare zitelle inacidite, insegnanti baffute e petulanti, zie o cognate brutte e insignificanti. Una galleria di personaggi spesso secondari che Adriana Facchetti disegna con ironica e divertita partecipazione. Ed anche in teatro, dove debutta alla fine degli anni Trenta, facendo parte di compagnie primarie, recita il ruolo di “brutta ma simpatica” che nel cinema sarà la sua carta vincente, anche se la relegherà ad un ingiusto anonimato. Il suo curriculum artistico è piuttosto vasto, sia in teatro, sia nel cinema, sia in TV. Fra le sue tante apparizioni televisive il telefilm O samba (1988), della serie Piazza Navona, diretto da Daniele Costantini.


John Francis Lane

Data nascita: 1 Dicembre 1928 (Sagittario), Whitstable (Gran Bretagna)
È un caso anomalo nel cinema italiano. Giornalista di professione, attore per caso, corrispondente da Londra per il «Daily Telegraph» per informare il pubblico londinese su ciò che accade o che si prepara sui set cinematografici italiani. Ed è durante la lavorazione de La dolce vita che, mentre sta intervistando Federico Fellini, si lascia convincere a sostenere una piccola parte nel film impersonando in realtà se stesso, durante la scena della conferenza stampa organizzata per l’arrivo della diva (Anita Ekberg) quale inviato della rivista d’infornazione cinematografica «Films and Filming». Divertito ed entusiasmato da questa esperienza, Lane da quel momento prende la decisione di esercitare la doppia professione: giornalista e attore, anche se i ruoli che gli saranno affidati non saranno altro che figurazioni o addirittura brevi comparsate da salace caratterista. Intelligente, colto, schietto, dotato di un sottile humour, buon professionista, scrive articoli anche per la rivista «L’Europeo» e in seguito per «Screen», apparendo contemporaneamente in molte pellicole accanto a Totò, della Magnani, di Tognazzi, di Van Heflin, di Volonté, di Gassman e di moltissimi altri, facendosi garbatamente dirigere, oltre che da Fellini, da registi quali Monicelli, Ferreri, Steno, Petri, Rosi, i Taviani, la Wertmüller, ovviamente sostenendo il più delle volte i soliti minuscoli ruoli che variano da militare obbediente a cameriere altrettanto obbediente, da diplomatico, prelato, aristocratico, medico, avvocato.


Giorgio Bixio

Data nascita: 2 Agosto 1912 (Leone), Genova (Italia)
Data morte: 25 Settembre 1984 (72 anni), Roma (Italia)
I suoi primi approcci con il palcoscenico li ha tramite una compagnia filodrammatica di Santa Maria di Castello della sua città. In seguito diventa attore professionista nel settore dell’avanspettacolo, finché diviene decisivo per lui l’incontro con Gilberto Govi che dal 1944 lo scrittura per recitare nella sua compagine dialettale, dove Bixio rimarrà fino al ritiro del grande capocomico. Ritorna saltuariamente all’avanspettacolo: nel 1960 è interprete ed autore di Chiamate Giorgio 666 e nel 1961 è con la Compagnia Gagliardi. La rivista musicale è il genere a lui più congeniale e infatti appare in Promesse promesse di Garinei e Giovannini con Dorelli e la Spaak e in Polvere di Broadway (Compagnia Tognazzi-Giusti-Chiari), fino allo sfortunato Decamerone con Sylva Koscina. Nelle stagioni 1973-74 e 1975-76 torna al teatro di prosa dialettale accanto a Carlo Dapporto, Anna Caroli e Titti Benvenuto per portare nelle città italiane il repertorio goviano, da Pignasecca e Pignaverde a Articolo IV, a L’indimenticabile agosto. Nel 1976 recita con Macario nella commedia musicale Anche le figlie di Maria portano i jeans. Nel cinema non interpreta molti film e in quei pochi sempre ruoli da caratterista. Partecipa inoltre alla miniserie televisiva di Gianni Amico Le cinque stagioni (1976). Nel 1940 si sposa con Ida Bartoletti, ma tempo dopo se ne separa, e va a convivere con la ballerina Luisa Amorosi, in arte Luisa Bixio.


Nino Terzo

Data nascita: 22 Maggio 1923 (Gemelli), Palermo (Italia)
Data morte: 8 Maggio 2005 (82 anni)
Prima di approdare, come caratterista, al cinema, lavora intensamente nell’avanspettacolo e nel teatro di rivista insieme ad attori come Totò, Peppino De Filippo, Domenico Modugno, Franchi e Ingrassia, Lino Banfi. Si dedica anche al canto, comparendo in alcune operette. Interpreta i suoi primi film nel 1962, riproponendo il personaggio che lo ha reso celebre in avanspettacolo: ovvero il tipo dai riflessi non proprio prontissimi e “tormentato” da un abnorme difetto di pronuncia, che non gli consente di parlare prima di aver inspirato ed espirato rumorosamente. Indispensabile spalla per i tanti attori con cui ha lavorato, dalla comicità dirompente ma un po’ monocorde, ha recitato in film importanti come I clowns di F. Fellini, Café Express di N. Loy e Nuovo cinema Paradiso di G. Tornatore, dimostrando propensione anche per il genere drammatico. Nel 1992 ha abbandonato lo spettacolo


Mimmo Poli

Nome: Domenico Poli
Data nascita: 11 Aprile 1920 (Ariete), Roma (Italia)
Data morte: 4 Aprile 1986 (66 anni), Roma (Italia)
Una filmografia sterminata (più di 120 film), una faccia che potrebbe con impassibile orgoglio posare sul busto di un senatore romano, amata tanto da Totò quanto da Federico Fellini. Compare ovunque, dove serve un barista, uno scaricatore, un detenuto, dai film del Monnezza a quelli di Bernardo Bertolucci. Una presenza costante, tanto familiare quanto fugace, sul grande schermo deI cinema italiano tra gli anni Cinquanta e la fine degli Ottanta. Tra i film: Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada; Totò a colori (1952) di Steno; Stazione Termini (1953) di Vittorio De Sica; Il tesoro dell'Africa (Beat the Devil, 1953) di John Huston; Le notti di Cabiria (1956) di Federico Fellini; Poveri ma belli (1956) di Dino Risi; Arrangiatevi! (1959) di Mauro Bolognini: Totò, Peppino e la dolce vita (1961) di Sergio Corbucci; Vanina Vanini (1961) di Roberto Rossellini; Il monaco di Monza (1963) di Corbucci.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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