Totò a colori

[Totò,Mario Castellani e Isa Barzizza]

[Totò] [Totò con Galeazzo Benti,Fulvia Franco e Franca Valeri]

[Totò e Rocco D'Assunta] [Totò e Virgilio Riento]

[Totò e Fulvia Franco] [Totò,Mario Castellani e Isa Barzizza] [Totò e Fulvia Franco]

[Totò e Franca Valeri] [Totò e Galeazzo Benti]

[Totò] [Totò con Galeazzo Benti e Fulvia Franco]

[Totò e Guglielmo Inglese] [Totò con Galeazzo Benti e Fulvia Franco]

[Totò] [Totò e Bruno Corelli]

[Totò ] [Totò ]

Videoclip titoli di testa


Regia : Steno (Stefano Vanzina)
Soggetto : Steno(da sketch di Galdieri e Totò)
Sceneggiatura : Steno,Monicelli,Age,Scarpelli
Fotografia : Tonino Delli Colli
Scenografia : Piero Filippone
Costumi : Giulio Coltellacci
Musica : Felice Montagnini
Montaggio : Mario Bonotti
Aiuto regia : Lucio Fulci
Produzione : Ponti,De Laurentis per la Golden-Humanitas,Roma
Durata: 95 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio Scannagatti )
Rocco D'Assunta( il cognato siciliano )
Rosita Pisano(la sorella di Antonio)
Virgilio Riento( il maestro Tiburzi )
Luigi Pavese( l'editore Tiscordi )
Franca Valeri( Giulia Sofia )
Carlo Mazzarella( il suo fidanzato )
Galeazzo Benti( Poldo di Roccarasata)
Fulvia Franco( Poppy Winnipeg )
Anna Vita( un'esistenzialista )
Lilly Cerasoli( Patrizia )
Vittorio Caprioli( il tenore balbuziente )
Bruno Corelli( il pittore picassiano )
Alberto Bonucci( il regista sovietico )
Armando Migliari( il sindaco di Caianello )
Amedeo Girard( il consigliere Parrini )
Idolo Tancredi( Joe Pellecchia )
Isa Barzizza( la signora del vagone letto )
Mario Castellani( l'onorevole Cosimo Trombetta )
Guglielmo Inglese( il giardiniere )
Michele Malaspina( il consigliere Rossetti )
Silvana Blasi( la serva )
Paolo Ferrara( il conduttore del vagone letto )
Mimmo Poli( l'oste )
Nino Milano( il vicino )
Enzo Maggio( il messo comunale )

Altri interpreti :
Barbara Florian,Manuel Serrano,Nancy Clark,Riccardo Antolini

           

        

     

La scienza va premiata!!

Soggetto

Il maestro di musica Antonio attende da anni di essere ricevuto da un editore milanese.Dopo aver diretto con maestria la banda del paese il nipote del sindaco gli promette di portarlo dall'editore.Giunto a Milano viene ricevuto dall'editore che dopo averlo scambiato per un infermiere lo insegue in malo modo.Antonio si rifugia in teatro di burattini dove esegue un balletto che convince della sua genialità l'editore che finalmente gli da ascolto.

Critica e curiosità

E' il primo film girato completamente a colori nella storia del cinema italiano , viene prodotto da Ponti - De Laurentis in accordo con la Ferrania . Il film ruota tutto intorno a sketch già collaudati nelle riviste di Totò : l'esibizione del direttore d'orchestra , la banda musicale dei bersaglieri , il Pinocchio ( da Volumineide ) , lo sketch degli esistenzialisti e del vagone letto ( da C'era una volta il mondo ) . L'uso di una pellicola a colori per quei tempi necessitava pero' l'impiego di luci molto forti , a scapito naturalmente della vista infatti era già cieco ad un occhio , pare che ad un certo punto la parrucca di Totò fumasse tanto era il caldo e che nel bel mezzo di una scena addirittura svenne . Il flm ebbe un successo incredibile , registrò infatti il record assoluto di incassi per un film italiano ma come spesso accadeva per i film il cui interprete era Totò , la critica non ebbe giudizi positivi .
Arturo Lanocita scriveva : " [..] Questo comico che pure avrebbe possibilità e capacità di rinnovarsi , non esita davanti al fastidio della ripetizione . E continua a compiacersi della sboccata platealità . Se si ride? Certamente , ma a condizione di vergognarsi , talvolta , di aver riso .[..] In complesso il Totò usuale della farse . L'esperimento del colore , come procedimanto italiano , ha la discontinuità e le incertezze di tutti gli esperimenti .[..].
E Gian Luigi Rondi : " Per tentare le vie del colore , il cinema italiano ha fatto ricorso a Totò e dal suo antico repertorio di rivista ha tratto alcune macchiette che , affidate ad un unico filo conduttore , potessero dar vita a un film a episodi abbastanza piacevole [..]."

      


Rocco D'Assunta

Data nascita: 7 Febbraio 1904 (Acquario), Palermo (Italia)
Data morte: 27 Gennaio 1970 (65 anni), Roma (Italia)
Inizia a recitare giovanissimo in alcune compagnie di giro siciliane facendosi apprezzare per una certa dote di umorismo e soprattutto per le capacità mimiche nel parodiare celebri attori dialettali siculi, fra cui Giovanni Grasso e Angelo Musco, nella cui formazione teatrale milita per parecchi anni. Agli inizi degli anni Trenta fa parte della Compagnia Za-Bum diretta da Mario Mattòli, poi si dedica alla radio divenendo uno degli attori fissi del Teatro Comico Musicale di Radio Roma presso il quale acquista una certa rinomanza nel disegnare macchiette e tipi buffi siciliani, il che gli procura varie richieste per entrare nel settore del doppiaggio. Nell’immediato dopoguerra riesce a formare una propria compagnia insieme a Margherita Bossi Nicosia, Turi Ferro, Renzo Colombo, con la quale porta in varie città italiane opere di Santi Savarino e Rosso di San Secondo. Nella prima metà degli anni Sessanta è ancora a capo di una propria compagnia della quale fanno parte anche la figlia Solvejg, Franco Jamonte e Umberto Spadaro rappresentando novità di Armando Maria Scavo e di Turi Vasile. Nel cinema debutta con un film tratto dagli spettacoli Za-Bum, La segretaria per tutti (1933), rimanendo sempre relegato allo stereotipo della macchietta siciliana ed essendo impiegato quindi come caratterista, a volte abbastanza efficace, ma pur sempre in ruoli di piccolo spessore. In una non numerosissima quantità di film, riesce comunque a ritagliarsi un suo spazio facendosi apprezzare in ruoli un po’ più rilevanti come il pavido sacrestano de Il brigante Musolino (1950), il commissario di Un americano a Roma (1954), il mafioso Joe Taccola di Totò lascia o raddoppia?? (1956) e, verso la fine della carriera, due tipi siciliani, il fattore e il padre del seduttore in Liolà e Sedotta e abbandonata, girati nel 1964. È anche autore, firmandosi con lo pseudonimo Roda, di un atto unico Io, Angelo Musco, omaggio all’eclettico attore siciliano, che riesce a rappresentare per la prima volta nel 1962 con la compagnia formata con la propria figlia Solvejg e che riprenderà più volte nel corso di successive stagioni. In televisione è nel cast dell’originale Ragazzo al telefono (1961) di Giampaolo Callegari e successivamente interpreta un bel ruolo ne La giara, inserito ne L’altra faccia della giustizia (1968) per la serie Il mondo di Pirandello diretto da Luigi Filippo D’Amico. Sempre nel 1968, appare nell’episodio Il sospetto della serie I racconti del maresciallo diretta da Landi.


Rosita Pisano

Data nascita: 7 Ottobre 1924 (Bilancia), Napoli (Italia)
Appartenente ad una numerosa famiglia di attori del teatro dialettale napoletano, fin da bambina respira la polvere del palcoscenico. Debutta giovanissima accanto ai parenti per ottenere poi una scrittura nella compagnia dei fratelli De Filippo, nell’immediato dopoguerra e continuare poi con il solo Eduardo dopo lo scioglimento della compagnia, per l’allontanamento di Peppino. In qualità di seconda attrice giovane, Rosita Pisano prende parte alla novità Questi fantasmi nel 1946, ripresa varie volte nelle stagioni successive. Sempre con Eduardo recita in Le bugie con le gambe lunghe (1948), cui segue nel medesimo periodo Le voci di dentro, oltre a varie altre commedie di Eduardo. Nel 1950 recita in La paura numero uno, poi si stacca dalla compagnia, scritturata da altre, come quella, altrettanto importante, di Nino Taranto, che nel 1957 le affida ruoli di simpatica comunicativa in L’ultimo scugnizzo e Bello di papà. Attrice spiritosa, garbata, deliziosamente insolente, disegna sia in teatro che nel cinema saporosi ritratti di amiche curiose, cameriere pettegole, vicine di casa invadenti, portinaie intriganti, popolane litigiose, donnette cialtrone e prepotenti, dosate con gusto e simpatia tipicamente napoletane. Nel cinema Rosita Pisano non ha un grande spazio, limitandosi a ruoli da caratterista arzilla e furba che non le permettono di mettere in luce le sue doti, che invece in teatro risaltano. I suoi personaggi ricordano le splendide figure di popolane create da Dolores Palumbo e Rosalia Maggio, con punte di salaci battute alla Tina Pica, ma hanno uno spessore talmente minimo da risultare quasi delle comparsate. Marginale è pure la sua attività televisiva, limitata all’originale Il valore commerciale (1967) di Giacomo Colli, che la dirige anche nell’episodio Il ventesimo ferragosto per la serie Le donne balorde nel 1970. Nello stesso anno appare anche nell’episodio L’assistito (1970), diretto da Italo Alfaro per la serie Piccole storie - Racconti napoletani; nel telefilm La sciantosa (1971), diretto da Alfredo Giannetti per la serie Tre donne, con Anna Magnani; e infine, sempre in ruoli marginali, in varie commedie del repertorio napoletano ridotte per il piccolo schermo.


Virgilio Riento

Nome: Virgilio Riento d'Armiento
Data nascita: 29 Novembre 1889 (Sagittario), Roma (Italia)
Data morte: 7 Settembre 1959 (69 anni), Roma (Italia)
Figlio di un impresario teatrale, esordì a soli nove anni come macchiettista nei teatrini di varietà romani, per poi approdare alla grande rivista e al cinema, come estroso e frizzante caratterista. Fondamentalmente personificando il poveraccio, l'italiano pantalone destinato sempre a pagare, Riento decorò questo personaggio con una comicità sempre arrabbiata, fiscale, petulante, marionettisticamente resa con i grandi occhi sporgenti, perennemente strabuzzati in un volto atteggiato a smorfia amara stabile. Cominciò a recitare verso il 1935, nelle commedie piccolo-borghesi di Mario Camerini come Il signor Max e Grandi magazzini; fu in moltissimi film l'impiegato statale di basso servizio (fattorino postale, usciere di ministero, capofabbricato, custode notturno ecc.) e tra l'altro comparve in Teresa Venerdì, 1941, di De Sica; Quattro passi fra le nuvole di Blasetti; Abbasso la miseria!, e Abbasso la ricchezza!, 1945-46, entrambi con la Magnani, diretti da Gennaro Righelli. Pur se oggi è quasi dimenticato, Virgilio Riento merita un posto d'onore nella storia del teatro e del cinema italiano, poiché con le sue buffe ed esilaranti macchiette (su tutte quella del cafone abruzzese Donato Collacchione) riesce a divertire con gusto e semplicità ancora oggi. Tra i film: Abbasso la miseria! (1945) di Gennaro Righelli; Fabiola (1949) di Alessandro Blasetti: Miracolo a Milano (1951) di Vittorio De Sica; Io sono il Capataz (1950) di Giorgio Simonelli; La famiglia Passaguai fa fortuna (1952) di Aldo Fabrizi; Totò a colori (1952) di Steno; Pane, amore e fantasia (1953) di Luigi Comencini; Un giorno in pretura (1954) di Steno; L'angelo bianco (1955) di Raffaello Matarazzo: Prepotenti più di prima (1959) di Mario Mattoli


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Franca Valeri

Nome: Franca Maria Norsa
Data nascita: 31 Luglio 1920 (Leone), Milano (Italia)
È approdata in teatro quasi per caso, dopo aver rivelato le sue doti satiriche nei salotti mondani e intellettuali milanesi, dove dava vita a personaggi causticamente ispirati al costume contemporaneo, fatto di frivolezze e ipocrisie, fedeli specchi di un ambiente borghese. Il nome Valeri fu scelto negli anni '50, dopo aver letto un libro dello scrittore francese Paul Valery. Romana d'adozione, vanta una carriera eccezionale: attrice, sceneggiatrice, regista e autrice. È cresciuta nella trasmissione radiofonica Il rosso e il nero, della quale tra l'altro nasce una generazione di attori della”commedia all'italiana ". È qui che Franca Valeri fa conoscere per la prima volta il personaggio della”signorina Cesira ", che passando successivamente dalla radio alla televisione, diventa la”signorina snob ", nevrotica signora milanese, ritratto delle ipocrisie della borghesia contemporanea. Il suo esordio teatrale risale al 1951, quando il Teatro dei Gobbi (che ha fondato con Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli, diventato poi suo marito), recita negli spettacoli Carnet de notes n. 1e Carnet de notes n. 2, che proponevano senza ausilio di scene e costumi, una serie di sketch satirici sulla società contemporanea. Nello stesso anno recita nel suo primo film Luci del varietà, di Alberto Lattuada e Federico Fellini (qui al suo esordio come regista). A questo ne sono seguiti molti altri, tra i quali Il segno di Venere (1955), Il bigamo (1955), Il vedovo (1959), Parigi o cara (1962) e Io, io, io… e gli altri (1965). Sempre con il Teatro dei Gobbi, nel 1954 debutta in televisione, dove si consacrò il personaggio della”signorina snob”e più tardi della”signora Cecioni”(nel programma La regina ed io, 1960), popolana romana perennemente al telefono con”mammà”e fasciata da bigodini giganti, che riscosse un enorme successo. Ha partecipato a numerose serate di Studio Uno (1966) e ai varietà Le divine (1959), Sabato sera (1967), Le donne balorde (1970), Sì, vendetta (1974), Vino, whisky e chewing-gum (1974), A modo mio (1976), Studio 80 (1980), Giochiamo al varietè (1980), Cipria (1982). Legata visceralmente alla Scala, dove ha maturato la sua passione per l'opera lirica, si è anche cimentata come regista di melodrammi. Nel 1993, dopo una lunga assenza dai teleschermi, ha partecipato alla trasmissione Magazine 3su Raitre. Nel '95 è stata co-protagonista con Gino Bramieri della sit-com di Canale 5 Norma e Felice e, un anno più tardi con la fiction Caro maestro. Nel 2000 è stata protagonista accanto a Nino Manfredi di Linda, il brigadiere e…, fiction andata in onda su Raiuno, e del film tv Come quando fuori piove, diretto da Mario Monicelli. È autrice di commedie di grande successo, come: Lina e il cavaliere, Meno storie, Tosca e le altre due e Le Catacombe. Quello che caratterizza in modo inequivocabile il suo stile, è un uso intelligente e raffinato dell'ironia: i suoi personaggi fanno riflettere su quelli che sono i vizi e le virtù della società.


Carlo Mazzarella

Data nascita: 30 Luglio 1919 (Leone), Genova (Italia)
Data morte: 7 Marzo 1993 (73 anni), Roma (Italia)
Diplomato all'Accademia che aveva frequentato con gli ex compagni di scuola Vittorio Gassman e Luigi Squarzina durante la guerra lavora in teatro con Sergio Tofano e Anna Proclemer e in riviste come Ritorna Za Bum e Pasquino. Il debutto al cinema è nel 1945 nel film di Mario Soldati Le miserie del signor Travet ma non è questa carriera a procurargli notorietà. Diventerà invece famoso come giornalista televisivo alla Rai. Tra i suoi film oltre Le miserie del signor Travet (presentato nel maggio 1946) di Soldati Il vento mi ha cantato una canzone (1947) di Camillo Mastrocinque Riso amaro (1949) di Giuseppe De Santis Luci del varietà (1950) di Alberto Lattuada e Federico Fellini Totò a colori (1952) di Steno Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini Un americano a Roma (1954) di Steno Il bigamo (1955) di Luciano Emmer Un eroe dei nostri tempi (1955) di Monicelli Il disco volante (1964) di Tinto Brass.


Galeazzo Benti

Nome: Galeazzo Bent
Data nascita: 6 Agosto 1923 (Leone), Firenze (Italia)
Data morte: 20 aprile 1993 , Firenze (Italia)
Quando il conte Bentivogli si accorse che il nipote Galeazzo, alto, bello, brillante, raffinato, seduttore, stava trascinando”nel fango del cinematografo”il buon nome del casato, gli impose, per vie legali, di”potare”il cognome. Nacque così, dall'ira del nonno, un elegante nome d'arte: Galeazzo Benti. Divenne sulla scena (e spesso sullo schermo) il”gagà”per antonomasia. Rappresentò quindi sia in teatro che sullo schermo il giovanotto snob e nullafacente, con erre moscia e movenze sincopate. Nella stagione 1943-44, Benti recitò in Ritorna Za Bum di Marcello Marchesi, accanto ad Alberto Sordi, anch'egli agli esordi. Il successo si ripeté nella stagione successiva con Sai che ti dico??dello stesso autore, sempre accanto ad Alberto Sordi, Vivi Gioi, Ave Ninchi e Luigi Pavese. Nel 1944-45 fu in Pasquino di Vittorio Metz e alla rivista, dedicata all'irriverente personaggio romano (le”pasquinate”erano poesie polemiche contro le autorità), alla quale parteciparono Sergio Tofano, Enrico Viarisio e Aroldo Tieri. Nella stessa stagione, fu in Imputato alziamoci!di Michele Galdieri, accanto a Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, con Lucy D'Albert soubrette. Affrontò la satira con Soffia, so'...di Garinei e Giovannini, famosissima rivista con Anna Magnani e Alberto Sordi. Nella stagione 1952-53 fu eccellente in La piazza di Michele Galdieri, con Carlo Dapporto. Tramontata la rivista ed esauritosi il filone dei filmetti comico-musicali (ne interpretò una sessantina, di cui sette con Totò), Benti nel 1955 si trasferì in Venezuela, allestendovi una compagnia di produzione televisiva (programmi e spot). Venne richiamato in Italia nel 1979 da Ettore Scola per il film La terrazza. In Italia tornò”vendicativo come il conte di Montecristo”, raccontava spiritosamente,”Quando un produttore mi proponeva di fare il gagà, gli dicevo di andare a…”. Dopo il suo rientro in patria, oltre ad aver recitato in alcune commedie teatrali, ha interpretato una quindicina di film e serial tv, meritandosi anche una nomination al David di Donatello per il film Io e mia sorella (1987) di Carlo Verdone. Da ricordare infine il ruolo dell'anziano nobile decaduto che insegna buone maniere a un giovanotto aspirante conte, interpretato da Christian De Sica, nel remake del film Il conte Max (1991).


Fulvia Franco

Data nascita: 21 Maggio 1931 (Gemelli), Trieste (Italia)
Data morte: 15 Maggio 1988 (57 anni), Roma (Italia)
Ex moglie del pugile e attore Tiberio Mitri, lavora con lui per un breve periodo nei fotoromanzi. Viene eletta Miss Italia nel 1948 e nello stesso anno interpreta il suo primo film, Totò al giro d'Italia, di Mario Mattoli. La sua carriera, costruita sull'avvenenza fisica, caratterizzata dai boccoli neri e i tratti delicati del volto, è costituita da ruoli di donna fatale o da frivole commedie ambientate nel mondo dello spettacolo. Oltre Totò al giro d'Italia (1948): Totò a colori (1952) di Steno; Le avventure di Giacomo Casanova (1954) di Steno; Totò all'inferno (1955) di Camillo Mastrocinque: A sud niente di nuovo (1956) di Giorgio Simonelli: Buongiorno, primo amore! (1957) di Marino Girolami; Ercole e la regina di Lidia (1959) di Pietro Francisci: L'amore difficile (epis. Avventura di un soldato di Nino Manfredi, 1962); Alta infedeltà (epis. Scandaloso di Franco Rossi, 1964): Letti sbagliati (epis. 00 Sexy Missione bionda platino, 1965) di Steno.


Anna Vita

Data nascita: 1 Dicembre 1926 (Sagittario), Reggio Calabria (Italia)
È stata una delle regine dei fotoromanzi dei primi anni Cinquanta, amatissima da un pubblico eterogeneo. Altrettanto, purtroppo, non si può dire quanto al cinema che, pur utilizzandola negli stessi anni, non le offre alcuna opportunità, relegandola a piccoli ruoli indegni di un’attrice della sua popolarità. Nel 1952 rifiuta la proposta di Fellini per Lo sceicco bianco, poiché il film intende mettere alla berlina il mondo dei fotoromanzi. Il rifiuto della giovane attrice che intende difendere il “mondo” dal quale proviene finisce su tutti i rotocalchi dell’epoca, con gran clamore. Ma lo “scandalo” non le è di minimo aiuto per la sua carriera. Dopo una mezza dozzina di pellicole o poco più, il nome della bella fanciulla scompare, così come scompare, verso la prima metà degli anni Cinquanta, anche dai fotoromanzi. E di Anna Vita, eletta nel 1950 insieme a Sergio Raimondi come la “coppia più amata” dalle lettrici del settimanale «Tipo», tempo dopo non si ha più alcuna notizia.


Lilli Cerasoli

Data nascita: 27 Settembre 1935 (Bilancia), Roma (Italia)
Dopo una carriera di successo come indossatrice, esordì come attrice di cinema nel 1953. Ha interpretato alcuni film, in parti più o meno importanti, dando prova di una recitazione corretta e di una raffinata eleganza di presenza e di gestualità, derivate probabilmente dalla sua precedente attività di modella. Tra le sue migliori interpretazioni, il film Ragazze d'oggi (1955) e Il vigile (1960) di Luigi Zampa, Guendalina (1957) di Alberto Lattuada.


Vittorio Caprioli

Data nascita: 15 Agosto 1921 (Leone), Napoli (Italia)
Data morte: 2 Ottobre 1989 (68 anni), Napoli (Italia)
Interprete ironico e versatile, a suo agio sia nei ruoli drammatici che in quelli brillanti, Vittorio Caprioli lascia Napoli giovanissimo per diplomarsi all'Accademia d'arte drammatica di Roma. Debutta nel 1942 con la compagnia Carli-Racca, lavorando con Vittorio De Sica, Nino Besozzi e Vivi Gioi nella commedia I giorni della vita di William Saroyan. Esordisce al Piccolo Teatro di Milano nel 1948 ne La tempesta di William Shakespeare (diretto da Giorgio Strehler) e subito dopo interpreta Il corvo di Carlo Gozzi (1948-49). Resta a Milano fino al 1950, ottenendo parti importanti in Questa sera si recita a soggetto, I giganti della montagna di Luigi Pirandello e La famiglia Antropus di Thornton Wilder. Proprio nel 1950 fonda con Franca Valeri (che diverrà in seguito sua moglie) e Alberto Bonucci la compagnia del “Teatro dei Gobbi” che propone un tipo di spettacolo sottilmente satirico, fatto di gag sornione e di battute mordaci, totalmente privo di testi scritti. Nel 1954 interpreta la prima assoluta italiana di Aspettando Godot di Beckett e firma la regia di Le catacombe, C'è speranza nel sesso e Meno storie, scritti e interpretati da Franca Valeri. Successivamente decide di allontanarsi dal teatro per dedicarsi, sia come attore sia come regista, al cinema, ottenendo discreti risultati. Fra le sue pellicole migliori vanno ricordate: come attore, Luci del varietà (1951), Carosello napoletano (1953) e Zazie nel metrò (1960), mentre come regista certamente Parigi o cara (1962). Intanto lavora anche per la televisione, che però non riuscirà ad amare veramente (« Soffro più che altro per l'assenza del pubblico, che considero parte integrante e insostituibile dello spettacolo cui partecipo”). Negli primi anni '80 torna definitivamente al teatro con Ragazzi irresistibili di Neil Simon, Mercadet l'affarista di Honoré de Balzac e La bottega del caffè di Carlo Goldoni. La sua ultima e importante interpretazione è la Trilogia del teatro nel teatro di Luigi Pirandello con la regia di Giuseppe Patroni Griffi


Bruno Corelli

Data nascita: 20 Agosto 1918 (Leone), Bologna (Italia)
Data morte: 17 Febbraio 1983 (64 anni), Tunisi (Tunisia)
Appassionato di teatro, dopo aver recitato in una filodrammatica della sua città si trasferisce a Roma con l’intenzione di frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografica e in qualità di allievo partecipa nel 1938 insieme ad altri del suo corso al film Giuseppe Verdi. Abbandona presto la scuola per prendere parte a spettacoli di prosa e rivista facendosi apprezzare per il suo umorismo e le sue qualità di mimo-ballerino. Inizia una vera attività cinematografica all’indomani del secondo dopoguerra prendendo parte a numerose pellicole per lo più di genere comico-brillante in qualità di attore secondario ameno e divertente o di caratterista dalle battute gustose e salaci, purtroppo senza mai diventare una punta di forza del film, pur lavorando intensamente per quasi tutto il decennio degli anni Cinquanta.


Alberto Bonucci

Data nascita: 19 Maggio 1918 (Toro), Campobasso (Italia)
Data morte: 5 Aprile 1969 (50 anni), Roma (Italia)
Attore dal raffinato e graffiante umorismo, comincia la sua carriera sulle scene nella compagnia De Sica-Besozzi-Gioi ma ben presto passa al Piccolo Teatro di Milano dove porta la sua stravolta e lunare comicità ne Il corvo (1948) di Carlo Gozzi. Nel 1951 arriva la grande notorietà con il famoso Teatro dei Gobbi, che fonda in quello stesso anno insieme a Franca Valeri e Vittorio Caprioli. Questa storica compagnia rappresenta sketch satirici e pungenti senza l'ausilio di scene (solamente un paravento) e costumi; lo spettacolo è un prodigio di intelligenza e di comicità. I tre attori non cedono ad alcun tipo di volgarità o di facilità comica e ugualmente, spesso, lo spettacolo si interrompe per le clamorose risate del pubblico. Asciutto talento dedicato all'ironia, Bonucci dà il meglio di sé nel repertorio brillante, ma lo ricordiamo anche nello spettacolo Intrighi d'amore (1951) e in alcune riviste come il famoso Carosello Napoletano di Giannini, in Senza rete (1954) scritto e realizzato insieme a Paolo Panelli, in Irma, la dolce a fianco di Anna Maria Ferrero (1958), e Buonanotte Bettina di Garinei e Giovannini (1960). Al cinema ha prestato il suo grande istrionismo per ruoli da comprimario in commediole brillanti, come Susanna tutta panna (1958) e Sedotti e bidonati (1964). Scompare in seguito a una tremendo cancro, il 5 aprile 1969.


Armando Migliari

Data nascita: 29 Aprile 1989 (Toro), Frosinone (Italia)
Data morte: 15 Giugno 1976 (87 anni), Roma (Italia)
Ha svolto intensa attività teatrale e radiofonica, esordendo nel cinema nel periodo «muto», ma affermandosi, come ottimo caratterista, nel decennio 1930-40.Nel dopoguerra ha ancora avuto modo di dimostrare la sua bravura nel tratteggiare alcuni sapidi personaggi di secondo piano in alcuni film d’un certo rilievo.


Isa Barzizza

Data nascita: 22 Novembre 1929 (Scorpione), Sanremo (Italia)
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, Isa ha iniziato giovanissima la carriera teatrale, prendendo parte ad alcuni spettacoli di prosa con Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Il vero grande lancio nel mondo del teatro le fu dato da Erminio Macario che a diciassette anni la volle in due sue riviste: Le educande di San Babila (1947) e Follie di Amleto (1947-48). Inizialmente il padre, contrario alla sua decisione di intraprendere la carriera artistica, si lascia convincere ma al patto che la giovane ragazza si faccia seguire da una governante. Carina, col suo corpo splendido e la sua delicata ironia, la Barzizza divenne presto la beniamina del teatro leggero del dopoguerra italiano. L'altro suo “padrino” teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C'era una volta il mondo (1947-48) di Michele Galdieri accanto ad Elena Giusti e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò i tempi comici, il contatto col pubblico, come muoversi sul palcoscenico, insomma tutti i segreti del mestiere. Nella rivista Bada che ti mangio la Barzizza e Totò erano i protagonisti dell'indimenticabile sketch del “vagone letto” (che concludeva anche il film Totò a colori, del 1952). L'attrice ricordò che la prima volta che venne rappresentato questo sketch durava sette minuti mentre, solo dopo alcuni mesi di tournée, le esilaranti improvvisazioni del comico napoletano lo avevano portato a durare ben cinquanta minuti. Presto la Barzizza si affermò anche sullo schermo. Interpretò infatti oltre trenta film, il primo dei quali fu I due orfanelli (1947) di Mario Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l'avevano lanciata sulla passerella (Totò, Macario, Carlo Dapporto), ma non c'è stato alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà (1953), dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco. Nella stagione 1951-52 venne scoperta da Garinei e Giovannini che esaltarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell'umorismo nella rivista Gran baldoria, grandissimo successo che portava le bellissime musiche di Gorni Kramer. Negli stessi anni affrontò anche il teatro di prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Il 3 gennaio 1954, giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni Osteria della posta, che vedeva la Barzizza protagonista. Nel 1955-56 ha interpretato la commedia musicale Valentina, di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Enrico Viarisio e Franco Scandurra, storia d'amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 l'attrice lasciò il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 aveva sposato il quale morì poi in un incidente nel '60 che ebbe violenti strascichi). Attorno agli anni '60 fondò la Citiemme, una società di doppiaggio, dedicandosi a questa attività sia come imprenditrice sia come direzione artistica. Tornò a teatro nei primi anni '90, interpretando numerose commedie, tra le quali ricordiamo La pulce nell'orecchio di George Feydeau con la regia di Gigi Proietti, Arsenico e vecchi merletti di Joseph Otto Kesserling con la regia di Mario Monicelli, Gigi di Sidonie-Gabrielle Colette per la regia di Filippo Crivelli. Nell'estate del 1995 ha partecipato al Festival di Spoleto con L'ultimo yankee di Arthur Miller, con la regia di John Crowther. Nel 1999 accanto alla grandissima Lauretta Masiero è stata sublime ne Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, confermando come sempre il suo grande stile e la sua inconfondibile bravura. Contemporaneamente è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione. Tra le altre cose, ha interpretato il film Ardena (1997) con Arnoldo Foà e Luca Barbareschi, ha condotto su Raitre il rotocalco Mai dire mai (1989) con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alla fiction di Raiuno Non lasciamoci più (1999), seguita da Non lasciamoci più 2 (2001), con Fabrizio Frizzi, Paolo Ferrari e Debora Caprioglio.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Guglielmo Inglese

Data nascita: 24 Novembre 1892 (Sagittario), Napoli (Italia)
Appartenente ad una famiglia di origine pugliese, calca la scene sin dall’età di due anni, poi fa parte di varie compagnie di giro fra cui, importantissima, quella di Raffaele Viviani nel 1920. Abbandona il teatro per dedicarsi con impegno alla radio dove disegna con gustosa ironia alcune macchiette di tipico stampo meridionale, come il “cafone pugliese”, che lo conducono ad una certa popolarità. Inevitabile pertanto che il cinema si interessi a lui proponendogli in film commerciali la ripetitività delle macchiette radiofoniche, di simpatia contagiosa e di immediata comicità, anche se egli viene sempre relegato a ruoli di terzo piano, da caratterista bonario e semplicione, spesso in produzioni minori. Non raggiunge mai una grande popolarità ma, sin dal suo debutto nel cinema che è piuttosto tardivo, il pubblico lo riconosce subito. È molto attivo in teatro, e talvolta fa da spalla a Totò per alcune gustose gag da rivista come 50 milioni, c’è da impazzire! (1936). È anche autore di spassose riviste fra le quali Dal guanto al milione! (1937) e La cosa è andata così (1938)

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it




Diventa fan
- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

Vota il film di Totò

Home  Biografia  Teatro  Cinema  Televisione  Poesie  Canzoni 
Frasi celebri  Fumetti  Fotografie  Totomania  Il baule  Home video 
Totò in TV  News  Ricordi  Interviste  Quiz  Libri  Caricature  Giornali 

www.antoniodecurtis.com