Il comandante

[Totò] [Totò]

[Totò e Britt Ekland ] [Totò e Britt Ekland]

[Totò] [Totò]

[Totò e Andreina Pagnani] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Paolo Heusch
Soggetto : Rodolfo Sonego
Sceneggiatura : Rodolfo Sonego
Fotografia : Alessandro d'Eva
Scenografia : Nedo Azzini
Musica : Piero Umiliani
Montaggio : Licia Quaglia
Aiuto regia : Albino Cocco
Assistente regia : Mario Castellani
Direttore produzione : Antonio Negri
Produzione : Prod. Cinem. Mediterranea,Incei,Roma
Durata: 109 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( il colonnello Antonio Cavalli )
Andreina Pagnani( Francesca,sua moglie )
Luciano Marin( Franco,il figlio )
Carlotta Barilli( Luisa,sua moglie )
Linda Sini( la contessa )
Isa Crescenzi( la coinquilina )
Britt Eklund( Iris )
Franco Fabrizi( Sandrelli)
Mario Castellani( il capitano Castelletti )
Pietro Morgia( l'autista del colonnello )
Peter Martell( il giovane ufficiale )
Lina Alberti( la giocatrice di casa Cavalli )
Elvira Cortese( un'altra coinquilina )
Marcella Valeri( la cassiera del bar )

Altri interpreti :
Alessio Ruggieri, Gianluigi Scarpa,
Ermelinda De Felice,Maria Virginia Onorato

              

           

           

Soggetto

Il colonnello Cavalli è stato promosso generale e messo a riposo per raggiunti limiti di età. Cavalli pretende di essere contento; finalmante potrà alzarsi tardi alla mattina, scriverà il suo memoriale " Da Caporetto a El Alamein", mettersi a capo di una grossa azienda, fare insommma tutto ciò che non ha potuto nei lunghi anni di carriera militare. Ma, sin quasi dal primo giorno della sua nuova vita, il generale comincia a rendersi conto di non essere più il "comandante"; è stato così abituato a essere obbedito, senza discutere, da migliaia di uomini, che non è preparato alla lotta quotidiana delle vita, nella quale solo chi è più aggressivo, intraprendente e furbo riesce ottenere il successo. Il generale si agita, si dà da fare, e naturalmente combina pasticci. Gradatamente si rende conto che, come borghese è nessuno: le sue parole vengono ascoltate sempre meno, ed egli gi sente sempre meno importante, quasi inutile. Anche il suo memoriale gli viene rifiutato dai rotocalchi. Alla fine, dopo disillussioni ed equivoci, una dinamica agenzia immobiliare gli offre un incarico di fiducia. Per il suo stipendio, il generele spara grosso 3OO.000... Per le verità, i titolari dell'agenzia intenderebbero offrirgliene 30.000 e usarlo come fattorino, sopratutto per fare una cortesia alla moglie del generale, la signora Francesca, che ha messo in moto tutte le sue amicizie per salvare il marito dalla terribile crisi depressiva in cui sta scivolando. L'accordo comunque viene raggiunto sulle base di óO.OOO mensili, di cui 3O.O00 a carico della signora Francesca, naturalmente all'insaputa del generele. La nuova occupazione, che Cavalli ritiene dovuta alle propria personalità e al suo passato mililare, è per lui una iniezione dí vitalità. Ma con la vitalità, arrivano altri guai...comici per tutti, fuorchè per il generale, naturalmenle. Il "climax" viene raggiunto quando, interessati e combinare un grosso affare con una potente organizzazione straniera, i titolari dell'azienda decidono di offrire e Cavalli la presidenza, nonchè una cointeressenza nei proventi della società: la figura del generale, il suo passato militare, tutto quello che egli rappresenta costituiscono per i due ancor giovani soci un utilissimo biglietto da visita per la trattativa con gli americani. L'accordo viene concluso. Ma la leggerezza dei due ha causato alcune irregolarilà: un socio viene arrestato, l'altro si dilegua, Lo stesso Cavalli, che ha avallato l'accordo con la sua firma, non subisce l'onta dell'arresto solo grazie alla sua ben nota dirittura morale. Ma perde una grossa somma racimolata della famiglia. Fedele al suo dovere, Cavalli si mette all'opera, insieme con la segretaria dell'azienda, per tentare di salvare il salvabile. Me nel controllare i libri contabili, la stessa ragazza inconsapevolmente, rivela al generale l'entrata mensile al nome di sua moglie: una voce che gli denuncia chiaramente a chi deve il suo tanto vantato lavoro. Questa ultima delusione è troppo forte; il generele Cavalli cha durante la crisi morale era andato accumulando un risentimento verso la moglie, si rende ora colpevole verso di lei, e inutile per tutti. La conclusione della vicenda, la più logica ed umana, ridimensionerà nei suoi veri valori la vita del generale Cavalli.

Critica e curiosità

Il film viene girato tra settembre e ottobre del 1963 , otto settimane , più del doppio rispetto ai normali film di Totò , viene annunciato come il suo primo film interamente drammatico e come la centesima pellicola da lui interpretata . Anche se questo non corrisponde al vero , si tratta in realtà dell'ottantesimo film , la notizia dà luogo a festeggiamenti e riconoscimenti : Totò riceve la " Sirena d'Oro " agli Incontri Internazionale del Cinema e al suo ingresso al Teatro Mediterraneo viene accolto con un applauso interminabile che lo fa commuovere non poco ; alcuni giorni dopo il giornalista Lello Bersani lo va a intervistare per TV Sette e Oriana Fallaci gli fa una lunga intervista per l'"Europeo". Ma nonostante questo il film si rivela un insuccesso non certo per colpa del Principe.
Scriveva Giulio Cattivelli : " [..] Totò si cimenta in un film costruito esclusivamente per lui , in chiave più crepuscolare che umoristica , e con assoluta esclusione di quei spassosi lazzi e ammiccamenti buffoneschi che costituivano il suo tradizionale e personalissimo repertorio .[..] Se il film fosse all'altezza del protagonista non potremmo dirne che bene . Purtroppo è un raccontino convenzionale e bozzettistico , un pò impacciato e incerto nella ricerca del tono giusto [..] " .
E Gian Luigi Rondi : " [..] Nonostante la schietta umanità dello spunto e la presenza di Totò in una parte più amara che non comica , l'effetto è scarsamente convincente , e alla lunga , finisce per lasciare perplessi . [..] Il film , così , si impone all'attenzione del pubblico ( al suo riso e ai suoi sospiri ) quasi esclusivamente per merito di Totò [..] " .


Nelle foto Via Ugo Bassi n.3 residenza del colonnello Cavalli com'e' attualmente (le foto sono di Franco Ducci )


Andreina Pagnani

Data nascita: 24 Novembre 1906 (Sagittario), Roma (Italia)
Data morte: 22 Novembre 1981 (75 anni), Roma (Italia)
Dal genere brillante alla tragedia, questa donna fascinosa e carismatica alla bellezza delicata e all'innata eleganza, accoppiava una sicurezza scenica che faceva sembrare naturale e scontata la situazione più vischiosa e la battuta più improbabile. Nata dal sarto teatrale Angelo Gentili e da Clotilde Grangiè, durante l'infanzia si dedicò alla musica studiando il pianoforte e l'arpa. Iniziò a recitare e a raccogliere i primi successi nelle compagnie filodrammatiche. Nel 1927 sposò Franco Pagnani che sarebbe morto alcuni anni dopo in un incidente aereo. Nel 1928 con il nome di Andreina Pagnani vinse il Concorso filodrammatico di Bologna in un modo talmente strepitoso che le venne offerto immediatamente il ruolo di prima attrice in una compagnia di professionisti a Milano. Interprete professionalmente eclettica, Andreina Pagnani incontrò quasi costantemente il successo, sia che recitasse il più tradizionale repertorio borghese (Achard, Maugham, Bernstein, Guitry) sia che fosse chiamata a partecipare a spettacoli classici (Goldoni, Shakespeare, Sofocle) o a interpretare autori moderni (Giraudoux, Wilde, Shaw, Pirandello, O'Neill) spesso sotto la guida di registi fra i più famosi (Copeau, Reinhardt, Visconti). Considerata una delle ultime " sovrane della scena " nel senso ottocentesco del termine, fu per contro una delle attrici più moderne della sua generazione, anche se aliena da tentazioni sperimentalistiche. Eccellente interprete di Mistero di Santa Uliva al Maggio Fiorentino (1933), diretto da Coupeau, ha affrontato nella sua lunga carriera testi e autori disparati con sapiente sensibilità. Tra le sue interpretazioni ricordiamo: La locandiera di Goldoni, I giganti della montagna di Pirandello, I parenti terribili di Cocteau, La professione della signora Warren di Shaw. Grazie alla sua dizione morbida e fluida divenne la doppiatrice di grandi dive del cinema: ha doppiato Bette Davis in Jezebel (Figlia del vento, 1938), Norma Shearer in The Women (Donne, 1939), Marlene Dietrich in Angel (Angelo, 1937), Greta Garbo in Ninothcka (Ninothcka, 1939), Katharine Hepburn in The African Queen (La regina d'Africa, 1951) e Suddenly, Last Summer (Improvvisamente l'estate scorsa, 1959), Lana Turner in Imitation of Life (Lo specchio della vita, 1959), Eva Marie Saint in On the Waterfront (Fronte del porto, 1954) e la memorabile Gloria Swanson in Sunset Boulevard (Viale del tramonto, 1950). Conquistò la notorietà presso il grande pubblico affiancando Gino Cervi nella celebre serie televisiva Le inchieste del commissario Maigret (1964-72), in cui impersonava con sensibilità e delicatezza la garbata e paziente moglie dell'investigatore. La sua ultima apparizione in scena avvenne con Ogni mercoledì (1971) di Muriel Resnik, a fianco del prediletto Gino Cervi. Si spense a causa di una grave malattia nella sua casa romana, il 22 novembre 1981.


Luciano Marin

ata nascita: 9 Dicembre 1931 (Sagittario), Roma (Italia)
Appartenente ad una agiata famiglia di origini venete, studente in scienze statistiche, fisico atletico, aria da bravo ragazzo, tipico esemplare di una certa borghesia romana, giunge al cinema quasi per caso scelto da Pietro Germi per impersonare il giovane operaio, appassionato giocatore di calcio e fratello della tormentata protagonista (Franca Bettoja), ne L’uomo di paglia (1958). In questa prima occasione dimostra buone doti recitative unite a una certa disinvoltura, oltre che un’ottima fotogenìa e aderenza fisica al personaggio. La strada sembra tracciata per fare entrare il giovane attore nel novero delle “sicure speranze” del cinema italiano, sulla scia dei vari Cifariello, Arena, Salvatori, Mattioli, come dimostra il film successivo Tre straniere a Roma dove Marin fa parte, insieme ad altri due nuovi volti (Leonardo Botta e Roy Ciccolini) di un trio di giovanotti simpatici, estroversi, prestanti, briosi. Alla fine degli anni Cinquanta, Luciano Marin ha tutte le carte in regola per diventare uno degli idoli delle ragazzi- ne del periodo e invece nulla di tutto questo. Eroe di mille avventure, fidanzato ideale in commedie brillanti, le migliori delle quali sono fuor di dubbio I tartassati e Primo amore, entrambe nel 1959, quindi protagonista di storielle sentimentali e lacrimevoli e imbrigliato successivamente in pellicole d’avventura, alcune delle quali dirette con competenza e non del tutto disprezzabili, il giovane Marin esaurisce ben presto le sue potenziali, indubbie capacità d’attore e, prima della seconda metà degli anni Sessanta, con una carriera altalenante, scompare dal grande schermo per dedicarsi ad altre attività. Sposato dal 1957 con Nennella Carotenuto, figlia del simpatico Memmo.


Linda Sini

Datanascita: 3 Febbraio 1926 (Acquario), Rocciolato (Italia)
Bruna, bella, formosa, di nobili origini (è infatti contessa di Venosa), dopo essersi laureata in lettere si dedica al cinema, ottenendo giusti riconoscimenti anche senza giungere al rango di protagonista, se si eccettua Cronaca di un delitto (1952), ingiustamente dimenticato, e qualche altro film di fattura puramente commerciale. La Sini è invece l’ideale seconda donna, ottima per ruoli da amica, segretaria, vicina di casa, moglie trascurata, amante sensuale, etc… Eppure, sebbene richiesta da registi come Visconti, Risi, Mastrocinque, Zampa, Ferreri e anche stranieri come Losey e Lang, stranamente rimane incatenata ai ruoli di supporto, senza accedere mai ad una vera e propria notorietà pur dimostrando buone doti drammatiche. Attrice duttile e preparata, recita al Teatro Stabile di Palermo e in rivista accanto a Rascel nella commedia musicale di Garinei & Giovannini Alvaro piuttosto corsaro (1953). Non trascura neanche la televisione, dove si costruisce una carriera più che decorosa e soddisfacente con molte partecipazioni al suo attivo. Linda Sini si fa apprezzare in originali TV come Delitto smarrito… cercasi (1960) di Morandi, che la dirige anche nell’episodio Tutti contro Clay (1961), della serie Giallo club e in Lo stagno del diavolo (1965); appare in Una bionda di troppo (1965) diretto da Mastrocinque, per la serie Le avventure di Laura Storm. Nel 1966 fa parte del numeroso cast dello sceneggiato Quinta colonna di Cottafavi; quindi appare nell’episodio Soltanto una voce (1967), diretto da Leonardo Cortese per Sheridan, squadra omicidi; in Diritto di cronaca (1969), diretto da Vittorio Sala per la serie Storie italiane; in L’incidente (1971), diretto da Perelli per la serie Allo specchio. Negli anni Settanta e Ottanta, Linda Sini prende parte a sceneggiati quali Joe Petrosino (1972) di D’Anza, che la dirige anche in L’ultimo aereo per Venezia (1977); Nero su nero di Guardamagna e Il delitto Paternò di Calderone, entrambi nel 1978; Il ’98 di Bolchi (1979); Giacinta (1980) di Calderone; La brace dei Biassoli (1981) di Fago; Una tranquilla coppia di killer (1982) di Gianfranco Albano. Recita anche in vari episodi come La fine dei Green (1974), diretto da Marco Leto per la serie Philo Vance; La polizia non deve essere avvertita (1976) di Majano, per la serie Qui squadra mobile; La sfida (1977) di Giacomo Colli, per La mossa del cavallo; Sangue di coniglio (1979) di Landi, per La vedova e il piedipiatti; Lorenza (1981) di Paolo Poeti per Le milanesi. Nel 1965, sempre in TV, appare anche nella commedia di Scarnicci e Tarabusi I papà nascono negli armadi, accanto a Nino Taranto e Angela Luce, diretta da Eros Macch


Isa Crescenzi

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Il comandante (1964) di Paolo Heusch dove ha interpretato la parte di La coinquilina. Nel 1963 ha inoltre lavorato con Valentino Orsini per la realizzazione del film I fuorilegge del matrimonio dove ha interpretato la parte di Giulia.


Britt Ekland

Altri nomi: Britt Marie Eklund / Britt-Marie Eklund
Data nascita: 6 Ottobre 1942 (Bilancia), Stoccolma (Svezia)
Classe 1942, Britt Ekland nasce a Stoccolma (Svezia). 68enne, il prossimo 6 Ottobre, nasce sotto il segno della Bilancia. La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film The Wicker Man (1973) di Robin Hardy dove ha interpretato la parte di Willow. Nel 1969 ha inoltre lavorato con Luigi Magni per la realizzazione del film Nell'anno del Signore... dove ha interpretato la parte di La principessa Spada


Franco Fabrizi

Data nascita: 15 Febbraio 1926 (Acquario), Cortemaggiore (Italia)
Data morte: 18 Ottobre 1995 (69 anni), Cortemaggiore (Italia)
Già attore di prosa e di rivista, a poco più di vent'anni divenne famoso vestendo i panni del coraggioso capo indiano nel fotoromanzo Arizona Kid, pubblicato sul settimanale "Avventuroso Film". Dopo qualche piccola esperienza cinematografica, a ventiquattro anni ottenne la sua prima parte di rilievo nel film Cronaca di una amore (1950) di Michelangelo Antonioni. Ma la vera occasione di emergere sullo schermo arrivò con I vitelloni (1953) di Federico Fellini, film del quale fu uno dei protagonisti. Nei film successivi, che lo videro tutti in ruoli principali e di co-protagonista, ripeté, con poche varianti, il suo tipo: quello dello sbruffone vigliacchetto, infido e scivoloso. Dopo l'esperienza col regista riminese interpretò decine di personaggi, come il seduttore Gino ne La romana (1954) di Luigi Zampa, l'amico facilone e confusionario in Camilla (1955) di Luciano Emmer, il truffatore Roberto ne Il bidone (1955) di Federico Fellini, il marito scavezzacollo in Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini, l'architetto Cesare ne Le amiche (1955) di Michelangelo Antonioni. Successivamente apparve anche in Calabuch (Calabuig, 1956) dello spagnolo Luis Garcia Berlanga, nel La donna del giorno (1956) di Francesco Maselli, in Mariti in città (1956) di Luigi Comencini (lo scapolo impenitente, costretto alla fine a capitolare), in Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi. Il suo curriculum fu fitto anche negli anni '60. Tra le migliori prove di quel periodo ricordiamo: Una vita difficile (1961) di Dino Risi, accanto al grande Alberto Sordi, Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, e Signore e signori (1966) di Pietro Germi. Il suo personaggio caratteristico era quindi quello dell'italiano medio che cercava di darsi da fare, per stare "al passo con i tempi" - quelli del boom economico - anche in modi a volte ai limiti, oppure ben oltre, l'onestà. Col tempo, però, la sua immagine ripetitiva finì con lo scolorirsi ed egli andò man mano uscendo di scena. Da ricordare infine la sua partecipazione al film Ginger e Fred (1986) di Federico Fellini.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Marcella Valeri

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Le avventure di Ulisse (1969) di Franco Rossi dove ha interpretato la parte di Ericlea. Nel 1958 ha inoltre lavorato con Renato Castellani per la realizzazione del film Nella città l'inferno dove ha interpretato la parte di “Moby Dick”.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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