Il giorno piu' corto

[Franco Franchi,Ciccio Ingrassia e Walter Chiari] [Ugo Tognazzi]

[Franco Franchi,Ciccio Ingrassia e Nino Taranto] [Virna Lisi]

[Stewart Granger] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Sergio Corbucci
Soggetto : Alessandro Continenza
Sceneggiatura : Arlorio,Corbucci,Grimaldi
Fotografia : Enzo Barboni
Scenografia : Carlo Simi
Musica : Piero Piccioni
Montaggio : Ruggero Mastroianni
Aiuto regia : Franco Rossellini
Direttore produzione : Alfredo Melidoni
Produzione : Goffredo Lombardo per Titanus,Roma
Durata: 98 minuti

Interpreti e personaggi:
Franco Franchi ( il soldato Franco Lo Grugno )
Cicio Ingrassia( il soldato Francesco Coppola )
Nino Taranto( zio Turi )
Virna Lisi( la canzonettista Naja )
Gino Cervi( il colonnello Daini )
Franco Giacobini( il sergente maggiore )
Walter Chiari( l'avvocato difensore )

Altri interpreti :
Totò, Franco Sportelli, Luigi Pavese,
Stewart Granger, Ugo Tognazzi, Peppino De Filippo,
Eduardo De Filippo, Jean-Paul Belmondo, Franca Bettoja,
Lorella De Luca, Aldo Giuffrè, Ivo Garrani,
Renata Mauro, Sandra Milo, Sandra Mondaini,
Lia Zoppelli, Gino Buzzanca, Giacomo Furia,
Nino Terzo, Dino Mele, Rina Morelli,
Paolo Stoppa, Antonella Lauldi, Nino Castelnuovo,
Fiorenzo Fiorentini, Yvonne Sanson, Ettore manni,
Vittorio Caprioli, Franca Valeri, Nora Ricci,
Dany Paris, Aldo Fabrizi, Gabriele Ferzetti,
Renato Salvatori, Amedeo Nazzari, Emilio Pericoli,
Joe Sentieri, Walter Pidgeon, Angel Aranda,
Alberto Lupo, Massimo Serato, Tiberio Murgia,
Erminio Macario, Giuliano Gemma, Philippe Leroy,
Enio Girolami, Fausto Tozzi, Umberto Orsini,
Gordon Scott, Teddy Reno, Luciano Salce,
Sergio Fantoni, Alberto Farnese, Francesco Mulè,
Franco Citti, Gabriele Tinti, Folco Lulli,
Piero Lulli, Romolo Valli, Lilla Brignone,
Paolo Ferrari, Paolo Panelli, Anouk Aimèe,
Aroldo Tieri, Rossella Como, Jacques Sernas,
Cristina Gajoni, Mac Ronay, Annie Girardot,
Franco Fabrizi, Luisella Boni, Ilaria Occhini,
Memmo Carotenuto, Maurizio Arena, Aldo Bufi Landi,
Gerard Herter, Franco Balducci, Rik Battaglia,
Roberto Risso, Stelvio Rosi, Giacomo Rossi Stuart,
Pierre Brice, Mark Damon, Raimodo Vianello,
Fred Williams, Antonio Acqua, Peter Baldwin,
Claudio Gora, Massimo Girotti, Scilla Gabel,
Walter Bentiveglia, Mario Girotti, Enrico Viarisio

Soggetto

Al processo per tradimento a loro carico,due siciliani catturati dagli austriaci nella Prima guerra mondiale rievocano le vicende di cui sono state vittime.A dispetto dell'arringa dell'avvocato difensore che paradossalmente ne chiede la condanna,il giudice li assolve.

Critica e curiosità

Nel film , parodia del più famoso " Il giorno più lungo " , gli artisti che vi partecipano lo fanno a titolo gratuito per tentare di sollevare le sorti della gloriosa Titanus , ormai sull'orlo del fallimento . Totò vi partecipa nell'ultima inquadratura come frate bersagliere : " Ma che giardino zoologico d'Egitto ! Questi sono uomini che servono per guerreggiare ! Abbiamo conquistato Fiume e conquisteremo gli affluenti ! Abbiamo conquistato Pola e conquisteremo anche Amapola ! Trento l'abbiamo fatto nostro e dopo Trento faremo anche trentuno ! Pace e bene , fratelli ! Pace e bene !! " .
Scriveva Alberico Sala : " [..] I veri protagonosti sono Franco Franchi e Ciccio Ingrassia [..] Quelli di Totò sono giochi di parole , e il resto citrullagine " .


Franco Franchi

Nome: Francesco Benenato
Data nascita: 28 Settembre 1922 (Bilancia), Palermo (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1992 (70 anni), Roma (Italia)
Attore italiano. Inseparabile metà del duo comico con C. Ingrassia, recita sempre e solo un unico personaggio: la maschera del babbeo sgangherato, tutta risolta in una mimica facciale sbilenca e caricaturale, classicamente contrapposta a quella compunta e saputa del compagno. Dal 1957 lavorano insieme nell’avanspettacolo e nella commedia musicale (con D. Modugno in Rinaldo in campo). Esordiscono nel cinema in Appuntamento a Ischia (1960) di M. Mattòli, contribuendo con alcune gag travolgenti al grande successo del film. Da allora, la loro filmografia è tanto lunga quanto monotona e ripetitiva. Negli anni ’60 mantengono la media impressionante di una decina di pellicole l’anno, divenendo un vero fenomeno popolare. La loro ricetta è elementare: una sistematica ripresa parodistica di pellicole e generi cinematografici di successo, come in Per un pugno nell’occhio (1965) di M. Lupo e nel paradigmatico Ultimo Tango a Zagarolo (1973) di N. Cicero, interpretato dal solo F. Ma la trama è soprattutto un pretesto per innescare i numeri del duo, come ben si evince fin dai titoli: I due della legione (1962), I due evasi di Sing Sing (1964), I due parà (1966), oppure Come inguaiammo l’esercito (1965), Come svaligiammo la Banca d’Italia (1966), Come rubammo la bomba atomica (1967), tutti con la regia di L. Fulci. Performance di diverso spessore, invece, F. e Ingrassia le forniscono al di fuori dei «loro» film, quando recitano in contesti narrativi più solidi e strutturati, sotto la direzione di registi consapevoli e scrupolosi. Nell’episodio Cosa sono le nuvole di Capriccio all’italiana (1968) girato da P.P. Pasolini, affiancano con sagacia il maestro Totò in un teatro di marionette, mentre nelle Avventure di Pinocchio (1972) di L. Comencini, girato per la tv, sono vivacissimi nella parte del Gatto (interpretata da F.) e della Volpe. Significativa anche la loro partecipazione, nel 1984, al pirandelliano Kaos dei fratelli Taviani. A partire dagli anni ’80, tuttavia, F. sconterà, ben più che il compagno, una palese difficoltà a rinnovarsi. Dopo la separazione da Ingrassia, infatti, la sua carriera si trascina nello scialbo tentativo di riproporre, come solista, il proprio invariabile repertorio comico-grottesco.


Ciccio Ingrassia

Nome: Francesco Ingrassia
Data nascita: 5 Ottobre 1923 (Bilancia), Palermo (Italia)
Data morte: 28 Aprile 2003 (79 anni), Roma (Italia)
Dopo una lunga gavetta nei teatri di provincia, Ciccio Ingrassia arrivò al cinema all'inizio degli anni Sessanta. Proprio nel 1960 esordì in coppia con Franco Franchi in Appuntamento a Ischia. Per tutto il decennio il duo Franchi-Ingrassia furoreggiò con titoli quali I due mafiosi (1963), I due evasi di Sing Sing (1964), I due deputati (1968), I due vigili (1968) e Don Chisciotte e Sancho Panza (1968). L'allentamento del sodalizio che caratterizzò l'inizio degli anni Settanta consentì a Ingrassia di mostrare le sue doti di attore drammatico in Violenza, quinto potere (1972). L'anno seguente fu lo zio matto del protagonista in Amarcord, di Fellini, poi recitò in Todo modo (1976), di Petri, ne L'ingorgo (1979), di Comencini, e in Giovani e belli (1995), di Risi. Come regista firmò due titoli: Paolo il freddo (1974), in cui lasciò spazio a Franchi, ritagliandosi solo una parte secondaria come attore, e L'Esorciccio (1975), in cui, al contrario, assente l'amico, fu anche protagonista.


Nino Taranto

Data nascita: 28 Agosto 1907 (Vergine), Napoli (Italia)
Data morte: 23 Febbraio 1986 (78 anni), Napoli (Italia)
Esordì a soli tredici anni al Teatro Centrale di Napoli, interpretando quelle che sarebbero diventate le sue specialità: la “canzone in giacca” drammatica, quella da “dicitore” in abito da sera e soprattutto le macchiette, tra le quali l'indimenticabile “Ciccio Formaggio”, con la paglietta ritagliata. Nel 1928 si avvicinò con successo alla sceneggiata, attraverso la quale Taranto ebbe modo di forgiare un carattere di recitazione tutto suo, fatto di mimica, improvvisazione e professionalità, ed improntato alla massima serietà ed abnegazione verso il proprio lavoro. Invitato in tournèe negli Stati Uniti, ne tornò con “una pianola a mano e mille dollari”, impiegati per finanziare la sua prima compagnia di varietà, che durò solo quindici giorni e finì nel disastro totale. Nel 1933 fu scoperto da Anna Fougez, che lo fece debuttare nella grande rivista, nella quale Taranto impose i suoi caratteri e la sua verve, e dalla quale ricevette ampie soddisfazioni. Negli anni '50 si dedicò alla prosa, mettendo in scena, oltre a farse e commedie leggere, i testi dell'amico Raffaele Viviani, di cui propose tra l'altro L'ultimo scugnizzo e L'imbroglione onesto. Lavorò anche per il cinema, girando un centinaio di film, alcuni dei quali accanto a Totò ( Nonna Felicita, 1939; I pompieri di Viggiù, 1949; Se fossi deputato, 1949; Tizio, Caio e Sempronio, 1951; Accadde al commissariato, 1954; Italia piccola, 1957; I prepotenti, 1958; Assi della ribalta, 1959; Totòtruffa '62, 1961; Totò contro Maciste, 1962; Il monaco di Monza, 1963). La sola occasione di rilievo gli fu offerta nel 1953 dal regista Luigi Zampa, con Anni facili, per il quale Taranto ricevette il Nastro d'argento come protagonista. La sua carriera l'ha terminata sulle tavole del Teatro Stabile Sannazzaro di Napoli, nella compagnia di Luisa Conte, con interpretazioni che hanno dell'eccezionale. La definizione che fa di Taranto un comprimario è però riduttiva. Possedeva ottime qualità mimiche, una voce gradevole e una comicità assai composta. Sono le caratteristiche che gli avevano dato successo in teatro, e che egli ha portato sullo schermo in numerosissime commedie leggere, che la critica non gli perdona: l'accusa è di aver rinunciato a valorizzare le proprie possibilità. Ma Nino Taranto, come Totò e molti altri, in anni in cui c'era chi si impegnava per cambiare il mondo, aveva preferito mettersi al servizio del sorriso.


Virna Lisi

Nome: Virna Pieralisi
Data nascita: 8 Settembre 1937 (Vergine), Ancona (Italia)
Angelo dagli occhi azzurri e dal sorriso amabile, Virna Lisi è una delle attrici italiane più conosciute. La sua eleganza, la sensibilità interpretativa e lo sguardo sempre lucido e maturo, la rendono una donna incantevole. Una perla del cinema italiano. Viene scoperta e supportata dal cantante e attore Giacomo Rondinella che la incoraggia a tentare la strada nel mondo dello spettacolo. Recita in numerosi film e sceneggiati, tra i quali E Napoli canta (1953), Le diciottenni (1955) e Lo scapolo (1955). Dopo piccoli ruoli decorativi, riesce a farsi notare in La donna del giorno (1956) di Francesco Maselli, dove interpreta una giovane donna alle prese con le prime conseguenze della popolarità raggiunta grazie ad una campagna pubblicitaria. Il ruolo anticipa quella che sarà anche la vicenda personale dell'attrice: poco dopo, infatti, viene ingaggiata in una fortunata serie di spot pubblicitari mandati in onda in Carosello, il cui slogan ("Con quella bocca può dire ciò che vuole") diventa, in breve, un tormentone dell'epoca. Negli anni Sessanta partecipa a pellicole molto diverse tra loro, offrendosi soprattutto in ruoli di secondo piano (il peplum Romolo e Remo di Sergio Corbucci, la commedia all'italiana Signore e signori di Pietro Germi, dov'è un'affascinante cassiera di un bar, e Le dolci signore di Luigi Zampa). Le frequentazioni importanti con artisti e maestri del cinema la fanno crescere professionalmente, tanto da tentare il lancio all'estero. Hollywood accetta la sua candidatura e le offre un ruolo a fianco di Jack Lemmon in Come uccidere vostra moglie (1965) di Richard Quine. Dopodichè, a parte l'interessante interpretazione in Eva (1962) di Joseph Losey, dov'è la moglie tradita di uno squallido scrittore, e il film minore La venticinquesima ora (1967) di Henri Verneuil, comincia a rifiutare ruoli da 'bionda svampita' che le case di produzioni americane (e non solo) stavano offrendo in quel momento. Torna in Italia dopo aver rifiutato il ruolo di protagonista per Barbarella, sostituita da Jane Fonda. Una volta tornata in patria, sceglie di dedicarsi alla famiglia, al marito Franco Pesci, noto costruttore romano e il figlio Corrado. Dimezza gli impegni professionali per tutto il corso degli anni Settanta e ritorna a lavorare a ritmi più sostenuti con l'inizio degli anni Ottanta. Dimostra grande maturità e una notevole sensibilità d'attrice con ruoli più impegnativi: la vediamo in Al di là del bene e del male (1977) di Liliana Cavani, in Ernesto (1979) di Salvatore Samperi e La cicala (1980) di Alberto Lattuada. Interpreta una seducente madre in vacanza nella commedia nostalgica Sapore di mare (1983) di Carlo Vanzina (regista con cui lavora anche l'anno successivo in Amarsi un po'…) ed entra a far parte del cast de I ragazzi di via Panisperna (1988) di Gianni Amelio e di Buon Natale, buon anno (1989) di Luigi Comencini. Riceve numerosi riconoscimenti prestigiosi, tra i quali spicca il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes, assegnatole grazie al ruolo di Caterina de' Medici ne La regina Margot (1994) di Patrice Chéreau. Prende parte al dramma sentimentale Va' dove ti porta il cuore (1996) di Cristina Comencini e ritorna madre apprensiva e autoritaria ne Il più bel giorno della mia vita (2002), girato nuovamente dall'amica Comencini. Nel frattempo riprende l'attività televisiva: recita nella fiction Uno di noi (1996), Cristallo di rocca (1999), Le ali della vita (2000), Il bello delle donne (2001) e soprattutto in Caterina e le sue figlie (tre stagioni di discreto successo, dal 2005 al 2010). In quest'ultima serie, dopo aver ricevuto il David di Donatello alla carriera, riveste i panni, ormai consueti, di madre abbandonata, alle prese con i guai delle figlie.


Gino Cervi

Data nascita: 3 Maggio 1901 (Toro), Bologna (Italia)
Data morte: 3 Gennaio 1974 (72 anni), Grosseto (Italia)
Ha doppiato Laurence Olivier nei film shakespeariani, ha interpretato il condottiero Ettore Fieramosca, il sindaco Peppone, il commissario Maigret: così Gino Cervi ha consegnato il suo nome alla storia del cinema e della televisione. Figlio di Antonio, critico teatrale del”Resto del Carlino ", Dopo un breve intermezzo da filodrammatico, esordì nel 1924 come attor giovane ne La vergine folle di Bataille a fianco di Alda Borelli. Sempre come attor giovane, nel 1925 passò al Teatro d'Arte di Roma, il cui direttore era allora lo scrittore Luigi Pirandello. Dopo un decennio di intense esperienze, divenne primattore della compagnia Tofano-Maltagliati (1935-1937). Nel 1938 entrò a far parte della compagnia semistabile del Teatro Eliseo di Roma, di cui assunse la direzione nel 1939. Il suo stile, la sua voce profonda e suggestiva, la sua pronta comunicatività, lo resero uno dei più apprezzati interpreti di Goldoni, Sofocle, Dostoevskij e soprattutto di Shakespeare. Dal 1932 Cervi è passato quasi stabilmente al cinema, diventando uno dei divi più popolari grazie al regista Alessandro Blasetti, che lo diresse in Ettore Fieramosca (1938), Un'avventura di Salvator Rosa (1939), La corona di ferro (1941), Quattro passi tra le nuvole (1942), Fabiola (1948). Negli anni '50 e '60 fu il bonario interprete del sindaco Peppone nella fortunata serie di film su Don Camillo (personaggio creato da Giovanni Guareschi), al fianco di Fernandel nella parte dell'agguerrito prete ( Don Camillo, 1952; Don Camillo e l'onorevole Peppone, 1955; Don Camillo monsignore… ma non troppo, 1961, ecc…). Gino Cervi aveva una faccia bonaria, che trasmetteva simpatia, ma ha anche interpretato ruoli di cattivo, come il gerarca fascista de La lunga notte del '43 (1960). Una rinnovata notorietà gli venne dalla televisione con il primo ciclo degli episodi de Le inchieste del commissario Maigret, tratto dai romanzi dello scrittore francese, Georges Simenon. Un secondo ciclo andò in onda nel 1966, un terzo nel 1968; il commissario transalpino dal fiuto infallibile tornò sui teleschermi per l'ultima volta nel 1972 con l'episodio finale della lunga serie dal titolo Maigret in pensione. Il successo del personaggio fu tale che la serie venne trasmessa anche in Francia, dove il pubblico apprezzò soprattutto la mitezza casalinga del Maigret di Cervi. Fratello ladro fu la sua ultima fatica cinematografica, due anni prima della sua scomparsa. Versatile e comunicativo, Gino Cervi è tra gli attori italiani più noti e significativi per la serietà del suo lavoro e l'impegno costante dimostrato in quarant'anni di carriera.


Franco Giacobini

Data nascita: 15 Marzo 1926 (Pesci), Roma (Italia)
Caratterista di buona tempra, non è utilizzato come meriterebbe né dal cinema né dal teatro, che comunque gli offre alcune occasioni certo migliori di quanto ha fatto il grande schermo. Produttori e registi lo adoperano sempre come attore di supporto, talvolta in minuscole parti, sfruttando le sue potenziali doti brillanti in personaggi di poco spessore: amici invadenti, militari isterici, commendatori idioti, medici inesperti, poliziotti ottusi e via dicendo. Dal suo debutto nei primi anni Cinquanta, dopo aver frequentato la facoltà di giurisprudenza – abbandonata per seguire i corsi dell’Accademia d’Arte Drammatica negli anni 1946-1948, in cui consegue il diploma d’attore in un memorabile saggio con la rappresentazione di Giovanna di Lorena di Anderson diretta da Luciano Lucignani – dimostra subito eccellenti doti di disinvoltura non disgiunti da una certa carica di simpatia. Debutta subito nel teatro di prosa con il Piccolo Teatro della Città di Roma diretto da Orazio Costa, interpretando un ruolo di rilievo nella messa in scena del capovaloro pirandelliano Sei personaggi in cerca d’autore (1949). Prende parte a moltissimi spettacoli teatrali di prosa e di rivista, nel 1959 recita accanto a Vivi Gioi in Girotondo messo in scena da Lucignani, e nel 1960 è uno dei numerosi interpreti della Compagnia Popolare di Vittorio Gassman apparendo nell’ Adelchi del Manzoni. Poi, sempre con Gassman, sostiene due ottimi ruoli ne Il trasloco su testi di vari autori e O Cesare o nessuno (1974), elaborazione drammatica ispirata al celebre attore Edmund Kean, scritta e diretta dallo stesso Gassman. Potrebbe diventare un’eccellente spalla di qualche attore comico in voga, come lo sono Mario Castellani, Carlo Rizzo e Raimondo Vianello rispettivamente per Totò, Macario e Tognazzi. Invece, mal utilizzato, rimane una maschera non pienamente sfruttata. Nel 1966 è uno dei comprimari accanto a Carlo Dapporto nella commedia musicale L’onorevole (1965) di Scarnicci e Tarabusi. Attivo anche in televisione, appare in commedie come Il cadetto Winslow (1954) da Rattigan per la regia di Franco Enriquez e Un uomo sull’acqua (1955) di Enrico Bassano diretto da Mario Ferrero, e nello sceneggiato Resurrezione (1965) diretto da Franco Enriquez.


Walter Chiari

Nome: Walter Annichiarico
Data nascita: 2 Marzo 1924 (Pesci), Verona (Italia)
Data morte: 22 Dicembre 1991 (67 anni), Milano (Italia)
Figlio di genitori pugliesi, suo padre era un brigadiere che venne trasferito a Milano con la sua famiglia quando il piccolo Walter aveva otto anni. Il giovane Annichiarico gli anni della sua gioventù li passa alternando spensieratezza e allegria ad una fervida brillantezza e irrequietudine, infatti pur giovanissimo all'età di tredici anni si iscrive ad uno dei tanti boxing club di Milano e nel 1939 (non ancora sedicenne), diventa campione regionale della Lombardia nei pesi piuma. Nell’immediato dopoguerra, dopo esser stato sotto le armi e aver intrapreso per un breve periodo la carriera pugilistica, Walter Chiari incomincia a realizzare il sogno di diventare attore. Nel 1946 fa una breve e casuale apparizione in uno spettacolo intitolato Se ti bacia Lola. L’anno seguente finalmente fa il suo esordio come attore cinematografico nel film Vanità di Giorgio Pastina, per il quale si aggiudica un Nastro d’argento speciale come miglior attore esordiente. Nel 1950 è l'impareggiabile interprete della rivista Gildo. L’anno seguente è attore protagonista con Anna Magnani nel capolavoro drammatico, dal titolo Bellissima diretto da Luchino Visconti; sempre nello stesso anno viene acclamato in una rivista dal titolo Sogno di un Walter. In seguito continua ad alternare successi cinematografici, ai successi in palcoscenico (con la rivista Tutto fa Broadway). Pian piano si afferma come uno dei talenti più rivoluzionari della comicità italiana; inaugura infatti un nuovo modo di recitare grazie alla sua innata capacità di chiacchierare per ore con il pubblico e di interpretare diversi personaggi. Il suo modo di recitare è veloce, come una chiacchierata continua. Nel 1955 Walter Chiari interpreta la rivista Oh quante belle figlie Madame Dorè, e l'anno seguente, accanto alla bravissima Delia Scala, prende parte alla commedia musicale dal titolo Buonanotte Bettina, di Garinei e Giovannini. Nel 1958 appare in televisione nel varietà La via del successo, dove accanto a Carlo Campanini, propone numeri già collaudati nelle sue riviste, dal Sarchiapone (con Carlo Campanili come spalla) al sommergibile, dalla belva di Chicago al bullo di Gallarate. La collaborazione con Garinei e Giovannini prosegue con la commedia musicale Un mandarino per Teo (1960), al fianco di Sandra Mondaini, Ave Ninchi e Alberto Bonucci. Nel 1964 è straordinario nell’interpretazione del padre nel film Il giovedì, diretto da Dino Risi. L’anno seguente da spessore alla sua recitazione interpretando due commedie teatrali, la prima a fianco di Gianrico Tedeschi, dal titolo Luv (1965) di Shisgal, e la seconda a fianco di Renato Rascel, dal titolo La strana coppia (1966) di Neil Simon. Nel 1966 interpreta il tartagliante signor Silence nel film Falstaff, diretto e interpretato da Orson Welles, e l’italiano del miracolo economico, egoista e cinico, in Io, io, io… e gli altri, diretto da Alessandro Blasetti. Nel 1968 viene chiamato a condurre per la televisione la famosissima trasmissione musicale Canzonissima, accanto a Mina e a Paolo Panelli. Ormai è conosciuto come un vero donnaiolo, molte bellissime donne famose cadono ai suoi piedi: da Silvana Pampanini a Sylva Koscina, da Lucia Bosè a Ava Gardner, da Anita Ekberg a Mina, fino a che decide di "mettere la testa a posto" sposando l’attrice e cantante Alida Chelli, che gli darà un figlio, Simone. La disordinata corsa, che è la vita di Walter, subisce purtroppo una battuta d'arresto clamorosa quando, nel maggio del 1970, viene spiccato contro di lui un mandato di cattura. L'accusa è davvero pesante: consumo e spaccio di cocaina. In particolare, è accusato di aver comprato insieme ad altri un chilo di cocaina, di averla ceduta (o venduta) a terzi e di averla consumata personalmente. Il 22 maggio 1970 viene rinchiuso nel carcere romano di Regina Coeli. Il 26 agosto viene prosciolto dalle prime due imputazioni, le più gravi. Rimane però in piedi quella del consumo personale. Gli venne tuttavia concessa la libertà provvisoria e fu scarcerato. Da allora fa molto teatro brillante, molti film "sbrigativi", molte serate di cabaret, parecchia televisione nelle reti locali; in sostanza viene retrocesso in serie B. Egli, però non è un calciatore in età pensionabile che raggranella gli ultimi incassi trotterellando per i campi di provincia. Walter Chiari è un attore che raggiunto il culmine della maestria e della popolarità si vede costretto - se vuole continuare a fare il suo mestiere - ad accettare condizioni di lavoro sempre peggiori. Nel 1986 Chiari cambiando campionato torna in serie A, grazie al teatro serio, recitando il ruolo dell’avvocato Lattes, in un adattamento de Gli Amici, di Arnold Wesker. Così recupera la vecchia abitudine dei torrenziali dialoghi col pubblico a sipario chiuso, dopo la fine dello spettacolo, che erano stati la sua specialità al tempo d’oro della rivista. Ritrova i vecchi amici che aveva perso di vista e i giornali cominciarono ad occuparsi nuovamente di lui. Sul finire di quello stesso 1986, vanno in onda sette puntate della Storia di un altro italiano (che parafrasa la Storia di un italiano, con Alberto Sordi), l’intensa biografia filmata, che Tatti Sanguinetti gira per la RAI. Ugo Gregoretti, allora direttore artistico del Teatro Stabile di Torino, lo vuole con sé per un’intensa collaborazione, dalla quale nascono una memorabile interpretazione de Il critico, caustica commedia settecentesca di Richard Sheridan, e Six heures au plus tard, una prova d’attore a due, scritto da Marc Terrier, che recita insieme a Ruggero Cara. Peppino di Leva, poi, con il Teatro Regionale Toscano, lo dirige insieme a Renato Rascel in Finale di partita di Samuel Beckett. Walter Chiari si aspetta però un risarcimento anche dal cinema. Nel 1986 gira Romance, un film di Massimo Mazzucco, che viene presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Tutti i cinefili e i bookmaker lo danno sicuro vincitore del Leone d’oro per la migliore interpretazione, ma il premio tocca a Carlo Delle Piane, che per uno scherzo del destino Walter aveva conosciuto e aiutato nei suoi difficili inizi di carriera nel teatro di varietà. Nel 1988 in televisione, recita nello sceneggiato a puntate I promessi sposi, nel ruolo marginale di Tonio. Nel 1990 interpreta la sua ultima pellicola, nel film drammatico Tracce di vita amorosa, diretto da Peter Del Monte, offrendo ancora una volta un' interpretazione perfetta. Il 19 Dicembre 1991 Walter Chiari ha un lieve scompenso cardiaco, ma sembra riprendersi. Purtroppo dopo due giorni, nella notte tra il 20 e il 21 dicembre, Walter Chiari viene colto da un infarto, e si spegne malinconicamente, solo nel lussuoso appartamento N° 508 del residence "Siloe". Lo trovano seduto in poltrona davanti alla tv, con gli occhiali ancora sul naso e la testa appena reclinata. Walter Chiari è da ritenersi un grande attore all' altezza di altri grandissimi come Alberto Sordi, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman… È stato un indiscutibile innovatore e ha conquistato l’Italia intera per la sua spontaneità, la sua grande ironia e la sua vitalità. Era un ragazzo solare ed espansivo come i pugliesi, matto e esagerato come i veneti, ed entusiasta e generoso come i milanesi. Nonostante le sue grandissime performance recitative, purtroppo a Chiari non venne mai riconosciuto nessun merito a livello di premi, e questa è una gravissima mancanza, per un uomo che ha dato moltissimo al cinema al teatro, ma soprattutto al pubblico italiano. Premi & Nomination

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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