Sua Eccellenza si fermò a mangiare

[Totò,Lia Zoppelli e Ugo Tognazzi] [Totò e Ugo Tognazzi]

[Totò,Lia Zoppelli e Virna Lisi] [Ugo Tognazzi e Virna Lisi]

[Raimondo Vianello e Francesco Mulè] [Ugo Tognazzi,Lia Zoppelli e Virna Lisi]

[Ugo Tognazzi,Lia Zoppelli e Virna Lisi] [Raimondo Vianello e Lauretta Masiero]

[Totò,Virna Lisi e Ugo Tognazzi] [Totò e Lauretta Masiero]

[Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello] [Totò] [Totò,Ugo Tognazzi,Raimondo Vianello e Francesco Mulè]

Videoclip titoli di testa

Regia : Mario Mattoli
Soggetto : Vittorio Metz,Roberto Gianviti
Sceneggiatura : Vittorio Metz,Roberto Gianviti
Fotografia : Alvaro Mancori
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Gianni Ferrio
Montaggio : Gisa Radicchi Levi
Aiuto regia : Gabriele Palmieri
Collaboraz. alla regia : Mario Castellani
Direttore produzione :
Produzione : Broggi, Libassi per la Ddl,Roma
Durata: 101 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Totò/Biagio Tanzanella )
Ugo Tognazzi( Ernesto )
Virna Lisi( Silvia )
Lauretta Masiero( Lauretta )
Raimondo Vianello( il ministro )
Mario Siletti( il conte Tommaso Bernabei )
Vittorio Congia( il segretario Bini)
Lia Zoppelli( la contessa Bernabei )
Francesco Mulè( il commissario )
Pietro De Vico( Dino,il cameriere )
Nando Bruno( l'oste )
Nando Angelini( il parroco )
Ignazio Leone( Gennarino )
Tina Perna( la cameriera )
Iole Mauro( la figlia dell'oste )
Anna Campori( la moglie dell'oste )
Ughetto Bertucci( un fascista )
Totò Mignone( altro fascista )
Ely Drago( Gina )
Altri interpreti :
Edy Biagetti, Flore Carosello

                 

        

        

Soggetto

Ernesto sorpreso dalla moglie al telefono con l'amante Lauretta,finge di parlare con il medico di Mussolini,Tanzarella.Totò intercetta la telefonata si finge Tanzarella ed estorce del denaro ad Ernesto,poi con Lauretta si reca al pranzo dato dai suoceri di questi in onore di un ministro.Sparisce un servizio di posate d'oro che viene trovato addosso all'incolpevole ministro.Risolve l'imbarazzante faccenda Totò,che facendo valere il suo ruolo di medico del Duce,riceve in dono il servizio.

Critica e curiosità

Il film doveva chiamarsi " E il ministro si fermò a mangiare " ma l'inevitabile censura boccia il titolo . Il film segna anche la fine del sodalizio Totò - Mattoli , il regista aveva l'abitudine di chiamare i suoi attori " senti coso " , Antonio de Curtis che in passato aveva sorvolato su questo modo di fare di Mattoli non ne può più e dopo questo film chiude ogni rapporto di lavoro col regista .
Scriveva Morando Morandini : " Con la mimica prodigiosa , i lazzi assaettati , l'inimitabile tempo , Totò domina da cima a fondo questa pochade che avrebbe dovuto trovare il suo pepe nell'ambientazione [..] Il film è inoffensivo sotto gnbi aspetto e , senza Totò , sarebbe il deserto anche sul piano della comicità più facile [..] " .
E Leo Pestelli : " [..] I comici e in particolare Totò sono gli artefici del modesto divertimento [..] " .


Ugo Tognazzi

Data nascita: 3 Marzo 1922 (Pesci), Cremona (Italia)
Data morte: 27 Ottobre 1990 (68 anni), Roma (Italia)
Da giovane lavora come contabile in un salumificio ma ha una grande passione per il teatro e quindi passa tutto il suo tempo libero a recitare nella compagnia del dopolavoro aziendale. Dopo essere stato chiamato alle armi durante la seconda guerra mondiale, inizia a lavorare sempre a Cremona come archivista, prima di decidere di dedicarsi completamente al palcoscenico. Debutta ufficialmente in teatro nella rivista Viva le donne, scritta da Marcello Marchesi. Dal 1945 fino ai primi anni '50 vive una felice stagione nel teatro di rivista a fianco delle sorelle Nava, di Wanda Osiris e di Tina De Mola. Proprio nell'avanspettacolo e nella rivista Tognazzi instaura un rapporto subito felice con il pubblico, trattandolo da amico. Anche per il suo nuovo modo di fare ridere non legato a una precisa maschera, vestito all'uomo borghese qualunque, senza eccessi né smorfie. Proprio in quegli anni stringe il fortunato sodalizio con Raimondo Vianello che lo avvicina alla televisione, dove è l'impareggiabile protagonista delle varie edizioni del varietà Un, due, tre (dal 1954 al 1959), basato su una comicità stralunata e solo apparentemente sempliciotta (la trasmissione viene bruscamente interrotta a causa delle proteste suscitate da una poco gradita satira politica). Nel frattempo viene scoperto dal cinema; dopo una quarantina di film piuttosto mediocri, Luciano Salce gli offre nel 1961 con Il federale la possibilità di misurarsi con un personaggio (un gerarca fascista) di notevole spessore umano e psicologico. Già agli inizi della carriera si nota la grande abilità di muoversi con disinvoltura nei ruoli più spensieratamente comici come in quelli più difficili e drammatici, il successo ottenuto in questa occasione viene confermato da numerose altre interpretazioni in opere di sempre maggiore impegno, incarnando personaggi ora volgari, sgradevoli e meschini, ora umili, simpatici e accattivanti. Fra i suoi maggiori successi ricordiamo La voglia matta (1962), La marcia su Roma (1963), I mostri (1963), L'ape regina (1963), La donna scimmia (1964), Il commissario Pepe (1969), Amici miei (1975), La stanza del vescovo (1977) e Il vizietto (1978). Nel 1981 vince la Palma d'oro per il migliore attore al Festival di Cannes per La tragedia di un uomo ridicolo, di Bernardo Bertolucci. Nel corso della sua lunga carriera, Tognazzi fa anche la fortuna dei giornali scandalistici per via della sua movimentata vita sentimentale. Dalla sua relazione con la ballerina Pat O'Hara nasce il figlio Ricky, ma dopo alcune storie chiacchierate con modelle e attrici stranieri, Tognazzi sposa nel 1963 l'attrice norvegese Margaretha Robsham, da cui avrà un altro figlio, Thomas. Nel frattempo, conosce Franca Bettoja. Dalla loro unione, che diventa matrimonio nel 1972, nasceranno due figli, Maria Sole e Gian Marco. E in anni in cui si parlava poco o forse per niente di famiglia allargata, Tognazzi cerca sempre di tenere intorno a sé tutti i suoi figli e le sue compagne, formando una specie di tribù che si riunisce spesso nella villa di Torvajanica, dove il celebre comico istituisce un torneo annuale di tennis, sua grande passione insieme al calcio e alla cucina. Negli anni '80, dopo una florida attività cinematografica, torna al suo antico amore: il teatro. Ci torna recitando in francese, alla Comédie di Parigi, il ruolo del padre in Sei personaggi in cerca d'autore, di Luigi Pirandello; indi, in Italia, con Molière L'avaro (1988) diretto da Mario Missiroli e Mr. Butterfly (1989), in finale di carriera. Negli ultimi anni i suoi ruoli sul grande schermo vanno via via riducendosi: interpreta un popolano medievale in Dagobert (1984) di Dino Risi, gira Ultimo minuto (1987) di Pupi Avati e infine compare in Tolérance (1989) nei panni di un nobile gastronomo gaudente. Amareggiato per via di un progetto con Fellini mai andato in porto e soprattutto deluso dal nuovo cinema italiano che non gli offre altro che ruoli di secondo piano in pellicole di scarso rilievo, Ugo Tognazzi, il creatore della "commedia all'italiana ", muore per emorragia cerebrale in una clinica romana il 27 ottobre 1990.


Virna Lisi

Nome: Virna Pieralisi
Data nascita: 8 Settembre 1937 (Vergine), Ancona (Italia)
Viene scoperta e supportata dal cantante e attore Giacomo Rondinella che la incoraggia a tentare la strada nel mondo dello spettacolo. Recita in numerosi film e sceneggiati, tra i quali E Napoli canta (1953), Le diciottenni (1955) e Lo scapolo (1955). Dopo piccoli ruoli decorativi, riesce a farsi notare in La donna del giorno (1956) di Francesco Maselli, dove interpreta una giovane donna alle prese con le prime conseguenze della popolarità raggiunta grazie ad una campagna pubblicitaria. Il ruolo anticipa quella che sarà anche la vicenda personale dell'attrice: poco dopo, infatti, viene ingaggiata in una fortunata serie di spot pubblicitari mandati in onda in Carosello, il cui slogan ("Con quella bocca può dire ciò che vuole") diventa, in breve, un tormentone dell'epoca. Negli anni Sessanta partecipa a pellicole molto diverse tra loro, offrendosi soprattutto in ruoli di secondo piano (il peplum Romolo e Remo di Sergio Corbucci, la commedia all'italiana Signore e signori di Pietro Germi, dov'è un'affascinante cassiera di un bar, e Le dolci signore di Luigi Zampa). Le frequentazioni importanti con artisti e maestri del cinema la fanno crescere professionalmente, tanto da tentare il lancio all'estero. Hollywood accetta la sua candidatura e le offre un ruolo a fianco di Jack Lemmon in Come uccidere vostra moglie (1965) di Richard Quine. Dopodichè, a parte l'interessante interpretazione in Eva (1962) di Joseph Losey, dov'è la moglie tradita di uno squallido scrittore, e il film minore La venticinquesima ora (1967) di Henri Verneuil, comincia a rifiutare ruoli da 'bionda svampita' che le case di produzioni americane (e non solo) stavano offrendo in quel momento. Torna in Italia dopo aver rifiutato il ruolo di protagonista per Barbarella, sostituita da Jane Fonda. Una volta tornata in patria, sceglie di dedicarsi alla famiglia, al marito Franco Pesci, noto costruttore romano e il figlio Corrado. Dimezza gli impegni professionali per tutto il corso degli anni Settanta e ritorna a lavorare a ritmi più sostenuti con l'inizio degli anni Ottanta. Dimostra grande maturità e una notevole sensibilità d'attrice con ruoli più impegnativi: la vediamo in Al di là del bene e del male (1977) di Liliana Cavani, in Ernesto (1979) di Salvatore Samperi e La cicala (1980) di Alberto Lattuada. Interpreta una seducente madre in vacanza nella commedia nostalgica Sapore di mare (1983) di Carlo Vanzina (regista con cui lavora anche l'anno successivo in Amarsi un po'…) ed entra a far parte del cast de I ragazzi di via Panisperna (1988) di Gianni Amelio e di Buon Natale, buon anno (1989) di Luigi Comencini. Riceve numerosi riconoscimenti prestigiosi, tra i quali spicca il Prix d'interprétation féminine al Festival di Cannes, assegnatole grazie al ruolo di Caterina de' Medici ne La regina Margot (1994) di Patrice Chéreau. Prende parte al dramma sentimentale Va' dove ti porta il cuore (1996) di Cristina Comencini e ritorna madre apprensiva e autoritaria ne Il più bel giorno della mia vita (2002), girato nuovamente dall'amica Comencini. Nel frattempo riprende l'attività televisiva: recita nella fiction Uno di noi (1996), Cristallo di rocca (1999), Le ali della vita (2000), Il bello delle donne (2001) e soprattutto in Caterina e le sue figlie (tre stagioni di discreto successo, dal 2005 al 2010). In quest'ultima serie, dopo aver ricevuto il David di Donatello alla carriera, riveste i panni, ormai consueti, di madre abbandonata, alle prese con i guai delle figlie.


Lauretta Masiero

Nome: Laureta Masiero
Data nascita. 25 Ottobre 1927 (Scorpione), Venezia (Italia)
Data morte: 23 marzo 2010 (82 anni), Roma (Italia)
Ha iniziato la sua prestigiosa carriera nel varietà, al fianco di Macario, nel 1945. Subito dopo si è avvicinata al teatro di prosa, giungendo, nel breve volgere di alcune stagioni, a ricoprire ruoli principali. Assieme a Garinei e Giovannini ha interpretato una lunga serie di spettacoli primo dei quali, nel 1952, Attanasio cavallo vanesio. Nel 1954 è stata chiamata alla Biennale di Venezia in occasione dell'inaugurazione della Fondazione Cini: qui ha interpretato con successo una lunga serie di spettacoli goldoniani, tra i quali Il campiello e Le baruffe chiozzotte. Agli spettacoli del repertorio classico Lauretta Masiero ha alternato quelli del repertorio comico-brillante, sempre raccogliendo unanimi consensi, a partire da La pappa reale al fianco di Andreina Pagnani, che le fu maestra in brio e simpatia, spettacolo che la consacrò definitivamente quale interprete del repertorio brillante. Non ha tuttavia trascurato di cimentarsi anche con testi di autori drammatici, fra i quali Luigi Pirandello, del quale ha interpretato Ma non è una cosa seria e La signora Morli una e due. Ha in seguito recitato con numerose tra le maggiori compagnie del panorama nazionale, fra le quali la Masiero-Calindri-Volpi-Zoppelli, la Masiero-Lionello-Pagnani, la Masiero-Volonghi e la Masiero-Foà. Più rare le sue presenze sulla scena negli anni '70, mentre negli '80 e '90 ha portato al successo soprattutto autori anglosassoni. Dell'ultimo periodo ricordiamo: Il marito va a caccia di Georges Feydeau (1987), La cameriera brillante di Carlo Goldoni (1988), La miliardaria di George Bernard Shaw (1989), A piedi nudi nel parco di Neil Simon (1993) e Twist di Clive Exton (1995). Al teatro ha alternato una vivace attività cinematografica e televisiva. Per il grande schermo ha interpretato numerosi film, tra i quali Canzoni di mezzo secolo (1952) con Renato Rascel, Accadde al commissariato (1954), Totò a Parigi (1958), Marinai, donne e guai (1958), Tipi da spiaggia (1959), Sua eccellenza si fermò a mangiare (1961) e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), per la regia di Ettore Scola. Altrettanto numerose la sue apparizioni televisive in spettacoli quali Canzonissima (1960-61) con Aroldo Tieri e Alberto Lionello, Biblioteca di Studio Uno (1964), Palcoscenico musicale (1966), Qui ci vuole un uomo (1968), e la serie Le avventure di Laura Storm (1965), nella quale ha impersonato una brillante investigatrice giornalista in cerca di guai. Dal 1996 Lauretta Masiero fa parte della compagnia del Teatro Stabile”La Contrada ", assieme alla quale ha interpretato una fortunata edizione di Non ti conosco più di Aldo De Benedetti e Le sorelle Materassi di Fabio Storelli, spettacoli che hanno registrato entrambi un ottimo successo di pubblico e critica. Attrice a tutto tondo dello spettacolo italiano, la grandissima Lauretta Masiero miete un successo dietro l'altro da oltre cinquant'anni grazie all'impeccabile professionalità e alla innata e intramontabile verve. È passata con disinvoltura dalla rivista al teatro leggero a più impegnative prove nel teatro classico, riconfermando in ogni occasione uno stile e una bravura che fanno di lei una delle più grandi attrici italiane.


Raimondo Vianello

Data nascita: 7 Maggio 1922 (Toro), Roma (Italia)
Data morte: 15 aprile 2010, Milano (Italia)
Perfetto gentleman inglese nell'aspetto e nei modi, deve alle sue caratteristiche fisiche - alto, biondo, e di portamento dinoccolato - l'inizio casuale della sua carriera d'attore (venne scelto per interpretare il ruolo di un ufficiale nella rivista satirica Cantachiaro n. 2di Garinei e Giovannini). Nel teatro di rivista è stato accanto a Wanda Osiris ( Domani è sempre domenica, 1950), a Carlo Dapporto, Macario, Gino Bramieri e Ugo Tognazzi, con cui ha fatto coppia fissa dal 1951. La neonata televisione ne ha presto scoperto le qualità sceniche e comiche è si è assicurata da subito il suo talento: dall'estate del 1954 Vianello è stato il mattatore misurato, civile e causticamente ironico del varietà Un, due, tre, accanto ad Ugo Tognazzi. Il duo comico è stato indimenticabile protagonista di provocatori e succosi sketch, croce e delizia dei dirigenti della RAI, che finiranno per punire la loro irriverenza. Nel 1959 la trasgressiva parodia dello scivolone del presidente Gronchi (nell'ambito di una serata in onore del capo di Stato francese Charles De Gaulle) non superò la censura e il programma è stato sospeso di lì a poco. Nel 1959 incontrò Sandra Mondaini sul palcoscenico della rivista Sayonara, Butterfly. Tra i due nacque un sodalizio artistico e sentimentale, coronato con il matrimonio celebrato in numerose trasmissioni televisive, dove il pubblico ha potuto apprezzare il garbato ed elegante umorismo della coppia. Tra esse ricordiamo: Studio uno (1965-66), Sai che ti dico? (1972), Tante scuse (1974), Noi… no (1977), Stasera niente di nuovo (1981), Attenti a quei due (1982) e Sandra e Raimondo Show (1987). Nel 1972 Vianello venne operato per un tumore al rene, che riuscì a superare grazie alla sua grande forza di volontà, ma soprattutto grazie alla sua amata compagna che gli è stata affettuosamente vicino. Dopo essere stato raffinato conduttore del programma Il gioco dei nove (1988), Vianello è ricomparso con la moglie nell'esilarante sit-com Casa Vianello, eccellente prova dell'ironia con cui la coppia sa portare in scena i problemi quotidiani della vita coniugale. Dal 1991 Vianello è conduttore intelligente e signorile di Pressing, settimanale sportivo di Italia 1; nel 1996-97 è stato protagonista, di nuovo con la consorte, di una sit-com di Canale 5, Cascina Vianello. A settantasei anni, esordisce come presentatore del “Festival di Sanremo” nel 1998, dimostrando come sempre la sua grande ironia e la sua immancabile signorilità. Nella sua lunga e fortunata carriera l'attore è comparso inoltre in più di cinquanta film di genere comico, due dei quali al fianco del “Principe della risata” Totò: Totò sceicco (1950) e Totò Diabolicus (1962).


Mario Siletti

Data nascita: 5 Febbraio 1897 (Acquario), Torino (Italia)
Data morte: 17 Marzo 1977 (80 anni), Roma (Italia)
Dopo avere partecipato alla prima guerra mondiale debuttò nel 1920 nel teatro di prosa con la compagnia Ferrero-Celli-Paoli, dando inizio ad una carriera di attore brillante, che si protrasse, con varie compagnie di grido, fino al 1932, anno in cui esordì nel cinema, recitando in un film di Nunzio Malasomma, Sette giorni cento lire. Richiestissimo da molti registi, Siletti divenne uno dei caratteristi più simpatici e più popolari del periodo, interpretando numerosissimi film, talora anche in parti molto piccole. Al termine della seconda guerra mondiale, Siletti tornò al teatro di prosa, recitando dapprima con la formazione diretta da Peppino De Filippo nel 1953-1954, poi con una sua propria compagnia, presso il Teatro delle Muse di Roma. All'attività teatrale, Siletti affiancò anche quella radiofonica, mentre apparve raramente in televisione; ebbe però un ruolo abbastanza importante nel telefilm 1943: un incontro, episodio della serie Tre donne, diretta nel 1971 da Alfredo Giannetti.


Vittorio Congia

Data nascita: 4 Novembre 1930 (Scorpione), Iglesias (Italia)
Attore romano, maturato nella dura scuola del cabaret (per anni si esibì al Bagaglino), divenne negli anni Sessanta una simpatica presenza in tv (lo mandavano con le sue macchiette a salvare trasmissioni di varietà pericolanti come “Sentimentale” e “Canzonissima 1960”). Bassetto, petulante, aggressivo, divenne una specie di alter ego più giovane di Paolo Panelli (memorabile il suo personaggio di colonnello nordista nel teleromanzo musicale “Non cantare, spara”). Nel complesso, è stato valorizzato in tv meno di quanto meritava (mentre in teatro ha avuto un eccezionale successo in “Venti zecchini doro”). Dopo una recitazione legata soprattutto alla commedia e ai musicarelli, negli anni Settanta partecipa a Il gatto a nove code (1971) di Dario Argento, Quando gli uomini armarono la clava e... con le donne fecero din-don (1971) di Bruno Corbucci, Una cavalla tutta nuda (1972) di Franco Rossetti. Dopodichè appare ancora in alcuni sceneggiati televisivi, ma la sua carriera d'attore cinematografico finisce con la fine del decennio. In seguito diventa un eccellente doppiatore per film, telefilm e serie animate (è stato la voce di Ian Holm ne Il Signore degli Anelli - La compagnia dell'anello nel 2003).


Lia Zoppelli

Data nascita: 16 Novembre 1920 (Scorpione), Milano (Italia)
Data morte: 2 Gennaio 1988 (67 anni), Milano (Italia)
Debutta sulle scene nel 1939 con la compagnia Maltagliati-Cimara-Ninchi. Nelle stagioni successive lavora con Ruggero Ruggeri (1940-41) e con Memo Benassi (1942-43). Dal 1943 al 1945 è nella compagnia di Stival dove ricopre ruoli principali. Dopo aver recitato nella compagnia di Sarah Ferrati è diretta da Luchino Visconti nel ruolo della Contessa d'Almaviva ne Il matrimonio di Figaro (1946). È quindi fra i protagonisti delle prime stagioni del Piccolo Teatro di Milano recitando in: L'albergo dei poveri di Gor'kij (1947), Le notti dell'ira di Salacrou, Arlecchino servitore di due padroni, Il corvo di Gozzi (1949). Nel 1949 è nella compagnia di Tino Carraro e l'anno successivo in quella di Ricci dove recita in Cocktail party di Eliot. Successivamente forma una compagnia con Ernesto Calindri, Franco Volpi e Valeria Valeri (1953) dove si impone nei ruoli brillanti ( Tredici a tavola di Sauvajon, Affari di stato di Verneuil, Il cadetto Winslow di Rattigan). Si cimenta poi nella rivista lavorando con Carlo Dapporto in Giove in doppiopetto, di Garinei e Giovannini. Nel 1956-57 è con Ugo Tognazzi e in seguito lavora al Teatro Italiano e allo Stabile di Torino. Negli anni '60 lavora soprattutto per la televisione in sceneggiati come Tom Jones (1960), I giacobini (1962), Paura per Janet (1963) e insieme a Calindri e Volpi propone il ciclo La prosa del venerdì. Partecipa inoltre ad una serie di Caroselli per Alemagna (in onda dal 1957 al 1965 è rimasta celebre per il codino”Ullalà è una cuccagna!”), dapprima interpretando il personaggio della nobildonna Filumena, fidanzata e poi sposa di Narciso (Enrico Viarisio), e in seguito quello della madre di Lionello (Alberto Lionello). Presta la sua ironia anche a programmi d'intrattenimento, partecipando nel 1964 allo spettacolo musicale Biblioteca di Studio Uno e al varietà di Mario Mattoli Za-bum. Nel 1977 è di nuovo in teatro con Un angelo calibro nove di Nino Marino per la regia di Foà e nel 1980 è nella compagnia di Mario Scaccia ne Il galantuomo per transazione di Giraud. Nel 1985 interpreta il film per la TV Baciami strega, di Duccio Tessari. Di temperamento versatile ed ironico, ma con possibilità di creare personaggi d'una certa complessità, Lia Zoppelli si è dimostrata una straordinaria attrice eclettica, capace di passare con estrema semplicità dal genere serio a quello comico. Insomma, un vero e proprio talento.


Francesco Mulè

Data nascita: 1 Gennaio 1926 (Capricorno), Roma (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 1984 (58 anni), Roma (Italia)
Figlio di Giuseppe, all'epoca direttore dell'Accademia di Santa Cecilia, frequentò l'Accademia d'arte drammatica e iniziò presto a calcare le scene, con Processo a Gesù di Fabbri (1956), al fianco di Renzo Ricci ed Elsa Merlini. Dotato di un notevole talento comico, si rivelò nella rivista Senza Rete con Paolo Panelli. Lavorò quindi in una serie di commedie brillanti come Non ti conosco più, Cara delinquente e Dobbiamo uccidere Tony. Con Renato Rascel recitò in un insolito spettacolo brillante firmato da Franco Zeffirelli nel 1969, Venti zecchini d'oro. Attivo anche sul grande schermo, il grande successo di pubblico arrivò con le sue partecipazioni televisive, soprattutto con Carosello e le scenette della birra Peroni, che Mulè interpretò dal 1968 al 1973, indossando gli ingombranti panni del ragioniere Mario Bianchi, sperduto nel deserto, assetato e in preda a un delirante miraggio biondo, quello di Solvi Stubing, che impietosita pronunciava l'immancabile, famoso codino pubblicitario: « Chiamami Peroni, sarò la tua birra ».


Pietro De Vico

Altri nomi: Peter De Vico
Data nascita: 1 Febbraio 1911 (Acquario), Napoli (Italia)
Data morte: 10 Dicembre 1999 (88 anni), Napoli (Italia)
Figlio d'arte, debutta, ancora bambino, nella compagnia di Vincenzino Scarpetta interpretando Peppiniello in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta. Appena ventenne, siamo negli anni '30, iniziò a lavorare nella compagnia del padre con i fratelli Antonio e Mario, dando vita a una delle riviste più affiatate e richieste dell'avanspettacolo. Attore con una grandissima verve comica, si fece conoscere nella parte di balbuziente e mimo, muovendosi sulla traccia di Ciccio De Rege (con il quale lavorò alla fine degli anni '30). Proprio a lui si deve la riscoperta della macchietta del “Balbuziente” delineata da Trilussa. La popolarità maggiore gli derivò da una notissima serie televisiva per ragazzi, La nonna del corsaro nero, con Anna Campori e Giulio Marchetti; una trasmissione epocale andata in onda a cavallo tra gli anni '50 e '60. È approdato alla prosa solo in età avanzata, grazie al sodalizio con il regista Antonio Calenda con il quale ha lavorato nel fortunato Cinecittà (1985) e in un originale Aspettando Godot(1990) di Beckett. De Vico ha lavorato moltissimo nel cinema come caratterista o spalla comica (per esempio di Totò nell'affermata parte di balbuziente, il suo maggiore leitmotiv artistico, come abbiamo visto). Alcuni titoli: Totò cerca casa (1949), Totò diabolicus (1962), Il giudizio universale (1961), Che fine ha fatto Totò Baby? (1964), Sgarro alla camorra (1973), La messa è finita (1985), Ladri di futuro (1991).


Nando Bruno

Data nascita: 6 Ottobre 1895 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 11 Aprile 1963 (67 anni), Roma (Italia)
Grande caratterista cinematografico, in oltre settanta film Nando Bruno ha lasciato traccia della sua ironia bonaria e popolaresca tipicamente romana. Le sue partecipazioni cinematografiche vanno da brillanti ruoli di comprimario a marginali parti da semplice figurante. Tra i numerosi film da lui interpretati ricordiamo Roma città aperta (1945), L'onorevole Angelina (1947), Come persi la guerra (1947), Se fossi deputato (1949), Cortile (1956), Il vedovo (1959) e Il vigile (1960). Altri film: Roma città libera (1946) di Marcello Pagliero; Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani; Il delitto di Giovanni Episcopo (1947) di Alberto Lattuada; Gioventù perduta (1948) di Pietro Germi: Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica; L'arte di arrangiarsi">L'arte di arrangiarsi (1955) di Luigi Zampa; Il mattatore (1960) di Dino Risi.


Nando Angelini

Data nascita: 17 Agosto 1933 (Leone), San Benedetto del Tronto (Italia) Allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, diplomatosi nel 1955, esordisce subito sullo schermo in un ruolo di contorno. Nonostante la sua buona volontà, non riesce mai ad ottenere ruoli consistenti, relegato a partecipazioni irrilevanti e di poco conto, anche se prende parte ad un numero considerevole di film. Appare anche con i nomi americanizzati, secondo l’uso corrente di un certo periodo del cinema italiano, Nick Angel o Fernand Angels. Svolge anche attività teatrale e televisiva e per parecchi anni realizza rubriche culturali per la TV. Sposatosi nel 1973, ha poi abbandonato il set.


Ignazio Leone

Data nascita: 19 Aprile 1923 (Ariete), Palermo (Italia)
Data morte: 30 Dicembre 1976 (53 anni), Torino (Italia)
Attore del teatro dialettale e di rivista operante in Sicilia (lavora con la coppia Franchi e Ingrassia), si dedica al cinema a partire dal 1952, chiamato dal regista Carlo Ludovico Bragaglia ad impersonare piccoli ruoli in due film suoi. Per oltre un ventennio (interpreta il suo ultimo lungometraggio nel 1954) è caratterista di rango, anche se non troppo appariscente. Nei suoi numerosi film disegna sobriamente sindaci, camerieri, ragionieri, vigili, commissari di polizia e tanti altri ruoli. Fra tanti lavori di puro e spesso modesto intrattenimento, se ne segnalano alcuni diretti da registi di prestigio come F. Rossi, L. Zampa, C. Lizzani, A. Lattuada e P. Festa Campanile. Ha anche svolto attività di documentarista


Tina Perna

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Europa '51 (1952) di Roberto Rossellini dove ha interpretato la parte di Cesira. Nel 1949 ha inoltre lavorato con Alberto Lattuada per la realizzazione del film Il mulino del Po.


Anna Campori

Data nascita: 22 Settembre 1917 (Vergine), Roma (Italia)
Napoletana d'adozione, Anna Campori debuttò piccolissima nella compagnia del padre, anch'egli attore, che lasciò quando incontrò l'attore Pietro De Vico, dal 1937 suo marito e compagno nella vita e sulla scena. Nel 1940Anna e Pietro formarono una loro compagnia che si dedicava prevalentemente alla rivista. Nel 1950 Anna lasciò la compagnia del marito per lavorare con Macario ( La bisbetica sognata, parodia della commedia di Shakespeare). In seguito fondò una compagnia con Alberto Semprini, Katyna Ranieri e Achille Togliani, dedicandosi prevalentemente allo spettacolo musicale. Ottenne grandissima popolarità grazie al divertentissimo sceneggiato televisivo Giovanna, la nonna del Corsaro Nero (1961-66), nel quale vi interpretava l'attempata e tenace corsara Giovanna, a capo di una banda di pirati impegnati a dare la caccia al governatore spagnolo, responsabile della morte del nipote, il Corsaro Nero. Prese parte anche a qualche decina di film, quasi tutti del genere comico, alcuni dei quali accanto al grande Totò, come Un turco napoletano (1953), I tartassati (1959) e Gli onorevoli (1963). Negli anni '80 iniziò la lunga collaborazione con il regista teatrale Antonio Calenda, che la volle nella messa in scena di diversi classici, come L'inventore del cavallo di Achille Campanile, Miles gloriosus di Plauto e Le rose del lago di Brusati. Dotata di un umorismo garbato e gentile, Anna Campori ha dimostrato in sessant'anni di carriera, di essere una delle più brave e spontanee attrici brillanti che lo spettacolo italiano abbia mai avuto.


Ughetto Bertucci

Data nascita: 18 Ottobre 1907 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 25 Giugno 1966 (58 anni), Roma (Italia)
Fa realmente il venditore di frutta e verdura in un mercato situato in una famosa piazza romana ed è il proprietario di un camioncino in pessime condizioni, quando viene notato da Mattòli e scritturato per un ruolo aderente al suo fisico e alla sua attività di “fruttarolo” per La vita ricomincia (1945). Il tarlo dello spettacolo si insinua in lui che decide, pur gestendo sempre il suo banco al mercatino, di dedicarsi al cinema e, occasionalmente, all’avanspettacolo in teatrini romani. Di bassa statura, magrolino, con una faccia decisamente simpatica e con l’aria scanzonata, è interprete di una elevata quantità di film, per lo più leggeri, accanto ai comici del momento, soprattutto Totò, ma anche Macario, Billi e Riva, Walter Chiari. Non va mai fuori dal suo cliché, non diventa un eccelso caratterista, non ottiene mai ruoli consistenti, ma non si monta la testa e continua il suo mestiere con umiltà, rarefacendo le sue apparizioni verso la fine degli anni Cinquanta, per ritirarsi poi piano piano dal mondo dello spettacolo.


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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