Totò, Peppino e le fanatiche

[Totò e Peppino De Filippo] [Totò,Peppino De Filippo,Yvette Masson e Edda Ferronao]

[Totò e Peppino De Filippo] [Totò]

[Totò e Peppino De Filippo] [Totò,Peppino De Filippo e Aroldo Tieri]

[Johnny Dorelli,Totò Mignone e Alessandra Panaro] [Renato Carosone]

[Totò e Peppino De Filippo]

Videoclip titoli di testa

Regia : Mario Mattoli
Soggetto : Age,Scarpelli,Steno,Maccari
Sceneggiatura : Age,Scarpelli,Steno,Maccari
Fotografia : Anchise Brizzi
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Gianni Ferrio,Michele Cozzoli
Montaggio : Gisa Radicchi Levi
Aiuto regia : Mariano Laurenti
Direttore produzione : Romolo Laurenti,Carlo Vignati
Produzione : Broggi e Libassi per DDL,Roma
Durata: 90 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio Vignarelli )
Rosalia Maggio( Anita, sua moglie )
Peppino De Filippo( Peppino Caprioli )
Elena Borgo( Ada, sua moglie )
Johnny Dorelli( Carlo, loro figlio )
Alessandra Panaro( la figlia di Vignarelli )
Aroldo Tieri( il direttore del manicomio )
Mario Riva( il capufficio di Caprioli )
Diana Dei( sua moglie )
Nadia Bianchi( Marietta )
Yvette Masson( Trude )
Edda Ferronao( Brigitte )
Enzo Garinei( un giornalista )
Peppino De Martino( Giovanni )
Giacomo Furia( suo cugino )
Benedetta Rutili( sua cugina )
Fanfulla( Giacinto,l'organizzatore della beneficenza )
Totò Mignone( il suo aiutante )
Renato Carosone( se stesso )
Antonio La Raina( il venditore di elettrodomestici )
Salvo Libassi( un ospite alla beneficenza )
Gianna Partanna( altra ospite alla beneficenza)

                 

           

           

Soggetto

Finiti in manicomio il cavalier Vignarello e il ragionier Caprioli raccontano al direttore le esasperanti peripezie che gli procurano gli atteggiamenti fanatici delle loro rispettive famiglie.Il direttore si mostra convinto e comprensivo e alla prima occasione libera i due e ne ricovera i congiunti.

Critica e curiosità

Da un articolo senza firma sul Corriere d'Informazione : " Totò e Peppino sono collaudatissimi , tanto che li mettono di richiamo persino nei titoli . Non importa , poi , se quello che c'è sotto l'etichetta è materiale di scarto o avariato , l'importante è che il prodotto sia contrabbandato col nome dell ditta Totò-Peppino [..]. Totò , Peppino e le fanatiche comunque , non è peggio degli altri film della lunga serie , quattro risate fa fare e il resto non conta [..] " .
Altro articolo non firmato su La notte : " [..] L'idea escogitata dagli sceneggiatori di queste ennesime avventure dei due comici napoletani è nuova e originalissima : li mandano in manicomio . Si tratta come è noto di un terreno vergine per le vignette dei giornali umoristici o le barzellette da raccontare in ufficio . [..] Tutto il resto lo potete agevolmente immaginare : si tratta della solita frusta antologica di battute squallide [..] " .


Rosalia Maggio

Data nascita: 25 Luglio 1920 (Leone), Napoli (Italia)
Data morte: 25 Luglio 1995 (75 anni), Napoli (Italia)
È l’ultima della famiglia degli attori napoletani che nasce durante una tournée in Sicilia dei genitori, e anche lei, come i fratelli Pupella, Dante, Beniamino e i meno noti Enzo e Margherita, debutta ad appena dieci anni nella formazione dialettale del padre. Adolescente, si è fatta un nome di certo rilievo recitando con il fratello Dante e quindi con Anna Fougez, ma l’avanspettacolo è il settore nel quale rifulge, prima di compiere salti di qualità in compagnie primarie come quella di Walter Chiari e Mario Carotenuto, accanto ai quali è apparsa in Gildo di Amendola, Marchesi e Maccari (1951) e Cavalcata... a piedi (1952). Di bell’aspetto, attraente e simpatica, sembra essere l’ideale della soubrette, ruolo che sostiene con disinvoltura nella rivista di Alfredo Bracchi Sotto i ponti del Naviglio (1950) con Fausto Tommei e Tino Scotti e in E invece pure (1953) con Renato Rascel. Nella stagione 1952-53 ritrova Fausto Tommei e il fratello Beniamino in Quattro passi in galleria di Frattini e Carosso, per giungere poi a formazioni importanti organizzate da Lucio Ardenzi e da Eduardo De Filippo. Pur litigando spesso con loro, recita talvolta con i fratelli Beniamino e Dante in spettacoli popolari come Napoletani a Napoli di Murolo nella stagione 1956-57 e Venere con i baffi in quella successiva, riapparendo molti anni dopo accanto a Pupella e Beniamino nello spettacolo rievocativo di grande successo messo in scena da Antonio Calenda ‘Na sera e... Maggio (1983) e qualche anno dopo in Noi, voi e nu poco ‘e teatro (1986) diretto da Romeo De Baggis. Recita anche nel cinema in ruoli spesso da caratterista o da terza donna senza trovare mai la vera opportunità per emergere e farsi apprezzare come il suo talento meriterebbe. Attiva anche in TV, dove fra l’altro è apparsa accanto a Diego Abatantuono nella serie dei telefilm Il commissario Corso (1991), di Alberto Sironi e Gianni Lepre e nello sceneggiato La Medea di Porta Medina (1981), per la regia di Schivazappa.


Peppino De Filippo

Data nascita: 24 Agosto 1903 (Vergine), Napoli (Italia)
Data morte: 27 Gennaio 1980 (76 anni), Roma (Italia)
Fratello minore di Titina ed Eduardo, figlio naturale di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, esordisce giovanissimo nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, ma ben presto la sua inquietudine lo porta a passare in formazioni dialettali secondarie, dove ha modo di farsi le ossa. Dopo aver raggiunto una certa fama, agli inizi degli anni ‘30 decide di formare - assieme ad Eduardo e Titina - la compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo, destinata a riscuotere grandi successi grazie a commedie scritte da loro stessi (la più celebre delle quali resta la straordinaria Natale in casa Cupiello): il sodalizio dura sino al 1944, sempre sostenuto da un enorme consenso di pubblico. Peppino fa il suo esordio nel cinema, assieme ad Eduardo, con Tre uomini in frack (1932) di Mario Bonnard: sino al ‘44, saranno rare le occasioni in cui compare da solo. Finita la seconda guerra mondiale, divisi i suoi destini da quelli di famiglia, egli intraprenderà una propria strada autonoma sia in teatro sia al cinema: sul grande schermo, in verità, concedendosi sovente a prodotti commerciali poco adatti a metterne in luce le non comuni qualità. Fanno eccezione Luci del varietà (1950) di Fellini/Lattuada, dove è uno straordinario capocomico; Policarpo, ufficiale di scrittura (1959) di Mario Soldati, in cui indossa i panni d'un pignolo capoufficio; Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di "Boccaccio ‘70" (1961) ancora firmato da Fellini, che lo vede ragioniere moralista e bigotto. Ma i risultati migliori li ottiene senza dubbio nel sodalizio quasi decennale con Totò, che produce tra il ‘55 ed il ‘63 ben 14 pellicole: l'unico Nastro d'argento della sua carriera gli viene assegnato quale attore non protagonista per Totò, Peppino e i fuorilegge(1956). Successivamente, si dedica al palcoscenico ed alla riduzione per la televisione di alcuni suoi testi teatrali; conoscendo, in tivvù, un momento di eccezionale popolarità col personaggio di Gaetano Pappagone, nella "Canzonissima" 1966-67.


Johnny Dorelli

Nome: Giorgio Guidi
Data nascita: 20 Febbraio 1937 (Pesci), Milano (Italia)
Ottimo cantante di musica leggera, verso la metà degli anni Cinquanta, incise i primi dischi grazie all'appoggio di Teddy Reno, dopo essere rientrato in Italia dagli Stati Uniti, dove aveva vissuto dall'età di nove anni, studiando musica e partecipando a vari show canori e televisivi. Attore spigliato e non privo d'una certa originale vena parodistica, nel corso degli anni Settanta tentò l'esperienza teatrale, ottenendo un notevole successo con una commedia di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, Aggiungi un posto a tavola. In seguito, riscosse discreti consensi anche nel mondo del cinema, interpretando due film; uno di essi, Una sera ci incontrammo, era di genere sentimentale-canoro, mentre il secondo, State buoni se potete, era una biografia di San Filippo Neri, svolta in chiave leggera e piacevolmente ironica; da notare, in questo film, la partecipazione dell'attore francese Philippe Leroy nelle vesti di Sant'Ignazio di Loyola, fondatore dell'ordine dei Gesuiti. Nel 1984 ha interpretato il personaggio del maestro Perboni nel film televisivo Cuore, tratto dal celebre libro di Edmondo De Amicis e diretto da Luigi Comencini. Quattro anni dopo, nel 1988, ha ripetuto un'analoga esperienza televisiva, come protagonista de La coscienza di Zeno, un film per la TV diretto da Sandro Bolchi e tratto dal romanzo omonimo di Italo Svevo. Fra gli ultimi anni Cinquanta e gli anni Sessanta ha lavorato saltuariamente anche nel cinema, interpretando, con umorismo ironico e garbato, alcuni film di non particolare importanza.


Alessandra Panaro

Nome: Alessandra Panaro
Data nascita: 14 Dicembre 1939 (Sagittario), Roma (Italia)
Apparve al pubblico per la prima volta in televisione. Il barcaiolo di Amalfi (1955) fu il suo primo film, ma il successo le arriva con Poveri ma belli (1956). Carina di aspetto, frizzante ma non esplosiva, maliziosa ma non volgare, l'attrice ha interpretato spesso ruoli sentimentali o vivaci con risultati più che dignitosi. Con Lorella De Luca, sua sorella in Poveri ma belli, ha condotto il gioco televisivo Il musichiere.


Aroldo Tieri

Data nascita: 28 Agosto 1917 (Vergine), Corigliano Calabro (Italia)
Data morte: 29 Dicembre 2006 (89 anni), Roma (Italia)
«Ha segnato la storia del cinema e del teatro italiano», scrive il Corriere della Sera, a grandi lettere, quando comunica il decesso del grande attore della Calabria che si ostinò a inseguire la sua passione di attore in un mondo allora segnato dai disordini fascisti e dal vivere claustrofobico di una dittatura tutt'altro che rosea. Interprete dotato di un'energia personalissima, tutta fisica e vocale, che esplose in maniera allucinante con la stessa forza di una lampadina alla quale si dà troppa corrente. Bruciante, sprigionò quel suo mezzo sorriso, misterioso tanto quanto quella della nostra Gioconda, in una carriera lunga settant'anni giocata fra il collasso definitivo del teatro e gli albori della televisione, affrontando un po' tutti i generi nell'insieme delle prospettive: le cupezze abissali e straordinariamente moderne delle opere che mise in scena con la compagnia di cui fu il fondatore, alle oblique e pastose commedie barocche con Totò, fino ai melodrammi familiari dei telefoni bianchi. La sua interpretazione più indelebile? Senza alcun dubbio a teatro. Figlio del giornalista, critico teatrale e commediografo Vincenzo Tieri (che fondò e diresse "Il Corriere del Teatro"), dopo essersi diplomato nel 1937 all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, debuttò a teatro in "Francesca da Rimini", entrando poi nella compagnia del Teatro Eliseo di Roma, nella quale recitò Shakespeare, Puget, Testoni, Lodovici. Parallelamente cominciò anche la sua carriera nel cinema, esordendo nella commedia di Mario Mattoli Mille chilometri al minuto (1939), con Vivi Gioi, cui seguirà Manon Lescaut (1939) di Carmine Gallone. Nella Cinecittà fascista degli anni Quaranta, trovò una sua dimensione professionale in diverse commedie dei telefoni bianchi nel ruolo macchiettistico del fidanzato ossessionato dai tradimenti e dagli accesi scatti d'ira. Luigi Zampa, Goffredo Alessandrini, Mario Bonnard, Camillo Mastrocinque furono i suoi registi, ma fu presente principalmente nelle pellicole dirette da Carlo Ludovico Bragaglia come: Fuga a due voci (1942), Non sono superstizioso… ma! (1943), Il fidanzato di mia moglie (1943), Torna a Sorrento (1945) e Pronto chi parla? (1945). Con la caduta del fascismo, raggiunse il successo con le riviste di Garinei e Giovannini, insieme a Anna Magnani, Gino Cervi, Walter Chiari e Totò (di cui fu spalla anche sul grande schermo), ma recitò perfino nel teatro impegnato portando testi di Rattigan, Barry e Pirandello. A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, con l'avvento della televisione e la morte del teatro, si dedicò soprattutto al cinema, girando oltre cento film e diventando un'ottima spalla per attori come Totò con cui recitò in ben tredici film, ma diretto da diversi registi (Steno, Mario Monicelli, Mario Mattoli e Sergio Corbucci); alla radio (interpretando per esempio il radiodramma "Racconti romani" di Moravia) e alla stessa tv, recitando in sceneggiati ("La foresta pietrificata" e "Le avventure di Nicola Nickleby") e come conduttore ("Canzonissima, edizione 1960-61, con Lauretta Masiero). Tornato a teatro con gli anni Sessanta, forte di una carriera cinematografica di tutto rispetto (recitò per Mario Soldati, Mario Costa, Pietro Germi, Giorgio Bianchi e perfino nel film spagnolo Un angelo è sceso a Brooklyn, accanto a Peter Ustinov), formò con la moglie, l'attrice Giuliana Lojodice, la compagnia Tieri-Lojodice, pur continuando a prestarsi per piccoli ruoli nella celluloide. Verrà infatti diretto da Lucio Fulci in Colpo gobbo all'Italiana (1962) e Gli imbroglioni (1963), da Mario Girolami in La donna degli altri è sempre la più bella (1963) e persino da René Clement in Che gioia vivere (1961) con gli amici attori Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi, Gino Cervi, Alain Delon, Rina Morelli, Gastone Moschin e Carlo Pisacane. Padrone di casa nel teatro italiano, in oltre trenta anni di attività, mise in scena un repertorio che ne sottolineò la poliedricità, oltre che l'instancabilità e l'intelligenza di interprete. Da Moliere a Shakespeare, da Shaw a Pirandello, tanto da meritarsi, nel 1984, il premio Armando Curcio per la rappresentazione de "Un marito" di Italo Svevo, quando ormai aveva smesso i panni di spalla di comici come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Raimondo Vianello e Walter Chiari. Si ritirò ufficialmente dal palcoscenico nel 1999 con "L'amante" di Margherite Duras e, preso in considerazione per il ruolo del Giudice nel Pinocchio (2001) di Roberto Benigni (ruolo che poi andò a Corrado Pani), morì fra le braccia della moglie a 89 anni la notte del 29 dicembre 2006, nella clinica San Valentino. Un attore vero, non c'è null'altro da dire… Esattamente come direbbe lui.


Mario Riva

Nome: Mario Bonavolontà
Data nascita: 26 Gennaio 1913 (Acquario), Roma (Italia)
Data morte: 1 Settembre 1960 (47 anni), Verona (Italia)
Figlio del compositore Giuseppe Bonavolontà, debuttò sulle scene nel luglio del '43 al Teatro Nuovo di Milano come sostituto di un presentatore, ma già l'anno successivo entrò a far parte della compagnia Totò-Magnani nella rivista di Michele Galdieri Che ti sei messo in testa??. Dotato di una particolare carica di simpatia e di un'innata vis comica, ottenne grande successo quando si unì all'attore comico Riccardo Billi, col quale portò al successo numerose riviste (dei cui testi il più delle volte erano essi stessi autori) tra le quali ricordiamo: La bisarca (1950), Alta tensione (1951), I fanatici (1952), Caccia al tesoro (1953), Siamo tutti dottori (1954), La granduchessa e i camerieri (1955), Gli italiani sono fatti così (1956). Tra i film che lo vedono interprete si ricordano I cadetti di Guascogna (1950), Accidenti alle tasse (1951), Accadde al commissariato (1954), Accadde al penitenziario (1955), Arrivano i dollari! (1956), Ladro lui, ladra lei (1957), I prepotenti (1958), Il raccomandato di ferro (1959). In televisione presentò il varietà musicale Il Musichiere (1957-60), nel quale fece conoscere la sua ironia salace e pungente e la sua istintiva e allegra comunicativa, testimoniata anche dalla celebre sigla, da lui cantata, Domenica è sempre domenica. Poco prima di presentare il Secondo Festival del Musichiere, morì in seguito alle ferite riportate da una banale caduta nella buca di un palcoscenico coperta da un tendone. Tra i film: Totò al giro d'Italia (1948) di Mario Mattoli; Se fossi deputato (1949) di Giorgio Simonelli; Totò cerca casa (1949) di Steno e Mario Monicelli; Porca miseria! (1951) di Giorgio Bianchi; Giovinezza (1952) di Giorgio Pastina; Altri tempi (1951) di Alessandro Blasetti; Anni facili (1953) di Luigi Zampa; Scuola elementare (1954) di Alberto Lattuada; Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini; I prepotenti (1958) di Mario Amendola; Il vigile (1960) di Luigi Zampa.


Diana Dei

Nome: Agnese Mancinelli
Data nascita: 15 Marzo 1921 (Pesci), Orvieto (Italia)
Data morte: 10 Gennaio 1999 (77 anni), Roma (Italia)
Diplomata in pianoforte al Conservatorio di S. Cecilia a Roma, durante una rivista teatrale conobbe Mario Riva, che in seguito sarebbe divenuto suo marito. Dal loro matrimonio nacque un figlio: Antonello, nato nel 1951. Dotata di grazia e arguzia, accanto a Riva l'avvenente Diana Dei prese parte a numerosi spettacoli di rivista, nei quali dimostrò di saper profondere le sue doti di simpatia e comunicativa tracciando una serie di figure sempre apprezzate da pubblico e critica. Fra i numerosi titoli del suo curriculum ricordiamo La granduchessa e i camerieri (1955-56), divertente commedia musicale con Wanda Osiris e la coppia Billi & Riva , e Gli italiani sono fatti così (1956-57). Mario Riva morì a Verona, per incidente durante le prove di una trasmissione televisiva, nel 1960, e Diana Dei si ritirò dalle scene. Dopo un lungo periodo di inattività tornò alla ribalta nel teatro di prosa: è stata una delle quattro regine (le altre erano Paola Borboni, Zora Velcova e Tina Lattanzi) in Lady Edoardo con Riccardo Reim, diretto da Aldo Trionfo (1978) e ancora con Paola Borboni la sorella giovane in Tre civette sul comò (1982), diretto da Fabio Battistini.


Yvette Masson

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Appuntamento a Ischia (1960) di Mario Mattoli dove ha interpretato la parte di Véronique. Nel 1958 ha inoltre lavorato con Camillo Mastrocinque per la realizzazione del film Domenica è sempre domenica dove ha interpretato la parte di Lisa.


Edda Ferronao

Data nascita: 8 Giugno 1934 (Gemelli), Verona (Italia)
Viso espressivo, carattere estroverso, è una delle attrici più communicative, con una lunga attività sul grande schermo anche se sovente relegata a ruoli di secondo o terzo piano, che non le concedono lo spazio necessario ad esprimere pienamente le proprie potenzialità artistiche. Molto richiesta per ruoli coloriti e da caratterista, ha al suo attivo collaborazioni con Mattòli, Zampa, Comencini, Risi, Pietrangeli, Monicelli, Francesco Rosi, Damiano Damiani e Bernardo Bertolucci. Di ottimo livello le interpretazioni sostenute in I compagni (1963) di Monicelli e in Il caso Mattei (1972) di Francesco Rosi.


Enzo Garinei

Data nascita: 4 Maggio 1926 (Toro), Roma (Italia)
Ottimo e spontaneo caratterista teatrale e cinematografico, Enzo Garinei esordisce in rivistine di carnevale per studenti al Teatro Valle di Roma, come primo attore in uno spettacolo scritto dal fratello Pietro (che si unirà in seguito a Sandro Giovannini, creando così la coppia "principe" del teatro leggero italiano del secondo dopoguerra). Dagli anni '40 comincia a partecipare a numerose importantissime riviste e commedie musicali accanto a grandi nomi del palcoscenico, come Wanda Osiris, Gianni Agus, Renato Rascel, Delia Scala e Gino Bramieri. È molto attivo anche in televisione, nel cinema - ha interpretato una serie di divertentissime commedie alcune delle quali al fianco di Totò ( Totò le Mokò, 1949; Totò terzo uomo, 1951) - e nel doppiaggio. Dai primi anni '80 è il direttore artistico della scuola teatrale "Ribalte" di Roma.


Peppino De Martino

Data nascita: 8 Dicembre 1908 (Sagittario), Napoli (Italia)
Data morte: 19 Giugno 1970 (61 anni), Napoli (Italia)
Attore squisitamente partenopeo, ha al suo attivo una carriera cinematografica da caratterista alquanto corposa, piena di titoli importanti. Diretto da registi famosi lavora al fianco di attori di prim’ordine, accanto ai quali non sfigura affatto, pur nell’esiguità dei ruoli affidatigli che non gli hanno permesso di accedere a una notorietà più che meritevole. L’inizio della sua carriera è in teatro: fa parte della compagnia dei fratelli De Filippo a partire dalla stagione 1931-32 fino alla 1934-35, recitando al Teatro Kursaal di Napoli in Gennareniello, L’ultimo bottone e Uomo e galantuomo dello stesso Eduardo e in altre opere di differenti autori, per allontanarsene successivamente richiesto dal teatro di rivista. Fa ritorno, dopo la separazione dei fratelli De Filippo, nella compagnia di Eduardo, nell’immediato dopoguerra, ma provvisoriamente, scritturato per Questi fantasmi! (1946). Dopo la parentesi nella rivista, il richiamo della prosa e della compagnia di Eduardo è più forte e nel 1954-55 accetta una nuova scrittura per recitare nella novità Mia famiglia, e in riprese quali Ditegli sempre di sì e Non ti pago, tutte di Eduardo, accanto al quale è anche nella stagione successiva per la prima di Bene mio e core mio. Spesso al fianco dei grandi comici del tempo quali Totò, non da spalla come le sue possibilità artistiche gli avrebbero fatto meritare, ma come gustoso e intelligente attore di carattere, prende parte nel 1947 a una delle più gradevoli riviste del dopoguerra C’era una volta il mondo di Michele Galdieri. Poi è accanto a Rascel nelle pregevoli commedie musicali Attanasio cavallo vanesio (1952-53) e Alvaro piuttosto corsaro (1953-54) di Garinei e Giovannini. De Martino si sente anche sollecitato dal richiamo del cinema dove, per quasi tutto il decennio degli anni Cinquanta e la prima metà dei Sessanta, è richiestissimo pur interpretando spesso ruoli di terzo piano, talvolta simili a semplici figurazioni, ma sostenuti sempre con senso dell’ironia e professionalità.


Giacomo Furia

Data nascita: 1 Gennaio 1925 (Capricorno), Arienzo (Italia)
Uno dei più grandi caratteristi cinematografici e teatrali degli Anni Quaranta e Cinquanta. Debutta sul palcoscenico accanto a Eduardo De Filippo con il quale stringerà una profonda amicizia e un reciproco rispetto della professione. Infatti, è proprio con Eduardo De Filippo che esordisce al cinema nel dramma d'amore e gelosia Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli con Anna Magnani e Titina De Filippo. Lo stesso anno, è scelto da Roberto Rossellini come uno dei protagonisti della commedia La macchina ammazzacattivi, mentre l'anno seguente è accanto a Gino Cervi in La sposa non può attendere (1949). Spalla comica o semplice attore di secondo piano accanto a Totò, Peppino De Filippo, Tina Pica, Aldo Fabrizi, Luigi Pavese, Ave Ninchi, Giovanna Ralli, Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Raimondo Vianello e Alberto Sordi, è spesso diretto da Mattoli, Steno, Camillo Mastrocinque, Alberto Lattuada e Mario Monicelli in pellicole che hanno scritto la storia del genere comico italiano, soprattutto quelle accanto al principe De Curtis: Totò cerca casa (1949); Totò Tarzan (1950); Totò sceicco (1950); Un turco napoletano (1953); Il medico dei pazzi (1954); Totò all'Inferno (1955); Siamo uomini o caporali? (1955); Destinazione Piovarolo (1955); il perfetto La banda degli onesti (1956); Totò, Peppino e le fanatiche (1958); Totò nella luna (1958); Totò, Eva e il pennello proibito (1959); I ladri (1959); Il monaco di Monza (1963) e Totò contro il pirata Nero (1964). È nel 1954 che spicca nel ruolo del panciuto e ingenuo marito della bella pizzaiola Sophia Loren nell'episodio Pizze a credito de L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica. Sarà il primo di molti incontri sul set con la Loren: La domenica della buona gente (1953); Due notti con Cleopatra (1954); Peccato che sia una canaglia (1954) e il fiabesco C'era una volta (1967) di Francesco Rosi. Altri titoli della sua filmografia, necessariamente da citare sono: Biancaneve e i sette ladri (1949); L'arte di arrangiarsi (1954); L'allegro squadrone (1954); La vergine moderna (La trappola d'oro) (1954); Ballata tragica (1955); I due compari (1955); La ballerina e il buon Dio (1958); Non sono più guaglione – Oh, mia bella Carolina (1958); Ferdinando I, re di Napoli (1959); La cambiale (1959); La prima notte – Le nozze veneziane (1959); Prepotenti più di prima (1959); Guardatele ma non toccatele (1959); Il nemico di mia moglie (1959); I dolci inganni (1960); Pugni pupe e marinai (1961); Il comune senso del pudore (1976, anche con Philippe Noiret) e La mazzetta (1978). Per ben due volte è stato diretto da Federico Fellini, la prima volta assieme a Lattuada in Luci del varietà (1951) con Giulietta Masina nel ruolo del giornalista Duke, la seconda volta in I clowns (1971), mentre assai di più è stato confermato come attore in un set diretto da Mario Soldati, come Il sogno di Zorro (1952). Furia ha lavorato anche con Amedeo Nazzari in L'ultimo amante (1955), è stato diretto da Franco Rossi in Amore a prima vista (1957), poi ha anche affiancato Ernest Borgnine in Il re di Poggioreale (1961), Fernandel in Giudizio universale (1961); Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in Il giorno più corto (1962), diventando negli Anni Sessanta e Settanta, uno degli attori prediletti da Bruno Corbucci e Antonio Margheriti per i primi film b-movies italiani, di qualunque genere essi siano stati. Recita con Claudio Gora in Io non spezzo… rompo (1971) e in Provaci anche tu, Lionel (1973), poi è accanto a Yul Brynner in Con la rabbia agli occhi (1976). Televisivamente, prenderà parte alla fiction Luisa Sanfelice (1963) e la miniserie di Leonardo Cortese incentrate sul Tenente Sheridan, magistralmente interpretato da Ubaldo Lay. Seguono: Il cappello del prete (1970) di Sandro Bolchi con Antonio Casagrande e Angela Luce; Qui squadra mobile (1973); Storie della Camorra (1978) di Paolo Gazzara con Antonio Casagrande, Isa Danieli, Luigi De Filippo, Ida Di Benedetto, Ivo Garrani, Marzio Honorato, Massimo Ranieri e Giacomo Rizzo; Melodramma (1984); Non basta una vita (1988) di Mario Caiano con Carole André; L'edera (1992) di Fabrizio Costa con Agnese Nano, Maria Rosaria Omaggio, Clarissa Burt ed Erika Blanc; Passioni (1993) di Fabrizio Costa con Giorgio Albertazzi, Giulia Boschi, Mariangela D'Abbraccio, Lorenzo Flaherty, Rosa Fumetto, Simona Marchini, Marino Masé, Paola Pitagora, Gigi Proietti e Virna Lisi; Vado e torno (1998) e Mai con i quadri (1999) di Caiano con Daniele Liotti, Elisabetta Gardini, Alessandra Acciai, Alessio Boni e Jean-Pierre Cassel. Anche se, bisogna dire che il suo volto è legato principalmente a uno spot del Carosello di una famosa azienda di latticini. Nel 1997, ha firmato anche la sua biografia “Le maggiorate, il principe e l'ultimo degli onesti” dove racconta assieme al giornalista Michele Avitabile la sua carriera.


Fanfulla

Data nascita: 26 Febbraio 1913 (Pesci), Roma (Italia)
Data morte: 5 Gennaio 1971 (57 anni), Bologna (Italia)
Figlio della diva dell’avanspettacolo Diavolina, ossia la bolognese Mercedes Menolesi, inizia a calcare le tavole del palcoscenico giovanissimo in compagnie secondarie di varietà in giro per la provincia. Dopo molti anni, subito dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, riesce a formare una propria compagnia di avanspettacolo e varietà distinguendosi come attore di ottimo livello e dalla comicità surreale, uno che “non imitava nessuno”. Porta in giro per tutta l’Italia spettacoli di assoluto divertimento come E poi dicono che non c’è denaro (1941-42) scritto da lui, quindi Chi l’ha vista (1941-42) di Pavesi, Il teatro della caricatura (1943-44) con la Magnani, Sordi, Carlo Rizzo e i divi cinematografici Valentina Cortese e Andrea Checchi, e Hello, signorina (1944-45). In scena parla col gergo dei giornali satirici «Marc’Aurelio» e «Bertoldo» indossando giacche coloratissime e sgargianti. Nel dopoguerra diventa capocomico di una formazione di rivista venendo soprannominato “il re dell’avanspettacolo”. Amendola e Maccari scrivono per lui i copioni di Orchidea verde (1945), de Il romanzo di due orfanelle povere e di due sergenti miserabili, padroni delle ferriere (1947) e di Follie di primavera (1951). Nella stagione 1948-49 interpreta la rivista di Simmon La favola di tutti i tempi, dove spesso adatta al suo genere di comicità i copioni di Galdieri, come farà anche in Fanfulla varietà (1949-50). Inizia l’attività cinematografica piuttosto tardi, agli inizi degli anni Cinquanta, comparendo come sapido e saporoso caratterista in numerosi film, spesso sacrificato in ruoli minimi e indecorosi per lui (può peraltro vantare due prestigiose partecipazioni a film felliniani). Nella stagione 1967-68 riappare sulle scene, invecchiato e patetico, in uno spettacolo che tenta di rinverdire il passato dell’avanspettacolo, Divertentissimo di Dino Verde. Sposatosi con l’attrice Nelly Fioretta, spesso al suo fianco sulla scena, se ne separa nel 1945


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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