L'allegro fantasma

[Totò] [Totò]

[Totò] [Totò]

[Totò,Paolo Stoppa e Franco Coop] [Totò e il Trio Primavera]

[Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Amleto Palermi
Soggetto : C. L. Bragaglia, Ettore M. Margadonna, Amleto Palermi
Sceneggiatura : Carlo Ludovico Bragaglia
Fotografia : Vincenzo Seratrice
Scenografia : Gastone Medin
Musica : Dan Caslar diretta da Alberto Paoletti
Montaggio : Giacinto Solito
Aiuto regia : Pier Luigi Faraldo
Direttore produzione : Giuseppe Sylos
Produzione : Capitani-Fono Roma
Durata: 85 minuti


Interpreti e personaggi:
Totò ( Nicolino il vagabondo
Alberto di Torrefiorita detto Gelsomino
l'uomo del circo vestito da leone )

Franco Coop( Maurizio Davalier)
Elli Parvo( Erika, la segretaria)
Paolo Stoppa( Gigetto)
Amelia Chellini( Lia)
Dina Perbellini( Giovanna)
Trio Primavera( Rosa, Lilli, Titti)
Luigi Pavese( Temistocle, il padre)
Augusto Di Giovanni( Asdrubale)
Claudio Ermelli( Battista,il maggiordomo)
Livia Minelli( la cameriera)
Giulio Donato( il brigadiere)
Lydia Johnson( la soubrette)
Gioia Fredi( la ragazzina)
Emilio Petacci( il maggiordomo Anatolio)
Rio Nobile( l'impresario Vernon)
Mario Giannini(il cantante)

  

Soggetto

Pantaleo in gioventù ha avuto da una cavallerizza del circo due figli gemelli,Nicolino e Gelsomino,stabilisce quindi che il testamento venga aperto alla loro presenza.Nicolino viene scambiato per un autore di canzoni e viene accolto dalle sue tre cugine nonostante l'avversità del padre di queste che mira all'eredità.Viene quindi aiutato dalle cugine a ritrovare Gelsomino che e' il vero autore delle canzoni.Intanto dal circo scappa un leone: si tratta del terzo gemello che per vivere lavora nel circo travestito da leone.I tre gemelli si dividono l'eredità.

Critica e curiosità

Anche in questo film Totò si sdoppia ,si triplica,il film viene girato in fretta da Palermi sia perche' nel frattempo sta preparando un altro suo film ( Elisir d'amore ) ma anche perche' di lì ad un paio di mesi Totò sara' in teatro con Anna Magnani in "Quanto meno te l'aspetti" e quindi non potra' dedicare molto tempo alle riprese.
In realtà sembra anche che gran parte delle riprese fatte a Cinecittà tra novembre e dicembre del 1940 furono girate da Pier Luigi Faraldo, aiuto regista di Palermi.
Totò / Gelsomino canta " Margherita " , canzoncina d'avanspettacolo.
Nel dopoguerra il film prenderà il titolo di "Totò allegro fantasma".

Scriveva Osvaldo Scaccia, Film, IV, 42, Roma, 18 ottobre 1941:
«[...] Né registi né scrittori sono ancora riusciti a dar vita, quando si tratta di Macario e di Totò, a qualcosa che non sia la solita scena comica alla Ridolini o la solita trasposizione sullo schermo della comicità d'avanspettacolo. Ne L'allegro fantasma si ride solo per Totò, per un Totò più da rivista che da cinema, per un Totò un po' meno dialettale del solito, ma alla fine, nella sua comicità, sempre piuttosto regionale. [.. .]Nessuno, malgrado i passati esperimenti, si è provato seriamente ad adattare allo schermo questa comicità, cercando di fare qualcosa di nuovo, qualcosa che non fosse un'ennesima ripetizione di quella comicità che ha fatto la fortuna teatrale del titolato macchiettista napoletano. Totò continua anche sullo schermo ad essere Totò e i canovacci dei suoi film ad essere le copie carbone di quelle scene comiche che da bambini abbiamo apprezzato attraverso l'interpretazione veloce e saltellante di Ridolini, Fatty, Buster Keaton. L'allegro fantasma non fa, in questo senso, eccezione alla regola: è una vecchia scena comica, basata essenzialmente sulle smorfie di Totò e su qualche trovatina non davvero nuova di zecca. [.. .]».

E ancora def. [Sandra de Feo], Il Messaggero, Roma, 9 ottobre 1941:
«[...] È una farsa di ordinaria fattura. Ma Totò ha l'istinto e il gusto dell'obiettivo cinematografico; e il suo mirabolante repertorio di dislocazioni facciali e vertebrali, le sue velocissime sequenze comiche, la sua incisiva nevrastenia farsesca sono assorbiti dallo schermo in modo sorprendente. Il povero Palermi, che diresse il film, sfruttò con maggiore pertinenza che nel San Giovanni decollato la tecnica dell'attore».

Pat. [Ercole Patti], Il Popolo di Roma, Roma, 9 ottobre 1941:
«Film gaio e concitato nel quale si aspettano al varco le irresistibili corsette di Totò, i suoi frenetici giri d'occhio, i suoi muti e fervidi discorsetti fatti muovendo soltanto le labbra, gli scatti della sua silenziosa e aerea follia. [...] Certe sequenze, come quella della colluttazione tra Totò e il falso cacciatore di leoni anche lui pretendente all'eredità, sono veramente felici e divertenti. Le risorse cinematografiche di Totò sono molte. Nei pochi film che egli ha fatto finora si è visto come certe sue espressioni colgano nel segno e siano di effetto immediato sul pubblico. Ma ancora il vero film di Totò, quello che sfrutti in pieno tutte le possibilità di questo attore, non è venuto fuori».


Franco Coop

Data nascita: 27 Settembre 1891 (Bilancia), Napoli (Italia)
Data morte: 27 Marzo 1962 (70 anni), Roma (Italia)
Magnifico caratterista, distintosi sempre per la sua grande classe e il suo fine umorismo, ottenne grandissimi successi in teatro come in cinema, dove interpretò, a partire dagli anni '30, numerose commedie leggere, come Ninì Falpalà (1933), La signora di tutti (1934), Darò un milione (1935), Fermo con le mani (1937), il primo film del grande Totò, San Giovanni Decollato (1940), L'allegro fantasma (1941), Gelosia (1942), Le vie del peccato (1945), La presidentessa (1952), Café Chantant (1954) e Totò, Vittorio e la dottoressa (1957). La sua voce profonda e nasale gli consentì di intraprendere anche una brillante carriera come doppiatore.


Elli Parvo

17 Ottobre 1915 (Bilancia), Milano (Italia)
Bella, bruna e formosa, Elli Parvo debutta diciannovenne nel cinema nel film Teresa Confalonieri (1934) di Guido Brignone. La sua avvenenza e il suo forte temperamento le assicurano numerosi ruoli di donna fatale e perversa, ideale per drammi passionali. Nel dopoguerra ottiene grande successo con il film Desiderio (1946) di Marcello Pagliero, nel quale interpreta una peccatrice senza scrupoli. Sempre nel 1946 impersona un altro ruolo negativo nel fortunatissimo Il sole sorge ancora, di Aldo Vergano, considerato la sua prova migliore. La figura della donna maledetta le si appiccica però addosso, il pubblico la vuole solo abbondantemente scollata, superba e procace. Ma così, con il passare degli anni e il deterioramento fisico, Elli Parvo deve rinunciare a ruoli da protagonista e accontentarsi di parti da comprimaria. Gia dalla metà degli anni '50 la sua carriera è in declino, unica partecipazione di rilievo è quella al fianco di Totò nel divertentissimo Totò terzo uomo (1951), di Mario Mattoli. Nel 1960, dopo aver interpretato una porticina in Madri pericolose, dà l'addio al cinema.


Dina Perbellini

Data nascita: 14 Gennaio 1901 (Capricorno), Vicenza (Italia)
Data morte: 2 Aprile 1984 (83 anni), Roma (Italia)
Esordì in teatro appena ventenne sulle scene, continuando per molti anni questa attività, anche a fianco di attori di grande fama. Fu docente al Centro Sperimentale di Cinematografia dove si dedicò all'insegnamento di dizione e recitazione. Nel 1934 apparve sul grande schermo con una parte nel film Seconda B, diretto da Goffredo Alessandrini. Da allora, continuò a lavorare nel mondo del cinema per una trentina d'anni, comparendo in numerosissimi film, sempre in ruoli di secondo piano, delineati però con notevole finezza interpretativa. Alcune sue interpertazioni: Il cappello a tre punte di Mario Camerini, del 1934; L'allegro fantasma di Amleto Palermi del 1941; I bambini ci guardano di Vittorio De Sica del 1943; Miss Italia di Duilio Coletti del 1950; Il cappotto di Alberto Lattuada del 1952; Il principe fusto di Maurizio Arena del 1960; Corto circuito di John Badham del 1986.


Amelia Chellini

Data nascita: 16 Giugno 1880 (Gemelli), Firenze (Italia)
Data morte: 31 Maggio 1944 (63 anni), Firenze (Italia)
Attrice estremamente versatile, dotata di un raffinato portamento e di una recitazione briosa e raffinata, Amelia Chellini viene ricordata, oltre per le sue partecipazioni teatrali al fianco di Vittorio De Sica e Giuditta Rissone in sfrontate commedie della fine degli anni '30, per aver prestato il suo grande stile a numerose commedie leggere del cinema italiano del Ventennio. La ricordiamo in Tempo massimo (1934), Cose dell'altro mondo (1939), L'allegro fantasma (1941), accanto a Totò, e Il birichino di papà (1942)


Claudio Ermelli

Claudio Ermelli Data nascita: 24 Luglio 1892 (Leone), Torino (Italia) Data morte: 29 Ottobre 1964 (72 anni), Roma (Italia) Appassionato di teatro, si dedicò attivamente alla carriera di attore quando era ancora studente, recitando in piccole compagnie e nel teatro di rivista. Entrò a far parte del mondo del cinema poco dopo l'avvento del «sonoro», interpretando parti di caratterista in una lunga serie di film di vario genere ed argomento, alcuni dei quali anche di un certo valore artistico e di buon successo. Si impose all'attenzione del pubblico e della critica, oltre che per la qualità della recitazione, anche per il suo aspetto fisico, caratterizzato da una figura magra dinoccolata e da un volto dall'espressione quasi sempre malinconica, spesso in comico contrasto con il suo modo di esprimersi, misurato ma ricco di humour. Apparve in numerosi film anche nel dopoguerra; l'ultimo a cui prese parte e che risale al 1957, fu Addio alle armi, tratto dal romanzo omonimo di Ernest Hemingway, per la regia di Charles Vidor: i protagonisti furono Rock Hudson e Jennifer Jones, e, fra i maggiori attori italiani, vi apparvero, in ruoli secondari ma significativi, Vittorio De Sica e Alberto Sordi.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Paolo Stoppa

Data nascita: 6 Giugno 1906 (Gemelli), Roma (Italia)
Data morte: 1 Maggio 1988 (81 anni), Roma (Italia)
Esordisce in teatro nel 1927 nella compagnia Capodaglio-Racca-Olivieri, come attore comprimario nella compagnia Capodaglio-Racca-Olivieri. Nel giro di pochi anni passa dal ruolo di generico a quello di attore brillante, recitando accanto a Dina Galli, Antonio Gandusio, Renzo Ricci, Lamberto Picasso. Dal 1938 al 1940 fa parte della compagnia del Teatro Eliseo di Roma, interpretando personaggi assai complessi del repertorio classico e moderno. Proprio in questa famosissima compagnia incontra l'attrice Rina Morelli, che diventerà la sua compagna nella vita e sulla scena; insieme formeranno, per trent'anni, una delle coppie più brave e affiatate del teatro italiano. Dopo la guerra la coppia c'è il grande incontro col regista Luchino Visconti: incontro grazie al quale si determinerà uno dei più importanti fenomeni teatrali del dopoguerra. Così, sotto la regia di Visconti, Scotti e la Morelli danno vita a un'importante impresa, che si rivela una delle poche e vere formazioni stabili del teatro italiano. Infatti, con rare interruzioni dal 1945 al 1961 la compagnia Stoppa-Morelli, diretta da Visconti, colleziona una lunga serie di successi, come Zoo di vetro (1946) di Tennessee Williams, La locandiera (1952) e L'impresario delle Smirne (1957) di Carlo Goldoni, Uno sguardo dal ponte (1958) di Arthur Miller, L'Arialda (1960) di Tesori, ma soprattutto Morte di un commesso viaggiatore (1951) di Arthur Miller, tanto che il protagonista di quest'ultimo dramma, Willy Loman, diventerà uno dei suoi personaggi preferiti e suo "cavallo di battaglia". Affermatosi come uno dei più completi attori italiani, Paolo Stoppa si impone come grande attore versatile, capace di passare con disinvoltura dai ruoli impegnati a quelli leggeri, con un carattere personalissimo delle interpretazioni, frutto del suo tipico incedere recitativo, energico e sincopato. L'attore è, fin dalla fondazione, e sempre con Rina Morelli, entrato nella compagnia del Teatro Stabile di Roma (1965). In campo cinematografico fornisce buone interpretazioni in Miracolo a Milano (1951), Rocco e i suoi fratelli (1960), Viva l'Italia (1961), Il Gattopardo (1962) e La matriarca (1968). Insieme a Rina Morelli esordisce in televisione nel ruolo di Carlo Day nello sceneggiato Vita col padre e con la madre (1960), divenendo presto uno dei protagonisti indiscussi della prosa televisiva, portando sullo schermo alcune applaudite prove teatrali, come Caro bugiardo (1963), La tigre e il cavallo (1969), Esercizio a cinque dita (1970), La bugiarda (1970). Protagonista degli sceneggiati Demetrio Pianelli (1963), Questa sera parla Mack Twain (1965), Antonio Meucci, cittadino toscano, contro il monopolio Bell (1970), partecipa alla trasposizione televisiva de I Buddenbrook (1971). Nel 1972 prestò il suo sguardo ironico e obliquo al commissario Barlach negli sceneggiati tratti dai romanzi di Dürrenmatt, Il giudice e il suo boia e Il sospetto, mentre l'anno successivo fu protagonista della serie ESP. Grande popolarità gli diede nel 1974 il personaggio del commissario De Vincenzi, protagonista dell'omonima serie poliziesca; nello stesso anno fu il geniale truffatore protagonista dello sceneggiato Accadde a Lisbona. Negli anni '60 l'attore è allo zenit della sua arte teatrale: valga per tutte l'impagabile interpretazione di Gaev in Il giardino dei ciliegi di Cechov (1965), diretto da Visconti. Nel 1976, la morte della Morelli e di Visconti risulteranno per lui traumatiche; solo due anni dopo tornerà alle scene, al festival di Spoleto, in Gin game di Coburn, accanto a Franca Valeri. Per la regia di Patroni Griffi interpreterà anche L'avaro di Molière; mediocre sarà invece il risultato quando si farà dirigere dal giovane Memé Perlini in Il mercante di Venezia (1980). Con un soprassalto d'orgoglio, nel 1984, ormai alla fine di una carriera esemplare, farà in tempo a essere un inedito Ciampa ne Il berretto a sonagli, diretto da Luigi Squarzina. Nel 1983 riprenderà il personaggio di Arpagone nella trasposizione televisiva de L'avaro di Molière, nella quale darà una delle sue più convincenti prove recitative.


Emilio Petacci

Data nascita: 25 Gennaio 1896 (Acquario), Roma (Italia)
Data morte: 20 Marzo 1965 (69 anni), Roma (Italia)
Figlio d'arte, entrò a far parte del Teatro stabile di Roma nel 1909, con il ruolo di attor giovane; poi, passando attraverso varie compagnie, lavorò a lungo nel teatro di prosa, tanto che, nell'immediato dopoguerra lo troviamo nella compagnia di Peppino De Filippo, con cui rimase per nove anni, affermandosi valido attore, anche se in parti di secondo piano. Nel 1913 debuttò nel cinema «muto», con il film Ma l'amor mio non muore, diretto da Mario Caserini, al quale fecero seguito Il piccolo patriota padovano (1915, Leopoldo Carlucci) e Dagli Appennini alle Ande (1916, Umberto Paradisi). Tuttavia, la sua attività cinematografica divenne continuativa soprattutto nel decennio 1930-40, durante il quale si specializzò in ruoli di caratterista, efficaci e ben tratteggiati. Nel secondo dopoguerra lavorò nel cinema con minore assiduità, comparendo qualche volta anche in televisione.


Lydia Johnson

Cantante e ballerina di varietà si chiamava in realtà Lydia Abramovic Johnson ed era nata in Russia ,esattamente a Rostov il 6-1-1896. All'età di appena dieci anni viene ammessa alla scuola di ballo di Mosca,quindi studia con Mordkin ed infine è scritturata al Teatro Mamonov di varietà e vaudeville,dove diventa la patner del ballerino inglese Albert Johnson,che sposerà e da cui avrà una figlia,anche lei futura soubrette Lucy D'Albert. Nel 1911 i Johnson lavorano nel celebre night di Mosca chiamato Yar ,ma allo scoppio della rivoluzione di Ottobre cercano riparo altrove ed esattamente finiscono a Kiev,dove nel 1917 lei interpreta due film,quindi ad Odessa,a Baku e infine espatriando a Istanbul. Nel 1920 Lydia Johnson é in Italia e subito compie un giro per i maggiori teatri di varietà di mezza Europa,ripresentandosi nel nostro paese quattro anni dopo nella veste di cantante fantasista nel genere jazz. Nel 1926 la ritroviamo al Mayol di Parigi,quindi in Spagna col maestro D'Anzi e infine per otto anni a Chicago. Poi si esibisce in Egitto e infine per tutta Italia con una sua compagnia fondata nel 1929. Nel 1931 fa una rivista con la compagnia Molinari , nel 1932 è al Salone Margherita di Roma con "Baracca e Burattini" diretto da Lucio D'Ambra. Nel 1934 è al Cristallo di Milano e nel 1937 a Genova all'Augustus e simultaneamente a Firenze al Nazionale. Nel 1938 fa compagnia con Tino Scotti e dopo la guerra la ritroviamo a Roma alla sala Umberto . Nel Marzo del 1953 prende parte a una rievocazione del vecchio Varietè al Teatro Manzoni di Milano e infine nel 1959 sostiene una parte parlata nel "Tè delle tre" di Gino Negri. Ha pure partecipato a parecchi film tra cui:"Nonna Felicità"nel 1938,"Le due madri" nel 1939 ,"Il re del circo" nel 1941,"Paura d'amare" nel 1942,"Il fiore sotto gli occhi" nel 1944,"Teheran" nel 1946 e fa la parte di una scatenata maestra di ballo in "French can can" di Jean Renoir del 1955.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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