Chi si ferma è perduto

[Totò,Peppino De Filippo e Alberto Talegalli] [Totò e Peppino  De Filippo]

[Totò e Lia Zoppelli] [Pietro De Vico e Alberto Lionello] [Totò e Peppino De Filippo]

[Totò,Luigi Pavese e Peppino De Filippo] [Totò, Peppino e Luigi De Filippo]

[Totò e Alberto Lionello] [Totò,Peppino De Filippo,Lia Zoppelli e Mario Castellani]

[Aroldo Tieri e Jacqueline Pierreux] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Sergio Corbucci
Soggetto : Mario Guerra,Luciano Martino
Sceneggiatura : Bruno Corbucci,Giovanni Grimaldi
Fotografia : Marco Scarpelli
Scenografia : Franco Lolli
Musica : Gianni Ferrio
Montaggio : Dolores Tamburini
Aiuto regia : Mario Castellani
Direttore produzione : Renato Tontini
Produzione : Cineproduzioni Emo Bistolfi,Roma
Durata: 103 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio Guardalavecchia )
Anna Campori( Italia,sua moglie )
Angela Portaluri( Jole,la loro figlia )
Peppino De Filippo( Peppino Colabona )
Jacqueline Pierreux ( Teresa,sua moglie )
Alberto Lionello( Mario Rossi,l'ispettore scolastico )
Aroldo Tieri( Matteo Rossi,l'ispettore della ditta )
Mario Castellani( Amilcare Pasquetti,il direttore generale )
Lia Zoppelli( Giulia,sua sorella )
Luigi Pavese( Cesare Santoro,il capufficio )
Luigi De Filippo( Donato Cavallo,l'impiegato )
Enzo Petito( Napoleone )
Renzo Palmer( Cavicchioni )
Marisa Traversi( Adua )
Solvejg D'Assunta( Assunta )
Peppino De Martino( l'antiquario sordo )
Gino Scotti( lo jettatore)
Pietro De Vico( il cameriere )
Rita Cuticca( la sposa )
Alberto Talegalli( il cliente )

Altri interpreti :
Vittorio Vaser,Nando Angelini

           

           

  

Soggetto

Peppino e Antonio cercano di guadagnarsi l'amicizia dell'ispettore Rossi che dovrebbe dare loro una promozione.Ma mentre Peppino adesca il vero ispettore,Antonio corteggia un suo omonino.Inoltre la moglie di Peppino e' una vecchia fiamma del vero ispettore,cosi' Antonio invita la sorella del direttore generale in una pensione dove trova i due Rossi,uno con la moglie di Peppino e l'altro con sua figlia.Sopraggiunge Peppino e tutto finisce col loro trasferimento in Sardegna.

Critica e curiosità

Gli sceneggiatori per questo film pare abbiano scritto sei diversi copioni prima che Totò si sentisse soddisfatto del loro lavoro . Esilaranti come al solito i duetti fra Totò e Peppino . Tra le improvvisazioni di Totò quella del corteggiamento della Zoppelli , alle parole di lei "Il resto è silenzio " incomincia ad canticchiare il "silenzio" militare e la Zoppelli riesce benissimo a stargli dietro .
Scriveva Valentino De Carlo : " Ancora Totò e Peppino , ma questa volta si ride . Il copione ha almeno il merito di ripresentare vecchie cose con un certo garbo sconosciuto ai nostri film comici di serie B : e Totò e Peppino sono prontissimi a cogliere il minimo pretesto per recitare con gusto " .
E Pietro Bianchi : " [..] Chi si ferma è perduto appartiene al filone facile , preveduto e volgaruccio , della nostra produzione faceta . Qualche invenzione verbale , un'eccellente interpretazione della coppia Totò - De Filippo non sono certo sufficienti per invitare a un onesto divertimento lo spettatore di gusto . Siamo alle solite : corna , miseria , qui pro quo [..] " .


Anna Campori

Data nascita: 22 Settembre 1917 (Vergine), Roma (Italia)
Napoletana d'adozione, Anna Campori debuttò piccolissima nella compagnia del padre, anch'egli attore, che lasciò quando incontrò l'attore Pietro De Vico, dal 1937 suo marito e compagno nella vita e sulla scena. Nel 1940Anna e Pietro formarono una loro compagnia che si dedicava prevalentemente alla rivista. Nel 1950 Anna lasciò la compagnia del marito per lavorare con Macario ( La bisbetica sognata, parodia della commedia di Shakespeare). In seguito fondò una compagnia con Alberto Semprini, Katyna Ranieri e Achille Togliani, dedicandosi prevalentemente allo spettacolo musicale. Ottenne grandissima popolarità grazie al divertentissimo sceneggiato televisivo Giovanna, la nonna del Corsaro Nero (1961-66), nel quale vi interpretava l'attempata e tenace corsara Giovanna, a capo di una banda di pirati impegnati a dare la caccia al governatore spagnolo, responsabile della morte del nipote, il Corsaro Nero. Prese parte anche a qualche decina di film, quasi tutti del genere comico, alcuni dei quali accanto al grande Totò, come Un turco napoletano (1953), I tartassati (1959) e Gli onorevoli (1963). Negli anni '80 iniziò la lunga collaborazione con il regista teatrale Antonio Calenda, che la volle nella messa in scena di diversi classici, come L'inventore del cavallo di Achille Campanile, Miles gloriosus di Plauto e Le rose del lago di Brusati. Dotata di un umorismo garbato e gentile, Anna Campori ha dimostrato in sessant'anni di carriera, di essere una delle più brave e spontanee attrici brillanti che lo spettacolo italiano abbia mai avuto.


Angela Portaluri

Data nascita: 5 Marzo 1937 (Pesci), Maglie (Italia)
Classe 1937, Angela Portaluri nasce a Maglie (Italia). 73enne, il prossimo 5 Marzo, nasce sotto il segno dei Pesci. La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film I mostri (1963) di Dino Risi dove ha interpretato la parte di Ersilia(episodio "Che vitacchia"). Nel 1968 ha inoltre lavorato con Luigi Zampa per la realizzazione del film Il medico della mutua.


Peppino De Filippo

Data nascita: 24 Agosto 1903 (Vergine), Napoli (Italia)
Data morte: 27 Gennaio 1980 (76 anni), Roma (Italia)
Fratello minore di Titina ed Eduardo, figlio naturale di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, esordisce giovanissimo nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, ma ben presto la sua inquietudine lo porta a passare in formazioni dialettali secondarie, dove ha modo di farsi le ossa. Dopo aver raggiunto una certa fama, agli inizi degli anni ‘30 decide di formare - assieme ad Eduardo e Titina - la compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo, destinata a riscuotere grandi successi grazie a commedie scritte da loro stessi (la più celebre delle quali resta la straordinaria Natale in casa Cupiello): il sodalizio dura sino al 1944, sempre sostenuto da un enorme consenso di pubblico. Peppino fa il suo esordio nel cinema, assieme ad Eduardo, con Tre uomini in frack (1932) di Mario Bonnard: sino al ‘44, saranno rare le occasioni in cui compare da solo. Finita la seconda guerra mondiale, divisi i suoi destini da quelli di famiglia, egli intraprenderà una propria strada autonoma sia in teatro sia al cinema: sul grande schermo, in verità, concedendosi sovente a prodotti commerciali poco adatti a metterne in luce le non comuni qualità. Fanno eccezione Luci del varietà (1950) di Fellini/Lattuada, dove è uno straordinario capocomico; Policarpo, ufficiale di scrittura (1959) di Mario Soldati, in cui indossa i panni d'un pignolo capoufficio; Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di "Boccaccio ‘70" (1961) ancora firmato da Fellini, che lo vede ragioniere moralista e bigotto. Ma i risultati migliori li ottiene senza dubbio nel sodalizio quasi decennale con Totò, che produce tra il ‘55 ed il ‘63 ben 14 pellicole: l'unico Nastro d'argento della sua carriera gli viene assegnato quale attore non protagonista per Totò, Peppino e i fuorilegge(1956). Successivamente, si dedica al palcoscenico ed alla riduzione per la televisione di alcuni suoi testi teatrali; conoscendo, in tivvù, un momento di eccezionale popolarità col personaggio di Gaetano Pappagone, nella "Canzonissima" 1966-67.


Jacqueline Pierreux

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film I tre volti della paura (Black Sabbath) (1963) di Mario Bava dove ha interpretato la parte di Helen. Nel 1960 ha inoltre lavorato con Sergio Corbucci per la realizzazione del film Chi si ferma è perduto dove ha interpretato la parte di Teresa, la moglie di Peppino.


Alberto Lionello

Data nascita: 12 Luglio 1930 (Cancro), Milano (Italia)
Data morte: 14 Luglio 1984 (54 anni), Fregene (Italia)
Attore di grande versatilità e di inarrivabile bravura, Alberto Lionello debutta in teatro nel 1949 con Antonio Gandusio. In seguito fa parte di numerose compagnie, dalla Calindri-Volonghi a quella del Teatro Stabile di Genova, con cui porterà in scena testi di Shaw, Pirandello, Brancati, Sartre e Goldoni. A suo agio sia nella commedia che nel dramma, dal 1953 al 1955 si dedica anche al teatro di rivista con Wanda Osiris nelle commedie musicali Made in Italy e Festival; al genere tornerà quasi vent'anni dopo nelle vesti del divo hollywoodiano Rodolfo Valentino, nel musical Ciao Rudy!, di Garinei e Giovannini. Grande successo ottiene in tv, sia come scanzonato conduttore 8indimenticabile l'edizione 1960-61 di Canzonissima, condotta assieme a Lauretta Masiero e Aroldo Tieri) che come attore impegnato di sceneggiati indimenticabili 8da ricordare la sua incisiva e sensibile interpretazione del nevrotico Zeno Cosini ne La coscienza di Zeno, tratto da Svevo, del 1964, e quella del grande compositore lucchese in Puccini, del 1973). Il cinema gli offre poche buone occasioni, una di queste è l'interpretazione nel film Signore e signori (1966) di Pietro Germi. Dagli anni '70 svolge soprattutto un'attività teatrale, che lo vede impegnato nella messa in scena di opere di Pirandello, Neil Simon e Shakespeare. Si spegne in seguito ad un cancro all'età di sessantaquattro anni.


Aroldo Tieri

Data nascita: 28 Agosto 1917 (Vergine), Corigliano Calabro (Italia)
Data morte: 29 Dicembre 2006 (89 anni), Roma (Italia)
«Ha segnato la storia del cinema e del teatro italiano», scrive il Corriere della Sera, a grandi lettere, quando comunica il decesso del grande attore della Calabria che si ostinò a inseguire la sua passione di attore in un mondo allora segnato dai disordini fascisti e dal vivere claustrofobico di una dittatura tutt'altro che rosea. Interprete dotato di un'energia personalissima, tutta fisica e vocale, che esplose in maniera allucinante con la stessa forza di una lampadina alla quale si dà troppa corrente. Bruciante, sprigionò quel suo mezzo sorriso, misterioso tanto quanto quella della nostra Gioconda, in una carriera lunga settant'anni giocata fra il collasso definitivo del teatro e gli albori della televisione, affrontando un po' tutti i generi nell'insieme delle prospettive: le cupezze abissali e straordinariamente moderne delle opere che mise in scena con la compagnia di cui fu il fondatore, alle oblique e pastose commedie barocche con Totò, fino ai melodrammi familiari dei telefoni bianchi. La sua interpretazione più indelebile? Senza alcun dubbio a teatro. Figlio del giornalista, critico teatrale e commediografo Vincenzo Tieri (che fondò e diresse "Il Corriere del Teatro"), dopo essersi diplomato nel 1937 all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, debuttò a teatro in "Francesca da Rimini", entrando poi nella compagnia del Teatro Eliseo di Roma, nella quale recitò Shakespeare, Puget, Testoni, Lodovici. Parallelamente cominciò anche la sua carriera nel cinema, esordendo nella commedia di Mario Mattoli Mille chilometri al minuto (1939), con Vivi Gioi, cui seguirà Manon Lescaut (1939) di Carmine Gallone. Nella Cinecittà fascista degli anni Quaranta, trovò una sua dimensione professionale in diverse commedie dei telefoni bianchi nel ruolo macchiettistico del fidanzato ossessionato dai tradimenti e dagli accesi scatti d'ira. Luigi Zampa, Goffredo Alessandrini, Mario Bonnard, Camillo Mastrocinque furono i suoi registi, ma fu presente principalmente nelle pellicole dirette da Carlo Ludovico Bragaglia come: Fuga a due voci (1942), Non sono superstizioso… ma! (1943), Il fidanzato di mia moglie (1943), Torna a Sorrento (1945) e Pronto chi parla? (1945). Con la caduta del fascismo, raggiunse il successo con le riviste di Garinei e Giovannini, insieme a Anna Magnani, Gino Cervi, Walter Chiari e Totò (di cui fu spalla anche sul grande schermo), ma recitò perfino nel teatro impegnato portando testi di Rattigan, Barry e Pirandello. A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, con l'avvento della televisione e la morte del teatro, si dedicò soprattutto al cinema, girando oltre cento film e diventando un'ottima spalla per attori come Totò con cui recitò in ben tredici film, ma diretto da diversi registi (Steno, Mario Monicelli, Mario Mattoli e Sergio Corbucci); alla radio (interpretando per esempio il radiodramma "Racconti romani" di Moravia) e alla stessa tv, recitando in sceneggiati ("La foresta pietrificata" e "Le avventure di Nicola Nickleby") e come conduttore ("Canzonissima, edizione 1960-61, con Lauretta Masiero). Tornato a teatro con gli anni Sessanta, forte di una carriera cinematografica di tutto rispetto (recitò per Mario Soldati, Mario Costa, Pietro Germi, Giorgio Bianchi e perfino nel film spagnolo Un angelo è sceso a Brooklyn, accanto a Peter Ustinov), formò con la moglie, l'attrice Giuliana Lojodice, la compagnia Tieri-Lojodice, pur continuando a prestarsi per piccoli ruoli nella celluloide. Verrà infatti diretto da Lucio Fulci in Colpo gobbo all'Italiana (1962) e Gli imbroglioni (1963), da Mario Girolami in La donna degli altri è sempre la più bella (1963) e persino da René Clement in Che gioia vivere (1961) con gli amici attori Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi, Gino Cervi, Alain Delon, Rina Morelli, Gastone Moschin e Carlo Pisacane. Padrone di casa nel teatro italiano, in oltre trenta anni di attività, mise in scena un repertorio che ne sottolineò la poliedricità, oltre che l'instancabilità e l'intelligenza di interprete. Da Moliere a Shakespeare, da Shaw a Pirandello, tanto da meritarsi, nel 1984, il premio Armando Curcio per la rappresentazione de "Un marito" di Italo Svevo, quando ormai aveva smesso i panni di spalla di comici come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Raimondo Vianello e Walter Chiari. Si ritirò ufficialmente dal palcoscenico nel 1999 con "L'amante" di Margherite Duras e, preso in considerazione per il ruolo del Giudice nel Pinocchio (2001) di Roberto Benigni (ruolo che poi andò a Corrado Pani), morì fra le braccia della moglie a 89 anni la notte del 29 dicembre 2006, nella clinica San Valentino. Un attore vero, non c'è null'altro da dire… Esattamente come direbbe lui.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Lia Zoppelli

Data nascita: 16 Novembre 1920 (Scorpione), Milano (Italia)
Data morte: 2 Gennaio 1988 (67 anni), Milano (Italia)
Debutta sulle scene nel 1939 con la compagnia Maltagliati-Cimara-Ninchi. Nelle stagioni successive lavora con Ruggero Ruggeri (1940-41) e con Memo Benassi (1942-43). Dal 1943 al 1945 è nella compagnia di Stival dove ricopre ruoli principali. Dopo aver recitato nella compagnia di Sarah Ferrati è diretta da Luchino Visconti nel ruolo della Contessa d'Almaviva ne Il matrimonio di Figaro (1946). È quindi fra i protagonisti delle prime stagioni del Piccolo Teatro di Milano recitando in: L'albergo dei poveri di Gor'kij (1947), Le notti dell'ira di Salacrou, Arlecchino servitore di due padroni, Il corvo di Gozzi (1949). Nel 1949 è nella compagnia di Tino Carraro e l'anno successivo in quella di Ricci dove recita in Cocktail party di Eliot. Successivamente forma una compagnia con Ernesto Calindri, Franco Volpi e Valeria Valeri (1953) dove si impone nei ruoli brillanti ( Tredici a tavola di Sauvajon, Affari di stato di Verneuil, Il cadetto Winslow di Rattigan). Si cimenta poi nella rivista lavorando con Carlo Dapporto in Giove in doppiopetto, di Garinei e Giovannini. Nel 1956-57 è con Ugo Tognazzi e in seguito lavora al Teatro Italiano e allo Stabile di Torino. Negli anni '60 lavora soprattutto per la televisione in sceneggiati come Tom Jones (1960), I giacobini (1962), Paura per Janet (1963) e insieme a Calindri e Volpi propone il ciclo La prosa del venerdì. Partecipa inoltre ad una serie di Caroselli per Alemagna (in onda dal 1957 al 1965 è rimasta celebre per il codino”Ullalà è una cuccagna!”), dapprima interpretando il personaggio della nobildonna Filumena, fidanzata e poi sposa di Narciso (Enrico Viarisio), e in seguito quello della madre di Lionello (Alberto Lionello). Presta la sua ironia anche a programmi d'intrattenimento, partecipando nel 1964 allo spettacolo musicale Biblioteca di Studio Uno e al varietà di Mario Mattoli Za-bum. Nel 1977 è di nuovo in teatro con Un angelo calibro nove di Nino Marino per la regia di Foà e nel 1980 è nella compagnia di Mario Scaccia ne Il galantuomo per transazione di Giraud. Nel 1985 interpreta il film per la TV Baciami strega, di Duccio Tessari. Di temperamento versatile ed ironico, ma con possibilità di creare personaggi d'una certa complessità, Lia Zoppelli si è dimostrata una straordinaria attrice eclettica, capace di passare con estrema semplicità dal genere serio a quello comico. Insomma, un vero e proprio talento.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Luigi De Filippo

Data nascita: 10 Agosto 1930 (Leone), Napoli (Italia)
Figlio di Peppino e di Adele Carloni, studia lettere all’università, abbandonandola alle soglie della laurea per dedicarsi dapprima al giornalismo e successivamente al teatro, accanto al padre. Nella stagione 1958-59 appare nella commedia musicale di Garinei e Giovannini Un trapezio per Lisistrata al fianco di Delia Scala. Da alcuni anni dirige una compagnia dialettale napoletana alla quale partecipa anche come attore compiendo tournées in tutta Italia. Ha festeggiato i quarant’anni di palcoscenico con il ricevimento in Campidoglio nell’ambito Premio Personalità Europea. Ha interpretato molti film ma sempre in ruoli di fianco, quasi di carattere. In un film del 1967 diretto dai fratelli Taviani, Sovversivi, è apparso con il nome mutato in Filippo De Luigi. È apparso anche in televisione, il più delle volte in commedie filmate direttamente sul palcoscenico come Nozze d’oro (1961) della serie Peppino al balcone scritta e adattata da lui stesso con il padre. E, per la stessa serie, interpreta Una canzone nel cassetto, Date a Cesare, L’esperto di riserva, Salvate mio figlio e Tuttofare cercasi, tutte registrate e messe in onda nel 1961. Ancora in TV appare nelle commedie del padre A Coperchia è caduta una stella (1964) e Quel bandito sono io (1965). Ha quindi partecipato alle riprese filmate di alcune opere sritte da lui stesso con Vittoria Ottolenghi per la serie Il carretto dei comici come La fame, I maccheroni, L’opera buffa, Il giocatore, La guerra, Il sosia e Via le maschere, presentate nel 1970. Negli anni Ottanta comincia a diradare le sue apparizioni in TV per dedicarsi maggiormente al teatro, comparendo soltanto in Neve a Capri (1984) e ne La piovra 3 (1987) di Petraglia e Rulli diretto da Luigi Perelli. Nel 1990 partecipa agli originali televisivi Vostra per sempre, Elvira e Il ricatto 2 di Vittorio De Sisti. A metà degli anni Novanta appare in TV come guest star della soap opera Un posto al sole diretta da registi vari e nel 1996 è uno degli interpreti del film-tv Il prezzo del denaro diretto da Maurizio Lucidi. Divorziato dalla soubrettina Anna Patricia Fairhurst, sposata nel 1960, si è risposato nel 1971 con l’attrice francese Nicole Tessier. Dopo un nuovo divorzio, è convolato a terze nozze con Julia Faye


Enzo Petito

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Il buono, il brutto e il cattivo (1966) di Sergio Leone dove ha interpretato la parte del gestore del negozio.


Renzo Palmer

Nome: Lorenzo Bigatti
Data nascita: 20 Dicembre 1929 (Sagittario), Milano (Italia)
Data morte: 4 Giugno 1988 (58 anni), Milano (Italia)
Figlio dell'attrice Daniela Palmer, esordì giovanissimo in tv, ma per qualche tempo fu confinato, a causa del suo fisico massiccio, nei ruoli di spalla. Verso la quarantina riuscì ad arrivare ai grandi personaggi: Vita di Cavour e Napoleone a Sant'Elena sono ritenuti unanimemente i suoi capolavori, ma occorre anche ricordare i protagonisti forti e problematici di I tre camerati e Ricatto internazionale. La sua bellissima voce, calda e pastosa, è entrata nella storia del doppiaggio (ha «parlato» per Dirk Bogarde, Richard Harris, Jack Nicholson).


Vittorio Vaser

Nome: Vaser Vittorio
Data nascita: 12 Giugno 1904 (Gemelli), Torino (Italia)
Data morte: 30 Ottobre 1963 (59 anni), Roma (Italia)
Ha svolto una vasta e varia attività in teatro di prosa, esercitando anche le funzioni di capocomico e di coreografo. Nel cinema esordì nel 1929 in Sole (A. Blasetti), ma la sua attività cinematografica fu sempre marginale. Nel dopoguerra è ancora apparso in alcuni film in ruoli di secondo piano.


Marisa Traversi

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Amici miei (1975) di Mario Monicelli dove ha interpretato la parte di Bruna, amante di Giorgio. Nel 1969 ha inoltre lavorato con Federico Fellini per la realizzazione del film Fellini - Satyricon dove ha interpretato la parte di La donna al giardino delle delizie. Oltre al ruolo di interprete Marisa Traversi ha lavorato come musicista nel film commedia di Carlo Ludovico Bragaglia Le cameriere (1959). E ancora musicista nel film di Gianni Vernuccio L'inferno addosso (1959).


Solveig D'Assunta

a Data nascita: 1 Aprile 1941 (Ariete), Roma (Italia)
Figlia d’arte, suo padre è l’apprezzato caratterista siciliano Rocco, respira fin da piccola l’aria del palcoscenico, debuttando a sei anni in teatro e contemporaneamente sullo schermo in un minuscolo ruolo nel film di Francisci Natale al campo 119. Ma la sua presenza sullo schermo è del tutto marginale, così come lo è in teatro, dove prende parte dapprima alla rivista Chiamate Arturo 777 (1958), di Corbucci e Grimaldi con Macario e Marisa Del Frate, e poi a rappresentazioni accanto al padre, riscuotendo successi personali in alcune opere come Io, Angelo Musco, (scritto e diretto dal padre), e Come Marilyn Monroe di Turi Vasile; entrambe rappresentate al Teatro Arlecchino di Roma nel gennaio 1966 e poi portate in giro in vari teatri italiani. Se il cinema non le concede spazi né le dà soddisfazioni, non altrettanto si può dire del settore del doppiaggio, in cui Solvejg si afferma come una delle voci di maggiore spicco del cinema italiano: sue sono le cadenze sicule di Angelica impersonata da Claudia Cardinale in Il gattopardo (1963). E sua è anche la voce di ottime attrici straniere, prime fra tutte la Shelley Winters di Stop a Greenwich Village, poi la vulcanica Bette Midler di Il club delle prime mogli e l’arcigna Eileen Brennan di Soldato Giulia agli ordini. Ma è attiva anche in televisione, dove prende parte a commedie e originali TV come l’episodio Viaggio nel continente (1968), diretto da Luigi Filippo D’Amico per la serie Il mondo di Pirandello; Omertà (1971), diretto da Silvio Maestranzi per la serie Di fronte alla legge; l’originale La registrazione (1972), diretto da Pino Passalacqua. È poi una delle interpreti degli sceneggiati Extra (1976), diretto da D’Anza, e I vecchi e i giovani (1979), diretto da Marco Leto


Peppino De Martino

Data nascita: 8 Dicembre 1908 (Sagittario), Napoli (Italia)
Data morte: 19 Giugno 1970 (61 anni), Napoli (Italia)
Attore squisitamente partenopeo, ha al suo attivo una carriera cinematografica da caratterista alquanto corposa, piena di titoli importanti. Diretto da registi famosi lavora al fianco di attori di prim’ordine, accanto ai quali non sfigura affatto, pur nell’esiguità dei ruoli affidatigli che non gli hanno permesso di accedere a una notorietà più che meritevole. L’inizio della sua carriera è in teatro: fa parte della compagnia dei fratelli De Filippo a partire dalla stagione 1931-32 fino alla 1934-35, recitando al Teatro Kursaal di Napoli in Gennareniello, L’ultimo bottone e Uomo e galantuomo dello stesso Eduardo e in altre opere di differenti autori, per allontanarsene successivamente richiesto dal teatro di rivista. Fa ritorno, dopo la separazione dei fratelli De Filippo, nella compagnia di Eduardo, nell’immediato dopoguerra, ma provvisoriamente, scritturato per Questi fantasmi! (1946). Dopo la parentesi nella rivista, il richiamo della prosa e della compagnia di Eduardo è più forte e nel 1954-55 accetta una nuova scrittura per recitare nella novità Mia famiglia, e in riprese quali Ditegli sempre di sì e Non ti pago, tutte di Eduardo, accanto al quale è anche nella stagione successiva per la prima di Bene mio e core mio. Spesso al fianco dei grandi comici del tempo quali Totò, non da spalla come le sue possibilità artistiche gli avrebbero fatto meritare, ma come gustoso e intelligente attore di carattere, prende parte nel 1947 a una delle più gradevoli riviste del dopoguerra C’era una volta il mondo di Michele Galdieri. Poi è accanto a Rascel nelle pregevoli commedie musicali Attanasio cavallo vanesio (1952-53) e Alvaro piuttosto corsaro (1953-54) di Garinei e Giovannini. De Martino si sente anche sollecitato dal richiamo del cinema dove, per quasi tutto il decennio degli anni Cinquanta e la prima metà dei Sessanta, è richiestissimo pur interpretando spesso ruoli di terzo piano, talvolta simili a semplici figurazioni, ma sostenuti sempre con senso dell’ironia e professionalità.


Pietro De Vico

Altri nomi: Peter De Vico
Data nascita: 1 Febbraio 1911 (Acquario), Napoli (Italia)
Data morte: 10 Dicembre 1999 (88 anni), Napoli (Italia)
Figlio d'arte, debutta, ancora bambino, nella compagnia di Vincenzino Scarpetta interpretando Peppiniello in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta. Appena ventenne, siamo negli anni '30, iniziò a lavorare nella compagnia del padre con i fratelli Antonio e Mario, dando vita a una delle riviste più affiatate e richieste dell'avanspettacolo. Attore con una grandissima verve comica, si fece conoscere nella parte di balbuziente e mimo, muovendosi sulla traccia di Ciccio De Rege (con il quale lavorò alla fine degli anni '30). Proprio a lui si deve la riscoperta della macchietta del “Balbuziente” delineata da Trilussa. La popolarità maggiore gli derivò da una notissima serie televisiva per ragazzi, La nonna del corsaro nero, con Anna Campori e Giulio Marchetti; una trasmissione epocale andata in onda a cavallo tra gli anni '50 e '60. È approdato alla prosa solo in età avanzata, grazie al sodalizio con il regista Antonio Calenda con il quale ha lavorato nel fortunato Cinecittà (1985) e in un originale Aspettando Godot(1990) di Beckett. De Vico ha lavorato moltissimo nel cinema come caratterista o spalla comica (per esempio di Totò nell'affermata parte di balbuziente, il suo maggiore leitmotiv artistico, come abbiamo visto). Alcuni titoli: Totò cerca casa (1949), Totò diabolicus (1962), Il giudizio universale (1961), Che fine ha fatto Totò Baby? (1964), Sgarro alla camorra (1973), La messa è finita (1985), Ladri di futuro (1991).


Nando Angelini

Data nascita: 17 Agosto 1933 (Leone), San Benedetto del Tronto (Italia)
Allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, diplomatosi nel 1955, esordisce subito sullo schermo in un ruolo di contorno. Nonostante la sua buona volontà, non riesce mai ad ottenere ruoli consistenti, relegato a partecipazioni irrilevanti e di poco conto, anche se prende parte ad un numero considerevole di film. Appare anche con i nomi americanizzati, secondo l’uso corrente di un certo periodo del cinema italiano, Nick Angel o Fernand Angels. Svolge anche attività teatrale e televisiva e per parecchi anni realizza rubriche culturali per la TV. Sposatosi nel 1973, ha poi abbandonato il set.


Alberto Talegalli

Data nascita: 2 Ottobre 1913 (Bilancia), Perugia (Italia)
Data morte: 10 Luglio 1961 (47 anni), Perugia (Italia)
Dopo essersi diplomato al Liceo Scientifico, frequentò una scuola di recitazione, lavorando per un certo periodo come impiegato di banca. Invitato dalla RAI a Roma, vi si trasferì, abbandonando ogni altra attività per il mestiere dell'attore; ottenne infatti uno straordinario successo di pubblico dando vita al personaggio radiofonico del sor Clemente, spassosa figura di campagnolo semplice, ma di grande buon senso, animato da una perenne quanto comica perplessità di fronte alle novità del mondo “moderno”. La macchietta del Sor Clemente fu proposta da Talegalli anche nello spettacolo Rosso e nero nella stagione 1954-1955; l'anno dopo, recitò in una commedia brillante di Metz e Marchesi, Valentino, in cui tentò di staccarsi dal personaggio che gli aveva dato la fama. Richiesto anche dal cinema, Talegalli vi esordì nel 1952, con una parte nel Processo di Frine, episodio del film Altri tempi, diretto da Alessandro Blasetti. Nel 1954, ripropose il fortunato personaggio del Sor Clemente in due film diretti da Camillo Mastrocinque, Café Chantant e Le vacanze del Sor Clemente. In seguito prese parte ad altri film comici e brillanti, sempre in ruoli di secondo piano, prima di perdere prematuramente la vita in un incidente automobilistico vicino a Perugia.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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