Fifa e arena

[Totò e Isa Barzizza] [Totò e Ada Dondini]

[Totò,Cesare Fantoni e Cesare Polacco] [Totò,Cesare Fantoni e Cesare Polacco]

[Totò]

[Totò e Isa Barzizza] [Totò e Ughetto Bertucci]

[Totò e Mario Castellani] [Totò]

[Totò] [Totò,Cesare Polacco e Cesare Fantoni]

Videoclip titoli di testa

Regia : Mario Mattoli
Soggetto : Stefano Vanzina (Steno)
Sceneggiatura : Steno, Marcello Marchesi
Fotografia : Vincenzo Seratrice
Scenografia : Piero Filippone
Costumi : Dario Cecchi
Musica : Pippo Barzizza
Montaggio : Giuliana Attenui
Aiuto regia : Lao Catozzo
Direttore produzione : Isidoro Broggi
Produzione : Cdi-Metropa Film, Roma
Durata: 80 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Nicolino Capece )
Isa Barzizza( Patricia Cotten )
Mario Castellani( il bandito Cast )
Franca Marzi( Estrellita )
Alda Mangimi( Carmen )
Irene Genna( Juanita )
Arana Serra( Manuelita )
Giulio Marchetti( Paquito )
Cesare Polacco( un banderillero )
Cesare Fantoni( altro banderillero )
Vinicio Sofia( il manager di Paquito )
Ada Dondini( la signora Adele)
Luigi Pavese( il medico )
Galeazzo Benti( George )
Raimondo Vianello( il maitre)
Ughetto Bertucci( l'autista )
Enzo Turco( un signore all'edicola )
Eduardo Passarelli( un altro signore all'edicola )
Umberto Salvadori(il signore con gli abiti macchiati)
Menet e Leho (i ballerini alla Taverna del Torero)
Toto Mignone(l'amico di Paquito)
Loris Gizzi(il prof. "Padreterno")
Nino Milano(lustrascarpe)
Guglielmo Inglese(un signore al telefono)
Fulvia Mammi(la ragazza del topicida)

Altri interpreti :
Nino Marchetti, Gianni Rizzo, Giorgio Costantini, Gorella Gori

              

              

Soggetto

Nicolino scambiato per un pazzo criminale e' costretto a fuggire da Napoli,travestito da hostess fugge a Siviglia dove il bandito Cast vuole fargli sposare la ricca americana Patricia per poi eliminarla e impadronirsi dell'eredità.Nicolino (ora Nicolete) per caso viene a trovarsi in un'arena e grazie alle sue astuzie ha la meglio sugli altri toreri che lo diffidano dal toreare.

Critica e curiosità

Per questo film , parodia del celebre " Sangue e arena " , il regista in un primo momento giro' un finale nel quale Toto' sotto la pioggia stava con un ombrello vicino al toro e gli diceva "ma chi ce lo fa fare ,ma chi te lo fa fare a te di morire per questi quattro disgraziati , ma non pensi come sarebbe bello tornartene ai tuoi campi..." , ma questo finale non piacque al produttore e fu girato il finale che tutti conosciamo. Da ricordare la scena in cui Totò preso dalla fame si prepara un panino con una spugna riepiendola con crema da barba , borotalco ed altre cose "indigeste " , e la scena in cui Totò cerca di sbirciare attraverso un acquario la nuda Isa Barzizza , ma un pesce in quel preciso istante gli passa davanti impedendogli la visione.E' un pesce democristiano dira' Totò, apostrofando le sue qualita' censorie .Il film ebbe un successo incredibile tanto che in molte sale dovette intervenire la Celere per impedire resse al botteghino.

Scriveva [Lorenzo] Quaglietti, L'Unità, Roma, 23 dicembre 1948:
«Una prova ancora offre questo film delle grandi possibiltà di Totò, che la fortuna non ha ancora fatto incontrare con un soggetto e, soprattutto, con un regista in grado di sfruttarne adeguatamente ,le risorse, Fifa e arena è un film povero, realizzato in fretta e furia; tuttavia Totò gli ha assicurato il merito di far ridere gli spettatori. Laddove, poi, alla mimica dell'attore si è aggiunta la trovata della sceneggiatura, la comicità diventa pressoché irresistibile. È davvero un peccato, dunque, che per il resto il film presti il fianco alle critiche più acerbe e severe».

E ancora lan. [Arturo Lanocita],Il Nuovo Corriere della Sera,MIlano,4 gennaio 1949:
«Fifa e arena [...] ossia Siviglia napoletanizzata; Totò e il suo prognatismo spiegati al popolo iberico e applicati alla corride. E' una piccola enciclopedia della paura ridicola; i lazzi, le smorfie e le contorsioni di un comico teatrale sono qui esasperati in una traduzione cinematografica che non senza emulare modelli celebri [...] suscita risate [...]».


Isa Barzizza

80 anni, 22 Novembre 1929 (Scorpione), Sanremo (Italia)
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, Isa ha iniziato giovanissima la carriera teatrale, prendendo parte ad alcuni spettacoli di prosa con Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Il vero grande lancio nel mondo del teatro le fu dato da Erminio Macario che a diciassette anni la volle in due sue riviste: Le educande di San Babila (1947) e Follie di Amleto (1947-48). Inizialmente il padre, contrario alla sua decisione di intraprendere la carriera artistica, si lascia convincere ma al patto che la giovane ragazza si faccia seguire da una governante. Carina, col suo corpo splendido e la sua delicata ironia, la Barzizza divenne presto la beniamina del teatro leggero del dopoguerra italiano. L'altro suo “padrino” teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C'era una volta il mondo (1947-48) di Michele Galdieri accanto ad Elena Giusti e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò i tempi comici, il contatto col pubblico, come muoversi sul palcoscenico, insomma tutti i segreti del mestiere. Nella rivista Bada che ti mangio la Barzizza e Totò erano i protagonisti dell'indimenticabile sketch del “vagone letto” (che concludeva anche il film Totò a colori, del 1952). L'attrice ricordò che la prima volta che venne rappresentato questo sketch durava sette minuti mentre, solo dopo alcuni mesi di tournée, le esilaranti improvvisazioni del comico napoletano lo avevano portato a durare ben cinquanta minuti. Presto la Barzizza si affermò anche sullo schermo. Interpretò infatti oltre trenta film, il primo dei quali fu I due orfanelli (1947) di Mario Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l'avevano lanciata sulla passerella (Totò, Macario, Carlo Dapporto), ma non c'è stato alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà (1953), dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco. Nella stagione 1951-52 venne scoperta da Garinei e Giovannini che esaltarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell'umorismo nella rivista Gran baldoria, grandissimo successo che portava le bellissime musiche di Gorni Kramer. Negli stessi anni affrontò anche il teatro di prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Il 3 gennaio 1954, giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni Osteria della posta, che vedeva la Barzizza protagonista. Nel 1955-56 ha interpretato la commedia musicale Valentina, di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Enrico Viarisio e Franco Scandurra, storia d'amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 l'attrice lasciò il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 aveva sposato il quale morì poi in un incidente nel '60 che ebbe violenti strascichi). Attorno agli anni '60 fondò la Citiemme, una società di doppiaggio, dedicandosi a questa attività sia come imprenditrice sia come direzione artistica. Tornò a teatro nei primi anni '90, interpretando numerose commedie, tra le quali ricordiamo La pulce nell'orecchio di George Feydeau con la regia di Gigi Proietti, Arsenico e vecchi merletti di Joseph Otto Kesserling con la regia di Mario Monicelli, Gigi di Sidonie-Gabrielle Colette per la regia di Filippo Crivelli. Nell'estate del 1995 ha partecipato al Festival di Spoleto con L'ultimo yankee di Arthur Miller, con la regia di John Crowther. Nel 1999 accanto alla grandissima Lauretta Masiero è stata sublime ne Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, confermando come sempre il suo grande stile e la sua inconfondibile bravura. Contemporaneamente è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione. Tra le altre cose, ha interpretato il film Ardena (1997) con Arnoldo Foà e Luca Barbareschi, ha condotto su Raitre il rotocalco Mai dire mai (1989) con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alla fiction di Raiuno Non lasciamoci più (1999), seguita da Non lasciamoci più 2 (2001), con Fabrizio Frizzi, Paolo Ferrari e Debora Caprioglio.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Franca Marzi

Nome: Francesca Marsi
Data nascita: 18 Agosto 1926 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 6 Marzo 1989 (62 anni), Cinisello Balsamo (Italia)
Esordisce giovanissima nel teatro di rivista per passare subito dopo al cinema col film Amanti in fuga, del 1946. Tra il 1950 e il 1960 partecipa a numerosi film comici e sentimentali, cui perfettamente si addice la sua bellezza prosperosa. Fra le numerose pellicole a cui prende parte ricordiamo Fifa e arena (1948), Totò terzo uomo (1951), Tizio, Caio e Sempronio (1951), Il mostro dell'isola (1953), Fermi tutti arrivo io! (1953), Suor Maria (1955), Fortunella (1957), Racconti d'estate (1958) e Gastone (1960). Recita al fianco di grandi nomi dello schermo, come Totò, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi e Macario. Nel 1957 fornisce la sua più grande prova recitativa nel film Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, nei panni della prostituta Wanda, personaggio che ha saputo tracciare con grandissima umanità. Questo ruolo le fa valere un meritatissimo Nastro d'argento e la fa entrare a pieni meriti nella storia del cinema italiano.


Irene Genna

Data morte: 6 Febbraio 1986 (55 anni), Roma (Italia)
Di padre italiano e madre greca, dopo gli studi ad Atene si trasferisce in Italia con i genitori e, appassionata di danza classica, si iscrive alla scuola del Teatro dell’Opera di Roma, che abbandona ben presto per dedicarsi ai corsi di recitazione sotto la guida di Teresa Franchini. Fa qualche fugace apparizione in alcuni film di Totò e, appena diciottenne, coglie una grande occasione interpretando la moglie di un ragazzotto che si rivelerà bigamo nel delizioso È primavera (1949) di Castellani, dove dimostra un notevole temperamento e una discreta spigliatezza. Quest’occasione sembra però non avere alcun seguito: la giovane attrice prende parte a produzioni di basso livello, spesso semplici operazioni commerciali, che non le permettono di dimostrare in pieno le sue qualità. Fa forse eccezione il riuscito personaggio di Rosina, in una pregevole edizione di Figaro, il barbiere di Siviglia (1955) di Mastrocinque. Appare anche in TV, nello sceneggiato Il romanzo di un maestro (1959), da De Amicis, diretto da Mario Landi, ma è solo un’attività saltuaria. Sposatasi nel 1957 con il celeberrimo attore Amedeo Nazzari, abbandona ogni attività artistica per stare accanto al marito e per dedicarsi alla figlia, oggi attrice nota come Evelina Nazzari.


Giulio Marchetti

Data nascita: 9 Giugno 1911 (Gemelli), Barcellona (Spagna)
Data morte: 1 Dicembre 1993 (82 anni), Roma (Italia)
Figlio di Adriano Marchetti, direttore artistico di numerose operette e riviste, nipote dell’omonimo Giulio capocomico di operette, dopo aver compiuto gli studi liceali a Bologna sente intensamente la vocazione per il teatro leggero diventando ben presto un attore di varietà e cantante sullo stile dei minstrel americani, assai stimato e apprezzato. Il periodo di maggiore popolarità per Marchetti si situa nei primi anni Quaranta per continuare in crescendo nel dopoguerra con la partecipazione a riviste quali Noi (quasi vivi) (1942), Scampoli (1943), Com’era verde la nostra valle (1946), Snob (1950) di Galdieri, Agitatissimo (1953) di Bracchi, Spiller, Mario Landi, E tu biondina (1956) di Amendola e Maccari – autori anche del successivo spettacolo Non sparate alla cicogna (1957) – e molte altre. Caratterista “tuttofare”, recita accanto ai grandi comici dell’epoca pur non essendo ufficialmente una spalla. Recita accanto a Tino Scotti, Macario, Totò, Nino Taranto e Dapporto, meritandosi applausi ed elogi. La sua presenza nel cinema è molto marginale, in ruoli di contorno e spesso di terzo o quarto piano, in filmetti di mediocre fattura e di pura essenza commerciale. Anche in televisione la sua presenza è poco significativa, limitata a commedie realizzate per il piccolo schermo, a programmi per La TV dei ragazzi fra cui Giovanna, la nonna del Corsaro Nero (1961) per la regia di Alda Grimaldi, che dirige Marchetti insieme alla coppia Pietro De Vico-Anna Campori anche nei sequel Le nuove avventure di Giovanna, la nonna del Corsaro Nero (1962) e Giovanna alla riscossa (1966), e infine nell’episodio Un caso di cronaca (1969) della serie Vivere insieme diretto da Giuseppe Fina. È stato per anni presentatore della trasmissione Giochi senza frontiere. Sposato con la ballerina Trudy Kessner, dopo aver abbandonato verso gli inizi degli anni Settanta ogni attività artistica, diventa proprietario di una stazione di servizio. È apparso anche in un film western con lo pseudonimo James Hill.


Cesare Polacco

Data nascita: 14 Maggio 1900 (Toro), Roma (Italia)
Data morte: 2 Marzo 1984 (83 anni), Roma (Italia)
Eccellente caratterista dotato di una naturale eleganza, Cesare Polacco ha esordito nel 1920 nella compagnia di Emilio Zago, con il quale interpretava gran parte del repertorio goldoniano. Successivamente entrò a far parte del gruppo veneziano di Giachetti, che spaziava dal repertorio in lingua a quello in dialetto veneto. Nel 1928 si trasferì a Roma dove recitò nella compagnia di Alda Borelli e poi in quelle di Tatiana Pavlova e Virgilio Talli. Contemporaneamente si dedicò al doppiaggio e al cinema, dove lavorò a fianco di Totò e in film di Carmine Gallone e Augusto Genina. Nel 1938 venne costretto ad abbandonare l'attività artistica a causa delle leggi razziali, essendo egli di origine ebraica. Nel '45 riprese finalmente a lavorare soprattutto alla radio. In seguito, tornò al teatro, lavorando nella Compagnia del Teatro Nazionale di Guido Salvini e al Piccolo Teatro di Palermo. Nel 1957 avvenne il grande incontro con Giorgio Strehler che lo accolse al Piccolo Teatro di Milano, affidandogli ruoli in testi di Goldoni e Brecht. Partecipò anche a diverse produzioni televisive, ricoprendo ruoli marginali a cui regalò il suo tratto originale: nel 1964 fu tra gli animatori di Biblioteca di Studio Uno, nel 1966 prese parte alla serie Le avventure di Laura Storm, nel 1967 appare ne I promessi sposi di Sandro Bolchi, nel 1969 veste i panni di Grigorij Vasil'evic ne I fratelli Karamazov, mentre per la tv dei ragazzi recitò nel 1969 nel ciclo Il leone di Venezia. Grazie alla televisione acquisì grande popolarità partecipando a Carosello, nel ruolo dell'infallibile ispettore Rock, protagonista delle scenette della brillantina Linetti andate in onda dal 1957 al 1968. Coinvolto in piccole avventure gialle, concludeva immancabilmente le sue inchieste con la frase pubblicitaria: «Anch'io ho commesso un errore, non ho mai usato la brillantina Linetti».


Vinicio Sofia

Data nascita: 13 Novembre 1907 (Scorpione), Corleone (Italia)
Data morte: 20 Dicembre 1982 (75 anni), Roma (Italia)
Lavora intensamente, a partire dai primi anni Trenta, nel teatro di rivista e di prosa. Dal 1940 è presente anche alla radio e nel dopoguerra si dedica al doppiaggio. Caratterista di vaglia, riconoscibilissimo per il suo fisico particolare (non è molto alto, ha corporatura massiccia e un viso largo e simpatico), dà vita – a partire dal 1933 – a numerose, amene “macchiette” anche sul grande schermo: almeno settanta film, fino al 1972, ma concentrati soprattutto nei due decenni che precedono e seguono la seconda guerra mondiale. In televisione, nel decennio 1958-1968, lavora in molti sceneggiati, fra cui Tom Jones di E. Macchi, Il coraggio di P. Nelli, La cordicella di R. Meloni, Delitto a Corfù di G. Colli, Le anime morte di E. Fenoglio e La vecchia signora di Bayeux (serie Maigret) di M. Landi.


Ada Dondini

Nome: Itala Dondini
Data nascita: 18 Marzo 1883 (Pesci), Cosenza (Italia)
Data morte: 3 Gennaio 1958 (74 anni), Chieti (Italia)
Iniziò giovanissima la carriera teatrale, ottenendo ben presto il successo come attrice comico-dialettale di grande versatilità. Esordì nel cinema nel 1935 in Amo te sola, di Mario Mattoli; in seguito, interpretò numerosi film, specializzandosi in parti di caratterista dalla recitazione incisiva ed efficace, adatta ad incarnare personaggi che, pur avendo una notevole importanza ai fini dell'intera trama, apparivano però sullo schermo in poche ma significative scene. In ciò le venivano in aiuto l'aspetto fisico e il volto, non bello, ma molto espressivo e dominato da due imperiosi occhi neri. Da questo punto di vista, la sua migliore interpretazione rimane quella del personaggio della marchesa Maironi, fedele suddita dell'impero austro-ungarico e nonna inflessibile di Franco, il protagonista di Piccolo mondo antico. Nel film, diretto nel 1940 da Mario Soldati e tratto dal romanzo omonimo di Antonio Fogazzaro, la Dondini recitava al fianco di una giovane e bellissima Alida Valli, che interpretava il ruolo di Luisa, una fanciulla sposata da Franco Maironi (Massimo Serato) contro la volontà della tirannica ava. Nel dopoguerra Ada Dondini continuò a lavorare nel cinema, benché in film di non grande livello artistico e di genere comico-leggero, conservando per lo più i ruoli per lei consueti.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Galeazzo Benti

Nome: Galeazzo Bent
Data nascita: 6 Agosto 1923 (Leone), Firenze (Italia)
Data morte:20 aprile 1993 , Firenze (Italia)
Quando il conte Bentivogli si accorse che il nipote Galeazzo, alto, bello, brillante, raffinato, seduttore, stava trascinando”nel fango del cinematografo”il buon nome del casato, gli impose, per vie legali, di”potare”il cognome. Nacque così, dall'ira del nonno, un elegante nome d'arte: Galeazzo Benti. Divenne sulla scena (e spesso sullo schermo) il”gagà”per antonomasia. Rappresentò quindi sia in teatro che sullo schermo il giovanotto snob e nullafacente, con erre moscia e movenze sincopate. Nella stagione 1943-44, Benti recitò in Ritorna Za Bum di Marcello Marchesi, accanto ad Alberto Sordi, anch'egli agli esordi. Il successo si ripeté nella stagione successiva con Sai che ti dico??dello stesso autore, sempre accanto ad Alberto Sordi, Vivi Gioi, Ave Ninchi e Luigi Pavese. Nel 1944-45 fu in Pasquino di Vittorio Metz e alla rivista, dedicata all'irriverente personaggio romano (le”pasquinate”erano poesie polemiche contro le autorità), alla quale parteciparono Sergio Tofano, Enrico Viarisio e Aroldo Tieri. Nella stessa stagione, fu in Imputato alziamoci!di Michele Galdieri, accanto a Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, con Lucy D'Albert soubrette. Affrontò la satira con Soffia, so'...di Garinei e Giovannini, famosissima rivista con Anna Magnani e Alberto Sordi. Nella stagione 1952-53 fu eccellente in La piazza di Michele Galdieri, con Carlo Dapporto. Tramontata la rivista ed esauritosi il filone dei filmetti comico-musicali (ne interpretò una sessantina, di cui sette con Totò), Benti nel 1955 si trasferì in Venezuela, allestendovi una compagnia di produzione televisiva (programmi e spot). Venne richiamato in Italia nel 1979 da Ettore Scola per il film La terrazza. In Italia tornò”vendicativo come il conte di Montecristo”, raccontava spiritosamente,”Quando un produttore mi proponeva di fare il gagà, gli dicevo di andare a…”. Dopo il suo rientro in patria, oltre ad aver recitato in alcune commedie teatrali, ha interpretato una quindicina di film e serial tv, meritandosi anche una nomination al David di Donatello per il film Io e mia sorella (1987) di Carlo Verdone. Da ricordare infine il ruolo dell'anziano nobile decaduto che insegna buone maniere a un giovanotto aspirante conte, interpretato da Christian De Sica, nel remake del film Il conte Max (1991). Ultimi film con Galeazzo Benti


Raimondo Vianello

Data nascita: 7 Maggio 1922 (Toro), Roma (Italia)
Data morte: 15 aprile 2010, Milano (Italia)
Perfetto gentleman inglese nell'aspetto e nei modi, deve alle sue caratteristiche fisiche - alto, biondo, e di portamento dinoccolato - l'inizio casuale della sua carriera d'attore (venne scelto per interpretare il ruolo di un ufficiale nella rivista satirica Cantachiaro n. 2di Garinei e Giovannini). Nel teatro di rivista è stato accanto a Wanda Osiris ( Domani è sempre domenica, 1950), a Carlo Dapporto, Macario, Gino Bramieri e Ugo Tognazzi, con cui ha fatto coppia fissa dal 1951. La neonata televisione ne ha presto scoperto le qualità sceniche e comiche è si è assicurata da subito il suo talento: dall'estate del 1954 Vianello è stato il mattatore misurato, civile e causticamente ironico del varietà Un, due, tre, accanto ad Ugo Tognazzi. Il duo comico è stato indimenticabile protagonista di provocatori e succosi sketch, croce e delizia dei dirigenti della RAI, che finiranno per punire la loro irriverenza. Nel 1959 la trasgressiva parodia dello scivolone del presidente Gronchi (nell'ambito di una serata in onore del capo di Stato francese Charles De Gaulle) non superò la censura e il programma è stato sospeso di lì a poco. Nel 1959 incontrò Sandra Mondaini sul palcoscenico della rivista Sayonara, Butterfly. Tra i due nacque un sodalizio artistico e sentimentale, coronato con il matrimonio celebrato in numerose trasmissioni televisive, dove il pubblico ha potuto apprezzare il garbato ed elegante umorismo della coppia. Tra esse ricordiamo: Studio uno (1965-66), Sai che ti dico? (1972), Tante scuse (1974), Noi… no (1977), Stasera niente di nuovo (1981), Attenti a quei due (1982) e Sandra e Raimondo Show (1987). Nel 1972 Vianello venne operato per un tumore al rene, che riuscì a superare grazie alla sua grande forza di volontà, ma soprattutto grazie alla sua amata compagna che gli è stata affettuosamente vicino. Dopo essere stato raffinato conduttore del programma Il gioco dei nove (1988), Vianello è ricomparso con la moglie nell'esilarante sit-com Casa Vianello, eccellente prova dell'ironia con cui la coppia sa portare in scena i problemi quotidiani della vita coniugale. Dal 1991 Vianello è conduttore intelligente e signorile di Pressing, settimanale sportivo di Italia 1; nel 1996-97 è stato protagonista, di nuovo con la consorte, di una sit-com di Canale 5, Cascina Vianello. A settantasei anni, esordisce come presentatore del “Festival di Sanremo” nel 1998, dimostrando come sempre la sua grande ironia e la sua immancabile signorilità. Nella sua lunga e fortunata carriera l'attore è comparso inoltre in più di cinquanta film di genere comico, due dei quali al fianco del “Principe della risata” Totò: Totò sceicco (1950) e Totò Diabolicus (1962).


Ughetto Bertucci

Data nascita: 18 Ottobre 1907 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 25 Giugno 1966 (58 anni), Roma (Italia)
Fa realmente il venditore di frutta e verdura in un mercato situato in una famosa piazza romana ed è il proprietario di un camioncino in pessime condizioni, quando viene notato da Mattòli e scritturato per un ruolo aderente al suo fisico e alla sua attività di “fruttarolo” per La vita ricomincia (1945). Il tarlo dello spettacolo si insinua in lui che decide, pur gestendo sempre il suo banco al mercatino, di dedicarsi al cinema e, occasionalmente, all’avanspettacolo in teatrini romani. Di bassa statura, magrolino, con una faccia decisamente simpatica e con l’aria scanzonata, è interprete di una elevata quantità di film, per lo più leggeri, accanto ai comici del momento, soprattutto Totò, ma anche Macario, Billi e Riva, Walter Chiari. Non va mai fuori dal suo cliché, non diventa un eccelso caratterista, non ottiene mai ruoli consistenti, ma non si monta la testa e continua il suo mestiere con umiltà, rarefacendo le sue apparizioni verso la fine degli anni Cinquanta, per ritirarsi poi piano piano dal mondo dello spettacolo.


Enzo Turco

Data nascita: 1 Gennaio 1902 (Capricorno), Napoli (Italia)
Data morte: 7 Luglio 1983 (81 anni), Roma (Italia)
Appena terminati gli studi in un istituto industriale della sua città, si dedicò al teatro, imponendosi fino dagli anni Trenta come uno degli attori dialettali più validi, soprattutto come spalla di Nino Taranto. La sua attività nel teatro di rivista continuò intensa e coronata da successo affiancata anche dal lavoro nel cinema, in cui Turco aveva debuttato verso la fine degli anni Trenta. La sua stagione migliore in ambito cinematografico iniziò però alla fine degli anni Quaranta, quando cominciò ad essere richiesto da vari registi, che lo impiegarono in parti di secondo piano, sempre come “spalla” del protagonista, un ruolo in cui Turco dimostrò di trovarsi a suo agio, affermandosi come caratterista disinvolto e brillante, particolarmente adatto a situazioni comiche e farsesche. Oltre che attore, Turco fu anche soggettista e sceneggiatore cinematografico; a lui si devono infatti due film di gusto e argomento tipicamente partenopei, Scapricciatiello (1955) e Ci sposeremo a Capri (1956), purtroppo non realizzati con la cura necessaria. Dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, Turco lavorò spessissimo anche in televisione, partecipando a commedie, a sceneggiati e a serie televisive di successo..


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.


Fulvia Mammi

Nome: Fulvia Manucci
83 anni, 1 Gennaio 1927 (Capricorno), Roma (Italia)
Allieva dell'Accademia Nazionale Drammatica, ha svolto un'intensa attività teatrale. Nel 1949 entrò a far parte del mondo cinema, interpretando La fiamma che non si spegne, con la regia di Vittorio Cottafavi: successivamente, prese parte ad alcuni film, in ruoli di secondo piano.


Nino Milano

87 anni, 11 Ottobre 1922 (Bilancia), Napoli (Italia)
Simpatico e talentoso attore di carattere dal fisico minuto, magro e scattante, utilizzato sovente come caratterista o gustosa spalla di attori di primo piano, al cinema giunge subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, richiesto da registi affermati per sostenere ruoli di contorno, spesso insignificanti ma altre volte di un certo spessore tanto da non passare inosservato. Per circa quindici anni Nino Milano lavora incessantemente guadagnandosi una reputazione di attore puntuale e preciso nelle caratterizzazioni, di vivace interlocutore con attori più noti, di servitore, di tassinaro, di inquilino curioso, di inserviente intrigante, di operaio in commedie brillanti per palati poco esigenti, apparendo in una miriade di pellicole che non gli permettono grandi voli e, purtroppo per lui, lo relegano a ruoli sovente in sottordine ma che non gli impediscono di costruirsi una filmografia impressionante.


Eduardo Passarelli

Data nascita: 20 Luglio 1903 (Cancro), Napoli (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1968 (65 anni), Napoli (Italia)
Figlio naturale di Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo fu fratellastro dei tre più famosi De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina. Dopo un'intensa attività nel teatro di rivista, in cui apparve a fianco di Totò, in spettacoli dialettali napoletani (ma recitò anche da attore “serio”, in Amleto, a fianco di Anna Proclemer), a partire dal 1937, esordì nel cinema quale apprezzato caratterista. Negli anni del dopoguerra continuò questa sua attività, prendendo parte a numerosi film di genere comico-leggero e “napoletano”, conquistandosi il favore del pubblico grazie alle sue doti di attore brillante, dalla mimica vivace ed espressiva. In funzione di queste sue qualità, apparve anche in un film “serio” come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini), benché in un ruolo secondario. Nel 1952, insieme al giornalista Alessandro Ferraù ed a Totò, curò un libro autobiografico, che prese nome da un celebre film dello stesso Totò, Siamo uomini o caporali? Fu padre dell'attore Pasquale De Filippo, che seguì le sue orme, ma con minore successo.


Guglielmo Inglese

24 Novembre 1892 (Sagittario), Napoli (Italia)
Appartenente ad una famiglia di origine pugliese, calca la scene sin dall’età di due anni, poi fa parte di varie compagnie di giro fra cui, importantissima, quella di Raffaele Viviani nel 1920. Abbandona il teatro per dedicarsi con impegno alla radio dove disegna con gustosa ironia alcune macchiette di tipico stampo meridionale, come il “cafone pugliese”, che lo conducono ad una certa popolarità. Inevitabile pertanto che il cinema si interessi a lui proponendogli in film commerciali la ripetitività delle macchiette radiofoniche, di simpatia contagiosa e di immediata comicità, anche se egli viene sempre relegato a ruoli di terzo piano, da caratterista bonario e semplicione, spesso in produzioni minori. Non raggiunge mai una grande popolarità ma, sin dal suo debutto nel cinema che è piuttosto tardivo, il pubblico lo riconosce subito. È molto attivo in teatro, e talvolta fa da spalla a Totò per alcune gustose gag da rivista come 50 milioni, c’è da impazzire! (1936). È anche autore di spassose riviste fra le quali Dal guanto al milione! (1937) e La cosa è andata così (1938)


Cesare Fantoni

Data nascita: 1 Febbraio 1905 (Acquario), Bologna (Italia)
Data morte: 15 Gennaio 1963 (57 anni), Roma (Italia)
Dopo un'intensa attività nel teatro di prosa, esordì come attore cinematografico nel 1938 in Equatore (G. Valori). La sua partecipazione al mondo del cinema si è protratta fino al 1967; tuttavia, benché sia comparso in numerosi film di vario genere (storico, brillante, cavalleresco, sentimentale), non è mai andato oltre ruoli di caratterista, pur dimostrandosi un attore incisivo e di notevoli possibilità drammatiche. Padre dell'attore Sergio Fantoni

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



Diventa fan
- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

Vota il film di Totò

Home  Biografia  Teatro  Cinema  Televisione  Poesie  Canzoni 
Frasi celebri  Fumetti  Fotografie  Totomania  Il baule  Home video 
Totò in TV  News  Ricordi  Interviste  Quiz  Libri  Caricature  Giornali 

www.antoniodecurtis.com