Soggetto
Il barone Fontana,presidente dalla locale squadra di calcio,osteggia l'amore tra sua figlia Carla ed il calciatore Aldo,ma la notizia che Aldo possa cambiare squadra getta nello sconforto i suoi compagni.Con una prova di orgoglio la piccola squadra riesce a battere la Nazionale e il barone divenuto più generoso consente a Carla e ad Aldo di fidanzarsi.
Critica e curiosità
Il film venne girato a Cerignola , la troupe si sposta a Foggia solo per girare le scene della partita e per evitare grosse spese gli sceneggiatori si inventano una partita a porte chiuse . La presenza di Totò , ormai segnato dalla malattia , si risolve in una partecipazione straordinaria . Da un articolo non firmato sul Corriere della sera : " [..] Un film di sapore provinciale di trasandata fattura che alterna un'allegria sforzata ad un sentimentalismo all'acqua di rose [..] " . Ancora un "senza firma" su La Notte : " [..] E' un film noioso , questo , nonostante la presenza di Totò ( il che è un bel risultato ) e svolto con stucchevole sentimantalismo " . "Senza firma " sul Corriere Lombardo . " E' un film di Totò ma con poco Totò . [..] Oggi il suo nome è preceduto , sui fogli di presentazione , dalla frase " con la partecipazione staordinaria di Totò " . Peccato , perchè il suo humour da quel non molto che si vede , è ancora quello di una volta , capace di entusiasmare un'intera platea [..] " .
Memmo Carotenuto
uglio 1908 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 23 Dicembre 1980 (72 anni), Roma (Italia)
Straordinario caratterista cinematografico dall'inconfondibile vocione rauco e dall'incontenibile ironia tipicamente romana, Memmo Carotenuto (figlio d'arte e fratello dell'altrettanto celebre Mario) è stata una presenze essenziale della commedia all'italiana degli anni Cinquanta, che lo ha visto come scanzonato e sanguigno comprimario nei suoi migliori prodotti, al fianco di attori come Totò, Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Da ricordarlo assolutamente nel ruolo dello scalognato ladro Cosimo de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, in quello del tranviere compagno di stanza di Renato Salvatori di Poveri ma belli (1956) e Belle ma povere (1957), entrambi di Dino Risi, in quello del amorevole ma anche collerico padre alle prese con una numerosa e turbolenta prole di Padri e figli (1958) di Mario Monicelli, ed in quello del carabiniere Baiocchi spalla di De Sica di Pane, amore e fantasia (1953) e Pane, amore e gelosia (1954), entrambi di Luigi Comencini.
Dolores Palumbo
Data nascita: 14 Giugno 1912 (Gemelli), Napoli (Italia)
Data morte: 30 Gennaio 1984 (71 anni), Napoli (Italia)
Figlia d'arte, nel 1930 entrò a far parte della compagnia del “Teatro Umoristico dei fratelli De Filippo “al Teatro Kursaal di Napoli, dove debuttò con una particina nell'atto unico di Mario Scarpetta La bella trovata. Successivamente, messasi in luce per la sua recitazione sbrigliata e vivace, venne scritturata come attrice comica da Nino Taranto che ne fece uno degli elementi più importanti della propria compagnia. Nel 1945 tornò con Eduardo De Filippo e fornì una superba interpretazione nella commedia Napoli milionaria. Due anni dopo partecipò ancora a riviste in compagnia di Nino Taranto e Wanda Osiris fino ai primi anni '50. Sempre in quel periodo fu interprete del Socrate immaginario di Galiani e Lorenzi nell'edizione di Anton Giulio Bragaglia, presentata al Teatro Floridiana di Napoli. Chiamata da Eduardo De Filippo, che la voleva in compagnia per sostituire l'uscita della sorella Titina, dal 1955 recitò in diversi lavori del grande attore napoletano, come Mia famiglia (scritta appositamente per lei dal grande Eduardo) e Bene mio e core mio. Il suo grande estro e la sua prorompente ironia esplosero anche nel cinema in numerosi film comici, fra i quali ricordiamo: Lo sciopero dei milioni (1947), Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini, Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli, accanto al grande Totò, e Café Chantant (1954) di Camillo Mastrocinque, una film che raccoglie le migliori numeri della rivista italiana dell'epoca, dove la Palumbo insieme a Nino Taranto ripropose brani tratti da Scio Scio, esilarante rivista satirica di Nelli e Mangini.
Paolo Ferrari
Data nascita: 26 Febbraio 1929 (Pesci), Bruxelles (Belgio)
Il suo esordio nel cinema risale agli anni dell'infanzia, quando nel 1938, a soli nove anni, ebbe una parte di una certa importanza in Ettore Fieramosca, un film storico-avventuroso tratto dall'omonimo romanzo di Massimo D'Azeglio e diretto da Alessandro Blasetti. In seguito, dopo aver frequentato l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, Ferrari affrontò le sue prime prove teatrali, prima nella compagnia Gioi-Cimara-Bagli, poi nella Compagnia dei Giovani. In questo modo iniziò per lui un' intensa attività nel teatro di prosa, alla radio, in spettacoli di rivista e, più recentemente, in televisione; ebbe così modo di rivelare pienamente le sue qualità di attore brillante, dalla mimica accattivante e dall' eloquio ironico e fluido, messo in risalto da un bellissimo timbro vocale. Pur avendo partecipato a numerosi spettacoli televisivi, tutti di successo, la sua migliore interpretazione rimane quella offerta nella serie gialla Nero Wolfe (1969), in cui ricoprì con insuperabile ironia il ruolo di Archie Goodwin, segretario del celebre investigatore privato coltivatore di orchidee, nato dalla fantasia di Rex Stout e magistralmente interpretato da Tino Buazzelli. Negli anni Sessanta Ferrari intensificò anche la sua attività cinematografica, comparendo in numerosi film, per lo più di genere comico-brillante, talora come spalla di attori famosi, ma anche come protagonista. Come tale, merita di essere ricordato ne Le voci bianche (1964, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa), un film comico e triste al tempo stesso, ambientato nel particolarissimo mondo dei cantanti evirati, in cui Ferrari diede vita alla sua prestazione cinematografica più significativa, carica di una patetica ironia. È marito dell'attrice Marina Bonfigli.
Rosario Borelli
Data nascita: 15 Dicembre 1927 (Sagittario), Cerignola (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001 (73 anni)
Dopo avere interpretato per alcuni anni numerosi personaggi dei fotoromanzi a fumetti, esordì nel cinema nel 1952, con una parte in Vendetta di zingara, girato nel 1950 da Aldo Molinari, ma prodotto nel 1952, un film che presentava molte analogie formali e contenutistiche con il fumetto. Da allora ha continuato a lavorare fino ai primi anni Sessanta, interpretando ruoli spesso secondari in molti film di scarsa importanza
Scilla Gabel
Nome: Gianfranca Gabellini
Data nascita: 4 Gennaio 1938 (Capricorno), Rimini (Italia)
Comincia la sua carriera come controfigura di Sophia Loren nelle scene subacquee del film Il ragazzo sul delfino (1957). Poi però quell'etichetta, che le resterà appiccicata, di "sosia di Sophia" (Scilla è la sua controfigura anche in Timbuctù). Per liberarsi di quella "persecuzione", insidiosa per la carriera, Scilla si cambia il profilo con la chirurgia plastica. Dopo un esordio teatrale si rivela nel ruolo di Zerbina in Capitan Fracassa (sceneggiato per la tv), che la fa conoscere al grande pubblico nel 1958. Intanto partecipa a numerosi film (lavora anche con Totò: Gambe d'oro, 1958; Noi duri, 1960; I due colonnelli, 1962), e in I fuorilegge del matrimonio (1963), suscita uno scandalo per essere apparsa nuda. La sua attività prosegue soprattutto in televisione. Interpreta Elena nell' Odissea (1968) e una partecipa, nel ruolo di Laura Millington, al celebre sceneggiato di Anton Giulio Majano E le stelle stanno a guardare. Nel 1973 è diretta dal marito Piero Schivazappa nella versione televisiva di Vino e pane di Ignazio Silone, nella parte della protagonista Annina; ma la possibilità di mostrarsi come valida interprete drammatica l'otterrà nel 1976 nei panni di Zobeide, nel Garofano rosso, e in seguito nel ruolo di Virginia in Un eroe del nostro tempo. Ottiene anche molte soddisfazioni dal teatro, che però abbandona nel 1974, quando nasce suo figlio Emiliano. Lo sceneggiato tv Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1983) le fa conquistare il riconoscimento come miglior attrice al Festival del Giallo di Cattolica. Nuovamente diretta dal marito, appare nel 1988 nel film per la tv Festa di Capodanno.
Elsa Merlini
Nome: Elsa Tscheliesnig
Data nascita: 26 Luglio 1903 (Leone), Trieste (Italia)
Data morte: 22 Febbraio 1983 (79 anni), Roma (Italia)
Quando da Trieste arrivò a Firenze, Elsa Merlini parlava uno strano italiano contaminato da slavo e tedesco, per cui dovette frequentare una scuola di dizione per affinare la pronuncia. Già all'inizio della sua carriera assunse lo pseudonimo di Merlini, per via del cognome paterno pressoché impronunziabile, Tscheliesnig, che con ogni probabilità ne avrebbe precluso o almeno limitato la “visibilità” pubblica. Esordì in teatro a diciassette anni con Annibale Ninchi, passando poi con De Sanctis, Baghetti, Falconi, e sostituendo Vera Vergani nella compagnia Niccodemi (1930). A fianco di Sergio Tofano e Luigi Cimara si affermò come la più irresistibile interprete del genere comico-brillante-sentimentale (Achard, Amiel, Shaw, De Benedetti, Connors). Nel 1934 si unì con Renato Cialente, uno degli attori più interessanti e moderni della sua generazione, col quale rimase molti anni affrontando anche testi impegnativi (Cechov, Pirandello, Rosso di San Secondo). Memorabile fu la battaglia per portare al trionfo La piccola città (1940) di Thornton Wilder, diretta da Fulchignoni. Il suo brio recitativo, talvolta esuberante ma sempre personalissimo, non poteva non interessare anche il cinema dell'epoca, specie quello detto poi dei “telefoni bianchi”, un cinema anemico e provinciale in cui ella riuscì ad immettere - in una nutrita serie di film iniziata nel 1931 con La segretaria privata e proseguita oltre la metà degli anni '50 - un suo particolare e corposo personaggio di ragazza piccolo-borghese, tenera ed affettuosa ma anche fiera e testarda, rappresentandovi un fatto di costume di notevole rilievo. In seguito non disdegnò le tavole della rivista ( Ma cos'è questo amore con De Sica-Melnati e Gran Baldoria con Enrico Viarisio), per dedicarsi più avanti al repertorio goldoniano (fu donna Felicita ne I rusteghi diretto da Simoni e poi in compagnia con Cesco Baseggio). Nei primi anni '50 tornò al giovanile repertorio patetico-brillante (Bataille, Barillet-Grédy, Sardou, Anouilh, Shaw) o dichiaratamente comico (Feydeau), senza trascurare Luigi Pirandello ( La signora Morli uno e due) e lasciarsi tentare dalla novità ( Il mago della pioggia di Nash). Verso la fine degli anni '50 approdò in televisione dove prese parte a numerosi sceneggiati. Tra le sue interpretazioni televisive si possono ricordare la bonaria e futile signora Bennet in Orgoglio e pregiudizio (1957), la moglie del procuratore ne Le anime morte (1963), e il personaggio di Perpetua ne I promessi sposi (1967). Nel 1968 si calò nelle vesti di conduttrice della rubrica radiofonica La maga Merlini. Da ricordare infine l'interpretazione di Maria nella Passione (1978), tratta da testi del '600, e quella dell'esile e focosa regina Margherita nel Riccardo III (1980) di William Shakespeare. Alla vigilia degli ottant'anni, la sua ultima interpretazione teatrale fu quella dell'arzilla vecchietta anticonformista e spregiudicata in Mela di Dacia Maraini. Recitò fino all'ultimo. Si spense a causa di un male incurabile.
Rossella Como
Data nascita: 29 Gennaio 1939 (Acquario), Roma (Italia)
Data morte: 20 Dicembre 1986 (47 anni), Roma (Italia)
Presentatrice alla televisione, debuttò giovanissima nel cinema; Dino Risi le affidò infatti, in Poveri ma belli (1956), la parte di una ragazzina innamorata, che la rivelò al pubblico e alla critica per la grazia e il fresco candore della sua interpretazione. In seguito comparve in numerosi film, per lo più ricalcando il personaggio di ingenua maliziosa, a lei particolarmente congeniale, ma mettendo in luce al tempo stesso una buona preparazione professionale e autentiche doti di attrice. Ha interpretato una parte interessante, anche se non di primo piano in uno dei capolavori di Federico Fellini, Otto e mezzo (1963).
Giampiero Littera
Data nascita: 25 Giugno 1938 (Cancro), Roma (Italia)
Dopo l'esordio da adolescente, il suo personaggio tipico diventa quello del giovanotto cordiale e allegro, di solito uno degli “amiconi” del protagonista. ha lavorato con Luciano Emmer, con Mario Camerini, ma anche con Valerio Zurlini, Luigi Zampa, Dino Risi. Negli anni Settanta abbandona il cinema per diventare antiquario. Tra i suoi film: Terza liceo (1953) di Luciano Emmer; Vacanze a Ischia (1957) di Mario Camerini; Domenica è sempre domenica (1958) di Camillo Mastrocinque; Estate violenta (1959) di Valerio Zurlini: Che gioia vivere (Quelle joie de vivre, 1960) di René Clément; A porte chiuse (1960) di Dino Risi: Obiettivo ragazze (1963) di Mario Mattoli; Il magnifico avventuriero (1963) di Riccardo Freda; Frenesia dell'estate (1963) di Luigi Zampa: Due mafiosi contro Goldginger (1965) di Giorgio Simonelli.
Turi Pandolfini
Nome: Salvatore Pandolfini
Data nascita: 10 Novembre 1883 (Scorpione), Catania (Italia)
Data morte: 6 Marzo 1962 (78 anni), Catania (Italia)
Lavora a lungo in teatro nella prestigiosa formazione di Angelo Musco, di cui è nipote, e diventa popolare al cinema negli anni Cinquanta per l'umorismo, l'accento siciliano, l'espressività grafica con la quale caratterizza il vecchio brontolone, stizzoso, intrigante e spocchioso. Notevole, tra più di 30 film, la sua interpretazione nell'episodio pirandelliano La giara, del film a episodi Questa è la vita (1954). Tra i film: Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini: In nome della legge (1949) di Pietro Germi: Altri tempi (epis. Il processo di Frine, 1951) di Alessandro Blasetti; Il sole negli occhi (1953) di Antonio Pietrangeli; Anni facili (1953) di Luigi Zampa; Un giorno in pretura (1954) di Steno; Terza liceo (1954) di Luciano Emmer; Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli; Accadde al penitenziario (1955) di Giorgio Bianchi; Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini.
Bruno Carotenuto
Data nascita: 8 Maggio 1941 (Toro), Roma (Italia)
Figlio del più celebre Memmo che non lo consiglia certo a intraprendere il mestiere d’attore ma che gli è di guida per amore paterno quando ancor giovane, anzi giovanissimo, verso la seconda metà degli anni Cinquanta, decide di compiere il gran passo verso un debutto che promette qualcosa. Ma è solo un qualcosa, perché il giovane Bruno, pur macinando film su film, non riesce a farsi strada prendendo parte a futili commediole e spaghetti-western, in cui, tra l’altro, commette l’errore di firmarsi, come la moda del momento consiglia, con uno pseudonimo, Carol Brown, che genera solo confusione nello spettatore e nel critico. La confusione è ancora più grande se si pensa a un altro pseudonimo del tutto simile al suo, Carroll Brown, che appartiene all’attrice Carla Calò. Un artificio inutile e “dannoso”. Delle sue numerose partecipazioni a film se ne salvano solo pochissime, anche se in ruoli minimi e di poco spessore come in Estate violenta di Zurllini e La legge di Dassin, realizzati nell’anno 1959. Ma per il giovane attore pieno di belle speranze è un po’ troppo poco.
José Jaspe
Data nascita: 10 Agosto 1906 (Leone)
Data morte: 5 Giugno 1974 (67 anni)
La sua principale attività nel mondo del cinema è stata quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Divisione folgore (1954) di Duilio Coletti dove ha interpretato la parte di Salvi.
Nel 1958 ha inoltre lavorato con Francesco Rosi per la realizzazione del film La sfida [1] dove ha interpretato la parte di Ferdinando Ajello.
José Jaspe ci lascia all'eta di 68 anni spegnendosi in una triste giornata del 5 Giugno 1974.
Walter Santesso
Data nascita: 27 Febbraio 1931 (Pesci), Padova (Italia)
Giovane attore di belle speranze, esordì appena ventenne nel cinema, interpretando una parte di un certo spessore nel film L'uomo della mia vita (1952, Guy Lefranc). Tuttavia, benché anche negli anni successivi avesse avuto varie offerte e fosse comparso in parecchi film, dimostrandosi sempre all'altezza sia come attore comico che in parti drammatiche, riuscì ad affermarsi solo come un valido caratterista, arguto e brillante, le cui doti erano rese ancor più efficaci dal fisico minuto e scattante. Soltanto nel 1959 ebbe l'occasione che gli permise di conquistare una vasta, anche se effimera, popolarità: interpretò infatti, ne La dolce vita di Federico Fellini, il personaggio del fotografo sempre a caccia di scoop fra le celebrità del bel mondo, conosciuto con il soprannome di Paparazzo, un vocabolo velocemente entrato a far parte del lessico comune italiano. L'interpretazione di Santesso, benché di ottima qualità, purtroppo non segnò una svolta significativa nella sua carriera di attore, tanto che, piuttosto deluso, egli decise di dedicarsi alla regia, esordendo nel 1966 con il film Eroe vagabondo (1966), caratterizzato da echi e da moduli espressivi di derivazione felliniana. Il film, però, non fu coronato da grande successo, come del resto accadde anche con gli altri due da lui diretti, L'importanza di avere un cavallo (1972) e La carica delle patate (1978).
Nino Vingelli
Nome: Nino Vingell
Data nascita: 4 Giugno 1912 (Gemelli), Napoli (Italia)
Ha svolto attività teatrale, esordendo nel cinema durante la seconda guerra mondiale. Attore di buone doti drammatiche, dalla recitazione secca e composta, si è imposto, nel dopoguerra, come efficacissimo caratterista, sia in ruoli comici sia in ruoli drammatici. Tra i numerosi film interpretati in questi ultimi anni vanno ricordati almeno La legge (1959, J. Dassin), in cui tratteggiò con molto colore il personaggio di Pizzaccio; La sfida (1958, Francesco Rosi), dove fu un vigoroso e secco Gennaro; I magliari (1959, Francesco Rosi), dove apparve nelle vesti di Vincenzo. Di risorse drammatiche a volte sorprendenti, Vingelli si è venuto affermando come uno dei migliori caratteristi del recente cinema italiano, adatto soprattutto nelle parti di napoletano astuto, spesso privo di scrupoli, altre volte di cuore tenero e buon compagno.
Furlanetto
Data nascita: 19 Settembre 1895 (Vergine), Milano (Italia)
Data morte: 6 Aprile 1969 (73 anni), Milano (Italia)
Non possiede certo i canoni della bellezza maschile, anzi è tutt’altro: grasso, calvo, viso dall’aria minacciosa, ma è elemento di prim’ordine nel cinema italiano perché lo ha affrontato da serio caratterista e con ottima preparazione artistica e culturale.
A Milano è dirigente del Sindacato dello Spettacolo ed è il responsabile del quindicinale «La Voce dello Spettacolo». Il suo ingresso nel cinema è del tutto casuale, scelto per interpretare un modesto ruolo ne Lo sconosciuto di San Marino accanto ad Anna Magnani, ma il film è un mezzo fiasco. Differente per importanza e strategia del ruolo è il secondo film per questo serio professionista, quel Vita da cani (1950) di Steno e Monicelli in cui impersona un industriale milionario, brutto e ripugnante ma dall’animo sensibile e dall’atteggiamento cordiale ed educato e che, amando circondarsi di cose belle, corteggia e sposa la bellissima Tamara Lees, inquieta e insoddisfatta. Un ruolo che gli calza a pennello (anche se risulta doppiato, ed egregiamente, da Mario Ferrari) e che gli permette di continuare una carriera di tutto rispetto, certamente però con ruoli inferiori a quello del film di Steno e Monicelli. Una perfezione difficile da eguagliare. Purtroppo però il suo fisico e la sua aria gli fanno sempre ottenere ruoli ingrati, non graditi al palato del pubblico ma apprezzati e lodati dalla critica
*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it
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