I tre ladri

[Jean Claude Pascal e Simone Simon] [Gino Bramieri e Simone Simon]

[Totò e Jean Claude Pascal] [Totò]

[Jean Claude Pascal e Simone Simon] [Totò,Gino Bramieri e Mario Castellani]

[Totò] [Totò,Jean Claude Pascal e Gino Bramieri]

[Totò,Jean Claude Pascal e Gino Bramieri]

Videoclip titoli di testa

Regia : Lionello De Felice
Soggetto : dal romazo omonimo di U.Notari
Sceneggiatura : L. De Felice, F.Sanjust, F.Brusati
Fotografia : Romolo Garroni
Scenografia : Virgilio Marchi
Musica : Roman Vlad
Montaggio : Mario Serandrei
Aiuto regia : Marcello Baldi, Alain Roux
Direttore produzione : Jacopo Comin
Produzione : Rizzoli Film,Roma-Franco London Film,Paris
Durata: 95 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Tapioca)
Jean Claude Pascal( Gastone Cascarilla )
Gino Bramieri( Edmondo Ornano )
Simone Simon( Noris Ornano)
Giovanna Ralli( Marietta, la cameriera )
Mario Castellani( il legale di Ornano )
Memmo Carotenuto( Battista, il maggiordomo )
Laura Gore( un'amica di Noris )
Virgilio Riento( il commissario Zonini )
Nino Milano( il vice Catolucci )
Camillo Pilotto( il presidente del tribunale )
Lauro Gazzolo( il pubblico ministero )
Bice Valori( un'amica di Noris )
Dina Perbellini( un'altra amica di Noris )
Susanne Lèvesy( un'altra amica di Noris )
Achille Majeroni( un industriale )
Nico Pepe( un altro industriale )
Turi Pandolfini( il vecchio inventore )
Giorgio De Reilly( un giornalista )
Giovanni Onorato( un altro giornalista )
Renato Navarrini( un altro industriale )
Carletto Sposito( Michele, il secondino )
Salvo Libassi( il salumiere )
Pina Renzi( la cartomante )
Loris Gizzi( l'affarista imbroglione )
Adriana Bisaccia( l'amica di marietta )
Claudio Ermelli( l'avvocato difensore )
Margherita Bossi Nicosia( la testimone dei pomodori )
Amalia Pellegrini( la testimone delle galline )

           

Soggetto

Il ladro Tapioca capita con Gastone in casa dell'industriale Ornano e di sua moglie Noris,alla quale Gastone estorce dei soldi per delle lettere compromettenti.Scoperto il ricatto Ornano fa arrestare Tapioca.Alla fine i tre uomini formano una società per lo sfruttamento delle lettere compromettenti.

Critica e curiosità

Prodotto da Rizzoli con partner francesi il film doveva essere per Totò l'opportunità di uscire dai soliti film commerciali e di essere rilanciato all'estero . Anche questa pellicola ha i soliti guai con la censura : si hanno problemi con una scena in cui Simone Simon appare in sottoveste , a Memmo Carotenuto che interpreta un falso prete viene vietato di indossare la tonaca sostituendola con un abito nero . Problemi di lingua tra l'attore francese e Totò che quindi non puo' fare aggiunte o modifiche al copione , come era suo solito , perche' tra i due non c'è intesa , le cose migliorano nei duetti con Bramieri .
Scriveva Gian Luigi Rondi : " [..] Una satira o meglio una farsa , senza pretese e senza troppo sale . La ravvivano qua e là alcune battute saporite e qualche situazione un poco peregrina . E la ravviva naturalmente , l'interpretazione di Totò , tutta lazzi , smorfie , sberleffi ,nelle vesti del ladro millantatore [..] ".
E il solito " vice " di turno dalla Nuova Gazzetta del Popolo : " Al genere dichiaratamete farsesco , basato quasi unicamente su un Totò privo d'inventiva e di freni e che stancamente ripete il modulo delle sue macchiette e non ancora di un personaggio , appartiene il filmetto [..] " .


Jean-Claude Pascal

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Angelica e il gran sultano (1967) di Bernard Borderie. Nel 1954 ha inoltre lavorato con Lionello De Felice per la realizzazione del film I tre ladri dove ha interpretato la parte del presidente del tribunale.


Gino Bramieri

Data nascita: 21 Giugno 1928 (Gemelli), Milano (Italia)
Data morte: 18 Giugno 1996 (68 anni), Milano (Italia)
Attore di avanspettacolo negli anni 1944 -1945, si affermò successivamente nel teatro di varietà, lavorando con compagnie di grido (Macario, le sorelle Nava, Billi e Riva, Raimondo Vianello e Sandra Mondaini). Attore comico di grande successo popolare e autore di gustose macchiette in cui sfruttava il proprio fisico opulento per la caratterizzazione del "grassone" faceto, ad un certo punto della sua carriera si sottopose ad un intervento chirurgico per dimagrire. Conseguito tale risultato, riprese la sua attività con rinnovato entusiasmo, sia in teatro che in trasmissioni televisive di carattere popolare. Attore dotato di grandi capacità comunicative e di mezzi comici semplici ma irresistibili, ha lavorato con una certa continuità anche nel cinema, impiegato purtroppo in ruoli secondari, in numerosi film di scarso rilievo, per lo più di facile e ripetitiva comicità.


Simone Simon

Data nascita: 23 Aprile 1910 (Toro), Béthune (Francia)
Data morte: 22 Febbraio 2005 (94 anni), Parigi (Francia)
La sua carriera nata dal 1931, quando le vengono affidate piccole parti soprattutto in virtù della sua fresca bellezza piena dì impertinenza. I personaggi d'impegno arrivano più tardi, quando Marc Allégret la vuole principale interprete del suo Lago delle vergini (1934), al fianco di Jean-Pierre Aumont. Più impegnativa, qualche anno dopo, la parte che le affida Jean Renoir in La béte humaine (1938), accanto a Jean Gabin. Nel 1939, scoppiata la guerra, si reca a Hollywood, interpretandovi numerosi film. Torna in Francia nel 1950 e nei 1956 va in Gran Bretagna. Film principali: Tire-au-f lane, 1933; Les yeux noirs, Les beaux jours, 1935; Settimo cielo, 1937; Mademoiselle Fifi, 1944; Petrus, 1946, Temptation Harbour, 1946; Donne senza nome, 1950; La nonde et Le plaìsir di Max OphUls, 1950-51; Extra Dry, 1956. L'ultima partecipazione cinematografica è del 1973, con La femme en bleu. Lavorò anche in Italia.


Giovanna Ralli

Data nascita: 2 Gennaio 1935 (Capricorno), Roma (Italia)
Fa la sua prima apparizione sugli schermi a otto anni, nel film di Vittorio De Sica I bambini ci guardano (1943). Ancora ragazzina recita in teatro nella compagnia di Peppino De Filippo, poi, quindicenne, torna al cinema in Luci del varietà (1951), di Alberto Lattuada e Federico Fellini. Inizia così per Giovanna Ralli una brillante carriera che la vede per tutto gli anni '50 spigliata interprete di giovani popolane, belle, vivaci e intraprendenti. Dopo essere comparsa in alcuni film ad episodi di Gianni Franciolini ( Villa Borghese, 1953 e Racconti romani, 1955), accanto a Renato Rascel è Sgargamella nella commedia musicale Un paio d'ali (1957) di Garinei e Giovannini. Nel 1959 grazie, grazie a Roberto Rossellini che le affida una parte nel drammatico Il generale Della Rovere, la Ralli ha modo di manifestare appieno la sua maturità di attrice, sia pure in un ruolo secondario. La conferma delle sue doti arriva l'anno successivo: ancora Rossellini la vuole protagonista di Era notte a Roma, dove interpreta una ragazza brontolona ma di buon cuore che nasconde in soffitta tre soldati fuggiti da un campo di concentramento tedesco. Nel 1964 vince il Nastro d'argento come migliore attrice per La fuga, di Paolo Spinola. Sentimentalmente legata allo sceneggiatore Sergio Amidei, verso la seconda metà degli anni '60 lascia il cinema, ma nel 1974 riappare in ottima forma per fare da madrina al battesimo cinematografico di Renato Pozzetto, in Per amare Ofelia, di Flavio Mogherini. Sempre nello stesso anno Ettore Scola la dirige in C'eravamo tanto amati, nel quale interpreta la grassa e goffa Elide che muore per amore di Gianni (interpretato da Vittorio Gassman), il marito cinico e ambizioso. Un ruolo questo che le fa guadagnare il Nastro d'argento. Nel 1977 sposa l'avvocato Ettore Boschi, mentre a teatro riscuote un grande successo accanto a Giancarlo Sbragia e Paolo Ferrari. Dopo dieci anni di assenza, torna al cinema con un film di Francesca Archibugi ( Verso sera, 1990) e poi prende parte ad una cena tra vecchi amici in Tutti gli anni, una volta l'anno (1993) di Gianfrancesco Lazotti. Dal 1997 prende parte ad alcune miniserie televisive, come Un prete tra noi (1997) e Angelo il custode (2001), nelle quali si fa apprezzare come sempre per il suo finissimo garbo e per la sua inconfondibile spontaneità.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Memmo Carotenuto

Data nascita: 24 Luglio 1908 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 23 Dicembre 1980 (72 anni), Roma (Italia)
Straordinario caratterista cinematografico dall'inconfondibile vocione rauco e dall'incontenibile ironia tipicamente romana, Memmo Carotenuto (figlio d'arte e fratello dell'altrettanto celebre Mario) è stata una presenze essenziale della commedia all'italiana degli anni Cinquanta, che lo ha visto come scanzonato e sanguigno comprimario nei suoi migliori prodotti, al fianco di attori come Totò, Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Da ricordarlo assolutamente nel ruolo dello scalognato ladro Cosimo de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, in quello del tranviere compagno di stanza di Renato Salvatori di Poveri ma belli (1956) e Belle ma povere (1957), entrambi di Dino Risi, in quello del amorevole ma anche collerico padre alle prese con una numerosa e turbolenta prole di Padri e figli (1958) di Mario Monicelli, ed in quello del carabiniere Baiocchi spalla di De Sica di Pane, amore e fantasia (1953) e Pane, amore e gelosia (1954), entrambi di Luigi Comencini.


Laura Gore

Data nascita: 30 Settembre 1918 (Bilancia), Bussolano (Italia)
Data morte: 27 Marzo 1957 (38 anni), Roma (Italia)
Studentessa in ragioneria, vince nel 1940, al teatro Carlo Felice di Genova, l’ottavo concorso della canzone del dilettante indetto dall’EIAR di Torino. Già attrice di filodrammatica, vuole dedicarsi al teatro come professionista, recitando anche alla radio e nella rivista, dove si esibisce con grande misura e notevoli doti di simpatica comunicativa. Per due stagioni consecutive (1949-50 e 1950-51) fa parte della compagnia di Eduardo De Filippo. Nel cinema debutta nell’immediato dopoguerra e per un decennio interpreta un rilevante numero di pellicole, sempre in ruoli di contorno e da caratterista simpatica e spesso invadente. Sposata dal 1940 ad Agostino Golzi, fa anche del doppiaggio nella formazione dell’O.D.I.


Virgilio Riento

Nome: Virgilio Riento d'Armiento
Data nascita: 29 Novembre 1889 (Sagittario), Roma (Italia)
Data morte: 7 Settembre 1959 (69 anni), Roma (Italia)
Figlio di un impresario teatrale, esordì a soli nove anni come macchiettista nei teatrini di varietà romani, per poi approdare alla grande rivista e al cinema, come estroso e frizzante caratterista. Fondamentalmente personificando il poveraccio, l'italiano pantalone destinato sempre a pagare, Riento decorò questo personaggio con una comicità sempre arrabbiata, fiscale, petulante, marionettisticamente resa con i grandi occhi sporgenti, perennemente strabuzzati in un volto atteggiato a smorfia amara stabile. Cominciò a recitare verso il 1935, nelle commedie piccolo-borghesi di Mario Camerini come Il signor Max e Grandi magazzini; fu in moltissimi film l'impiegato statale di basso servizio (fattorino postale, usciere di ministero, capofabbricato, custode notturno ecc.) e tra l'altro comparve in Teresa Venerdì, 1941, di De Sica; Quattro passi fra le nuvole di Blasetti; Abbasso la miseria!, e Abbasso la ricchezza!, 1945-46, entrambi con la Magnani, diretti da Gennaro Righelli. Pur se oggi è quasi dimenticato, Virgilio Riento merita un posto d'onore nella storia del teatro e del cinema italiano, poiché con le sue buffe ed esilaranti macchiette (su tutte quella del cafone abruzzese Donato Collacchione) riesce a divertire con gusto e semplicità ancora oggi. Tra i film: Abbasso la miseria! (1945) di Gennaro Righelli; Fabiola (1949) di Alessandro Blasetti: Miracolo a Milano (1951) di Vittorio De Sica; Io sono il Capataz (1950) di Giorgio Simonelli; La famiglia Passaguai fa fortuna (1952) di Aldo Fabrizi; Totò a colori (1952) di Steno; Pane, amore e fantasia (1953) di Luigi Comencini; Un giorno in pretura (1954) di Steno; L'angelo bianco (1955) di Raffaello Matarazzo: Prepotenti più di prima (1959) di Mario Mattoli.


Nino Milano

Data nascita: 11 Ottobre 1922 (Bilancia), Napoli (Italia)
Simpatico e talentoso attore di carattere dal fisico minuto, magro e scattante, utilizzato sovente come caratterista o gustosa spalla di attori di primo piano, al cinema giunge subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, richiesto da registi affermati per sostenere ruoli di contorno, spesso insignificanti ma altre volte di un certo spessore tanto da non passare inosservato. Per circa quindici anni Nino Milano lavora incessantemente guadagnandosi una reputazione di attore puntuale e preciso nelle caratterizzazioni, di vivace interlocutore con attori più noti, di servitore, di tassinaro, di inquilino curioso, di inserviente intrigante, di operaio in commedie brillanti per palati poco esigenti, apparendo in una miriade di pellicole che non gli permettono grandi voli e, purtroppo per lui, lo relegano a ruoli sovente in sottordine ma che non gli impediscono di costruirsi una filmografia impressionante


Camillo Pilotto

Data nascita: 6 Febbraio 1890 (Acquario), Roma (Italia)
Data morte: 27 Maggio 1963 (73 anni), Roma (Italia)
Figlio d’arte, debuttò sulla scena appena quindicenne, nella compagnia di Ermete Novelli; ciò segnò l’inizio di una prestigiosissima carriera teatrale, durata fino agli ultimi anni Cinquanta, con scritture in tutte le più famose compagnie. Esordì nel cinema ai tempi del «muto», apparendo nel 1916 in un film di Augusto Genina, Il sopravvissuto; in seguito, negli anni fra il 1917 e il 1926, prese parte a vari altri film, riscuotendo un notevole consenso in ruoli non primari, ma ottimamente caratterizzati. Fra i film di questi anni possiamo ricordare Partita doppia e Così è la vita, diretti entrambi da Eugenio Perego, rispettivamente nel 1916 e nel 1917; l’anno successivo comparve ne La capanna dello zio Tom, diretto da Riccardo Tolentino, a cui fecero seguito le interpretazioni in Federica d’Illiria, (1919, Rodolfi) e Tempesta nel nido, realizzato da Nino Valentini nel 1926. Tuttavia Pilotto conobbe il vero successo sul grande schermo solo con l’avvento del “sonoro”, partecipando a numerosissimi film, soprattutto nel decennio precedente la seconda guerra mondiale, talora in veste di protagonista, come comprimario, o, più spesso, come caratterista di grande talento. Nell’immediato dopoguerra Pilotto continuò la sua attività nel cinema, comparendo in film di diverso genere e valore; fra questi si possono ricordare Il Passatore (1947, Duilio Coletti) e Penne nere, 1953, Oreste Biancoli), in cui gli furono offerte più valide possibilità di mettere in luce le sue notevoli qualità drammatiche. Oltre all’attività cinematografica, Pilotto fu una presenza significativa anche nel mondo della radio, e, verso la fine della carriera, anche in televisione, dove apparve, sebbene in ruoli marginali, in vari sceneggiati di successo, quali Piccolo mondo antico (diretto nel 1957 da Blasi), Il mulino del Po (1963, Sandro Bolchi) e Le anime morte (1963, Edmo Fenoglio), quest’ultimo mandato in onda a pochi mesi dalla sua scomparsa.


Lauro Gazzolo

Data nascita: 15 Ottobre 1900 (Bilancia), Genova (Italia)
Data morte: 2 Ottobre 1970 (70 anni), Roma (Italia)
Figlio di Colombo e di Severa Gazzolo, dopo essersi diplomato presso l’istituto nautico di Genova comincia a frequentare il Teatro Nazionale, dapprima come dilettante, poi dal 1925 da professonista con scritture in importanti complessi artistici, come quelli con a capo Carini, Betrone, Giorda e Forzano. Il suo ingresso nel cinema è dapprima come doppiatore, e Gazzolo presta la sua personale intonazione vocale a caratteristi stranieri come Fernandel, Walter Brennan, Peter Lorre, Roland Young, Barry Fitzgerald, Millard Mitchell, Bud Abbott e altri, tra cui anche primi attori come Louis Jouvet e Charlie Chaplin, fino ai tipici vecchietti invadenti dei film western, uno fra tutti George “Gabby” Hayes. È poi utilizzato come eccellente attore di carattere dal 1938, creando invariabilmente tipi molto indovinati. Oltre che al cinema e al teatro, si dedica anche a trasmissioni radiofoniche come Il giro del mondo in 80 giorni, a riviste musicali come Scale (1955) di Polacci e un po’ anche alla televisione. Qui appare negli sceneggiati Il caso Mauritius (1961) da Wassermann diretto da Majano, La volpe e le camelie (1966) da Silone diretto da Silverio Blasi, Quel negozio di piazza Navona (1969) per la regia di Mino Guerrieri, oltre che all’episodio Una dote per Ghita (1963) della serie Ritorna il tenente Sheridan diretto da Mario Landi. Nel 1962 recita pure nelle commedie Lo stilita di Pinelli e La verità sospetta di Ruiz de Alarcon e l’anno successivo ne Il cuore che cambia di Beynon. Sposatosi due volte è padre di due figli attori: Nando, nato dal suo matrimonio con Aida Ottaviani Piccolo, e Virginio, nato da quello con Maria Natalina Robino.


Bice Valori

Data nascita: 13 Maggio 1927 (Toro), Roma (Italia)
Data morte: 17 Maggio 1980 (53 anni), Roma (Italia)
Iniziò giovanissima una carriera assai intensa, lavorando con pari fortuna alla radio e alla televisione, nel doppiaggio e nel cinema, nella rivista e nel teatro da camera. L'ironia salace e l'irridente simpatia la resero una delle presenze più colorite e apprezzate del piccolo schermo, dove spesso comparve accanto al marito Paolo panelli, dando vita con lui ad un affiatatissimo duo comico. Calandosi in efficaci caratterizzazioni, come la popolana esplosiva e petulante o la ragazza smaniosa di marito, si mosse attraverso tutti i generi dell'intrattenimento televisivo. Laureata in lettere, diplomata all'Accademia nazionale d'arte drammatica, negli anni '50 ha lavorato molto nel teatro di rivista ( Controcorrente, 1953; Senza rete, 1955). In radio ha lavorato spesso con la regia di Luciano Mondolfo e con la regia di quest'ultimo ha partecipato a uno straordinario spettacolo comico, Sei storie da ridere (1956), insieme a Monica Vitti, Gianrico Tedeschi e Alberto Bonucci. In televisione ha preso parte al varietà di Antonella Falqui Eva ed io (1961), interpretò il personaggio dell'odiosa direttrice del collegio nello sceneggiato musicale Il giornalino di Gian Burrasca (1964-65), prese parte al varietà musicale Biblioteca di Studio Uno (1964), sostenne il ruolo della regina nella commedia musicale La vedova allegra (1968) e presentò, a fianco di Alighiero Noschese, due edizioni del varietà Doppia coppia (1969-70); con Panelli fu la spigliata ed ironica intrattenitrice di importanti varietà, come Studio Uno (1965-66), Speciale per noi (1971) e Ma che sera (1978) con Raffaella Carrà e Alighiero Noschese. In teatro va ricordata la sa partecipazione a tre bellissime commedie musicali di Garinei e Giovannini: Rugantino (1962, 1968 e 1978), con Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Lea Massari; Aggiungi un posto a tavola (1974) con Johnny Dorelli, Daniela Goggi e Paolo Panelli; Accendiamo la lampada (1979) con Johnny Dorelli, Gloria Guida e Paolo Panelli, che fu il suo ultimo spettacolo. Si spense prematuramente all'età di cinquantatre anni a causa di un terribile cancro, lasciando un vuoto che non si colmerà mai...


Dina Perbellini

Data nascita: 14 Gennaio 1901 (Capricorno), Vicenza (Italia)
Data morte: 2 Aprile 1984 (83 anni), Roma (Italia)
Esordì in teatro appena ventenne sulle scene, continuando per molti anni questa attività, anche a fianco di attori di grande fama. Fu docente al Centro Sperimentale di Cinematografia dove si dedicò all'insegnamento di dizione e recitazione. Nel 1934 apparve sul grande schermo con una parte nel film Seconda B, diretto da Goffredo Alessandrini. Da allora, continuò a lavorare nel mondo del cinema per una trentina d'anni, comparendo in numerosissimi film, sempre in ruoli di secondo piano, delineati però con notevole finezza interpretativa. Alcune sue interpertazioni: Il cappello a tre punte di Mario Camerini, del 1934; L'allegro fantasma di Amleto Palermi del 1941; I bambini ci guardano di Vittorio De Sica del 1943; Miss Italia di Duilio Coletti del 1950; Il cappotto di Alberto Lattuada del 1952; Il principe fusto di Maurizio Arena del 1960; Corto circuito di John Badham del 1986.


Achille Majeroni

Data nascita: 24 Agosto 1881 (Vergine), Siracusa (Italia)
Data morte: 12 Ottobre 1964 (83 anni), Roma (Italia)
Dopo un'intensa attività teatrale in compagnie di fama, entrò a far parte del mondo del cinema prima della guerra 1914-1918, lavorando come caratterista; dopo l'avvento del «sonoro», unì a questa attività anche quella di doppiatore. Negli anni del dopoguerra ha interpretato parti secondarie, ma comunque degne di nota, in alcuni validi film. A questo proposito, dobbiamo ricordare l'ottima caratterizzazione del vecchio attore omosessuale ne I vitelloni (1953, Federico Fellini) e quella, in panni femminili, dell'anziana zia, in Una storia moderna (L'ape regina) (1963, Marco Ferreri).


Nico Pepe

Nome: Domenico Pepe Data nascita: 19 Gennaio 1907 (Capricorno), Udine (Italia)
Data morte: 13 Agosto 1987 (80 anni), Udine (Italia)
Dopo essersi diplomato ragioniere e avere conseguito la laurea in Scienze Economiche e Commerciali, lavorò per un certo tempo come impiegato di banca; ma, appassionato di teatro fino da ragazzo, ottenne una prima scrittura nella compagnia Lupi – Borboni –Pescatori, per passare poi ad altre compagnie, fino a lavorare in quella diretta da Vittorio De Sica, dove trovò l'ambiente più adatto per esplicare le sue qualità di attore brillante. Negli anni del dopoguerra si dedicò alla direzione artistica in vari teatri, lavorando contemporaneamente alla radio e come doppiatore. Nel 1936 fece il suo esordio nel cinema, con una parte ne I due sergenti(Enrico Guazzoni), interpretando in seguito numerosissimi film, ma sempre in parti secondarie. Nella sua lunga carriera, in cui dimostrò notevoli doti di umanità e simpatia, diede vita ad una ricca serie di figure minori in film diversi per genere e livello artistico, tra i quali meritano di essere ricordati Riso amaro (1949, Giuseppe De Santis) e La spiaggia (1954, Alberto Lattuada), in cui gli furono offerte maggiori occasioni per mettere in luce le sue capacità brillanti o drammatiche, che tuttavia non ebbero mai modo di essere dimostrate e apprezzate come avrebbero meritato. Dal 1953 al 1978, anni in cui fu attivo anche in televisione, Pepe riprese la sua attività teatrale, scritturato prima da Giorgio Strehler per interpretare il ruolo del capocomico nel celebre dramma pirandelliano Sei personaggi in cerca d'autore, e poi per Lulù, due grandi successi del Piccolo Teatro di Milano, dove Pepe rinnovò i suoi successi nel 1959, recitando nella parte di Pantalone in Arlecchino servitore di due padroni, ruolo che mantenne dal 1963 al 1968 anche nelle tounées all'estero e che gli fu rinnovato nella stagione 1977-1978. Allontanatosi dall'attività artistica nei primi anni Ottanta, Pepe si dedicò alla direzione di una scuola di teatro in lingua friulana ad Udine. Fu sposato dal 1937 con l'attrice Clara Auteri.


Turi Pandolfini

Nome: Salvatore Pandolfini
Data nascita: 10 Novembre 1883 (Scorpione), Catania (Italia)
Data morte: 6 Marzo 1962 (78 anni), Catania (Italia)
Lavora a lungo in teatro nella prestigiosa formazione di Angelo Musco, di cui è nipote, e diventa popolare al cinema negli anni Cinquanta per l'umorismo, l'accento siciliano, l'espressività grafica con la quale caratterizza il vecchio brontolone, stizzoso, intrigante e spocchioso. Notevole, tra più di 30 film, la sua interpretazione nell'episodio pirandelliano La giara, del film a episodi Questa è la vita (1954). Tra i film: Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini: In nome della legge (1949) di Pietro Germi: Altri tempi (epis. Il processo di Frine, 1951) di Alessandro Blasetti; Il sole negli occhi (1953) di Antonio Pietrangeli; Anni facili (1953) di Luigi Zampa; Un giorno in pretura (1954) di Steno; Terza liceo (1954) di Luciano Emmer; Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli; Accadde al penitenziario (1955) di Giorgio Bianchi; Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini


Carletto Sposito

Nome: Carlo Esposito
Data nascita: 1 Maggio 1924 (Toro), Palermo (Italia)
Data morte: 9 Settembre 1984 (60 anni), Roma (Italia)
Attore caratterista, fu uno di quelli che lavorarono con maggiore continuità dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, passando attraverso tutti i generi di film commerciali, dal melodramma al kolossal pseudostorico-mitologico, dalla commedia alla satira di costume. Esordì nell’immediato dopoguerra, prima con il film Malacarne (1947, Giuseppe Zucca e Pino Mercanti) e poi con Anni difficili (1948, Luigi Zampa); nel 1951, in Parigi è sempre Parigi (Luciano Emmer) diede vita, con misurata ironia, ad una delle sue caratterizzazioni meglio riuscite, il personaggio del giovane Riccardo, il provinciale sempre in cerca di avventure. Altrettanto efficaci la figura del “promesso sposo” piantato in asso dalla fidanzata in Una bruna indiavolata (1951, Carlo Ludovico Bragaglia), quella del poliziotto che, in punto di morte, redime il gangster responsabile della sua fine ne Il bivio, di Fernando Cerchio e, soprattutto, il duca di Lanocita ne L’arte di arrangiarsi (1955, Luigi Zampa). Sposito fu attivo anche nel teatro di rivista e in televisione.


Pina Renzi

Data nascita: 16 Dicembre 1902 (Sagittario), Forlì (Italia)
Data morte: 13 Luglio 1984 (81 anni), Riccione (Italia)
Dopo avere lavorato nella compagnia teatrale Carini come attrice di prosa in ruoli di generica, ottenne il successo dopo essere entrata a far parte della compagnia Za-Bum di Mario Mattoli, in cui rimase per quattro anni. Attrice di notevole talento, perfetta nei ruoli brillanti, lavorò intensamente anche alla radio. Esordì nel cinema nel 1933 nel film Non son gelosa (Carlo Ludovico Bragaglia); in seguito, fra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, comparve come caratterista in moltissimi film per lo più di genere comico-leggero, particolarmente adatti a dare risalto alla sua recitazione vivace ed umoristica, la cui comicità era accentuata dalle inflessioni dialettali della voce. Con l’avvento del cinema sonoro, fu, insieme con Teresa Ricci, una delle prime donne italiane a cimentarsi come regista.


Loris Gizzi

Data nascita: 16 Agosto 1899 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 6 Ottobre 1986 (87 anni), Roma (Italia)
Figlio di Venceslao e Matilde Palcani, dopo gli studi universitari frequenta una scuola di ballo e di canto, apprezzatissimo per una limpida voce da baritono ma, a corto di danaro, si accontenta di fare l’impiegato delle ferrovie dello stato raggiungendo il grado di sotto-capostazione. Ed è proprio in quel periodo che scopre la sua vocazione da attore, frequentando alcune filodrammatiche dove trova modo di distinguersi con una recitazione brillante e impegnata. Nel 1935, in occasione di uno spettacolo all’aperto sul colle Palatino di Roma in onore di ospiti reali, viene scelto per interpretare la parte di Remo in un testo intitolato Rumon; quindi entra come attor giovane nella compagnia di Giuseppe Sterni recitando in seguito a fianco di attori come Annibale Betrone, Uberto Palmarini, Luigi Carini, Emma Gramatica, Ruggero Ruggeri e nella Besozzi-Ferrati. Recita anche con Peppino De Filippo e riesce ad ottenere il nome in ditta quando ha l’occasione di lavorare con Paola Barbara e Corrado Annicelli; quindi, nei primi anni Cinquanta fa parte della Compagnia del Teatro dei Satiri di Roma con Cesarina Gheraldi partecipando a più riprese a spettacoli dell’Istituto del Dramma Sacro. Nel 1838 prende parte inoltre ad uno spettacolo d’eccezione come Francesca da Rimini di D’Annunzio, messo in scena a Roma da Renato Simoni con Andreina Pagnani protagonista. In possesso di una voce inconfondibile fa parte anche di ottime compagnie di doppiaggio prestando le sue tonalità vocali ad attori famosi fra i quali Lionel Barrymore ed Herbert Marshall. Nel cinema è utilizzato sempre e costantemente in ruoli di carattere, da lui resi con simpatica adesione e perfetta professionalità. Debutta sullo schermo nel 1933 facendosi notare subito per la sua fresca simpatia nel cameriniano T’amerò sempre, ruolo che rifarà, cosa assai rara, nel remake del 1943 ad opera dello stesso regista. E rifà più volte sullo schermo il personaggio di Rossini, cui è aderentissimo non solo per la stazza fisica, ma anche per la bonomia e simpatia. Era vedovo di Pierina Giuliani.


Claudio Ermelli

Data nascita: 24 Luglio 1892 (Leone), Torino (Italia)
Data morte: 29 Ottobre 1964 (72 anni), Roma (Italia)
Appassionato di teatro, si dedicò attivamente alla carriera di attore quando era ancora studente, recitando in piccole compagnie e nel teatro di rivista. Entrò a far parte del mondo del cinema poco dopo l'avvento del «sonoro», interpretando parti di caratterista in una lunga serie di film di vario genere ed argomento, alcuni dei quali anche di un certo valore artistico e di buon successo. Si impose all'attenzione del pubblico e della critica, oltre che per la qualità della recitazione, anche per il suo aspetto fisico, caratterizzato da una figura magra dinoccolata e da un volto dall'espressione quasi sempre malinconica, spesso in comico contrasto con il suo modo di esprimersi, misurato ma ricco di humour. Apparve in numerosi film anche nel dopoguerra; l'ultimo a cui prese parte e che risale al 1957, fu Addio alle armi, tratto dal romanzo omonimo di Ernest Hemingway, per la regia di Charles Vidor: i protagonisti furono Rock Hudson e Jennifer Jones, e, fra i maggiori attori italiani, vi apparvero, in ruoli secondari ma significativi, Vittorio De Sica e Alberto Sordi.


Amalia Pellegrini

Data nascita: 1873, Pavia (Italia)
Protagonista di una intensa attività teatrale, passò più tardi al cinema, affermandosi come caratterista dotata di finezza espressiva e di notevoli qualità drammatiche. Ha recitato in circa 60 film. La sua presenza sul grande schermo continuò anche negli anni del dopoguerra; la ricordiamo infatti in parecchi film, tra i quali si distinguono Un giorno nella vita (1946, Alessandro Blasetti), in cui diede vita al personaggio di un'anziana suora, e Piccola posta (1955, Steno – Stefano Vanzina), in cui recitò la parte di una ricchissima signora. Altre interpretazioni di rilievo in Peccato che sia una canaglia (1954); Pane, amore e gelosia (1954); Maddalena (1954); L'intrusa (1955); L'ultimo amante (1955); Bravissimo (1955); La bella mugnaia (1955); Mio figlio Nerone (1956); Amore e chiacchiere (Salviamo il panorama) (1957); A vent'anni è sempre festa (1957); Totò, Vittorio e la dottoressa (1957); Il Romanzo di un Giovane Povero (1958); La ballerina e buon Dio (1958); Storia di una capinera (1993).

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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