Letto a tre piazze

[Totò, Peppino De Filippo e Nadia Gray] [Totò e Peppino De Filippo]

[Totò,Peppino De Filippo e Aroldo Tieri] [Totò,Peppino De Filippo,Maria Cristina Gajoni e Gabriele Tinti]

[ Peppino De Filippo,Aroldo Tieri e Nadia Gray] [Totò ]

[Totò con Peppino De Filippo e Maria Cristina Gajoni] [Totò con Peppino De Filippo e Angela Luce]

[Totò con Peppino De Filippo]

Videoclip titoli di testa

Regia : Steno(Stefano Vanzina)
Soggetto : Fulci,Baratti,Vighi
Sceneggiatura : Continenza,Steno
Fotografia : Alvaro Marcori
Scenografia : Ottavio Scotti
Musica : Carlo Rustichelli
Montaggio : Giuliana Attenti
Aiuto regia : Mariano Laurenti
Direttore produzione : Oscar Brazzi
Produzione : Cineriz
Durata: 105 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio Di Cosimo )
Peppino De Filippo( il prof.Pappino Castagnano )
Nadia Gray( Amalia,sua moglie )
Aroldo Tieri( l'avvocato Vacchi )
Maria Cristina Gajoni( Prassede,la cameriera )
Gabriele Tinti( Pinuccio,il suo fidanzato )
Cesare Fantoni( don Ignazio )
Angela Luce( Jeanette )
Paolo Ferrara( il commissario )
Nico Pepe( il direttore dell'albergo )
Lina Ferri( il portiere)
Riccardo Ferri( il portiere )
Mario Castellani( il preside della scuola )
Luciano Bonanni( il tassista )
Ombretta Valmozi( l'allieva Bernabei )

Altri interpreti :
Winni Riva, Pierugo Gragnani,Mario Scipioni

                 

           

    

Soggetto

Antonio dato per disperso in Russia,riappare a casa della moglie Amelia il giorno dell'anniversario di matrimonio con il nuovo marito,Peppino.I tre tentano invano di trovare una soluzione,e alla fine Amalia esasperata fugge con il suo avvocato in crociera.Antonio e Peppino tentano di raggiungerla ma il loro aereo cade e vengono dati per dispersi.Tornano dopo cinque anni nel giorno dell'anniversario di matrimonio di Amelia con l'avvocato.

Critica e curiosità

Il film è ispirato ad un fatto realmente accaduto a Napoli , i duetti del duo Totò - Peppino come al solito sono irresistibili e in alcuni casi improvvisati come quella del letto quando Totò ad un certo punto comincia a fissare Peppino e gli dice " Ma lo sa , che io più la guardo e più mi convinco che lei no è affatto brutto, sa? " . Novità nel film la presenza di un terzo incomodo , l'avvocato , interpretato da Aroldo Tieri . Il film ha ricevuto nel 1960 al Festival del cinema comico e umoristico di Bordighera l'ulivo d'oro .
Scriveva Claudio G. Fava : " Totò e Peppino De Filippo sono sistematicamente adoperati dai produttori del più usuale film comico italiano così come accade alle coppie brillanti nell' avanspettacolo . Buttati allo sbaraglio , senza copione e con molto mestiere , ad arrangiarsi in scena , alla bell'è meglio .[..] Quello che Steno , vecchio praticante del sottocinema comico italiano , ormai non cerca neppure più di simulare . Tanto sa che il pubblico , tollerante , ride in ogni caso . E si diverte , beato lui " .
E da un articolo sul Roma a firma "vice" : " Peppino De Filippo e Totò [..] sono i protagonisti di questo film di Steno , tutto da ridere dal principio alla fine . Il film è sul solito metro di tutti gli altri che hanno Totò e Peppino De Filippo quali protagonisti . Il soggetto è comunque indovinato e si rifà ad un episodio avvenuto proprio qui a napoli qualche tempo fa " .


Peppino De Filippo

Data nascita: 24 Agosto 1903 (Vergine), Napoli (Italia)
Data morte: 27 Gennaio 1980 (76 anni), Roma (Italia)
Fratello minore di Titina ed Eduardo, figlio naturale di Eduardo Scarpetta e Luisa De Filippo, esordisce giovanissimo nella compagnia di Vincenzo Scarpetta, ma ben presto la sua inquietudine lo porta a passare in formazioni dialettali secondarie, dove ha modo di farsi le ossa. Dopo aver raggiunto una certa fama, agli inizi degli anni ‘30 decide di formare - assieme ad Eduardo e Titina - la compagnia del Teatro Umoristico I De Filippo, destinata a riscuotere grandi successi grazie a commedie scritte da loro stessi (la più celebre delle quali resta la straordinaria Natale in casa Cupiello): il sodalizio dura sino al 1944, sempre sostenuto da un enorme consenso di pubblico. Peppino fa il suo esordio nel cinema, assieme ad Eduardo, con Tre uomini in frack (1932) di Mario Bonnard: sino al ‘44, saranno rare le occasioni in cui compare da solo. Finita la seconda guerra mondiale, divisi i suoi destini da quelli di famiglia, egli intraprenderà una propria strada autonoma sia in teatro sia al cinema: sul grande schermo, in verità, concedendosi sovente a prodotti commerciali poco adatti a metterne in luce le non comuni qualità. Fanno eccezione Luci del varietà (1950) di Fellini/Lattuada, dove è uno straordinario capocomico; Policarpo, ufficiale di scrittura (1959) di Mario Soldati, in cui indossa i panni d'un pignolo capoufficio; Le tentazioni del dottor Antonio, episodio di "Boccaccio ‘70" (1961) ancora firmato da Fellini, che lo vede ragioniere moralista e bigotto. Ma i risultati migliori li ottiene senza dubbio nel sodalizio quasi decennale con Totò, che produce tra il ‘55 ed il ‘63 ben 14 pellicole: l'unico Nastro d'argento della sua carriera gli viene assegnato quale attore non protagonista per Totò, Peppino e i fuorilegge(1956). Successivamente, si dedica al palcoscenico ed alla riduzione per la televisione di alcuni suoi testi teatrali; conoscendo, in tivvù, un momento di eccezionale popolarità col personaggio di Gaetano Pappagone, nella "Canzonissima" 1966-67.


Nadia Gray

Nome: Nadia Kujnir-Herescu
Data nascita: 1923, Bucarest (Romania)
Anno morte: 1994, New York City (New York - USA)
Attrice dotata di grandissimo talento e di una fantastica versatilità, Nadia Gray aveva una personalità vivace ed esuberante ed inoltre possedeva una straordinaria bellezza, solare ed elegante. Dopo aver recitato nel teatro di prosa, in patria, nel dopoguerra l'attrice si trasferisce in Francia e poi in Gran Bretagna. Ha quasi trent'anni, e due divorzi alle spalle, quando arriva in Italia per interpretare il film Moglie per una notte (1952) di Mario Camerini. Il nostro cinema le spalanca le porte: Nadia firma un contratto con la Cineriz e interpreta molti ruoli, quasi tutti in commedie leggere e di costume. Nel filone del cinema operistico, il regista Carmine Gallone le affida i personaggi di tre grandi cantanti del passato in film di grande successo popolare: Puccini (1953), Casta diva (1954) e Casa Ricordi (1954). Nadia Gray diviene ben presto una delle maggiori interpreti del cinema italiano degli anni '50, ma il successo internazionale le arriverà attraverso lo spogliarello che l'attrice eseguirà nel film La dolce vita (1960), di Federico Fellini, che l'immortalerà per sempre nella storia del cinema italiano. Sempre nel 1960 è accanto a Totò e Peppino De Filippo nel divertentissimo Letto a tre piazze di Steno. Nel 1967 un ultimo ruolo importante in Two for the Road (Due per la strada, 1967) di Stanley Donen. Nel 1976 si trasferisce a New York dove si esibisce per alcuni anni in alcuni night-club. La stupenda Nadia Gray si spegne per un infarto all'età di settant'anni.


Aroldo Tieri

Data nascita: 28 Agosto 1917 (Vergine), Corigliano Calabro (Italia)
Data morte: 29 Dicembre 2006 (89 anni), Roma (Italia)
«Ha segnato la storia del cinema e del teatro italiano», scrive il Corriere della Sera, a grandi lettere, quando comunica il decesso del grande attore della Calabria che si ostinò a inseguire la sua passione di attore in un mondo allora segnato dai disordini fascisti e dal vivere claustrofobico di una dittatura tutt'altro che rosea. Interprete dotato di un'energia personalissima, tutta fisica e vocale, che esplose in maniera allucinante con la stessa forza di una lampadina alla quale si dà troppa corrente. Bruciante, sprigionò quel suo mezzo sorriso, misterioso tanto quanto quella della nostra Gioconda, in una carriera lunga settant'anni giocata fra il collasso definitivo del teatro e gli albori della televisione, affrontando un po' tutti i generi nell'insieme delle prospettive: le cupezze abissali e straordinariamente moderne delle opere che mise in scena con la compagnia di cui fu il fondatore, alle oblique e pastose commedie barocche con Totò, fino ai melodrammi familiari dei telefoni bianchi. La sua interpretazione più indelebile? Senza alcun dubbio a teatro. Figlio del giornalista, critico teatrale e commediografo Vincenzo Tieri (che fondò e diresse "Il Corriere del Teatro"), dopo essersi diplomato nel 1937 all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, debuttò a teatro in "Francesca da Rimini", entrando poi nella compagnia del Teatro Eliseo di Roma, nella quale recitò Shakespeare, Puget, Testoni, Lodovici. Parallelamente cominciò anche la sua carriera nel cinema, esordendo nella commedia di Mario Mattoli Mille chilometri al minuto (1939), con Vivi Gioi, cui seguirà Manon Lescaut (1939) di Carmine Gallone. Nella Cinecittà fascista degli anni Quaranta, trovò una sua dimensione professionale in diverse commedie dei telefoni bianchi nel ruolo macchiettistico del fidanzato ossessionato dai tradimenti e dagli accesi scatti d'ira. Luigi Zampa, Goffredo Alessandrini, Mario Bonnard, Camillo Mastrocinque furono i suoi registi, ma fu presente principalmente nelle pellicole dirette da Carlo Ludovico Bragaglia come: Fuga a due voci (1942), Non sono superstizioso… ma! (1943), Il fidanzato di mia moglie (1943), Torna a Sorrento (1945) e Pronto chi parla? (1945). Con la caduta del fascismo, raggiunse il successo con le riviste di Garinei e Giovannini, insieme a Anna Magnani, Gino Cervi, Walter Chiari e Totò (di cui fu spalla anche sul grande schermo), ma recitò perfino nel teatro impegnato portando testi di Rattigan, Barry e Pirandello. A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, con l'avvento della televisione e la morte del teatro, si dedicò soprattutto al cinema, girando oltre cento film e diventando un'ottima spalla per attori come Totò con cui recitò in ben tredici film, ma diretto da diversi registi (Steno, Mario Monicelli, Mario Mattoli e Sergio Corbucci); alla radio (interpretando per esempio il radiodramma "Racconti romani" di Moravia) e alla stessa tv, recitando in sceneggiati ("La foresta pietrificata" e "Le avventure di Nicola Nickleby") e come conduttore ("Canzonissima, edizione 1960-61, con Lauretta Masiero). Tornato a teatro con gli anni Sessanta, forte di una carriera cinematografica di tutto rispetto (recitò per Mario Soldati, Mario Costa, Pietro Germi, Giorgio Bianchi e perfino nel film spagnolo Un angelo è sceso a Brooklyn, accanto a Peter Ustinov), formò con la moglie, l'attrice Giuliana Lojodice, la compagnia Tieri-Lojodice, pur continuando a prestarsi per piccoli ruoli nella celluloide. Verrà infatti diretto da Lucio Fulci in Colpo gobbo all'Italiana (1962) e Gli imbroglioni (1963), da Mario Girolami in La donna degli altri è sempre la più bella (1963) e persino da René Clement in Che gioia vivere (1961) con gli amici attori Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi, Gino Cervi, Alain Delon, Rina Morelli, Gastone Moschin e Carlo Pisacane. Padrone di casa nel teatro italiano, in oltre trenta anni di attività, mise in scena un repertorio che ne sottolineò la poliedricità, oltre che l'instancabilità e l'intelligenza di interprete. Da Moliere a Shakespeare, da Shaw a Pirandello, tanto da meritarsi, nel 1984, il premio Armando Curcio per la rappresentazione de "Un marito" di Italo Svevo, quando ormai aveva smesso i panni di spalla di comici come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Raimondo Vianello e Walter Chiari. Si ritirò ufficialmente dal palcoscenico nel 1999 con "L'amante" di Margherite Duras e, preso in considerazione per il ruolo del Giudice nel Pinocchio (2001) di Roberto Benigni (ruolo che poi andò a Corrado Pani), morì fra le braccia della moglie a 89 anni la notte del 29 dicembre 2006, nella clinica San Valentino. Un attore vero, non c'è null'altro da dire… Esattamente come direbbe lui.


Maria Cristina Gajoni

Data nascita: 1 Gennaio 1941 (Capricorno), Milano (Italia)
Diplomata in recitazione alla scuola del Piccolo Teatro di Milano, entrò a far parte del mondo del cinema nel 1958, quando le fu affidato un ruolo di secondo piano ne La tempesta, per la regia di Alberto Lattuada. L'anno seguente ebbe l'occasione di mettere in luce le sue validissime qualità di attrice sensibile e capace di notevole intensità drammatica, dando vita ad un'intensa e dolorosa figura di carcerata in Nella città l'inferno, diretto da Renato Castellani; una prova che le valse un Nastro d'Argento e che apparve tanto più degna di apprezzamento in quanto sostenuta a fronte di due "mostri sacri" del cinema come Anna Magnani e Giulietta Masina. Purtroppo, negli anni successivi, non fu offerta alla Gajoni alcuna altra occasione per valorizzare le sue qualità di attrice, a parte la simpatica caratterizzazione della camerierina Virginia in Un maledetto imbroglio (1959, Pietro Germi). Perciò finì con l'interpretare ruoli piuttosto convenzionali in film numerosi, ma di scarso rilievo artistico.


Gabriele Tinti

Nome: Gastone Tinti
Data nascita: 22 Agosto 1932 (Leone), Bologna (Italia)
Data morte: 12 Novembre 1991 (59 anni), Roma (Italia)
Debuttò sul grande schermo negli anni del dopoguerra, interpretando dapprima un certo numero di film come semplice comparsa o in ruoli di secondo piano. Finalmente, nel 1953, gli fu affidato un personaggio di rilievo, che gli diede modo di dimostrare le proprie qualità di attore capace di ottima presa sul pubblico, simpatico, brillante e, oltre a ciò, dotato di un’innegabile bellezza fisica; diede infatti vita alla figura di Mario, nel film di Carlo Lizzani, Cronache di poveri amanti, tratto dall’omonimo romanzo di Vasco Pratolini. Da allora Tinti divenne un attore molto richiesto, sia in Italia che all’estero, soprattutto in Francia, ma anche a Hollywood, dove fu chiamato dal regista Robert Aldrich. Attore professionalmente assai serio, Tinti ebbe al suo attivo una vastissima filmografia, non tutta dello stesso livello, ma caratterizzata anche da opere di buona qualità. Tra le sue più valide interpretazioni ricordiamo quella de L’occhio selvaggio (1967, Paolo Cavara), in cui diede vita ad un personaggio vigoroso e ricco di sfumature. Dopo i primi anni Settanta, Tinti si dedicò con sempre maggiore frequenza al genere erotico, talora con la sua compagna di vita, Laura Gemser; scomparve nel 1991 per un male incurabile.


Cesare Fantoni

Data nascita: 1 Febbraio 1905 (Acquario), Bologna (Italia)
Data morte: 15 Gennaio 1963 (57 anni), Roma (Italia)
Dopo un'intensa attività nel teatro di prosa, esordì come attore cinematografico nel 1938 in Equatore (G. Valori). La sua partecipazione al mondo del cinema si è protratta fino al 1967; tuttavia, benché sia comparso in numerosi film di vario genere (storico, brillante, cavalleresco, sentimentale), non è mai andato oltre ruoli di caratterista, pur dimostrandosi un attore incisivo e di notevoli possibilità drammatiche. Padre dell'attore Sergio Fantoni.


Angela Luce

Data nascita: 3 Dicembre 1938 (Sagittario), Napoli (Italia)
Si esibisce fin da giovanissima in manifestazioni di piazza e feste private, rivelando ben presto un forte temperamento sia come attrice che come cantante. Assume il cognome d’arte in omaggio a Clara Booth Luce, scrittrice e popolare ambasciatrice degli Stati Uniti in Italia negli anni Cinquanta. Entra a far parte della compagnia di Eduardo De Filippo (che, si racconta, la assume senza neanche farle un provino, solo guardandola negli occhi) e successivamente lavora in teatro con Peppino De Filippo, G. Patroni Griffi, F. Zeffirelli, C. Viviani (nel memorabile Bammenella ’e coppa ’o quartiere), P. Garinei e S. Giovannini (sostituisce Bice Valori nella parte di Eusebia nella commedia musicale Rugantino), oltre che in numerose sceneggiate napoletane, trasmissioni radiofoniche e spettacoli televisivi. Con la sua voce calda e ricca di sfumature ottiene un notevole successo anche come cantante, e non solo nel repertorio partenopeo. Si afferma anche nel cinema, dove lavora con registi di rilievo come F. Rosi (La sfida, 1958), D. Risi (Il vedovo, 1959; La marcia su Roma, 1962), L. Zampa (Anni ruggenti, 1962), L. Visconti (Lo straniero, 1967), P.P. Pasolini (Il Decameron, 1971), G. Patroni Griffi (Addio fratello crudele, 1971), S. Samperi (Malizia, 1973), anche se quasi sempre in piccoli ruoli. Dotata di una bellezza vistosa e prorompente, di schietta impronta popolare, di temperamento generoso e passionale, «aggressiva e imbarazzante come la faccia vera di Napoli», secondo la definizione di G. Patroni Griffi, rischia semmai di eccedere talvolta nella teatralità del gesto e della voce. Queste sue qualità vengono valorizzate forse tardivamente, ma in modo eccellente, dal film di M. Martone L’amore molesto (1995). Nella parte di Amalia, la madre della protagonista, suicidatasi misteriosamente, si mostra esuberante, sensuale, carnale, disperatamente “naturale”, simbolo stesso della napoletanità più profonda, che suscita nello stesso tempo fascino e repulsione. Il ruolo le fa ottenere il David di Donatello come migliore attrice non protagonista.


Paolo Ferrara

Data nascita: 17 Ottobre 1892 (Bilancia), Stilo (Italia)
Anno morte: 1965, Roma (Italia)
Dopo la licenza liceale s’interessa di teatro e, con varie compagnie, recita dai primi anni Dieci fino al periodo bellico. Nel cinema esordisce in età ormai matura (1936) con un piccolo ruolo in Pensaci, Giacomino! di G. Righelli. Fino al 1965, anno della sua morte, appare in una cinquantina di film, sempre come caratterista.


Nico Pepe

Nome: Domenico Pepe
Data nascita: 19 Gennaio 1907 (Capricorno), Udine (Italia)
Data morte: 13 Agosto 1987 (80 anni), Udine (Italia)
Dopo essersi diplomato ragioniere e avere conseguito la laurea in Scienze Economiche e Commerciali, lavorò per un certo tempo come impiegato di banca; ma, appassionato di teatro fino da ragazzo, ottenne una prima scrittura nella compagnia Lupi – Borboni –Pescatori, per passare poi ad altre compagnie, fino a lavorare in quella diretta da Vittorio De Sica, dove trovò l'ambiente più adatto per esplicare le sue qualità di attore brillante. Negli anni del dopoguerra si dedicò alla direzione artistica in vari teatri, lavorando contemporaneamente alla radio e come doppiatore. Nel 1936 fece il suo esordio nel cinema, con una parte ne I due sergenti(Enrico Guazzoni), interpretando in seguito numerosissimi film, ma sempre in parti secondarie. Nella sua lunga carriera, in cui dimostrò notevoli doti di umanità e simpatia, diede vita ad una ricca serie di figure minori in film diversi per genere e livello artistico, tra i quali meritano di essere ricordati Riso amaro (1949, Giuseppe De Santis) e La spiaggia (1954, Alberto Lattuada), in cui gli furono offerte maggiori occasioni per mettere in luce le sue capacità brillanti o drammatiche, che tuttavia non ebbero mai modo di essere dimostrate e apprezzate come avrebbero meritato. Dal 1953 al 1978, anni in cui fu attivo anche in televisione, Pepe riprese la sua attività teatrale, scritturato prima da Giorgio Strehler per interpretare il ruolo del capocomico nel celebre dramma pirandelliano Sei personaggi in cerca d'autore, e poi per Lulù, due grandi successi del Piccolo Teatro di Milano, dove Pepe rinnovò i suoi successi nel 1959, recitando nella parte di Pantalone in Arlecchino servitore di due padroni, ruolo che mantenne dal 1963 al 1968 anche nelle tounées all'estero e che gli fu rinnovato nella stagione 1977-1978. Allontanatosi dall'attività artistica nei primi anni Ottanta, Pepe si dedicò alla direzione di una scuola di teatro in lingua friulana ad Udine. Fu sposato dal 1937 con l'attrice Clara Auteri.


Riccardo Ferri

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film La famiglia Passaguai (1951) di Aldo Fabrizi. Nel 1952 ha inoltre lavorato con Vittorio De Sica per la realizzazione del film Umberto D.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Luciano Bonanni

Altri nomi: Luciano Bonami
Data nascita: 21 Maggio 1927 (Gemelli), Roma (Italia)
Uno dei più conosciuti e attivi figuranti del cinema popolare italiano. Generico “storico” (come Mimmo Poli), dal 1959 alla fine degli anni Ottanta compare in un numero elevatissimo di film. Agente, tassista, sagrestano, facchino, ladro, portiere: ovunque necessiti un “buon uomo” dall’aria mite e dalla faccia furba, Bonanni è utilizzato al meglio e la sua presenza conferisce sapore alla situazione. Lo ricordiamo, mezzo assonnato e seduto su una carozzella spinta dal portantino Nino Manfredi in C’eravamo tanto amati mentre spende apprezzamenti su Stefania Sandrelli: «E questa chi è?... Bona! T’a sei fatta?» e Manfredi: «Dormi Torquà, che è mejo».

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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