Conobbi Totó mentre seguivo
all'Accademia d'Arte Navale di Napoli
gli studi per divenire capitano di lungo corso.
Totó aveva accettato di partecipare
ad uno spettacolo di beneficenza
organizzato dall'Accademia
in favore dei marittimi bisognosi.
Con l'autorizzazione dei miei superiori,
che conoscevano la mia passione per il canto,
vi partecipai anch'io.
Totó, dopo avermi ascoltato cantare, volle conoscermi
e mi disse: "Cadetto, se un giorno decidessi
di lasciare il mare, fammelo sapere........
e statte bbuono".
Un anno dopo facevo già parte
della sua compagnia di rivista.
Rimasi con lui per oltre cinque anni e,
fra un viaggio e l'altro e negli intervalli dei doppi spettacoli,
ho visto nascere molte delle poesie
che piú tardi egli raccolse nei libro " 'A livella ".
A Totó devo anche la mia carriera di attore.
"Tieni 'a stoffa" mi diceva, e mi incoraggió
a studiare recitazione,
cosa che mi permise qualche anno dopo di far parte
delle compagnie di Eduardo e Peppino De Filippo
e di interpretare una cinquantina di film
tra i quali "Carosello napoletano" di Ettore Giannini.
Ed é proprio come attore che ho avuto modo
di "dire" in pubblico le poesie di Totó,
accolte sempre con affettuoso calore.
Tuttavia proprio quando presentavo " 'A livella ",
questa amara, triste e lunghissima poesia
che ha dato il titolo alla sua raccolta,
poi accorgevo che a volte, il pubbrico si distraeva, si perdeva.
Ho provato a musicarla, ed é stata impresa né breve , nè facile;
cantandota ho potuto peró constatare
che l'ascoltatore la seguiva sino in fondo
senza neanche accorgersi che durava quasi otto minuti.
E' stato codesto il punto di partenza di questo microsolco
che, come il libro, ho voluto intitolare " 'A livella "
in omaggio alla filosofia semplice, umanissima
e tutta partenopea di Totó.
Le dodici liriche da me musicate e cantate
costituiscono un po' il compendio di tale filosofia
e, nell'alternarsi di momenti di gioia e di malinconia,
sono tutte accomunate da un profondo amore per la vita.
Totó fu anche autore di canzoni
- chi non ricorda la sua "Malafemmena" -
e sono certo che non gli sarebbe dispiaciuto
di veder musicate le sue poesie.
Io mi son permesso di farlo
cercando di interpretarne lo spirito,
oltre che rispettarne la lettera,
e in nome di un'amicizia che fu lunga e sincera.
E se poi questa mia per me piacevole fatica
indurrà qualcuno a prendere in mano il suo libro
per leggere o rileggere le altre non meno belle sue liriche,
potró dire di aver raggiunto il mio scopo.