La mandragola

[ Rosanna Schiaffino] [Rosanna Schiaffino e Philippe Leroy]

[ Totò ] [ Totò, Rosanna Schiaffino e Nilla Pizzi ]

Videoclip titoli di testa

Regia : Alberto Lattuada
Soggetto : dall'omonima commedia di Niccolò Machiavelli
Sceneggiatura : Magni,Strucchi,Lattuada
Fotografia : Tonino Delli Colli
Scenografia : Carlo Egidi
Musica : Gino Marinuzzi jr.
Montaggio : Nino Baragli
Direttore produzione : Eliseo Boschi
Produzione : Arco Film,Roma/Lux Comp. Cinem. de France,Paris
Durata: 103 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Fra' Timoteo )
Rosanna Schiaffino( Lucrezia)
Romolo Valli( messer Nicia,suo marito )
Nilla Pizzi( Sostrata,madre di Lucrezia )
Philippe Leroy( Callimaco )
Jean-Claude Brialy( Ligurio )
Armando Bandini( Siro,il suo servo )
Pia Fioretti( la francesina )
Ugo Attanasio( il cerusico )
Luigi Leoni( lo scivano )
Renato Montalbano( l'archeologo )
Mino Bellei( lo studente nella taverna )
Walter Pinelli( il negromante )
Donato Castellaneta( il ciarlatano siciliano )
Franco Balducci( il bargello )
Edda Ferronao( una prostituta )
Jacques Herlin( il predicatore )

        

     

Soggetto

Callimaco giunge a Parigi per conquistare la bella Lucrezia creduta sterile dal marito, il notaio Nicia.Quindi con l'aiuto di Ligurio convince il notaio a propinare alla moglie la miracolosa erba mandragola che,a suo dire,rende le donne fertili ma uccide chi giace con loro la prima volta.Nicia acconsente e sarà un mendicante la vittima del primo amplesso.Ligurio e fra Timoteo convincono Lucrezia a sottostare all'esperimento:Callimaco si presta come presunta vittima e,come voleva,va a letto con la donna la quale scoperta la meschinità del marito accetta gli eventi come volere divino.

Critica e curiosità

E' la trasposizione cinematografica della Mandragola di Machiavelli .Girato nelle vicinanze di Urbino nella primavera del 1965 in una decina di settimane . La produzione ebbe non pochi problemi con l'arcivesovo di Urbino che venuto a conoscenza del contenuto del film proibì loro di continuare le riprese nel convento . Totò è fra Timoteo frate di origini napoletane e non fiorentine come nella commedia originale. Interpreta solo alcune scene , e quella del monologo nella cripta con le mummie , della durata di due minuti e mezzo , non viene inserita in fase di montaggio perche' a detta del produttore troppo vicina al finale del film ( o forse per non avere guai con la censura dal momento che la scena nella cripta era avvenuta senza autorizzazione) e solo molti anni dopo una parte di quella sequenza è stata inserita nel film grazie a Lattuada .
Scriveva Alberico Sala : " [..] Ma l'invenzione più gradita [..] è quella di Fra' Timoteo , complice indispensabile dell'intrigo , interpretato da Totò . Stranulato e scaltrissimo , pronto a tutto , ma sempre nell'ombra almeno d'un versetto della Bibbia , Timoteo-Totò è un personaggio di estrosa vis-comica , che impegna le risorse più genuine di questo grande attore [..] " .
E Ugo Casiraghi : " [..] Così , è stata un'ottima idea quella di affidare il personaggio del frate mal vissuto a Totò , la cui esuberanza macchiettistica viene qui perfettamente bilanciata dal fatto che l'attore più fantasioso deve rispettare il testo del proprio personaggio più fedelmente degli altri [..] " .


Rosanna Schiaffino

Data nascita: 25 Novembre 1938 (Sagittario), Genova (Italia)
Data morte: 17 Ottobre 2009 (70 anni), Milano (Italia)
Vincitrice di concorsi di bellezza, dopo alcuni film di nessuna importanza fu lanciata in una parte di protagonista da Francesco Rosi in La sfida, 1957, cui seguirono Un ettaro di cielo, 1958, di Casadio, e La notte brava, 1959, di Bolognini. Poi, per qualche anno, la Schiaffino dovette limitarsi a produzioni di basso livello: finchè ancora diretta da Bolognini, interpretò nel 1963 La corruzione e lavorò a più riprese in Francia; quindi ebbe una parte nel film americano I vincitori, di Carl Foreman, 1963, cui seguirono Le lunghe navi, 1964, di Jack Cardiff, La mandragola, di Lattuada, 1965; La strega in amore, di Damiani, 1966.


Romolo Valli

Data nascita: 7 Febbraio 1925 (Acquario), Reggio Emilia (Italia)
Data morte: 1 Febbraio 1980 (55 anni), Roma (Italia)
Giornalista per riviste di cinema e teatro, attore con la Compagnia del Carrozzone di F. Piccoli, dopo aver esordito nel 1949, costituì nella stagione 1954-55 la “Compagnia dei giovani” con G. De Lullo, R. Falk e A. M. Guarnieri, che resta uno dei più importanti e duraturi esempi di compagnia privata ad alto livello professionale. Si distinse subito per la sobrietà e forte personalizzazione dei personaggi, in qualsiasi tipo di testo, dal dramma ai testi classici. Interpretò una galleria di personaggi dalla complessa psicologia (tra cui il Signor Otto Frank nel “Diario di Anna Frank”), culminante in alcuni protagonisti pirandelliani ( Sei personaggi in cerca d'autore al Piccolo di Milano con G. Strehler, Il giuoco delle parti, Tutto per bene, Enrico IV) e nel Malato immaginario di Molière. Non numerose, ma quasi tutte di notevole livello, le sue interpretazioni cinematografiche: La grande guerra (1959), Policarpo ufficiale di scrittura (1959), il principe Salina de Il gattopardo (1963) di L. Visconti, Il giardino dei Finzi Contini (1971), Un borghese piccolo piccolo (1977). Dal 1973 al 1978 fu direttore artistico del Festival dei Due Mondi di Spoleto. La sua città natale gli ha intitolato uno dei suoi teatri più importanti.


Nilla Pizzi

Nome: Adionilla Pizzi
Data nascita: 16 Aprile 1919 (Ariete), Bologna (Italia)
Inizia la carriera a 18 anni, quando vince, nel 1937 il concorso "5000 lire per un sorriso", una sorta di Miss Italia dell'epoca. Nel 1942 vince, prima di diecimila concorrenti, un concorso indetto dall'Eiar (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, prima denominazione della Rai) ed inizia ad esibirsi con l'orchestra Zeme. Durante il periodo fascista viene allontanata dalla radio: la sua voce è considerata troppo sensuale. Ma vi farà ritorno nel 1946 con l'orchestra Angelini, maestro al quale si è nel frattempo legata anche sentimentalmente. Nel 1951 vince il primo Festival di Sanremo con Grazie dei fior, piazzandosi anche seconda con La luna si veste d'argento, cantata in duo con Achille Togliani. L'anno successivo trionfa nuovamente al Festival di Sanremo con Vola colomba, Papaveri e papere e Una donna prega. Film, trasmissioni radiofoniche, canzoni di successo e chiaccherate love-story (il cantante Gino Latilla tenterà anche il suicidio per lei), ne fanno la regina della canzone italiana. Nel 1959 vince Canzonissima (con L'edera), il Festival di Barcellona (in coppia con Claudio Villa con Binario), il Premio della Critica del Festival della canzone italiana (Premio della Critica Sanremese) (con Adorami) e riesce anche a piazzarsi terza al Festival di Napoli con Vieneme 'nzuonno assieme a Sergio Bruni. Nel 2003 le è stato assegnato il prestigioso Premio alla Carriera. Ha partecipato a vari film musicali e leggeri, sia in veste di cantante che come attrice, rivelando discrete doti drammatiche: Cantando sotto le stelle di Marino Girolami (1956), La mandragola di Alberto Lattuada (1965), Una ragazza di Pragadi Sergio Pastore (1969), Melodrammore di Maurizio Costanzo (1977).


Philippe Leroy

Data nascita: 15 Ottobre 1930 (Bilancia), Parigi (Francia)
Nato in una famiglia aristocratica, il giovane Leroy si distingue fin da giovane per un temperamento focoso e ribelle, incline al mondo artistico. Finisce però per intraprendere la carriera militare e la militanza politica, passione che non seguirà mai più con lo stesso interesse dopo i combattimenti in Indocina. Tornato in patria esordisce nel 1959 (aveva già recitato in film minori e in ruoli di poca rilevanza) in Il buco di Jacques Becker dove interpreta uno sfortunato carcerato che tenta l'evasione dalla prigione. A causa di ragioni politiche si vede costretto ad emigrare in Italia, luogo che diventerà la sua seconda casa. Qui incontra l'attore Vittorio Caprioli e, sotto la sua influenza, segue la strada della recitazione, facile sbocco per un temperamento inarrestabile come Leroy. La sua carriera si divide tra ruoli marcati come in Sette uomini d'oro (1965) in cui interpreta una figura virile ma con toni leggeri, quasi da commedia, Milano calibro 9, Ragazza tutta nuda assassinata nel parco, Qua la mano, Il tango della gelosia ma affronta anche lo spessore psicologico, senza dubbi più impegnativo, in film altamente drammatici come il giallo Senza sapere niente di lei (1969) di Luigi Comencini. Tra le sue caratteristiche principali c'è senz'altro la capacità di sperimentare in libertà generi e ritmi diversissimi tra loro seguendo l'inclinazione alla versatilità che ha nella vita e che poi si ripercuote anche sulla vita cinematografica. Compare anche in film d'essai come Il terrorista (1963) di Gianfranco De Bosio con Gian Maria Volontè o Il gatto (1977) al fianco di Ugo Tognazzi e Mariangela Melato, commedia velata di humor nero che ruota attorno alla morte di un felino, pretesto per dare il via ad uno spionaggio ferrato alla ricerca dell'assassino. Non disdegna anche ruoli scomodi che ampliano la sua già folta schiera di personaggi: è in L'occhio selvaggio (1964) di Paolo Cavara, dove incarna la parte di un documentarista alla ricerca di scoop sensazionalistici, immorale al punto da inventarli quando non esistono nella realtà, ne Il portiere di notte (1974) di Liliana Cavani (con la quale lavorerà anche in Al di là del bene e del male e nel commovente Interno berlinese) o ancora ne La svergognata (1974) di Giuliano Biagetti, in cui Leroy è uno scrittore in crisi riportato alle bellezze dell'esistenza grazie alla vitalità di Barbara Bouchet. Apprezzato molto in Italia e inizialmente snobbato dalla Francia, acquista una certa notorietà anche nella sua terra d'origine grazie al regista Jean-Luc Godard con il film Una donna sposata (1964), in uno dei ruoli più impegnativi della sua carriera. Altri titoli francesi da ricordare sono senz'altro Un uomo, una donna: 20 anni dopo (1986) di Claude Lelouch e il thriller Nikita (1990) di Luc Besson. Dagli anni Novanta in poi cambia di nuovo rotta e affronta con bravura gli sceneggiati televisivi che già aveva toccato in La vita di Leonardo da Vinci di Renato Castellani nel 1972 e cinque anni dopo nella saga di Sandokan di Sergio Sollima. Indimenticabile in Io e il re di Lucio Gaudino, è anche nel cast di Mosè a fianco di Ben Kingsley ma non disdegna anche ruoli comici come in Noi siamo angeli con Bud Spencer o ne Il pesce innamorato di Pieraccioni. Dopo Vajont di Renzo Martinelli, storia della catastrofe del 1963, è nell'horror che chiude la trilogia delle madri di Dario Argento: La terza madre (2007) con Asia Argento protagonista. È senza dubbio uno dei divi francesi più popolari in Italia. Il suo eclettismo, il modo di affrontare nuove esperienze senza troppo timore di sbagliare o di non esserne all'altezza lo hanno reso noto al pubblico internazionale. Una vita che continua a vivere fino in fondo senza fermarsi un momento, senza mai cedere alla pigrizia o alla serenità di un'esistenza tranquilla. Così come quando, per festeggiare i suoi 75 anni, ha chiamato i suoi compagni di squadra e si è lanciato con il paracadute.


Jean-Claude Brialy

Data nascita: 30 Marzo 1933 (Ariete), Aumale (Algeria)
Data morte: 30 Maggio 2007 (74 anni), Monthyon (Francia)
Fu scoperto da Chabrol che lo volle suo primo film, Le beau Serge (1958). Il successo, insieme a quello di Chabrol, giunse tuttavia alcuni mesi dopo con il secondo film del regista, I cugini, in cui si precisò la personalità Brialy come parigino cinico e aggressivo. Regista, attore di teatro e sceneggiatore Brualy ha girato più di 100 film rivelandosi uno delle più prolifiche figure del cinema francese. Alcuni di questi hanno lasciato il segno come Donna è donna (1961) di Godard, La sfrontata (1985) di Claude Miller.


Armando Bandini

Data nascita: 5 Giugno 1926 (Gemelli), Genova (Italia)
Il suo esordio come attore avviene nell’immediato dopoguerra al Teatro Sperimentale Luigi Pirandello della sua città natale, quindi recita al Piccolo Teatro Duse, sempre di Genova, facendosi apprezzare ne La vedova scaltra di Goldoni, messa in scena da Giannino Galloni. Dopo il suo trasferimento a Roma, si dedica dapprima alla TV, poi debutta nel cinema, ma sempre in ruoli di terzo piano e sempre da caratterista. È protagonista, accanto a Wilma Casagrande, della rivista Il dente senza giudizio di Martini, Perani, Torre e Tortora, rappresentata nella stagione 1954-55 e fa parte del nutrito cast della commedia musicale Il medico delle donne accanto a Ugo Tognazzi nel 1955. Nel 1958 partecipa a vari originali televisivi tra i quali L’esca diretto da Guglielmo Morandi, Sheila si sposa di Eros Macchi e Il gatto e le tigri di Alberto Gagliardelli, poi all’episodio Un giorno prima della serie Giallo Club diretto da Stefano De Stefani nel 1960, a un episodio de Le avventure di Laura Storm nel 1966 dal titolo Rapina in francobolli diretto da Camillo Mastrocinque, e quindi nel 1971 nella serie Qualcuno bussa alla porta all’episodio Il cannocchiale diretto da Carlo Quartucci. Partecipa pure a vari sceneggiati televisivi di grande successo di pubblico come La pisana da Ippolito Nievo diretto nel 1960 da Giacomo Vaccari, Tartarino delle Alpi da Daudet diretto da Edmo Fenoglio nel 1968, I fratelli Karamazov da Dostoevskji nel 1969 per la regia di Sandro Bolchi, quindi L’edera dalla Deledda diretto nel 1974 da Giuseppe Fina. È presente anche in alcuni sceneggiati in due puntate come Il superspia (1977) per la regia di Eros Macchi e Ma che cos’è quest’amore (1979) diretto da Ugo Gregoretti. Prende parte inoltre a un telefilm inglese della serie Il ritorno del Santo dal titolo Duello a Venezia (Duel in Venice, 1978) diretto da Jeremy Summer e trasmesso in Italia nell’agosto 1983. Agli inizi degli anni Novanta prende parte alla miniserie Senator (1992) per la regia di Lazotti. È il marito dell’attrice Emma Fedeli.


Pia Fioretti

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film La mandragola (1965) di Alberto Lattuada dove ha interpretato la parte di La francesina.


Ugo Attanasio

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film I mostri (1963) di Dino Risi dove ha interpretato la parte di Lamberto (episodio "La giornata dell'onorevole"). Nel 1952 ha inoltre lavorato con Federico Fellini per la realizzazione del film Lo sceicco bianco dove ha interpretato la parte di Lo zio di Ivan.


Luigi Leoni

Data nascita: 6 Maggio 1935 (Toro), Casperia (Italia)
Alto, longilineo, magrissimo, di buona preparazione professionale, dopo aver frequentato per breve tempo l’Actors’ Studio di R. Beaumont, frequenta l’accademia teatrale di Pietro Scharoff, debuttando nel cinema intorno alla fine degli anni Cinquanta per essere presente, seppure in ruoli molto secondari, alcuni dei quali solo figurazioni, in moltissimi film diretti oltretutto da registi di vaglia. È infatti scelto, agli inizi, da Luigi Zampa che gli offre la possibiità per disegnare figurine di contorno di divertente presa sul pubblico, soprattutto giovani isterici o effeminati, da lui resi con un senso invidiabile del sarcasmo e della salacia più ironica. Una delle caratterizzazioni più azzeccate dal Leoni è quella (in abiti femminili) della turista nell’episodio pasoliniano La terra vista dalla luna inserito nel film Le streghe. Un esemplare travestimento di irresistibile impatto in cui Leoni non sfigura affatto accanto a Laura Betti anche lei “en travesti” (da uomo panciuto). Per un chiarimento, Leoni e la Betti sono i due strani turisti che, dopo aver mangiato una banana, provocano con la buccia gettata per terra la morte di Assurda-Silvana Mangano. Un altro grande regista che chiama sovente Leoni per piccole gustose caratterizzazioni è Federico Fellini che lo utilizza piacevolmente nelle sue opere dove purtroppo il suo nome non è quasi mai annotato né sui titoli di testa né su quelli di coda. Ha calcato le tavole del palcoscenico sempre da attore di supporto facendosi notare in due opere dirette da Patroni Griffi (La bottega del caffé e Le femmine puntigliose), ma anche con Luca Ronconi ne Gli straccioni e con Andrea Camilleri in Tutti quelli che cadono. È presente saltuariamente in televisione dove prende parte ad un episodio de Il novelliere (1967) di Daniele D’Anza, allo sceneggiato Le avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini, in cui recita nel ruolo del maestro di scuola, e ad altre opere. Più recentemente è apparso nella serie Il maresciallo Rocca (1996) realizzata da Giorgio Capitani e Ludovico Gasparini.


Renato Montalbano

Data nascita: 17 Maggio 1931 (Toro), Catania (Italia)
Abbandona gli studi di medicina per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia dove si diploma attore nel biennio 1955-57. Alto, moro, di bell’aspetto, trova immediatamente occasione di lavoro sia nel cinema (dal 1956) sia in televisione (dal 1958), dove è impegnato intensamente per un trentennio. Caratterista fra i più richiesti, interpreta anche film di prestigio (quasi sempre in ruoli di fianco) diretti da maestri come Rossellini e Pasolini. Per il piccolo schermo, oltre a molte opere a carattere cinematografico, recita in numerosissimi sceneggiati e originali di successo, spesso in parti di rilievo. Fra questi lavori ricordiamo L’isola del tesoro (1958) di A.G. Majano, I Giacobini (1962) di E. Fenoglio, Una tragedia americana (1962) di A.G. Majano, Giuseppe Verdi di M. Ferrero, Resurrezione di F. Enriquez, Vita di Cavour di P. Schivazappa, Tommaso d’Aquino (1975) di R. Castellani, Dov’è Anna di P. Schivazappa; Il delitto Paternò (1978) di G. Calderone, Con gli occhi dell’Occidente (1979) di V. Cottafavi, Racconti di fantascienza di A. Blasetti, Illa: punto d’osservazione (1981) di D. D’Anza, Piccolo mondo moderno di D. D’Anza.


Mino Bellei

Data nascita: 23 Giugno 1936 (Cancro), Savona (Italia)
Dopo il diploma conseguito all’Accademia d’Arte Drammatica (1959), lavora intensamente in teatro come attore in compagnie primarie recitando testi di Pirandello, Molière, Shakespeare. Dalla seconda metà degli anni Ottanta si dedica in prevalenza alla regia teatrale, ma torna sul palcoscenico nel 1991 come protagonista della commedia La vita non è un film di Doris Day, di cui è anche autore e regista. Costruisce comunque la sua carriera e la sua credibilità artistica con la commedia Bionda fragola (1979), che porta ripetutamente sulle scene per anni e che diventa un film di buon successo l’anno successivo. Fra i suoi altri lavori teatrali si ricordano: L’altra faccia della luna (1961) e Tutto per amore (1969). Di poca rilevanza la sua attività di attore cinematografico, che si esaurisce con qualche presenza secondaria in film di buon interesse.


Donato Castellaneta

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film La dolce vita (1960) di Federico Fellini dove ha interpretato la parte del giornalista alla conferenza stampa. Nel 1972 ha inoltre lavorato con Elio Petri per la realizzazione del film La classe operaia va in paradiso dove ha interpretato la parte di “Marx”. Oltre al ruolo di interprete Donato Castellaneta ha lavorato come sceneggiatore nel film commedia di Nico Cirasola Da Do Da (1994).


Franco Balducci

Data nascita. 23 Novembre 1922 (Sagittario), Perugia (Italia)
Biondo, atletico, di bell’aspetto, sportivo, pratico del nuoto e della scherma, ha tutte le carte in regola per diventare uno dei divi di maggior richiamo del cinema del dopoguerra. Appena ventenne debutta sullo schermo ammiratissimo dalle fanciulle che cercano un nuovo idolo maschile italiano da contrapporre alle star hollywoodiane. Abbastanza fotogenico, con una tipologia mascolina a mezza strada fra Massimo Girotti e Leonardo Cortese, sembra incarnare l’ideale del romantico fidanzato o dell’amico del fratello della protagonista, ma il giovane attore, pur macinando ruoli su ruoli, non va al di là di mediocri prestazioni e rimane un po’ al palo, mentre altri attori forse più vibranti come Ermanno Randi, Ettore Manni, Marcello Mastroianni, Armando Francioli, tutti per lo più debuttanti sullo schermo in quel periodo, lo sorpassano giungendo per primi al traguardo della notorietà. E Franco Balducci, modesto e per nulla mortificato spesso da ruoli insignificanti, continua una carriera lunga e intensa, senza purtroppo trovare il “suo ruolo”. È presente anche in televisione nello sceneggiato Eneide (1971) di Franco Rossi e in Circuito chiuso (1979) realizzato da Giuliano Montaldo per la serie Film italiani per la TV.


Edda Ferronao

Data nascita. 8 Giugno 1934 (Gemelli), Verona (Italia)
Viso espressivo, carattere estroverso, è una delle attrici più communicative, con una lunga attività sul grande schermo anche se sovente relegata a ruoli di secondo o terzo piano, che non le concedono lo spazio necessario ad esprimere pienamente le proprie potenzialità artistiche. Molto richiesta per ruoli coloriti e da caratterista, ha al suo attivo collaborazioni con Mattòli, Zampa, Comencini, Risi, Pietrangeli, Monicelli, Francesco Rosi, Damiano Damiani e Bernardo Bertolucci. Di ottimo livello le interpretazioni sostenute in I compagni (1963) di Monicelli e in Il caso Mattei (1972) di Francesco Rosi.


Jacques Herlin

Data nascita: 17 Agosto 1927 (Leone), Parigi (Francia)
Attore di carattere, fra i più attivi nella cinematografia non soltanto francese, che ha debuttato senza clamori con una modestia pari alle sue potenzialità interpretative e che, pur non avendo goduto di una grande notorietà, ha lavorato moltissimo, prendendo parte a pellicole di vario genere fin dai primi anni Sessanta. È un caratterista corretto e preciso. In Italia, per il suo aspetto gracile ed emaciato, viene scelto per impersonare uomini di poco coraggio, impiegati e operai di debole personalità, sceriffi o banchieri corrotti, medici insicuri, uomini senza qualità e talvolta impregnati di vigliaccheria. Tutti resi, comunque, nei limiti e nella precarietà del ruolo, con particolare efficacia e con un senso della misura apprezzabile. Spesso il suo nome non è presente nei titoli di testa o di coda delle numerosissime pellicole alle quali partecipa, ma la sua figura non sfugge all’occhio attento dello spettatore più fine, anche se molti non ne rammentano il nome. Ha preso parte a circa centoventi film spaziando, soprattutto nel cinema italiano di genere, dallo spaghetti-western al giallo-poliziesco, dal peplum-movie all’avventuroso, dalla commedia satirico-brillante al bellico. Ma, anche se scelto per ruoli modesti e poco soddisfacenti, è stato spesso scelto per opere più impegnate da registi come Lattuada, Fellini, Dino Risi, Festa Campanile, Comencini, Bellocchio e tantissimi altri. Fra le sue caratterizzazioni merita una citazione quella del frate predicatore, che lancia invettive e anatemi contro tutto e tutti ne La mandragola (1965) di Lattuada o l’esaltato monsignore ne Il tigre (1967) di Dino Risi, e anni più tardi sarà un sacerdote di Orléans nel Giovanna d’Arco (1999) di Luc Besson (evidentemente i chierici sono il suo forte). Attivo anche in televisione, Jacques Herlin, è tutt’oggi presente in molte opere sia in Italia che in Francia, ma lo è anche in varie cinematografie europee. È doveroso citare almeno lo sceneggiato Il balordo (1978) diretto da Pino Passalacqua, e le miniserie realizzate in Italia come Effetti speciali (1978) di Gianni Amelio, Il furto della Gioconda (1982) di Renato Castellani e fra le straniere, Le avventure di Guglielmo Tell (1986) realizzato da George Mihalka e The Beate Klasfield Story (1986) di Michael Lindsay-Hogg.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it


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