Totò le Mokò

[Totò] [Totò]

[Totò e Carla Calò] [Totò e Gianna Maria Canale]

[Totò] [Totò]

Videoclip titoli di testa

La mazurka di Totò in real audio

Regia : Carlo Ludovico Bragaglia
Soggetto : Metz, Scarpelli, Continenza da un'idea di A. Maijuri
Sceneggiatura : Metz, Scarpelli, Continenza da un'idea di A. Maijuri
Fotografia : Sergio Pesce
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Edoardo Minucci
Montaggio : Mario Sansoni
Aiuto regia : Roberto Cinquini
Produzione : Raffaele Colamonici per Forum Film, Roma
Durata: 90 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio Lumaconi )
Gianna Maria Canale( Viviane de Valance )
Carla Calò( Suleima )
Elena Altieri( Nancy Cleim )
Marcella Rovena( Sara, l'indovina )
Luigi Pavese( Francois )
Mario Castellani( Za La Mortadelle )
Enzo Garinei( La Tulipe )
Carlo Ninchi( Pepè le Mokò )
Armando Migliari( Claude Cleim )
Gianni Rizzo( la guida nella casbah )
Floria Torrigiani( la bellerina )
Ciro Bernardi( il facchino )

Altri interpreti :
Riccardo Rioli, Franca Marzi, Giglielmo Leoncini,
Bruno Cantalamessa, Luigi A. Garrone

        

              

     

        

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Soggetto

Antonio musicista a Napoli viene chiamato ad Algeri dai complici di Pepè le Mokò suo lontano parente.Suo malgrado compie una rapina al Grand Hotel e su consiglio di Suleima,l'amica di Pepè,si bagna i capelli con una pozione che rende invincibili.Si innammora della straniera Viviana,ma Suleima per gelosia gli taglia i capelli.E' costretto a battersi con Pepè erroneamente creduto morto e lo vince.Tornato a Napoli con i soldi dalla taglia può finalmente dirigere una banda musicale vera.

Critica e curiosità

E' la parodia del celebre " Il bandito della Casbah " in cui Jean Gabin interpretava il bandito Pepè le Mokò . Inizialmente si era deciso di ambientare il film nei quartieri popolari di Napoli e un primo abbozzo di sceneggiatura fu affidata a Eduardo de Filippo e Totò fu molto felice di questo , ma il regista Bragaglia deciderà altrimenti affidando la sceneggiatura ad altri ed ambientando il film nella casbah algerina . Per la prima volta si sente la battuta " Siamo uomini o caporali " , stupenda la canzone cantata da Lumaconi che inizia con " quando sei solo e giovane ".


Gianna Maria Canale

Data nascita: 12 Settembre 1927 (Vergine), Reggio Calabria (Italia)
Data morte: 13 Febbraio 2009 (81 anni), Firenze (Italia)
Nata da una famiglia di lontane origine greche, a vent'anni partecipa al concorso di Miss Italia e, pur se non vince, riesce ad arrivare fra le finaliste. La sua sofisticata e allo stesso tempo prorompente bellezza non passa inosservata e il cinema comincia ad interessarsi a lei. La sua prima esperienza cinematografica è nel film operistico Rigoletto (1946) di Carmine Gallone, nel quale è però relegata al semplice ruolo di figurante. La Canale è troppo sprecata in piccoli ruoli di contorno, ma finalmente il regista Riccardo Freda, ammaliato dal suo grande fascino, le offre un ruolo di spicco, quello della baronessa Lehmann, nel suo Il cavaliere misterioso (1948). È subito un enorme successo: escono molte riviste con la sua foto in copertina, i suoi occhi verdi stimolano i rotocalchi a paragoni un po' azzardati con Ava Gardner. Freda perde completamente la testa per lei, così abbandona la moglie e inizia una convivenza intensa e conflittuale. Intensa, naturalmente, anche sul piano artistico: con la Canale Freda si sposta in Brasile dove gira due film, Guareany (1948) e O Caçula do Barulho (1949); conflittuale perché la Canale mal sopporta il Sudamerica e obbliga Freda a tornare con lei in Italia. Continua però a essere la sua protagonista preferita. Tornata in patria, ha l'occasione di dare sfoggio del suo grande temperamento drammatico ne Il conte Ugolino (1949), sempre di Freda nel quale interpreta la figlia del noto conte forse antropofago per fame. Nello stesso anno recita in Totò le Mokò (1949) di Carlo L. Bragaglia, un divertentissimo film al fianco del grande Totò (col quale tornerò a lavorare alcuni anni dopo ne Il coraggio, del 1955). Nel 1954 ottiene grandi consensi nel film Teodora - L'imperatrice di Bisanzio (1954), dove raggiunge l'apice della sua sensualità quando si esibisce nella danza dei sette veli. Il successo del film la segnala per ruoli in costume: la ritroveremo infatti in La Gerusalemme liberata (1957) dove è un'Armida straordinaria. Dalla fine degli anni '50 si dedica soprattutto al genere peplum, recitando in film di scarso rilievo, che però non mancano di mettere in risalto la sua austera e raffinata bellezza (Le fatiche di Ercole, 1957; La rivolta dei gladiatori, 1958). Infine la ricordiamo nell'intenso ruolo della baronessa Du Grand ne I vampiri (1957), ultimo lavoro diretto per lei da Freda. Rotto il rapporto col regista e iniziata la vecchiaia, si ritira per sempre non solo dalle scene ma anche dalla mondanità. Non appare più in pubblico, non si fa fotografare, rimanendo così immortalata nella mente degli spettatori affascinante e raffinata come nei tempi d'oro. Anche per questo motivo muore nel febbraio 2009 senza troppe commemorazioni.


Carla Calò

Data nascita: 21 Settembre 1826 (Vergine), Palermo (Italia)
Si dedicò al cinema nel 1949, dopo un'attività varia e discontinua di attrice in compagnie dialettali, di giro e di rivista. Da allora ha lavorato continuativamente per il grande schermo, apparendo in numerosi film di scarsa importanza. Benché talvolta abbia ricoperto ruoli di primo piano, non ha mai suscitato l'attenzione né del pubblico né della critica.


Elena Altieri

Nome: Elena Capucci
Data nascita:7 Luglio 1910 (Cancro), Stresa Borromeo (Italia)
Esordì nel cinema a diciotto anni, nel 1937, in Regina della Scala sotto la regia di Guido Salvini e Camillo Mastrocinque. Negli anni successivi interpretò diverse parti secondarie, anche in film di grande spessore artistico, come il celeberrimo Ladri di biciclette, diretto da Vittorio De Sica nel 1948. Svanito il sogno di divenire una stella di primo piano, l'Altieri affiancò la sua saltuaria attività cinematografica con quella di attrice teatrale e di doppiatrice. L'ultima apparizione sul grande schermo risale al 1956, con i film Scapricciatiello e L'ultimo amante.


Marcella Rovena

Data nascita: 22 Gennaio 1908 (Acquario), Treviso (Italia)
Data morte: 9 Agosto 1998 (90 anni), Roma (Italia)
Dopo il debutto in teatro, avvenuto in giovanissima età, la Rovena continuò in questa attività, recitando in numerose compagnie di fama. Comparve nel mondo del cinema nei primi anni Trenta, ma intensificò il suo lavoro sul grande schermo solo negli anni del dopoguerra, abbandonando il teatro e dedicandosi anche al doppiaggio. Caratterista di notevole sensibilità interpretativa e di spiccata efficacia drammatica, ha interpretato numerosi film, una sessantina, dal 1933 al 1966, quasi tutti di alto livello artistico e diretti da ottimi registi, tra i quali vanno ricordati La strada (1954, Federico Fellini); Le notti bianche (1957, Luchino Visconti); Senilità(1962, Mauro Bolognini); Caccia alla volpe, di Vittorio De Sica. Fu il suo ultimo film.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Enzo Garinei

Data nascita: 4 Maggio 1926 (Toro), Roma (Italia)
Ottimo e spontaneo caratterista teatrale e cinematografico, Enzo Garinei esordisce in rivistine di carnevale per studenti al Teatro Valle di Roma, come primo attore in uno spettacolo scritto dal fratello Pietro (che si unirà in seguito a Sandro Giovannini, creando così la coppia "principe" del teatro leggero italiano del secondo dopoguerra). Dagli anni '40 comincia a partecipare a numerose importantissime riviste e commedie musicali accanto a grandi nomi del palcoscenico, come Wanda Osiris, Gianni Agus, Renato Rascel, Delia Scala e Gino Bramieri. È molto attivo anche in televisione, nel cinema - ha interpretato una serie di divertentissime commedie alcune delle quali al fianco di Totò ( Totò le Mokò, 1949; Totò terzo uomo, 1951) - e nel doppiaggio. Dai primi anni '80 è il direttore artistico della scuola teatrale "Ribalte" di Roma.


Carlo Ninchi

Data nascita: 31 Maggio 1897 (Gemelli), Bologna (Italia)
Data morte: 1 Maggio 1974 (77 anni), Roma (Italia)
Fratello dell'attore Annibale Ninchi, cugino dell'attrice Ave Ninchi, debuttò sui palcoscenici italiani con la compagnia del fratello, cimentandosi con diversi autori nei più disperati genere teatrali, tutti caratterizzati da una componente rude e malinconica, buona, ma di pochissime parole. Fisico possente, voce dal timbro inconfondibile, impersonò Pilade nell'Oreste di Vittorio Alfieri e altri classici greci. Acquistò popolarità dagli anni Trenta in poi, entrando della compagnia del Teatro Eliseo, fama che crebbe e si duplicò con la sua eccezionale e prolifica presenza cinematografica. Debuttò sul grande schermo nella pellicola di Mario Almirante La stella del cinema (1931) e, sotto la dittatura fascista, partecipò a film come Terra madre (1931) di Alessandro Blasetti, Scipione l'africano (1937) di Carmine Gallone e soprattutto Dora Nelson (1940) di Mario Soldati. Famoso anche all'estero, Zoltan Korda lo inserì nel cast de La conquista dell'aria (1940) con Laurence Olivier, mentre in Italia divenne uno degli attori più usati da Mario Bonnard che lo fece comparire come protagonista in: La fanciulla di Portici (1940), Marco Visconti (1941) e Il Re si diverte (1941). Camillo Mastrocinque, Mario Camerini, Carmine Gallone e Mario Soldati lo consacreranno definitivamente, ma fu con la collaborazione di Mario Mattoli, che lo inserirà nel cinema dei "telefoni bianchi", che acquisterà l'apprezzamento di tutti gli italiani e soprattutto di tutte le italiane. Pellicole come Catene invisibili (1942), Stasera niente di nuovo (1942), La valle del diavolo (1943), La Vispa Teresa (1943) e Circo equestre Za-bum (1944) entrano nel cuore dell'Italia dilaniata dai bombardamenti. Si rise con Carlo Ninchi, si pianse con Carlo Ninchi, si amò Carlo Ninchi. Durante la guerra, dopo essersi confrontato con il teatro comico e la rivista, fu uno dei protagonisti della scena italiana che allora era investita da un rinnovamento senza precedenti e, dopo essere passato di nuovo sotto l'obiettivo di Alessandrini, eccolo nel cast de La porta del cielo (1945) di Vittorio De Sica. Particolare attenzione gli prestò persino il regista Bragaglia che giocò con il personaggio di Ninchi in La primula bianca (1946), Totò al giro d'Italia (1948, travestendolo da Dante Alighieri), Totò le Moko (1949) e Le sei moglie di Barbablù (1950), mentre un cinema più impegnato, targato Roberto Rossellini, lo aspettò in Desiderio (1946). Riccardo Freda ne fece un eroe: impersonò prima un vigoroso D'Artagnan in Il figlio di d'Artagnan e poi un drammatico Conte Ugolino nella pellicola omonima, entrambi del 1949. Eduardo De Filippo lo spingerà in una Napoli milionaria (1950) e il grandissimo e maestoso René Clair gli farà scoprire la sconvolgente Bellezza del diavolo (1950) in un cast che vantava Paolo Stoppa e Gaston Modot. Film moderni, gialli, i primi peplum, le pellicole d'avventura, i drammi quotidiani e le vicende storiche sono i generi che si susseguono nella sua filmografia negli anni Cinquanta, dove spiccano senza alcun dubbio Camicie rosse (1952) di Alessandrini e Francesco Rosi, con Anna Magnani nel ruolo di Anita Garibaldi, e Il marito (1958) di Nanny Loy. Ancora più intenso fu il ruolo del padre di Jean-Paul Belmondo nella pellicola di De Sica La ciociara (1960), cui seguiranno, fino agli anni Settanta, numerosi sceneggiati, fino alla morte che lo colpì nel 1974. Oggi, non resta che un'immagine filmica di questo attore forte e maturo che si è impegnato soprattutto in ruoli carichi di solitudine e di nostalgia


Armando Migliari

Data nascita: 29 Aprile 1989 (Toro), Frosinone (Italia)
Data morte: 15 Giugno 1976 (87 anni), Roma (Italia)
Ha svolto intensa attività teatrale e radiofonica, esordendo nel cinema nel periodo «muto», ma affermandosi, come ottimo caratterista, nel decennio 1930-40.Nel dopoguerra ha ancora avuto modo di dimostrare la sua bravura nel tratteggiare alcuni sapidi personaggi di secondo piano in alcuni film d’un certo rilievo.


Gianni Rizzo

Data nascita: 5 Aprile 1924 (Ariete), Brindisi (Italia)
Data morte: 4 Febbraio 1992 (67 anni), Roma (Italia)
Conseguito il diploma magistrale nella sua città, Brindisi, si trasferì a Roma, intraprendendo per qualche tempo la carriera di attore teatrale. Verso la fine degli anni Quaranta esordì sul grande schermo nel film Città dolente(1949, Mario Bonnard), in cui diede vita ad un personaggio piuttosto negativo, una spia vendicativa e priva di scrupoli. Questa parte da “cattivo”, da lui interpretata con incisiva drammaticità, gli sarebbe rimasta cucita addosso per molto tempo; infatti, egli interpretò in seguito numerosi film, di genere drammatico-popolare, di avventure, polizieschi, peplum, spaghetti-western, senza riuscire mai a liberarsi dello stereotipo dell'individuo subdolo e cinico, traditore e spietato a tutti i costi e, ovviamente, destinato alla fine che si merita. Soltanto negli anni Settanta riuscì a liberarsi da questo cliché, prendendo parte a film di maggiore livello artistico e lavorando con registi come Rossellini, Bevilacqua, Pasolini, Germi. La sua ultima interpretazione risale al 1986, quando diede vita al personaggio del messo papale, recitando al fianco di Sean Connery in un celeberrimo giallo-gotico, Il nome della rosa, tratto dall'omonimo romanzo di Umberto Eco e diretto da Jacques Annaud. Molto attivo anche in televisione, Rizzo è comparso in numerosi sceneggiati, sempre in veste di caratterista e in parti di secondo piano.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it




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