TuttoTotò: Premio Nobel

[Totò e Corrado] [Totò e Mario Castellani ]

[Totò ce Mario Castellani ] [Totò con Sandra Milo e Mario Castellani ]

Videoclip titoli di testa

Regia : Daniele D'Anza
Soggetto : Antonio de Curtis,Galdieri,Corbucci
Sceneggiatura : Antonio de Curtis,Galdieri,Corbucci
Fotografia : Marco Scarpelli
Scenografia : Giorgio Aragno
Musica : Gianni Ferrio
Montaggio : Sergio Muzzi
Assistente alla regia :Simone Mattioli
Produzione : Aldo Pace per la BL Vision,Roma
Prima trasmissione Rai: Programma nazionale,6 luglio 1967, ore 21,00
Durata: 50 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Serafino Bolletta )
Enzo Turco( il conduttore del vagone letto)
Sandra Milo( la baronessa Simonetta )
Mario Castellani( l'onorevole Cosimo Trombetta )
Corrado Mantoni( se stesso )
Piero Gerlini( il macellaio )
Nietta Zocchi( la moglie di Serafino Bolletta )
Alfredo Rizzo,( il giornalaio )

Altri interpreti :
Vera Drudi,Antonio La Raina,
Diana Rabitto, Nanu Sanchioni

  

Soggetto

L'episodio ripropone, in una situazione nuova, lo sketch del "vagone letto", tratto dalla rivista "C'era una volta il mondo".


Enzo Turco

Data nascita: 1 Gennaio 1902 (Capricorno), Napoli (Italia)
Data morte: 7 Luglio 1983 (81 anni), Roma (Italia)
Appena terminati gli studi in un istituto industriale della sua città, si dedicò al teatro, imponendosi fino dagli anni Trenta come uno degli attori dialettali più validi, soprattutto come spalla di Nino Taranto. La sua attività nel teatro di rivista continuò intensa e coronata da successo affiancata anche dal lavoro nel cinema, in cui Turco aveva debuttato verso la fine degli anni Trenta. La sua stagione migliore in ambito cinematografico iniziò però alla fine degli anni Quaranta, quando cominciò ad essere richiesto da vari registi, che lo impiegarono in parti di secondo piano, sempre come “spalla” del protagonista, un ruolo in cui Turco dimostrò di trovarsi a suo agio, affermandosi come caratterista disinvolto e brillante, particolarmente adatto a situazioni comiche e farsesche. Oltre che attore, Turco fu anche soggettista e sceneggiatore cinematografico; a lui si devono infatti due film di gusto e argomento tipicamente partenopei, Scapricciatiello (1955) e Ci sposeremo a Capri (1956), purtroppo non realizzati con la cura necessaria. Dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, Turco lavorò spessissimo anche in televisione, partecipando a commedie, a sceneggiati e a serie televisive di successo..


Sandra Milo

Nome: Elena Liliana Greco
Data nascita: 11 Marzo 1935 (Pesci), Tunisi (Tunisia)
Io sono nata in un tempo in cui il cinema era qualcosa di speciale, faceva sognare. Allora il cinema era il più bello del mondo e dava lezioni a tutti». Meteora, modello e icona degli Anni Cinquanta e Sessanta, scintillante bionda che ha colorato i suoi capelli neri, ispiratrice di grandi registi italiani e francesi. Divertente, forse per quella sua voce così particolare. Sandra Milo si immedesima totalmente nel ruolo di donna manipolatrice e amante borghese. Una donna che ha bruciato la vita, ma non l'ha mai interrotta. Non è l'antesignana di tutte le maggiorate, ma una vera e propria sopravvissuta in un'Italia che ha dimenticato i fasti del suo cinema. Si sposa giovanissima, a soli 15 anni, con il Marchese Cesare Rodighiero. Il matrimonio sfortunatamente dura un paio di mesi, ma quanto le basta per avvicinarsi a un'elite molto ricercata. Nel 1953 decide di cominciare a recitare e lo fa nella pellicola di Giorgio Bianchi Via Padova, 46 accanto a Peppino De Filippo, Alberto Sordi, Giulietta Masina, Memmo Carotenuto, Massimo Dapporto, Ernesto Almirante, Vittorio Duse, Lamberto Maggiorani e Virna Lisi, ma in un cast così variegato di noti volti nessuno si accorge del suo. Non importa, continua per la sua strada, trovando in Antonio Pietrangeli il primo sodalizio artistico. Il regista la sceglierà infatti per affiancare Alberto Sordi ne Lo scapolo (1955), e proprio grazie alle sue forme particolarmente rotonde e vistose e per quella sua strana voce, ancora da bambina, si impone come una maggiorata del grande schermo, prendendo parte a numerose commedie. Pietrangeli la imporrà poi come prostituta in Adua e le compagne (1960), accanto a Claudio Gora e Marcello Mastroianni, poi la trasformerà in un fantasma ne Fantasmi a Roma (1961) inserendola fra i desideri soprannaturali di Vittorio Gassman e Mastroianni, e ancora una volta accanto a Gora. Infine, nel 1964, diventa protagonista de La visita. Dopo aver recitato con Gino Cervi in Moglie e buoi (1956), ha un piccolo ruolo nel film Mio figlio Nerone (1956) con Brigitte Bardot, Alberto Sordi, Vittorio De Sica e la grande diva del muto americana Gloria Swanson. Lavorerà con De Sica anche ne La donna che venne dal mare (1956), poi, notata in Francia, comincerà a essere esportata oltralpe, recitando in pellicole come Le avventure di Arsenio Lupin (1957) di Jacques Becker. Mentre in Italia, le si riserva, per esempio il ruolo di una delle belle donne cui Totò presta molta "attenzione" come ne Totò nella luna (1958) anche accanto a Ugo Tognazzi. Nel 1959, dopo il matrimonio con il produttore Moris Ergas, la Milo riesce – grazie alle influenze del marito – a ritagliarsi un ruolo in un film di Roberto Rossellini: Il generale Della Rovere (1959), accanto a De Sica e a Vittorio Caprioli. Ancora una volta sarà una prostituta, ma colpirà così tanto l'immaginario di Rossellini da spingerlo a sceglierla per il ruolo di protagonista in Vanina Vanini (1961), tratto da un racconto di Stendhal. Stroncata dalla critica, venne soprannominata "Canina Canini" per la sua recitazione. La Milo ne soffre, ma non si piega e si rifugia in Francia dove Claude Sautet la sceglie come partner di Jean-Paul Belmondo in Asfalto che scotta (1960). Torna in Italia nel 1962, con la pellicola comica Il giorno più corto (1962), accanto a Franco & Ciccio, Totò, Cervi, Peppino De Filippo, Tognazzi, Aldo Fabrizi e Amedeo Nazzari. Fa fatica a ricominciare, a ottenere altri ruoli di rilievo… almeno fino a quando non riceve una telefonata da Federico Fellini! Durante la chiacchierata, lei ammette di non voler più continuare la strada del cinema, dichiarazione che fece incaponire Fellini e che a sorpresa le organizzò un provino a casa sua. «Ce l'hai una chitarra?», le chiese. Lei rispose di no: «Ma ho un gatto di peluche». «Mettilo sotto il braccio e accarezzalo. Motore, azione!». Qualcosa emozionò il regista che non solo la collocò nel ruolo di femme fatale ironica e disinibita ne 8 ½ (1963) con Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Mario Pisu, Rossella Falk, Anouk Aimée, Barbara Steele, Caterina Boratto, Annibale Ninchi e Giuliana Calandra, facendole ottenere fra l'altro il suo primo Nastro d'Argento come miglior attrice non protagonista, ma se ne innamorò perdutamente. La Milo gli rimane accanto per 17 lunghi anni, 17 lunghi anni in cui Giulietta Masina – moglie di Fellini – era a conoscenza della relazione extraconiugale del marito e si era ritrovata persino a recitare con la Milo ne Giulietta degli Spiriti (1965), vincendo il suo secondo Nastro d'Argento. Nasce "Sandrocchia", così la soprannominava affettuosamente lui. Nel frattempo, la carriera della Milo continua accanto a Claudio Gora, Vittorio Caprioli e Barbara Steele ne Le voci bianche (1964), poi con Mauro Bolognini e sempre con Caprioli ne La donna è una cosa meravigliosa (1964), arrivando a Vittorio Gassman, Nazzari e Philippe Noiret in Frenesia dell'estate (1964). Nel 1965, è ancora accanto a Totò ne Le belle famiglie, dove ha il piacere di conoscere Nanni Loy che recita nel film, e lo stesso anno divide il set con Catherine Deneuve in … poi ti sposerò (1965). La commedia è il ruolo in cui dà il meglio di se stessa, Dino Risi la vuole ne L'ombrellone (1965), poi è ancora con Caprioli ne Come imparai ad amare le donne(1967). Chiusa il burrascoso matrimonio con Ergas, dal quale nascerà Deborah, attualmente giornalista televisiva, troverà un nuovo amore con Ottavio De Lollis, che la renderà madre di Ciro e Azzurra. È l'addio definitivo alle scene, ma non per un insuccesso cinematografico o per le critiche dei recensori: la Milo sceglie la famiglia, tenendosi a lungo tempo lontana dai grandi schermi. La si rivedrà solo nel 1973 con la miniserie Sabato sera dalle nove alle dieci (1973), mentre il ritorno al cinema sarà in qualche modo fissato da F.F.S.S., cioè… che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?(1983) con Roberto Benigni e dal film con Caprioli Cenerentola '80 (1983). Nel 1987, recita con Jeanne Moreau in Remake, poi spinta dall'amicizia con Bettino Craxi, si improvvisa conduttrice televisiva su Rai Due con il programma "Piccoli fans", programma per bambini che la riporterà nuovamente in auge. Ma è durante la trasmissione "L'amore è una cosa meravigliosa" (1990), che la Milo entrerà al top. Il tutto però è dovuto a un brutto scherzo telefonico fattole in diritta dove la sia avvertiva di un incidente – peraltro mai accaduto – del figlio Ciro. La Milo scappa in lacrime dallo studio, ma le urla della Milo diventano un tormentone per programmi come "Blob" e "Target", ispirando perfino un varietà "Ciro, il figlio di Target", su Italia 1. Le sue apparizioni sul grande schermo si fanno sporadiche: da Camerieri (1995) con Ciccio Ingrassia a Il cuore altrove (2003) di Pupi Avati, entrando timidamente nel tubo catodico con la serie tv Ma il portiere non c'è mai? (2002) e il reality show "Ritorno al presente". Nel 2006, comincia a recitare sul palcoscenico, prendendo parte a "8 donne e un mistero" con Nadia Rinaldi e Corinne Clery, poi nel 2008 è ne "Il letto ovale" accanto a Gino Landi, con Barbara D'Urso e Maurizio Micheli. Dotata ancora oggi di quel fascino perverso e di quella voce inconfondibile che colpì il grande Fellini, Sandra Milo continua a essere poco camaleontica, integrata eppure ribelle volto della settima arte italiana. Da attrice promettente che venne lanciata fra le celebrità, arrivò a essere modella, interprete, musa, icona, trendsetter e superstar.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia) Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia) Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Corrado Mantoni

Data nascita: 2 Agosto 1924 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 8 Giugno 1999 (74 anni), Roma (Italia)
A vent'anni comincia a lavorare alla radio di Stato (Eiar), dove presenta una trasmissione dedicata ai militari, “Radio Naia”. Con “Oplà”, qualche tempo dopo, vara la prima rivista radiofonica. Il debutto in tv avviene molti anni più tardi, nel 1961, con una serie di trasmissioni di grande successo: “Controcanale”, “L'amico del giaguaro”, “La trottola”, “A che gioco giochiamo?”. Ma non dimentica il suo primo amore, la radio, dove dal 1968 presenta “La corrida”, una gara per debuttanti allo sbaraglio che continuerà per ben dodici anni. Nel 1970 è padrone di casa a “Canzonissima”, in coppia con Raffaella Carrà. Negli anni 1976-79 è il primo conduttore di “Domenica in”. Rimpiazzato da Pippo Baudo alla guida del contenitore domenicale, e dopo un periodo buio seguito all'incidente stradale in cui rimane coinvolta anche la sua valletta Dora Moroni, torna in tv con “Fantastico 3”. Poi passa a Canale 5: un unico flop, “Gran canal” nell'81, e molti successi: “Il pranzo è servito”, presentato ininterrottamente per ben nove anni, “Ciao gente”, “Buona domenica” e, più di recente, la versione televisiva de “La corrida”, iniziata nell'estate dell'87 e in programmazione per oltre vent'anni. Ha inciso due 45 giri di grande successo commerciale: “Carletto” (650 mila copie) e “Sei contento papà”. Nel 1990 partecipa alla festa di Canale 5, “Buon compleanno Canale 5”, per festeggiare i dieci anni di programmazione della rete. Tra il 1991 e il 1996 scrive “Tira e molla”, programma condotto da Paolo Bonolis che per due edizioni vince nella fascia preserale. Nel '98 esordisce anche nella recitazione nel ruolo di un investigatore privato in una fiction televisiva (I.A.S. Investigatore allo sbaraglio scritto e interpretato da Corrado). Dopodiché continua a ideare programmi per la tv (è il caso del successo de “Il gatto e la volpe” con Bonolis e Luca Laurenti) e a scoprire nuovi talenti (come il comico Neri Marcorè) ma poi si ammala gravemente e sparisce dalle scene, lasciando il ricordo di un uomo garbato e intelligente che ha fatto dell'ironia il suo marchio personale.


Piero Gerlini

Data nascita: 19 Luglio 1925 (Cancro), Roma (Italia)
Frequenta la facoltà di scienze politiche senza laurearsi. Si avvicina al teatro, collaborando con piccole compagnie che operano in campo parrocchiale. A causa di non brillanti condizioni economiche è costretto a rinunciare alla regolare frequenza dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. Trova lavoro presso lo Stabile di Genova e in seguito, a Londra, presso la BBC. Rientrato in Italia lavora con una certa assiduità sia nel cinema (dove aveva esordito nel 1954 con Le vacanze del sor Clemente), sia in televisione. Dal 1971 al 1973, ancora per lo Stabile di Genova recita in 8 settembre 1943 diretto da Luigi Squarzina. È anche attore in spot pubblicitari (Riello). Piacevole caratterista nel cinema, dove raramente ha occasione di interpretare ruoli di rilievo, dimostra ottime qualità d’attore, anche drammatico, in numerosi lavori televisivi. Fra i tanti ricordiamo Suicidio perfetto di A. Bonucci (1962), Questa sera parla Mark Twain di D. D’Anza (1965), L’affare Picpus (serie Maigret) di M. Landi; L’orologio si è fermato (serie Il triangolo rosso) di R. Deodato (1969), La donna di cuori (serie Sheridan) di L. Cortese (1969), L’età di Cosimo de’ Medici di R. Rossellini, La donna da punire (serie Solo la verità) di D.B. Partesano (1976); La polizia non deve essere avvertita (serie Qui squadra mobile) di A.G. Majano (1976), Il processo a Maria Tarnowska di G. Fina (1977), Il delitto Paternò di G.L. Calderone (1978), Rosaura di G.L. Calderone e Suggestion diabolique (serie I racconti del maresciallo) di G. Soldati entrambi nel 1981.


Nietta Zocchi

Data nascita: 10 Luglio 1909 (Cancro), Torino (Italia)
Data morte: 23 Aprile 1981 (71 anni), Roma (Italia)
Ha svolto una intensa attività teatrale e televisiva, affermandosi caratterista efficace e vigorosa. Nel cinema esordi nel 1936 e ha interpretato numerosi film, prima e dopo la seconda guerra mondiale, in ruoli di secondo piano, un poco caricaturali e grotteschi.


Alfredo Rizzo

Data nascita: 6 Settembre 1991 (Vergine), Nizza (Francia)
Data morte: 6 Settembre 1991 (0 anni), Roma (Italia)
Tradizionalmente, grazie a siti autorevolissimi in materia di caratteristi, quando si cerca qualche immagine di Alfredo Rizzo, appare sempre quella di un omino dalla carnagione chiarissima e dai capelli radi che parla, agitato, con dietro delle corna impagliate, appese al muro, che vogliono ovviamente comunicare un messaggio in più nel film Delitto al ristorante cinese. Pochi sanno che dietro la storia di questo attore c'è anche la storia del cinema italiano che va dalla fine degli anni Trenta agli anni Ottanta e che si fonde tra attualità politica, sesso, socialità e costume. Caratterista francese (almeno di nascita), ma naturalizzato in Francia che fu spesso usato nei ruoli da cattivo. Agli esordi della sua carriera si distinse nell'avanspettacolo e nella rivista, recitando di frequente accanto al fratello Carlo Rizzo (con il quale fondò una propria rivista) e con il comico Macario. Debuttò cinematograficamente a partire dal 1939, lavorando con il regista comico Mario Mattoli che lo inserì in pellicole come Lo vedi come sei… Lo vedi come sei? (1939, fra l'altro sempre con il fratello e sempre come spalla di Erminio Macario), I pompieri di Viggiù (1949, con Totò), I cadetti di Guascogna (1950, con Ugo Tognazzi), e Siamo tutti inquilini (1953, con Peppino De Filippo e Aldo Fabrizi). Dopo il drammatico Sperduti nel buio (1947) di Camillo Mastrocinque, con Vittorio De Sica e Tina Pica, comincia la sua lunga collaborazione con Giorgio Simonelli che lo affiancherà in molte delle sue commedie, facendolo lavorare accanto al già citato Tognazzi e alla coppia Franco & Ciccio. Carlo Ludovico Bragaglia, Luigi Zampa, Duilio Coletti, Aldo Fabrizi e soprattutto Alessandro Blasetti (nell'esilarante Altri tempi) lo imporranno nei loro film comici. E come non citare Pane, amore e fantasia (1953) di Luigi Comencini? Intorno alla seconda metà degli anni cinquanta, ha già lavorato con Bolognini ed è pronto per dare il suo meglio anche in un kolossal straniero come Guerra e pace (1955) di King Vidor con Vittorio Gassman, Henry Fonda e Audrey Hepburn e, in seguito a Sorrisi e Canzoni (1958) di Luigi Capuano, eccolo nel florido cast de La dolce vita (1960) di Federico Fellini che lo rivorrà anche ne I clowns (1971). Carmen di Trastevere (1962) di Carmine Gallone e una lunga serie di regie con Mario Amendola, Marino Girolami, Gianni Grimaldi, Bruno Corbucci e Paolo Solvay ne faranno uno dei caratteristi più usati negli anni '70. Poi nel 1986, recita la sua ultima parte nel film tv di Bruno Corbucci Le volpi della notte. Di lì a poco morirà, ma non lasciandoci solo in eredità le sue macchiette. Alfredo Rizzo è stato infatti anche un regista a partire dal 1971, quando diresse la svampita Rossella Como ne I giardini del Diavolo, seguiranno i film con Femi Benussi Carnalità (1974) e La sanguisuga conduce la danza (1975), per non parlare di Suggestionata (1978) con Eleonora Giorgi e Gabriele Ferzetti, dove cerca (ma non riesce) di intrecciare storie di drammatica disperazione.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it


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