L'oro di Napoli

primo episodio: "Il guappo"

[ Totò ] [Silvana Mangano] [Totò vestito da pazzariello]

[Totò vestito da pazzariello] [Totò e Pasquale Cennamo]

[Sophia Loren] [Sophia Loren]

[Eduardo De Filippo e Vittorio De Sica] [Erno Crisa e Silvana Mangano]

[Sophia Loren e Giacomo Furia] [Sophia Loren e Giacomo Furia]

[ Totò ] [ Totò e Lianella Carell]

[Totò vestito da pazzariello] [Totò vestito da pazzariello]

Videoclip titoli di testa

Regia : Vittorio De Sica
Soggetto :tratto da L'oro di napoli di G.Marotta
Adattamento : Cesare Zavattini
Sceneggiatura : Zavattini,Marotta,De Sica
Fotografia : Carlo Montuori
Scenografia : Gastone Medin
Musica : Alessandro Cicognini
Montaggio : Eraldo Da Roma
Aiuto regia : L.Alessandri, F.Montemurro
Assistente regia : Elmo De Sica
Direttore produzione : Nino Misiano
Produzione : Dino De Laurentiis e Carlo Ponti,Roma

Interpreti e personaggi:
Totò ( don Saverio Petrillo )
Lianella Carell( Carolina, sua moglie )
Pasquale Cennamo( don Carmine, il guappo )
Agostino Salvietti( Gennaro Esposito, il salumiere )
Nino Vingelli( un guappo )

           

     

        

     

  

Soggetto

Nell'episodio "La pizzaiola", la vicenda si svolge nell'ambiente delle "pizze a otto" cioè di quei venditori di pizze che distribuiscono pizze a credito, contro pagamento entro otto giorni. E' la movimentata storia di un anello di smeraldi che la bella pizzaiola (Sophia Loren) moglie di un grasso pizzaiolo (Giacomo Furia) dimentica in casa dell'amante. Non sapendo come giustificare la perdita dell'anello al marito, dice di averlo lasciato cadere nella pasta delle pizze. Ha inizio così una caccia agli avventori della pizzeria che ci rivela i più strani caratteri napoletani. Fra i personaggi più pittoreschi che incontriamo: il Vedovo (Paolo Stoppa) inconsolabile e deciso al suicidio ma che comunque desiste dai suopi propositi alla vista di un bel piatto di pasta asciutta. La vicenda si conclude quando l'amico della pizzaiola (Alberto farnese) dichiara di aver trovato l'anello nella sua pizza sebbene (come osserva con triste rassegnazione il pizzaiolo) costui non abbia mai acquistato pizze

Ne "Il funeralino" De Sica e Marotta vogliono mostrarci come a Napoli talvolta anche la morte è spattacolo. La mamma a cui è morto un bambino (la parte della madre è stata affidata ad una autentica popolana di Napoli: Teresa De Vita) vuole che il suo funeralino riesca come una festa di nozze, e lei stessa prepara e lustra la bara ed i nastri che l'adornano. Chiede lei stessa che il carro passi per Via Caracciolo. Poi, quando tutto è pronto ed i bimbi stanno per buttare i confetti, dà sfogo al suo pianto, sincero quanto la volontà che l'ha sorretta a preparare il funeralino

"Il conte giocatore" impersonato dallo stesso De Sica ci presenta la figura napoletanissima di un nobile che non può distaccarsi dalle carte da gioco. Interdetto perchè ha perduto quasi tutta la sua fortuna e perchè la moglie, la vecchia contessa, non gli dà più una lira, si adatta a giocare con il figlio del portiere. Regolarmente e naturalmente il ragazzo vince ogni partita ed il conte torna a casa amareggiato ancora di più per la cattiva sorte che ha al gioco

"Il professore", Don Ersilio, è un altro personaggio tipicamente napoletano, quello di un filosofo che sputa sentenze e vende i suoi consigli in tutte le circostanze in cui il popolino ha bisogno di lui. Senza avere una professione definita riesce ad esercitarne molte, con grande soddisfazione dei suoi clienti. E alla fine della sua operosa giornata, torna al suo vero mestiere, quello che egli ama di più di tutti: suonare la chitarra in un locale di Marechiaro. Eduardo De Filippo ha prestato a questo personaggio la sua espressiva maschera di filosofo da strapazzo.

"Il succube". Due figure salienti dei racconti di Marotta sono state riunite in questo episodio: il guappo ed il pazzariello. Naturalmente, alla vivida figura del pazzariello napoletano, nè suonatore ambulante nè imbonitore, ma tutte e due allo stesso tempo, non poteva essere dato altro volto che quello di Totò. E Don Saverio (Totò) è un pazzariello ma anche succube del guappo un suo ex compagno di scuola che spadroneggia a casa sua, imponendo a tutta la famiglia la sua arroganza. Ma un giorno il medico raccomanda a don Carmine, il guappo, di moderarsi, di vivere tranquillo: ha un infarto al cuore, don Carmine allora perde la sua baldanza, e si vede respinto da don Saverio che lo caccia di casa con decisione improvvisa e ferma. E quando il guappo, avuto conferma che il verdetto del medico è stato errato, ritorna sicuro e deciso a vendicarsi a casa del succube, trova invece tutta la famiglia unita, finalmente, nella decisione di liberarsi di lui. E rimarrà solo, con la sua inutile baldanza.

L'ultimo episodio è quello di "Teresa" (è stato scelto per questo ruolo Silvana Mangano) una prostituta nè migliore nè peggiore di qualsiasi altra donna della sua condizione,che viene sposata da un ricco signore, don Nicola Giraci. Don Nicola crede, con questo matrimonio, di liberarsi da un incubo che lo tormenta: quello per cui è convinto di essersi reso responsabile del suicidio di una giovane ragazza, Lucia. Sposando Teresa non intende redimerla, ma soltanto umiliarla. Ma Teresa si rende presto conto che il marito non l'ama. Vi è una improvvisa spiegazione fra i due. Don Nicola ammette tutto. La sposò quasi per un voto. Teresa non resiste in quella situazione, fa le valigie e decide di tornare alla casa di malaffare da cui la falsa pietà di don Nicola l'aveva tolta. Ma lungo la strada riflette sulla sua condizione, e, pentita del suo gesto, ritorna a casa di don Nicola. L'episodio termina con la sequena di Teresa che bussa disperatamente alla porta di casa Giraci.

Critica e curiosità

Il film è stato tratto dai racconti di Giuseppe Marotta e narra, in sei episodi aspetti della vita di Napoli e dei napoletani.L'oro di Napoli è la pazienza, la speranza che hanno i napoletani, la pazienza nel sopportare la vita e ogni dolore che ogni uomo porta con sè. La loro speranza in una vita migliore, la speranza sempre del Lunedì, anzi del Sabato, la speranza nel lotto. La speranza nell'avvenire, nei figli, nel sole, la speranza di un miglioramento economico della loro vita.
Totò interpreta il primo episodio del film e questo fatto lo mette di malumore , nella rivista cui era abituato il primo quadro viene assegnato al componente meno importante della compagnia , ma un colloquio con De Sica chiarisce l'equivoco .
Scriveva Lorenzo Quaglietti . " [..] Il primo di cui è protagonista Totò , ci racconta la grande giornata di don Saverio [..] De Sica non si è lasciato prendere la mano dal gusto del pittoresco nemmeno avendone così propizia occasione . La fermezza con cui egli controlla e indirizza la recitazione di Totò è un'altra qualità , in somma grado apprezabile , dell'episodio " .
E Guido Aristarco : " [..] Il vero , autentico oro è proprio [..] nel saper guidare e controllare la maturità espresiva di un Eduardo e di un Totò [..]".


Lianella Carell

Data nascita: 6 Maggio 1927 (Toro), Roma (Italia)
Data morte: 22 Dicembre 2000 (73 anni), Roma (Italia)
Di professione giornalista, esordì nel cinema perché fu scelta da Vittorio De Sica per interpretare il ruolo di protagonista femminile in Ladri di biciclette (1948), in cui tratteggiò con credibilità, efficacia e sobria sensibilità, senza mai scadere in un facile patetismo, il complesso personaggio della moglie di Ricci, il disoccupato le cui vicende costituiscono l'intero tessuto del film. In seguito la Carell prese parte a numerosi altri film; ma non conseguì mai né una vasta notorietà né un grande successo di pubblico. Ciò fu forse dovuto, almeno in parte, al fatto che le furono sempre offerti ruoli abbastanza simili al primo. In essi, l'attrice era costretta a ripetere, con maggiore o minore evidenza, modi e comportamenti del personaggio che l'aveva imposta all'attenzione della critica e del pubblico, senza che interpretazioni di altro tipo le dessero la possibilità di cambiare e di maturarsi, esplicando in modo più vario e completo la propria personalità, indubbiamente notevole. Nel 1966 la Carell collaborò alla sceneggiatura di Io, io, io... e gli altri, per la regia di Alessandro Blasetti, un film che fu definito dalla critica una riuscita “galleria di egoismi piccolo-borghesi”.


Pasquale Cennamo

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica dove ha interpretato la parte di Don Carmine ("Il guappo"). Nel 1961 ha inoltre lavorato con Vittorio De Sica per la realizzazione del film Giudizio universale.


Agostino Salvietti

Nome: Agostino Salvietti
Data nascita: 28 agosto 1882 (Leone), Napoli (Italia)
Data morte: 2 dicembre 1967 , Napoli (Italia)
Grande esponente del teatro comico napoletano, Agostino Salvietti è stato un eccezionale attore brillante, dotato di una spontanea e garbata comicità. Ha lavorato dapprima sul palcoscenico con Peppino De Filippo e Tina Pica, e poi è approdato sullo schermo dove, dagli anni '30 agli anni '60, è stato il gustoso caratterista di numerosi film, soprattutto del genere comico, alcuni dei quali accanto a Totò. Fra i tanti ricordiamo: Fra Diavolo (1942), Anni difficili (1948), Il barone Carlo Mazza (1949), Carosello napoletano (1953), Totò, Vittorio e la dottoressa (1957), Io, mammeta e tu (1958), Totò a Parigi (1958), Gli onorevoli (1963) e Ieri, oggi e domani (1963).


Nino Vingelli

Nome: Nino Vingell
Data nascita: 4 Giugno 1912 (Gemelli), Napoli (Italia)
Ha svolto attività teatrale, esordendo nel cinema durante la seconda guerra mondiale. Attore di buone doti drammatiche, dalla recitazione secca e composta, si è imposto, nel dopoguerra, come efficacissimo caratterista, sia in ruoli comici sia in ruoli drammatici. Tra i numerosi film interpretati in questi ultimi anni vanno ricordati almeno La legge (1959, J. Dassin), in cui tratteggiò con molto colore il personaggio di Pizzaccio; La sfida (1958, Francesco Rosi), dove fu un vigoroso e secco Gennaro; I magliari (1959, Francesco Rosi), dove apparve nelle vesti di Vincenzo. Di risorse drammatiche a volte sorprendenti, Vingelli si è venuto affermando come uno dei migliori caratteristi del recente cinema italiano, adatto soprattutto nelle parti di napoletano astuto, spesso privo di scrupoli, altre volte di cuore tenero e buon compagno.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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