Totò cerca pace

[Totò e Ave Ninchi ] [Totò]

[Totò e Giovanni Nannini ] [Totò e Ave Ninchi]

[Totò, Giovanni Nannini e Cristina Fanton] [Totò e Ave Ninchi]

[Totò e Ave Ninchi ] [Totò,Enzo Turco e Ave Ninchi ]

[Paolo Ferrari e Isa Barzizza ] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Ditta Distributrice: TITANUS
Capo ufficio stampa: forse Bruno Benek??
Ditta Produttrice: "ROSA FILM"
Direttore di produzione: ALFREDO DE LAURENTIIS
Ispettore di produzione: (forse Giorgio Morra?)
Segretario od aiuto segretario di produzione: EDOARDO SANTAGATA
Amministratore/cassiere: ??
Soggetto (non originale): tratto dalla commedia di Emilio Caglieri dal titolo "FIRENZE-TRESPIANO E VICEVERSA"... (maggiori dettagli nelle note dopo il cast)
Sceneggiato da: RUGGERO MACCARI, EMILIO CAGLIERI, VINCENZO TALARICO, MARIO MATTOLI.
Regia:MARIO MATTÒLI
Aiuto regia (+ montaggio?):ROBERTO CINQUINI
Assistenti alla regia(volontari o meno): ???
Montaggio: Renato Cinquini
Assistente al montaggio: forse uno dei fratelli Alabiso o no?
Aiuto assistente al montaggio: ???
Segretaria/o di edizione: ??
negativi e positivi: S.P.E.S.(=Sviluppo Pellicole E Stampa) direttore E(ttore) Catalucci.
Scenografie: ALBERTO BOCCIANTI e PIERO FILIPPONE
Costumista: GAIA ROMANINI
Arredatore: LUIGI GERVASI
Foto di scena: ?? x Ditta (foto LIF??)
Pellicola: Ferrania Pancro C.7
Direttore di fotografia:RICCARDO PALLOTTINI
Operatore alla macchina: ??(Michele "Nino" Cristiani lo ha escluso)
Assistente operatore: ??
Aiuto operatore: ??
Fonico(di presa diretta): ROY MANGANO (fratello di Silvana)
Microfonista: ??
Aiuti: ??
Fonico di mixage: ??
Registrazione sonora su apparecchi Western Electric Recording
Direttore di doppiaggio: ?'?
Società di doppiaggio: (forse la C.D.C?)
Commento musicale+direzione d'orchestra :Maestro CARLO SAVINA
Edizioni musicali: Radiofilmusica Ponti-De Laurentiis
Truccatore: GIULIANO LAURENTI
Parrucchiera: ELDA MAGNANTI in Laurenti
Aiuti trucco: ??
Capoelettricista: ??
Tutti gli elettricisti di scena: ????
Capomacchinista: ?
Tutti i macchinisti di scena: ????
Capo-sarta: ??
Autisti x la Prod/distrib.: ??
Interni: studi "PONTI-DE LAURENTIIS",nota anche come Vasca Navale,Roma
Esterni: solo a Roma; forse a Napoli, e, pare, come unico esterno a Firenze, lo scoppio della colombina o tratto da un documentario o cinegiornale, oppure colà filmato da un operatore...
Durata: 90 minuti

Interpreti e personaggi:

TOTO' ( Gennaro Piselli, napoletano, classe 1907,da 22 vive a Firenze, vedovo di Argìa..)
AVE NINCHI( Gemma Bolognesi, vedova di Paolo)
ISA BARZIZZA (Nella, avida nipote di Gemma, moglie di Oscar)
ENZO TURCO ( Pasquale Pallanti, napoletano)
GINA AMENDOLA ( Adele, domestica di casa Piselli)
PAOLO FERRARI ( primo giovane al negozio Piselli..)
CORRADA DE MAYO (as Mirella)
GIOVANNI NANNINI ( Celestino Piselli, 30enne fotografo fiorentino, nipote di Gennaro, "interessato")
RENZO BIAGIOTTI ( Oscar Caporali, marito di Nella, conl'intercalare "Diciamo così..")
GABRIELLA UGOLINI ( la sorella di Celestino)
CRISTINA FANTON ( Rosina, fidanzata di Celestino)
CESARINA CECCONI ( la madre di Celestino)
ENZO PETITO (il portiere dell'albergo Vesuvio a Napoli)
CARLO Sammartìn o San Martin..( il medico!)
PIERO PASTORE ( un impiegato all'albergo Vesuvio di Napoli)
VINCENZO TALARICO ( l'avvocato)
NICOLA MALDACEA jr. ( il cantante napoletano (da non confondere con Nicola Maldacea super-macchiettista, autore ed attore, suo nonno)
NINO VINGELLI ( il cameriere a Capri(poco psicologo))
UGHETTO BERTUCCI ( 1 dei 4 testimoni al matrimonio fra Gemma e Gennaro)
SALVO LIBASSI ( fa la telefonata anonima a Gennaro)
ROBERTO Padoàn o Padovàn ( un cliente)
GIANNI PARTANNA ( un giocatore all'ippodromo, amico del Puntaròli)
?? (Goffredo Puntaròli)
ALDO GINEPRARI ( Candido, il sagrestano)
A(lessandro?) TEDESCHI ( con pipa in bocca, fra le persone alla finestra di Pasquale alla festa x Pasqua)
Controfigura personale per Totò era qui probabilmente Piero Agnolozzi
...e qualche altro da identificare...

GENEALOGIA DI UN FILM CON PIU' TITOLI POSSIBILI...

Svariati titoli per un unico argomento, quello di 2 vedovi, i quali, conosciutisi al cimitero, alle periodiche visite dei loro rispettivi ex coniugi deceduti, finiscono per innamorarsi, e volersi risposare; sono però, osteggiati da "parenti serpenti", tanto immaturi, quanto senza cuore...tutto finirà bene, per fortuna..
Emilio Caglieri scrisse una commedia su tale tema, in vernacolo fiorentino, intitolandola: "FIRENZE-TRESPIANO E VICEVERSA". In località Trespiano, a Firenze, sorge il cimitero, lontano dalla città, luogo che resta emblema della vita attiva; ecco, che quindi, il titolo postovi, aveva il significato di "da casa fino al cimitero, e, poi, dal cimitero, al ritorno a casa", ossìa un tragitto; il tragitto, "galeotto", a furia di percorrere il quale, due non più giovani, rimasti soli, sentono che, si stanno, fra di loro, avvicinando..
La commedia ebbe anche una versione adattata al teatro in romanesco, con il titolo: "Alla fermata del 66"; in tale caso il 66 era il numero del tram che, a Roma, sostava, appunto, al cimitero. La versione col titolo "Alla fermata del 66" è stata data perlomeno dalla Compagnìa romanesca diretta da Checco Durante, che la mantenne nel proprio repertorio, anche per tournèe fuori Roma; ad esempio, risulta essere stata data al Teatro Olimpia di Milano nel settembre 1956...
Venendo a Totò, che era nel periodo di maggior successo, aveva contratto con la Ponti-De Laurentiis, ancora per qualche film; da alcuni anni, uno dei suoi tormentoni più distintivi era la battuta "Siamo uomini o caporali?", tanto che, a scanso di equivoci, aveva tentato di spiegarne le origini, documentandone la filosofia, attraverso una sua parziale autobiografia, anche se, affidata ad altri, e se la casa editrice, era fallita( per problemi preesistenti), attorno al 1951-'52. Pensava infatti, di narrarne la filosofia in un film.
Confusione fra i responsabili Titanus o Rosa Film (emanazione della Ponti-De Laurentiis, come ricostruìto dall'attento Alberto Anile), o puro sfruttamento commerciale di un titolo che ben prometta ai botteghini, o forse, più semplicemente, prima di tale commedia, era previsto il film filosofico, che verrà poi girato qualche mese dopo, col titolo, "Siamo uomini o caporali", appunto, fatto sta che, in più documenti, come titolo previsto di tale pellicola, risulta: "SIAMO UOMINI O CAPORALI"(che in tale caso non ci azzeccava nulla).
In lavorazione, poi, il titolo, distinguendosi dai linguaggi regionali, sia del vernacolo toscano, che del romanesco, che da eventuali svolte partenopee, diventa più plausibile, assumendo i toni, di una commedia a carattere universale, con rimandi manzoniani, e inevitabile eco della censura, all'epoca tanto ridicola, quanto potente; quasi richiamando, appunto un: "questo matrimonio non s'ha da fare.." il titolo PROVVISORIO, ed a mio personale parere più adatto era: "Vietato ai maggiorenni".
Temendo un titolo simile, per quanto incuriosente, non desse sicurezza all'incasso, hanno preferito travisarlo, richiamando 2 successi della stagione 1949-'50, "Totò cerca casa" e "Totò cerca moglie", in un commerciale "Totò cerca pace", pace dai nipoti, interessati, dagli sfruttatori, dal dubbio..sarà, ma a me, ripeto, convince di più "Vietato ai maggiorenni", anche perchè, che c'azzecca Antonio/Totò che cerca la pace?, quando il ruolo dell'attore Totò, nel film ha nome Gennaro?

TESTIMONIANZE BIBLICHE, nel senso di pubblicate in libri:

il professor Orio Caldiròn, nel proprio volume dedicato a Totò, riporta, fra coloro che ebbe modo di intervistare, anche la testimonianza di Mario Mattòli, regista, il quale, a proposito di tale film disse anche(cito): «nei miei tentativi di rinnovare il repertorio di Totò, un produttore vide la commedia tratta dal repertorio toscano»..

tratto dal volume biografico: "Ave Ninchi, una juventina fra teatro e fornelli" edito da Veronelli Editore, Bergamo, nel 2004, ed a cura di Marina Ninchi, figlia di Ave Maria Nichi, riporto testuale e fedelmente dalle pagine 52 e 53:
«del Principe Antonio De Curtis diceva che, dietro la sua maschera irresistibile, si celava la figura di un vero gentiluomo, garbato, affabile, dai modi raffinati ed eleganti, cortese e disponibile con tutti. Lavorare con lui era stato un grande privilegio, ma anche un'impresa difficile perché, appena battuto il ciak, l'artista esplodeva in una comicità travolgente con espressioni facciali di fronte alle quali era proprio impossibile resistere e rimanere seri. Una volta, per dimostrarmelo, mi raccontò che una scena apparentemente facile fu ripetuta all'infinito; si trattava del film "Totò cerca pace", loro interpretavano due anziani vedovi che, dopo diversi incontri al cimitero, davanti alle tombe dei rispettivi coniugi, per colmare le loro solitudini, decidevano di sposarsi.
Un rapporto tenero e affettuoso che però veniva continuamente turbato da "parenti serpenti" interessati soltanto all'eredità. Per smascherarli allora, facevano credere di essere improvvisamente spiràti e la scena in questione doveva appunto filmarli sul loro letto matrimoniale, fintamente deceduti e nella più assoluta immobilità.
Ma Totò, con la sua sorprendente estemporaneità, all'improvviso e senza avvertire nessuno si inventò gesti, sussulti e smorfie incredibili. Mamma, che non si aspettava simili reazioni, scoppiò in una fragorosa risata che, inevitabilmente, coinvolse l'intera troupe. Furono costretti a ripeterla non so quante volte, ma senza successo, perchè ormai era scoppiato un fou-rire collettivo e non c'era verso di frenarlo. Portarla a termine fu un'impresa al limite dell'impossibile e ci volle molta concentrazione e grande self-control da parte di tutti, regista e produttore compresi.»

INTERVISTE ESCLUSIVE:

Firenze, 10 MARZO 2003, incontro il commediografo fiorentino Vinicio Gioli, coautore con Mario De Mayo, di commedie in vernacolo, fra le quali, attorno al 1956 "Casa nova...vita nova", ambientata in un bordello. Mario De Mayo era fratello dell'attrice Corrada, sono entrambi deceduti. Vinicio fra le varie notizie locali, mi spiegava: «"La colombina", con scoppio del carro, da secoli, è tradizione toscana a favore del raccolto, e si fa alle ore 12 del "Sabato Santo".. Gli esterni per quella scena sono filmati con gente vera.. La commedia "FIRENZE-TRESPIANO E VICEVERSA" fu "data" da una compagnìa in vernacolo fiorentino, per la regia di Gino Belgrado, a partire, credo dal 1950 o '52; gli attori erano: Giovanni Nannini, Renzo Biagiotti, Cesarina Cecconi, Silvano Catàni, Aldo Gineprari, Corrada De Mayo,..»

Giovanni Nannini, è uno degli ultimi rappresentanti del teatro in fiorentino, recita a teatro da una vita. Nato nel dicembre 1920, ho avuto il personale piacere, oltre che l'onore, di ammirarlo, al Teatro di Rifredi, recitare la parte del nonno, nella locale commedia "CASA NOVA, VITA NOVA", dalla quale, nel 1959, con modifiche ed adattamenti dovuti alla nota legge "sfrattante" Merlìn, fu tratto liberamente un capolavoro di Bolognini intitolato "ARRANGIATEVI". Giovanni Nannini, ha recitato, spesso senza comparire, nemmeno nei telecensurati "titoli di coda", in qualche lungometraggio; ad esempio lo si vede camuffato nel ruolo del custode del cimitero in "Amici miei atto secondo", dove, a mio modesto avviso, avrebbe benissimo potuto essere nel ruolo di uno degli amici, autori e complici delle zingaràte, e chi meglio di lui? Firenze, 10 marzo 2003, ospite dei coniugi Nannini, GIOVANNI, nel mare di ricordi che mi inondava, ebbe anche a dirmi:
«Nella commedia "FIRENZE, TRESPIANO E VICEVERSA", io facevo il nipote (così come poi, pure nel film "Totò cerca pace", Cesarina Ceccòni interpretava la vedova (sostituita da Ave Ninchi nel film), Silvano Catàni era lo zio, eccetera, eccetera. A Carnevale del 1954, venne a Firenze Mario Mattòli, e, mi pare, anche Dino De Laurentiis: i Circoli, in quel periodo, erano tutti chiusi e l'unico spettacolo locale da potergli far vedere era tale commedia che davàmo al San Salvi ( che era un teatro di preti), di fronte alla chiesa; c'erano camera mortuaria e cimitero, e noi, ci si truccava di sotto, presso la camera mortuaria, e lì, venne a parlarci Mattòli. A Roma vidi la versione data da Checco Durante col titolo: "Alla fermata del 66".
"TOTO' CERCA PACE" fu il mio primo film in assoluto, non ne ricordo il titolo di lavorazione, nè so dire perchè nel contratto sia scritto "Siamo uomini o caporali?"; no, non ricordo cosa fosse scritto nei ciak, sicuramente non era scritto "Firenze, Trespiano e viceversa".. "Vietato ai maggiorenni", lei dice? Può darsi...
A Trespiano, dall'uscita del cimitero, filmarono il provino alla Cecconi, per il ruolo della vedova, ma fu scartata per i piedi poco fotogenici! A Roma, al primo ciak, Totò ci vide, mentre ci recavamo, a piedi a San Paolo, alla Vasca Navale. Quel primo giorno, giunto allo studio, passò Totò, coi capelli lisci, i baffetti, e non lo riconobbi; lui mi fa: " Lei è Nannini?" Ed Io: «Sì», e lui:" Piacere De Curtis", mi avevano avvisato di chiamarlo Principe, così alla sua presentazione risposi: «Oh, piacere Principe!» Totò mi disse: "Bravo, molto bravo; ho visto i suoi provini" Ed Io: «Grazie.». Il secondo giorno, Totò dalla sua auto, ci ri-vide mentre andavamo a piedi a San Paolo e ci chiese: "Ma che, andate a piedi?" E noi: «Sì «e replicò: "Ma avete la macchina, voi, sapete!?" Così, lo dicemmo agli autisti della produzione che ci canzonarono: "Bella roba, voi fiorentini!" Ma come? se nessuno ci avvisava! Infatti, nessuno ci aveva informato, era il nostro primo film, che avevamo autisti della produzione a disposizione.
Paolo Ferrari era un donnaiolo: non gliene scappava una! Mano a mano che seguivano i giorni, tra me e Totò, aumentava la confidenza: voleva chiacchierare con me in fiorentino. Parlando di Firenze mi disse:" Sa dove lavoravo io? Alle Follie Estive!" ed io: «Si ricorda dei bambini in fondo che la guardavano?«E lui: " Sì, ricordo delle testine, in fondo, che, ad un certo punto, sparivano tutt'ad un tratto". «Sparivano perché un omino col frustino le mandava via». "Era il portiere, ed io gli dissi "Ma li lasci stare, mi divertono". Così gli confessai: «Uno di essi ero io».
"Totò cerca pace" fu girato tutto a ROMA in presa diretta! No, non sono stato in sala doppiaggio. Nella commedia c'era una scena bellissima dove Celestino (io) va all'ippodromo a fotografare il Puntaroli, ma per il film non fu girata; il film fu girato velocemente, perché lui era impegnato per altri film, credo subito dopo dovesse fare "L'oro di Napoli". Nella commedia non c'era la canzone "l'ombra della buonanima", nè era previsto l'apparecchio per provare la pressione. Ricordo la scena dove io nel ruolo di Celestino dicevo «Siemo» e lo zio (Totò) prosegue: "Siemo che?", quindi, alla mia battuta: «Siemo becchi!», Totò gridò: "Fermi, alt!", fu bloccato il ciak; "Come siamo becchi?" chiese Totò, e Mattòli, prontamente: «Antonio, non hai letto il copione!» e tutti giù a ridere.
Il bar della telefonata anonima di Salvo Libassi era il bar della De Laurentiis. Ero al bar della "De Laurentiis", assieme a Cristina Fantòn, quando entrò Sofia Loren, che si sedette su uno sgabello e telefonava... In interni a Roma fu girato anche l'interno tram, dove, filmata una bella ballerina, attiravo l'attenzione di Totò dicendogli: «Ma guardi, "Principe", guardi!...» e lui: "Ah, sì, Dio bono!" Disse così "Dio bono" in toscano... Per le foto di scena c'era la FOTO LIF che era a Piazza Venezia. Esterni a Firenze con noi attori non se ne fecero; lo scoppio del carro/"colombina" era un filmato... Probabilmente anche i pezzi ambientati a Napoli e Capri, furono girati solo a Roma. La scena finale dei due vedovi finti morti mi pare sia stata girata dopo il tempo previsto dal contratto, in "pro rata". Le scale, dalle quali, noi nipoti impauriti, si scappava giù, al finale, erano le scale della De Laurentiis.
Nè Totò, nè Ave Ninchi avevano controfigure. Attori toscani nel film eravamo solo noi sei: io, Renzo Biagiotti, la Ugolini, la De Mayo; la Cecconi, scartata al provino per la vedova Gemma Torresi, fu presa lì per lì, per il breve ruolo della madre di Celestino, così come "lì per lì" fu preso suo marito, l'attore Aldo Gineprari, per il ruolo del sagrestano.
No, non so chi fosse nel ruolo del Puntaròli. Noi toscani ad eventuali cene di fine lavorazione non fummo. Fui a cena con Cinquini, perché era parente di Attilia Bacci, segretaria della nostra Compagnìa teatrale...»

INDIZI E DATE:

- Dal riepilogo ENPALS datato gennaio 1956 e relativo ad Antonio De Curtis, conservato nel baule di Totò, da Federico Clemente, risulta: "VIETATO AI MAGGIORENNI" giornate lavorative 35 - dal 3 maggio al 5 giugno 1954.

- Dal libretto ENPALS di Edoardo Santàgata risulta: "VIETATO AI MAGGIORENNI", ROSA FILM, dal 3 maggio al 5 giugno 1954.

- Dal contratto posseduto dall'attore GIOVANNI NANNINI si legge che, in data 3 maggio 1954, egli è impegnato come attore, per la ROSA FILM, come da accordi precedenti, per il film dal titolo provvisorio "SIAMO UOMINI O CAPORALI?", per la regia di Mario Mattoli, dal 3 maggio al 10 giugno 1954, giorni feriali o festivi, giorno o notte, per eventuale doppiaggio, od eventualmente doppiato da altri..

Concludendo, per la ricostruzione, immancabilmente parziale, doverosamente ringrazio:
la signora PAOLA PANIZZI della "LUIGI VERONELLI Editore",
GREMESE EDITORE,
MARINA NINCHI,
ALBERTO ANILE,
FEDERICO CLEMENTE,
il dottor SERGIO MARCHINI,
VINICIO GIOLI,
EDOARDO SANTAGATA,
il professor ORIO CALDIRON,
e, soprattutto, il sottovalutato, amabile e giullareattore GIOVANNI NANNINI!
(non è escluso che in futuro, mano a mano che procedo nelle mie ricerche, contatti ed interviste, non possa colmare delle lacune ed arricchire maggiormentei dati certi relativi a codesto, come ad altri film...ed alle persone che vi erano presenti).

firmato: tenente Colombo (e chi altri, sennò?)

              

        

        

Soggetto

Il vedovo Piselli e la vedova Torresi,entrambi senza figli,incontrandosi spesso sulle tombe dei rispettivi coniugi entrano in amicizia e decidono di sposarsi.Ma i loro nipoti sono contrari alle nozze e suscitano in loro calunniosamente la reciproca gelosia.Alla fine i due smascherano i nipoti e ritrovano la serenità.

Critica e curiosità

Scriveva Dario Ortolani : " E' difficile per Totò sfuggire ai gesti e alla battute che l'hanno reso simpaticamente noto nella rivista , e forse per questo egli è capace di non far naufragare un film che riposi interamente sulle sue spalle . [..] Accanto a Totò , Isa Barzizza , biona , petulante , smorfiosetta , che sembra tenuta su con gli spilli " .
E l'ennesimo " vice " da Il Messaggero di Roma : " [..] La recitazione dei due protagonisti è attenta , garbata e umana , ma un copione assai insipido e privo di fantazia impedisce loro di essere veramente divertenti , tranne forse nella prima e nell'ultima scena , che sono le migliori del film " .


Ave Ninchi

Data nascita: 14 Dicembre 1914 (Sagittario), Ancona (Italia)
Data morte: 10 Novembre 1997 (82 anni), Trieste (Italia)
Nata da genitori triestini, a soli cinque anni suo cugino Annibale Ninchi la fa esordire nel Glauco di Morselli. La recitazione è una tradizione nella sua famiglia ed Ave a vent'anni viene ammessa all'Accademia di Arte Drammatica di Roma. In seguito entra nella compagnia di prosa Betrone-Capodaglio-Carini e, successivamente, entra a far parte delle migliori formazioni. Assai versatile, interpreta parti brillanti, ruoli del teatro classico ( Medea, 1949) e del teatro drammatico ( Dialoghi delle Carmelitane, 1952). Dalla rivista ( Un trapezio per Lisistrata, 1958; Un mandarino per Teo, 1960) passa al cinema, dove debutta nel dopoguerra. Negli anni '50 e '60 è una presenza costante nelle commedie comico-brillanti (la sua filmografia è sterminata), interpretando ruoli briosi e bonari, che le danno modo di mettere in luce le sue sanguigne doti di caratterista e l'espressività colorita ed esuberante della sua recitazione. L'attrice riesce a dare prova delle sue capacità recitative anche in film drammatici. Per l'interpretazione di uno di questi, Vivere in pace (di Luigi Zampa, 1946) si aggiudica il Nastro d'argento. Alla tv, oltre che come attrice, si fa apprezzare come briosa conduttrice: nel 1971 affianca Aldo Fabrizi, Paolo Panelli e Bice Valori nel varietà di Antonello Falqui Speciale per noi. In questo spettacolo del sabato sera lei e la Valori danno vita ad esilaranti scenette, nelle quali vestono di volta in volta i panni di mogli di personaggi di grosso calibro, politici, cantanti, miliardari, calciatori e capi clan. Tra impegni teatrali e televisivi Ave Ninchi trova sollievo e riposo nella sua casa di Trieste, città alla quale vi rimarrà legata tutta la vita, e nella quale si spegnerà il 10 novembre 1997. Ave Ninchi è stata una delle migliori caratteriste e la più accanita giocatrice del nostro cinema: ai tavoli da gioco ha perso una fortuna. Ma con i grandi amori della sua vita ha fatto un poker vincente: sono il marito, con cui è vissuta 45 anni (è morto nel 1981); John Wayne, l'eroe che le ha fatto amare il cinema sin da ragazza; i polli, che l'hanno resa famosa negli spot tv; la Juventus, squadra del cuore.


Isa Barzizza

Data nascita: 22 Novembre 1929 (Scorpione), Sanremo (Italia)
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, Isa ha iniziato giovanissima la carriera teatrale, prendendo parte ad alcuni spettacoli di prosa con Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Il vero grande lancio nel mondo del teatro le fu dato da Erminio Macario che a diciassette anni la volle in due sue riviste: Le educande di San Babila (1947) e Follie di Amleto (1947-48). Inizialmente il padre, contrario alla sua decisione di intraprendere la carriera artistica, si lascia convincere ma al patto che la giovane ragazza si faccia seguire da una governante. Carina, col suo corpo splendido e la sua delicata ironia, la Barzizza divenne presto la beniamina del teatro leggero del dopoguerra italiano. L'altro suo “padrino” teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C'era una volta il mondo (1947-48) di Michele Galdieri accanto ad Elena Giusti e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò i tempi comici, il contatto col pubblico, come muoversi sul palcoscenico, insomma tutti i segreti del mestiere. Nella rivista Bada che ti mangio la Barzizza e Totò erano i protagonisti dell'indimenticabile sketch del “vagone letto” (che concludeva anche il film Totò a colori, del 1952). L'attrice ricordò che la prima volta che venne rappresentato questo sketch durava sette minuti mentre, solo dopo alcuni mesi di tournée, le esilaranti improvvisazioni del comico napoletano lo avevano portato a durare ben cinquanta minuti. Presto la Barzizza si affermò anche sullo schermo. Interpretò infatti oltre trenta film, il primo dei quali fu I due orfanelli (1947) di Mario Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l'avevano lanciata sulla passerella (Totò, Macario, Carlo Dapporto), ma non c'è stato alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà (1953), dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco. Nella stagione 1951-52 venne scoperta da Garinei e Giovannini che esaltarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell'umorismo nella rivista Gran baldoria, grandissimo successo che portava le bellissime musiche di Gorni Kramer. Negli stessi anni affrontò anche il teatro di prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Il 3 gennaio 1954, giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni Osteria della posta, che vedeva la Barzizza protagonista. Nel 1955-56 ha interpretato la commedia musicale Valentina, di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Enrico Viarisio e Franco Scandurra, storia d'amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 l'attrice lasciò il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 aveva sposato il quale morì poi in un incidente nel '60 che ebbe violenti strascichi). Attorno agli anni '60 fondò la Citiemme, una società di doppiaggio, dedicandosi a questa attività sia come imprenditrice sia come direzione artistica. Tornò a teatro nei primi anni '90, interpretando numerose commedie, tra le quali ricordiamo La pulce nell'orecchio di George Feydeau con la regia di Gigi Proietti, Arsenico e vecchi merletti di Joseph Otto Kesserling con la regia di Mario Monicelli, Gigi di Sidonie-Gabrielle Colette per la regia di Filippo Crivelli. Nell'estate del 1995 ha partecipato al Festival di Spoleto con L'ultimo yankee di Arthur Miller, con la regia di John Crowther. Nel 1999 accanto alla grandissima Lauretta Masiero è stata sublime ne Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, confermando come sempre il suo grande stile e la sua inconfondibile bravura. Contemporaneamente è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione. Tra le altre cose, ha interpretato il film Ardena (1997) con Arnoldo Foà e Luca Barbareschi, ha condotto su Raitre il rotocalco Mai dire mai (1989) con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alla fiction di Raiuno Non lasciamoci più (1999), seguita da Non lasciamoci più 2 (2001), con Fabrizio Frizzi, Paolo Ferrari e Debora Caprioglio.


Enzo Turco

Data nascita: 1 Gennaio 1902 (Capricorno), Napoli (Italia)
Data morte: 7 Luglio 1983 (81 anni), Roma (Italia)
Appena terminati gli studi in un istituto industriale della sua città, si dedicò al teatro, imponendosi fino dagli anni Trenta come uno degli attori dialettali più validi, soprattutto come spalla di Nino Taranto. La sua attività nel teatro di rivista continuò intensa e coronata da successo affiancata anche dal lavoro nel cinema, in cui Turco aveva debuttato verso la fine degli anni Trenta. La sua stagione migliore in ambito cinematografico iniziò però alla fine degli anni Quaranta, quando cominciò ad essere richiesto da vari registi, che lo impiegarono in parti di secondo piano, sempre come “spalla” del protagonista, un ruolo in cui Turco dimostrò di trovarsi a suo agio, affermandosi come caratterista disinvolto e brillante, particolarmente adatto a situazioni comiche e farsesche. Oltre che attore, Turco fu anche soggettista e sceneggiatore cinematografico; a lui si devono infatti due film di gusto e argomento tipicamente partenopei, Scapricciatiello (1955) e Ci sposeremo a Capri (1956), purtroppo non realizzati con la cura necessaria. Dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, Turco lavorò spessissimo anche in televisione, partecipando a commedie, a sceneggiati e a serie televisive di successo..


Gina Amendola

Data nascita: 18 Febbraio 1917 (Acquario), Roma (Italia)
Appartenente a una famiglia in cui si respira aria di palcoscenico, fin da piccola è attratta dal mondo dello spettacolo. Partecipa in teatro, un po’ grandicella, a numerose commedie soprattutto brillanti. Al cinema arriva piuttosto tardi ed è molto attiva negli anni Cinquanta, richiesta specialmente per disegnare argute figure di comari romane, zie, madri apprensive, portinaie, popolane intriganti e di buon cuore. Una delle caratteriste di buon rilievo nel panorama del cinema italiano leggero.


Paolo Ferrari

Data nascita: 26 Febbraio 1929 (Pesci), Bruxelles (Belgio)
Il suo esordio nel cinema risale agli anni dell'infanzia, quando nel 1938, a soli nove anni, ebbe una parte di una certa importanza in Ettore Fieramosca, un film storico-avventuroso tratto dall'omonimo romanzo di Massimo D'Azeglio e diretto da Alessandro Blasetti. In seguito, dopo aver frequentato l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, Ferrari affrontò le sue prime prove teatrali, prima nella compagnia Gioi-Cimara-Bagli, poi nella Compagnia dei Giovani. In questo modo iniziò per lui un' intensa attività nel teatro di prosa, alla radio, in spettacoli di rivista e, più recentemente, in televisione; ebbe così modo di rivelare pienamente le sue qualità di attore brillante, dalla mimica accattivante e dall' eloquio ironico e fluido, messo in risalto da un bellissimo timbro vocale. Pur avendo partecipato a numerosi spettacoli televisivi, tutti di successo, la sua migliore interpretazione rimane quella offerta nella serie gialla Nero Wolfe (1969), in cui ricoprì con insuperabile ironia il ruolo di Archie Goodwin, segretario del celebre investigatore privato coltivatore di orchidee, nato dalla fantasia di Rex Stout e magistralmente interpretato da Tino Buazzelli. Negli anni Sessanta Ferrari intensificò anche la sua attività cinematografica, comparendo in numerosi film, per lo più di genere comico-brillante, talora come spalla di attori famosi, ma anche come protagonista. Come tale, merita di essere ricordato ne Le voci bianche (1964, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa), un film comico e triste al tempo stesso, ambientato nel particolarissimo mondo dei cantanti evirati, in cui Ferrari diede vita alla sua prestazione cinematografica più significativa, carica di una patetica ironia. È marito dell'attrice Marina Bonfigli.


Giovanni Nannini

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Piove sul bagnato (2009) di Andrea Muzzi, Andrea Bruno Savelli dove ha interpretato la parte di Ottone. Il film è stato distribuito nelle sale italiane venerdì 4 settembre 2009. Nel 1988 ha inoltre lavorato con Francesco Nuti per la realizzazione del film Caruso Pascoski (di padre polacco) dove ha interpretato la parte del giudice.


Cristina Fantoni

Nome: Cristina Fantoni
Data nascita: 7 Ottobre 1937 (Bilancia), Modena (Italia)
La sua attività è stata intensa e promettente soprattutto in televisione; al contrario, in ambito cinematografico, è apparsa non molto spesso, anche se in ruoli abbastanza incisivi e ricchi di possibilità espressive, benché non di primissimo piano. Il suo esordio nel cinema risale al 1953, quando comparve in Siamo donne,un film ad episodi girato nel 1953 da vari registi di grido e che si configurava come una galleria di “ritratti” di attrici famose, in chiave “neorealistica”.


Vincenzo Talarico

Data nascita: 28 Aprile 1909 (Toro), Cosenza (Italia)
Data morte: 16 Agosto 1972 (63 anni), Fiuggi (Italia)
Giornalista satirico e critico teatrale, prima di diventare sceneggiatore. Vinse un Nastro d'argento per soggetto e sceneggiatura di Anni facili, nel 1954. Le sue apparizioni come attore, in cui sfoggia retorica provinciale e sguardo liquido, sono ricche di autoironia e sarcasmo. Tra i film: Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani; Non c'è pace tra gli ulivi (1950) di Giuseppe De Santis; Dov'è la libertà...? (1954) di Roberto Rossellini; Un americano a Roma (1954) di Steno; Il bigamo (1955) di Luciano Emmer; Il moralista (1959) di Giorgio Bianchi: Audace colpo dei soliti ignoti (1959) di Nanni Loy: Il vigile (1960) di Luigi Zampa; Il mattatore (1960) di Dino Risi: I complessi (epis. Guglielmo il dentone, 1965) di Luigi Filippo D'Amico.


Nino Vingelli

Nome: Nino Vingell
Data nascita: 4 Giugno 1912 (Gemelli), Napoli (Italia)
Ha svolto attività teatrale, esordendo nel cinema durante la seconda guerra mondiale. Attore di buone doti drammatiche, dalla recitazione secca e composta, si è imposto, nel dopoguerra, come efficacissimo caratterista, sia in ruoli comici sia in ruoli drammatici. Tra i numerosi film interpretati in questi ultimi anni vanno ricordati almeno La legge (1959, J. Dassin), in cui tratteggiò con molto colore il personaggio di Pizzaccio; La sfida (1958, Francesco Rosi), dove fu un vigoroso e secco Gennaro; I magliari (1959, Francesco Rosi), dove apparve nelle vesti di Vincenzo. Di risorse drammatiche a volte sorprendenti, Vingelli si è venuto affermando come uno dei migliori caratteristi del recente cinema italiano, adatto soprattutto nelle parti di napoletano astuto, spesso privo di scrupoli, altre volte di cuore tenero e buon compagno.


Ughetto Bertucci

Data nascita: 18 Ottobre 1907 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 25 Giugno 1966 (58 anni), Roma (Italia)
Fa realmente il venditore di frutta e verdura in un mercato situato in una famosa piazza romana ed è il proprietario di un camioncino in pessime condizioni, quando viene notato da Mattòli e scritturato per un ruolo aderente al suo fisico e alla sua attività di “fruttarolo” per La vita ricomincia (1945). Il tarlo dello spettacolo si insinua in lui che decide, pur gestendo sempre il suo banco al mercatino, di dedicarsi al cinema e, occasionalmente, all’avanspettacolo in teatrini romani. Di bassa statura, magrolino, con una faccia decisamente simpatica e con l’aria scanzonata, è interprete di una elevata quantità di film, per lo più leggeri, accanto ai comici del momento, soprattutto Totò, ma anche Macario, Billi e Riva, Walter Chiari. Non va mai fuori dal suo cliché, non diventa un eccelso caratterista, non ottiene mai ruoli consistenti, ma non si monta la testa e continua il suo mestiere con umiltà, rarefacendo le sue apparizioni verso la fine degli anni Cinquanta, per ritirarsi poi piano piano dal mondo dello spettacolo

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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