Totò a Parigi

[Totò ] [Totò e Memmo Carotenuto]

[Totò e Sylva Koscina] [Totò e Agostino Salvietti]

Videoclip titoli di testa

Ascolta "Miss, mia cara miss" cantata da in Totò

Regia : Camillo Mastrocinque
Soggetto : Vittorio Metz,Roberto Gianviti
Sceneggiatura : Metz,Gianviti,Barjavel
Fotografia : Alvaro Mancori
Scenografia : Piero Filippone
Musica : Gorni Kramer
Montaggio : Roberto Cinquini
Aiuto regia : Leo Lenoir
Direttore produzione : Franco Serino,Franco Palaggi
Produzione : Jolly Film,Roma- Gallus Film,Paris
Durata: 97 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( il marchese De Chemantel/Totò)
Sylva Koscina( Juliette Marchand )
Fernand Gravey( Duclos,il dottore )
Lauretta Masiero( l'amica del marchese/la zingara )
Paul Guers( Pierre )
Tiberio Mitri( un gangster )
Philippe Clay( il maggiordomo)
Luigi Pavese( il dott. Calogero Tempesta )
Peppino De Martino( il maitre del night )
Agostino Salvietti( il guardiano del museo )
Memmo Carotenuto( il brigadiere )
Fanfulla( il signore del treno )
Mimmo Poli( il grassone nel treno )

Altri interpreti :
Mario Montalbano, Olimpia Valli,Francis Blanche

                    

Soggetto

Il vagabondo Totò, sosia perfetto del marchese Gastone,viene da questi portato a Parigi con l'intento di farlo passare per se stesso e poi eliminarlo cosi' da intascare i soldi dell'assicurazione .Ma il piano fallisce e il povero Totò viene rispedito a casa.

Critica e curiosità

Il film fu girato a Roma e Parigi tra il maggio e il giugno del 1958.In Francia il film fu distribuito col titolo di "Parisien malgrè lui" . Nella scena del Totò-vagabondo il cane che gli restituisce il portafogli e' Dox, pastore tedesco in forza alla polizia, che dopo il "pensionamento" fu affidato proprio a Totò che in quel momento aveva realizzato un canile per cani abbandonati. Totò nella parte del marchese De Chemantel è doppiato da Emilio Cigoli. La censura eliminò nella parte finale i due spogliarelli di cui però esiste una documentazione fotografica.

Scriveva Ugo Casiraghi : " [..] Totò a Parigi , raffazzonato da Camillo Mastrocinque , è uno dei film più scadenti del nostro comico che , a dir la verità , ne ha sulla coscienza parecchi . Il suo disegno del capobanda nobile , per esempio , è completamente fallito , perchè troppo serio . Totò che vive sugli alberi , che parla francese , o che fa Hitler al museo di cera , strappa invece qualche risata di passaggio [..] " .
Da un articolo non firmato sull'Avanti : " [..] Il repertorio di Totò - mossette da burattino , parole storpiate , smorfiacce e rotear d'occhi - è roba che conosciamo a memoria e la storia non poteva essere più povera di sale e di pepe " .
Ancora un articolo senza firma tratto dal Corriere Lombardo . " Prendete Totò : il successo di un film è assicurato per il novanta per cento [..] . Totò , nonostante il passare degli anni , è sempre lui . Basta che si muova sullo schermo per suscitare ilarità a non finire [..] " .

[Sylva Koscina] [Lauretta Masiero e Totò]

[Totò] [Lauretta Masiero e Totò]

[Totò] [Lauretta Masiero e Totò]

[Totò e Lauretta Masiero] [Totò]

[Totò e  Philippe Clay ] [Totò e Memmo Carotenuto]

[Totò] [Totò e Philippe Clay]


Sylva Koscina

Data nascita: 22 Agosto 1933 (Leone), Zagabria (Croazia)
Data morte: 26 Dicembre 1994 (61 anni), Roma (Italia)
Difficile non riconoscerla. Difficile non rimanere incantati dalla sua bellezza fotogenica. Faticoso non perdere la testa per quegli occhi da gatta o per quella voce spirata stile Greta Garbo con la quale recitava, e quasi impossibile non sorriderle, mentre ammiccava, senza mai cadere nella volgarità, al sesso. Attrice di origini jugoslave che giocava con la sua megalomania "da personaggio", in una maniera così ironica da essere considerata una donna fin troppo schietta e divertente, che ha saputo confermarsi oltretutto come interprete importante della commedia all'italiana anni 50-60 e non solo. Avvenenza nordica, attraente e prosperosa (faceva sfoggio della sua scollatura che era il suo vanto), di padre greco e madre polacca, prima di diventare attrice era una comune studentessa di fisica all'Università di Napoli, carriera che poi abbandonò quando, nel 1954, vinse il titolo di Miss di Tappa al Giro d'Italia. Da quel momento, si spalancarono immediatamente le porte del cinema. Il suo esordio è al fianco del re della risata Totò in Siamo uomini o caporali (1955) di Camillo Mastrocinque, nel ruolo di una ragazza in cerca di fama. Ma la sua notorietà è legata a film drammatici come Guendalina (1955) di Alberto Lattuada e, soprattutto, Il ferroviere (1956) di Pietro Germi. Dotata di grande spontaneità nella recitazione di fronte alla macchina da presa, colleziona una serie di brillanti autori (anche stranieri) che la dirigono offrendole l'opportunità di confrontarsi in vari generi: polizieschi, comici, horror e via discorrendo. Si parla ancora di Mastrocinque che ne fa una perfetta spalla femminile al fianco di Totò, ma anche di Carmine Gallone, di Zampa (Ladro lui, ladra lei), di Mauro Bolognini (Giovani mariti, Assoluto Naturale), di Comencini, Steno, Damiani, Salce, Camerini, Fulci, Blasetti, Mattoli, Loy e infine Mario Bava. Non mancano anche i geni del cinema nella sua lunghissima filmografia. Dino Risi la vuole nel ruolo della postina che fa breccia nel cuore di Renato Salvatori in La nonna Sabella (1957), accanto a Tina Pica e Peppino De Filippo (e sarà presente anche nel seguito del film La nipote Sabella, l'anno dopo), ma anche ne Il vedovo e in Poveri Milionari (entrambi del 1959). Mentre Ettore Scola la introduce nel cast di Se permettete parliamo di donne (1964), in mezzo a nomi come Gassman, Chiari e Lualdi. E come non menzionare il maestro Federico Fellini che la tinge di lillà in Giulietta degli spiriti (1965)? Fra gli stranieri invece, sono assolutamente da ricordare le sue pellicole con Sautet e Molinaro che la spingeranno poi a confrontarsi con Hollywood con un successo medio. Protagonista anche del gossip mondano, sempre e rigorosamente vestita all'ultima moda, ha avuto flirt con Paul Newman, Kirk Douglas, Jean Paul Belmondo, Rossano Brazzi, Alberto Sordi e Nino Manfredi, ma ha sposato il produttore cinematografico Raimondo Castelli. Il loro matrimonio (celebrato in Messico) però fu annullato nel 1967 a causa della bigamia di quest'ultimo. Fotografata a seno nudo per Playoby, a teatro offre la sua verve in "Biondissimamente tua" e in televisione fa similmente con gli sceneggiati … e la vita continua di Dino Risi (1984) e le commedie Topaze (1970) di Giorgio Albertazzi. Adorava circondarsi di lusso, infatti fu la prima a possedere una villa vicino a Roma in puro stile americano con piscina, cavalli e coltivazioni varie e proprio per la sua passione spropositata per la bella vita, finì anche nei guai per evasione fiscale. Colpita da tumore al seno, si sottopose ad operazione, e con orgoglio e determinazione, riprese a lavorare. Le lunghe ciocche bionde sono ormai un lontano ricordo, i suoi capelli cominciano a tingersi d'argento, ma a lei non importa. Indossa i panni di una miliardaria in Ricky e Barabba di Christian De Sica e appare nel film C'è Kim Novak al telefono (1993), anche se i più giovani la ricorderanno sicuramente nello sceneggiato musicale L'Odissea, nel ruolo di una Minerva piena di sé e incredibilmente vanitosa che viene decantata da un Andrea Roncato-Ulisse sulle note di "Come porti i capelli bella bionda". La bella bionda, che aveva la particolarità di parlare di sé sempre in terza persona (usando come soggetto non "io", ma "la Koscina"), si è prestata perfino per degli spot pubblicitari per una nota casa di pellicce, dove ammiccava alle spettatrici, sussurrando: «Ve lo dice Sylva Koscina». Ma cosa ci ha detto Sylva Koscina? Cosa ci ha lasciato quando è morta a Roma? Ci ha lasciato la capacità di sorvolare con un sorriso gli anni che passano e il tempo che cambia senza piagnistei e pentimenti. Ci ha lasciato la dignità di una persona di fronte a un male incurabile e soprattutto una piccola scalfittura nel cinema italiano. Un graffio che ha la forma dei suoi occhi felini e dal quale proviene ancora la sua inequivocabile voce che ci sospira: «La Koscina è la Koscina».


Fernand Gravey

Data nascita: 25 Dicembre 1904 (Capricorno), Bruxelles (Belgio)
Data morte: 2 Novembre 1970 (65 anni), Parigi (Francia)
Classe 1904, Fernand Gravey nasce a Bruxelles (Belgio) sotto il segno del Capricorno. La sua principale attività nel mondo del cinema è stata quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Come rubare un milione di dollari e vivere felici (1966) di William Wyler dove ha interpretato la parte di Grammont. Nel 1958 ha inoltre lavorato con Camillo Mastrocinque per la realizzazione del film Totò a Parigi dove ha interpretato la parte del dottor duclos. Fernand Gravey ci lascia all'eta di 66 anni spegnendosi in una triste giornata del 2 Novembre 1970 a Parigi (Francia).


Lauretta Masiero

Nome: Laureta Masiero
Data nascita: 25 Ottobre 1927 (Scorpione), Venezia (Italia)
Data morte: 23 marzo 2010 (82 anni), Roma (Italia)
Ha iniziato la sua prestigiosa carriera nel varietà, al fianco di Macario, nel 1945. Subito dopo si è avvicinata al teatro di prosa, giungendo, nel breve volgere di alcune stagioni, a ricoprire ruoli principali. Assieme a Garinei e Giovannini ha interpretato una lunga serie di spettacoli primo dei quali, nel 1952, Attanasio cavallo vanesio. Nel 1954 è stata chiamata alla Biennale di Venezia in occasione dell'inaugurazione della Fondazione Cini: qui ha interpretato con successo una lunga serie di spettacoli goldoniani, tra i quali Il campiello e Le baruffe chiozzotte. Agli spettacoli del repertorio classico Lauretta Masiero ha alternato quelli del repertorio comico-brillante, sempre raccogliendo unanimi consensi, a partire da La pappa reale al fianco di Andreina Pagnani, che le fu maestra in brio e simpatia, spettacolo che la consacrò definitivamente quale interprete del repertorio brillante. Non ha tuttavia trascurato di cimentarsi anche con testi di autori drammatici, fra i quali Luigi Pirandello, del quale ha interpretato Ma non è una cosa seria e La signora Morli una e due. Ha in seguito recitato con numerose tra le maggiori compagnie del panorama nazionale, fra le quali la Masiero-Calindri-Volpi-Zoppelli, la Masiero-Lionello-Pagnani, la Masiero-Volonghi e la Masiero-Foà. Più rare le sue presenze sulla scena negli anni '70, mentre negli '80 e '90 ha portato al successo soprattutto autori anglosassoni. Dell'ultimo periodo ricordiamo: Il marito va a caccia di Georges Feydeau (1987), La cameriera brillante di Carlo Goldoni (1988), La miliardaria di George Bernard Shaw (1989), A piedi nudi nel parco di Neil Simon (1993) e Twist di Clive Exton (1995). Al teatro ha alternato una vivace attività cinematografica e televisiva. Per il grande schermo ha interpretato numerosi film, tra i quali Canzoni di mezzo secolo (1952) con Renato Rascel, Accadde al commissariato (1954), Totò a Parigi (1958), Marinai, donne e guai (1958), Tipi da spiaggia (1959), Sua eccellenza si fermò a mangiare (1961) e Il viaggio di Capitan Fracassa (1990), per la regia di Ettore Scola. Altrettanto numerose la sue apparizioni televisive in spettacoli quali Canzonissima (1960-61) con Aroldo Tieri e Alberto Lionello, Biblioteca di Studio Uno (1964), Palcoscenico musicale (1966), Qui ci vuole un uomo (1968), e la serie Le avventure di Laura Storm (1965), nella quale ha impersonato una brillante investigatrice giornalista in cerca di guai. Dal 1996 Lauretta Masiero fa parte della compagnia del Teatro Stabile”La Contrada ", assieme alla quale ha interpretato una fortunata edizione di Non ti conosco più di Aldo De Benedetti e Le sorelle Materassi di Fabio Storelli, spettacoli che hanno registrato entrambi un ottimo successo di pubblico e critica. Attrice a tutto tondo dello spettacolo italiano, la grandissima Lauretta Masiero miete un successo dietro l'altro da oltre cinquant'anni grazie all'impeccabile professionalità e alla innata e intramontabile verve. È passata con disinvoltura dalla rivista al teatro leggero a più impegnative prove nel teatro classico, riconfermando in ogni occasione uno stile e una bravura che fanno di lei una delle più grandi attrici italiane.


Paul Guers

Data nascita: 19 Dicembre 1927 (Sagittario), Tours (Francia)
Classe 1927, Paul Guers nasce a Tours (Francia). 83enne, il prossimo 19 Dicembre, nasce sotto il segno del Sagittario. La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Il magnifico cornuto (1964) di Antonio Pietrangeli dove ha interpretato la parte di Gabriele. Nel 1958 ha inoltre lavorato con Camillo Mastrocinque per la realizzazione del film Totò a Parigi dove ha interpretato la parte di Pierre, il figlio di Duclos.


Tiberio Mitri

Data nascita: 12 Luglio 1926 (Cancro), Trieste (Italia)
Data morte: 12 Febbraio 2001 (74 anni), Roma (Italia)
Pugile di fama mondiale esordì nel cinema nel 1952 ne I tre corsari di Mario Soldati. In seguito interpretò numerosi film, affermandosi, sia pure spesso in parti secondarie, come attore dotato. La sua interpretazione più significativa rimane quella del personaggio di un pugile che muore sul ring in Un uomo facile (1959, P. Heusch e Fausto Tozzi). Era sposato con l'attrice Fulvia Franco, Miss Italia 1948.


Philippe Clay

Data nascita: 7 Marzo 1927 (Pesci), Parigi (Francia)
Classe 1927, Philippe Clay nasce a Parigi (Francia). 83enne, il prossimo 7 Marzo, nasce sotto il segno dei Pesci. La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Totò a Parigi (1958) di Camillo Mastrocinque dove ha interpretato la parte del maître d'hotel. Nel 1971 ha inoltre lavorato con Nando Cicero per la realizzazione del film Armiamoci e partite.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Peppino De Martino

Data nascita: 8 Dicembre 1908 (Sagittario), Napoli (Italia)
Data morte: 19 Giugno 1970 (61 anni), Napoli (Italia)
Attore squisitamente partenopeo, ha al suo attivo una carriera cinematografica da caratterista alquanto corposa, piena di titoli importanti. Diretto da registi famosi lavora al fianco di attori di prim’ordine, accanto ai quali non sfigura affatto, pur nell’esiguità dei ruoli affidatigli che non gli hanno permesso di accedere a una notorietà più che meritevole. L’inizio della sua carriera è in teatro: fa parte della compagnia dei fratelli De Filippo a partire dalla stagione 1931-32 fino alla 1934-35, recitando al Teatro Kursaal di Napoli in Gennareniello, L’ultimo bottone e Uomo e galantuomo dello stesso Eduardo e in altre opere di differenti autori, per allontanarsene successivamente richiesto dal teatro di rivista. Fa ritorno, dopo la separazione dei fratelli De Filippo, nella compagnia di Eduardo, nell’immediato dopoguerra, ma provvisoriamente, scritturato per Questi fantasmi! (1946). Dopo la parentesi nella rivista, il richiamo della prosa e della compagnia di Eduardo è più forte e nel 1954-55 accetta una nuova scrittura per recitare nella novità Mia famiglia, e in riprese quali Ditegli sempre di sì e Non ti pago, tutte di Eduardo, accanto al quale è anche nella stagione successiva per la prima di Bene mio e core mio. Spesso al fianco dei grandi comici del tempo quali Totò, non da spalla come le sue possibilità artistiche gli avrebbero fatto meritare, ma come gustoso e intelligente attore di carattere, prende parte nel 1947 a una delle più gradevoli riviste del dopoguerra C’era una volta il mondo di Michele Galdieri. Poi è accanto a Rascel nelle pregevoli commedie musicali Attanasio cavallo vanesio (1952-53) e Alvaro piuttosto corsaro (1953-54) di Garinei e Giovannini. De Martino si sente anche sollecitato dal richiamo del cinema dove, per quasi tutto il decennio degli anni Cinquanta e la prima metà dei Sessanta, è richiestissimo pur interpretando spesso ruoli di terzo piano, talvolta simili a semplici figurazioni, ma sostenuti sempre con senso dell’ironia e professionalità.


Agostino Salvietti

Nome: Agostino Salvietti
Data nascita: 1 Gennaio 1967 (Capricorno), Napoli (Italia)
Data morte: 2 Febbraio 1967 (0 anni), Napoli (Italia)
Grande esponente del teatro comico napoletano, Agostino Salvietti è stato un eccezionale attore brillante, dotato di una spontanea e garbata comicità. Ha lavorato dapprima sul palcoscenico con Peppino De Filippo e Tina Pica, e poi è approdato sullo schermo dove, dagli anni '30 agli anni '60, è stato il gustoso caratterista di numerosi film, soprattutto del genere comico, alcuni dei quali accanto a Totò. Fra i tanti ricordiamo: Fra Diavolo (1942), Anni difficili (1948), Il barone Carlo Mazza (1949), Carosello napoletano (1953), Totò, Vittorio e la dottoressa (1957), Io, mammeta e tu (1958), Totò a Parigi (1958), Gli onorevoli (1963) e Ieri, oggi e domani (1963).


Memmo Carotenuto

Data nascita: 24 Luglio 1908 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 23 Dicembre 1980 (72 anni), Roma (Italia)
Straordinario caratterista cinematografico dall'inconfondibile vocione rauco e dall'incontenibile ironia tipicamente romana, Memmo Carotenuto (figlio d'arte e fratello dell'altrettanto celebre Mario) è stata una presenze essenziale della commedia all'italiana degli anni Cinquanta, che lo ha visto come scanzonato e sanguigno comprimario nei suoi migliori prodotti, al fianco di attori come Totò, Alberto Sordi, Peppino De Filippo, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Da ricordarlo assolutamente nel ruolo dello scalognato ladro Cosimo de I soliti ignoti (1958) di Mario Monicelli, in quello del tranviere compagno di stanza di Renato Salvatori di Poveri ma belli (1956) e Belle ma povere (1957), entrambi di Dino Risi, in quello del amorevole ma anche collerico padre alle prese con una numerosa e turbolenta prole di Padri e figli (1958) di Mario Monicelli, ed in quello del carabiniere Baiocchi spalla di De Sica di Pane, amore e fantasia (1953) e Pane, amore e gelosia (1954), entrambi di Luigi Comencini.


Fanfulla

Data nascita: 26 Febbraio 1913 (Pesci), Roma (Italia)
Data morte: 5 Gennaio 1971 (57 anni), Bologna (Italia)
Figlio della diva dell’avanspettacolo Diavolina, ossia la bolognese Mercedes Menolesi, inizia a calcare le tavole del palcoscenico giovanissimo in compagnie secondarie di varietà in giro per la provincia. Dopo molti anni, subito dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, riesce a formare una propria compagnia di avanspettacolo e varietà distinguendosi come attore di ottimo livello e dalla comicità surreale, uno che “non imitava nessuno”. Porta in giro per tutta l’Italia spettacoli di assoluto divertimento come E poi dicono che non c’è denaro (1941-42) scritto da lui, quindi Chi l’ha vista (1941-42) di Pavesi, Il teatro della caricatura (1943-44) con la Magnani, Sordi, Carlo Rizzo e i divi cinematografici Valentina Cortese e Andrea Checchi, e Hello, signorina (1944-45). In scena parla col gergo dei giornali satirici «Marc’Aurelio» e «Bertoldo» indossando giacche coloratissime e sgargianti. Nel dopoguerra diventa capocomico di una formazione di rivista venendo soprannominato “il re dell’avanspettacolo”. Amendola e Maccari scrivono per lui i copioni di Orchidea verde (1945), de Il romanzo di due orfanelle povere e di due sergenti miserabili, padroni delle ferriere (1947) e di Follie di primavera (1951). Nella stagione 1948-49 interpreta la rivista di Simmon La favola di tutti i tempi, dove spesso adatta al suo genere di comicità i copioni di Galdieri, come farà anche in Fanfulla varietà (1949-50). Inizia l’attività cinematografica piuttosto tardi, agli inizi degli anni Cinquanta, comparendo come sapido e saporoso caratterista in numerosi film, spesso sacrificato in ruoli minimi e indecorosi per lui (può peraltro vantare due prestigiose partecipazioni a film felliniani). Nella stagione 1967-68 riappare sulle scene, invecchiato e patetico, in uno spettacolo che tenta di rinverdire il passato dell’avanspettacolo, Divertentissimo di Dino Verde. Sposatosi con l’attrice Nelly Fioretta, spesso al suo fianco sulla scena, se ne separa nel 1945


Mimmo Poli

Nome: Domenico Poli
Data nascita: 11 Aprile 1920 (Ariete), Roma (Italia)
Data morte: 4 Aprile 1986 (66 anni), Roma (Italia)
Una filmografia sterminata (più di 120 film), una faccia che potrebbe con impassibile orgoglio posare sul busto di un senatore romano, amata tanto da Totò quanto da Federico Fellini. Compare ovunque, dove serve un barista, uno scaricatore, un detenuto, dai film del Monnezza a quelli di Bernardo Bertolucci. Una presenza costante, tanto familiare quanto fugace, sul grande schermo deI cinema italiano tra gli anni Cinquanta e la fine degli Ottanta. Tra i film: Il cappotto (1952) di Alberto Lattuada; Totò a colori (1952) di Steno; Stazione Termini (1953) di Vittorio De Sica; Il tesoro dell'Africa (Beat the Devil, 1953) di John Huston; Le notti di Cabiria (1956) di Federico Fellini; Poveri ma belli (1956) di Dino Risi; Arrangiatevi! (1959) di Mauro Bolognini: Totò, Peppino e la dolce vita (1961) di Sergio Corbucci; Vanina Vanini (1961) di Roberto Rossellini; Il monaco di Monza (1963) di Corbucci.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it




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