Destinazione Piovarolo

[Totò] [Totò]

[Totò,Paolo Stoppa e Carlo Mazzarella] [Totò,Tina Pica e Marisa Merlini]

[Marisa Merlini e Arnoldo Foà] [Totò e Mario Carotenuto]

Videoclip titoli di testa

Regia : Domenico Paolella
Soggetto : Gaio Fratini
Sceneggiatura : Benvenuti,De Bernardi,Strucchi
Fotografia : Mario Fioretti
Scenografia : Piero Filippone
Musica : Angelo Francesco Lavagnino
Montaggio : Gisa Radicchi Levi
Aiuto regia : Mauro Morassi
Direttore produzione : Renato Libassi
Produzione : Lux Film,DDL Film,Roma
Durata: 90 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio La Quaglia )
Marisa Merlini( Sara, sua moglie )
Irene Cefaro( Mariuccia, sua figlia )
Tina Pica( Beppa, la casellante )
Ernesto Almirante( Ernesto,l'ex garibaldino )
Zoe Incrocci( sua nipote )
Enrico Viarisio( l'onorevole De Fazio )
Giacomo Furia( il suo segretario )
Nando Bruno( Celestino, il sacrestano )
Arnoldo Foà( il podestà )
Leopoldo Trieste( l'ispettore delle ferrovie )
Paolo Stoppa( l'onorevole Gorini )
Carlo Mazzarella( il segretario di Gorini )
Nino Besozzi( il ministro dei trasporti )
Luigi Garetto( il farmacista )
Fanny Landini( Rita, la vedova )
Mario Carotenuto( Giulio Innocenzi )

        

        

Soggetto

Antonio capostazione a Piovarolo,dove si ferma un solo accellerato,aspira da anni ad una promozione .A causa di una frana il ministro delle comunicazioni si ferma in paese.Qui Totò cerca in tutti i modi di strappare una promessa di promozione,vanificata dai suoi cattivi precedenti come capostazione.

Critica e curiosità

Risolto il contratto che lo legava alla Ponti-De Laurentis , Totò fonda la D.D.L ( dalle iniziali de Curtis - Alfredo De Laurentiis-Renato Libassi ) e produce insieme alla Lux , " Destinazione Piovarolo " . Il film viene girato tra maggio e giugno del '55 ,nei teatri Amato mentre gli esterni nelle vicinanze di Roma , inutile dire che la cittadina di Piovarolo e' frutto di invenzione .Già in questo film Totò mostra problemi alla vista che si manifesteranno in maniera piu' evidente solo un paio d'anni più tardi .
Scriveva Maurizio Liverani : " [..] Totò colorisce in burlesco il personaggio del capostazione , prestandogli alcuni tocchi del suo repertorio abituale , rinunziando a molti di essi , però , è risultato più umano , confermando la sua attitudine a trasformarsi da marionetta in essere umano " .
Ancora un "vice su L'Unità : " [..] Il soggetto del film , appositamente eleborato per interpretazione di Totò , pur rininciando a troppi facili effetti comici , ricalca espedienti narrativi e situazioni ampiamente sfruttate , senza rinunciare ad un pizzico di qualunquistico che aleggia in alcune parti . Totò si dimostra ottimo e misurato attore [..] " .


Marisa Merlini

Nome: Marisa Merlin
Data nascita: 6 Agosto 1923 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 27 Luglio 2008 (84 anni), Roma (Italia)
Donna ironica e ruspante, romana verace, Marisa Merlini è stata una delle attrici-emblemi della”romanità”della sua generazione, interpretando quasi settanta film, dilatati in mezzo secolo di una carriera ancora in atto. Infatti, passato il periodo della grande commedia all'italiana, Marisa Merlini ha saputo riciclarsi, giocoforza, nei ruoli della suocera autoritaria, della nonna e quant'altro. Persona di una simpatia acclarata e di un'amabilità poco frequente, la Merlini è stata una delle migliori attrici comiche del cinema, del teatro e della televisione italiana. Da ragazzina aveva frequentato a Roma la scuola di recitazione della contessa Serra, partecipando agli spettacoli del Teatro dei fanciulli (oggi Teatro Flajano) curati da Vittorio Metz. Poi il padre abbandonò la famiglia: una moglie e cinque figli in condizioni di grande miseria. Marisa per contribuire agli introiti familiari si fece assumere come commessa al banco di profumi in un emporio. Per la sua prorompente bellezza venne notata da Mariuccia Giuliano, moglie di Erminio Macario, che si occupava della scelta delle famose”donnine”che circondavano il comico torinese nelle sue sfavillanti riviste. L'esordio sul palcoscenico avvenne nell'ottobre del 1941 al Teatro Valle di Roma, nella rivista Primavera di donne, nel ruolo di contorno alla soubrette, che era l'indimenticabile Wanda Osiris. Lo spettacolo andò in giro per l'Italia, il successo si ripeté ovunque. Un pittore famoso, Boccasile, la scelse come modella per la”Signorina Grandi Firme ", emblema di un settimanale di successo, immagine della femminilità in cima ai sogni degli italiani dell'epoca. Notata dal grande Totò, prese parte alla rivista Che ti sei messo in testa? (1943-44) di Michele Galdieri. Nello spettacolo figurava come primadonna l'indimenticabile Anna Magnani, della quale divenne grandissima amica. Col comico napoletano in seguito partecipò a quattro riviste teatrali e sette film, tra cui Totò cerca casa (1949), L'imperatore di Capri (1949) e Totò cerca moglie (1950). La vera grande affermazione sul grande schermo la ottenne quando Luigi Comencini la chiamò per interpretare il ruolo della levatrice nel film Pane, amore e fantasia (1953), con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Ma nel cinema ha ricoperto anche altri e significativi ruoli, accanto a Alberto Sordi ( Il vigile di Luigi Zampa, 1960), Marcello Mastroianni ( Padri e figli di Mario Monicelli, 1957) e Titina De Filippo ( Cani e gatti, 1952). In seguito si defilò dalle scene e soprattutto dal grande schermo, che in quel periodo proponeva squallidi filmetti porno-soft con Alvaro Vitali, Edwige Fenech e Lino Banfi. Tornò alla ribalta quando venne invitata a Londra dal regista Peter Grenville per interpretare la parte della governante d'origine napoletana di Lady Hamilton nella commedia di Terence Rattigan Questioni di Stato. Un anno di repliche, e di successo. Dopo questo grande trionfo l'attrice venne chiamata da Garinei e Giovannini per partecipare a due commedie musicali interpretate da Gino Bramieri: Cielo, mio marito!, di Costanzo e Marchesi, con Ombretta Colli, e Foto di gruppo con gatto di Iaia Fiastri e Enrico Vaime, con Gianfranco Jannuzzo. Accolta sempre grazie alla sua straripante simpatia, dagli applausi di un pubblico fedele.


Irene Cefaro

Data nascita: 31 Agosto 1935 (Vergine), Roma (Italia)
Esordì nel mondo del cinema grazie alla vittoria riportata in un concorso di bellezza, ottenendo in una particina nel film Delirio, diretto nel 1954 da Pierre Billon e da Giorgio Capitani). In seguito è apparsa in numerosi film, alcuni dei quali di un certo impegno, ma limitandosi a parti secondarie, in cui ha dimostrato di saper tratteggiare con acume ed efficacia interpretativa personaggi di ragazza moderna, inquieta e spregiudicata.


Tina Pica

Data nascita: 31 Marzo 1884 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 16 Luglio 1968 (84 anni), Napoli (Italia)
Figlia d'arte, grandissima caratterista dalla voce inconfondibile, fu attrice giovane e versatile capace di vestire i panni di svariati personaggi, anche maschili. Attrice con F. Stella, si affermò soprattutto come eccellente commediante comica con i fratelli De Filippo (1931-38) e nella compagnia di Eduardo (1945-47). Esordì al cinema quando ancora non c'era il sonoro nel 1916, ma in seguito lavorò con gli attori più famosi: Totò, Vittorio De Sica, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, Ugo Tognazzi, Fernandel. Nel cinema ebbe grande successo in film come Pane, amore e fantasia (1953, in cui impersonò l'invadente e comicissima Caramella), Pane, amore e gelosia (1954) e come protagonista d'una serie buffa imperniata sulla sua figura (Zia d'America, Nonna Sabella) e perfino sul suo nome (La Pica sul Pacifico, 1960). Impersonò personaggi fatti di napoletanità argute, semplici eppure complesse, protagonisti della vita di tutti i giorni della città partenopea. Tra i film che ha interpretato si ricordano Filumena Marturano (1951), L'oro di Napoli (1954) e Ieri, oggi e domani (1963).


Ernesto Almirante

Data nascita: 24 Settembre 1877 (Bilancia), Mistretta (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1964 (87 anni), Bologna (Italia)
Fin da piccolo sul palcoscenico accanto al padre, Nunzio, e ai fratelli Giacomo, Luigi e Mario, arriva sul grande schermo nel 1935. Nel dopoguerra diventa l'effigie dell'attore anziano, un'icona da Belle Epoque sopravvissuta nelle famiglie e nei salotti borghesi anni Cinquanta in film di Blasetti, Fellini e Totò. Ideale nei panni dell'ufficiale in pensione o del nonno rimbambito. Tra i film: O sole mio (1945) di Giacomo Gentilomo; Il testimone (1945) di Pietro Germi; L'angelo e il diavolo (1946) di Mario Camerini; L'onorevole Angelina (1947) di Luigi Zampa; I pompieri di Viggiù (1949) di Mario Mattoli: Prima comunione (1950) di Alessandro Blasetti; Guardie e ladri (1951) di Steno e Mario Monicelli; Lo sceicco bianco (1952) di Federico Fellini: Ore 10 lezione di canto (1955) di Marino Girolami.


Zoe Incrocci

Data nascita: 21 Settembre 1917 (Vergine), Roma (Italia)
Data morte: 6 Novembre 2003 (86 anni), Roma (Italia)
Splendida caratterista, debutta piccolissima nel ruolo di Lilina nel film L'eredità dello zio buonanima (1934), di Amleto Palermi. In seguito partecipa a numerose pellicole, nelle quali si distingue come attrice raffinata e spiritosa ( Totò cerca moglie, 1950; Il padrone del vapore, 1951; Noi siamo le colonne, 1956; Colpo gobbo all'italiana, 1962; Dropout, 1971; Brutti, sporchi e cattivi, 1976). Numerose sono le sue partecipazioni televisive in sceneggiati come Il giornalino di Gian Burrasca (1964), David Copperfield (1965) e Le avventure di Pinocchio (1972). Attiva anche in teatro e alla radio, Zoe Incrocci è nota anche nel campo del doppiaggio soprattutto per la magnifica, gracchiante Jean Hagen di Singing' in the Rain (Cantando sotto la pioggia, 1952) e per la querula servetta di colore Butterfly McQueen di Gone Whit the Wind (Via col vento, 1939); è stata anche la giovane Marilyn Monroe di All About Eve (Eva contro Eva, 1950). Nel 1991 riceve il David di Donatello per l'interpretazione di Elvira in Verso sera (1991), di Francesca Archibugi.


Enrico Viarisio

Data nascita: 3 Dicembre 1897 (Sagittario), Torino (Italia)
Data morte: 1 Novembre 1969 (71 anni), Milano (Italia)
Dotato di un umorismo fine ed elegante, Enrico Viarisio iniziò la sua carriera teatrale professionistica a 20 anni. Esordì come “amoroso” nella compagnia Carini-Gentili-Betrone, passando poi con la Talli-Melato-Betrone, con Antonio Gandusio, con Dina Galli e Nino Besozzi e con la compagnia Merlini-Cialente-Bagni. A esaltare le sue doti mimiche fu il repertorio comico-pochadistico. Le platee borghesi apprezzavano quel “brillante” ricco di comunicativa, di effervescenza, di mondano brio, perfettamente a suo agio in commedie poco impegnative, ma divertenti e distensive. Nel cinema comico-sentimentale e dei telefoni bianchi, in auge negli anni '30, Viarisio fu una figura costante, con i suoi baffetti e i suoi neri, lucidi capelli pettinati all'indietro. Fu quindi lo spensierato ed elegante interprete di storielle di varia amenità, che assai sovente arrivavano sullo schermo dal palcoscenico, come Non ti conosco più (1936) di Nunzio Malasomma, L'uomo che sorride (1936) e Questi ragazzi (1937) di Mario Mattoli. Spesso egli rimaneva nei limiti della macchietta, ma in taluni casi sbozzava figurette saporite, che sono rimaste memorabili. Ciò accadde soprattutto in film di un certo impegno, come Il cappello a tre punte (1934) di Mario Camerini, Cavalleria (1936) di Goffredo Alessandrini e Quattro passi tra le nuvole (1942) di Alessandro Blasetti. Nel dopoguerra si dedicò soprattutto alla rivista, al fianco di Wanda Osiris (Domani è sempre domenica, 1946-47; Si stava meglio domani, 1947-48; Il diavolo custode, 1950-51) e di Isa Barzizza ( Valentina, 1955). Negli anni '50 e '60 prestò il suo impeccabile stile e la sua garbata ironia anche alla televisione. Memorabile rimane la sua partecipazione a Carosello nello spot per Alemagna (in onda dal 1957 al 1965), rimasto celebre per il codino “Ullalà è una cuccagna!”.


Giacomo Furia

Data nascita: 1 Gennaio 1925 (Capricorno), Arienzo (Italia)
Uno dei più grandi caratteristi cinematografici e teatrali degli Anni Quaranta e Cinquanta. Debutta sul palcoscenico accanto a Eduardo De Filippo con il quale stringerà una profonda amicizia e un reciproco rispetto della professione. Infatti, è proprio con Eduardo De Filippo che esordisce al cinema nel dramma d'amore e gelosia Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli con Anna Magnani e Titina De Filippo. Lo stesso anno, è scelto da Roberto Rossellini come uno dei protagonisti della commedia La macchina ammazzacattivi, mentre l'anno seguente è accanto a Gino Cervi in La sposa non può attendere (1949). Spalla comica o semplice attore di secondo piano accanto a Totò, Peppino De Filippo, Tina Pica, Aldo Fabrizi, Luigi Pavese, Ave Ninchi, Giovanna Ralli, Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Raimondo Vianello e Alberto Sordi, è spesso diretto da Mattoli, Steno, Camillo Mastrocinque, Alberto Lattuada e Mario Monicelli in pellicole che hanno scritto la storia del genere comico italiano, soprattutto quelle accanto al principe De Curtis: Totò cerca casa (1949); Totò Tarzan (1950); Totò sceicco (1950); Un turco napoletano (1953); Il medico dei pazzi (1954); Totò all'Inferno (1955); Siamo uomini o caporali? (1955); Destinazione Piovarolo (1955); il perfetto La banda degli onesti (1956); Totò, Peppino e le fanatiche (1958); Totò nella luna (1958); Totò, Eva e il pennello proibito (1959); I ladri (1959); Il monaco di Monza (1963) e Totò contro il pirata Nero (1964). È nel 1954 che spicca nel ruolo del panciuto e ingenuo marito della bella pizzaiola Sophia Loren nell'episodio Pizze a credito de L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica. Sarà il primo di molti incontri sul set con la Loren: La domenica della buona gente (1953); Due notti con Cleopatra (1954); Peccato che sia una canaglia (1954) e il fiabesco C'era una volta (1967) di Francesco Rosi. Per ben due volte è stato diretto da Federico Fellini, la prima volta assieme a Lattuada in Luci del varietà (1951) con Giulietta Masina nel ruolo del giornalista Duke, la seconda volta in I clowns (1971), mentre assai di più è stato confermato come attore in un set diretto da Mario Soldati, come Il sogno di Zorro (1952). Furia ha lavorato anche con Amedeo Nazzari in L'ultimo amante (1955), è stato diretto da Franco Rossi in Amore a prima vista (1957), poi ha anche affiancato Ernest Borgnine in Il re di Poggioreale (1961), Fernandel in Giudizio universale (1961); Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in Il giorno più corto (1962), diventando negli Anni Sessanta e Settanta, uno degli attori prediletti da Bruno Corbucci e Antonio Margheriti per i primi film b-movies italiani, di qualunque genere essi siano stati. Recita con Claudio Gora in Io non spezzo… rompo (1971) e in Provaci anche tu, Lionel (1973), poi è accanto a Yul Brynner in Con la rabbia agli occhi (1976). Televisivamente, prenderà parte alla fiction Luisa Sanfelice (1963) e la miniserie di Leonardo Cortese incentrate sul Tenente Sheridan, magistralmente interpretato da Ubaldo Lay. Seguono: Il cappello del prete (1970) di Sandro Bolchi con Antonio Casagrande e Angela Luce; Qui squadra mobile (1973); Storie della Camorra (1978) di Paolo Gazzara con Antonio Casagrande, Isa Danieli, Luigi De Filippo, Ida Di Benedetto, Ivo Garrani, Marzio Honorato, Massimo Ranieri e Giacomo Rizzo; Melodramma (1984); Non basta una vita (1988) di Mario Caiano con Carole André; L'edera (1992) di Fabrizio Costa con Agnese Nano, Maria Rosaria Omaggio, Clarissa Burt ed Erika Blanc; Passioni (1993) di Fabrizio Costa con Giorgio Albertazzi, Giulia Boschi, Mariangela D'Abbraccio, Lorenzo Flaherty, Rosa Fumetto, Simona Marchini, Marino Masé, Paola Pitagora, Gigi Proietti e Virna Lisi; Vado e torno (1998) e Mai con i quadri (1999) di Caiano con Daniele Liotti, Elisabetta Gardini, Alessandra Acciai, Alessio Boni e Jean-Pierre Cassel. Anche se, bisogna dire che il suo volto è legato principalmente a uno spot del Carosello di una famosa azienda di latticini. Nel 1997, ha firmato anche la sua biografia “Le maggiorate, il principe e l'ultimo degli onesti” dove racconta assieme al giornalista Michele Avitabile la sua carriera.


Nando Bruno

Data nascita: 6 Ottobre 1895 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 11 Aprile 1963 (67 anni), Roma (Italia)
Grande caratterista cinematografico, in oltre settanta film Nando Bruno ha lasciato traccia della sua ironia bonaria e popolaresca tipicamente romana. Le sue partecipazioni cinematografiche vanno da brillanti ruoli di comprimario a marginali parti da semplice figurante. Tra i numerosi film da lui interpretati ricordiamo Roma città aperta (1945), L'onorevole Angelina (1947), Come persi la guerra (1947), Se fossi deputato (1949), Cortile (1956), Il vedovo (1959) e Il vigile (1960)


Arnoldo Foà

Data nascita: 24 Gennaio 1916 (Acquario), Ferrara (Italia)
Siamo al capitolo secondo della sua vita, ma la strada è ancora lunga ed è tutta da scrivere. Per una persona come Arnoldo Foà poi, da sempre incastonato e attivo nella cultura italiana, con la stessa passione, lo stesso cuore e lo stesso occhio di sessant'anni fa, è tutto continuamente attuale e vivo. Classe 1916, romagnolo doc, di famiglia ebraica, si trasferisce con i genitori a Firenze, dove termina gli studi superiori, iscrivendosi poi alla scuola di recitazione del Rasi, sotto la guida di Raffaello Melani. A vent'anni abbandona gli studi di Economia e Commercio a Firenze per trasferirsi a Roma, dove frequenta per qualche tempo il Centro Sperimentale di Cinematografia. Disgraziatamente, nel 1938, in seguito alla promulgazione delle leggi razziali, Foà, in quanto ebreo, è costretto a lasciare i corsi di studio. Trova lavoro nel cinema, esordendo in Crispino e la comare (1938) di Vincenzo Sorelli, affiancando nella recitazione Silvana Jachino e Mario Pisu. Sarà poi presente nello storico Ettore Fieramosca (1938) di Alessandro Blasetti, che lo dirigerà anche in Un giorno nella vita (1948) e Altri tempi (1952). Riuscito a scampare ai rastrellamenti etnici e ai campi di sterminio, vivendo sotto il falso nome di Puccio Gamma e guadagnandosi il pane come “pompiere”, vale a dire come sostituto di attori malati nelle più famose compagnie dell'epoca (Cervi-Pagnani-Morelli-Stoppa, Ninchi-Barnabò, Adani-Cimara, Maltagliati-Cimara), verso la fine della guerra si rifugia a Napoli, dove viene assunto come capo-annunicatore alla Radio Alleata PWB, con il compito di comunicare a milioni di ascoltatori la mattina dell'8 settembre 1943, la firma dell'armistizio fra le forse armate alleate e quelle nemiche tedesche. Tornato a teatro, nel dopoguerra, viene diretto sul palco da Luchino Visconti e si unisce a numerose compagnie: Ferrati-Cortese-Scelzo, Ferrati-Cortese-Cimara, Stoppa-Morelli-Cervi, la Compagnia del Teatro Nazionale. Ciò contribuirà notevolmente alla sua ascesa verso la fama. Difficile dimenticarlo nell'adattamento di Shaw “La brava gente” (1945), “Delitto e castigo” o “La luna è tramontata”. Comincia a lavorare persino come doppiatore, utilizzando un nome d'arte. Sua è la voce di Anthony Quinn ne La strada (1954) di Federico Fellini. Contribuisce notevolmente anche alla nascita della Radio Rai (ex EIAR), partecipando a numerose trasmissioni con gli attori più importanti dell'epoca, mentre al cinema è diretto da Pietro Germi, Mario Camerini e soprattutto Mario Mattoli, anche se solo per piccoli ruoli. Sposato ben quattro volte e per ben tre volte divorziato, negli anni Cinquanta viene diretto da Riccardo Freda ne Il tradimento – Passato che uccide (1951) con Vittorio Gassman e Amedeo Nazzari. Poi la sua fama esplode anche all'estero: Joseph Losey lo dirige nel drammatico Imbarco a mezzanotte (1952) e Christian-Jaque in Lucrezia Borgia (1953). In Italia è uno dei pochi italiani (assieme ad Alida Valli) a recitare nel film di Mario Soldati La mano dello straniero (1953), mentre per Monicelli sarà un co-protagonista assieme a Totò e Anna Maria Ferrero del film comico Totò e Carolina (1954). Forte delle sue esperienze teatrali, viene scritturato al Piccolo di Milano dove interpreta “Giulio Cesare” (1953-54), mettendosi all'opera anche come regista teatrale con la commedia scritta da lui stesso “Signori, buonasera”. Spesso usato da Strehler, porterà sulla scena “La lanzichenecca” (1964-65), poi fonderà una sua compagnia interpretando: “Lazzaro”, “Paura di me”, “Ruy Blas”, “Zio Vanja” e “Golem”. Cinematograficamente parlando, la sua filmografia si arricchisce di registi internazionali come Orson Welles (Il processo, 1962), Richard Fleischer (Barabba, 1962), Edward Dmytryk (Cronache di un convento, 1962) e Tony Richardson (Il marinaio del “Gibilterra”, 1967). Celebre per le sue registrazioni di dizioni poetiche su vinile (e recentemente anche su cd) di Dante, Lucrezio, Carducci, Neruda, Leopardi e Garcia Lorca, contribuisce enormemente alla divulgazione delle opere di grandi autori spagnoli che all'epoca erano poco conosciuti in Italia. Importante il suo contributo televisivo dove recita in importanti sceneggiati come “Capitan Fracassa”, “Le cinque giornate di Milano”, “La freccia nera”, “L'isola del tesoro”, “Il giornalino di Gian burrasca”, “David Copperfield”, “Il cugino americano” e “Nostromo” (trasmesso con successo in tutto il mondo). Affianca Jean-Paul Belmondo e Alain Delon in Borsalino (1969) di Jacques Deray, poi passa a protagonista de Il sorriso del grande tentatore (1974) di Damiano Damiani con Glenda Jackson, mentre Vincent Minnelli lo dirigerà affianco alla figlia in Nina (1976). Negli anni Ottanta, si distingue per Cento giorni a Palermo (1983) di Giuseppe Ferrara, mentre negli anni Novanta è diretto da due attori passati alla regia: Luca Barbareschi in Ardena (1997) e Ricky Tognazzi ne I giudici (1999). Nel corso della sua carriera, oltre che fulgido attore è stato anche pittore, scultore, giornalista e scrittore (“La costituzione di Prinz” e “Le pompe di Satana”), nonché consigliere comunale di Roma per il Partito Radicale. Anche se la sua passione rimane la recitazione, come testimoniato dal fatto che ultranovantenne continua a interpretare i più svariati ruoli (pure demenziali) al cinema: Ti spiace se bacio mamma? (2003) di Alessandro Benvenuti, La febbre (2004) di Alessandro D'Alatri, e il più importante Gente di Roma (2003) di Ettore Scola, che gli ha fatto vincere il Nastro d'Argento come miglior attore non protagonista. Cosa ci ha insegnato Foà? «La cultura vi renderà felici».


Leopoldo Trieste

Data nascita: 3 Maggio 1917 (Toro), Reggio Calabria (Italia)
Data morte: 25 Gennaio 2003 (85 anni), Roma (Italia)
Il calabrese Leopoldo Trieste fu apprezzato attore di teatro e di cinema, sceneggiatore e regista. Come attore vide coronata una lunga e luminosa carriera con il Nastro d'argento e il David di Donatello attribuitigli per L'uomo delle stelle (1995), di §Tornatore. Agli inizi aveva lavorato per Fellini in Lo sceicco bianco (1952) e ne I vitelloni (1953), poi collaborò con Rossellini (Dov'è la libertà…? - 1954), Loy (Un giorno da leoni - 1961) e Germi (Sedotta e abbandonata - 1964). Oltre a interpretare più di cento film, ne diresse due: Città di notte (1958) e Il peccato degli anni verdi (1960).


Paolo Stoppa

Data nascita: 6 Giugno 1906 (Gemelli), Roma (Italia)
Data morte: 1 Maggio 1988 (81 anni), Roma (Italia)
Esordisce in teatro nel 1927 nella compagnia Capodaglio-Racca-Olivieri, come attore comprimario nella compagnia Capodaglio-Racca-Olivieri. Nel giro di pochi anni passa dal ruolo di generico a quello di attore brillante, recitando accanto a Dina Galli, Antonio Gandusio, Renzo Ricci, Lamberto Picasso. Dal 1938 al 1940 fa parte della compagnia del Teatro Eliseo di Roma, interpretando personaggi assai complessi del repertorio classico e moderno. Proprio in questa famosissima compagnia incontra l'attrice Rina Morelli, che diventerà la sua compagna nella vita e sulla scena; insieme formeranno, per trent'anni, una delle coppie più brave e affiatate del teatro italiano. Dopo la guerra la coppia c'è il grande incontro col regista Luchino Visconti: incontro grazie al quale si determinerà uno dei più importanti fenomeni teatrali del dopoguerra. Così, sotto la regia di Visconti, Scotti e la Morelli danno vita a un'importante impresa, che si rivela una delle poche e vere formazioni stabili del teatro italiano. Infatti, con rare interruzioni dal 1945 al 1961 la compagnia Stoppa-Morelli, diretta da Visconti, colleziona una lunga serie di successi, come Zoo di vetro (1946) di Tennessee Williams, La locandiera (1952) e L'impresario delle Smirne (1957) di Carlo Goldoni, Uno sguardo dal ponte (1958) di Arthur Miller, L'Arialda (1960) di Tesori, ma soprattutto Morte di un commesso viaggiatore (1951) di Arthur Miller, tanto che il protagonista di quest'ultimo dramma, Willy Loman, diventerà uno dei suoi personaggi preferiti e suo "cavallo di battaglia". Affermatosi come uno dei più completi attori italiani, Paolo Stoppa si impone come grande attore versatile, capace di passare con disinvoltura dai ruoli impegnati a quelli leggeri, con un carattere personalissimo delle interpretazioni, frutto del suo tipico incedere recitativo, energico e sincopato. L'attore è, fin dalla fondazione, e sempre con Rina Morelli, entrato nella compagnia del Teatro Stabile di Roma (1965). In campo cinematografico fornisce buone interpretazioni in Miracolo a Milano (1951), Rocco e i suoi fratelli (1960), Viva l'Italia (1961), Il Gattopardo (1962) e La matriarca (1968). Insieme a Rina Morelli esordisce in televisione nel ruolo di Carlo Day nello sceneggiato Vita col padre e con la madre (1960), divenendo presto uno dei protagonisti indiscussi della prosa televisiva, portando sullo schermo alcune applaudite prove teatrali, come Caro bugiardo (1963), La tigre e il cavallo (1969), Esercizio a cinque dita (1970), La bugiarda (1970). Protagonista degli sceneggiati Demetrio Pianelli (1963), Questa sera parla Mack Twain (1965), Antonio Meucci, cittadino toscano, contro il monopolio Bell (1970), partecipa alla trasposizione televisiva de I Buddenbrook (1971). Nel 1972 prestò il suo sguardo ironico e obliquo al commissario Barlach negli sceneggiati tratti dai romanzi di Dürrenmatt, Il giudice e il suo boia e Il sospetto, mentre l'anno successivo fu protagonista della serie ESP. Grande popolarità gli diede nel 1974 il personaggio del commissario De Vincenzi, protagonista dell'omonima serie poliziesca; nello stesso anno fu il geniale truffatore protagonista dello sceneggiato Accadde a Lisbona. Negli anni '60 l'attore è allo zenit della sua arte teatrale: valga per tutte l'impagabile interpretazione di Gaev in Il giardino dei ciliegi di Cechov (1965), diretto da Visconti. Nel 1976, la morte della Morelli e di Visconti risulteranno per lui traumatiche; solo due anni dopo tornerà alle scene, al festival di Spoleto, in Gin game di Coburn, accanto a Franca Valeri. Per la regia di Patroni Griffi interpreterà anche L'avaro di Molière; mediocre sarà invece il risultato quando si farà dirigere dal giovane Memé Perlini in Il mercante di Venezia (1980). Con un soprassalto d'orgoglio, nel 1984, ormai alla fine di una carriera esemplare, farà in tempo a essere un inedito Ciampa ne Il berretto a sonagli, diretto da Luigi Squarzina. Nel 1983 riprenderà il personaggio di Arpagone nella trasposizione televisiva de L'avaro di Molière, nella quale darà una delle sue più convincenti prove recitative.


Carlo Mazzarella

Data nascita: 30 Luglio 1919 (Leone), Genova (Italia)
Data morte: 7 Marzo 1993 (73 anni), Roma (Italia)
Diplomato all'Accademia che aveva frequentato con gli ex compagni di scuola Vittorio Gassman e Luigi Squarzina durante la guerra lavora in teatro con Sergio Tofano e Anna Proclemer e in riviste come Ritorna Za Bum e Pasquino. Il debutto al cinema è nel 1945 nel film di Mario Soldati Le miserie del signor Travet ma non è questa carriera a procurargli notorietà. Diventerà invece famoso come giornalista televisivo alla Rai. Tra i suoi film oltre Le miserie del signor Travet (presentato nel maggio 1946) di Soldati Il vento mi ha cantato una canzone (1947) di Camillo Mastrocinque Riso amaro (1949) di Giuseppe De Santis Luci del varietà (1950) di Alberto Lattuada e Federico Fellini Totò a colori (1952) di Steno Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini Un americano a Roma (1954) di Steno Il bigamo (1955) di Luciano Emmer Un eroe dei nostri tempi (1955) di Monicelli Il disco volante (1964) di Tinto Brass.


Nino Besozzi

Data nascita: 6 Febbraio 1901 (Acquario), Milano (Italia)
Data morte: 2 Febbraio 1971 (70 anni), Milano (Italia)
Divo della commedia brillante negli anni Trenta, ottimo in teatro sia nel comico che nel drammatico (dal “Magnifico cornuto” a “Mein Kampf”) fu tra i primi attori italiani a specializzarsi nel mezzo televisivo. Partecipò alle prime «situation comedies» caserecce, sempre nel ruolo del capofamiglia, autorevole ma un po’ stressato. Tra i suoi successi nella prosa tv: Uno due tre (in un memorabile tour de force), il patetico Con loro e soprattutto lo sceneggiato Mont Oriol (1958), dove fu un sanguigno e furfantesco sindaco di provincia.


Mario Carotenuto

Data nascita: 29 Giugno 1915 (Cancro), Roma (Italia)
Data morte: 14 Aprile 1995 (79 anni), Roma (Italia)
Figlio d'arte, trascorre un'infanzia turbolenta al fianco del fratello maggiore Memmo, che sarà a sua volta attore. Debutta sul palco a otto anni al Teatro Costanzi di Roma. In seguito, il suo carattere ribelle lo relegherà per tre anni in riformatorio. Verso la seconda metà degli anni '40, dopo aver svolto diversi mestieri (salumiere, cravattaio, attacchino,...), approfitta di una scrittura radiofonica a Firenze per iniziare la carriera d'attore. È protagonista al microfono di trasmissioni come Zig zag e Il rosso e il nero, e interprete di rivista al fianco delle Peter Sisters in Ice Follies, di Rosalia Maggio in Cavalcata a piedi (1952), prima di diventare capocomico in proprio con Occhio per occhio, lente per lente (1953). Non esce da nessuna accademia, ma si forma sui palcoscenici dei teatri minori, affinando le sue doti naturali, la comicità affidata alla mimica, alla voce, al fisico e al confronto continuo con il pubblico. Nel 1951 debutta sullo schermo in Marakatumba, ma non è una rumba, con Renato Rascel. Questo è il primo titolo di una filmografia che arriva a più di cento pellicole (tra il 1958 e il '62 sono oltre trenta), soprattutto del genere comico, nelle quali veste spesso il ruolo del borghese godereccio che perde la testa per avvenenti cameriere e segretarie. Formidabile caratterista dotato di grande personalità, Carotenuto viene chiamato anche da autori importanti, che lo vogliono nei propri film per parti più complesse e drammatiche: con Alberto Lattuada gira La spiaggia (1953), con Dino Risi Poveri ma belli (1956), con Damiano Damiani Girolimoni, il mostro di Roma (1972), con Luigi Comencini Lo scopone scientifico (1972), che gli vale il Nastro d'argento, e con Ettore Scola Il romanzo di un giovane povero (1995). Inaugura la sua epoca d'oro in teatro con il ruolo di Peachum ne L'opera da tre soldi (1956) diretta da Giorgio Strehler. In seguito è lo scanzonato interprete di due commedie musicali di Garinei e Giovannini: Un paio d'ali (1957) e Un trapezio per Lisistrata (1958). Nel 1963 offre la sua prova teatrale più completa, dando vita ad Alfred Doolittle, padre scorbutico e sempre sbronzo della bella Eliza (interpretata da Delia Scala) nella commedia musicale My fair lady. Nel 1966 Giorgio Strehler lo chiama di nuovo al Piccolo Teatro di Milano per affidargli il ruolo di Cromo ne I giganti della montagna, di Luigi Pirandello. Ma il teatro comico lo risucchia con Neil Simon ( Promesse promesse, I ragazzi irresistibili), Feydeau ( Un gatto in tasca) e i classici riadattati da Roberto Lerici nei tardi anni '80 ( L'avaro, Il burbero benefico, Falstaff). Sul teleschermo è presentatore del varietà Un, due, tre (1954) e protagonista di Carosello, come testimonial di un noto marchio di camice. Inoltre prende parte (quasi sempre in parti negative) a sceneggiati come Giocando a golf, una mattina (1969), La fine dell'avventura (1969), I demoni (1972) e Il sospetto (1972). Con il cinema divenuto avaro di occasioni, Carotenuto passa gli ultimi anni a teatro, portando in scena i grandi classici. È sulla scena per l'ultima volta con Il medico per forza di Moliére. Attore dall'umorismo sottile ed elegante, Carotenuto non ha mai soddisfatto pienamente la critica, che gli riconosceva non comuni capacità interpretative ma stemperate in troppi film di modesto valore. Malgrado ciò Mario Carotenuto ha lasciato un bagaglio di caratterizzazioni che potrebbe far vivere di rendita qualsiasi giovane attore.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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