I pompieri di Viggiù

[Totò]

[Totò,Mario Castellani e Isa Barzizza] [Totò]

[Totò] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Mario Mattoli
Soggetto : Marcello Marchesi, Steno
Sceneggiatura : Marcello Marchesi, Steno
Fotografia : Aldo Tonti
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Pino Barzizza
Montaggio : Giuliano Altenni
Aiuto regia : Leo Catozzo
Direttore produzione : Luigi De Laurentis
Produzione : Dino De laurentis per Lux, Roma
Durata: 90 minuti

Interpreti e personaggi:
Carlo Campanini ( il capitano dei pompieri )
Silvana Pampanini( sua figlia Fiamma )
Ave Ninchi( sua moglie Gaetana )
Carlo Croccolo( il pompiere piemontese )
Dante Maggio( il pompiere napoletano )
Aldo Tonti( il pompiere genovese )
Ughetto Bertucci( il pompiere genovese )
Alfredo Rizzo( il pompiere milanese)
Leopoldo Valentino( il pompiere pugliese )
Augusto Caverzasio( il pompiere siciliano )
Ernesto Almirante( uno spettatore )
Dolores Palumbo( una spettatrice )
Mirella Gailardi( una soubrettina )
Ricky Denver( il fantasista francese )
Toto Mignone( il direttore del palcoscenico)

Con la partecipazione di :
Totò, Isa Barzizza, Mario Castellani, Wanda Osiris,
Carlo Dapporto, Laura Gore, Guido Morisi,
Leho e Manet, Nino Taranto, Silvana Pampanini,
Carlo Taranto, Enzo Turco, Miriam Gori,
Rosetta Pedrani, Elena Giusti, Adriana Serra,
Franchina Cerchiai, Stella Nicholich, Magda Gonnella

           

        

Soggetto

Il film ha lo scopo di proporre al pubblico i migliori numeri delle compagnie di riviste dell'epoca.Un plotone di vigili del fuoco di Viggiù che si sente offeso dalla canzoncina che Armando Fragna fa cantare in una rivista milanese si reca sul posto in spedizione punitiva. Ma una volta giunti sul posto i pompieri finiscono per vedersi lo spettacolo, sbirciare tra le ballerine, chiedere autografi e la canzone che li offende passa quasi inosservata. Totò e' presente con lo sketch del manichino e con il gran finale.

Critica e curiosità

Piu' che un film lo si puo' considerare un documento d'epoca sull'avanspettacolo , e' infatti un collage di riviste e quadri musicali tenuti insieme da una trama piuttosto insignificante.Indimenticabile e' lo sketch del "manichino " .
L'idea del film e' di Dino De Laurentiis uno dei produttori della Lux Film, che pero' non trova d'accordo i responsabili della casa di produzione decide quindi di indebitarsi personalmente per portare avanti i progetto. Il regista Mattoli gira l'Italia intera per riprendere gli spettacoli di maggior successo, montando il tutto in modo da farlo sembrare un unico grande spettacolo. C'e' Dapporto nelle parodie di Petronio, Maurice Chevalier e monsieur Verdoux; riprendono Nino Taranto che nel suo spettacolo "Nuvole" fa il vigile moralista; a Roma c'e' Wanda Osiris che canta Sentimental;e a Torino registrano Totò nello sketch del manichino di C'era una volta il mondo. Terminato il film pero' De Laurentiis ha difficolta' nel farlo distribuire ottenendo la proiezione solo in due sale romane di seconda visione, pero' l'immediato successo costringe la Lux alla distribuzione su tutto il territorio nazionale.

Scriveva e.b. [Enzo Biagi], Giornale dell'Emilia, Bologna, 24 aprile 1949:
«Non è un film, non è una rivista ma una serie di sketches pallidamente fotografati da Mario Mattoli che dimostra, ancora una volta, di non saper adoperare la macchina da presa. Attori: Totò, Taranto, Campanini, Dapporto e altri classici. Censurate abbondantemente le ballerine.Abbiamo un governo che pensa a tutto».<

E ancora a.a [Alberto Albertazzi], Intermezzo, n. 8-9, Roma, /5 maggio 1949:
«Bisognerebbe coniare una nuova parola per definire adeguatamente questo ignobile susseguirsi di quadri di rivista mal fotografati, cuciti insieme dalla trama più stupida che si possa immaginare. Ma non ne vale certo la pena. C'è solo da deplorare che nomi illustri, o quasi, del nostro cinema e del nostro varietà abbiano apposto la loro firma a questa roba. Pare che la pellicola abbia fatto parecchi soldi; ne farà ancora, ma ciò non significa che il pubblico, che ha poi tanto cattivo gusto, ne sia rimasto edificato».

Ennio Flaiano, /I Mondo, I, I I, Roma, 30 aprile 1949.
[...] «L:errore dei critici è di voler considerare I pompieri di Viggiù un film, mentre si tratta di un documentario che anticipa in Italia le gioie della televisione. Del documentario questa pellicola ha infatti tutti i pregi, che non sono mai quelli preevisti dal produttore. Ad occhi sinceri e scientifici appaiono come i pregi di una puntuale sincerità, gli stessi pregi della Natura. Del resto il direttore lascia girare la macchina senza curarsi di intervenire, di truccare la realtà, facendola migliore o peggiore. Gli basta che la pellicola non prenda luce, che la gente si muova e faccia chiasso: si comporta cioè con la stessa discrezione di un esploratore che fotografa un branco di leoni nella foresta e per prima cosa ha cura di non rivelare la sua presenza. Così inteso, I pompieri di Viggiù è un capolavoro involontario di "reportage" e di osservazione. Si pensa alla "Vita degli insetti" del Fabre o ai "Ricordi di viaggio" del Darwin, alla sincera ingenuità che spesso queste opere denunciano e che non sono il loro pregio minore. I comici, le ballerine e i cantanti sono ripresi allo stato naturale e mostrano un volto familiare, affettuoso, senza inganni. Ciò che il palcoscenico non rivela, lo schermo mette in evidenza, e cioè l'età degli attori, le loro lunghe lotte contro le rughe e i denti ribelli, la tenacia di certe comparse, le proporzioni dei costumi, insomma lo sforzo che costa a tutti l'onesto divertimento che procurano ogni sera al pubblico. Il film, diciamolo pure, ha qualche cosa di umano. E proprio in questo sta la sua forza. Lo spettacolo che offre non è mai corruttore, ossia non spinge al sogno, non esprime quella pornografia sentimentale, rosea dei film americani dello stesso genere. [...]».


Carlo Campanini

Data nascita: 5 Ottobre 1906 (Bilancia), Torino (Italia)
Data morte: 20 Novembre 1984 (78 anni), Roma (Italia)
Iniziò la sua carriera artistica con ambizioni musicali: studiò corno, si esibì come cantante e passò poi al teatro dialettale, recitando un paio d'anni a Torino nella quotata compagnia piemontese di prosa di Mario Casaleggio, che aveva un repertorio sterminato di commedie, drammi, vaudeville. Andò subito in tournée a Buenos Aires, e vi rimase sei mesi.”Si cambiava spettacolo ogni sera - ricordava - e la sera il capocomico mi dava il copione da imparare per il giorno dopo. Prove dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, poi in scena… Fu una bella scuola”. Tornato in Italia, per mantenersi fu costretto a lavorare in una fabbrica di molle; trasse proprio dall'ambiente di lavoro l'ispirazione per la prima della sue numerose macchiette: grazie all'imitazione del suo compagno di tornio, che era balbuziente, nel 1928 venne assunto come tenore comico nella compagnia di rivista Achille Maresca. All'inizio degli anni '30 passò all'operetta, prima con la compagnia di Isa Bluette e Nuto Navarrini, poi in quella della soubrette bolognese Vivienne D'Arys, e allora, ricorda:”Tenni a battesimo un nuovo comico che faceva il ballerino a Riccione e imitava Stanlio. Era Carlo Dapporto. Io imparai a imitare Ollio, e la coppia ebbe uno straordinario successo”. Nel 1939 esordì nel cinema in Dora Nelson (1939), una commedia dei”telefoni bianchi ", che aveva come protagonista la bellissima attrice Assia Noris. In cinema Campanini, oltre alle divertenti commedie brillanti da lui interpretate negli anni '40 e '50 ( Ore 9 lezione di chimica, 1941; La donna è mobile, 1942; La vispa Teresa, 1943; Il ratto delle sabine, 1945; I due orfanelli, 1947; I pompieri di Viggiù, 1949; Al diavolo la celebrità, 1949; I cadetti di Guascogna, 1950; Era lei che voleva, 1953; Un turco napoletano, 1953; Non perdiamo la testa, 1959), si dimostrò anche un grande attore drammatico in Le miserie del signor Travet, del 1946, di Mario Soldati, e in Il bandito, sempre del 1946, di Alberto Lattuada. Nel 1950 ci fu l'importante incontro con Walter Chiari, del quale Campanini divenne la preziosa spalla in scenette oramai”storiche ": l'imitazione dei fratelli De Rege (indimenticabile la proverbiale battuta”Vieni avanti, cretino!”,) e il”Sarchiapone ", ambientato in un vagone ferroviario. Campanini asseriva d'avere in una scatola un sarchiapone, animale selvaggio e pericoloso. Chiari, con l'aria del”so tutto io ", tentava disperatamente di indovinare di che bestia mai poteva trattarsi. Si scopriva alla fine che era solo un trucco, adottato dal Campanini per spaventare i compagni di viaggio e restare da solo nel vagone: avrebbe viaggiato più comodo. Quello sketch, ripreso sempre puntualmente nel corso di decenni, alla fine s'era dilatato sino a diventare un atto unico. La coppia Chiari-Campanini ebbe un enorme successo anche in televisione; l'attore torinese si guadagnò attestati di stima dei critici e vibranti applausi del pubblico. Dotato di una comicità spontanea, Campanini aveva la rara capacità di studiare a fondo le persone con cui recitava, per prevederne le battute fuori copione o anche per stimolarle. Nella sua lunga carriera teatrale e cinematografica ha dato vita a macchiette e personaggi sempre rappresentati con fine senso umoristico e calore umano. Negli anni '70, quando ormai considerava giunto il momento della pensione, venne richiamato alla ribalta a Torino, in una compagnia stabile (al Teatro Carignano) di commedie un po' in lingua un po' in piemontese, scritte su misura per Macario da Amendola e Corbucci. Ma Macario aveva improvvisamente deciso di riaffrontare le tournée nazionali, accanto a Rita Pavone (in Due sul pianerottolo), la compagnia era rimasta senza primattore e Campanini, sino al 1980-81, continuò a far divertire il”suo”pubblico. Dopo una più che cinquantennale carriera in teatro, cinema e televisione (egli amava definirsi con modestia, un”ragioniere della risata "), nel 1981 si ritirò dalle scene, adducendo dignitosamente motivi d'età (“Faccio fatica a studiare i copioni”) e, soprattutto, di opportunità (“La realtà oggi non è gentile con noi. [ … ] Non posso far divertire il pubblico quando ci sarebbe da piangere”).


Silvana Pampanini

Data nascita: 25 Settembre 1925 (Bilancia), Roma (Italia)
Nel 1946 partecipa a Miss Italia e, nonostante il pubblico l'abbia proclamata vincitrice, la giuria decide diversamente perché Silvana è troppo sexy per quei tempi. Il cinema le spalanca le porte: la giovane Silvana porta così sullo schermo la sua prorompente bellezza, inaugurando la stagione delle "maggiorate". Lavora moltissimo: tra il 1950 e il 1952 è la numero uno in assoluto del cinema italiano e anche la più pagata dei produttori. Interpreta commedie brillanti al fianco dei più grandi comici (Totò, il quale le chiede invano di sposarlo,Walter Chiari, Renato Rascel, Carlo Dapporto, Ugo Tognazzi, Nino Taranto) ma si impegna anche in ruoli drammatici (come in Un marito per Anna Zaccheo, 1953, di Giuseppe De Santis). Bruna, di bellezza provocante e sensuale, Silvana Pampanini costituì per alcuni anni un vero fenomeno di costume. Negli anni '60 l'interpretazione più grande e quella de Il gaucho (1964): il suo ruolo è quello di una diva sul viale del tramonto. Negli anni seguenti le sue apparizioni sul grande schermo si diradano. La critica attribuisce questo declino al basso livello di quasi tutti i film interpretati e alla carenza drammatica della sua recitazione. In realtà, se ben diretta, la Pampanini ha saputo dimostrare buone attitudini. Dagli anni '70 dirada notevolmente la sua attività cinematografica e mentre continua a sognare di interpretare Anna Karenina, nel 1983 compare ne Il tassinaro di Alberto Sordi. Autrice del libro di memorie Scandalosamente Perbene, nel 1998 prende parte al film televisivo di Pier Francesco Pingitore, Tre stelle.


Ave Ninchi

Data nascita: 14 Dicembre 1914 (Sagittario), Ancona (Italia)
Data morte: 10 Novembre 1997 (82 anni), Trieste (Italia)
Nata da genitori triestini, a soli cinque anni suo cugino Annibale Ninchi la fa esordire nel Glauco di Morselli. La recitazione è una tradizione nella sua famiglia ed Ave a vent'anni viene ammessa all'Accademia di Arte Drammatica di Roma. In seguito entra nella compagnia di prosa Betrone-Capodaglio-Carini e, successivamente, entra a far parte delle migliori formazioni. Assai versatile, interpreta parti brillanti, ruoli del teatro classico ( Medea, 1949) e del teatro drammatico ( Dialoghi delle Carmelitane, 1952). Dalla rivista ( Un trapezio per Lisistrata, 1958; Un mandarino per Teo, 1960) passa al cinema, dove debutta nel dopoguerra. Negli anni '50 e '60 è una presenza costante nelle commedie comico-brillanti (la sua filmografia è sterminata), interpretando ruoli briosi e bonari, che le danno modo di mettere in luce le sue sanguigne doti di caratterista e l'espressività colorita ed esuberante della sua recitazione. L'attrice riesce a dare prova delle sue capacità recitative anche in film drammatici. Per l'interpretazione di uno di questi, Vivere in pace (di Luigi Zampa, 1946) si aggiudica il Nastro d'argento. Alla tv, oltre che come attrice, si fa apprezzare come briosa conduttrice: nel 1971 affianca Aldo Fabrizi, Paolo Panelli e Bice Valori nel varietà di Antonello Falqui Speciale per noi. In questo spettacolo del sabato sera lei e la Valori danno vita ad esilaranti scenette, nelle quali vestono di volta in volta i panni di mogli di personaggi di grosso calibro, politici, cantanti, miliardari, calciatori e capi clan. Tra impegni teatrali e televisivi Ave Ninchi trova sollievo e riposo nella sua casa di Trieste, città alla quale vi rimarrà legata tutta la vita, e nella quale si spegnerà il 10 novembre 1997. Ave Ninchi è stata una delle migliori caratteriste e la più accanita giocatrice del nostro cinema: ai tavoli da gioco ha perso una fortuna. Ma con i grandi amori della sua vita ha fatto un poker vincente: sono il marito, con cui è vissuta 45 anni (è morto nel 1981); John Wayne, l'eroe che le ha fatto amare il cinema sin da ragazza; i polli, che l'hanno resa famosa negli spot tv; la Juventus, squadra del cuore.


Dante Maggio

Data nascita: 2 Marzo 1909 (Pesci), Napoli (Italia)
Data morte: 3 Marzo 1992 (83 anni), Roma (Italia)
Fratello di Beniamino, Rosalia, Pupella ed Enzo Maggio, lavorò fino dalla più tenera età nel teatro dialettale e di rivista. Nel 1946 esordì nel mondo del cinema, rivelandosi un valido caratterista, adatto sia ruoli comici che patetici. Nella sua vastissima attività, spesso svolta in opere di scarso rilievo, per lo più di tipo comico-musicale-partenopeo, fanno spicco alcune caratterizzazioni in film di maggior impegno, fra i quali possiamo ricordare Luci del varietà (1951, Alberto Lattuada e Federico Fellini), Prima comunione (1950, Alessandro Blasetti), Processo alla città (1952, Luigi Zampa), e, più recentemente, Le tentazioni del dottor Antonio (Federico Fellini), un episodio di Boccaccio ‘70 (1961).


Ughetto Bertucci

Data nascita: 18 Ottobre 1907 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 25 Giugno 1966 (58 anni), Roma (Italia)
Fa realmente il venditore di frutta e verdura in un mercato situato in una famosa piazza romana ed è il proprietario di un camioncino in pessime condizioni, quando viene notato da Mattòli e scritturato per un ruolo aderente al suo fisico e alla sua attività di “fruttarolo” per La vita ricomincia (1945). Il tarlo dello spettacolo si insinua in lui che decide, pur gestendo sempre il suo banco al mercatino, di dedicarsi al cinema e, occasionalmente, all’avanspettacolo in teatrini romani. Di bassa statura, magrolino, con una faccia decisamente simpatica e con l’aria scanzonata, è interprete di una elevata quantità di film, per lo più leggeri, accanto ai comici del momento, soprattutto Totò, ma anche Macario, Billi e Riva, Walter Chiari. Non va mai fuori dal suo cliché, non diventa un eccelso caratterista, non ottiene mai ruoli consistenti, ma non si monta la testa e continua il suo mestiere con umiltà, rarefacendo le sue apparizioni verso la fine degli anni Cinquanta, per ritirarsi poi piano piano dal mondo dello spettacolo.


Carlo Croccolo

Data nascita: 9 Aprile 1927 (Ariete), Napoli (Italia)
Trai pochissimi caratteristi ad aver attraversato in più di cento film tutto il cinema comico italiano da Toto ad Aldo Giovanni e Giacomo È arrivato al cinema dopo molto teatro leggero e radio Tra i più dotati partner dell'improvvisazione del grande comico napoletano collabora anche con Eduardo De Filippo e più volte con Vittorio De Sica. A suo agio ovunque dalla parodia al peplum E anche tra i più celebri doppiatori italiani da voce a Oliver Hardy e soprattutto a Totò Tra le sue interpretazioni 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia I cadetti di Guascogna (1950) di Mario Mattoli La paura fa 90 (1951) di Giorgio Simonelli Ragazze da marito (1952) di Eduardo De Filippo Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli Toto lascia o raddoppia (1956) di Camillo Mastrocinque Cerasella (1959) di Raffaello Matarazzo L'amante di cinque giorni (1961) di Phihppe De Broca Ieri oggi domani (episodio Adelina) di Vittorio De Sica (1963) Caccia alla volpe (1966) sempre di De Sica.


Ernesto Almirante

Data nascita: 24 Settembre 1877 (Bilancia), Mistretta (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1964 (87 anni), Bologna (Italia)
Fin da piccolo sul palcoscenico accanto al padre, Nunzio, e ai fratelli Giacomo, Luigi e Mario, arriva sul grande schermo nel 1935. Nel dopoguerra diventa l'effigie dell'attore anziano, un'icona da Belle Epoque sopravvissuta nelle famiglie e nei salotti borghesi anni Cinquanta in film di Blasetti, Fellini e Totò. Ideale nei panni dell'ufficiale in pensione o del nonno rimbambito. Tra i film: O sole mio (1945) di Giacomo Gentilomo; Il testimone (1945) di Pietro Germi; L'angelo e il diavolo (1946) di Mario Camerini; L'onorevole Angelina (1947) di Luigi Zampa; I pompieri di Viggiù (1949) di Mario Mattoli: Prima comunione (1950) di Alessandro Blasetti; Guardie e ladri (1951) di Steno e Mario Monicelli; Lo sceicco bianco (1952) di Federico Fellini: Ore 10 lezione di canto (1955) di Marino Girolami.


Dolores Palumbo

Data nascita: 14 Giugno 1912 (Gemelli), Napoli (Italia)
Data morte: 30 Gennaio 1984 (71 anni), Napoli (Italia)
Figlia d'arte, nel 1930 entrò a far parte della compagnia del “Teatro Umoristico dei fratelli De Filippo “al Teatro Kursaal di Napoli, dove debuttò con una particina nell'atto unico di Mario Scarpetta La bella trovata. Successivamente, messasi in luce per la sua recitazione sbrigliata e vivace, venne scritturata come attrice comica da Nino Taranto che ne fece uno degli elementi più importanti della propria compagnia. Nel 1945 tornò con Eduardo De Filippo e fornì una superba interpretazione nella commedia Napoli milionaria. Due anni dopo partecipò ancora a riviste in compagnia di Nino Taranto e Wanda Osiris fino ai primi anni '50. Sempre in quel periodo fu interprete del Socrate immaginario di Galiani e Lorenzi nell'edizione di Anton Giulio Bragaglia, presentata al Teatro Floridiana di Napoli. Chiamata da Eduardo De Filippo, che la voleva in compagnia per sostituire l'uscita della sorella Titina, dal 1955 recitò in diversi lavori del grande attore napoletano, come Mia famiglia (scritta appositamente per lei dal grande Eduardo) e Bene mio e core mio. Il suo grande estro e la sua prorompente ironia esplosero anche nel cinema in numerosi film comici, fra i quali ricordiamo: Lo sciopero dei milioni (1947), Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini, Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli, accanto al grande Totò, e Café Chantant (1954) di Camillo Mastrocinque, una film che raccoglie le migliori numeri della rivista italiana dell'epoca, dove la Palumbo insieme a Nino Taranto ripropose brani tratti da Scio Scio, esilarante rivista satirica di Nelli e Mangini.


Pietro De Vico

Altri nomi: Peter De Vico
Data nascita: 1 Febbraio 1911 (Acquario), Napoli (Italia)
Data morte: 10 Dicembre 1999 (88 anni), Napoli (Italia)
Figlio d'arte, debutta, ancora bambino, nella compagnia di Vincenzino Scarpetta interpretando Peppiniello in Miseria e nobiltà di Eduardo Scarpetta. Appena ventenne, siamo negli anni '30, iniziò a lavorare nella compagnia del padre con i fratelli Antonio e Mario, dando vita a una delle riviste più affiatate e richieste dell'avanspettacolo. Attore con una grandissima verve comica, si fece conoscere nella parte di balbuziente e mimo, muovendosi sulla traccia di Ciccio De Rege (con il quale lavorò alla fine degli anni '30). Proprio a lui si deve la riscoperta della macchietta del “Balbuziente” delineata da Trilussa. La popolarità maggiore gli derivò da una notissima serie televisiva per ragazzi, La nonna del corsaro nero, con Anna Campori e Giulio Marchetti; una trasmissione epocale andata in onda a cavallo tra gli anni '50 e '60. È approdato alla prosa solo in età avanzata, grazie al sodalizio con il regista Antonio Calenda con il quale ha lavorato nel fortunato Cinecittà (1985) e in un originale Aspettando Godot(1990) di Beckett. De Vico ha lavorato moltissimo nel cinema come caratterista o spalla comica (per esempio di Totò nell'affermata parte di balbuziente, il suo maggiore leitmotiv artistico, come abbiamo visto). Alcuni titoli: Totò cerca casa (1949), Totò diabolicus (1962), Il giudizio universale (1961), Che fine ha fatto Totò Baby? (1964), Sgarro alla camorra (1973), La messa è finita (1985), Ladri di futuro (1991).


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone , Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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