Racconti romani

[Totò e Franco Fabrizi] [Totò con Franco Fabrizi e Maurizio Arena]

[Totò e Vittorio De Sica] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Gianni Franciolini
Soggetto : dall'omonimo racconto di A.Moravia
Sceneggiatura : Amidei,Age,Scarpelli,Rosi,Moravia
Fotografia : Mario Montuori
Scenografia : Aldo Tommasini
Musica : M.Nascimbene diretta da F.Ferrara
Montaggio : Adriana Novelli
Aiuto regia : Paolo Heusch
Direttore produzione : Bianca Lattuada
Produzione : Niccolò Theodoli per la Ics,Roma
Durata: 110 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( il professor Semprini )
Franco Fabrizi( Alvaro )
Antonio Cifariello( Otello )
Maurizio Arena( Mario )
Giancarlo Costa( Spartaco )
Silvana Pampanini( Maria,la moglie di Alvaro )
Giovanna Ralli( Marcella )
Vittorio De Sica( l'avvocato Mazzoni Baralla )
Eloisa Cianni( Ines )
Nando Bruno( sor Amilcare )
Maria Pia Casilio( sua figlia )
Mario Riva( cameriere del Kursaal )
Aldo Giuffrè( un giovane avvocato )
Mario Carotenuto( il comm. Vincenzo Servadei )
Turi Pandolfini( un cliente del barbiere )
Dino Curcio( Pasquale,il barbiere )
Anita Durante( la mamma di Alvaro )
Margherita Autuori( Assuntina,sorella di Spartaco )
Sergio Raimondi( Valerio )
Eduardo Passarelli( il brigadiere di PS )
Gisella Monaldi( Adele )
Enzo Garinei( il venditore di auto )
Miranda Campa( la cameriera dell'avvocato )
Alberto Carloni( il direttore del ristorante )
Ciccio Barbi( un polizziotto )
Elio Crovetto( un altro poliziotto )

Altri interpreti :
Anna Maria Mazzarini, Attilio Mardella, Sandro Lorenzini,
Anna Maria Luciani, Isabella Iero, Linda Tur

           

Soggetto

Quattro sventurati su consiglio del professore di truffe(Totò) decidono di vendere una patacca a un avvocato.Ma il Professore li ha preceduti e loro malgrado si mettono a spacciare soldi falsi.Vengono salvati dalla comprensione di un commissario e decidono di mettersi sulla via dell'onestà.

Critica e curiosità

Nel film Totò è presente solo in alcune scene , un piacevole cameo in un film piuttosto mediocre .
Scriveva Luigi Chiarini : " [..] De Sica e Totò , con le loro scene costituiscono quasi un numero a parte e lo fanno con piacevole condiscendenza . Totò vi ripete la divertente trovatra del "babbo" costruendovi su , come Paganini , numerose variazioni [..] " .


Franco Fabrizi

Data nascita: 15 Febbraio 1926 (Acquario), Cortemaggiore (Italia)
Data morte: 18 Ottobre 1995 (69 anni), Cortemaggiore (Italia)
Già attore di prosa e di rivista, a poco più di vent'anni divenne famoso vestendo i panni del coraggioso capo indiano nel fotoromanzo Arizona Kid, pubblicato sul settimanale "Avventuroso Film". Dopo qualche piccola esperienza cinematografica, a ventiquattro anni ottenne la sua prima parte di rilievo nel film Cronaca di una amore (1950) di Michelangelo Antonioni. Ma la vera occasione di emergere sullo schermo arrivò con I vitelloni (1953) di Federico Fellini, film del quale fu uno dei protagonisti. Nei film successivi, che lo videro tutti in ruoli principali e di co-protagonista, ripeté, con poche varianti, il suo tipo: quello dello sbruffone vigliacchetto, infido e scivoloso. Dopo l'esperienza col regista riminese interpretò decine di personaggi, come il seduttore Gino ne La romana (1954) di Luigi Zampa, l'amico facilone e confusionario in Camilla (1955) di Luciano Emmer, il truffatore Roberto ne Il bidone (1955) di Federico Fellini, il marito scavezzacollo in Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini, l'architetto Cesare ne Le amiche (1955) di Michelangelo Antonioni. Successivamente apparve anche in Calabuch (Calabuig, 1956) dello spagnolo Luis Garcia Berlanga, nel La donna del giorno (1956) di Francesco Maselli, in Mariti in città (1956) di Luigi Comencini (lo scapolo impenitente, costretto alla fine a capitolare), in Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro Germi. Il suo curriculum fu fitto anche negli anni '60. Tra le migliori prove di quel periodo ricordiamo: Una vita difficile (1961) di Dino Risi, accanto al grande Alberto Sordi, Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli, e Signore e signori (1966) di Pietro Germi. Il suo personaggio caratteristico era quindi quello dell'italiano medio che cercava di darsi da fare, per stare "al passo con i tempi" - quelli del boom economico - anche in modi a volte ai limiti, oppure ben oltre, l'onestà. Col tempo, però, la sua immagine ripetitiva finì con lo scolorirsi ed egli andò man mano uscendo di scena. Da ricordare infine la sua partecipazione al film Ginger e Fred (1986) di Federico Fellini.


Antonio Cifariello

Data nascita: 19 Maggio 1930 (Toro), Napoli (Italia)
Data morte: 12 Dicembre 1968 (38 anni), Lusaka (Zambia)
Dopo essersi diplomato al Centro Sperimentale di Cinematografia, esordi sullo schermo nel 1952; tuttavia raggiunse una certa notorietà, grazie alle sue buone capacità espressive, solamente dopo essere apparso in Amore in città, un film uscito 1953 e firmato da vari registi. In esso Cifariello era il protagonista dell'episodio firmato da Federico Fellini, Agenzia matrimoniale,in cui interpretava in maniera adeguata e convincente la parte di un giornalista. In seguito, prese parte a numerosi film, per lo più del genere leggero detto «commedia all'italiana», incarnando con una certa originalità un personaggio tipico del cosiddetto «neorealismo rosa»: il giovanotto bello e simpatico, per lo più senza né arte né parte, abituato a cavarsela come capita, superficiale e un po' sbruffone, ma in fondo onesto, allegro e ruba-cuori. Con queste caratteristiche, Cifariello diede vita al più interessante dei suoi personaggi, Bob, il dongiovanni (beffato) protagonista di Le ragazze di San Frediano (1955, regia di Vittorio Zurlini). Nel corso della sua carriera, stroncata da un tragico incidente, Cifariello lavorò spesso anche per la televisione, dando buona prova di sé come documentarista.


Maurizio Arena

Nome: Maurizio di Lorenzo
Data nascita: 26 Dicembre 1933 (Capricorno), Roma (Italia)
Data morte: 21 Novembre 1979 (45 anni), Roma (Italia)
Dopo tre anni di gavetta in parti secondarie (come quella di Mario in Racconti romani, del 1955), Maurizio Arena raggiunge la celebrità col personaggio di Romolo nel film Poveri ma belli (1956) di Dino Risi. In questo film, e in quelli che verranno, Arena impersona il fusto trasteverino, sbruffone, donnaiolo e scansafatiche. In seguito tenterà di uscire, ma senza alcun risultato, da questo cliché con Un uomo facile (1958), sfortunato film di Paolo Heusch, in cui figurò degnamente nei panni di un ragazzo del popolo che intraprende la carriera di pugile, e Il magistrato (1959) di Luigi Zampa. Fino alla fine degli anni '50 riproporrà questo tipo in film comico-sentimentali di grande successo popolare, come Belle ma povere (1957) di Dino Risi, Vacanze ad Ischia (1957) di Mario Camerini, Valeria ragazza poco seria (1958) di Guido Malatesta, Simpatico mascalzone (1959) di Mario Amendola. Ma non si può essere sempre "Poveri ma belli ": quando lo smargiasso di borgata passa di moda, Arena cerca disperatamente di rinverdire l'effimero successo. Nel 1960, nonostante la sua stella sia già tramontata, l'attore produce, dirige e interpreta il film Il principe fusto. Travolto da scandali sentimentali (memorabile rimane la sua burrascosa storia d'amore con Beatrice di Savoia), negli anni '60 si allontana dal cinema, per farvi ritorno sporadicamente e nell'indifferenza generale. Finisce la sua breve esistenza il 21 novembre 1979, dopo aver fatto parlare di sé come guaritore.


Silvana Pampanini

Data nascita: 25 Settembre 1925 (Bilancia), Roma (Italia)
Nel 1946 partecipa a Miss Italia e, nonostante il pubblico l'abbia proclamata vincitrice, la giuria decide diversamente perché Silvana è troppo sexy per quei tempi. Il cinema le spalanca le porte: la giovane Silvana porta così sullo schermo la sua prorompente bellezza, inaugurando la stagione delle "maggiorate". Lavora moltissimo: tra il 1950 e il 1952 è la numero uno in assoluto del cinema italiano e anche la più pagata dei produttori. Interpreta commedie brillanti al fianco dei più grandi comici (Totò, il quale le chiede invano di sposarlo,Walter Chiari, Renato Rascel, Carlo Dapporto, Ugo Tognazzi, Nino Taranto) ma si impegna anche in ruoli drammatici (come in Un marito per Anna Zaccheo, 1953, di Giuseppe De Santis). Bruna, di bellezza provocante e sensuale, Silvana Pampanini costituì per alcuni anni un vero fenomeno di costume. Negli anni '60 l'interpretazione più grande e quella de Il gaucho (1964): il suo ruolo è quello di una diva sul viale del tramonto. Negli anni seguenti le sue apparizioni sul grande schermo si diradano. La critica attribuisce questo declino al basso livello di quasi tutti i film interpretati e alla carenza drammatica della sua recitazione. In realtà, se ben diretta, la Pampanini ha saputo dimostrare buone attitudini. Dagli anni '70 dirada notevolmente la sua attività cinematografica e mentre continua a sognare di interpretare Anna Karenina, nel 1983 compare ne Il tassinaro di Alberto Sordi. Autrice del libro di memorie Scandalosamente Perbene, nel 1998 prende parte al film televisivo di Pier Francesco Pingitore, Tre stelle.


Vittorio De Sica

Data nascita: 7 Luglio 1901 (Cancro), Sora (Italia)
Data morte: 13 Novembre 1974 (73 anni), Parigi (Francia)
La vicenda cinematografica di De Sica si intreccia strettamente con quella dello scrittore e sceneggiatore Cesare Zavattini, con il quale il regista ha firmato dei grandi capolavori. De Sica iniziò la sua carriera cinematografica come attore, divenendo uno dei volti principali della stagione dei La vicenda cinematografica di De Sica si intreccia strettamente con quella dello scrittore e “telefoni bianchi” e della commedia sentimentale. La coppia De Sica-Zavattini si incontra nel 1943 per realizzare I bambini ci guardano, che narra il dramma di un bambino all'interno di una famiglia piccolo-borghese divisa, e che in parte già anticipa alcune tematiche del N. Appena tre anni più tardi, infatti, Sciuscià (1946) ritorna nell'universo infantile ma stavolta il dramma psicologico ha trovato un contesto sociale, l'indagine interiore ha assunto i toni della denuncia civile, la piccola borghesia degli anni fascisti mostra i tratti della disperazione dell'immediato dopoguerra. Attraverso gli occhi di due piccoli lustrascarpe che la miseria e la guerra hanno costretto ad affrontare il problema della sopravvivenza, De Sica entra all'interno di un istituto di pena minorile, per mostrare con realismo e distacco le condizioni disumane in cui vengono tenuti i piccoli inquisiti, e mettere a nudo le dubbie funzioni rieducative di tutta l'istituzione carceraria. Dietro l'epilogo tragico però, inserisce un elemento di speranza. Ladri di biciclette (1948), il maggiore dei film di questa stagione, scendeva talmente a fondo nella denuncia della situazione sociale da sollevare non poche polemiche, soprattutto in ambienti governativi, sull'opportunità di mostrare all'estero l'immagine dei problemi e delle difficoltà italiane. Forse per evitare tali polemiche Miracolo a Milano (1951) adotta uno stile favolistico, pur non rinunciando alla denuncia della povertà e dell'ingiustizia sociale nella città più avanzata d'Italia. Ma il piglio neorealistico di De Sica e Zavattini tornerà di nuovo e con maggior rigore in Umberto D. (1952). Questo film, infatti, presenta una narrazione elementare, costruita attraverso l'osservazione delle persone nei momenti di vita quotidiana che meglio esprimono la miseria. E attraverso questo procedimento, la coppia riesce a concretizzare la teoria del “pedinamento zavattiniano”, che attraverso l'osservazione di persone comuni mirava alla scoperta di una realtà che fosse degna di essere rappresentata, in quanto sintomatica di problematiche generali. Ecco allora un pensionato, con le difficoltà che incontra ogni giorno per cercare di vivere con poche migliaia di lire al mese, e con le umiliazioni che la sua situazione comporta. L'emarginazione e la solitudine in cui egli viene lentamente sospinto sono un dato che colpisce un'intera categoria sociale. Il film raggiunge una essenzialità che in futuro - anche a causa del suo insuccesso economico - De Sica e Zavattini non sapranno più raggiungere. La loro storia successiva è, per lo più, storia di compromessi: prima con le esigenze di spettacolarità che richiedeva la produzione americana (Stazione Termini, 1953), poi con la riproposizione stanca di contenuti neorealisti in forme incapaci di contenerli (Il tetto, 1956, Il giudizio universale, 1961), infine con il richiamo del successo commerciale (I sequestrati di Altona, 1962, Il boom, 1963, Ieri, oggi, domani, 1963, Matrimonio all'italiana, 1964, Un mondo nuovo, 1965, Caccia alla volpe, 1966, I girasoli, 1970). Le uniche eccezioni, tra loro lontane, sono costituite da due trasposizioni sullo schermo di testi letterari: L'oro di Napoli (1954), dove l'ironia di Giuseppe Marotta serve per disegnare tanti piccoli e vivaci bozzetti che esprimono compiutamente la cultura e la saggezza della città parteneopea, e Il giardino dei Finzi Contini (1970) che è una diligente e sentita, anche se a tratti manierata, rilettura del romanzo di Giorgio Bassani.


Giovanna Ralli

Data nascita: 2 Gennaio 1935 (Capricorno), Roma (Italia)
Fa la sua prima apparizione sugli schermi a otto anni, nel film di Vittorio De Sica I bambini ci guardano (1943). Ancora ragazzina recita in teatro nella compagnia di Peppino De Filippo, poi, quindicenne, torna al cinema in Luci del varietà (1951), di Alberto Lattuada e Federico Fellini. Inizia così per Giovanna Ralli una brillante carriera che la vede per tutto gli anni '50 spigliata interprete di giovani popolane, belle, vivaci e intraprendenti. Dopo essere comparsa in alcuni film ad episodi di Gianni Franciolini ( Villa Borghese, 1953 e Racconti romani, 1955), accanto a Renato Rascel è Sgargamella nella commedia musicale Un paio d'ali (1957) di Garinei e Giovannini. Nel 1959 grazie, grazie a Roberto Rossellini che le affida una parte nel drammatico Il generale Della Rovere, la Ralli ha modo di manifestare appieno la sua maturità di attrice, sia pure in un ruolo secondario. La conferma delle sue doti arriva l'anno successivo: ancora Rossellini la vuole protagonista di Era notte a Roma, dove interpreta una ragazza brontolona ma di buon cuore che nasconde in soffitta tre soldati fuggiti da un campo di concentramento tedesco. Nel 1964 vince il Nastro d'argento come migliore attrice per La fuga, di Paolo Spinola. Sentimentalmente legata allo sceneggiatore Sergio Amidei, verso la seconda metà degli anni '60 lascia il cinema, ma nel 1974 riappare in ottima forma per fare da madrina al battesimo cinematografico di Renato Pozzetto, in Per amare Ofelia, di Flavio Mogherini. Sempre nello stesso anno Ettore Scola la dirige in C'eravamo tanto amati, nel quale interpreta la grassa e goffa Elide che muore per amore di Gianni (interpretato da Vittorio Gassman), il marito cinico e ambizioso. Un ruolo questo che le fa guadagnare il Nastro d'argento. Nel 1977 sposa l'avvocato Ettore Boschi, mentre a teatro riscuote un grande successo accanto a Giancarlo Sbragia e Paolo Ferrari. Dopo dieci anni di assenza, torna al cinema con un film di Francesca Archibugi ( Verso sera, 1990) e poi prende parte ad una cena tra vecchi amici in Tutti gli anni, una volta l'anno (1993) di Gianfrancesco Lazotti. Dal 1997 prende parte ad alcune miniserie televisive, come Un prete tra noi (1997) e Angelo il custode (2001), nelle quali si fa apprezzare come sempre per il suo finissimo garbo e per la sua inconfondibile spontaneità.


Eloisa Cianni

Data nascita: 21 Giugno 1932 (Gemelli), Roma (Italia)
Dopo essere stata eletta Miss Italia nel 1952 e successivamente Miss Europa, ottenne una parte di secondo piano in Villa Borghese (1953) di Gianni Franciolini, imponendosi per la sua bellezza. Da allora, ha continuato a lavorare nel cinema, ma in film di scarso interesse.


Nando Bruno

Data nascita: 6 Ottobre 1895 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 11 Aprile 1963 (67 anni), Roma (Italia)
Grande caratterista cinematografico, in oltre settanta film Nando Bruno ha lasciato traccia della sua ironia bonaria e popolaresca tipicamente romana. Le sue partecipazioni cinematografiche vanno da brillanti ruoli di comprimario a marginali parti da semplice figurante. Tra i numerosi film da lui interpretati ricordiamo Roma città aperta (1945), L'onorevole Angelina (1947), Come persi la guerra (1947), Se fossi deputato (1949), Cortile (1956), Il vedovo (1959) e Il vigile (1960). Altri film: Roma città libera (1946) di Marcello Pagliero; Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani; Il delitto di Giovanni Episcopo (1947) di Alberto Lattuada; Gioventù perduta (1948) di Pietro Germi: Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica; L'arte di arrangiarsi">L'arte di arrangiarsi (1955) di Luigi Zampa; Il mattatore (1960) di Dino Risi.


Mario Riva

Nome: Mario Bonavolontà
Data nascita: 26 Gennaio 1913 (Acquario), Roma (Italia)
Data morte: 1 Settembre 1960 (47 anni), Verona (Italia)
Figlio del compositore Giuseppe Bonavolontà, debuttò sulle scene nel luglio del '43 al Teatro Nuovo di Milano come sostituto di un presentatore, ma già l'anno successivo entrò a far parte della compagnia Totò-Magnani nella rivista di Michele Galdieri Che ti sei messo in testa??. Dotato di una particolare carica di simpatia e di un'innata vis comica, ottenne grande successo quando si unì all'attore comico Riccardo Billi, col quale portò al successo numerose riviste (dei cui testi il più delle volte erano essi stessi autori) tra le quali ricordiamo: La bisarca (1950), Alta tensione (1951), I fanatici (1952), Caccia al tesoro (1953), Siamo tutti dottori (1954), La granduchessa e i camerieri (1955), Gli italiani sono fatti così (1956). Tra i film che lo vedono interprete si ricordano I cadetti di Guascogna (1950), Accidenti alle tasse (1951), Accadde al commissariato (1954), Accadde al penitenziario (1955), Arrivano i dollari! (1956), Ladro lui, ladra lei (1957), I prepotenti (1958), Il raccomandato di ferro (1959). In televisione presentò il varietà musicale Il Musichiere (1957-60), nel quale fece conoscere la sua ironia salace e pungente e la sua istintiva e allegra comunicativa, testimoniata anche dalla celebre sigla, da lui cantata, Domenica è sempre domenica. Poco prima di presentare il Secondo Festival del Musichiere, morì in seguito alle ferite riportate da una banale caduta nella buca di un palcoscenico coperta da un tendone. Tra i film: Totò al giro d'Italia (1948) di Mario Mattoli; Se fossi deputato (1949) di Giorgio Simonelli; Totò cerca casa (1949) di Steno e Mario Monicelli; Porca miseria! (1951) di Giorgio Bianchi; Giovinezza (1952) di Giorgio Pastina; Altri tempi (1951) di Alessandro Blasetti; Anni facili (1953) di Luigi Zampa; Scuola elementare (1954) di Alberto Lattuada; Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini; I prepotenti (1958) di Mario Amendola; Il vigile (1960) di Luigi Zampa.


Aldo Giuffrè

Data nascita: 10 Aprile 1924 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 26 giugno 2010 , Roma (Italia)
Fino a che un'operazione alla gola non lo privò di una delle sue qualità migliori (la pastosa voce napoletana), Giuffré fu uno dei più sicuri valori in tv, alla quale si dedicò stabilmente negli anni Sessanta, dopo una lunga, ma splendida gavetta nella compagnia di Eduardo De Filippo (dove aveva debuttato assieme al fratello Carlo). Il grande mestiere gli permise di passare dalla commedia più disimpegnata (le avventure giallo-rosa di Laura Storm) alla tragedia classica (Macduff in “Macbeth”), dal dramma moderno (il regista di “La ragazza di campagna”) a quello in costume (don Pedro in “Mariana Pineda”, Corina in Antonello capobrigante). Ha partecipato anche a originali sceneggiati televisivi, tra cui La figlia del diavolo. A parte il ruolo d’esordio al cinema nel drammatico Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli, è spesso caratterista comico (in un mondo ironico e scanzonato, in una dimensione da commedia che gli è più congeniale): è in Ieri, oggi, domani (1963) di Vittorio De Sica, prende parte alle commedie erotiche degli anni Settanta e fa parte del cast di Scugnizzi (1989) di Nanni Loy e de La Repubblica di San Gennaro (2003) di Massimo Costa.


Mario Carotenuto

Data nascita: 29 Giugno 1915 (Cancro), Roma (Italia)
Data morte: 14 Aprile 1995 (79 anni), Roma (Italia)
Figlio d'arte, trascorre un'infanzia turbolenta al fianco del fratello maggiore Memmo, che sarà a sua volta attore. Debutta sul palco a otto anni al Teatro Costanzi di Roma. In seguito, il suo carattere ribelle lo relegherà per tre anni in riformatorio. Verso la seconda metà degli anni '40, dopo aver svolto diversi mestieri (salumiere, cravattaio, attacchino,...), approfitta di una scrittura radiofonica a Firenze per iniziare la carriera d'attore. È protagonista al microfono di trasmissioni come Zig zag e Il rosso e il nero, e interprete di rivista al fianco delle Peter Sisters in Ice Follies, di Rosalia Maggio in Cavalcata a piedi (1952), prima di diventare capocomico in proprio con Occhio per occhio, lente per lente (1953). Non esce da nessuna accademia, ma si forma sui palcoscenici dei teatri minori, affinando le sue doti naturali, la comicità affidata alla mimica, alla voce, al fisico e al confronto continuo con il pubblico. Nel 1951 debutta sullo schermo in Marakatumba, ma non è una rumba, con Renato Rascel. Questo è il primo titolo di una filmografia che arriva a più di cento pellicole (tra il 1958 e il '62 sono oltre trenta), soprattutto del genere comico, nelle quali veste spesso il ruolo del borghese godereccio che perde la testa per avvenenti cameriere e segretarie. Formidabile caratterista dotato di grande personalità, Carotenuto viene chiamato anche da autori importanti, che lo vogliono nei propri film per parti più complesse e drammatiche: con Alberto Lattuada gira La spiaggia (1953), con Dino Risi Poveri ma belli (1956), con Damiano Damiani Girolimoni, il mostro di Roma (1972), con Luigi Comencini Lo scopone scientifico (1972), che gli vale il Nastro d'argento, e con Ettore Scola Il romanzo di un giovane povero (1995). Inaugura la sua epoca d'oro in teatro con il ruolo di Peachum ne L'opera da tre soldi (1956) diretta da Giorgio Strehler. In seguito è lo scanzonato interprete di due commedie musicali di Garinei e Giovannini: Un paio d'ali (1957) e Un trapezio per Lisistrata (1958). Nel 1963 offre la sua prova teatrale più completa, dando vita ad Alfred Doolittle, padre scorbutico e sempre sbronzo della bella Eliza (interpretata da Delia Scala) nella commedia musicale My fair lady. Nel 1966 Giorgio Strehler lo chiama di nuovo al Piccolo Teatro di Milano per affidargli il ruolo di Cromo ne I giganti della montagna, di Luigi Pirandello. Ma il teatro comico lo risucchia con Neil Simon ( Promesse promesse, I ragazzi irresistibili), Feydeau ( Un gatto in tasca) e i classici riadattati da Roberto Lerici nei tardi anni '80 ( L'avaro, Il burbero benefico, Falstaff). Sul teleschermo è presentatore del varietà Un, due, tre (1954) e protagonista di Carosello, come testimonial di un noto marchio di camice. Inoltre prende parte (quasi sempre in parti negative) a sceneggiati come Giocando a golf, una mattina (1969), La fine dell'avventura (1969), I demoni (1972) e Il sospetto (1972). Con il cinema divenuto avaro di occasioni, Carotenuto passa gli ultimi anni a teatro, portando in scena i grandi classici. È sulla scena per l'ultima volta con Il medico per forza di Moliére. Attore dall'umorismo sottile ed elegante, Carotenuto non ha mai soddisfatto pienamente la critica, che gli riconosceva non comuni capacità interpretative ma stemperate in troppi film di modesto valore. Malgrado ciò Mario Carotenuto ha lasciato un bagaglio di caratterizzazioni che potrebbe far vivere di rendita qualsiasi giovane attore.


Turi Pandolfini

Nome: Salvatore Pandolfini
Data nascita: 10 Novembre 1883 (Scorpione), Catania (Italia)
Data morte: 6 Marzo 1962 (78 anni), Catania (Italia)
Lavora a lungo in teatro nella prestigiosa formazione di Angelo Musco, di cui è nipote, e diventa popolare al cinema negli anni Cinquanta per l'umorismo, l'accento siciliano, l'espressività grafica con la quale caratterizza il vecchio brontolone, stizzoso, intrigante e spocchioso. Notevole, tra più di 30 film, la sua interpretazione nell'episodio pirandelliano La giara, del film a episodi Questa è la vita (1954). Tra i film: Roma città aperta (1945) di Roberto Rossellini: In nome della legge (1949) di Pietro Germi: Altri tempi (epis. Il processo di Frine, 1951) di Alessandro Blasetti; Il sole negli occhi (1953) di Antonio Pietrangeli; Anni facili (1953) di Luigi Zampa; Un giorno in pretura (1954) di Steno; Terza liceo (1954) di Luciano Emmer; Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli; Accadde al penitenziario (1955) di Giorgio Bianchi; Racconti romani (1955) di Gianni Franciolini.


Anita Durante

Data nascita: 8 Settembre 1897 (Vergine), Roma (Italia)
Data morte: 22 Aprile 1994 (96 anni), Roma (Italia)
Moglie dell'attore Checco Durante, fu una figura di discreto rilevo nell'ambito della rivista e del teatro leggero, in cui rappresentò una presenza costante a fianco del marito. La sua attività fu abbastanza intensa anche nel cinema; tuttavia, benché fosse comparsa in film numerosi, ma di scarsa importanza, non andò mai oltre ruoli di caratterista.


Sergio Raimondi

Data nascita: 9 Agosto 1923 (Leone), Roma (Italia)
Iniziò la carriera come attore di fotoromanzi a fumetti su settimanali di grande tiratura come Sogno, Tipo e Cine Illustrato, in cui ottenne un notevole successo grazie al suo aspetto prestante e alla sua simpatica fisionomia di giovane sincero e allegro, tanto da divenire, in questo settore, uno dei “divi” più popolari di quegli anni. Passato al cinema, esordì in Vendetta di zingara (1952, A. Molinari), un fotoromanzo trasposto sullo schermo, in cui, accanto a Raimondi, recitavano anche le stesse protagoniste femminili del fumetto, Anna Vita e Felga Lauri. In seguito, Raimondi interpretò alcuni film in parti adeguate al suo aspetto, ma senza rivelare particolari doti drammatiche e, soprattutto, senza raggiungere la popolarità conquistata nei fotoromanzi. Fu presente, come personaggio di secondo piano, ne Le ragazze di San Frediano (1955, Valerio Zurlini); ma dai primi anni Sessanta, scomparve senza clamore dal mondo del cinema.


Eduardo Passarelli

Nome: Eduardo De Filippo
Data nascita: 20 Luglio 1903 (Cancro), Napoli (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1968 (65 anni), Napoli (Italia)
Figlio naturale di Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo fu fratellastro dei tre più famosi De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina. Dopo un'intensa attività nel teatro di rivista, in cui apparve a fianco di Totò, in spettacoli dialettali napoletani (ma recitò anche da attore “serio”, in Amleto, a fianco di Anna Proclemer), a partire dal 1937, esordì nel cinema quale apprezzato caratterista. Negli anni del dopoguerra continuò questa sua attività, prendendo parte a numerosi film di genere comico-leggero e “napoletano”, conquistandosi il favore del pubblico grazie alle sue doti di attore brillante, dalla mimica vivace ed espressiva. In funzione di queste sue qualità, apparve anche in un film “serio” come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini), benché in un ruolo secondario. Nel 1952, insieme al giornalista Alessandro Ferraù ed a Totò, curò un libro autobiografico, che prese nome da un celebre film dello stesso Totò, Siamo uomini o caporali? Fu padre dell'attore Pasquale De Filippo, che seguì le sue orme, ma con minore successo.


Gisella Monaldi

Data nascita: 4 Marzo 1913 (Pesci), Torino (Italia)
Data morte: 23 Maggio 1984 (71 anni), Roma (Italia)
Simpatica, prosperosa e comunicativa, è una delle caratteriste più attive per quasi tutti gli anni Cinquanta e poco oltre; viene scelta da ottimi registi per impersonare spesso ruoli di popolane, da lei interpretati sul filo di una pungente ironia. Simile al “tipo” Ave Ninchi o Alda Mangini, delle quali però non possiede il carisma, nell’immediato dopoguerra debutta efficacemente in un ruolo da “femme fatale”, impersonando Tosca, l’avvenente signora che concupisce il giovane Ciro in Sotto il sole di Roma (1948) di Castellani. Al debutto, però, non segue un adeguato sviluppo di carriera: una carriera che si snoda invece attarverso ruoli del tutto secondari. Alla radio è stata la gustosa interprete di Mimì la candida.


Enzo Garinei

Data nascita: 4 Maggio 1926 (Toro), Roma (Italia)
Ottimo e spontaneo caratterista teatrale e cinematografico, Enzo Garinei esordisce in rivistine di carnevale per studenti al Teatro Valle di Roma, come primo attore in uno spettacolo scritto dal fratello Pietro (che si unirà in seguito a Sandro Giovannini, creando così la coppia "principe" del teatro leggero italiano del secondo dopoguerra). Dagli anni '40 comincia a partecipare a numerose importantissime riviste e commedie musicali accanto a grandi nomi del palcoscenico, come Wanda Osiris, Gianni Agus, Renato Rascel, Delia Scala e Gino Bramieri. È molto attivo anche in televisione, nel cinema - ha interpretato una serie di divertentissime commedie alcune delle quali al fianco di Totò ( Totò le Mokò, 1949; Totò terzo uomo, 1951) - e nel doppiaggio. Dai primi anni '80 è il direttore artistico della scuola teatrale "Ribalte" di Roma.


Miranda Campa

Data nascita: 31 Gennaio 1914 (Acquario), Ginevra (Svizzera)
Allieva dell'Accademia Nazionale di Arte Drammatica, ha svolto dapprima una intensa attività teatrale, rivelando notevoli qualità nell'interpretazione dei Dialoghi delle carmelitane, un dramma di George Bernanos, andato in scena nel 1952 al Piccolo Teatro di Roma. Da allora, ha sostenuto talvolta ruoli di religiosa anche nel cinema, dove aveva esordito nel 1950, dimostrando efficacia ed intensa drammaticità. Da ricordare, in proposito, Suor Teresa (La grande rinuncia), del 1951.


Ciccio Barbi

Nome: Francesco Barbi
Data nascita: 1 Gennaio 1919 (Capricorno), Torino (Italia)
Dopo avere iniziato come attore d'avanspettacolo e di rivista, esordi sullo schermo nel 1947 ne L'onorevole Angelina, diretto da Luigi Zampa. In esso Barbi ebbe a fianco Anna Magnani, che, con a fianco un'eccellente "spalla" come Ave Ninchi (vedi), interpretava con il consueto temperamento il personaggio di una proletaria di borgata, divenuta provvisoriamente capopopolo di un nutrito gruppo di madri di famiglia, come lei costrette a lottare con i problemi della sopravvivenza quotidiana, ma che finiscono poi con il rinunciare alla loro rivolta, rientrando nell'ordine e nel ruolo consueto di mogli e di madri più adeguato alla loro natura e alle loro capacità. Alcuni anni dopo, Barbi iniziò una regolare attività di caratterista, sfruttando il suo umorismo forse un po' facile, ma brillante e gustoso, che gli permise di dare vita, nei film da lui interpretati, a felici macchiette di personaggi popolani e bonari, senza mai scadere nella volgarità.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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