Totòtarzan

[Totò] [Totò]

[Totò,Tino Buazzelli,Mario Castellani,Marilyn Buferd] [Totò e Galeazzo Benti]

[Totò e Aldo Giuffrè] [Totò con Sophia Loren]

Videoclip titoli di testa

Regia : Mario Mattoli
Soggetto : Vittorio Metz
Sceneggiatura : Metz,Scarpelli,Age,Marchesi,Mattoli
Fotografia : Mario Albertelli
Scenografia : Piero Filippone
Costumi : Mario Rappini
Musica e canzoni: Armando Fragna
Direzione musicale : Felice Montagnini
Montaggio : Otello Colangeli
Aiuto regia : Leo Catozzo
Direttore produzione : Romolo Laurenti
Produzione : Cdi, Roma
Durata: 78 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Antonio Della Buffas )
Marilyn Buferd( Iva)
Mario Castellani( Stanis )
Tino Buazzelli( Spartaco )
Alba Arnova( Sonia)
Adriana Serra(Giacomina Roy )
Luigi Pavese( il procuratore Roy )
Luisa Poselli( la maestrina )
Guglielmo Barnabò( il colonnello )
Nico Pepe( l'avvocato Micozzi )
Galeazzo Benti( il capo dei superparacadutisti )
Carlo Croccolo( lo sposino )
Alberto Sorrentino( l'usciere Anselmo )
Giacomo Furia( il cuoco del vagone ristorante )
Bianca Maria Fusari( Marta )
Aldo Giuffrè( un paracadutista )
Vinicio Sofia(Rosen)
Vira Silenti(Dora)
Riccardo Bill( il capostazione siciliano)
Guglielmo Inglese( il capostazione pugliese )
Ughetto Bertucci( il capostazione di Zagarolo )
Nino Vingelli( il capostazione napoletano )
Enrico Luzi( l'avvocato Filotti )
Rino Tognaccini( Bongo )
Clara Bindi( la signora col cappello )
Mario Siletti( il maggiordomo dei Rosen )
Bruno Corelli( il portiere dell'albergo )
Eduardo Passarelli( il controllore )
Ciro Berardi( il commissario )
Totò Mignone( un ferroviere )
Sofia Lazzaro ( Sophia Loren)( una fan del circolo Tototarzanista )
Giovanna Ralli( una fan del circolo Tototarzanista )
Rita Andreana( una fan del circolo Tototarzanista )
Paola Bertin( una fan del circolo Tototarzanista )

Altri interpreti :
Rina Franchetti,Anna Fallarino, Paolo Modugno

           

              

Soggetto

Tre avventurieri catturano e portano in Europa,con l'intento di impossessarsi dell'eredità,la "scimmia bianca" Totò,nobile abbandonato da piccolo nella giungla.Un suo parente Rosen dopo averlo ospitato si allea con gli avventurieri per sbarazzarsene.Ma Iva innamorata di Totò lo salva e insieme fuggono nella giungla.

Critica e curiosità

Parodia della serie dei Tarzan americani con un Totò che indossa la bombetta anche quando e' vestito della sola pelle di leopardo . Nel film compare anche Sofia Scicolone (si vede a destra nella quarta foto ) destinata ad entrare nella storia cinematografica mondiale col nome di Sophia Loren .
Gaetano Carancini scriveva : " Oramai il fenomeno Totò [..] sta diventando preoccupante . Tuttavia non possiamo ogni volta che viene programmato un film interpretato dal popolare attore , ripetere gli stesi concetti e le medesime lamentele . Quindi non ci resta che seguire il decorso di questa malattia [...] E ieri il quadro clinico della epidemia ha registrato un nuovo focolaio di infezione : il focolaio Tototarzan "

Curiosamente alla censura dell'epoca passa inosservata una scena di nudo dell'attrice Adriana Serra, e' la sequenza in cui Totò tornato dalla giungla vede la donna indossare una pelliccia di leopardo, le salta addosso le strappa i vestiti ma lo fa con un tale impeto da strapparle oltre al vestito anche il corpetto lasciandola a seno nudo. Non e' dato sapere se la scena passi inosservata alla censura o ci siano state altre motivazioni, e anche se passa velocemente e' comunque presente nel film.
Di seguito la scena e alcuni fotogrammi:


Marilyn Buferd

Data morte: 27 Marzo 1990 (65 anni), Austin (Texas - USA)
Classe 1925, Marilyn Buferd nasce a Detroit negli Stati Uniti in Michigan sotto il segno dell' Acquario. La sua principale attività nel mondo del cinema è stata quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Mizar (Sabotaggio in mare) (1954) di Francesco De Robertis dove ha interpretato la parte di La ragazza svedese. Nel 1952 ha inoltre lavorato con Mario Soldati per la realizzazione del film La provinciale dove ha interpretato la parte di Anna Sertori. Marilyn Buferd ci lascia all'eta di 65 anni spegnendosi in una triste giornata del 27 Marzo 1990 a Austin negli Stati Uniti in Texas.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Tino Buazzelli

Nome: Agostino Buazzelli
Data nascita: 13 Settembre 1922 (Vergine), Frascati (Italia)
Data morte: 20 Ottobre 1980 (58 anni), Roma (Italia)
Diplomatosi all'Accademia nazionale d'arte drammatica, Buazzelli diede inizio alla sua attività cinematografica nel 1949,con La fiamma che non si spegne, diretto da Vittorio Cottafavi. Attore vigoroso e ricco di personalità, ha tratteggiato personaggi sempre molto interessanti, anche se spesso in parti di secondo piano e in film di scarso rilievo. Tra le sue migliori interpretazioni è degna di nota quella di un giovane disilluso, con un passato di rivoluzionario fallito, ma ancora pieno di velleità, in Chi lavora è perduto - In capo al mondo, diretto nel 1963 da Tinto Brass. Tuttavia, se la sua carriera cinematografica è stata marginale, dobbiamo invece ricordare che Buazzelli, a partire dal 1947, ha svolto un' intensa attività teatrale, lavorando al Piccolo Teatro di Roma, al Piccolo di Milano, al Teatro Stabile di Genova e a quello di Torino. In seguito, come magnifico interprete televisivo ha fatto conoscere al grande pubblico i testi di Brecht, Shakespeare, Miller, Pirandello. Come protagonista di ottimi sceneggiati, nel 1966 fu il protagonista di Charlov e le figlie, tratto un'opera di Ivan Turgenev, mentre nel 1968 portò sul piccolo schermo Tartarino sulle Alpi, prestando la sua straripante fisicità all'improbabile eroe di Alphonse Daudet. La sua mole gli fu di aiuto anche per rivestire gli ampi panni di Nero Wolfe, il celebre investigatore infallibile e misantropo, appassionato coltivatore di orchidee, nato dalla fantasia di Rex Stout. In questa fortunata serie televisiva, Buazzelli ebbe come partner un giovane Paolo Ferrari, atletico e dongiovanni. Nel 1970, Buazzelli fu sceneggiatore e regista , oltre che interprete, dello sceneggiato Papà Goriot , tratto dal romanzo omonimo di Honoré de Balzac.


Alba Arnova

Nome: Alba Filomena Fossati
Data nascita: 15 Marzo 1930 (Pesci), Buenos Aires (Argentina)
Giunta in Italia nel dopoguerra, lavorò dapprima in teatro, come ballerina classica e di rivista. Nel 1949 esordì nel cinema, anche se in ruoli di secondo piano. Tra queste sue interpretazioni, la più notevole e brillante fu quella che la vide impegnata in un episodio del film Altri tempi, diretto nel 1952 da Alessandro Blasetti. Nel 1956 conquistò un'imprevista (e indesiderata) popolarità prendendo parte alla Piazzetta, un varietà televisivo condotto da Mario Billi e Riccardo Riva. Qui l'Arnova, che indossava un'aderentissima calzamaglia, suscitò un vero e proprio scandalo, forse anche causa dei giochi di luce dovuti al mezzo televisivo, allora esclusivamente in bianco e nero. Accusata di essersi presentata nuda sulla scena, fu licenziata in tronco e bandita dai teleschermi; anche la trasmissione fu sospesa.


Adriana Serra

Data nascita: 27 Novembre 1923 (Sagittario), Milano (Italia)
È stata Miss Italia nel 1941. Dopo avere debuttato giovanissima nel teatro di prosa, passò in un secondo momento alla rivista, incontrandovi un certo successo grazie alle sue qualità di attrice brillante e dai modi sbarazzini. Esordì sul grande schermo durante la seconda guerra mondiale, conquistando però i suoi migliori risultati negli anni del dopoguerra, quando ebbe modo di interpretare alcuni film comico-leggeri, ispirati al mondo della rivista, particolarmente adatti alle sue capacità. Ha presentato, con Enzo Tortora, il Festival di Sanremo 1959. In tempi più recenti è comparsa in televisione come presentatrice e attrice. Ha preso parte, fra gli altri, ai flm Miracolo a Viggiù (1952) di Luigi Giachino; Abbiamo vinto! (1951) di Robert Adolf Stemmle; Le modelle di via Margutta (1946) di Giuseppe Maria Scotese


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Guglielmo Barnabò

Data nascita: 11 Maggio 1888 (Toro), Ancona (Italia)
Data morte: 31 Maggio 1954 (66 anni), Ancona (Italia)
Dopo avere iniziato nel 1921 un'intensa attività teatrale, coronata da un certo successo in compagnie di grido, intraprese in quegli stessi anni la carriera cinematografica, interpretando con dignitosa sensibilità numerosissime parti di secondo piano. Sullo schermo egli incarnò talora la figura del vecchio, in apparenza molto più svagato e assente di quanto non sia in realtà; spesso diede vita al personaggio del «burbero benefico», che tende a celare la sua sensibilità e il suo cuore d'oro dietro un comportamento scostante e inavvicinabile. Tra le sue caratterizzazioni più riuscite, da ricordare quella interpretata nella poetica favola di Miracolo a Milano(1951, regia di Vittorio De Sica), in cui Barnabò diede magistralmente vita al personaggio del "cattivo", il capitalista Mobbi, il quale, punito per la sua avida insensibilità e per le sue manie di onnipotenza, viene portato via da un fortissimo vento, fino a dileguarsi per sempre nello spazio, liberando i poveri della città dalla sua malvagia presenza.


Nico Pepe

Nome: Domenico Pepe
Data nascita: 19 Gennaio 1907 (Capricorno), Udine (Italia)
Data morte: 13 Agosto 1987 (80 anni), Udine (Italia)
Dopo essersi diplomato ragioniere e avere conseguito la laurea in Scienze Economiche e Commerciali, lavorò per un certo tempo come impiegato di banca; ma, appassionato di teatro fino da ragazzo, ottenne una prima scrittura nella compagnia Lupi – Borboni –Pescatori, per passare poi ad altre compagnie, fino a lavorare in quella diretta da Vittorio De Sica, dove trovò l'ambiente più adatto per esplicare le sue qualità di attore brillante. Negli anni del dopoguerra si dedicò alla direzione artistica in vari teatri, lavorando contemporaneamente alla radio e come doppiatore. Nel 1936 fece il suo esordio nel cinema, con una parte ne I due sergenti(Enrico Guazzoni), interpretando in seguito numerosissimi film, ma sempre in parti secondarie. Nella sua lunga carriera, in cui dimostrò notevoli doti di umanità e simpatia, diede vita ad una ricca serie di figure minori in film diversi per genere e livello artistico, tra i quali meritano di essere ricordati Riso amaro (1949, Giuseppe De Santis) e La spiaggia (1954, Alberto Lattuada), in cui gli furono offerte maggiori occasioni per mettere in luce le sue capacità brillanti o drammatiche, che tuttavia non ebbero mai modo di essere dimostrate e apprezzate come avrebbero meritato. Dal 1953 al 1978, anni in cui fu attivo anche in televisione, Pepe riprese la sua attività teatrale, scritturato prima da Giorgio Strehler per interpretare il ruolo del capocomico nel celebre dramma pirandelliano Sei personaggi in cerca d'autore, e poi per Lulù, due grandi successi del Piccolo Teatro di Milano, dove Pepe rinnovò i suoi successi nel 1959, recitando nella parte di Pantalone in Arlecchino servitore di due padroni, ruolo che mantenne dal 1963 al 1968 anche nelle tounées all'estero e che gli fu rinnovato nella stagione 1977-1978. Allontanatosi dall'attività artistica nei primi anni Ottanta, Pepe si dedicò alla direzione di una scuola di teatro in lingua friulana ad Udine. Fu sposato dal 1937 con l'attrice Clara Auteri.


Galeazzo Benti

Nome: Galeazzo Bent
Data nascita: 6 Agosto 1923 (Leone), Firenze (Italia)
Data morte: 20 aprile 1993 , Firenze (Italia)
Quando il conte Bentivogli si accorse che il nipote Galeazzo, alto, bello, brillante, raffinato, seduttore, stava trascinando”nel fango del cinematografo”il buon nome del casato, gli impose, per vie legali, di”potare”il cognome. Nacque così, dall'ira del nonno, un elegante nome d'arte: Galeazzo Benti. Divenne sulla scena (e spesso sullo schermo) il”gagà”per antonomasia. Rappresentò quindi sia in teatro che sullo schermo il giovanotto snob e nullafacente, con erre moscia e movenze sincopate. Nella stagione 1943-44, Benti recitò in Ritorna Za Bum di Marcello Marchesi, accanto ad Alberto Sordi, anch'egli agli esordi. Il successo si ripeté nella stagione successiva con Sai che ti dico??dello stesso autore, sempre accanto ad Alberto Sordi, Vivi Gioi, Ave Ninchi e Luigi Pavese. Nel 1944-45 fu in Pasquino di Vittorio Metz e alla rivista, dedicata all'irriverente personaggio romano (le”pasquinate”erano poesie polemiche contro le autorità), alla quale parteciparono Sergio Tofano, Enrico Viarisio e Aroldo Tieri. Nella stessa stagione, fu in Imputato alziamoci!di Michele Galdieri, accanto a Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, con Lucy D'Albert soubrette. Affrontò la satira con Soffia, so'...di Garinei e Giovannini, famosissima rivista con Anna Magnani e Alberto Sordi. Nella stagione 1952-53 fu eccellente in La piazza di Michele Galdieri, con Carlo Dapporto. Tramontata la rivista ed esauritosi il filone dei filmetti comico-musicali (ne interpretò una sessantina, di cui sette con Totò), Benti nel 1955 si trasferì in Venezuela, allestendovi una compagnia di produzione televisiva (programmi e spot). Venne richiamato in Italia nel 1979 da Ettore Scola per il film La terrazza. In Italia tornò”vendicativo come il conte di Montecristo”, raccontava spiritosamente,”Quando un produttore mi proponeva di fare il gagà, gli dicevo di andare a…”. Dopo il suo rientro in patria, oltre ad aver recitato in alcune commedie teatrali, ha interpretato una quindicina di film e serial tv, meritandosi anche una nomination al David di Donatello per il film Io e mia sorella (1987) di Carlo Verdone. Da ricordare infine il ruolo dell'anziano nobile decaduto che insegna buone maniere a un giovanotto aspirante conte, interpretato da Christian De Sica, nel remake del film Il conte Max (1991).


Carlo Croccolo

Data nascita: 9 Aprile 1927 (Ariete), Napoli (Italia) Trai pochissimi caratteristi ad aver attraversato in più di cento film tutto il cinema comico italiano da Toto ad Aldo Giovanni e Giacomo È arrivato al cinema dopo molto teatro leggero e radio Tra i più dotati partner dell'improvvisazione del grande comico napoletano collabora anche con Eduardo De Filippo e più volte con Vittorio De Sica. A suo agio ovunque dalla parodia al peplum E anche tra i più celebri doppiatori italiani da voce a Oliver Hardy e soprattutto a Totò Tra le sue interpretazioni 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia I cadetti di Guascogna (1950) di Mario Mattoli La paura fa 90 (1951) di Giorgio Simonelli Ragazze da marito (1952) di Eduardo De Filippo Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli Toto lascia o raddoppia (1956) di Camillo Mastrocinque Cerasella (1959) di Raffaello Matarazzo L'amante di cinque giorni (1961) di Phihppe De Broca Ieri oggi domani (episodio Adelina) di Vittorio De Sica (1963) Caccia alla volpe (1966) sempre di De Sica.


Alberto Sorrentino

Data nascita: 16 Febbraio 1916 (Acquario), La Spezia (Italia)
Data morte: 1 Febbraio 1994 (78 anni), Roma (Italia)
Di origini fiorentine per parte di padre, fu per un certo tempo corrispondente di un quotidiano toscano per le pagine di cronaca locale. Militare di marina durante la seconda guerra mondiale, al termine del conflitto debuttò ormai trentenne in una compagnia di rivista, dividendosi fra teatro di prosa e avanspettacolo. Dopo una prima apparizione nel cinema al fianco di Aldo Fabrizi, nel film L'ultima carrozzella di Mario Mattoli (1943), negli anni del dopoguerra comparve in numerosi film, per lo più di genere comico-leggero o ispirati alla rivista, in ruoli di secondo piano, spesso per partecipazioni brevissime, affermandosi tra i caratteristi italiani come attore adattissimo per parti di uomo povero e malvestito, sempre affamato; una figura a cui Sorrentino, con il suo fisico alto e allampanato, riusciva a conferire una straordinaria efficacia (talora anche a fini comici), sottolineata dall'espressione perennemente triste del volto dai tratti marcati, in cui spiccavano due enormi occhi scuri da cane bastonato e una bocca dagli angoli rivolti perennemente all'ingiù. Nel 1956-1957 tornò in teatro accanto a Macario, nella rivista E tu biondina, di Amendola e Maccari, interpretandovi il ruolo, per lui consueto, di un vagabondo; da allora ricomparve alternativamente nell'avanspettacolo e nel teatro di rivista, fino al 1975, anno in cui riscosse al teatro di Roma un notevole successo personale, recitando accanto a Valeria Moriconi ne L'abominevole donna delle nevi di R. Wilcock. La sua attività televisiva è stata marginale. Fu marito di Giuliana Carleschi.


Giacomo Furia

Data nascita: 1 Gennaio 1925 (Capricorno), Arienzo (Italia)
Uno dei più grandi caratteristi cinematografici e teatrali degli Anni Quaranta e Cinquanta. Debutta sul palcoscenico accanto a Eduardo De Filippo con il quale stringerà una profonda amicizia e un reciproco rispetto della professione. Infatti, è proprio con Eduardo De Filippo che esordisce al cinema nel dramma d'amore e gelosia Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli con Anna Magnani e Titina De Filippo. Lo stesso anno, è scelto da Roberto Rossellini come uno dei protagonisti della commedia La macchina ammazzacattivi, mentre l'anno seguente è accanto a Gino Cervi in La sposa non può attendere (1949). Spalla comica o semplice attore di secondo piano accanto a Totò, Peppino De Filippo, Tina Pica, Aldo Fabrizi, Luigi Pavese, Ave Ninchi, Giovanna Ralli, Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Raimondo Vianello e Alberto Sordi, è spesso diretto da Mattoli, Steno, Camillo Mastrocinque, Alberto Lattuada e Mario Monicelli in pellicole che hanno scritto la storia del genere comico italiano, soprattutto quelle accanto al principe De Curtis: Totò cerca casa (1949); Totò Tarzan (1950); Totò sceicco (1950); Un turco napoletano (1953); Il medico dei pazzi (1954); Totò all'Inferno (1955); Siamo uomini o caporali? (1955); Destinazione Piovarolo (1955); il perfetto La banda degli onesti (1956); Totò, Peppino e le fanatiche (1958); Totò nella luna (1958); Totò, Eva e il pennello proibito (1959); I ladri (1959); Il monaco di Monza (1963) e Totò contro il pirata Nero (1964). È nel 1954 che spicca nel ruolo del panciuto e ingenuo marito della bella pizzaiola Sophia Loren nell'episodio Pizze a credito de L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica. Sarà il primo di molti incontri sul set con la Loren: La domenica della buona gente (1953); Due notti con Cleopatra (1954); Peccato che sia una canaglia (1954) e il fiabesco C'era una volta (1967) di Francesco Rosi.


Aldo Giuffré

Data nascita: 10 Aprile 1924 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 26 giugno 2010 , Roma (Italia)
Fino a che un'operazione alla gola non lo privò di una delle sue qualità migliori (la pastosa voce napoletana), Giuffré fu uno dei più sicuri valori in tv, alla quale si dedicò stabilmente negli anni Sessanta, dopo una lunga, ma splendida gavetta nella compagnia di Eduardo De Filippo (dove aveva debuttato assieme al fratello Carlo). Il grande mestiere gli permise di passare dalla commedia più disimpegnata (le avventure giallo-rosa di Laura Storm) alla tragedia classica (Macduff in “Macbeth”), dal dramma moderno (il regista di “La ragazza di campagna”) a quello in costume (don Pedro in “Mariana Pineda”, Corina in Antonello capobrigante). Ha partecipato anche a originali sceneggiati televisivi, tra cui La figlia del diavolo. A parte il ruolo d’esordio al cinema nel drammatico Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli, è spesso caratterista comico (in un mondo ironico e scanzonato, in una dimensione da commedia che gli è più congeniale): è in Ieri, oggi, domani (1963) di Vittorio De Sica, prende parte alle commedie erotiche degli anni Settanta e fa parte del cast di Scugnizzi (1989) di Nanni Loy e de La Repubblica di San Gennaro (2003) di Massimo Costa.


Guglielmo Inglese

24 Novembre 1892 (Sagittario), Napoli (Italia) Appartenente ad una famiglia di origine pugliese, calca la scene sin dall’età di due anni, poi fa parte di varie compagnie di giro fra cui, importantissima, quella di Raffaele Viviani nel 1920. Abbandona il teatro per dedicarsi con impegno alla radio dove disegna con gustosa ironia alcune macchiette di tipico stampo meridionale, come il “cafone pugliese”, che lo conducono ad una certa popolarità. Inevitabile pertanto che il cinema si interessi a lui proponendogli in film commerciali la ripetitività delle macchiette radiofoniche, di simpatia contagiosa e di immediata comicità, anche se egli viene sempre relegato a ruoli di terzo piano, da caratterista bonario e semplicione, spesso in produzioni minori. Non raggiunge mai una grande popolarità ma, sin dal suo debutto nel cinema che è piuttosto tardivo, il pubblico lo riconosce subito.


Ughetto Bertucci

Data nascita: 18 Ottobre 1907 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 25 Giugno 1966 (58 anni), Roma (Italia)
Fa realmente il venditore di frutta e verdura in un mercato situato in una famosa piazza romana ed è il proprietario di un camioncino in pessime condizioni, quando viene notato da Mattòli e scritturato per un ruolo aderente al suo fisico e alla sua attività di “fruttarolo” per La vita ricomincia (1945). Il tarlo dello spettacolo si insinua in lui che decide, pur gestendo sempre il suo banco al mercatino, di dedicarsi al cinema e, occasionalmente, all’avanspettacolo in teatrini romani. Di bassa statura, magrolino, con una faccia decisamente simpatica e con l’aria scanzonata, è interprete di una elevata quantità di film, per lo più leggeri, accanto ai comici del momento, soprattutto Totò, ma anche Macario, Billi e Riva, Walter Chiari. Non va mai fuori dal suo cliché, non diventa un eccelso caratterista, non ottiene mai ruoli consistenti, ma non si monta la testa e continua il suo mestiere con umiltà, rarefacendo le sue apparizioni verso la fine degli anni Cinquanta, per ritirarsi poi piano piano dal mondo dello spettacolo.


Nino Vingelli

Nome: Nino Vingell
4 Giugno 1912 (Gemelli), Napoli (Italia)
Ha svolto attività teatrale, esordendo nel cinema durante la seconda guerra mondiale. Attore di buone doti drammatiche, dalla recitazione secca e composta, si è imposto, nel dopoguerra, come efficacissimo caratterista, sia in ruoli comici sia in ruoli drammatici. Tra i numerosi film interpretati in questi ultimi anni vanno ricordati almeno La legge (1959, J. Dassin), in cui tratteggiò con molto colore il personaggio di Pizzaccio; La sfida (1958, Francesco Rosi), dove fu un vigoroso e secco Gennaro; I magliari (1959, Francesco Rosi), dove apparve nelle vesti di Vincenzo. Di risorse drammatiche a volte sorprendenti, Vingelli si è venuto affermando come uno dei migliori caratteristi del recente cinema italiano, adatto soprattutto nelle parti di napoletano astuto, spesso privo di scrupoli, altre volte di cuore tenero e buon compagno.


Mario Siletti

Data nascita: 5 Febbraio 1897 (Acquario), Torino (Italia)
Data morte: 17 Marzo 1977 (80 anni), Roma (Italia)
Dopo avere partecipato alla prima guerra mondiale debuttò nel 1920 nel teatro di prosa con la compagnia Ferrero-Celli-Paoli, dando inizio ad una carriera di attore brillante, che si protrasse, con varie compagnie di grido, fino al 1932, anno in cui esordì nel cinema, recitando in un film di Nunzio Malasomma, Sette giorni cento lire. Richiestissimo da molti registi, Siletti divenne uno dei caratteristi più simpatici e più popolari del periodo, interpretando numerosissimi film, talora anche in parti molto piccole. Al termine della seconda guerra mondiale, Siletti tornò al teatro di prosa, recitando dapprima con la formazione diretta da Peppino De Filippo nel 1953-1954, poi con una sua propria compagnia, presso il Teatro delle Muse di Roma. All'attività teatrale, Siletti affiancò anche quella radiofonica, mentre apparve raramente in televisione; ebbe però un ruolo abbastanza importante nel telefilm 1943: un incontro, episodio della serie Tre donne, diretta nel 1971 da Alfredo Giannetti


Bruno Corelli

Data nascita: 20 Agosto 1918 (Leone), Bologna (Italia)
Data morte: 17 Febbraio 1983 (64 anni), Tunisi (Tunisia)
Appassionato di teatro, dopo aver recitato in una filodrammatica della sua città si trasferisce a Roma con l’intenzione di frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografica e in qualità di allievo partecipa nel 1938 insieme ad altri del suo corso al film Giuseppe Verdi. Abbandona presto la scuola per prendere parte a spettacoli di prosa e rivista facendosi apprezzare per il suo umorismo e le sue qualità di mimo-ballerino. Inizia una vera attività cinematografica all’indomani del secondo dopoguerra prendendo parte a numerose pellicole per lo più di genere comico-brillante in qualità di attore secondario ameno e divertente o di caratterista dalle battute gustose e salaci, purtroppo senza mai diventare una punta di forza del film, pur lavorando intensamente per quasi tutto il decennio degli anni Cinquanta.


Eduardo Passarelli

Nome: Eduardo De Filippo
Data nascita: 20 Luglio 1903 (Cancro), Napoli (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1968 (65 anni), Napoli (Italia)
Figlio naturale di Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo fu fratellastro dei tre più famosi De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina. Dopo un'intensa attività nel teatro di rivista, in cui apparve a fianco di Totò, in spettacoli dialettali napoletani (ma recitò anche da attore “serio”, in Amleto, a fianco di Anna Proclemer), a partire dal 1937, esordì nel cinema quale apprezzato caratterista. Negli anni del dopoguerra continuò questa sua attività, prendendo parte a numerosi film di genere comico-leggero e “napoletano”, conquistandosi il favore del pubblico grazie alle sue doti di attore brillante, dalla mimica vivace ed espressiva. In funzione di queste sue qualità, apparve anche in un film “serio” come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini), benché in un ruolo secondario. Nel 1952, insieme al giornalista Alessandro Ferraù ed a Totò, curò un libro autobiografico, che prese nome da un celebre film dello stesso Totò, Siamo uomini o caporali? Fu padre dell'attore Pasquale De Filippo, che seguì le sue orme, ma con minore successo.


Ciro Berardi

Data nascita: 11 Maggio 1909 (Toro), Fano (Italia)
Data morte: 25 Novembre 1961 (52 anni), Fano (Italia)
Imponente caratterista attivo nel cinema italiano fin dagli anni Trenta, richiestissimo dai registi anche per brevi figurazioni e determinante laddove occorra impersonare tavernieri, operai, sgherri, popolani, militari, servitori e altro, cui l’attore aderisce con asciutta e, spesso, colorita partecipazione. Ha lavorato specialmente negli anni Quaranta e la prima metà dei Cinquanta con registi di vaglia come Genina, Bragaglia, Camerini, Mattòli, Bonnard, Freda, Zampa, Steno e Monicelli. Ma sempre e soltanto in ruoli secondari, talvolta terziari, ma sempre con misurato senso della professionalità. Una curiosità: Berardi ha impersonato con credibile caricatura una delle “donne abbandonate” nella parodia Il fanciullo del West realizzata da Giorgio Ferroni nel 1942, ambientata in un immaginario paese dell’Ovest americano, un ruolo sostenuto con divertita ironia.


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.


Vinicio Sofia

Data nascita: 13 Novembre 1907 (Scorpione), Corleone (Italia) Data morte: 20 Dicembre 1982 (75 anni), Roma (Italia) Lavora intensamente, a partire dai primi anni Trenta, nel teatro di rivista e di prosa. Dal 1940 è presente anche alla radio e nel dopoguerra si dedica al doppiaggio. Caratterista di vaglia, riconoscibilissimo per il suo fisico particolare (non è molto alto, ha corporatura massiccia e un viso largo e simpatico), dà vita – a partire dal 1933 – a numerose, amene “macchiette” anche sul grande schermo: almeno settanta film, fino al 1972, ma concentrati soprattutto nei due decenni che precedono e seguono la seconda guerra mondiale. In televisione, nel decennio 1958-1968, lavora in molti sceneggiati, fra cui Tom Jones di E. Macchi, Il coraggio di P. Nelli, La cordicella di R. Meloni, Delitto a Corfù di G. Colli, Le anime morte di E. Fenoglio e La vecchia signora di Bayeux (serie Maigret) di M. Landi.


Riccardo Billi

Data nascita: 22 Aprile 1906 (Toro), Siena (Italia)
Data morte: 15 Aprile 1982 (76 anni), Roma (Italia)
Brillante macchiettista nel teatro di rivista, ottiene il più grande successo mettendosi in coppia con Mario Riva alla fine degli anni Quaranta. Insieme compaiono in molti film dove maturano la loro medita simbiosi. Nel duo, Billi è il più inerme, lagnoso e battutista. Quasi una marionetta da ventriloquo. Tra i film: Se fossi deputato (1949) di Giorgio Simonelli: I cadetti di Guascogna (1950) di Mario Mattoli; La bisarca (1950) di Simonelli; Porca miseria! (1951) di Giorgio Bianchi; Giovinezza (1952) di Giorgio Pastina; Anni facili (1953) di Luigi Zampa; Scuola elementare (1954) di Alberto Lattuada; Accadde al penitenziario (1955) di Giorgio Bianchi; Walter e i suoi cugini (1961) di Marino Girolami; Due samurai per 100 geishe (1962) di Giorgio Simonelli; La pantera rosa (1963) di Blake Edward


Sophia Loren

Nome: Sofia Villani Scicolone
75 anni, 20 Settembre 1934 (Vergine), Roma (Italia)
Di famiglia molto povera, Sophia Loren cresce a Pozzuoli insieme alla sorella Maria con la famiglia della bellissima madre Romilda Villani, attrice mancata. Dotata di una prorompente bellezza, la giovane ragazza ottiene una discreta popolarità apparendo in alcuni fotoromanzi con lo pseudonimo di Sofia Lazzaro. Nel 1950 partecipa al concorso di Miss Italia dove riesce ad aggiudicarsi il titolo di Miss Eleganza. Poi intraprende la carriera di fotomodella e a soli diciassette anni incontra a Roma il produttore cinematografico Carlo Ponti, suo futuro marito, che le propone un contratto di sette anni con la Titanus. Nata come attrice dalla schiera delle “maggiorate fisiche”, ottiene il grande successo quando Vittorio De Sica le da l'occasione di manifestare la carica esplosiva del suo temperamento napoletano, affidandole ne L'oro di Napoli (1954) il personaggio della “Pizzaiola”. Da allora le sue partecipazioni cinematografiche si fanno sempre più fitte e le danno man mano l'opportunità di dimostrare il suo grande talento, sia drammatico che brillante. Le sue ambizioni di attrice si ritrovano in La ragazza del fiume (1955) di Mario Soldati, un melodramma costruito su misura per esaltarne le (ancora acerbe) risorse drammatiche. Nello stesso anno la simpatica trasteverina di Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti e la procace sposina de La bella mugnaia di Mario Camerini, ripropongono efficacemente il personaggio della popolana attraente e disinibita che le è più congeniale. In entrambi i film l'attrice è accanto a De Sica e a Marcello Mastroianni con cui negli anni '60 realizzerà alcuni dei suoi film meno labili. Più sfuocata la sua partecipazione a La fortuna di essere donna (1955) di Blasetti, Il segno di Venere (1955) e Pane, amore e... (1955) di Dino Risi, in cui sostituisce Gina Lollobrigida. Nel 1956 Sophia sbarca a Hollywood e realizza decine di film di successo, tra i quali va certamente ricordato Black Orchid (Orchidea nera, 1958), che le fa ottenere la Coppa Volpi. La sua immagine di attrice, in cui un'artefatta sofisticazione sembra destinata a prendere il posto della nativa immediatezza, esce da questa avventura americana davvero consolidata sul piano professionale. Nonostante ora sia stia affermando come sofisticata star internazionale, le sue migliori interpretazioni restano i personaggi spontanei e immediati legati alla regia di De Sica. Quest'ultimo offre a Sophia l'opportunità di raggiunge il momento più alto della sua carriera con l'interpretazione della madre nel film La ciociara (1960), straordinaria conferma delle sue qualità drammatiche e delle sue risorse espressive. L'Oscar - che il film le fa guadagnare assieme al Nastro d'argento e al premio per la miglior attrice protagonista al Festival di Cannes - segna la consacrazione di un mito divistico giunto ormai all'apice della parabola. Negli anni successivi recita ancora più volte per De Sica - da Boccaccio '70 (1962) a I sequestrati di Altona (1962), da Ieri, oggi e domani (1963) a Matrimonio all'italiana (1964), da I girasoli (1970) a Il viaggio (1974) . confermando il suo istinto di attrice e la particolare sintonia tra interprete e regista, ma senza riuscire a ripetere il miracolo de La ciociara (1960). La ragazza di Pozzuoli sfoggia il carisma della star internazionale, ma si rivela a lungo andare un'attrice poco capace di approfondire i suoi personaggi e, interpretando un film dietro l'altro, si affida soprattutto alla sua avvenenza fisica e al buon mestiere. Mentre al di qua e al di là dell'Atlantico prosegue la sua carriera contrassegnata da alti cachets e dalle campagne pubblicitarie, la Loren è diventata una protagonista di primo piano dei rotocalchi di tutto il mondo, soprattutto per il suo legame con Carlo Ponti, che, dopo tempestose e complicate vicende (un precedente matrimonio del produttore), ha sposato il 9 aprile 1966, e da cui ha avuto un figlio, Carlo Junior, nel 1968 e un altro, Edoardo, nel 1973. Negli anni '70 prende parte a film di modesto livello, ma in Una giornata particolare (1977) di Ettore Scola, l'attrice e Marcello Mastroianni disegnano con straordinaria bravura il ritratto d'una coppia di semiemarginati - lei una casalinga, lui un omosessuale - all'epoca del fascismo. Dagli anni '80, finiti i fasti hollywoodiani del suo periodo aureo (quello legato, inevitabilmente, alla giovinezza e all'età di mezzo), si è parzialmente ritirata dai set cinematografici, dedicandosi prevalentemente alla televisione. Nella sua lunga carriera Sophia ha ricevuto moltissimi riconoscimenti tra cui il premio Oscar alla carriera nel 1991 e il David di Donatello alla carriera nel 1999.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



Diventa fan
- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

Vota il film di Totò

Home  Biografia  Teatro  Cinema  Televisione  Poesie  Canzoni 
Frasi celebri  Fumetti  Fotografie  Totomania  Il baule  Home video 
Totò in TV  News  Ricordi  Interviste  Quiz  Libri  Caricature  Giornali 

www.antoniodecurtis.com