Un turco napoletano

[Totò e Isa Barzizza] [Totò e Anna Campori]

[Totò e Aldo Giuffrè] [Totò, Isa Barzizza e Franca Faldini]

[Totò e Christiane Dury] [Totò e Carlo Campanini]

[Totò con Primarosa Battistella e Isa Barzizza] [Totò e Franca Faldini]

[Totò con Christiane Dury] [Totò ]

Videoclip titoli di testa

Giornali d'epoca:
Sorrisi e canzoni del 27 settembre 1953

Regia : Mario Mattoli
Soggetto : da "'Nu turco napulitano" di E.Scarpetta
Sceneggiatura : Continenza,Maccari,Monicelli,Di Tuddo
Fotografia : Karl Strauss,Riccardo Pallottini
Scenografia : Piero Filippone
Musica : Tito Solesi,diretta da Pippo Barzizza
Montaggio : Roberto Cinquini
Aiuto regia :
Direttore produzione : Alfredo De Laurentis
Produzione : Rosa Film, Roma
Durata: 85 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Felice Sciosciammocca )
Aldo Giuffrè( Faina )
Carlo Campanini( don Pasquale Catone )
Isa Barzizza( Giulietta sua moglie )
Primarosa Battistella( la figlia Lisetta )
Vinicio Sofia( il vero turco)
Mario Castellani( l'onorevole Federico Cocchetelli )
Franca Faldini( Angelica )
Enzo Turco( don Carluccio )
Amedeo Girard( don Ignazio )
Christiane Dury( Marion )
Ignazio Balsamo( Luigi )
Mario Passante( Peppino )
Dino Curcio( Michele )
Guglielmo Inglese( il falegname becchino )
Anna Campori( Concettella )
Anna Vivaldi( donna Amalia )
Giacomo Furia( il secondino )
Nicola Maldacea( Salvatore )
Peppino De Martino( il barone a teatro )
Valeria Moriconi( una bagnante )
Toto Mignone( il signore che parla turco )

Altri interpreti :
Liana Billi, Edith Jost

  

           

                 

        

Soggetto

L'onorevole Cocchetelli, deputato di Sorrento, ha prornesso a Don Pasquale, ricco e maturo commerciante, marito gelosissimo della bella Giulietta, di mandargli come maestro di casa un turco, che essendo un autentico enuco, diverrà il fedele custode della virtù della sposa e della giovane figlia di Don Pasquale. Succede però che un farabutto, Felice Sciosciamocca, evaso dal carcere col suo amíco Faina, dopo aver messo fuori combattimento il turco, si sostituisce a lui e si presenta a don Pasquale, che lo accoglie festosamente. Felice ignora la peculiare qualifica del turco, del quale ha preso il posto, e si meraviglia quando don Pasquale gli lascia libero accesso alle camere di Giulietta e di Lisetta: non manca però di approfittare della situazione. Per la festa del fidanzamento di Lisetta, arriva a Sorrento l'onorevole Cocchetelli il quale naturalmente vede subito che Felice non è il suo turco; ma non può parlare perchè il mariuolo lo ricatta, minacciando di rivelare a tutti che il deputato presenta come legittima consorte una ballerina sua amante. La vera identità di Felice viene rivelata da Faina, che il compagno non ha voluto mettere a parte dei suoi guadagni; ma lo scandalo nell'interesse di tutti viene soffocato e Felice si accomiata lietamente dalle sue donne e dal suo padrone.

Critica e curiosità

E' il primo film della trilogia ispirata ad Eduardo Scrapetta diretti da Mattoli . Del cast fanno parte attori consacrati delle commedie scarpettiane come Enzo Turco , Dolores Palumbo , Tecla Scarano , Amedeo Girard , Ugo D'Alessio , Aldo Giuffrè , Pupella Maggio a questi vengono affiancati Liana Bill , Franca Faldini , Giacomno Furia , Anna Campori , interpreti che ritroveremo , con ruoli più o meno importanti , in tutti e tre i film ispirati a Scarpetta quasi come se si trattasse di una compagnia teatrale .
Nel film la canzone Carmè, Carmè è cantata da Nicola Maldacea jr. in realtà la voce è di Franco Ricci
Nei titoli di testa si legge "La Lux Film e Totò sono lieti di farvi assistere ad una rappresentazione al Teatro San Carlino di Napoli la sera del 24 febbraio 1904" in realtà il teatro fu demolito il 6 maggio del 1884 causa una nuova sistemazione della piazza.
Scriveva Gian Luigi Rondi . " [..] Non e' difficile ritrovare nella inesauribile vena di Totò quella tradizione di comicità quasi estemporanea che ebbe a suo tempo , negli spettacoli del napoletano teatro San carlino , la sua espressione più fertile , più colorita più viva [..] .
E Sergio Frosali . " Finalmente un film con Totò non mette accanto a Totò degli attori che si danno invano da fare per colmare il distacco di comicità che li separa da lui , non è costruito su un soggetto e un dialogo che portino in film -peggiorandole - le sciocchezze della rivista , non mostra nella regia l'imperativo del far presto ".


Aldo Giuffré

Data nascita: 10 Aprile 1924 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 26 giugno 2010 , Roma (Italia)
Fino a che un'operazione alla gola non lo privò di una delle sue qualità migliori (la pastosa voce napoletana), Giuffré fu uno dei più sicuri valori in tv, alla quale si dedicò stabilmente negli anni Sessanta, dopo una lunga, ma splendida gavetta nella compagnia di Eduardo De Filippo (dove aveva debuttato assieme al fratello Carlo). Il grande mestiere gli permise di passare dalla commedia più disimpegnata (le avventure giallo-rosa di Laura Storm) alla tragedia classica (Macduff in “Macbeth”), dal dramma moderno (il regista di “La ragazza di campagna”) a quello in costume (don Pedro in “Mariana Pineda”, Corina in Antonello capobrigante). Ha partecipato anche a originali sceneggiati televisivi, tra cui La figlia del diavolo. A parte il ruolo d’esordio al cinema nel drammatico Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli, è spesso caratterista comico (in un mondo ironico e scanzonato, in una dimensione da commedia che gli è più congeniale): è in Ieri, oggi, domani (1963) di Vittorio De Sica, prende parte alle commedie erotiche degli anni Settanta e fa parte del cast di Scugnizzi (1989) di Nanni Loy e de La Repubblica di San Gennaro (2003) di Massimo Costa.


Carlo Campanini

Data nascita: 5 Ottobre 1906 (Bilancia), Torino (Italia)
Data morte: 20 Novembre 1984 (78 anni), Roma (Italia)
Iniziò la sua carriera artistica con ambizioni musicali: studiò corno, si esibì come cantante e passò poi al teatro dialettale, recitando un paio d'anni a Torino nella quotata compagnia piemontese di prosa di Mario Casaleggio, che aveva un repertorio sterminato di commedie, drammi, vaudeville. Andò subito in tournée a Buenos Aires, e vi rimase sei mesi.”Si cambiava spettacolo ogni sera - ricordava - e la sera il capocomico mi dava il copione da imparare per il giorno dopo. Prove dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, poi in scena… Fu una bella scuola”. Tornato in Italia, per mantenersi fu costretto a lavorare in una fabbrica di molle; trasse proprio dall'ambiente di lavoro l'ispirazione per la prima della sue numerose macchiette: grazie all'imitazione del suo compagno di tornio, che era balbuziente, nel 1928 venne assunto come tenore comico nella compagnia di rivista Achille Maresca. All'inizio degli anni '30 passò all'operetta, prima con la compagnia di Isa Bluette e Nuto Navarrini, poi in quella della soubrette bolognese Vivienne D'Arys, e allora, ricorda:”Tenni a battesimo un nuovo comico che faceva il ballerino a Riccione e imitava Stanlio. Era Carlo Dapporto. Io imparai a imitare Ollio, e la coppia ebbe uno straordinario successo”. Nel 1939 esordì nel cinema in Dora Nelson (1939), una commedia dei”telefoni bianchi ", che aveva come protagonista la bellissima attrice Assia Noris. In cinema Campanini, oltre alle divertenti commedie brillanti da lui interpretate negli anni '40 e '50 ( Ore 9 lezione di chimica, 1941; La donna è mobile, 1942; La vispa Teresa, 1943; Il ratto delle sabine, 1945; I due orfanelli, 1947; I pompieri di Viggiù, 1949; Al diavolo la celebrità, 1949; I cadetti di Guascogna, 1950; Era lei che voleva, 1953; Un turco napoletano, 1953; Non perdiamo la testa, 1959), si dimostrò anche un grande attore drammatico in Le miserie del signor Travet, del 1946, di Mario Soldati, e in Il bandito, sempre del 1946, di Alberto Lattuada. Nel 1950 ci fu l'importante incontro con Walter Chiari, del quale Campanini divenne la preziosa spalla in scenette oramai”storiche ": l'imitazione dei fratelli De Rege (indimenticabile la proverbiale battuta”Vieni avanti, cretino!”,) e il”Sarchiapone ", ambientato in un vagone ferroviario. Campanini asseriva d'avere in una scatola un sarchiapone, animale selvaggio e pericoloso. Chiari, con l'aria del”so tutto io ", tentava disperatamente di indovinare di che bestia mai poteva trattarsi. Si scopriva alla fine che era solo un trucco, adottato dal Campanini per spaventare i compagni di viaggio e restare da solo nel vagone: avrebbe viaggiato più comodo. Quello sketch, ripreso sempre puntualmente nel corso di decenni, alla fine s'era dilatato sino a diventare un atto unico. La coppia Chiari-Campanini ebbe un enorme successo anche in televisione; l'attore torinese si guadagnò attestati di stima dei critici e vibranti applausi del pubblico. Dotato di una comicità spontanea, Campanini aveva la rara capacità di studiare a fondo le persone con cui recitava, per prevederne le battute fuori copione o anche per stimolarle. Nella sua lunga carriera teatrale e cinematografica ha dato vita a macchiette e personaggi sempre rappresentati con fine senso umoristico e calore umano. Negli anni '70, quando ormai considerava giunto il momento della pensione, venne richiamato alla ribalta a Torino, in una compagnia stabile (al Teatro Carignano) di commedie un po' in lingua un po' in piemontese, scritte su misura per Macario da Amendola e Corbucci. Ma Macario aveva improvvisamente deciso di riaffrontare le tournée nazionali, accanto a Rita Pavone (in Due sul pianerottolo), la compagnia era rimasta senza primattore e Campanini, sino al 1980-81, continuò a far divertire il”suo”pubblico. Dopo una più che cinquantennale carriera in teatro, cinema e televisione (egli amava definirsi con modestia, un”ragioniere della risata "), nel 1981 si ritirò dalle scene, adducendo dignitosamente motivi d'età (“Faccio fatica a studiare i copioni”) e, soprattutto, di opportunità (“La realtà oggi non è gentile con noi. [ … ] Non posso far divertire il pubblico quando ci sarebbe da piangere”).


Isa Barzizza

Data nascita: 22 Novembre 1929 (Scorpione), Sanremo (Italia)
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, Isa ha iniziato giovanissima la carriera teatrale, prendendo parte ad alcuni spettacoli di prosa con Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Il vero grande lancio nel mondo del teatro le fu dato da Erminio Macario che a diciassette anni la volle in due sue riviste: Le educande di San Babila (1947) e Follie di Amleto (1947-48). Inizialmente il padre, contrario alla sua decisione di intraprendere la carriera artistica, si lascia convincere ma al patto che la giovane ragazza si faccia seguire da una governante. Carina, col suo corpo splendido e la sua delicata ironia, la Barzizza divenne presto la beniamina del teatro leggero del dopoguerra italiano. L'altro suo “padrino” teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C'era una volta il mondo (1947-48) di Michele Galdieri accanto ad Elena Giusti e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò i tempi comici, il contatto col pubblico, come muoversi sul palcoscenico, insomma tutti i segreti del mestiere. Nella rivista Bada che ti mangio la Barzizza e Totò erano i protagonisti dell'indimenticabile sketch del “vagone letto” (che concludeva anche il film Totò a colori, del 1952). L'attrice ricordò che la prima volta che venne rappresentato questo sketch durava sette minuti mentre, solo dopo alcuni mesi di tournée, le esilaranti improvvisazioni del comico napoletano lo avevano portato a durare ben cinquanta minuti. Presto la Barzizza si affermò anche sullo schermo. Interpretò infatti oltre trenta film, il primo dei quali fu I due orfanelli (1947) di Mario Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l'avevano lanciata sulla passerella (Totò, Macario, Carlo Dapporto), ma non c'è stato alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà (1953), dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco. Nella stagione 1951-52 venne scoperta da Garinei e Giovannini che esaltarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell'umorismo nella rivista Gran baldoria, grandissimo successo che portava le bellissime musiche di Gorni Kramer. Negli stessi anni affrontò anche il teatro di prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Il 3 gennaio 1954, giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni Osteria della posta, che vedeva la Barzizza protagonista. Nel 1955-56 ha interpretato la commedia musicale Valentina, di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Enrico Viarisio e Franco Scandurra, storia d'amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 l'attrice lasciò il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 aveva sposato il quale morì poi in un incidente nel '60 che ebbe violenti strascichi). Attorno agli anni '60 fondò la Citiemme, una società di doppiaggio, dedicandosi a questa attività sia come imprenditrice sia come direzione artistica. Tornò a teatro nei primi anni '90, interpretando numerose commedie, tra le quali ricordiamo La pulce nell'orecchio di George Feydeau con la regia di Gigi Proietti, Arsenico e vecchi merletti di Joseph Otto Kesserling con la regia di Mario Monicelli, Gigi di Sidonie-Gabrielle Colette per la regia di Filippo Crivelli. Nell'estate del 1995 ha partecipato al Festival di Spoleto con L'ultimo yankee di Arthur Miller, con la regia di John Crowther. Nel 1999 accanto alla grandissima Lauretta Masiero è stata sublime ne Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, confermando come sempre il suo grande stile e la sua inconfondibile bravura. Contemporaneamente è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione. Tra le altre cose, ha interpretato il film Ardena (1997) con Arnoldo Foà e Luca Barbareschi, ha condotto su Raitre il rotocalco Mai dire mai (1989) con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alla fiction di Raiuno Non lasciamoci più (1999), seguita da Non lasciamoci più 2 (2001), con Fabrizio Frizzi, Paolo Ferrari e Debora Caprioglio.


Primarosa Battistella

La sua principale attività nel mondo del cinema è quella di interprete e tra i lavori più interessanti possiamo citare la partecipazione nel film Un turco napoletano (1953) di Mario Mattoli dove ha interpretato la parte di Lisetta. Nel 1952 ha inoltre lavorato con Steno per la realizzazione del film Totò e le donne dove ha interpretato la parte di Antonietta.


Vinicio Sofia

Data nascita: 13 Novembre 1907 (Scorpione), Corleone (Italia)
Data morte: 20 Dicembre 1982 (75 anni), Roma (Italia)
Lavora intensamente, a partire dai primi anni Trenta, nel teatro di rivista e di prosa. Dal 1940 è presente anche alla radio e nel dopoguerra si dedica al doppiaggio. Caratterista di vaglia, riconoscibilissimo per il suo fisico particolare (non è molto alto, ha corporatura massiccia e un viso largo e simpatico), dà vita – a partire dal 1933 – a numerose, amene “macchiette” anche sul grande schermo: almeno settanta film, fino al 1972, ma concentrati soprattutto nei due decenni che precedono e seguono la seconda guerra mondiale. In televisione, nel decennio 1958-1968, lavora in molti sceneggiati, fra cui Tom Jones di E. Macchi, Il coraggio di P. Nelli, La cordicella di R. Meloni, Delitto a Corfù di G. Colli, Le anime morte di E. Fenoglio e La vecchia signora di Bayeux (serie Maigret) di M. Landi.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Franca Faldini

Data nascita: 10 Febbraio 1931 (Acquario), Roma (Italia)
Intelligente, colta, fotogenica, impersonerà sempre una donna non banale, sofisticata ed elegante, mai a corto di gaiezza e vitalità. Ha lavorato con Steno, Mario Monicelli e Roberto Rossellini ma la sua immagine è immancabilmente associata a quella di Totò che, sedotto da una sua foto sulla rivista Oggi, se ne innamorò. Franca divenne così la compagna della sua vita. Tra i film: Attente ai marinai! (Sailor Beware, 1951) di Hal Walker; Totò e le donne (1952) di Steno e Mario Monicelli; Dov'è la libertà...? (1953) di Roberto Rossellini; L'uomo, la bestia e la virtù (1953) di Steno: Miseria e nobiltà (1954) di Mario Mattoli; Totò all'inferno (1955) di Camillo Mastrocinque.


Enzo Turco

Data nascita: 1 Gennaio 1902 (Capricorno), Napoli (Italia)
Data morte: 7 Luglio 1983 (81 anni), Roma (Italia)
Appena terminati gli studi in un istituto industriale della sua città, si dedicò al teatro, imponendosi fino dagli anni Trenta come uno degli attori dialettali più validi, soprattutto come spalla di Nino Taranto. La sua attività nel teatro di rivista continuò intensa e coronata da successo affiancata anche dal lavoro nel cinema, in cui Turco aveva debuttato verso la fine degli anni Trenta. La sua stagione migliore in ambito cinematografico iniziò però alla fine degli anni Quaranta, quando cominciò ad essere richiesto da vari registi, che lo impiegarono in parti di secondo piano, sempre come “spalla” del protagonista, un ruolo in cui Turco dimostrò di trovarsi a suo agio, affermandosi come caratterista disinvolto e brillante, particolarmente adatto a situazioni comiche e farsesche. Oltre che attore, Turco fu anche soggettista e sceneggiatore cinematografico; a lui si devono infatti due film di gusto e argomento tipicamente partenopei, Scapricciatiello (1955) e Ci sposeremo a Capri (1956), purtroppo non realizzati con la cura necessaria. Dalla fine degli anni Cinquanta fino ai primi anni Settanta, Turco lavorò spessissimo anche in televisione, partecipando a commedie, a sceneggiati e a serie televisive di successo..


Amedeo Girard

Data nascita: 14 Febbraio 1893 (Acquario), Napoli (Italia)
Data morte: 12 Febbraio 1972 (79 anni), Napoli (Italia)
Grande caratterista napoletano, Amedeo Girard ha regalato al cinema e al teatro ruoli umani e gustosi, che ha tracciato grazie alla sua immancabile bonomia e al suo arguto umorismo. Figlio di attori, esordì in teatro giovanissimo come sostituto del grande Federico Stella, nel dramma Caterina la pettinatrice di San Giovanni a Carbonara, facendo poi seguire a questo, opere di De Lise, di Minichini, Starace e Di Maio. Il vero successo arrivò quando Girard passò alla sceneggiata, dando vita a formazioni come la Compagnia della Canzone Sceneggiata, con la quale, e sempre al rinomato Teatro San Ferdinando, mise in scena soprattutto lavori del grande poeta napoletano Salvatore Di Giacomo che nutriva per Girard grande stima sia come uomo che come attore. Anche il grande Raffaele Viviani lo volle con sé in 'O bello guaglione e Napoli tascabile. Amedeo Girard aveva il teatro nel sangue: dotato di una memorabile presenza scenica, era un maestro nel caratterizzare i personaggi e ad interpretare con raffinato stile ogni spettacolo, commedia o dramma che fosse. Da ricordare le numerose collaborazioni al fianco di Eduardo De Filippo, con cui ha lavorato in tantissime commedie, da Palummella zompa e vola a Miseria e nobiltà, da La casa n. 7 a Mia famiglia. Amedeo Girard, oltre al teatro, ha preso parte a più di cinquanta film, quasi tutti del genere comico (fra cui ricordiamo Un turco napoletano, del 1953, al fianco di Totò, e Le notti di Cabiria, del 1957, diretto dal grande Federico Fellini ) e a diversi lavori televisivi. Si spense nel 1972, tra il dolore di quella Napoli che lui aveva amato e dalla quale fu dolcemente riamato.


Ignazio Balsamo

Data nascita: 25 Ottobre 1912 (Scorpione), Catania (Italia)
Data morte: 7 Agosto 1994 (81 anni), Catania (Italia)
Bruno, espressivo, faccia perfetta per tipi malvagi o criminali incalliti con un paio di baffetti alla Clark Gable, da giovanissimo calca le scene in varie compagnie dialettali che agiscono nella sua città o compiono giri nelle cittadine siciliane, È scoperto, mentre sta recitando in un teatrino, da Pietro Germi alla ricerca di un nuovo volto che abbia i tratti somatici del “delinquente mafioso” Ciccio Messana nel film che sta per dirigere nell’isola, In nome della legge. È il 1948, Ignazio Balsamo supera a pieni voti il provino e, traferitosi a Roma, inizia una regolare attività artistica anche se relegato sempre a ruoli marginali e sempre allo stereotipo del “cattivo” siciliano, ruolo che gli va un po’ stretto ma che l’attore sostiene a meraviglia. La sua carriera è tracciata e in un decennio o poco più Balsamo partecipa a una enorme quantità di film, d’avventura e melodrammi, alcuni di denuncia sociale diretti da registi di tutto rispetto ma rimanendo sempre un po’ in ombra. Fa anche l’organizzatore generale della Fortunia Film del produttore Felice Zappulla e agli inizi degli anni Sessanta si mette a fare il direttore e il segretario di produzione per la Romana Film di Misiano. Sposato con Gina Rapicavoli, anche lei attrice e sua compagna sulla scena, è pure autore di due commedie «Tila di ragnu» e «Casa cantoniera», scritte in siciliano intorno agli anni Settanta, ma mai rappresentate.


Mario Passante

Data nascita: 14 Ottobre 1912 (Bilancia), Napoli (Italia)
Attore molto presente nel cinema degli anni Cinquanta e in parte degli anni Sessanta, in ruoli secondari. Giunse sul grande schermo dopo una discreta attività in spettacoli di rivista e di teatro dialettale, con una parte in Processo alla città (1952, Luigi Zampa); nel film, che ebbe come protagonista Amedeo Nazzari, Passante diede vita all'ambiguo personaggio del gioielliere De Nicola, in apparenza cittadino integerrimo, in realtà abituale ricettatore e riciclatore di oggetti rubati. Passante comparve anche ne La lupa (1953, Alberto Lattuada), in cui tratteggiò con grande efficacia il viscido personaggio di Don Pietro Imbornone, proprietario di una manifattura di tabacchi e pronto ad approfittare del suo potere per pretendere laidamente i favori di ogni donna giovane e piacente su cui si posino i suoi occhi. Tuttavia, il capolavoro interpretativo di Passante può essere considerato un personaggio di Le notti di Cabiria, girato nel 1957 da Federico Fellini, in cui incarnò, con straordinaria vivezza ed evidenza fisica, uno storpio, ex tenutario di bordelli, in pellegrinaggio al santuario della Madonna del Divino Amore, certo di ottenere la grazia di guarire dalla sua deformità. Passante interpretò numerosi film, sempre in parti di secondo piano, talora ridotte quasi a semplici figurazioni, sufficienti tuttavia perché egli si affermasse come uno dei migliori attori del suo genere per la professionalità e il senso della misura.


Guglielmo Inglese

Data nascita: 24 Novembre 1892 (Sagittario), Napoli (Italia)
Appartenente ad una famiglia di origine pugliese, calca la scene sin dall’età di due anni, poi fa parte di varie compagnie di giro fra cui, importantissima, quella di Raffaele Viviani nel 1920. Abbandona il teatro per dedicarsi con impegno alla radio dove disegna con gustosa ironia alcune macchiette di tipico stampo meridionale, come il “cafone pugliese”, che lo conducono ad una certa popolarità. Inevitabile pertanto che il cinema si interessi a lui proponendogli in film commerciali la ripetitività delle macchiette radiofoniche, di simpatia contagiosa e di immediata comicità, anche se egli viene sempre relegato a ruoli di terzo piano, da caratterista bonario e semplicione, spesso in produzioni minori. Non raggiunge mai una grande popolarità ma, sin dal suo debutto nel cinema che è piuttosto tardivo, il pubblico lo riconosce subito. È molto attivo in teatro, e talvolta fa da spalla a Totò per alcune gustose gag da rivista come 50 milioni, c’è da impazzire! (1936). È anche autore di spassose riviste fra le quali Dal guanto al milione! (1937) e La cosa è andata così (1938).


Anna Campori

Data nascita: 22 Settembre 1917 (Vergine), Roma (Italia)
Napoletana d'adozione, Anna Campori debuttò piccolissima nella compagnia del padre, anch'egli attore, che lasciò quando incontrò l'attore Pietro De Vico, dal 1937 suo marito e compagno nella vita e sulla scena. Nel 1940Anna e Pietro formarono una loro compagnia che si dedicava prevalentemente alla rivista. Nel 1950 Anna lasciò la compagnia del marito per lavorare con Macario ( La bisbetica sognata, parodia della commedia di Shakespeare). In seguito fondò una compagnia con Alberto Semprini, Katyna Ranieri e Achille Togliani, dedicandosi prevalentemente allo spettacolo musicale. Ottenne grandissima popolarità grazie al divertentissimo sceneggiato televisivo Giovanna, la nonna del Corsaro Nero (1961-66), nel quale vi interpretava l'attempata e tenace corsara Giovanna, a capo di una banda di pirati impegnati a dare la caccia al governatore spagnolo, responsabile della morte del nipote, il Corsaro Nero. Prese parte anche a qualche decina di film, quasi tutti del genere comico, alcuni dei quali accanto al grande Totò, come Un turco napoletano (1953), I tartassati (1959) e Gli onorevoli (1963). Negli anni '80 iniziò la lunga collaborazione con il regista teatrale Antonio Calenda, che la volle nella messa in scena di diversi classici, come L'inventore del cavallo di Achille Campanile, Miles gloriosus di Plauto e Le rose del lago di Brusati. Dotata di un umorismo garbato e gentile, Anna Campori ha dimostrato in sessant'anni di carriera, di essere una delle più brave e spontanee attrici brillanti che lo spettacolo italiano abbia mai avuto.


Giacomo Furia

Data nascita: 1 Gennaio 1925 (Capricorno), Arienzo (Italia)
Uno dei più grandi caratteristi cinematografici e teatrali degli Anni Quaranta e Cinquanta. Debutta sul palcoscenico accanto a Eduardo De Filippo con il quale stringerà una profonda amicizia e un reciproco rispetto della professione. Infatti, è proprio con Eduardo De Filippo che esordisce al cinema nel dramma d'amore e gelosia Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli con Anna Magnani e Titina De Filippo. Lo stesso anno, è scelto da Roberto Rossellini come uno dei protagonisti della commedia La macchina ammazzacattivi, mentre l'anno seguente è accanto a Gino Cervi in La sposa non può attendere (1949). Spalla comica o semplice attore di secondo piano accanto a Totò, Peppino De Filippo, Tina Pica, Aldo Fabrizi, Luigi Pavese, Ave Ninchi, Giovanna Ralli, Marcello Mastroianni, Vittorio De Sica, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Raimondo Vianello e Alberto Sordi, è spesso diretto da Mattoli, Steno, Camillo Mastrocinque, Alberto Lattuada e Mario Monicelli in pellicole che hanno scritto la storia del genere comico italiano, soprattutto quelle accanto al principe De Curtis: Totò cerca casa (1949); Totò Tarzan (1950); Totò sceicco (1950); Un turco napoletano (1953); Il medico dei pazzi (1954); Totò all'Inferno (1955); Siamo uomini o caporali? (1955); Destinazione Piovarolo (1955); il perfetto La banda degli onesti (1956); Totò, Peppino e le fanatiche (1958); Totò nella luna (1958); Totò, Eva e il pennello proibito (1959); I ladri (1959); Il monaco di Monza (1963) e Totò contro il pirata Nero (1964). È nel 1954 che spicca nel ruolo del panciuto e ingenuo marito della bella pizzaiola Sophia Loren nell'episodio Pizze a credito de L'oro di Napoli (1954) di Vittorio De Sica. Sarà il primo di molti incontri sul set con la Loren: La domenica della buona gente (1953); Due notti con Cleopatra (1954); Peccato che sia una canaglia (1954) e il fiabesco C'era una volta (1967) di Francesco Rosi. Per ben due volte è stato diretto da Federico Fellini, la prima volta assieme a Lattuada in Luci del varietà (1951) con Giulietta Masina nel ruolo del giornalista Duke, la seconda volta in I clowns (1971), mentre assai di più è stato confermato come attore in un set diretto da Mario Soldati, come Il sogno di Zorro (1952).


Peppino De Martino

Data nascita: 8 Dicembre 1908 (Sagittario), Napoli (Italia)
Data morte: 19 Giugno 1970 (61 anni), Napoli (Italia)
Attore squisitamente partenopeo, ha al suo attivo una carriera cinematografica da caratterista alquanto corposa, piena di titoli importanti. Diretto da registi famosi lavora al fianco di attori di prim’ordine, accanto ai quali non sfigura affatto, pur nell’esiguità dei ruoli affidatigli che non gli hanno permesso di accedere a una notorietà più che meritevole. L’inizio della sua carriera è in teatro: fa parte della compagnia dei fratelli De Filippo a partire dalla stagione 1931-32 fino alla 1934-35, recitando al Teatro Kursaal di Napoli in Gennareniello, L’ultimo bottone e Uomo e galantuomo dello stesso Eduardo e in altre opere di differenti autori, per allontanarsene successivamente richiesto dal teatro di rivista. Fa ritorno, dopo la separazione dei fratelli De Filippo, nella compagnia di Eduardo, nell’immediato dopoguerra, ma provvisoriamente, scritturato per Questi fantasmi! (1946). Dopo la parentesi nella rivista, il richiamo della prosa e della compagnia di Eduardo è più forte e nel 1954-55 accetta una nuova scrittura per recitare nella novità Mia famiglia, e in riprese quali Ditegli sempre di sì e Non ti pago, tutte di Eduardo, accanto al quale è anche nella stagione successiva per la prima di Bene mio e core mio. Spesso al fianco dei grandi comici del tempo quali Totò, non da spalla come le sue possibilità artistiche gli avrebbero fatto meritare, ma come gustoso e intelligente attore di carattere, prende parte nel 1947 a una delle più gradevoli riviste del dopoguerra C’era una volta il mondo di Michele Galdieri. Poi è accanto a Rascel nelle pregevoli commedie musicali Attanasio cavallo vanesio (1952-53) e Alvaro piuttosto corsaro (1953-54) di Garinei e Giovannini. De Martino si sente anche sollecitato dal richiamo del cinema dove, per quasi tutto il decennio degli anni Cinquanta e la prima metà dei Sessanta, è richiestissimo pur interpretando spesso ruoli di terzo piano, talvolta simili a semplici figurazioni, ma sostenuti sempre con senso dell’ironia e professionalità


Valeria Moriconi

Nome: Valeria Abbruzzetti
Data nascita: 13 Novembre 1931 (Scorpione), Jesi (Italia)
Data morte: 14 Giugno 2005 (73 anni), Jesi (Italia)
Non aveva frequentato nessuna accademia Valeria Moriconi eppure sarà ricordata come una delle più grandi attrici della scena italiana. La sua passione per il palcoscenico era sbocciata per caso proprio nella città marchigiana e lì aveva debuttato in una compagnia amatoriale. Poi, gli spettacoli studenteschi, ad applaudire i quali, immancabilmente, c'era il padre, «il primo a credere nel mio talento» come amava sottolineare l'attrice. Quindi, il gran salto: il trasferimento a Roma con il marito Aldo Moriconi - Valeria di cognome faceva Abbruzzetti, ma volle portare sempre quello del consorte, anche dopo la separazione - dove la ragazza che da piccola scriveva sullo specchio di casa «qui ha posato la mano la futura Eleonora Duse» incontrò il mondo dello spettacolo. Nella capitale frequentò il giro del Caffè Rosati dove conobbe Alberto Lattuada che la chiamò a recitare, nel 1953, nel film "Gli italiani si voltano". Passarono quattro anni ed arrivò il momento del teatro: fu Eduardo De Filippo a notarne il talento e a volerla quale protagonista femminile della sua commedia "De Pretore Vincenzo". Da allora l'attrice frequentò i più importanti palcoscenici italiani portando in scena una sterminata galleria di personaggi femminili: l'ultimo ritratto, in ordine di tempo, disegnato dalla Moriconi è quello della signora Ignazia, la Generala del pirandelliano "Questa sera si recita a soggetto" portato in tournée nella scorsa stagione con la regia di Massimo Castri. Un ruolo a cui dovevano farne seguito altri cui, però, l'attrice ha dovuto rinunciare, impedita dal male che l'aveva colpita. Più di cinquant'anni di carriera, dunque, durante i quali la Moriconi si è guadagnata l'affetto e la stima del pubblico. Cinquant'anni passati tra i classici greci ed Alberto Savinio - l'attrice ha più volte ripreso il suo Emma B. vedova Giocasta - tra Goldoni e Thomas Bernhard, tra Ibsen e Tennessee Williams. Senza dimenticare che nel 2000 ha dato voce ai testi di Giovanni Paolo II per la via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. Nello stesso anno, in un intervista che rilasciò ad Avvenire per ricordare i vent'anni dalla morte di Diego Fabbri, raccontò la sua idea di teatro. «Credo che il teatro - disse - rispecchi sempre l'epoca nella quale è inserito. Ormai i grandi temi sembrano far paura, non essere più di moda, non interessare più. Oggi si fa il remake di tutto, si preferisce dire cose già sentite piuttosto che scriverne delle nuove. Forse c'è anche la disperazione, la convinzione che non si è più all'altezza di affrontare tali argomenti».


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

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