Figaro qua, Figaro là

[Totò e Gianni Agus] [Totò e Isa Barzizza]

[Totò e Jole Fierro] [Totò e Renato Rascel]

Videoclip titoli di testa

Regia : Carlo Ludovico Bragaglia
Soggetto : Metz, Marchesi, Age, Scarpelli
Sceneggiatura : Metz, Marchesi, Age, Scarpelli
Fotografia : Mario Albertelli
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Gioacchino Rossini
Adatt. musicale e canzoni : Pippo Barzizza
Costumi : Maria De Matteis
Montaggio : Renato Cinquini
Aiuto regia : Roberto Cinquini
Direttore produzione : Romolo Laurenti
Produzione : Golden Film, Roma
Durata: 85 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Figaro )
Isa Barzizza( Rosina )
Gianni Agus( il conte Almaviva )
Guglielmo Barnabò( don Bartolo, il governatore )
Renato Rascel( don Alonzo )
Franca Marzi( Consuelo )
Luigi Pavese( Pedro, il bandito )
Jole Fierro( Colomba )
Pietro Tordi( Fiorello )
Ugo Sasso( Hurtado, un bandito )
Mario Siletti( il presidente del tribunale )
Ciro Berardi( Alvarez, l'oste )
Giulio Cali( l'aiuto barbiere )
Mario Castellani( l'attore )
Floria Torrigiani( la signora con la parrucca )
Giulio Battiferri( il sergente dei gendarmi )
Armando Annuale( l'ammaestratore di pulci )
Rita Andreana( la sarta )
Eugenio Galadini( don Basilio)
Mario Meniconi( Mendoza )
Carlo Mazzarella( il presentatore a teatro )
Nino Marchesini( il comandante del plotone d'esecuzione )

Altri interpreti :
Leonardo Bragaglia, Nuto Navarrini, Franca Tamantini

        

Soggetto

Figaro viene multato perchè scoperto a radere di domenica,Il conte di Almaviva si offre di pagare la multa purchè Figaro lo aiuti a sposare Rosina,figlia del governatore.Il giorno delle nozze Figaro organizza uno spettacolo e con uno stratagemma fa sposare i due.Il governatore insegue Figaro che si nasconde in un cannone,ma viene sparato proprio sulla soglia della sua bottega:è domenica viene arrestato ma poi fatto liberare dagli sposi.

Critica e curiosità

Film girato fra maggio e giugno del 1950, sembra sia stata una produzione molto costosa per quell'epoca con un budget di circa 131 milioni. E' la parodia del Barbiere di Siviglia , nel film Totò per la prima e unica volta veste i panni di Pulcinella, era gia' accaduto pero' a teatro una decina di anni addietro durante la rappresentazione di Quando meno te l'aspetti . Da ricordare la scena in cui Totò nell'aula giudiziaria ordina il silenzio al pubblico e sposta di continuo gli oggetti sul tavolo del giudice , scena che tra l'altro sara' poi ripresa anche da Alberto Sordi ( Un giorno in pretura ). Totò canta la canzone " A Marechiaro c'e' una finestra " e " Sono venuto insieme al conte di Almaviva ". Si ripete la sequenza della battaglia dei piatti già presente in " San Giovanni decollato ".E' la prima e unica volta in cui Totò e Renato Rascel recitano insieme, inutilmente Rascel tentò di convincere il regista ad ampliare il suo ruolo.


Isa Barzizza

Data nascita: 22 Novembre 1929 (Scorpione), Sanremo (Italia)
Figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, Isa ha iniziato giovanissima la carriera teatrale, prendendo parte ad alcuni spettacoli di prosa con Ruggero Ruggeri, Elsa Merlini ed Eduardo De Filippo. Il vero grande lancio nel mondo del teatro le fu dato da Erminio Macario che a diciassette anni la volle in due sue riviste: Le educande di San Babila (1947) e Follie di Amleto (1947-48). Inizialmente il padre, contrario alla sua decisione di intraprendere la carriera artistica, si lascia convincere ma al patto che la giovane ragazza si faccia seguire da una governante. Carina, col suo corpo splendido e la sua delicata ironia, la Barzizza divenne presto la beniamina del teatro leggero del dopoguerra italiano. L'altro suo “padrino” teatrale, dopo Macario, fu Totò, cui fece da partner anche nel cinema, e con cui recitò in teatro in C'era una volta il mondo (1947-48) di Michele Galdieri accanto ad Elena Giusti e in Bada che ti mangio (1948-49) accanto a Mario Riva e Diana Dei. Totò le insegnò i tempi comici, il contatto col pubblico, come muoversi sul palcoscenico, insomma tutti i segreti del mestiere. Nella rivista Bada che ti mangio la Barzizza e Totò erano i protagonisti dell'indimenticabile sketch del “vagone letto” (che concludeva anche il film Totò a colori, del 1952). L'attrice ricordò che la prima volta che venne rappresentato questo sketch durava sette minuti mentre, solo dopo alcuni mesi di tournée, le esilaranti improvvisazioni del comico napoletano lo avevano portato a durare ben cinquanta minuti. Presto la Barzizza si affermò anche sullo schermo. Interpretò infatti oltre trenta film, il primo dei quali fu I due orfanelli (1947) di Mario Mattoli, spesso al fianco dei comici di rivista che l'avevano lanciata sulla passerella (Totò, Macario, Carlo Dapporto), ma non c'è stato alcun titolo che la metta in evidenza, meno in Gran varietà (1953), dove canta un blues con un vestito nero di raso con lo spacco. Nella stagione 1951-52 venne scoperta da Garinei e Giovannini che esaltarono la sua grande bellezza e il suo spigliato senso dell'umorismo nella rivista Gran baldoria, grandissimo successo che portava le bellissime musiche di Gorni Kramer. Negli stessi anni affrontò anche il teatro di prosa recitando lo Shakespeare di Le dodicesima notte diretta da Renato Castellani e apparendo poi spesso nel teatro brillante allestito per la tv. Il 3 gennaio 1954, giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la RAI trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni Osteria della posta, che vedeva la Barzizza protagonista. Nel 1955-56 ha interpretato la commedia musicale Valentina, di Marchesi e Metz, con Isa Pola, Enrico Viarisio e Franco Scandurra, storia d'amore di due fidanzati che fanno un salto in avanti nel tempo. Nel 1957 l'attrice lasciò il teatro per motivi familiari (nel giugno del 1953 aveva sposato il quale morì poi in un incidente nel '60 che ebbe violenti strascichi). Attorno agli anni '60 fondò la Citiemme, una società di doppiaggio, dedicandosi a questa attività sia come imprenditrice sia come direzione artistica. Tornò a teatro nei primi anni '90, interpretando numerose commedie, tra le quali ricordiamo La pulce nell'orecchio di George Feydeau con la regia di Gigi Proietti, Arsenico e vecchi merletti di Joseph Otto Kesserling con la regia di Mario Monicelli, Gigi di Sidonie-Gabrielle Colette per la regia di Filippo Crivelli. Nell'estate del 1995 ha partecipato al Festival di Spoleto con L'ultimo yankee di Arthur Miller, con la regia di John Crowther. Nel 1999 accanto alla grandissima Lauretta Masiero è stata sublime ne Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, confermando come sempre il suo grande stile e la sua inconfondibile bravura. Contemporaneamente è tornata a lavorare anche al cinema e alla televisione. Tra le altre cose, ha interpretato il film Ardena (1997) con Arnoldo Foà e Luca Barbareschi, ha condotto su Raitre il rotocalco Mai dire mai (1989) con Fabio Fazio e Giampiero Mughini e ha partecipato alla fiction di Raiuno Non lasciamoci più (1999), seguita da Non lasciamoci più 2 (2001), con Fabrizio Frizzi, Paolo Ferrari e Debora Caprioglio.


Gianni Agus

Data nascita: 17 Agosto 1917 (Leone), Cagliari (Italia)
Data morte: 4 Marzo 1994 (76 anni), Roma (Italia)
Dopo gli inizi nel teatro di prosa con Elsa Merlini e, per cinque anni, con Ruggero Ruggeri, passò al teatro di rivista con Michele Galdieri e lavorò con Totò, Anna Magnani e Wanda Osiris. Con la “Wandissima” prese parte a numerose riviste, fra cui Si stava meglio domani (1946-47), Domani è sempre domenica (1947-48), Grand Hotel (1948-49), Sogni di una notte di questa estate (1949-50), Gran Baldoria (1952-53). Nella stagione 1954-55 partecipò alla commedia musicale di Garinei e Giovannini Giove in doppiopetto, accanto a Carlo Dapporto e Delia Scala. In seguito passò in televisione, dove prese parte a numerose trasmissioni di successo, dove affiancò quasi sempre personaggi di spicco. Lo si ricordi accanto a Peppino De Filippo, che vestiva i panni di “Pappagone”, nella trasmissione musicale Scala reale (1966), o nel varietà Giandomenico Fracchia (1975), nei panni del tremendo capoufficio di Fracchia (Paolo Villaggio). Nel 1958, l'anno della vittoria di Domenico Modugno, presentò il Festival di Sanremo, affiancato dall'annunciatrice televisiva Fulvia Colombo. Fu anche apprezzato attore cinematografico in numerose commedie leggere, spesso accanto a Totò ( Figaro qua, Figaro là, 1950; Adamo ed Eva, 1950; Ci troviamo in galleria, 1953; I due marescialli, 1961; Totò e Cleopatra, 1963; Le motorizzate, 1963). Nel 1961 si distinse nel film di Luciano Salce, Il federale, interpretato da Ugo Tognazzi. Concluse la sua carriera da dove era partito, nella prosa: da ricordare il ruolo di Tiger Brown in L'opera da tre soldi di Bertolt Brecht al Piccolo Teatro, diretta da Giorgio Strehler, nella riedizione, del 1973 e quello di Lamberto Laudesi in Così è (se vi pare)di Luigi Pirandello diretto da Giancarlo Sepe nel 1983. Aveva conosciuto e sposato nel 1952, la soubrette austriaca Lilo Weibel, avendone un figlio, Davide, nel 1959. Vero “signore” del palcoscenico, Gianni Agus è stato sicuramente la “spalla ideale” di tutti i comici, e nella sua lunga carriera si è dimostrato un artista eclettico e versatile, capace di passare dal teatro serio di Ruggero Ruggeri al varietà, dal cinema alla televisione.


Guglielmo Barnabò

Data nascita: 11 Maggio 1888 (Toro), Ancona (Italia)
Data morte: 31 Maggio 1954 (66 anni), Ancona (Italia)
Dopo avere iniziato nel 1921 un'intensa attività teatrale, coronata da un certo successo in compagnie di grido, intraprese in quegli stessi anni la carriera cinematografica, interpretando con dignitosa sensibilità numerosissime parti di secondo piano. Sullo schermo egli incarnò talora la figura del vecchio, in apparenza molto più svagato e assente di quanto non sia in realtà; spesso diede vita al personaggio del «burbero benefico», che tende a celare la sua sensibilità e il suo cuore d'oro dietro un comportamento scostante e inavvicinabile. Tra le sue caratterizzazioni più riuscite, da ricordare quella interpretata nella poetica favola di Miracolo a Milano(1951, regia di Vittorio De Sica), in cui Barnabò diede magistralmente vita al personaggio del "cattivo", il capitalista Mobbi, il quale, punito per la sua avida insensibilità e per le sue manie di onnipotenza, viene portato via da un fortissimo vento, fino a dileguarsi per sempre nello spazio, liberando i poveri della città dalla sua malvagia presenza.


Renato Rascel

Nome: Renato Ranucci Data nascita: 27 Aprile 1912 (Toro), Torino (Italia)
Data morte: 2 Gennaio 1991 (78 anni), Roma (Italia)
I suoi genitori sono Cesare e Paola Ranucci, cantanti d'operetta, che si trovano nel capoluogo piemontese perché recitano in uno spettacolo. Renato quindi, senza tener conto di recite, debutti o repliche, nasce quasi dietro le quinte di un palcoscenico. Il padre, romano, pensa di riparare col battesimo a San Pietro, che oltre a rendere cattolici e apostolici, evidentemente rende anche romani. Rascel ci teneva a dire che non è importante dove si nasce, bensì dove si cresce, e lui cresce proprio nel cuore della capitale, alla quale dedicherà alcune delle sue più belle canzoni. Fin da piccolo si ritrova a calcare i palcoscenici di compagnie filodrammatiche e teatrali, partecipando persino al coro di voci bianche allestito dal compositore don Lorenzo Perosi. Dotato di una carica umana non indifferente e di una simpatia travolgente, fa le sue prime esperienze importanti poco più che adolescente. Sempre giovanissimo debutta nell'avanspettacolo, esibendosi con svariate compagnie nelle quali può esercitare la sua poliedricità di attore, ballerino, cantante, musicista (suona la batteria) e clown. Si esibisce anche accanto al trio delle sorelle Di Fiorenza, e nel 1934 viene scritturato per un anno dalla compagnia dei fratelli Schwarz per il ruolo di Sigismondo, nell'operetta Al Cavallino bianco. Poi torna con le Di Fiorenza, e poi con Elena Gray e parte per una tournée in Africa. Dal 1941 forma con la sua prima moglie, Tina De Mola, una propria compagnia, cominciando ad esprimere la sua vena comica assurda e il suo personaggio anticonformistico. La sua statura molto ridotta lo condiziona, ma al tempo stesso lo favorisce; del resto egli ha scelto di fare di quel difetto una virtù, proponendosi come il "piccoletto nazionale ". Nelle sue riviste lancia, con la sua larga palandrana con il taschino sulla schiena e il cappello a caciottella, macchiette che rimarranno famose, come "arrivata la bufera ", "Il piccolo corazziere" e "Napoleone ". Nel 1942 gira il suo primo film, Pazzo d'amore, di Giacomo Gentiluomo, per proseguire in tutti gli anni '50 con una serie di titoli non proprio memorabili. In queste pellicole, infatti, l'attore tende a ripercorrere pedissequamente gli sketch e le macchiette applaudite a teatro, senza un vero sforzo inventivo e senza tener conto delle peculiarità del nuovo e diverso mezzo di comunicazione. Fanno eccezione Il cappotto (1952), tratto da Gogol', nel quale Rascel oscilla magistralmente tra il patetico e il grottesco, La passeggiata (1954), Questi fantasmi (1954) e Policarpo ufficiale di scrittura (1959). Da segnalare inoltre la grande interpretazione del cieco Bartimeo nel Gesù di Nazareth (1977) di Franco Zeffirelli. Si tratta di un cammeo reso da Rascel con tono estremamente drammatico e commovente senza essere patetico. Il pieno successo è ottenuto da Rascel nel dopoguerra con la partecipazione alle commedie musicali di Garinei e Giovannini. A partire da Attanasio cavallo vanesio (1952), la prima scritta per lui dai due autori, è un susseguirsi di trionfi, tutti seganti dal suo stile raffinato e candido. Le altre commedie musicali frutto del sodalizio con Garinei e Giovannini sono Alvaro piuttosto corsaro (1953), Tobia la candida spia (1955), Un paio d'ali (1957), Rascelinaria (1958), Enrico '61 (1961), Il giorno della tartaruga (1965), Alleluja, brava gente (1970). Nel momento di maggior successo del comico, Rascel si scopre autore e interprete della canzone d'amore, il cui esempio più rilevante è Arrivederci Roma, inno alla sua amata città, scritta con Garinei e Giovannini, che diventerà una delle canzoni italiane più celebri nel mondo. Altri motivi famosissimi del grande Renato sono Venticello de Roma, Con un po' di fantasia , Vogliamoci tanto bene , Romantica (che canta in coppia con Tony Dallara e vince il primo premio al Festival di Sanremo del 1960) e Te voglio bene tanto tanto. Porta il suo personaggio si sognatore indifeso e surreale anche sul piccolo schermo; rimangono famose le sue apparizioni nelle trasmissioni Rascel la nuit (1956) e Stasera a Rascel-City (1964). Partecipa anche ad alcuni lavori di prosa e fiction, come I Boulingrin (1967) e I racconti di Padre Brown (1970). In quest'ultima serie impersona l'astuto e intuitivo Padre Brown, prete-investigatore impegnato a risolvere numerosi casi. Ebbe avventure e amori, ebbe mogli e fidanzate, storie lunghe e brevi con altrettante donne, ma con nessuna di esse riuscì a realizzare un'intesa duratura e soprattutto una famiglia. La prima moglie è stata la già citata Tina De Mola, avvenente soubrette del teatro di rivista. Poi è stata la volta del matrimonio con Huguette Cartier, ma anche con lei la storia finisce presto. Fino a quando in occasione di Alleluja, brava gente, Rascel conosce sulla scene una giovane attrice: Giuditta Saltarini. ? proprio con lei che decide di fare la grande svolta: dalla loro unione nasce un figlio, Cesare, per il quale decide di allontanarsi pian piano dalle scene. È con il teatro di prosa (che aveva già affrontato varie volte, come quando nel 1967 aveva interpretato la commedia di Neil Simon La strana coppia, accanto a Walter Chiari) che Rascel chiude la sua gloriosa carriera: in coppia con un vecchio compagno del teatro leggero, Walter Chiari, regala al pubblico, cinque anni prima della morte, uno straordinario Finale di partita, di Samuel Beckett. Forse appagato e felice, nel gennaio del 1991 Renato se ne va dolcemente, privando la scena italiana di un inimitabile grande protagonista.


Franca Marzi

Nome: Francesca Marsi
Data nascita: 18 Agosto 1926 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 6 Marzo 1989 (62 anni), Cinisello Balsamo (Italia)
Esordisce giovanissima nel teatro di rivista per passare subito dopo al cinema col film Amanti in fuga, del 1946. Tra il 1950 e il 1960 partecipa a numerosi film comici e sentimentali, cui perfettamente si addice la sua bellezza prosperosa. Fra le numerose pellicole a cui prende parte ricordiamo Fifa e arena (1948), Totò terzo uomo (1951), Tizio, Caio e Sempronio (1951), Il mostro dell'isola (1953), Fermi tutti arrivo io! (1953), Suor Maria (1955), Fortunella (1957), Racconti d'estate (1958) e Gastone (1960). Recita al fianco di grandi nomi dello schermo, come Totò, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi e Macario. Nel 1957 fornisce la sua più grande prova recitativa nel film Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, nei panni della prostituta Wanda, personaggio che ha saputo tracciare con grandissima umanità. Questo ruolo le fa valere un meritatissimo Nastro d'argento e la fa entrare a pieni meriti nella storia del cinema italiano.


Luigi Pavese

Data nascita: 25 Ottobre 1897 (Scorpione), Asti (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1969 (72 anni), Roma (Italia)
Caratterista sanguigno dall'inconfondibile timbro vocale, ha alternato esperienze teatrali a quelle soprattutto cinematografiche. Debutta in teatro nel 1921, con la compagnia Pederzini, per passare poi dal 1922 al 1924 ad altre compagnie minori, fino ad arrivare nel 1925 al Teatro Odescalchi di Roma, allora diretto dallo scrittore Luigi Pirandello. Nel 1926 è con la Sabbatici-Fontana e l'anno dopo con la Almirante-Manzini; dal 1928 al 1936 lavora con ben sei gruppi teatrali, tra i quali la compagnia De Sica-Tofano-Rissone e la compagnia Merlini-Cialente. Nella stagione 1937-1938 è primattore con la compagnia Borboni-Cimara con cui compie una lunga tournée. Tra le sue partecipazione ricordiamo: I padri etruschi (1942) di Pinelli, Casa di bambola (1942) di Ibsen e Sacro esperimento (1948) di Hochwalder. Nel teatro di rivista ha partecipato a Sai che ti dico?? (1944), Cantachiaro n. 1 (1944), Imputati alziamoci! (1945), e Tobia, la candida spia (1954). In cinema è interprete di numerosissime pellicole, quasi tutte del genere comico, e spesso accanto a grandi comici quali Totò e Aldo Fabrizi, interpretando quasi sempre personaggi burberi e irascibili. Fra i film che interpretò ricordiamo, Melodie eterne (1940), L'allegro fantasma (1941), Le miserie del signor Travet (1946), Fifa e arena (1948), Totòtarzan (1950), La famiglia Passaguai (1951), La famiglia Passaguai fa fortuna (1951), Totò a colori (1952), Papà diventa mamma (1952), Questa è la vita (1954), La banda degli onesti (1956), Totò a Parigi (1958), Signori si nasce (1960), Totòtruffa '62 (1961), Gerarchi si muore (1962), Veneri al sole (1965). Svolge anche un'intensa attività di doppiatore: fu Fredric March in The Desperate Hours (Ore disperate, 1955), Gary Cooper in Saratoga (Saratoga, 1937) e Cloak and Dagger (Maschere e pugnali, 1947), Burl Ives in Cat on a Hot Tin Roof (La gatta sul tetto che scotta, 1958). Negli ultimi anni prende parte anche ad alcuni sceneggiati televisivi, come David Copperfield (1965) e Il conte di Montecristo (1966). Luigi Pavese ha dimostrato in oltre quarant'anni di carriera di essere un attore dotato di un grande talento e di una straordinaria versatilità. Nei numerosi film a cui prese parte gli erano spesso riservate brevi apparizioni, ma le sequenze che ha interpretato, sono illuminate dall'immenso valore della sua arte.


Jole Fierro

Data nascita: 22 Novembre 1926 (Scorpione), Salerno (Italia)
Data morte: 27 Marzo 1988 (61 anni), Roma (Italia)
Strana e discontinua la carriera artistica di quest’attrice che, nonostante i buoni inizi in teatro accanto ai De Filippo e gli altrettanto buoni inizi nel cinema, anche se in ruoli di supporto, non riesce mai ad affermarsi del tutto, rimanendo sempre relegata a particine di contorno. Alta, elegante, di bell’aspetto, fotogenica, dotata di grinta e passionalità tipicamente meridionale, Jole Fierro debutta nel cinema agli inizi degli anni Cinquanta, subito dopo le sue prime apparizioni nel teatro dialettale napoletano. Ma la sua presenza in tutti i campi dello spettacolo è sempre e del tutto marginale. Nel giugno del 1954 recita nella commedia surreale scritta e diretta da Dario Fo, con Parenti e Durano, I sani da legare, per passare poi nell’autunno dello stesso anno nella prestigiosa compagnia di Eduardo De Filippo, dove ottiene ruoli abbastanza soddisfacenti in commedie di grande successo di pubblico. Si fa inoltre notare dai critici in Miseria e nobiltà di Scarpetta e in Palummella zompa e vola di Antonio Petito, commedia messa in scena per l’inaugurazione del restaurato Teatro San Ferdinando a Napoli. Con Nino Taranto recita nella prima rappresentazione italiana de Il califfo Esposito (1956) di Marotta e Randone e nel 1957 fa parte della compagnia diretta da Orazio Costa ottenendo ruoli di rilievo in commedie come L’aiuola bruciata di Betti e Veglia d’armi di Diego Fabbri. Abbastanza rilevante è la sua presenza in televisione, dove appare in commedie registrate appositamente per il piccolo schermo, come La sorridente signora Beudet (1956) di Denis Amiel e André Obey e L’orologio a cucù (1958) di Donini, entrambe dirette da Guglielmo Morandi; in atti unici come L’amico di Sua Eccellenza di Guglielmo Giannini e Quand l’amour meurt di Di Giacomo, messe in scena nel 1956 dalla Compagnia Comica di Nino Taranto con ripresa televisiva di Alberto Gagliardelli; in altre commedie come Angelina mia (1967), diretta da Lodovici, o in opere letterarie come La felicità domestica (1966) di Tolstoj, diretta da Giandomenico Giagni; e negli episodi della serie del commissario Maigret L’affare Picpus (1965), per la regia di Mario Landi e Omissione di soccorso (1976), diretto da Majano per la serie Qui squadra mobile. È pure interprete dello sceneggiato Abramo Lincoln (1967), diretto da Daniele D’Anza che l’ha già diretta nell’interessante Questa sera parla Mark Twain (1965); di quelli tratti dai romanzi Vino e pane (1973) di Ignazio Silone e Un eroe del nostro tempo di Vasco Pratolini (1982), diretti entrambi da Piero Schivazappa; oltre a Il balordo (1978), da Piero Chiara, realizzato da Pino Passalacqua. Partecipa inoltre alle due serie di La famiglia Benvenuti del 1968 e 1969, ideate e dirette da Alfredo Giannetti, che la dirige ancora nello sceneggiato All’ombra della grande quercia (1984). Infine nel 1986 fa parte del cast de Il viaggio difficile di Giorgio Pelloni. Compagna nella vita di Arnoldo Foà, ha da lui una figlia, Annalisa.


Pietro Tordi

Data nscita: 12 Luglio 1906 (Cancro), Firenze (Italia)
Attore teatrale, esordì nel cinema nel 1937, in ruoli secondari, poco più che da comparsa. Tuttavia, soprattutto negli anni del dopoguerra, la sua presenza sul grande schermo divenne più assidua; anche se relegato in parti di secondo piano, Tordi seppe comunque imporre la sua presenza, grazie alla propria imponenza fisica e alla voce profonda e bene impostata. Particolarmente adatto a parti drammatiche, fu tuttavia dotato di una notevole duttilità, tanto che, ormai non più giovane, seppe sostenere con bravura anche ruoli comici o grotteschi. Degne di essere ricordate, le sue interpretazioni in Achtung banditi! (1951, Carlo Lizzani), in Divorzio all’italiana (1961, Pietro Germi) e, più recentemente, ne Il delitto Matteotti (1973, Florestano Vancini) e ne Il marchese del Grillo (1981, Mario Monicelli).


Ugo Sasso

Data nascita: 23 Marzo 1910 (Ariete), Torino (Italia)
Trasferitosi a Roma nei primi anni Trenta, divenne allievo del Centro Sperimentale di Cinematografia; nel 1935 esordì sul grande schermo, interpretando il ruolo di uno squadrista in un film di Alessandro Blasetti, Vecchia guardia, che fu il primo di una lunga serie. Nel decennio fra il 1935 e il 1945 Sasso prese infatti parte a numerose pellicole, ma fu protagonista di due soltanto, Tre fratelli in gamba di Alberto Salvi e L’ospite di una notte, di Giuseppe Guarino. In tutti gli altri film, appartenenti ai generi più diversi - ha partecipato a oltre cento film - fu spesso utilizzato in parti minori o come caratterista, riuscendo tuttavia, grazie alle sue valide doti d’interprete, ad ottenere risultati di un certo rilievo anche entro questi limiti. Dotato di un fisico aitante e atletico, Sasso fu utilizzato soprattutto in film d’avventure, storici e mitologici; la sua ultima interpretazione risale al 1973, quando diede vita al personaggio di un industriale nel film Il delitto Matteotti, diretto da Florestano Vancini. Attore anche sul piccolo schermo, interpretò vari sceneggiati, fra i quali si ricordano Ottocento, del 1959 e Il caso Mauritius, del 1961, diretti entrambi da Anton Giulio Majano.


Mario Siletti

Data nascita: 5 Febbraio 1897 (Acquario), Torino (Italia)
Data morte: 17 Marzo 1977 (80 anni), Roma (Italia)
Dopo avere partecipato alla prima guerra mondiale debuttò nel 1920 nel teatro di prosa con la compagnia Ferrero-Celli-Paoli, dando inizio ad una carriera di attore brillante, che si protrasse, con varie compagnie di grido, fino al 1932, anno in cui esordì nel cinema, recitando in un film di Nunzio Malasomma, Sette giorni cento lire. Richiestissimo da molti registi, Siletti divenne uno dei caratteristi più simpatici e più popolari del periodo, interpretando numerosissimi film, talora anche in parti molto piccole. Al termine della seconda guerra mondiale, Siletti tornò al teatro di prosa, recitando dapprima con la formazione diretta da Peppino De Filippo nel 1953-1954, poi con una sua propria compagnia, presso il Teatro delle Muse di Roma. All'attività teatrale, Siletti affiancò anche quella radiofonica, mentre apparve raramente in televisione; ebbe però un ruolo abbastanza importante nel telefilm 1943: un incontro, episodio della serie Tre donne, diretta nel 1971 da Alfredo Giannetti.


Ciro Berardi

Data nascita: 11 Maggio 1909 (Toro), Fano (Italia)
Data morte: 25 Novembre 1961 (52 anni), Fano (Italia)
Imponente caratterista attivo nel cinema italiano fin dagli anni Trenta, richiestissimo dai registi anche per brevi figurazioni e determinante laddove occorra impersonare tavernieri, operai, sgherri, popolani, militari, servitori e altro, cui l’attore aderisce con asciutta e, spesso, colorita partecipazione. Ha lavorato specialmente negli anni Quaranta e la prima metà dei Cinquanta con registi di vaglia come Genina, Bragaglia, Camerini, Mattòli, Bonnard, Freda, Zampa, Steno e Monicelli. Ma sempre e soltanto in ruoli secondari, talvolta terziari, ma sempre con misurato senso della professionalità. Una curiosità: Berardi ha impersonato con credibile caricatura una delle “donne abbandonate” nella parodia Il fanciullo del West realizzata da Giorgio Ferroni nel 1942, ambientata in un immaginario paese dell’Ovest americano, un ruolo sostenuto con divertita ironia


Giulio Calì

Data nascita: 26 Marzo 1895 (Ariete), Roma (Italia)
Data morte: 20 Gennaio 1967 (71 anni), Roma (Italia)
Proveniente dal mondo dell'avanspetta¬colo e del teatro dialettale, in cui aveva esercitato una intensa attività, esordi nel cinema interpretando un ruolo significativo ne Il mulino del Po,tratto dal romanzo omonimo di Riccardo Bacchelli e diretto nel 1949 da Alberto Lattuada. In seguito, ha partecipato a nu¬merosi film, in cui ha saputo creare, con grande abilità, tutta una serie di vivaci macchiet¬te, ora comiche, ora patetiche, ma sempre caratterizzate in modo eccellente, anche se talora un po' manierate. Una delle sue migliori caratte¬rizzazioni rimane quella a cui Cali diede vita ne Il cappotto, un film tratto da uno dei Racconti di Pietroburgo di Nikolaj Gogol e diretto nel 1959 da Alberto Lattuada). In esso, il ruolo del protagonista, il modestissimo impiegato Carmine De Carmine, fu interpretato da Renato Rascel, che diede una notevole prova delle sue capacità, creando un personaggio di grande intensità umana, al tempo stesso umoristico, patetico e malinconico. Costretto a fare i conti con un miserrimo stipendio, Carmine deve affrontare la spesa, per lui enorme, di farsi cucire un cappotto nuovo, perché il vecchio è talmente logoro e malandato da non potersi più riparare. Ma tale necessità non rappresenta un vero e proprio evento solo per lui; lo è anche per il suo sarto (interpretato appunto da Cali), che da tempo non cuce più un capo nuovo, abituato com'è ad una clientela che chiede solamente rattoppi e aggiustature di abiti ormai consunti. Perciò, non solo la scelta del modello, della stoffa e la realizzazione del capo rappresentano per lui un'impresa da programmare a lungo e da eseguire tenendo conto di ogni minimo particolare; una volta che il cliente se n'è andato indossando il suo bel cappotto nuovo, il sarto, come un'artista desideroso dell'approvazione del pubblico, non può resistere alla tentazione di seguirlo di nascosto, per vedere l'effetto che la sua creazione fa sui passanti, esclamando “L'ho fatto io!”, ogni volta che se ne presenta l'occasione.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Giulio Battiferri

Data nascita: 15 Luglio 1893 (Cancro), Roma (Italia)
Data morte: 22 Gennaio 1973 (79 anni), Roma (Italia)
Dopo aver frequentato l’istituto tecnico, esordisce in teatro nel 1913 nella prima Compagnia Romanesca diretta dal conte Gastone Monaldi che in seguito diviene suo cognato avendo sposato la sorella minore Fernanda. Con questa formazione e con quelle successive del Monaldi, recita in numerosi lavori dialettali fra cui Er pupo de Trastevere, La festa del bacio e Nino er boja, calcando i palcoscenici dei maggiori teatri italiani, e compiendo anche alcune tournées in Brasile, in altri stati del Sudamerica, in Francia, in Inghilterra e in Spagna. Con lui recita quasi sempre in teatro la moglie Pina Piovani. Scomparso il Monaldi nel gennaio 1932, Battiferri passa alla rivista lavorandovi per parecchi anni. Nel cinema debutta all’epoca del muto, fra il 1919 e il 1920, apparendo in pellicole dirette dal cognato e con protagonista la sorella Fernanda. Ma la sua vera carriera cinematografica ha inizio nel 1939 e lo vedrà svolgere una lunghissima attività da caratterista, spesso in ruoli talmente minuscoli da essere appena notato; ma tale attività è continuativa e sorprendente per quantità, anche se di poco conto.


Armando Annuale

Data nascita: 5 Giugno 1884 (Gemelli), Napoli (Italia) Data morte: 20 Marzo 1962 (77 anni), Roma (Italia) Diplomato in recitazione all’Accademia di Santa Cecilia (1908) lavora in teatro dal 1910. Piccolo di statura e molto esile, nel cinema esordisce come generico (Pietro Micca) e in seguito interpreta ruoli di carattere fino al 1960. L’ultimo film in cui compare è La dolce vit


Carlo Mazzarella

Data nascita: 30 Luglio 1919 (Leone), Genova (Italia)
Data morte: 7 Marzo 1993 (73 anni), Roma (Italia)
Diplomato all'Accademia che aveva frequentato con gli ex compagni di scuola Vittorio Gassman e Luigi Squarzina durante la guerra lavora in teatro con Sergio Tofano e Anna Proclemer e in riviste come Ritorna Za Bum e Pasquino. Il debutto al cinema è nel 1945 nel film di Mario Soldati Le miserie del signor Travet ma non è questa carriera a procurargli notorietà. Diventerà invece famoso come giornalista televisivo alla Rai. Tra i suoi film oltre Le miserie del signor Travet (presentato nel maggio 1946) di Soldati Il vento mi ha cantato una canzone (1947) di Camillo Mastrocinque Riso amaro (1949) di Giuseppe De Santis Luci del varietà (1950) di Alberto Lattuada e Federico Fellini Totò a colori (1952) di Steno Carosello napoletano (1953) di Ettore Giannini Un americano a Roma (1954) di Steno Il bigamo (1955) di Luciano Emmer Un eroe dei nostri tempi (1955) di Monicelli Il disco volante (1964) di Tinto Brass.


Nino Marchesini

Data nascita: 1895, Lecce (Italia)
Data morte: 13 Gennaio 1961, Roma (Italia)
Dopo avere svolto un' intensa attività teatrale, spesso al fianco della moglie Italia Marchesini, distinguendosi in parti di secondo piano come caratterista efficace e drammatico, di bella presenza fisica, esordì nel cinema nel 1939. Da allora interpretò numerosi film, talora in ruoli importanti o addirittura di protagonista, ma più spesso in veste di caratterista. E' stato molto attivo anche nel periodo del dopoguerra, comparendo in film dei più diversi generi, comici, melodrammatici, avventurosi, storici.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it


[Totò ]



Diventa fan
- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

Vota il film di Totò

Home  Biografia  Teatro  Cinema  Televisione  Poesie  Canzoni 
Frasi celebri  Fumetti  Fotografie  Totomania  Il baule  Home video 
Totò in TV  News  Ricordi  Interviste  Quiz  Libri  Caricature  Giornali 

www.antoniodecurtis.com