Malafemmena

versi e musica di Antonio de Curtis

canta Mario Abbate

Versi e musica di Antonio De Curtis

Si avisse fatto a n'ato
chello ch'e fatto a mme
st'ommo t'avesse acciso,
tu vuò sapé pecché?

Pecché 'ncopp'a sta terra
femmene comme a te
non ce hanna sta pé n'ommo
onesto comme a me!...

Femmena
Tu si na malafemmena
Chist'uocchie 'e fatto chiagnere..
Lacreme e 'nfamità.

Femmena,
Si tu peggio 'e na vipera,
m'e 'ntussecata l'anema,
nun pozzo cchiù campà.

Femmena
Si ddoce comme 'o zucchero
però sta faccia d'angelo
te serve pe 'ngannà...

Femmena,
tu si 'a cchiù bella femmena,
te voglio bene e t'odio
nun te pozzo scurdà...

Te voglio ancora bene
Ma tu nun saie pecchè
pecchè l'unico ammore
si stata tu pe me...

E tu pe nu capriccio
tutto 'e distrutto,ojnè,
Ma Dio nun t'o perdone
chello ch'e fatto a mme!...



Mario Abbate

Nasce a Napoli l'8 agosto del 1927 da padre Gennaro, famoso materassaio del quartiere S. Ferdinando. A soli 9 anni, viene scelto per cantare la sigla della settimana nel primo cortometraggio a colori del cinema italiano "Sosta d'eroi". Continua ad esibirsi a 12 anni, utilizzando sempre il suo vero nome (cioè Salvatore Abate) partecipando alle storiche sceneggiate di Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo. Nel dopoguerra si dedica al canto in maniera più continuativa, e nel 1951 vince un concorso alla RAI che gli consente di entrare come cantante nell'orchestra del maestro Cinico Angelini e di registrare centinaia di dischi per la casa discografica Vis Radio. Sul finire del decennio, grazie anche ad alcune apparizioni televisive e a varie partecipazioni al Festival di Napoli, piazzandosi quasi sempre al secondo posto, ma vincendolo con la canzone "Core napulitano" che sulle onde del successo, venne spesso utilizzata dalla squadra di calcio del Napoli come inno della tifoseria, raggiunge il grosso successo a livello nazionale, partecipando anche al Festival di Sanremo nel 1962 con Vestita di rosso e nel 1963 con Vorrei fermare il tempo e Oggi non ho tempo.
Nel 1964, con la canzone Stanotte nun durmì, raggiunge la finale nella prima edizione di Un disco per l'estate, manifestazione alla quale partecipa anche nel 1965 con Manduline 'e lacreme, nel 1966 con Mare d'estate, nel 1968 con E' n'amico ll'ammore e nel 1974 con Na varca a vela. Ma la consacrazione di Abbate gli viene attribuita grazie a tre successi di caratura internazionale: "Malafemmina" di Totò (primo interprete), Anema e core di Salve D'Esposito e Tito Manlio, Luna caprese di Augusto Cesareo e Luigi Ricciardi, oltre ad Indifferentemente, 2º premio al Festival di Napoli in coppia con Mario Trevi (tradotta ed incisa in vari paesi del mondo). Altri suoi successi di quel periodo sono stati Vierno, Mare d'estate, Vieneme 'n suonno e Suspirammo.
Apparve anche in tre film, nel ruolo di sé stesso: E Napoli canta (1953) di Armando Grottini, Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli e Operazione San Gennaro (1966) di Dino Risi. Negli anni settanta si è invece dedicato a molteplici tournée internazionali, specialmente in Canada e negli Stati Uniti, per gli italiani all'estero. Ebbe un grande rilancio discografico nel 1974 con la canzone "Tradimento all'omertà" di Alberto Sciotti e Augusto Visco che trattava l'argomento del momento: i sequestri di persona. Il 45 giri era composto dal Lato A di sola prosa che raccontava di un sequestro disgraziato: il rapitore, non conoscendo i fatti, ha incredibilmente rapito la propria bambina, adottata da un ricco industriale. Il Lato B era composto dalla canzone, molto drammatica, che si concludeva con la morte del sequestratore: una vera sceneggiata nella sceneggiata quella inventata da Alberto Sciotti. Dalla canzone fu tratta la relativa commedia portata in giro da Mario Abbate e da Virginia Da Brescia, prima attrice.
Per la RCA Italiana ha pubblicato nel 1980 un'antologia della canzone napoletana in 6 dischi, intitolata Napoli e le sue canzoni, ed il suo ultimo lavoro discografico Con tanto amore, nel quale spicca Me staie lassanno, musicata dal figlio Massimo con testo di Roberto Murolo. Ancor oggi è considerato dalla critica, dai cultori e dal pubblico popolare il più grande interprete della canzone napoletana del dopoguerra insieme a Sergio Bruni (il rivale di sempre). È scomparso all'età di 53 anni. Il figlio Massimo Abbate, anch'egli attore, continua con successo l'attività paterna.
(fonte Wikipedia)

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