Totò e i re di Roma

[Totò] Totò]

[Totò] [Anna Carena e Giovanna Pala]

[Totò con Alberto Sordi] Totò con Alberto Sordi]

[Totò] [Totò con Alberto Sordi]

Videoclip titoli di testa


Giornali d'epoca:
Novelle film del 20 giugno 1953

Regia : Steno, Monicelli
Soggetto : tratto da racconti di Anton Cecov
Sceneggiatura : E. De Concini,Monicelli,Steno
Fotografia : Giuseppe La Torre
Scenografia : Alberto Tavazzi
Musica : Nino Rota
Costumi : Giuliano Papi
Montaggio : Adriana Novelli
Aiuto regia : Luigi Fulci
Direttore produzione : Romolo Laurenti
Produzione : Golden Films-Humanitas Film,Roma
Durata: 95 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Ercole Pappalardo )
Anna Carena( Armida, sua moglie )
Giavanna Pala( Ines la figlia)
Anna Vita( la figlia maggiore )
Eva Vanicek( Susanna )
Alberto Sordi( Palocco, il maestro elementare )
Giulio Stival( sua eccellenza Langherozzi Schianchi)
Gianni Glori( Giorgio )
Ernesto Almirante( il "Padreterno" )
Giulio Calì( il suonatore di tromba )
Erminio Petacci( Filippini )
Pietro Carloni( Capasso, il capoufficio )
Aroldo Tieri(Petrucci)
Francesca Pietrosi( una squillo al Sistina )
Marisa Fimiani( un'altra squillo al Sistina )
Italia Marchesini( la signora Sconocchia )
Lilia Landi( la contessa al Sistina )
Ada Mari( la maestra esaminatrice )
Paolo Ferrara( un maestro esaminatore )
Eduardo Passarelli( un'altro maestro esaminatore)
Nino Milano( l'impiegato allo sportello 9 )
Amedeo Girard( l'usciere dell'Olimpo )
Giulio Battiferri( il guardiano dell'Olimpo )
Armando Annuale( un orchestrale )
Mario Maresca( Trifossi )
Alfredo Ragusa(l'usciere)
Rio Nobile(l'ufficiale francese)
Mimmo Poli(un'anima)

Altri interpreti :
Mario Maresca, Amerigo Santarelli, Nino Marchetti,Eugenio Galafini,Celeste Almieri, Gorella Gori

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- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

              

Soggetto

Ercole,impiegato del ministero sogna la promozione,ma una sera a teatro sternutisce sul capo del suo direttore dando inizio ai propri guai.Per conservare il proprio posto di lavoro deve fare un esame,ma viene bocciato.Decide di morire per dare cosi' in sogno alla propria moglie dei numeri vincente. Ma dall'aldilà questo non e' permesso, sta per essere catigato ma quando colui che lo deve giudicare viene a sapere che in vita ha lavorato per 30 anni al Ministero...viene subito spedito in paradiso.

Critica e curiosità

Si tratta dell'unico film in cui Totò e Alberto Sordi recitano insieme , epica la famosissima scena degli esami in cui Totò da' addosso all'odioso esaminatore - Sordi . Anche questo film ebbe guai con la censura , infatti il film entrò in sala di montaggio nell'ottobre del '51 ma uscì nella sale solo alla fine del 1952. Inizialmente il titolo dveva essere " E poi dice che uno..." e anche il finale a causa della censura sembra avvolto nel mistero, il film termina con Totò che viene spedito in paradiso mentre una voce fuori campo annuncia "E questo fu il sogno di Ercole Pappalardo", il regista Monicelli afferma di aver girato la scena in cui Totò si risveglia ma non ricorda di averla montata. Censurata anche la risposta dell'archivista capo Totò alla domanda del maestro Sordi sul nome di un pachiderma, la risposta è "Bartali" ma la voce non e' quella di Toto' la risposta originale poi censurata e' stata sicuramente tutt'altra lo si evince anche dal movimento labiale di Totò.....

Scriveva Ugo Zatterin (Il Giornale d'Italia 19/10/1952)
"Ieri Rascel chiedeva ispirazione a Gogol per proporci in una equivoca chiave d'umorismo il dramma del piccolo impiegato; oggi lo stesso dramma ce lo propone Totò sulla scorta, nientemeno, di Cecov e in una chiave anche più apertamente farsesca. Cecov, però, in questo film è presente solo con lo schema esteriore e molto travisato di due suoi racconti fusi insieme, e ancora una volta a predominare nella vicenda e a improntarla di sé è unicamente Totò con i suoi caratteristici atteggiamenti comici e il suo facile spitito parodistico.[...] Naturalmente questa paradossale conclusione e le situazioni che abbastanza disordinatamente la precedono sono vistosamente condite di facili spunti ispirati alla più convenzionale contingenza politica e alla parodia di un certo costume burocratico; ad essi si alternano momenti di più sommessa polemica [...]".

E Franco Zannino (Rassegna del film 11/2/1953)
"[...]Con Totò e i re di Roma i due registi sono rientrati negli schemi deprecati e il comico napoletano è tornato alla sua ormai scontata maniera farsesca e marionettistica. Con un'attenuante, però: che questo film - come già Guardie e ladri - sì discosta, sul piano del contenuto, dai soliti pasticci a base di gambe nude (in verità, ci sono anche le gambe nude, ma ad esse è riservato un posto marginale). Nei titoli di testa si legge il nome di Cechov: un semplice pretesto.Se negli autori c'era, per caso, la vaga intenzione di erigere una specie di contraltare a Il coppotto (1952) di Lattuada (dove l'origine letteraria è Gogol), contrapponendo al copista Rascel l'archivista Totò, essa è miseramente fallita [... ]".


Anna Carena

Nome: Pina Galimberti
Data nascita: 30 Gennaio 1906 (Acquario), Milano (Italia)
Data morte: 15 Aprile 1988 (82 anni), Milano (Italia)
Diplomatasi all'Accademia dei Filodrammatici di Milano, esordì nel 1924 con Annibale Betrone. Si dedicò al teatro dialettale e fondò una propria compagnia con la quale rappresentò testi di un certo interesse, come Ona famiglia de cilapponi, testo inedito di Carlo Dossi e Luigi Perelli, rappresentato per la prima volta nel 1935. Dotata di un saporito umorismo e di una proverbiale bonomia, Anna Carena partecipò anche a diversi allestimenti di Luchino Visconti (La monaca di Monza di Testori) e Giorgio Strehler (L'anima buona di Sezuan di Brecht). Per il teatro fu anche autrice: scrisse Tre colpi di rivoltella, Le sorelle e Isaia da Milano, riduzione dialettale di un dramma di Vallardi. È apparsa frequentemente sullo schermo in film come Piccolo mondo antico (1941), Sissignora (1942), Miracolo a Milano (1951), Totò e i re di Roma (1952) e Il cappotto (1952).


Giovanna Pala

Data nascita: 15 Luglio 1932 (Cancro), Bologna (Italia)
Esordì nel cinema come protagonista di Mamma mia, che impressione! (1951, Roberto Savarese), dopo essere stata eletta nello stesso anno Miss Italia. Ha preso parte a una decina film di genere comico.


Anna Vita

Data nascita: 1 Dicembre 1926 (Sagittario), Reggio Calabria (Italia)
È stata una delle regine dei fotoromanzi dei primi anni Cinquanta, amatissima da un pubblico eterogeneo. Altrettanto, purtroppo, non si può dire quanto al cinema che, pur utilizzandola negli stessi anni, non le offre alcuna opportunità, relegandola a piccoli ruoli indegni di un’attrice della sua popolarità. Nel 1952 rifiuta la proposta di Fellini per Lo sceicco bianco, poiché il film intende mettere alla berlina il mondo dei fotoromanzi. Il rifiuto della giovane attrice che intende difendere il “mondo” dal quale proviene finisce su tutti i rotocalchi dell’epoca, con gran clamore. Ma lo “scandalo” non le è di minimo aiuto per la sua carriera. Dopo una mezza dozzina di pellicole o poco più, il nome della bella fanciulla scompare, così come scompare, verso la prima metà degli anni Cinquanta, anche dai fotoromanzi. E di Anna Vita, eletta nel 1950 insieme a Sergio Raimondi come la “coppia più amata” dalle lettrici del settimanale «Tipo», tempo dopo non si ha più alcuna notizia.


Eva Vanicek

Data nascita: 17 Maggio 1936 (Toro), Verona (Italia)
Figlia di un giocatore di calcio ungherese trasferitosi in Italia come allenatore di squadre come la Reggiana e il Palermo, inizia la carriera cinematografica giovanissima, mostrandosi a proprio agio nell’impersonare studentesse o giovani fidanzate. Bionda, graziosa, esile, per nulla appariscente, fine e delicata, è il perfetto prototipo della fanciulla bene educata in famiglia borghese o della ragazzina vittima di destini più grandi di lei. Agli inizi della carriera, la Vanicek riesce a incarnare perfettamente alcuni tipi di fanciulle colpite da drammatici eventi in film abbastanza importanti, come la ragazza in cerca di lavoro, oppressa da una madre dispotica, in Roma ore 11 (1952); l’infelice protagonista di Maria Zef (1953), un film purtroppo poco visto e altrettanto poco programmato; la sfortunata ragazzina del bel Cronache di poveri amanti (1954); la sventurata novizia di Suor Maria (1955), in cui mette a dura prova la sua capacità di saper piangere. La giovane attrice è anche interprete di commedie brillanti e di pellicole avventurose ma, pur interpretando una grande quantità di ruoli per tutti gli anni Cinquanta, ad un certo punto scompare dagli schermi per riapparire a sorpresa, in ruoli minuscoli da attrice di carattere, dapprima nella seconda metà dei Settanta e con più frequenza agli inizi dei Novanta. Oltre che nei fotoromanzi e nel teatro, dove è attivissima anche se impersona ruoli modesti, la Vanicek appare anche in TV, seppure saltuariamente, in commedie come La sorridente signora Beudet (1956), messa in scena da Morandi, e negli sceneggiati Dedicato a un medico (1974), diretto da Gianni Serra, e E se poi se ne vanno?? (1988) di Capitani e il suo sequel E non se ne vogliono andare (1989), sempre di Capitani cui fa seguito nel medesimo anno il film-tv Emma diretto da Carlo Lizzani per il ciclo Storie di donne.


Alberto Sordi

Data nascita: 15 Giugno 1920 (Gemelli), Roma (Italia)
Data morte: 25 Febbraio 2003 (82 anni), Roma (Italia)
Attore e regista italiano. Comincia a recitare a metà degli anni '30 dividendosi fra l'avanspettacolo, il teatro di rivista e piccole comparse al cinema (dà la voce a Ollio/O. Hardy). Il primo film da coprotagonista è I tre aquilotti (1942) di M. Mattoli, anche se negli anni '40 i maggiori successi gli vengono dal teatro leggero e dalla radio, medium nel quale S. sperimenta e costruisce una galleria di personaggi che porterà infinite volte e con grande successo al cinema, ritraendo un uomo banalmente medio la cui apparente cattiveria nasconde una malcelata ingenuità, un cialtrone sostanzialmente vigliacco, uno sbruffone succube delle circostanze, un individuo in bilico fra la tragedia e la farsa. F. Fellini si accorge del suo immenso talento e lo chiama a interpretare il meschino divo dei fotoromanzi di Lo sceicco bianco (1952) e il nullafacente Alberto in I vitelloni (1953). La consacrazione definitiva arriva con Un americano a Roma (1954) di Steno, in cui S. interpreta Nando Moriconi detto «l'americano» (personaggio già proposto in un episodio di Un giorno in pretura, 1953, dello stesso Steno), grottesco manifesto dell'utopistico provincialismo italiano. Grazie ai tanti volti della sua maschera attoriale e alla fortunata collaborazione con lo sceneggiatore R. Sonego, diventa in breve il principale artefice del successo della commedia all'italiana, recitando in numerosissimi film che compongono un mosaico nel quale si riflette l'Italia di questi anni. Nel 1959 è nelle commedie Il vedovo di D. Risi e Il moralista di G. Bianchi, oltre a mostrare il suo lato più dolente in La grande guerra di M. Monicelli; seguono altri successi in commedie e film più sofferti come Tutti a casa (1960) di L. Comencini, Una vita difficile (1961) di D. Risi, Mafioso (1962) di A. Lattuada, Il maestro di Vigevano (1963) di E. Petri, Il boom (1963) di V. De Sica, Detenuto in attesa di giudizio (1971) di N. Loy e Lo scopone scientifico (1972) ancora di Comencini. Nel 1966 debutta alla regia con Fumo di Londra, cui seguono numerose altre prove non sempre all'altezza della bravura del S. attore. Pur insistendo sulle tonalità istrioniche che hanno costruito il suo successo e la sua grandezza, come dimostra ad esempio con i toni fermamente grotteschi di Un borghese piccolo piccolo (1977) di M. Monicelli, dal romanzo di V. Cerami, nella seconda parte della carriera (dalla seconda metà degli anni '70 in poi) S. sfronda il suo cinema dalla cattiveria descrittiva e dalla satira feroce, per assumere invece irrisolti toni moralisti e atteggiamenti piattamente paternalistici quali quelli che emergono in film come Un tassinaro a New York (1987), Nestore, l'ultima corsa (1994) e Incontri proibiti (1998), tutti da lui diretti. Resta comunque l'importanza decisiva di un artista che, come pochi, ha saputo raccontare l'Italia del secondo Novecento riuscendo a specchiare e influenzare i molti vizi e le poche virtù dell'italiano comune


Giulio Stival

Data nascita: 4 Marzo 1903 (Pesci), Venezia (Italia)
Data morte: 1 Aprile 1953 (50 anni), Novara (Italia)
Appassionato di teatro fino da ragazzo, organizzò nella sua città natale una filodrammatica della quale fu anche regista, divenendo poi attore professionista nel 1927, nella compagnia di Emma Gramatica. Da allora recitò di volta in volta con i migliori attori e capocomici degli anni Trenta e Quaranta, formando anche una propria compagnia, seppure per breve tempo. Attore di buone qualità, colto, preparato, dotato al tempo stesso di uno spiccato senso della misura e di un'intensità espressiva quasi viscerale, lavorò nel cinema solo marginalmente, senza trovare occasioni adatte per rivelare pienamente le sue doti. Interpretò infatti pochi film in parti di secondo piano, a partire dal 1937; da ricordare, nel primo dopoguerra, la parte da lui sostenuta in un film tratto da un racconto di Gogol, Il cappotto (1952, Alberto Lattuada), al fianco di uno straordinario Renato Rascel.


Ernesto Almirante

Data nascita: 24 Settembre 1877 (Bilancia), Mistretta (Italia)
Data morte: 13 Dicembre 1964 (87 anni), Bologna (Italia)
Fin da piccolo sul palcoscenico accanto al padre, Nunzio, e ai fratelli Giacomo, Luigi e Mario, arriva sul grande schermo nel 1935. Nel dopoguerra diventa l'effigie dell'attore anziano, un'icona da Belle Epoque sopravvissuta nelle famiglie e nei salotti borghesi anni Cinquanta in film di Blasetti, Fellini e Totò. Ideale nei panni dell'ufficiale in pensione o del nonno rimbambito. Tra i film: O sole mio (1945) di Giacomo Gentilomo; Il testimone (1945) di Pietro Germi; L'angelo e il diavolo (1946) di Mario Camerini; L'onorevole Angelina (1947) di Luigi Zampa; I pompieri di Viggiù (1949) di Mario Mattoli: Prima comunione (1950) di Alessandro Blasetti; Guardie e ladri (1951) di Steno e Mario Monicelli; Lo sceicco bianco (1952) di Federico Fellini: Ore 10 lezione di canto (1955) di Marino Girolami.


Giulio Calì

Data nascita: 26 Marzo 1895 (Ariete), Roma (Italia)
Data morte: 20 Gennaio 1967 (71 anni), Roma (Italia)
Proveniente dal mondo dell'avanspetta¬colo e del teatro dialettale, in cui aveva esercitato una intensa attività, esordi nel cinema interpretando un ruolo significativo ne Il mulino del Po,tratto dal romanzo omonimo di Riccardo Bacchelli e diretto nel 1949 da Alberto Lattuada. In seguito, ha partecipato a nu¬merosi film, in cui ha saputo creare, con grande abilità, tutta una serie di vivaci macchiet¬te, ora comiche, ora patetiche, ma sempre caratterizzate in modo eccellente, anche se talora un po' manierate. Una delle sue migliori caratte¬rizzazioni rimane quella a cui Cali diede vita ne Il cappotto, un film tratto da uno dei Racconti di Pietroburgo di Nikolaj Gogol e diretto nel 1959 da Alberto Lattuada). In esso, il ruolo del protagonista, il modestissimo impiegato Carmine De Carmine, fu interpretato da Renato Rascel, che diede una notevole prova delle sue capacità, creando un personaggio di grande intensità umana, al tempo stesso umoristico, patetico e malinconico. Costretto a fare i conti con un miserrimo stipendio, Carmine deve affrontare la spesa, per lui enorme, di farsi cucire un cappotto nuovo, perché il vecchio è talmente logoro e malandato da non potersi più riparare. Ma tale necessità non rappresenta un vero e proprio evento solo per lui; lo è anche per il suo sarto (interpretato appunto da Cali), che da tempo non cuce più un capo nuovo, abituato com'è ad una clientela che chiede solamente rattoppi e aggiustature di abiti ormai consunti. Perciò, non solo la scelta del modello, della stoffa e la realizzazione del capo rappresentano per lui un'impresa da programmare a lungo e da eseguire tenendo conto di ogni minimo particolare; una volta che il cliente se n'è andato indossando il suo bel cappotto nuovo, il sarto, come un'artista desideroso dell'approvazione del pubblico, non può resistere alla tentazione di seguirlo di nascosto, per vedere l'effetto che la sua creazione fa sui passanti, esclamando “L'ho fatto io!”, ogni volta che se ne presenta l'occasione.


Pietro Carloni

Data nascita: 1 Gennaio 1896 (Capricorno), Taurisano (Italia)
Data morte: 3 Agosto 1968 (72 anni), Roma (Italia)
Marito della famosa attrice napoletana Titina De Filippo, esordì giovanissimo come attore teatrale; a partire dal 1930, entrò a far parte della compagnia di Eduardo e Peppino De Filippo. Dotato di valide qualità drammatiche, la sua carriera cinematografica fu saltuaria e limitata all’interpretazione di ruoli secondari. Negli anni del dopoguerra apparve, tra l’altro, in Napoli milionaria, trasposizione cinematografica della commedia omonima, realizzata nel 1950, con la regia dello stesso Eduardo.


Aroldo Tieri

Data nascita: 28 Agosto 1917 (Vergine), Corigliano Calabro (Italia)
Data morte: 29 Dicembre 2006 (89 anni), Roma (Italia)
«Ha segnato la storia del cinema e del teatro italiano», scrive il Corriere della Sera, a grandi lettere, quando comunica il decesso del grande attore della Calabria che si ostinò a inseguire la sua passione di attore in un mondo allora segnato dai disordini fascisti e dal vivere claustrofobico di una dittatura tutt'altro che rosea. Interprete dotato di un'energia personalissima, tutta fisica e vocale, che esplose in maniera allucinante con la stessa forza di una lampadina alla quale si dà troppa corrente. Bruciante, sprigionò quel suo mezzo sorriso, misterioso tanto quanto quella della nostra Gioconda, in una carriera lunga settant'anni giocata fra il collasso definitivo del teatro e gli albori della televisione, affrontando un po' tutti i generi nell'insieme delle prospettive: le cupezze abissali e straordinariamente moderne delle opere che mise in scena con la compagnia di cui fu il fondatore, alle oblique e pastose commedie barocche con Totò, fino ai melodrammi familiari dei telefoni bianchi. La sua interpretazione più indelebile? Senza alcun dubbio a teatro. Figlio del giornalista, critico teatrale e commediografo Vincenzo Tieri (che fondò e diresse "Il Corriere del Teatro"), dopo essersi diplomato nel 1937 all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, debuttò a teatro in "Francesca da Rimini", entrando poi nella compagnia del Teatro Eliseo di Roma, nella quale recitò Shakespeare, Puget, Testoni, Lodovici. Parallelamente cominciò anche la sua carriera nel cinema, esordendo nella commedia di Mario Mattoli Mille chilometri al minuto (1939), con Vivi Gioi, cui seguirà Manon Lescaut (1939) di Carmine Gallone. Nella Cinecittà fascista degli anni Quaranta, trovò una sua dimensione professionale in diverse commedie dei telefoni bianchi nel ruolo macchiettistico del fidanzato ossessionato dai tradimenti e dagli accesi scatti d'ira. Luigi Zampa, Goffredo Alessandrini, Mario Bonnard, Camillo Mastrocinque furono i suoi registi, ma fu presente principalmente nelle pellicole dirette da Carlo Ludovico Bragaglia come: Fuga a due voci (1942), Non sono superstizioso… ma! (1943), Il fidanzato di mia moglie (1943), Torna a Sorrento (1945) e Pronto chi parla? (1945). Con la caduta del fascismo, raggiunse il successo con le riviste di Garinei e Giovannini, insieme a Anna Magnani, Gino Cervi, Walter Chiari e Totò (di cui fu spalla anche sul grande schermo), ma recitò perfino nel teatro impegnato portando testi di Rattigan, Barry e Pirandello. A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, con l'avvento della televisione e la morte del teatro, si dedicò soprattutto al cinema, girando oltre cento film e diventando un'ottima spalla per attori come Totò con cui recitò in ben tredici film, ma diretto da diversi registi (Steno, Mario Monicelli, Mario Mattoli e Sergio Corbucci); alla radio (interpretando per esempio il radiodramma "Racconti romani" di Moravia) e alla stessa tv, recitando in sceneggiati ("La foresta pietrificata" e "Le avventure di Nicola Nickleby") e come conduttore ("Canzonissima, edizione 1960-61, con Lauretta Masiero). Tornato a teatro con gli anni Sessanta, forte di una carriera cinematografica di tutto rispetto (recitò per Mario Soldati, Mario Costa, Pietro Germi, Giorgio Bianchi e perfino nel film spagnolo Un angelo è sceso a Brooklyn, accanto a Peter Ustinov), formò con la moglie, l'attrice Giuliana Lojodice, la compagnia Tieri-Lojodice, pur continuando a prestarsi per piccoli ruoli nella celluloide. Verrà infatti diretto da Lucio Fulci in Colpo gobbo all'Italiana (1962) e Gli imbroglioni (1963), da Mario Girolami in La donna degli altri è sempre la più bella (1963) e persino da René Clement in Che gioia vivere (1961) con gli amici attori Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi, Gino Cervi, Alain Delon, Rina Morelli, Gastone Moschin e Carlo Pisacane. Padrone di casa nel teatro italiano, in oltre trenta anni di attività, mise in scena un repertorio che ne sottolineò la poliedricità, oltre che l'instancabilità e l'intelligenza di interprete. Da Moliere a Shakespeare, da Shaw a Pirandello, tanto da meritarsi, nel 1984, il premio Armando Curcio per la rappresentazione de "Un marito" di Italo Svevo, quando ormai aveva smesso i panni di spalla di comici come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Raimondo Vianello e Walter Chiari. Si ritirò ufficialmente dal palcoscenico nel 1999 con "L'amante" di Margherite Duras e, preso in considerazione per il ruolo del Giudice nel Pinocchio (2001) di Roberto Benigni (ruolo che poi andò a Corrado Pani), morì fra le braccia della moglie a 89 anni la notte del 29 dicembre 2006, nella clinica San Valentino. Un attore vero, non c'è null'altro da dire… Esattamente come direbbe lui.


Italia Marchesini

Data nascita: 1896, Napoli (Italia)
Anno morte: 1972, Roma (Italia)
Moglie dell'attore Nino Marchesini, fu un'attrice assai nota nel teatro di prosa e dialettale. Considerata in questo settore una delle caratteriste più capaci e significative, durante la guerra esordì nel cinema. Benché i film da lei interpretati in seguito non fossero di grande rilievo ed ella vi apparisse solo in parti secondarie, si distinse tuttavia per la notevole perizia drammatica con cui seppe dare vita ai suoi personaggi. Ultimi film con Italia Marchesini


Lilia Landi

Data nascita: 24 Agosto 1929 (Vergine), Roma (Italia)
Dopo aver compiuto gli studi al ginnasio viene ammessa come allieva al Centro Sperimentale di Cinematografia pur avendo già partecipato, in un ruolo secondario, ad un film, ottenendo il diploma nel 1950. Nel 1946 è una delle finaliste al concorso di Miss Italia, che vede alla fine vincitrice a Stresa la toscana Rossana Martini. Bella, alta, fotogenica, dopo alcune piccole parti in cinema, Lilia Landi viene prescelta da Fellini per un ruolo importante in Lo sceicco bianco (1952), quello di una diva dei fotoromanzi, non molto distante per alterigia e capricci dalle dive del cinema. L’anno successivo interpreta sé stessa in I vitelloni (1953), quando viene chiamata a incoronare con il titolo di Miss Sirena ’53 la dolce Leonora Ruffo. Dopo l’incontro con Fellini la carriera della elegante Lilia Landi si avvia verso il declino limitandosi ad apparizioni in film decisamente scadenti o dozzinali. Attiva anche in teatro, in rivista accanto alla Osiris e a Tognazzi e in spettacoli d’intratteni­men­to leggeri di D’Anza e Mario Landi.


Paolo Ferrara

Data nascita: 17 Ottobre 1892 (Bilancia), Stilo (Italia)
Anno morte: 1965, Roma (Italia)
Dopo la licenza liceale s’interessa di teatro e, con varie compagnie, recita dai primi anni Dieci fino al periodo bellico. Nel cinema esordisce in età ormai matura (1936) con un piccolo ruolo in Pensaci, Giacomino! di G. Righelli. Fino al 1965, anno della sua morte, appare in una cinquantina di film, sempre come caratterista.


Eduardo Passarelli

Nome: Eduardo De Filippo
Data nascita: 20 Luglio 1903 (Cancro), Napoli (Italia)
Data morte: 9 Dicembre 1968 (65 anni), Napoli (Italia)
Figlio naturale di Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo fu fratellastro dei tre più famosi De Filippo, Eduardo, Peppino e Titina. Dopo un'intensa attività nel teatro di rivista, in cui apparve a fianco di Totò, in spettacoli dialettali napoletani (ma recitò anche da attore “serio”, in Amleto, a fianco di Anna Proclemer), a partire dal 1937, esordì nel cinema quale apprezzato caratterista. Negli anni del dopoguerra continuò questa sua attività, prendendo parte a numerosi film di genere comico-leggero e “napoletano”, conquistandosi il favore del pubblico grazie alle sue doti di attore brillante, dalla mimica vivace ed espressiva. In funzione di queste sue qualità, apparve anche in un film “serio” come Roma città aperta (1945, Roberto Rossellini), benché in un ruolo secondario. Nel 1952, insieme al giornalista Alessandro Ferraù ed a Totò, curò un libro autobiografico, che prese nome da un celebre film dello stesso Totò, Siamo uomini o caporali? Fu padre dell'attore Pasquale De Filippo, che seguì le sue orme, ma con minore successo.


Nino Milano

Data nascita: 11 Ottobre 1922 (Bilancia), Napoli (Italia)
Simpatico e talentoso attore di carattere dal fisico minuto, magro e scattante, utilizzato sovente come caratterista o gustosa spalla di attori di primo piano, al cinema giunge subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, richiesto da registi affermati per sostenere ruoli di contorno, spesso insignificanti ma altre volte di un certo spessore tanto da non passare inosservato. Per circa quindici anni Nino Milano lavora incessantemente guadagnandosi una reputazione di attore puntuale e preciso nelle caratterizzazioni, di vivace interlocutore con attori più noti, di servitore, di tassinaro, di inquilino curioso, di inserviente intrigante, di operaio in commedie brillanti per palati poco esigenti, apparendo in una miriade di pellicole che non gli permettono grandi voli e, purtroppo per lui, lo relegano a ruoli sovente in sottordine ma che non gli impediscono di costruirsi una filmografia impressionante.


Amedeo Girard

Data nascita: 14 Febbraio 1893 (Acquario), Napoli (Italia)
Data morte: 12 Febbraio 1972 (79 anni), Napoli (Italia)
Grande caratterista napoletano, Amedeo Girard ha regalato al cinema e al teatro ruoli umani e gustosi, che ha tracciato grazie alla sua immancabile bonomia e al suo arguto umorismo. Figlio di attori, esordì in teatro giovanissimo come sostituto del grande Federico Stella, nel dramma Caterina la pettinatrice di San Giovanni a Carbonara, facendo poi seguire a questo, opere di De Lise, di Minichini, Starace e Di Maio. Il vero successo arrivò quando Girard passò alla sceneggiata, dando vita a formazioni come la Compagnia della Canzone Sceneggiata, con la quale, e sempre al rinomato Teatro San Ferdinando, mise in scena soprattutto lavori del grande poeta napoletano Salvatore Di Giacomo che nutriva per Girard grande stima sia come uomo che come attore. Anche il grande Raffaele Viviani lo volle con sé in 'O bello guaglione e Napoli tascabile. Amedeo Girard aveva il teatro nel sangue: dotato di una memorabile presenza scenica, era un maestro nel caratterizzare i personaggi e ad interpretare con raffinato stile ogni spettacolo, commedia o dramma che fosse. Da ricordare le numerose collaborazioni al fianco di Eduardo De Filippo, con cui ha lavorato in tantissime commedie, da Palummella zompa e vola a Miseria e nobiltà, da La casa n. 7 a Mia famiglia. Amedeo Girard, oltre al teatro, ha preso parte a più di cinquanta film, quasi tutti del genere comico (fra cui ricordiamo Un turco napoletano, del 1953, al fianco di Totò, e Le notti di Cabiria, del 1957, diretto dal grande Federico Fellini ) e a diversi lavori televisivi. Si spense nel 1972, tra il dolore di quella Napoli che lui aveva amato e dalla quale fu dolcemente riamato.


Armando Annuale

Data nascita: 5 Giugno 1884 (Gemelli), Napoli (Italia)
Data morte: 20 Marzo 1962 (77 anni), Roma (Italia)
Diplomato in recitazione all’Accademia di Santa Cecilia (1908) lavora in teatro dal 1910. Piccolo di statura e molto esile, nel cinema esordisce come generico (Pietro Micca) e in seguito interpreta ruoli di carattere fino al 1960. L’ultimo film in cui compare è La dolce vita.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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