Il ratto delle Sabine
(Il professor Trombone)

[Totò e Carlo Campanini]

[Totò] [Totò e Mario Castellani]

[Totò e Carlo Campanini] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Regia : Mario Bonnard
Soggetto : Mario Amendola
Sceneggiatura : Mario Amendola, Mario Bonnard
Fotografia : Giuseppe La Torre
Scenografia : Mario Rappini
Musica : Cesara A. Bixio, Giulio Bonnard
Montaggio : Gino Talamo
Aiuto regia : Gino Talamo
Produzione : Capitani Film, Roma
Durata: 80 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( il cavalier Aristide Tromboni )
Carlo Campanini( il maestro Ernesto Molmenti )
Clelia Matània( Rosina )
Laura Gore( Paolina )
Olga Solbelli(donna Matilde)
Luisa Alleani( Ermenegilda Tromboni)
Mario Pisu( Alberto Randoni )
Claudio Ermelli( il suggeritore Germani)
Giuseppe Rinaldi( Emilio )
Aldo Silvani( Tancredi )
Lia Corelli( Mariannina )
Mario Castellani( il proprietario del teatro )
Fosca Spadaro( la figlia di Tancredi )
Giuseppe Spadaro( Turiddu il macchinista )
Aristide Garbini( Bartolomeo )
Ciro Berardi( il brigadiere )
Italo Pirani( il direttore della scuola )
Erminio Spalla( il carettiere )
Idolo Tancredi(il cugino di Rosina)

  

Soggetto

La compagnia del prof. Trombone gira per i teatri di provincia riuscendo a guadagnare appena di che sfamarsi. Un maestro di scuola offre dei soldi affinche' si rappresenti una sua opera in versi: " Il ratto delle Sabine". L'ennesimo fiasco si conclude con un parapiglia generale. Il film e' stato poi proposto col titolo di " Il professor Trombone "

Critica e curiosità

Il film fu girato nell'autunno del 1945 negli studi Capitani, gli stessi che qualche mese prima Rossellini aveva usato per gli interni di "Roma città aperta".E' la seconda volta dopo San Giovanni decollato che Totò porta al cinema una commedia resa celebre in teatro da Angelo Musco. L'originale della pellicola non esiste più, girato in fretta con scarsi mezzi e in un periodo particolarmente drammatico per la storia italiana fu poi rimontato e fatto uscire nel 1950 con il titolo de "Il professor Trombone". E' la prima volta che Totò e Mario Castellani lavorano insieme al cinema, in teatro erano partner già dal 1927 nelle riviste.Nei titoli di testa Mario Castellani viene erroneamente indicato con nome di Aldo Castellani.

Scriveva Ta [Vincenzo Talarico],L'Indipendente,Roma , 7 dicembre 1945 «Le clausole dell'armistizio non contemplano, purtroppo, ii divieto d'insistere ancora a "sfruttare" Totò per il cinematografo. È un comico che sarebbe giusto non sottrarre al clima del varietà, al fuoco della ribalta, al contatto diretto coi suo pubblico, alla comunicativa immediata dei suoi lazzi e dei suoi estemporanei cachinni. Pensare a un Totò attore nel senso completo della parola è una delle tante aberrazioni della corrente retorica teatral-cinematogratìca. E pensare, in ogni caso, a un Totò capace, con la semplice efficacia della sua maschera, di risollevare le sorti d'uno squallido, volgare, stupido, copione significa voler rendere un cattivo servizio al beniamino delle platee del Valle o del Quattro Fontane. A ogni modo questo Ratto delle Sabine ha indubbiamente diritto al brevetto del più insulso, aberrante film prodotto dalla "cinematografia" italiana postbellica. Una sequela di cretinerie, di sinistri luoghi comuni, per i quali sarebbe stato inutile sprecare non diciamo pellicola ma anche carta igienica. Con siffatta produzione si osa parlare di "rinascita", e i noleggiatori hanno lo stomaco e la responsabilità d'incoraggiare tentativi del genere; quando ci risulta che film improntati a serietà d'intenti artistici e morali incontrano difficoltà d'ogni sorta per avviarsi verso una fase di realizzazione, e da parte di personaggi sul cui conto e sulla cui attività non è detto che non si debba ritornare. In quanto a questo impresentabile Ratto, aggiungeremo che Quartetto pazzo e Cosimiro sono stati vendicati e la loro memoria largamente riabilitata. Ed è quanto dire».

E ancora Antonio Pietrangeli, Star, Il, 47, Roma, 15 dicembre 1945:
«Da anni ripetiamo - e sentiamo ripetere - che, dopo Petrolini, Totò è, tra tutti gli attori italiani, il vero attore, l'autentico attore-creatore. E si citano - a sostegno di questa tesi le più famose pantomime dell' "attore fantasista", alcune macchiette giustamente famose, alcune uscite piene d'estro, la espressività dei suoi gesti essenziali. Dopo aver visto al cinema i cinque o sei film da lui interpretati, e specialmente dopo questo Ratto delle Sabine, è lecito porsi una domanda. Un vero attore-creatore, un attore cosciente dei suoi mezzi e delle sue capacità espressive, si assoggetterebbe così facilmente ad essere coinvolto nei più squallidi e irresponsabili prodotti del cinema italiano?».


Carlo Campanini

Data nascita: 5 Ottobre 1906 (Bilancia), Torino (Italia)
Data morte: 20 Novembre 1984 (78 anni), Roma (Italia)
Iniziò la sua carriera artistica con ambizioni musicali: studiò corno, si esibì come cantante e passò poi al teatro dialettale, recitando un paio d'anni a Torino nella quotata compagnia piemontese di prosa di Mario Casaleggio, che aveva un repertorio sterminato di commedie, drammi, vaudeville. Andò subito in tournée a Buenos Aires, e vi rimase sei mesi.”Si cambiava spettacolo ogni sera - ricordava - e la sera il capocomico mi dava il copione da imparare per il giorno dopo. Prove dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, poi in scena… Fu una bella scuola”. Tornato in Italia, per mantenersi fu costretto a lavorare in una fabbrica di molle; trasse proprio dall'ambiente di lavoro l'ispirazione per la prima della sue numerose macchiette: grazie all'imitazione del suo compagno di tornio, che era balbuziente, nel 1928 venne assunto come tenore comico nella compagnia di rivista Achille Maresca. All'inizio degli anni '30 passò all'operetta, prima con la compagnia di Isa Bluette e Nuto Navarrini, poi in quella della soubrette bolognese Vivienne D'Arys, e allora, ricorda:”Tenni a battesimo un nuovo comico che faceva il ballerino a Riccione e imitava Stanlio. Era Carlo Dapporto. Io imparai a imitare Ollio, e la coppia ebbe uno straordinario successo”. Nel 1939 esordì nel cinema in Dora Nelson (1939), una commedia dei”telefoni bianchi ", che aveva come protagonista la bellissima attrice Assia Noris. In cinema Campanini, oltre alle divertenti commedie brillanti da lui interpretate negli anni '40 e '50 ( Ore 9 lezione di chimica, 1941; La donna è mobile, 1942; La vispa Teresa, 1943; Il ratto delle sabine, 1945; I due orfanelli, 1947; I pompieri di Viggiù, 1949; Al diavolo la celebrità, 1949; I cadetti di Guascogna, 1950; Era lei che voleva, 1953; Un turco napoletano, 1953; Non perdiamo la testa, 1959), si dimostrò anche un grande attore drammatico in Le miserie del signor Travet, del 1946, di Mario Soldati, e in Il bandito, sempre del 1946, di Alberto Lattuada. Nel 1950 ci fu l'importante incontro con Walter Chiari, del quale Campanini divenne la preziosa spalla in scenette oramai”storiche ": l'imitazione dei fratelli De Rege (indimenticabile la proverbiale battuta”Vieni avanti, cretino!”,) e il”Sarchiapone ", ambientato in un vagone ferroviario. Campanini asseriva d'avere in una scatola un sarchiapone, animale selvaggio e pericoloso. Chiari, con l'aria del”so tutto io ", tentava disperatamente di indovinare di che bestia mai poteva trattarsi. Si scopriva alla fine che era solo un trucco, adottato dal Campanini per spaventare i compagni di viaggio e restare da solo nel vagone: avrebbe viaggiato più comodo. Quello sketch, ripreso sempre puntualmente nel corso di decenni, alla fine s'era dilatato sino a diventare un atto unico. La coppia Chiari-Campanini ebbe un enorme successo anche in televisione; l'attore torinese si guadagnò attestati di stima dei critici e vibranti applausi del pubblico. Dotato di una comicità spontanea, Campanini aveva la rara capacità di studiare a fondo le persone con cui recitava, per prevederne le battute fuori copione o anche per stimolarle. Nella sua lunga carriera teatrale e cinematografica ha dato vita a macchiette e personaggi sempre rappresentati con fine senso umoristico e calore umano. Negli anni '70, quando ormai considerava giunto il momento della pensione, venne richiamato alla ribalta a Torino, in una compagnia stabile (al Teatro Carignano) di commedie un po' in lingua un po' in piemontese, scritte su misura per Macario da Amendola e Corbucci. Ma Macario aveva improvvisamente deciso di riaffrontare le tournée nazionali, accanto a Rita Pavone (in Due sul pianerottolo), la compagnia era rimasta senza primattore e Campanini, sino al 1980-81, continuò a far divertire il”suo”pubblico. Dopo una più che cinquantennale carriera in teatro, cinema e televisione (egli amava definirsi con modestia, un”ragioniere della risata "), nel 1981 si ritirò dalle scene, adducendo dignitosamente motivi d'età (“Faccio fatica a studiare i copioni”) e, soprattutto, di opportunità (“La realtà oggi non è gentile con noi. [ … ] Non posso far divertire il pubblico quando ci sarebbe da piangere”).


Clelia Matania

Data nascita: 18 Settembre 1918 (Vergine), Londra (Gran Bretagna)
Data morte: 13 Ottobre 1981 (63 anni), Roma (Italia)
Allieva della Reale Accademia d'Arte Drammatica di Londra, soggiornò a lungo in Gran Bretagna, quindi si trasferì in Italia, dove esordì in teatro e nel cinema, affermandosi come caratterista brillante e dotata. Il suo primo film è del 1938, Partire (Amleto Palermi), ma la sua attività cinematografica si intensificò soprattutto nel dopoguerra, con l'interpretazione di numerosissimi film, dei generi più diversi, sempre in parti di caratterista gustosa e simpatica, un poco esuberante e non sempre controllata da una regia rigorosa. Tra le sue caratterizzazioni più significative va ricordata quella della moglie dell'industriale ne La spiaggia (1954, Alberto Lattuada).


Laura Gore

Data nascita: 30 Settembre 1918 (Bilancia), Bussolano (Italia)
Data morte: 27 Marzo 1957 (38 anni), Roma (Italia)
Studentessa in ragioneria, vince nel 1940, al teatro Carlo Felice di Genova, l’ottavo concorso della canzone del dilettante indetto dall’EIAR di Torino. Già attrice di filodrammatica, vuole dedicarsi al teatro come professionista, recitando anche alla radio e nella rivista, dove si esibisce con grande misura e notevoli doti di simpatica comunicativa. Per due stagioni consecutive (1949-50 e 1950-51) fa parte della compagnia di Eduardo De Filippo. Nel cinema debutta nell’immediato dopoguerra e per un decennio interpreta un rilevante numero di pellicole, sempre in ruoli di contorno e da caratterista simpatica e spesso invadente. Sposata dal 1940 ad Agostino Golzi, fa anche del doppiaggio nella formazione dell’O.D.I.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Claudio Ermelli

Claudio Ermelli Data nascita: 24 Luglio 1892 (Leone), Torino (Italia) Data morte: 29 Ottobre 1964 (72 anni), Roma (Italia) Appassionato di teatro, si dedicò attivamente alla carriera di attore quando era ancora studente, recitando in piccole compagnie e nel teatro di rivista. Entrò a far parte del mondo del cinema poco dopo l'avvento del «sonoro», interpretando parti di caratterista in una lunga serie di film di vario genere ed argomento, alcuni dei quali anche di un certo valore artistico e di buon successo. Si impose all'attenzione del pubblico e della critica, oltre che per la qualità della recitazione, anche per il suo aspetto fisico, caratterizzato da una figura magra dinoccolata e da un volto dall'espressione quasi sempre malinconica, spesso in comico contrasto con il suo modo di esprimersi, misurato ma ricco di humour. Apparve in numerosi film anche nel dopoguerra; l'ultimo a cui prese parte e che risale al 1957, fu Addio alle armi, tratto dal romanzo omonimo di Ernest Hemingway, per la regia di Charles Vidor: i protagonisti furono Rock Hudson e Jennifer Jones, e, fra i maggiori attori italiani, vi apparvero, in ruoli secondari ma significativi, Vittorio De Sica e Alberto Sordi.


Mario Pisu

Data nascita: 21 Maggio 1910 (Gemelli), Montecchio Emilia (Italia)
Data morte: 17 Luglio 1976 (66 anni), Velletri (Italia)
Iniziò a comparire sullo schermo nel 1935 (Re burlone) e proseguì alternando l'attività teatrale, prevalente, con quella cinematografica. Fu tra l'altro in un paio di occasioni a fianco di Angelo Musco: ma in genere svolse un lavoro di oscura routine. Seppe infine valorizzarlo, nel 1963, Federico Fellini in Otto e mezzo e soprattutto, nel 1965, in Giulietta degli spiriti. Pisu aveva anche realizzato, nel 1953-54, due film in qualità di regista, ma si trattò di opere scarsamente rilevanti (La brigata della speranza, La grande avventura). Tra i film: Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani; Il vedovo allegro (1949) di Mario Mattoli; Io sono il Capataz (1950) di Giorgio Simonelli; Totò all'inferno (1955) di Camillo Mastrocinque; Primo amore (1958) di Mario Camerini; Mariti a congresso (1961) di Luigi Filippo D'Amico; Anni ruggenti (1962) di Luigi Zampa; I compagni (1963) di Mario Monicelli.


Giuseppe Rinaldi

Data nascita: 14 Settembre 1918 (Vergine), Roma (Italia)
Data morte: 15 Dicembre 2007 (89 anni), Roma (Italia)
Attore di bella presenza e prestanza fisica, piuttosto fotogenico, ideale per rappresentare il fidanzato di buona famiglia borghese, inizia una carriera abbastanza promettente che, alla fine della seconda guerra mondiale, si interrompe bruscamente senza un motivo preciso, forse perché il giovane attore, crescendo, non trova altro che ruoli banali in filmetti modesti. Attore di non eccezionali doti drammatiche, trova nel teatro qualche occasione migliore recitando accanto ad attori di valore come Tino Carraro, la Paolieri, la Pagnani e Ninchi, ottenendo anche una scrittura presso il Piccolo Teatro di Milano dove Strehler lo dirige ne La vedova scaltra (1953), spettacolo realizzato in occasione del XIV Festival Internazionale del Teatro e replicato in altre città. Svolge anche attività radiofonica e partecipa inoltre, poco convinto, all’atto unico di Goetz L’assassino (1955) diretto per la TV da Galassi Beria. Se teatro, cinema, televisione non offrono a Giuseppe Rinaldi grandi opportunità, il doppiaggio invece lo incorona fin dagli inizi un “piccolo re”, destinato con il tempo a diventare uno dei grandi del settore con una carriera tutta in ascesa, che lo conduce alla qualifica di direttore. Moltissimi attori stranieri, tutti di primo piano, parlano con la sua voce melodiosa capace di mille sfumature, da Paul Newman a Rock Hudson, da Van Johnson a James Dean, da Jack Lemmon a William Holden, da Peter Sellers ad Albert Finney, da Mario Lanza a Glenn Ford e Roger Moore; né mancano altri attori il più delle volte doppiati da altri, come Alec Guinness in Grandi speranze, Kirk Douglas in Sette giorni a maggio, Omar Sharif ne Il dottor Zivago, Robert Mitchum in El Dorado, Yul Brynner ne I magnifici sette, Burt Lancaster in Airport, Charles Bronson in C’era una volta il West, Montgomery Clift in Improvvisamente l’estate scorsa, Christopher Plummer in Tutti insieme appassionatamente, e perfino Marlon Brando ne La caccia. Ma Rinaldi dà voce anche a parecchi italiani, da Claudio Villa a Renato Salvatori in Belle ma povere e Marisa la civetta e altri ancora.Talvolta presta la sua voce anche ad alcuni attori stranieri trapiantati in Italia come Daniel Gélin, Jacques Sernas, Jean-Claude Pascal, Georges Marchal e Frank Latimore. Sposatosi nel 1943 con l’attrice Loredana, con la quale forma una “coppia modello” di belli e felici, se ne separa per unirsi con Marina Dolfin dalla quale ha due figli, Massimo e Antonella, attivi anche loro nel settore del doppiaggio.Passa poi a nuove nozze con la deliziosa Maria Pia Casilio dalla quale nasce Francesca, oggi attrice apparsa in Oggetti smarriti (1980), Il coraggio di parlare (1987) e in altre pellicole.


Aldo Silvani

Data nascita: 21 Gennaio 1891 (Acquario), Torino (Italia)
Data morte: 12 Novembre 1964 (73 anni), Milano (Italia)
Attore teatrale dal 1914 e successivamente direttore di compagnie, diventa presto un famoso caratterista grazie ai lineamenti particolarmente espressivi e drammatici. Gli anni '30 segnano il suo esordio cinematografico. Per il grande schermo interpreta ruoli minori, ma comunque di grande intensità drammatica, come in Anni difficili (1947) di Luigi Zampa, o nei due film di Fellini La strada (1954) e Le notti di Cabiria (1957), dove è rispettivamente il direttore di un circo equestre e un illusionista. La sua voce profonda e incisiva lo fa affermare inoltre come uno dei più apprezzati doppiatori italiani. Dagli anni '50 lavora in sceneggiati televisivi di successo, nei quali ha l'occasione di far conoscere a un vasto pubblico le sue notevoli doti drammatiche.


Olga Solbelli

Olga Solbelli Data nascita: 11 Maggio 1898 (Toro), Forlì (Italia)
Data morte: 8 Settembre 1976 (78 anni), Bologna (Italia)
Dopo un’intensa e significativa attività nel teatro di prosa, in cui riscosse notevole successo per le sue capacità di espressione e di sensibilità interpretativa, nel 1936 esordì nel cinema. Prima e dopo la guerra comparve in numerosi film piuttosto commerciali e di non grande interesse artistico, relegata in parti di secondo piano che non le permisero di far valere pienamente le sue capacità. Dotata di una bella e duttile voce, lavorò anche come doppiatrice.


Luisa Alleani


Lia Corelli

Data nascita: 16 Marzo 1922 (Pesci), Genova (Italia)
Data morte: 17 Dicembre 1987 (65 anni), Roma (Italia)
Figlia di Alberto, direttore di banca, e di Maria Antonietta Levreri, frequenta l’istituto tecnico superiore, una scuola di ballo, corsi di recitazione e, stabilitasi a Roma, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia. Nel cinema esordisce all’età di quindici anni, interpretando una piccola parte, ma è solo dal 1941, ottenuto il diploma del Centro, che interpreta regolarmente una dozzina e poco più di pellicole in ruoli di un certo rilievo, che non le danno però alcuna popolarità. Sposatasi con Ivo Perilli nel 1953, si ritira a vita privata. È la sorella di Nicoletta Parodi, un pochino più celebre.


Aristide Garbini

Roma (Italia)
Data morte: 3 Febbraio 1950, Roma (Italia)
Caratterista fra i meno noti del cinema italiano, ma di forte temperamento, si fa le ossa nel teatro dialettale della capitale recitando nella compagnia di Gastone Monaldo. Grosso, sanguigno, di tempra aggressiva, debutta nel cinema muto apparendo in film come La Gerusalemme liberata (1917), Myriam (1929) e La sperduta di Allah (1929) tutti diretti da Enrico Guazzoni, ma è soltanto con il sonoro che riesce a farsi apprezzare e ad avere una carriera un poco più continuativa, pur non divenendo mai popolare. Garbini disegna con molta arguzia personaggi corposi e istintivi come tavernieri, contadini, braccianti, operai, maggiordomi, vetturini, militari simili a orchi. Gustosissime le sue caratterizzazioni, a tale proposito, di Cesarone, maggiordomo compiacente di Taverna rossa (1940) o di Romolo, il popolano di Via delle cinque lune (1942). È una via di mezzo fra Checco Durante e Guglielmo Barnabò, ma non riesce a diventare un protagonista vero, e rimane spesso sacrificato in ruoli microscopici o figurazioni senza importanza, pur trovando sempre modo di apparire sugli schermi. È padre di tre figli, Amato, Ettore e Giorgio, che intraprendono con abilità il mestiere di truccatori nel cinema.


Ciro Berardi

Data nascita: 11 Maggio 1909 (Toro), Fano (Italia)
Data morte: 25 Novembre 1961 (52 anni), Fano (Italia)
Imponente caratterista attivo nel cinema italiano fin dagli anni Trenta, richiestissimo dai registi anche per brevi figurazioni e determinante laddove occorra impersonare tavernieri, operai, sgherri, popolani, militari, servitori e altro, cui l’attore aderisce con asciutta e, spesso, colorita partecipazione. Ha lavorato specialmente negli anni Quaranta e la prima metà dei Cinquanta con registi di vaglia come Genina, Bragaglia, Camerini, Mattòli, Bonnard, Freda, Zampa, Steno e Monicelli. Ma sempre e soltanto in ruoli secondari, talvolta terziari, ma sempre con misurato senso della professionalità. Una curiosità: Berardi ha impersonato con credibile caricatura una delle “donne abbandonate” nella parodia Il fanciullo del West realizzata da Giorgio Ferroni nel 1942, ambientata in un immaginario paese dell’Ovest americano, un ruolo sostenuto con divertita ironia.


Erminio Spalla

Data nascita: 7 Luglio 1897 (Cancro), Alessandria (Italia)
Data morte: 14 Agosto 1971 (74 anni), Roma (Italia)
Campione di pugilato, dotato di un volto espressivo e fotogenico, oltre che di un fisico aitante, non si sottrasse all’avventura del cinema, sempre in cerca di personaggi come lui, adatti a ruoli di eroi “buoni”, forti e leali, pronti ad intervenire in difesa di fanciulle insidiate e a combattere qualunque forma di malvagità. Dotato di una discreta voce di baritono, Spalla tentò anche la carriera di cantante, preferendole tuttavia quella cinematografica, alla quale diede inizio nel 1939 con il film Io, suo padre (Mario Bonnard). Richiesto da registi e produttori, comparve in numerosi film dei generi più diversi anche negli anni del dopoguerra, senza però ottenere mai ruoli importanti. Tuttavia, interpretò dignitosamente anche le parti di secondo piano che gli furono affidate, dando ottima prova di sé ogni volta che gliene fu offerta l’occasione. Da questo punto di vista, lo ricordiamo nel 1951 in Miracolo a Milano, quando, abilmente diretto da Vittorio De Sica, diede vita al personaggio del “barbone di periferia”; così pure, nel 1959, quando, ormai non più giovane, impersonò la malinconica figura di un anziano pugile divenuto allenatore, in un bel film di Heusch, Un uomo facile. Spalla apparve saltuariamente anche in TV.

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it


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