Totò terzo uomo

[Totò e Elli Parvo] [Totò e Franca Marzi]

[Totò ] [Totò e Aldo Giuffrè]

[Totò e Enzo Garinei] [Totò e Franca Marzi]

[Totò e Mario Castellani] [Totò]

Videoclip titoli di testa

Giornali d'epoca:
Confidenze del 28 ottobre 1951

Regia : Mario Mattoli
Soggetto : Mario Pelosi
Sceneggiatura : Metz,Marchesi,Age,Scarpelli,Pelosi
Fotografia : Tonino Delli Colli
Scenografia : Alberto Boccianti
Musica : Armando Fragna
Montaggio : Giuliana Attenti
Aiuto regia : Leo Catozzo
Direttore produzione : Isidoro Broggi
Produzione : Ponti-De Laurentis, Roma
Durata: 100 minuti

Interpreti e personaggi:
Totò ( Pietro Frittelli-Paolo-Totò )
Franca Marzi( Caterina )
Elli Parvo( la moglie di Paolo )
Carlo Campanini( Oreste )
Aroldo Tieri( Anacleto, il sarto )
Alberto Sorrentino( Giovannino )
Mario Castellani( Mario )
Fulvia Mammi( Anna )
Carlo Romano( il costruttore Cottofava )
Franco Pastorini( Giacometto )
Diana Dei( Clara )
Ada Dondini( la nonna di Giacometto )
Ughetto Bertucci( Ughetto )
Aleardo Ward( il messo comunale )
Gustavo Vecchi( il pretore Balestra)
Bruno Lanzarini( il maresciallo )
Enzo Garinei( il segretario comunale Cicognetti )
Bice Valori( la moglie di Piero )
Pina Gallina( la cameriera )
Aldo Giuffrè( l'avvocato )
Toto Mignone( Umberto )
Guglielmo Inglese(il cancelliere)

Altri interpreti :
Liana Billi, Gino Cavalieri

           

              

        

Soggetto

Piero è il sindaco del paese e suo fratello gemello,Paolo,è invece un libertino.Si deve costruire il nuovo carcere e i sindaco si rifiuta di pagare il terreno che è di proprietà del fratello. Il terzo gemello , Totò ,approfittando della situazione tenta una truffa e fingendosi Pietro simula di insidiare la moglie di Paolo.I due gemelli finiscono in tribunale ma alla fine interviene Totò che chiarisce la situazione.

Critica e curiosità

Il film nel titolo sembrerebbe una parodia de " Il terzo uomo " interpretato da Orson Welles e Alida Valli , ma in realtà il riferimento e' solo nel titolo e nella musiche , Nel film Totò canta " Gnornò, nun si 'na femmena " una sua poesia che per l'occasione ha musicato e cantato . Pare che durante la lavorazione del film a Formia Totò annota su un pacchetto di Turmac le parole di una canzone divenuta poi famosa in tutto il mondo :
" Malafemmena " .
Arturo Lanocita dal Corriere della sera scriveva : "[..] Pietro , Paolo e il terzo uomo sono sempre l'inesauribile Totò le cui trovate , la cui spassosa recitazione e la cui mimica riempiono il film conferendovi una continua comicità ".


Franca Marzi

Nome: Francesca Marsi
Data nascita: 18 Agosto 1926 (Leone), Roma (Italia)
Data morte: 6 Marzo 1989 (62 anni), Cinisello Balsamo (Italia)
Esordisce giovanissima nel teatro di rivista per passare subito dopo al cinema col film Amanti in fuga, del 1946. Tra il 1950 e il 1960 partecipa a numerosi film comici e sentimentali, cui perfettamente si addice la sua bellezza prosperosa. Fra le numerose pellicole a cui prende parte ricordiamo Fifa e arena (1948), Totò terzo uomo (1951), Tizio, Caio e Sempronio (1951), Il mostro dell'isola (1953), Fermi tutti arrivo io! (1953), Suor Maria (1955), Fortunella (1957), Racconti d'estate (1958) e Gastone (1960). Recita al fianco di grandi nomi dello schermo, come Totò, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi e Macario. Nel 1957 fornisce la sua più grande prova recitativa nel film Le notti di Cabiria (1957) di Federico Fellini, nei panni della prostituta Wanda, personaggio che ha saputo tracciare con grandissima umanità. Questo ruolo le fa valere un meritatissimo Nastro d'argento e la fa entrare a pieni meriti nella storia del cinema italiano.


Elli Parvo

Nome: Elvira Gobbo
Data nascita: 17 Ottobre 1915 (Bilancia), Milano (Italia)
Bella, bruna e formosa, Elli Parvo debutta diciannovenne nel cinema nel film Teresa Confalonieri (1934) di Guido Brignone. La sua avvenenza e il suo forte temperamento le assicurano numerosi ruoli di donna fatale e perversa, ideale per drammi passionali. Nel dopoguerra ottiene grande successo con il film Desiderio (1946) di Marcello Pagliero, nel quale interpreta una peccatrice senza scrupoli. Sempre nel 1946 impersona un altro ruolo negativo nel fortunatissimo Il sole sorge ancora, di Aldo Vergano, considerato la sua prova migliore. La figura della donna maledetta le si appiccica però addosso, il pubblico la vuole solo abbondantemente scollata, superba e procace. Ma così, con il passare degli anni e il deterioramento fisico, Elli Parvo deve rinunciare a ruoli da protagonista e accontentarsi di parti da comprimaria. Gia dalla metà degli anni '50 la sua carriera è in declino, unica partecipazione di rilievo è quella al fianco di Totò nel divertentissimo Totò terzo uomo (1951), di Mario Mattoli. Nel 1960, dopo aver interpretato una porticina in Madri pericolose, dà l'addio al cinema.


Carlo Campanini

Data nascita: 5 Ottobre 1906 (Bilancia), Torino (Italia)
Data morte: 20 Novembre 1984 (78 anni), Roma (Italia)
Iniziò la sua carriera artistica con ambizioni musicali: studiò corno, si esibì come cantante e passò poi al teatro dialettale, recitando un paio d'anni a Torino nella quotata compagnia piemontese di prosa di Mario Casaleggio, che aveva un repertorio sterminato di commedie, drammi, vaudeville. Andò subito in tournée a Buenos Aires, e vi rimase sei mesi.”Si cambiava spettacolo ogni sera - ricordava - e la sera il capocomico mi dava il copione da imparare per il giorno dopo. Prove dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, poi in scena… Fu una bella scuola”. Tornato in Italia, per mantenersi fu costretto a lavorare in una fabbrica di molle; trasse proprio dall'ambiente di lavoro l'ispirazione per la prima della sue numerose macchiette: grazie all'imitazione del suo compagno di tornio, che era balbuziente, nel 1928 venne assunto come tenore comico nella compagnia di rivista Achille Maresca. All'inizio degli anni '30 passò all'operetta, prima con la compagnia di Isa Bluette e Nuto Navarrini, poi in quella della soubrette bolognese Vivienne D'Arys, e allora, ricorda:”Tenni a battesimo un nuovo comico che faceva il ballerino a Riccione e imitava Stanlio. Era Carlo Dapporto. Io imparai a imitare Ollio, e la coppia ebbe uno straordinario successo”. Nel 1939 esordì nel cinema in Dora Nelson (1939), una commedia dei”telefoni bianchi ", che aveva come protagonista la bellissima attrice Assia Noris. In cinema Campanini, oltre alle divertenti commedie brillanti da lui interpretate negli anni '40 e '50 ( Ore 9 lezione di chimica, 1941; La donna è mobile, 1942; La vispa Teresa, 1943; Il ratto delle sabine, 1945; I due orfanelli, 1947; I pompieri di Viggiù, 1949; Al diavolo la celebrità, 1949; I cadetti di Guascogna, 1950; Era lei che voleva, 1953; Un turco napoletano, 1953; Non perdiamo la testa, 1959), si dimostrò anche un grande attore drammatico in Le miserie del signor Travet, del 1946, di Mario Soldati, e in Il bandito, sempre del 1946, di Alberto Lattuada. Nel 1950 ci fu l'importante incontro con Walter Chiari, del quale Campanini divenne la preziosa spalla in scenette oramai”storiche ": l'imitazione dei fratelli De Rege (indimenticabile la proverbiale battuta”Vieni avanti, cretino!”,) e il”Sarchiapone ", ambientato in un vagone ferroviario. Campanini asseriva d'avere in una scatola un sarchiapone, animale selvaggio e pericoloso. Chiari, con l'aria del”so tutto io ", tentava disperatamente di indovinare di che bestia mai poteva trattarsi. Si scopriva alla fine che era solo un trucco, adottato dal Campanini per spaventare i compagni di viaggio e restare da solo nel vagone: avrebbe viaggiato più comodo. Quello sketch, ripreso sempre puntualmente nel corso di decenni, alla fine s'era dilatato sino a diventare un atto unico. La coppia Chiari-Campanini ebbe un enorme successo anche in televisione; l'attore torinese si guadagnò attestati di stima dei critici e vibranti applausi del pubblico. Dotato di una comicità spontanea, Campanini aveva la rara capacità di studiare a fondo le persone con cui recitava, per prevederne le battute fuori copione o anche per stimolarle. Nella sua lunga carriera teatrale e cinematografica ha dato vita a macchiette e personaggi sempre rappresentati con fine senso umoristico e calore umano. Negli anni '70, quando ormai considerava giunto il momento della pensione, venne richiamato alla ribalta a Torino, in una compagnia stabile (al Teatro Carignano) di commedie un po' in lingua un po' in piemontese, scritte su misura per Macario da Amendola e Corbucci. Ma Macario aveva improvvisamente deciso di riaffrontare le tournée nazionali, accanto a Rita Pavone (in Due sul pianerottolo), la compagnia era rimasta senza primattore e Campanini, sino al 1980-81, continuò a far divertire il”suo”pubblico. Dopo una più che cinquantennale carriera in teatro, cinema e televisione (egli amava definirsi con modestia, un”ragioniere della risata "), nel 1981 si ritirò dalle scene, adducendo dignitosamente motivi d'età (“Faccio fatica a studiare i copioni”) e, soprattutto, di opportunità (“La realtà oggi non è gentile con noi. [ … ] Non posso far divertire il pubblico quando ci sarebbe da piangere”).


Aroldo Tieri

Data nascita: 28 Agosto 1917 (Vergine), Corigliano Calabro (Italia)
Data morte: 29 Dicembre 2006 (89 anni), Roma (Italia)
«Ha segnato la storia del cinema e del teatro italiano», scrive il Corriere della Sera, a grandi lettere, quando comunica il decesso del grande attore della Calabria che si ostinò a inseguire la sua passione di attore in un mondo allora segnato dai disordini fascisti e dal vivere claustrofobico di una dittatura tutt'altro che rosea. Interprete dotato di un'energia personalissima, tutta fisica e vocale, che esplose in maniera allucinante con la stessa forza di una lampadina alla quale si dà troppa corrente. Bruciante, sprigionò quel suo mezzo sorriso, misterioso tanto quanto quella della nostra Gioconda, in una carriera lunga settant'anni giocata fra il collasso definitivo del teatro e gli albori della televisione, affrontando un po' tutti i generi nell'insieme delle prospettive: le cupezze abissali e straordinariamente moderne delle opere che mise in scena con la compagnia di cui fu il fondatore, alle oblique e pastose commedie barocche con Totò, fino ai melodrammi familiari dei telefoni bianchi. La sua interpretazione più indelebile? Senza alcun dubbio a teatro. Figlio del giornalista, critico teatrale e commediografo Vincenzo Tieri (che fondò e diresse "Il Corriere del Teatro"), dopo essersi diplomato nel 1937 all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico, debuttò a teatro in "Francesca da Rimini", entrando poi nella compagnia del Teatro Eliseo di Roma, nella quale recitò Shakespeare, Puget, Testoni, Lodovici. Parallelamente cominciò anche la sua carriera nel cinema, esordendo nella commedia di Mario Mattoli Mille chilometri al minuto (1939), con Vivi Gioi, cui seguirà Manon Lescaut (1939) di Carmine Gallone. Nella Cinecittà fascista degli anni Quaranta, trovò una sua dimensione professionale in diverse commedie dei telefoni bianchi nel ruolo macchiettistico del fidanzato ossessionato dai tradimenti e dagli accesi scatti d'ira. Luigi Zampa, Goffredo Alessandrini, Mario Bonnard, Camillo Mastrocinque furono i suoi registi, ma fu presente principalmente nelle pellicole dirette da Carlo Ludovico Bragaglia come: Fuga a due voci (1942), Non sono superstizioso… ma! (1943), Il fidanzato di mia moglie (1943), Torna a Sorrento (1945) e Pronto chi parla? (1945). Con la caduta del fascismo, raggiunse il successo con le riviste di Garinei e Giovannini, insieme a Anna Magnani, Gino Cervi, Walter Chiari e Totò (di cui fu spalla anche sul grande schermo), ma recitò perfino nel teatro impegnato portando testi di Rattigan, Barry e Pirandello. A cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta, con l'avvento della televisione e la morte del teatro, si dedicò soprattutto al cinema, girando oltre cento film e diventando un'ottima spalla per attori come Totò con cui recitò in ben tredici film, ma diretto da diversi registi (Steno, Mario Monicelli, Mario Mattoli e Sergio Corbucci); alla radio (interpretando per esempio il radiodramma "Racconti romani" di Moravia) e alla stessa tv, recitando in sceneggiati ("La foresta pietrificata" e "Le avventure di Nicola Nickleby") e come conduttore ("Canzonissima, edizione 1960-61, con Lauretta Masiero). Tornato a teatro con gli anni Sessanta, forte di una carriera cinematografica di tutto rispetto (recitò per Mario Soldati, Mario Costa, Pietro Germi, Giorgio Bianchi e perfino nel film spagnolo Un angelo è sceso a Brooklyn, accanto a Peter Ustinov), formò con la moglie, l'attrice Giuliana Lojodice, la compagnia Tieri-Lojodice, pur continuando a prestarsi per piccoli ruoli nella celluloide. Verrà infatti diretto da Lucio Fulci in Colpo gobbo all'Italiana (1962) e Gli imbroglioni (1963), da Mario Girolami in La donna degli altri è sempre la più bella (1963) e persino da René Clement in Che gioia vivere (1961) con gli amici attori Paolo Stoppa, Ugo Tognazzi, Gino Cervi, Alain Delon, Rina Morelli, Gastone Moschin e Carlo Pisacane. Padrone di casa nel teatro italiano, in oltre trenta anni di attività, mise in scena un repertorio che ne sottolineò la poliedricità, oltre che l'instancabilità e l'intelligenza di interprete. Da Moliere a Shakespeare, da Shaw a Pirandello, tanto da meritarsi, nel 1984, il premio Armando Curcio per la rappresentazione de "Un marito" di Italo Svevo, quando ormai aveva smesso i panni di spalla di comici come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Raimondo Vianello e Walter Chiari. Si ritirò ufficialmente dal palcoscenico nel 1999 con "L'amante" di Margherite Duras e, preso in considerazione per il ruolo del Giudice nel Pinocchio (2001) di Roberto Benigni (ruolo che poi andò a Corrado Pani), morì fra le braccia della moglie a 89 anni la notte del 29 dicembre 2006, nella clinica San Valentino. Un attore vero, non c'è null'altro da dire… Esattamente come direbbe lui.


Alberto Sorrentino

Data nascita: 16 Febbraio 1916 (Acquario), La Spezia (Italia)
Data morte: 1 Febbraio 1994 (78 anni), Roma (Italia)
Di origini fiorentine per parte di padre, fu per un certo tempo corrispondente di un quotidiano toscano per le pagine di cronaca locale. Militare di marina durante la seconda guerra mondiale, al termine del conflitto debuttò ormai trentenne in una compagnia di rivista, dividendosi fra teatro di prosa e avanspettacolo. Dopo una prima apparizione nel cinema al fianco di Aldo Fabrizi, nel film L'ultima carrozzella di Mario Mattoli (1943), negli anni del dopoguerra comparve in numerosi film, per lo più di genere comico-leggero o ispirati alla rivista, in ruoli di secondo piano, spesso per partecipazioni brevissime, affermandosi tra i caratteristi italiani come attore adattissimo per parti di uomo povero e malvestito, sempre affamato; una figura a cui Sorrentino, con il suo fisico alto e allampanato, riusciva a conferire una straordinaria efficacia (talora anche a fini comici), sottolineata dall'espressione perennemente triste del volto dai tratti marcati, in cui spiccavano due enormi occhi scuri da cane bastonato e una bocca dagli angoli rivolti perennemente all'ingiù. Nel 1956-1957 tornò in teatro accanto a Macario, nella rivista E tu biondina, di Amendola e Maccari, interpretandovi il ruolo, per lui consueto, di un vagabondo; da allora ricomparve alternativamente nell'avanspettacolo e nel teatro di rivista, fino al 1975, anno in cui riscosse al teatro di Roma un notevole successo personale, recitando accanto a Valeria Moriconi ne L'abominevole donna delle nevi di R. Wilcock. La sua attività televisiva è stata marginale. Fu marito di Giuliana Carleschi.


Mario Castellani

Data nascita: 1906, Roma (Italia)
Data morte: 26 Aprile 1978, Roma (Italia)
Dopo avere esordito nel teatro di rivista, si affermò ben presto come abile caratterista, soprattutto al fianco di Totò. Dal 1948 in poi interpretò nel cinema una nutrita serie di film comici e leggeri, spesso con lo stesso Totò e altri attori comici. Abilissimo nel delineare macchiette di personaggi popolareschi e di genuina espressività, seppe conferire alla sua comicità una finezza ed un gusto sempre controllati e fini, senza mai scadere nella banalità.


Carlo Romano

Data nascita: 8 Maggio 1908 (Toro), Livorno (Italia)
Data morte: 16 Agosto 1975 (67 anni), Roma (Italia)
Spalla di lusso e ottimo caratterista, Carlo Romano esordisce a soli cinque anni sul palcoscenico del Teatro Minimo di Trieste, per ottener poi nel 1929 la prima vera scrittura con la compagnia Talli-Capodaglio. Durante la guerra si dedica alla rivista, per affermarsi poi nel campo del cinema, del doppiaggio e successivamente della televisione. Proprio per il piccolo schermo prende parte alcuni sceneggiati, conferendo tratti di istintiva simpatia ai personaggi da lui interpretati, come Kalubbe in Tutto da rifare pover'uomo (1960) o Wilkins Micawber in David Copperfield (1965). È stato certamente la più importante voce caratterista del nostro doppiaggio, quella comunque che ha dato vita a tutti i maggiori comici dello schermo, da Bob Hope a Red Skelton, da Fernandel a Jerry Lewis, da Louis de Funès a Groucho Marx. Talvolta anche splendidamente drammatico, Romano è stato anche Rod Steiger, Ernest Borgnine, James Cagney, Karl Malden e Eli Wallach. Inoltre fu l'inconfondibile voce di Alfred Hitchcock, del Grillo Parlante nell'edizione italiana del Pinocchio di Disney e dello sceriffo di Nottingham in Robin Hood. Prestò la sua voce anche al personaggio dei fumetti Nick Carter nella serie televisiva Gulp! I fumetti in Tv (1972) e alcuni episodi per la prima serie di Supergulp! (1976). La sua ultima interpretazione è stata quella nel film per la tv Le cinque stagioni (1976), di Gianni Amico. Tra i suoi film: La vita ricomincia (1945) di Mario Mattoli; Il segreto di Don Giovanni (1947) di Camillo Mastrocinque; Campane a martello (1949) di Luigi Zampa; Prima comunione (1950) di Alessandro Blasetti; Luci del varietà (1950) di Alberto Lattuada e Federico Fellini; Totò terzo uomo (1951) di Mattoli; Tormento del passato (1952) di Mario Bonnard; La spiaggia (1954) di Lattuada; Accadde al penitenziario (1955) di Giorgio Bianchi.


Franco Pastorino

Data nascita: 25 Dicembre 1933 (Capricorno), Milano (Italia)
Data morte: 13 Luglio 1959 (25 anni), Milano (Italia)
Da giovanissimo, mostrò una precoce inclinazione per il teatro di prosa, debuttando con la compagnia Ernesto Calindri – Olga Villi, passando poi, negli anni dal 1953 al 1956, a compagnie altrettanto famose (Cimara, Visconti, Squarzina, Gassman, Morelli, Stoppa). Esordì nel cinema nel 1951, ma senza sentirsene particolarmente attratto, benché, considerate le sue valide doti drammatiche, gli fossero state affidate parti di discreto rilievo da famosi registi. Rossellini gli assegnò addirittura il ruolo di protagonista in Napoli '43, un episodio di Amori di mezzo secolo, girato nel 1953; Mario Mattoli lo volle in Miseria e nobiltà (1954) a fianco di Sofia Loren, mentre Jean Renoir gli affidò il personaggio di un romantico giovane popolano in French cancan(1954). Pastorino morì a soli ventisei anni di peritonite.


Diana Dei

Nome: Agnese Mancinelli
Data nascita: 15 Marzo 1921 (Pesci), Orvieto (Italia)
Data morte: 10 Gennaio 1999 (77 anni), Roma (Italia)i
Diplomata in pianoforte al Conservatorio di S. Cecilia a Roma, durante una rivista teatrale conobbe Mario Riva, che in seguito sarebbe divenuto suo marito. Dal loro matrimonio nacque un figlio: Antonello, nato nel 1951. Dotata di grazia e arguzia, accanto a Riva l'avvenente Diana Dei prese parte a numerosi spettacoli di rivista, nei quali dimostrò di saper profondere le sue doti di simpatia e comunicativa tracciando una serie di figure sempre apprezzate da pubblico e critica. Fra i numerosi titoli del suo curriculum ricordiamo La granduchessa e i camerieri (1955-56), divertente commedia musicale con Wanda Osiris e la coppia Billi & Riva , e Gli italiani sono fatti così (1956-57). Mario Riva morì a Verona, per incidente durante le prove di una trasmissione televisiva, nel 1960, e Diana Dei si ritirò dalle scene. Dopo un lungo periodo di inattività tornò alla ribalta nel teatro di prosa: è stata una delle quattro regine (le altre erano Paola Borboni, Zora Velcova e Tina Lattanzi) in Lady Edoardo con Riccardo Reim, diretto da Aldo Trionfo (1978) e ancora con Paola Borboni la sorella giovane in Tre civette sul comò (1982), diretto da Fabio Battistini.


Ada Dondini

Nome: Itala Dondini
Data nascita: 18 Marzo 1883 (Pesci), Cosenza (Italia)
Data morte: 3 Gennaio 1958 (74 anni), Chieti (Italia)
Iniziò giovanissima la carriera teatrale, ottenendo ben presto il successo come attrice comico-dialettale di grande versatilità. Esordì nel cinema nel 1935 in Amo te sola, di Mario Mattoli; in seguito, interpretò numerosi film, specializzandosi in parti di caratterista dalla recitazione incisiva ed efficace, adatta ad incarnare personaggi che, pur avendo una notevole importanza ai fini dell'intera trama, apparivano però sullo schermo in poche ma significative scene. In ciò le venivano in aiuto l'aspetto fisico e il volto, non bello, ma molto espressivo e dominato da due imperiosi occhi neri. Da questo punto di vista, la sua migliore interpretazione rimane quella del personaggio della marchesa Maironi, fedele suddita dell'impero austro-ungarico e nonna inflessibile di Franco, il protagonista di Piccolo mondo antico. Nel film, diretto nel 1940 da Mario Soldati e tratto dal romanzo omonimo di Antonio Fogazzaro, la Dondini recitava al fianco di una giovane e bellissima Alida Valli, che interpretava il ruolo di Luisa, una fanciulla sposata da Franco Maironi (Massimo Serato) contro la volontà della tirannica ava. Nel dopoguerra Ada Dondini continuò a lavorare nel cinema, benché in film di non grande livello artistico e di genere comico-leggero, conservando per lo più i ruoli per lei consueti.


Ughetto Bertucci

Data nascita: 18 Ottobre 1907 (Bilancia), Roma (Italia)
Data morte: 25 Giugno 1966 (58 anni), Roma (Italia)
Fa realmente il venditore di frutta e verdura in un mercato situato in una famosa piazza romana ed è il proprietario di un camioncino in pessime condizioni, quando viene notato da Mattòli e scritturato per un ruolo aderente al suo fisico e alla sua attività di “fruttarolo” per La vita ricomincia (1945). Il tarlo dello spettacolo si insinua in lui che decide, pur gestendo sempre il suo banco al mercatino, di dedicarsi al cinema e, occasionalmente, all’avanspettacolo in teatrini romani. Di bassa statura, magrolino, con una faccia decisamente simpatica e con l’aria scanzonata, è interprete di una elevata quantità di film, per lo più leggeri, accanto ai comici del momento, soprattutto Totò, ma anche Macario, Billi e Riva, Walter Chiari. Non va mai fuori dal suo cliché, non diventa un eccelso caratterista, non ottiene mai ruoli consistenti, ma non si monta la testa e continua il suo mestiere con umiltà, rarefacendo le sue apparizioni verso la fine degli anni Cinquanta, per ritirarsi poi piano piano dal mondo dello spettacolo.


Aleardo Ward

Data nascita: 16 Febbraio 1915 (Acquario), Ventimiglia (Italia)
Data morte: 3 Dicembre 1971 (56 anni), Roma (Italia)
Di discendenza nordamericana, divide la sua attività artistica sulle scene di prosa e di rivista, apparendo in ruoli di supporto in compagnie importanti come quelle di Macario e di Nino Taranto e poco dopo in quelle più “serie” di Benassi, Zacconi, Donadio, la Borboni, Gandusio, Cervi, Cimara e la Merlini. Alla fine degli anni Trenta debutta nel cinema dove viene utilizzato soltanto come attore di carattere, spesso in ruoli insignificanti e secondari, e nel medesimo periodo recita anche alla radio e si dedica al doppiaggio. Qui conosce Maria Teresa Di Carlo, attrice di cabaret che, dopo il matrimonio, diventa nota come Maresa Ward e assumerà la direzione di una cooperativa di doppiaggio.I loro figli, Monica, Luca e Andrea, diventeranno doppiatori molto apprezzati. Fra i tanti attori stranieri doppiati da Luca Ward, sposatosi con l’attrice Claudia Razzi, sono da citare almeno Keanu Reeves in L’avvocato del diavolo, Samuel L.Jackson in Jackie Brown e Russell Crowe ne Il gladiatore. Attivo anche in televisione, Aleardo Ward appare negli sceneggiati Cime tempestose (1956) di Landi, I grandi camaleonti (1964) e Il conte di Montecristo (1966) diretti entrambi da Edmo Fenoglio ed infine I fratelli Karamazov (1969) di Bolchi. Quindi lo si ricorda negli originali Notte sull’Atlantico (1958) di D’Anza e La voce nel bicchiere (1959) di Majano, ed ancora nell’episodio Il testimone diretto nel 1963 da Tito Guerrini per la serie Vivere insieme; infine in Un Natale di Maigret (1965) di Landi per la serie Le inchieste del commissario Maigret e ne Il cappello nero (1967) di Piero Nelli per la serie Il triangolo rosso.


Enzo Garinei

Data nascita: 4 Maggio 1926 (Toro), Roma (Italia)
Ottimo e spontaneo caratterista teatrale e cinematografico, Enzo Garinei esordisce in rivistine di carnevale per studenti al Teatro Valle di Roma, come primo attore in uno spettacolo scritto dal fratello Pietro (che si unirà in seguito a Sandro Giovannini, creando così la coppia "principe" del teatro leggero italiano del secondo dopoguerra). Dagli anni '40 comincia a partecipare a numerose importantissime riviste e commedie musicali accanto a grandi nomi del palcoscenico, come Wanda Osiris, Gianni Agus, Renato Rascel, Delia Scala e Gino Bramieri. È molto attivo anche in televisione, nel cinema - ha interpretato una serie di divertentissime commedie alcune delle quali al fianco di Totò ( Totò le Mokò, 1949; Totò terzo uomo, 1951) - e nel doppiaggio. Dai primi anni '80 è il direttore artistico della scuola teatrale "Ribalte" di Roma.


Bice Valori

Data nascita: 13 Maggio 1927 (Toro), Roma (Italia)
Data morte: 17 Maggio 1980 (53 anni), Roma (Italia)
Iniziò giovanissima una carriera assai intensa, lavorando con pari fortuna alla radio e alla televisione, nel doppiaggio e nel cinema, nella rivista e nel teatro da camera. L'ironia salace e l'irridente simpatia la resero una delle presenze più colorite e apprezzate del piccolo schermo, dove spesso comparve accanto al marito Paolo panelli, dando vita con lui ad un affiatatissimo duo comico. Calandosi in efficaci caratterizzazioni, come la popolana esplosiva e petulante o la ragazza smaniosa di marito, si mosse attraverso tutti i generi dell'intrattenimento televisivo. Laureata in lettere, diplomata all'Accademia nazionale d'arte drammatica, negli anni '50 ha lavorato molto nel teatro di rivista ( Controcorrente, 1953; Senza rete, 1955). In radio ha lavorato spesso con la regia di Luciano Mondolfo e con la regia di quest'ultimo ha partecipato a uno straordinario spettacolo comico, Sei storie da ridere (1956), insieme a Monica Vitti, Gianrico Tedeschi e Alberto Bonucci. In televisione ha preso parte al varietà di Antonella Falqui Eva ed io (1961), interpretò il personaggio dell'odiosa direttrice del collegio nello sceneggiato musicale Il giornalino di Gian Burrasca (1964-65), prese parte al varietà musicale Biblioteca di Studio Uno (1964), sostenne il ruolo della regina nella commedia musicale La vedova allegra (1968) e presentò, a fianco di Alighiero Noschese, due edizioni del varietà Doppia coppia (1969-70); con Panelli fu la spigliata ed ironica intrattenitrice di importanti varietà, come Studio Uno (1965-66), Speciale per noi (1971) e Ma che sera (1978) con Raffaella Carrà e Alighiero Noschese. In teatro va ricordata la sa partecipazione a tre bellissime commedie musicali di Garinei e Giovannini: Rugantino (1962, 1968 e 1978), con Nino Manfredi, Aldo Fabrizi e Lea Massari; Aggiungi un posto a tavola (1974) con Johnny Dorelli, Daniela Goggi e Paolo Panelli; Accendiamo la lampada (1979) con Johnny Dorelli, Gloria Guida e Paolo Panelli, che fu il suo ultimo spettacolo. Si spense prematuramente all'età di cinquantatre anni a causa di un terribile cancro, lasciando un vuoto che non si colmerà mai...


Aldo Giuffré

Data nascita: 10 Aprile 1924 (Ariete), Napoli (Italia)
Data morte: 26 giugno 2010 , Roma (Italia)
Fino a che un'operazione alla gola non lo privò di una delle sue qualità migliori (la pastosa voce napoletana), Giuffré fu uno dei più sicuri valori in tv, alla quale si dedicò stabilmente negli anni Sessanta, dopo una lunga, ma splendida gavetta nella compagnia di Eduardo De Filippo (dove aveva debuttato assieme al fratello Carlo). Il grande mestiere gli permise di passare dalla commedia più disimpegnata (le avventure giallo-rosa di Laura Storm) alla tragedia classica (Macduff in “Macbeth”), dal dramma moderno (il regista di “La ragazza di campagna”) a quello in costume (don Pedro in “Mariana Pineda”, Corina in Antonello capobrigante). Ha partecipato anche a originali sceneggiati televisivi, tra cui La figlia del diavolo. A parte il ruolo d’esordio al cinema nel drammatico Assunta Spina (1948) di Mario Mattoli, è spesso caratterista comico (in un mondo ironico e scanzonato, in una dimensione da commedia che gli è più congeniale): è in Ieri, oggi, domani (1963) di Vittorio De Sica, prende parte alle commedie erotiche degli anni Settanta e fa parte del cast di Scugnizzi (1989) di Nanni Loy e de La Repubblica di San Gennaro (2003) di Massimo Costa.


Toto Mignone

Nome: Salvatore Mignone
, Alessandria (Italia)
Data morte: 1 Gennaio 2001, Roma (Italia)
Anche se oggi nessuno lo ricorda, ai tempi d'oro di Cinecittà fu giudicato uno dei più bravi attori di secondo ruolo italiani nelle commedie. Altissimo, baffuto, fronte spaziosa, Salvatore Mignone, da tutti soprannominato "Totò", è stato la spalla di grandissimi comici italiani, in particolar modo del grande omonimo artistico Totò De Curtis, con il quale ebbe il piacere di stringere una solida amicizia, oltre che di accompagnarlo per tutta la sua carriera, davanti e dietro l'obiettivo. Abbandonato dal padre, fratello dell'attrice e cantante Milly e della ballerina Mitì, grazie all'aiuto della prima, che faceva la cassiera al Teatro Fiandra, riuscì a debuttare a teatro come musicista in un trio d'avanspettacolo che lo vide sul palco con le sorelle. Una gavetta durissima, ma che lo portò con successo nei migliori teatri della sua regione (il Trianon di Torino fu uno di questi), fino a far entrare lui e le sorelle nella compagnia dei fratelli Schwarz con Isa Bluette, Camillo Pilotto, i De Filippo e Umberto Melnati nelle riviste "Wunderbar", "Al Cavallino bianco" e Broadway", specializzandosi anche come attore. Il debutto cinematografico avvenne invece grazie all'intervento dell'altra sorella, Mitì, che sposata al regista Mario Mattoli, introdurrà lui e Milly nella Cinecittà fascista e nel cinema dei "telefoni bianchi". Il suo esordio fu infatti nel film Cinque a zero (1932) di Mario Bonnard, con Franco Coop, Tina Lattanzi e la sorella maggiore, Milly. Successivamente fu una presenza fissa nelle pellicole del cognato: Voglio vivere così (1942), La donna è mobile (1942), Ho tanta voglia di cantare (1943) e L'ultima carrozzella (1943). Dopo essere stato diretto da Giorgio Simonelli in Soltanto un bacio (1942), recitò accanto ad Amedeo Nazzari, Paolo Stoppa e Carlo Romano che diventeranno i suoi migliori amici. Ma Mignone fu ricordato soprattutto per essere stato la spalla del re della risata Totò De Curtis. Con il grande attore napoletano recitò in: I due orfanelli (1947), Totò al Giro d'Italia (1948), I pompieri di Viggiù (1949), Totò terzo uomo (1951) e Un turco napoletano (1953), tutti diretti da Mattoli, e poi in 47 morto che parla (1950) di Carlo Ludovico Bragaglia. Ma non sarà solo attore; infatti diventò uno squisito produttore cinematografico, investendo soprattutto nelle pellicole dell'attore che per tanti anni ebbe come partner. E con il "re della risata", la ricchezza fu assicurata. Spalla anche di Renato Rascel (Adamo ed Eva, 1949), di Walter Chiari (I cadetti di Guascogna, 1950) e di Ugo Tognazzi (La paura fa novanta, 1951), fu una presenza assidua perfino nella cinematografia tedesca partecipando a pellicole come Il grande truffatore (1960) di Georg Marischka. La sua carriera continuò con Le monachine (1963) di Luciano Salce, Arriva Dorellik (1967) di Steno e Lo chiamavano Bulldozer (1978) di Michele Lupo. Fino a chiudersi in bellezza, diretto da Federico Fellini che fortemente lo volle nel 1986 per Ginger e Fred, con Mastroianni e la Masina.


Guglielmo Inglese

Appartenente ad una famiglia di origine pugliese, calca la scene sin dall’età di due anni, poi fa parte di varie compagnie di giro fra cui, importantissima, quella di Raffaele Viviani nel 1920. Abbandona il teatro per dedicarsi con impegno alla radio dove disegna con gustosa ironia alcune macchiette di tipico stampo meridionale, come il “cafone pugliese”, che lo conducono ad una certa popolarità. Inevitabile pertanto che il cinema si interessi a lui proponendogli in film commerciali la ripetitività delle macchiette radiofoniche, di simpatia contagiosa e di immediata comicità, anche se egli viene sempre relegato a ruoli di terzo piano, da caratterista bonario e semplicione, spesso in produzioni minori. Non raggiunge mai una grande popolarità ma, sin dal suo debutto nel cinema che è piuttosto tardivo, il pubblico lo riconosce subito. È molto attivo in teatro, e talvolta fa da spalla a Totò per alcune gustose gag da rivista come 50 milioni, c’è da impazzire! (1936). È anche autore di spassose riviste fra le quali Dal guanto al milione! (1937) e La cosa è andata così (1938).

*I testi delle biografie degli attori sono tratte da www.mymovies.it



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- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "

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