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- Principe Antonio de Curtis - in arte " Toto' "
15 Febbraio 1898 è nato Totò. Evviva Totò!!! 15 Aprile 1967 è morto Totò. Evviva Totò!!! C'è altro attore che potrebbe raccontarci meglio di Antonio Clemente? Fu registrato col nome della madre, che poi più tardi, nel 1921, sposerà il marchese Giuseppe de Curtis, che lo riconoscerà nel 1928. Il grande Totò, che un po’ parla la nostra lingua e un po’ no, che pensa in napoletano e vive in miseria, volgendo il suo sguardo obliquo a tutta la meraviglia umana, e non solo meraviglia, che lo circondava. Era talmente povero che la madre gli infilava per casa le sue gonne smesse, e molti lo chiamavano 'o femminiello. Da subito guardava le miserie del mondo, della povertà, e le pativa facendole rivivere attraverso la sua decantazione d'attore: fatta di sguardi affamati, occhi concupiscenti, racconti accentati dalle mani e virgolettati dal movimento della fronte. Si arruola a 19 anni, e nel 1919 è già in palcoscenico alla sala Napoli, e poi al Trianon. Nel 1922 lascia Napoli dopo un insuccesso e raggiunge Roma, dove debutta all'Ambra Jovinelli, esplodendo finalmente. Nel '26 calca i palcoscenici della rivista e dal 1933 al 1940, gira l'Italia con la sua compagnia che scioglie proprio a Roma, al Quattro Fontane, dove recita con Anna Magnani. Ecco l'attore necessario, quello senza il quale non avremmo capito la miseria, la ribellione, l'umanità e il riscatto della povera gente. Morto Totò, ci siamo inventati dei surrogati, a volte abbiamo cercato il suo mondo in altri mondi, limitrofi, affini, ma non quelli popolati dalla sua figura esile e marionettistica. C'è tutto un popolo sotterraneo che lo cerca ancora, ostinatamente, ma non lo trova, e lo reinventa dando ad ogni mariuolo, ad ogni sgobbato, ad ogni perdente, ad ogni nano o ad ogni sofferente un po’ della sua vitalità. Lo spettacolo è una messa laica in memoria di Totò: c'è chi ne parla, chi ne ripercorre le mimiche, i temi, i vezzi, le disarticolazioni, gli atti e le parole poetiche, le canzonette e i lazzi. C'è il fine dicitore che officia e che educa all'arte del nostro eroe, senza riuscirvi ma con forza dissacrante e comica. Totò non c'è più, ma è qui negli sguardi di chi lo commemora, di chi lo ricorda e di chi se lo sogna tutte le notti, in un atto d'amore perenne che è quello di divertire la gente.
Per l'occasione la figlia del grande artista, insieme con don Santino Spartà, il sacerdote siciliano che la conservava, ha donato la coroncina del Rosario appartenuta a Totò al Cardinale Sepe. Secondo quanto raccontato dalla signora Liliana le ultime parole del padre sarebbero proprio una conferma della grande fede e spiritualità che lo contraddistingueva.
«Portatemi a Napoli: sono cattolico, apostolico e napoletano». «In una città ed in una diocesi come Napoli - ha sottolineato l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe - che sempre prodotto artisti di fama internazionale e che anche oggi rappresenta una delle eccellenze della nostra città non si poteva non fare questo incontro. Anche loro che hanno risposto alla chiamata di mettere insieme le proprie energie per risollevare, cambiare e ridare vigore alla nostra realtà. Gli artisti sono una parte fondamentale della nostra comunità, Totò aveva una sua vita religiosa interiore, recitava il rosario, partecipava alla Messa, frequentava i sacramenti, era devoto di Padre Pio. E noi, quindi, non solo conserviamo la memoria del 'principe della risata' come uomo ed attore, ma anche la sua nobiltà ed l' insegnamento di carità nascosta che lo contraddistingueva e che esercitava nell'aiutare chi era in difficoltà, lasciando anche soldi sotto la porta dei bisognosi in maniera anonima. Per questo non potevamo, in questo Giubileo per gli artisti, non ispirarci a lui che simboleggia la parte bella di Napoli».
Anche se scossa per la morte della figlia, avvenuta qualche giorno fa, Liliana De Curtis non ha voluto mancare all' appuntamento giubilare. «Mio padre era un generoso e, prima di donare i soldi li passava nel tabacco perchè, secondo lui, era umiliante donarli così. Sono 15 anni che aspetto l'apertura del Museo (dove sarà collocata anche la coroncina, ndr) e spero che presto si parta anche perchè darà possibilità anche ai giovani con i diversi laboratori in programma».
NAPOLI - Le ceneri di Diana De Curtis, nipote di Totò, morta lo scorso 6 dicembre a Roma dopo una lunga malattia, saranno tumulate nella cappella del cimitero di Santa Maria del Pianto, a Napoli, dove riposa il celebre nonno. «Da circa un anno Diana era afflitta da un terribile male - ha detto Sergio Tilocca, marito della nipote del "principe della risata" - che abbiamo cercato di contrastare in tutti i modi ma che, alla fine, ha vinto». Alla tumulazione del resti di Diana De Curtis, che avverrà la prossima settimana, prenderà parte anche la madre Liliana De Curtis
Trailer integrale di "Totò - 'A Livella" from Bottega di Steli on Vimeo.
Con:
Claudio Di Somma
Helias Tramontano
Adattamento cinematografico di:
Elisa Iazzetta
Stefano Cortellessa
Tecnica del suono:
Pierluigi Scarivaglione
Segreteria di produzione:
Emanuela Cortellessa
Musiche: partecipazioni straordinarie
Dino Fumaretto/Elia Billoni
Ettore Giuradei
Brani presenti nel trailer:
"Ti ricordi il mio Dolore" di Dino Fumaretto/Elia Billoni
"Non ascolto nessuno" di Ettore Giuradei
NAPOLI — Un lungo elenco di eventi a partire da oggi venerdì 2 dicembre fino al 29 dicembre caratterizzano l'ultimo tratto del lungo e ricco Giubileo per Napoli indetto per il 2011 dal cardinale Sepe allo scopo di chiamare a raccolta tutte le forze sane per ridare orgoglio e speranza alla città. La chiusura solenne del Giubileo, ad un anno esatto dall'apertura, è prevista per il 16 dicembre a partire dalle 18 con una celebrazione in Cattedrale e successiva apertura della porta del Duomo alla città. Seguirà una processione fino in piazza del Plebiscito.
Lungo il percorso, sono previste sette soste a rappresentare le sette opere di misericordia. A seguire, alle 21, una grande festa di luci e suoni a cui il cardinale ha invitato tutti i napoletani: «Invito tutti a questa festa al di là della propria fede perchè la caratteristica principale del Giubileo è l'invito a sentirci corresponsabili nei confronti della comunità». La serata del 16 sarà arricchita da un video messaggio del Papa e da uno del presidente della Repubblica.
Altro evento importante è l'arrivo di uno splendido quadro, l'Adorazione dei Magi di Giorgio Vasari, per la prima volta a Napoli, la cui esposizione sarà inaugurata il 10 dicembre alle 11 al Museo diocesano dove rimarrà fino al 30 gennaio. Il quadro alto 2,70 metri è contenuto in una teca alta 5 e sarà sistemato sull'altare maggiore del museo di Donnaregina. Attualmente è in mostra a Roma, a Palazzo della Cancelleria, proviene dalla chiesa di Santa Croce di Bosco Marengo (Alessandria). Restaurata di recente, la pala è di proprietà del Fec. Proprio grazie alla collaborazione tra il Fec, la soprintendenza del Piemonte e la diocesi di Napoli con il cardinale Sepe, e al sostegno della Regione, anche i napoletani avranno per Natale uno splendido regalo. Per spostare la gigantesca opera sono necessarie notevoli misure di sicurezza, mentre al museo diocesano sarà osservata una particolare climatizzazione. Il quadro è del 1566 e fu commissionato al Vasari da papa Pio V.
E sempre il 10 dicembre alle 12 nella chiesa di San Ferdinando, nell'ambito del Giubileo degli artisti, sarà presentato un inedito documento su Totò con il quale si smentirà — ha spiegato il cardinale — la voce che fa dell'artista napoletano un non credente. Al presule sarà la figlia stessa del comico, Liliana (sarà presente al Giubileo), a consegnare un documento dal quale si evincerà la provata fede cristina di Totò. Ma il programma, come dicevamo, inizia già stamattina alle 11,30 in piazza dei Martiri con la celebrazione del Giubileo dei commercialisti mentre domani alle 10 all'Augusteo si terrà quello dedicato al volontariato. Si prosegue poi lunedì 5 con l'apertura di Porta Nolana, dedicata al commercio e ai mestieri; la Giornata del perdono che si celebrerà in piazza del Carmine il 14 dicembre in cui, ha spiegato Sepe, «rifletteremo sul ruolo della Chiesa, su cosa ha fatto e cosa può fare per la città».
Nel corso delle settimane che preludono alla chiusura del Giubileo, inoltre, saranno inaugurati alcuni dei progetti annunciati e realizzati nel corso dell'anno. Tra questi, l'avvio del call center della solidarietà il 13 dicembre la consegna della prima (Sant'Aniello a Caponapoli) delle dieci chiese del progetto ‘‘Chiese aperte''; l'avvio della cittadella dell'Artigianato a Casavatore il 15 dicembre alle 11; l'apertura del minimarket della solidarietà nella Casa di Tonia il 16 dicembre alle 11. «Tutto questo — ha affermato Sepe — non deve finire con la conclusione del Giubileo, ma deve continuare con lo stesso metodo e con lo stesso spirito». A fine anno, poi ci sarà per i poveri lo spettacolo offerto da Nino D'angelo al Bellini il 23 e il pranzo in Curia il 29. Infine l'asta di beneficenza, che slitta ai primi di gennaio per motivi organizzativi il cui ricavato sarà devoluto ai neonati dell'Annunziata.
Totò è stato il primo artista italiano a fare un film a colori, e il primo a farne uno in 3D: è lo Steve Jobs della comicità. Per questo fa ridere ancora gli adulti e i bambini di oggi. Lui è la perfetta medicina anticrisi: ed essendo totalmente privo di volgarità, non ha nemmeno effetti collaterali nocivi". E' un personaggio partenopeo doc come Alessandro Siani, a fare da testimonial - qui al Festival - per uno dei prodotti più interessanti di questa sesta edizione: la versione restaurata di Totò 3D - Il più comico spettacolo del mondo. Pellicola diretta da Mario Mattioli, e datata 1953 che rappresenta il primo esperimento nostrano di visione tridimensionale, attraverso una tecnica chiamata Podelvision. Quanto ai contenuti, è una parodia esplicita del kolossal di Cecil B. De Mille Il più grande spettacolo del mondo: il Principe della Risata interpreta il clown Tottons, e ad affiancarlo sul grande schermo ci sono Marc Lawrence, Maj Britt, Franca Faldini. Nel ruolo di spettatori, camei di divi dell'epoca come Peppino De Filippo, Silvana Mangano, Anthony Quinn e Aldo Fabrizi. A volere fortemente il restauro del film, ripescandolo dalla library della famiglia, è stato Aurelio De Laurentiis; a realizzarlo, i laboratori di Cinecittà Digital Factory.
E così, dopo un lungo e faticoso lavoro di recupero durato più di anno, arriva questa passerella festivaliera, in cui De Laurentiis è accompagnato da Liliana De Curtis, figlia di Totò, e da Alessandro Siani. Ed è proprio lui a dire, sul grande artista scomparso, le parole più belle: "Ricordo sempre - racconta - mio padre, che faceva l'operaio all'Alfa Romeo, e faceva turni di lavoro massacranti: quando tornavo a casa, la sera, sentivo le sue risate dalla cucina. Guardava in tv i film di Totò. Lui stordiva la povertà, cacciava via la tristezza, riconciliava con la vita".
Quanto all'importanza che il grande maestro ha avuto nella sua formazione, Alessandro spiega: "Quando questa mattina ho incontrato Liliana De Curtis, per me è stato come incontrare una sorella: noi comici siamo tutti figli di Totò. Anzi tutti noi italiani lo siamo: è nello stato di famiglia di ciascuno di noi. In gennaio, quando uscirà nelle sale Benvenuti al Nord (nato dal trionfo dello scorso anno di Benvenuti al Sud, ndr) vi accorgerete che in alcune cose c'è il sapore del Totò e Peppino che sbarcano a Milano in Totò, Peppino e la Malafemmena". Conclusione: "Si dice che la risata sia un dono di Dio: se è così, Totò non ha mai fatto peccato".
Dal canto suo, la De Curtis sottolinea l'aspetto pionieristico di suo padre, anche sul piano tecnologico: "Voleva che il cinema fosse al top front - rivela - per questo fu subito entusiasta di questo film così innovativo". Ma c'è un altro aspetto inportante, che lei enfatizza: "Dobbiamo ricordare che Totò ha unito l'Italia del Sud con quella del Nord: non ha mai parlato in dialetto (al di là della cadenza); e ha avuto sempre enorme successo in teatro, in città come Milano ". Un discorso, diciamo così, antileghista. In sintonia con le parole di De Laurentiis a proposito della destinazione finale della pellicola: "A maggio riunirò gli esercenti - spiega - e dirò loro: volete che il film vada come evento su Sky 3D, o lo volete nelle sale? Ma non voglio sentire da parte loro discorsi del tipo che è adatto solo a un pubblico napoletano, o che va fatto uscire solo nelle sale di Napoli. Il ministero dell'Istruzione dovrebbe farlo vedere agli studenti. Anzi, Totò dovrebbe proprio essere studiato a scuola: come tanto cinema italiano e internazionale".
Il restauro, curato da Cinecittà Digital Factory con la supervisione di Pasquale Cuzzupoli, è stato particolarmente complicato. "Era un materiale totalmente infiammabile e molto danneggiato. La tecnica del Podelvision, dalle iniziali dei cognomi di Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, fu brevettata per la ripresa tridimensionale facendo uso di più camere da presa contemporaneamente e successivamente per la stampa di due copie di pellicole identiche, una per l'occhio sinistro e una per l'occhio destro". La novità del Podelvision, una sorta di papà del 3D, non ebbe però successo, "anche per via di occhialini non perfetti come quelli di oggi. Non ci furono altri esempi cinematografici - ha proseguito De Laurentiis - ma sono convinto che oggi possa ancora piacere. Ne faccio un discorso commerciale e con un'ottica di redditività, un restauro del genere costa 200 mila euro". Che sia anche oggi il momento di rivedere al cinema Totò lo pensa anche l'attore Alessandro Siani, visto tra l'altro al cinema in Benvenuti al Sud.
"Mi ricordo mio padre operaio dell'Alfa Romeo, si distraeva da turni massacranti con Totò. La sua comicità era una cosa che stordiva la povertà, confondeva la tristezza e ti riconciliava con la vita. Totò era anticrisi, ieri come oggi, una medicina giusta e mai volgare. Come comico mi sento figlio di Totò e Liliana qui accanto a me l'ho abbracciata prima come una sorella. Totò è l'unico passato dal bianco e nero al colore e dal colore al 3D, è lo Steve Jobs della comicità. Se andate al Comune e chiedete lo stato di famiglia, anche a voi figurerà in fondo Totò, come a tutti gli italiani. In Benvenuti al Nord ce ne sarà un ricordo di quanto Totò e Peppino salivano a Milano. La risata è un dono di Dio e Totò non ha mai fatto peccato" ha concluso Siani, qui al Festival di Roma una sorta di testimonial del film. Liliana De Curtis ha raccontato come "quella che all'epoca sembrava una diavoleria, entusiasmava mio padre, che fu il primo a fare un film a colori e anche il primo a farlo in 3D. Quando qualcuno dice che è regionale, rispondo che Totò non parlava in dialetto, semmai aveva una cadenza napoletana, ha unito il Nord e il Sud, e a teatro debuttava apposta a Firenze, perché diceva: se va bene lì, va bene dappertutto".
Tra le più amate commedie del principe della risata, Totò 3D - Il più comico spettacolo del mondo è tornato a nuova vita grazie a un lungo e complesso lavoro di restauro fortemente voluto dal produttore Aurelio De Laurentiis e realizzato da Cinecittà Digital Factory con la supervisione di Pasquale Cuzzupoli. Il film è stato girato nel 1953 con un sistema per la ripresa tridimensionale, brevettato da Ponti e De Laurentiis e denominato il Podelvision (dalle iniziali dei loro cognomi), che prevedeva di fatto l'uso di due camere da presa: una per l'occhio sinistro e una per l'occhio destro. Dopo 58 anni, torna finalmente in sala Il più grande spettacolo del mondo di Mario Mattoli. È la storia del pagliaccio Tottons, la maggiore attrazione di un grande circo, e del terribile segreto che lo costringe a tenere nascosta la propria identità e quindi a non struccarsi mai.
3D Il più comico spettacolo del mondo
REGIA DI MARIO MATTOLI
Italia, 1953 - 70’
Cast: Totò, Marc Lawrence, Maj Britt,
Franca Faldini, Tania Weber,
Mario Castellani,
Alberto Sorrentino, Enzo Garinei, Salvo Ribassi,
Enrico Viarisio
PROIEZIONE
29 ottobre, 22:30 - Santa Cecilia euro 12,00
MERCOLEDÌ 19 OTTOBRE, ORE 15.30
FIGARO QUA, FIGARO LÀ
Regia di Carlo Ludovico Bragaglia
Con Totò, Isa Barzizza, Gianni Agus, Renato Rascel (Italia, 1950)
Martedì 18 ottobre ore 22,40:
Chi si ferma è perduto
(Italia, 1961, b/n, 103’)
regia di Sergio Corbucci
con Totò, Peppino De Filippo, Aroldo Tieri, Alberto Lionello, Lia Zoppelli
Malafemmena è uno spettacolo ideato, curato e condotto da Liliana De Curtis e prende spunto dal fortunato libro della figlia di Totò, dal titolo omonimo, pubblicato da Mondadori nel 2009.
La memoria del padre, in tutte le sue manifestazioni dell’Arte e dei rapporti affettivi, ne è la protagonista.
Il filo rosso che caratterizza la serata è quello di una piacevole performance di recitazione, cinema, musica e prevede, tra l’altro, da parte di Liliana De Curtis, una personale e suggestiva recitazione di alcune poesie scritte dal padre, tra cui la famosa ‘A livella.
Impreziosito dalla presenza e dalla partecipazione straordinaria di Gisella Sofio, notissima attrice scoperta da Totò, con il quale ha interpretato numerosi film, Malafemmena è un gradevole mélange di sequenze tratte da indimenticabili pellicole che hanno segnato la storia del cinema italiano, come (tanto per citare qualche titolo) San Giovanni decollato, Totò Peppino e la malafemmina, Totò a colori, Siamo uomini o caporali?.
Intervallata dall’ascolto delle canzoni scritte da Totò (Casa mia, Malafemmena, Nemica, Con te, L’ammore avess’a essere, Core analfabeta), interpretate da Claudio Carluccio, regista dello spettacolo, e da un pout pourri di canzoni interpretate dallo stesso Totò (Filome’, Miss mia cara miss , Carme’ Carme’ , Nun si ‘na femmina ), la dinamica e la piacevolezza della serata è visivamente animata da proiezioni di immagini, che si susseguono in una sorta di slide show e che danno valore aggiunto a questo viaggio nella memoria e sulla memoria del Grande Attore e della Grande Maschera.
Dopo la grande mostra Il Carnevale di Viareggio e il Cinema che ha reso omaggio ai carristi di Viareggio e al loro lavoro su temi legati ai grandi personaggi della storia del cinema e a tanti film-capolavoro, Viareggio EuropaCinema 2011 intende “aprire una finestra” sui grandi attori-maschera del cinema italiano e internazionale.
Non si poteva che iniziare rendendo omaggio alla maschera più celebre e più rappresentativa del cinema e del teatro italiano del dopo guerra: Totò.
Lo spettacolo Malafemmena ideato e curato da Liliana De Curtis, figlia del grande Totò, ci è parso il modo migliore per ricordare questo attore straordinario; legato come noto da rapporti di arte e di vita con la città di Viareggio, da lui tanto amata.
NAPOLI — La sua presenza in quella piazza ligure non era proprio gradita, specialmente alla nuova amministrazione comunale. E così il busto del principe della risata, Antonio De Curtis, Totò, è stato rimosso da una piazza di Alassio.
Sfrattato, messo da parte dalla giunta del Comune in provincia di Savona perché «il principe Antonio de Curtis non ha nessun legame con il nostro territorio». E non fa niente che Totò sia un'icona del sorriso conosciuta un po' in tutto il mondo. Il busto installato dalla precedente amministrazione nei giardini di piazza Stalla sarà rimpiazzato da un personaggio del luogo. «Meglio dedicare i giardini al conte Luigi Morteo, che lasciò in eredità un bel patrimonio agli alassini», ha detto il sindaco Roberto Avogadro.
L'opera, che ritrae l'attore così come appare nel film L'oro di Napoli, era stata inaugurata dalla figlia Liliana e dalla nipote Diana nel 2009. Marco Melgrati, l'ex primo cittadino: «Abbattere la statua del principe Antonio de Curtis — ha aggiunto — è fuori luogo e contro la decenza, al limite della pazzia».
Questi i film con Totò
lunedì 25 luglio ore 21,30 : Che cosa sono le nuvole
martedì 26 luglio ore 21,30 : Che cosa sono le nuvole
giovedì 28 luglio ore 21,30 : Che cosa sono le nuvole
giovedì 28 luglio ore 23,30 : Totò e Carolina
venerdì 29 luglio ore 21,30 : Che cosa sono le nuvole
sabato 30 luglio ore 21,30 : Che cosa sono le nuvole
«Adesso che siamo a Milano andiamo a vedere il famoso Colosseo». Questa app è un omaggio a Totò, la persona e l'artista che ha dato un'identità al carattere italiano nella sua grande umanità e nei suoi esilaranti difetti. Tutto Totò è un viaggio nel mondo del principe della risata attraverso le sue battute incomparabili, le sue innumerevoli gag e i suoi 97 film visti da 270 milioni di persone. Un'attività quella di Totò che abbraccia mezzo secolo di storia e di cultura italiana dal suo esordio nel 1937 all'ultimo film del 1967.
BATTUTE. Le oltre 1800 battute selezionate e titolate da un "totologo" e da lui raggruppate in 4 categorie (Totòate, Miseria e nobiltà, Maschi e femmine, Società e relazioni) toccano tutti i temi cari a Totò. Un vero e proprio manuale di filosofia e di vita. Un gran numero di battute sono accompagnate dallo spezzone del film (in streaming da YouTube) dove Totò le ha pronunciate. Dalla battuta si accede alla scheda del film dal quale è stata tratta. Le più esilaranti battute sono recitate da Enzo Carro un attore del repertorio classico napoletano.
CHIEDI A TOTÒ. Come l'oracolo di Delfi, Totò può dare una risposta ai tuoi interrogativi. Pensa a una cosa, "Tocca il cilindro" ed ecco che compare la risposta. Difficilmente sbaglia! Non dimenticare di ascoltarla.
FILM. I profili dei 97 film dal Morandini 2011 con i principali personaggi e interpreti, la recensione, l'incasso attualizzato, gli spettatori, la locandina, le migliori battute e tantissime clip video in streaming da YouTube. Non si era mai visto niente di simile!
CERCA. Attraverso molteplici opzioni è possibile ricercare un contesto semantico legato all'attività di Totò.
TOTÒ STORE. L'app è scaricabarile gratuitamente dallo store interno e un'anteprima offre una panoramica significativa dei suoi contenuti e funzionalità. Se desideri più contenuti, è disponibile con la modalità inApp Purchase un'ampia antologia dei materiali e infine, in Tutto Totò, i contenuti in tutta la loro interezza.
«A proposito di politica, non ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare? Tanto per…” Buon divertimento!
Scarica TuttoTotò su iTunes
Questi i film di Totò:
domenica 17 luglio Guardie e ladri
sabato 23 luglio La legge è legge
domenica 24 luglio Lo smemorato di Collegno
Venerdì 24 giugno, in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, il Forte di Gavi farà da cornice alla proiezione di Totò e Carolina (1953, 93’) di Mario Monicelli, interpretato dal grande Totò e con un soggetto che porta la firma di Ennio Flaiano. Uno dei film più censurati nella storia del cinema italiano, Totò e Carolina dimostra la piena maturità del suo regista e la grandissima sottigliezza recitativa del suo interprete che diventa veicolo per raccontare l’Italia del dopoguerra.
Domenica 19 giugno ore 19
Casa del cinema (Roma) sala Kodak
Totò nella luna
Domenica 19 giugno ore 23,15
Casa del cinema (Roma) sala De Luxe
La Terra vista dalla Luna, di Pier Paolo Pasolini (ep. di Le streghe)
Italia, 1966, 31'
“ Totò, - come dice Achille Bonito Oliva, - non è un qualunquista, un comico che dissacra tutto ciò che affronta. Totò si fa portatore di una storia dell’arte, di una sorta di stile nazional-popolare con capacità di distanziamento che la corporazione di critici d’arte italiani non riesce ad avere con un linguaggio dove in effetti egli riesce a dirci che l’arte contemporanea nella sua paradossalità non è solo un esercizio alto dell’artista che crea, ma anche un esercizio basso dell’uomo che vive”. “Andrea Petrone - come scrive Nico De Vincentis - realizza forse l’opera più geniale per esportarne l’immagine. Semplice, gli dà il volto dei più grandi personaggi della cultura, dello spettacolo e della politica internazionale. E così sarà davvero difficile, non aprire le porte del mondo a Totò-Leonardo Da Vinci, Totò-Mozart, Totò-Marylin Monroe, Totò-Naomi Campbell, Totò-Warhol.
L’interessante mostra di pittura e scultura resterà aperta dal 15 al 21 giugno 2011 al Museo Ignazio Cerio-Sale mostre Centro Cerio, P.tta Cerio 11, 80073 Capri (NA)
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La direzione artistica è di Claudio Carluccio, allievo e figlioccio di Roberto Murolo nonché cultore e ricercatore della canzone classica partenopea che eseguirà alcuni brani scritti da Totò tra cui “ Casa mia”, “ Miss mia cara miss”, “Carmè Carmè”, “ Malafemmena “ e altre. La serata, condotta dal giornalista Rino Amato, è interamente organizzata dall’Associazione Culturale “ Le Muse Arte “il cui presidente è la frizzante Miryam Peluso e dal Teatro Morelli, egregiamente rappresentato dal direttore Antonello Antonante.
Posto Unico
€ 15,00
«Adesso che siamo a Milano andiamo a vedere il famoso Colosseo». Questa app è un omaggio a Totò, la persona e l'artista che ha dato un'identità al carattere italiano nella sua grande umanità e nei suoi esilaranti difetti. Tutto Totò è un viaggio nel mondo del principe della risata attraverso le sue battute incomparabili, le sue innumerevoli gag e i suoi 97 film visti da 270 milioni di persone. Un'attività quella di Totò che abbraccia mezzo secolo di storia e di cultura italiana dal suo esordio nel 1937 all'ultimo film del 1967.
BATTUTE. Le oltre 1800 battute selezionate e titolate da un "totologo" e da lui raggruppate in 4 categorie (Totòate, Miseria e nobiltà, Maschi e femmine, Società e relazioni) toccano tutti i temi cari a Totò. Un vero e proprio manuale di filosofia e di vita. Un gran numero di battute sono accompagnate dallo spezzone del film (in streaming da YouTube) dove Totò le ha pronunciate. Dalla battuta si accede alla scheda del film dal quale è stata tratta. Le più esilaranti battute sono recitate da Enzo Carro un attore del repertorio classico napoletano.
CHIEDI A TOTÒ. Come l'oracolo di Delfi, Totò può dare una risposta ai tuoi interrogativi. Pensa a una cosa, "Tocca il cilindro" ed ecco che compare la risposta. Difficilmente sbaglia! Non dimenticare di ascoltarla.
FILM. I profili dei 97 film dal Morandini 2011 con i principali personaggi e interpreti, la recensione, l'incasso attualizzato, gli spettatori, la locandina, le migliori battute e tantissime clip video in streaming da YouTube. Non si era mai visto niente di simile!
CERCA. Attraverso molteplici opzioni è possibile ricercare un contesto semantico legato all'attività di Totò.
TOTÒ STORE. L'app è scaricabarile gratuitamente dallo store interno e un'anteprima offre una panoramica significativa dei suoi contenuti e funzionalità. Se desideri più contenuti, è disponibile con la modalità inApp Purchase un'ampia antologia dei materiali e infine, in Tutto Totò, i contenuti in tutta la loro interezza.
«A proposito di politica, non ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare? Tanto per…” Buon divertimento!
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.....Un progetto musicale orginale, sorprendente ed unico ... un divertissement intelligente, un omaggio in punta di humour alle canzoni legate ai film, o anche alla penna, del grande Totò...
….Il jazz come l’aria dell’opera lirica, sublimazione del recitativo che qui è rappresentato dai testi sonori cari al grande attore napoletano…
Maurizio Franco.
"Totò Jazz" Giuseppe Bassi: Double bass, Enzo Lanzo: Drums, Guido Di Leone: Guitar e Memorie df'Italy con Paola Arnesano
Quartetto composto da musicisti rappresentativi del territorio nazionale, ognuno impegnato in propri progetti musicali, LA BANDA DEGLI ONESTI si forma proprio attorno all'amore per la "mosica" di Totò. Alla Base dell’idea di questo lavoro vi è una precisa scelta stilistica che in modo elegante ridisegna celeberrimi motivi tratti dalle pellicole del grande comico napoletano, che hanno fatto la storia del cinema e della musica popolare. Rivisitati in chiave jazz, brani come Totò lascia o raddoppia, Miss mia cara miss, La cammesella, Carmè, Core analfabeta, e ovviamente Malafemmena, assumono una fresca connotazione pur senza tradire la natura macchiettistica e scanzonata o accorata degli originali, che rimangono riconoscibilissimi nella loro struttura melodica. E non soltanto Totò, ma anche Lelio Luttazzi, Armando Trovaioli, Carlo Alberto Rossi, Alessandro Cicognini che composero musica stupenda per il Principe! In un piacevole “west coast style”, LA BANDA DEGLI ONESTI rende con questo disco più che un omaggio alle composizioni di Totò, consegnando al repertorio jazz quell'umanità e napoletaneità di cui questa musica è intrisa.
Costo dei biglietti: euro 15,00 (primo settore), euro 10,00 (secondo settore)
Prevendita: Progetto Vallisa, via Vallisa 24, Bari 08085216276
Gioco del jazz tel 3389031130
Antonio Biondini, di cui l’Associazione Amici dell’Arte propone la mostra : “Omaggio a Totò” nei locali della Villa Casati, prestigiosa sede comunale della Città di Cologno Monzese, è un artista che viene da lontano. Ha, difatti, cominciato giovanissimo a disegnare e a dipingere, educando la sua inclinazione artistica alla scuola di maestri e critici amici, i cui consigli gli sono stati utili per sperimentare ed acquisire personali tecniche pittoriche. E, a distanza di ormai molti anni dai suoi esordi, continua a sperimentare e ad affrontare nuovi soggetti: dai paesaggi alle nature morte, alla copia dei classici fino alla attuale celebrazione di un eroe nazional popolare qual è Totò. Il suo stile pittorico, che utilizza colori ad olio, acrilici e tecnica mista, è essenzialmente naïf: una pittura mai rigidamente definita, che costituisce la sua caratteristica artistica peculiare. In questa mostra, però, dobbiamo anche evidenziare un certo aspetto pop del nostro artista, proprio per il soggeto trattato. Totò, questo attore grande e popolare, ormai scomparso da tempo, è ancora capace di dare emozioni, sia a chi lo ha conosciuto nei suoi film quando era in vita, sia a chi lo scopre adesso, poiché riesce a risvegliare ricordi di gioventù e sorrisi, spesso agrodolci, in tutti. E’ stato un attore che non si è mai risparmiato e che ha dato tanto di sé. Di lui ci restano le tante icone che Biondini cerca di restituirci attraverso la creazione artistica, per permetterci di godere dei suoi personaggi e delle sue gag. In questo è popolare, nazional-popolare. Antonio Biondini, ce lo serve in circa centocinquanta opere, tante, che fanno riferimento ai tanti personaggi interpretati da Totò: in questo noi possiamo riconoscere l’ascrivibilità del pittore Biondini alla Pop Art, intesa come arte prodotta in serie e in multipli. Con un aspetto, però, completamente proprio del nostro artista: se i più famosi pittori americani della pop art rappresentavano scatolette, lattine ed tanti personaggi noti, Antonio Biondini, nel far riferimento al nostro popolare attore, ne ricrea, restituendocele, le tante immagini che fanno già parte del nostro background e che ci facilitano una certa complicità nell’apprezzare la sua opera.
I soliti ignoti martedì 29 marzo ore 21,00 Sala "Gullo"
I film scelti sono:
Giovedi 24 marzo Guardie e ladri (1950) di Steno e Monicelli, con Totò, Aldo Fabrizi, Rossana Podestà, Ave Ninchi. Questa proiezione sarà introdotta da Giampiero Frasca, critico cinematografico e docente di Storia del Cinema presso l'Università di Torino
Giovedì 31 marzo I tartassati (1959) di Steno, con Totò, Aldo Fabrizi, Louis De Funès
Giovedì 7 aprile Signori si nasce (1960) di Mario Mattoli, con Totò, Peppino De Filippo, Delia Scala
Giovedì 14 aprile I due marescialli (1961) di Sergio Corbucci, con Totò, Vittorio De Sica, Gianni Agus
E’ un varietà su Totò, dagli inizi della sua carriera fino agli anni ’50 e ’60, a partire dalle sue inesauribili battute che spaziano dal genere demenziale (ben prima dei nuovi comici degli anni ’90) alla considerazione filosofica, al gioco e storpiatura delle parole, dando vita ad un esilarante dialogo “demenzial-futurista” che apre lo spettacolo: “…Artisti si nasce, non si diventa! Ed io lo nacqui, modestamente!” , “…non siamo mai soli, abbiamo sempre qualche appendicite!” “…anche se civile la morte sempre morte è!”. Passando, poi, attraverso le sue canzoni quali “MISS MIA CARA MISS” , “IVONNE LA NUIT”, “NEMICA” e “IL BEL CICCILLO” (non trascurando il Totò paroliere).
Ieri sera è stato proiettato “Guardie e ladri” con Totò, Rossana Podestà, Aldo Fabrizi, Ave Ninchi e Carlo Delle Piane. Totò è un ladruncolo napoletano che una bonaria guardia romana (Fabrizi) deve catturare, pena la perdita del posto. Dopo inseguimenti vari, i due fanno amicizia, scoprendo di avere molti problemi in comune. Uno dei rari film di Totò che fu elogiato quasi all’unanimità dalla critica dell’epoca (Nastro d’argento a Totò e a Cannes premio alla sceneggiatura di Brancati, Fabrizi, Flaiano, Maccari, Steno e Piero Tellini) anche perché s’innestava nel filone neorealistico. “Ho favorito il passaggio di Totò al neorealismo, limitando le sue caratteristiche di comicità surreale che lo aveva caratterizzato in precedenza. Sarà poi Pasolini a orientarlo più sul misterioso o sul magico, forse lo ha capito meglio di me”, affermò Monicelli, che per questo film ebbe noie con la censura.
Venerdì 25 febbraio 2011
Sabato 26 febbraio 2011
"Porto dentro di me un'immagine di Totò, sia nel lavoro che nel quotidiano, come fosse una presenza familiare, che spesso sa consigliarmi con una battuta, con una smorfia. Questo forse perché come attore non l'ho mai visto in conflitto con i personaggi che ha interpretato, forte di un volto e di un corpo portati con grande disinvoltura, comunicativi. Lo spettacolo nasce da una doppia suggestione, la tecnica istintiva del comico e le parole dell'uomo che governa o fa a botte con quel comico. Un profilo fragile, in bilico tra i ritmi artificiosi e surreali di Totò e le riflessioni semplici di Antonio De Curtis sulla vita, sulle donne, sul suo desiderio di calma e solitudine, sulla difficile condizione dell'essere comico. Ho scritto esplorando e lasciando vivere queste due anime così diverse, che in scena si provocano, tra scaramantici riti popolareschi e quotidiane considerazioni, tra rappresentazione e necessità di sottrarsi ad essa. Poco per volta i due universi si contaminano, si alimentano, si fondono fino agli ultimi pensieri del Principe che, immerso nella cecità, a Fellini appare come "... un dolcissimo fantasma ... un esserino incorporeo ...".
Questi i film di Totò:
giovedì 3 febbraio
venerdì 4 febbraio
venerdì 11 marzo
giovedì 31 marzo
Canzoni, poesie e scenette del grande artista, con la Compagnia Belle Epoque
ANDREA PETRONE
PATROCINIO DEL COMUNE DI NAPOLI - ASSESSORATO ALLA CULTURA
Altro evento collaterale sarà Lo schermo triestino 4, in collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione, che quest’anno ha come protagonista il rinomato critico Callisto Cosulich il cui personale senso del cinema è racchiuso nelle quattro pellicole da lui scelte: Il ventaglio di Lady Windermere (Ernst Lubistch, 1925), Totò e i re di Roma (di Steno e Mario Monicelli, 1952), Viaggio senza fine (John Ford, 1940), Sotto i ponti (Helmut Käutner, 1945).
Totò e i re di Roma
In programma dal 22 gennaio al 4 febbraio 2011, con il patrocinio del Comune di Napoli e dell'assessorato alla cultura, e con il contributo dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, la mostra sarà inaugurata dall'assessore alla Cultura del Comune di Napoli Dott. Nicola Oddati e dal Presidente dell'Asia di Benevento, Dott. Lucio Lonardo.
ANDREA PETRONE
PATROCINIO DEL COMUNE DI NAPOLI - ASSESSORATO ALLA CULTURA
"Porto dentro di me un'immagine di Totò, sia nel lavoro che nel quotidiano, come fosse una presenza familiare, che spesso sa consigliarmi con una battuta, con una smorfia. Questo forse perché come attore non l'ho mai visto in conflitto con i personaggi che ha interpretato, forte di un volto e di un corpo portati con grande disinvoltura, comunicativi. Lo spettacolo nasce da una doppia suggestione, la tecnica istintiva del comico e le parole dell'uomo che governa o fa a botte con quel comico. Un profilo fragile, in bilico tra i ritmi artificiosi e surreali di Totò e le riflessioni semplici di Antonio De Curtis sulla vita, sulle donne, sul suo desiderio di calma e solitudine, sulla difficile condizione dell'essere comico. Ho scritto esplorando e lasciando vivere queste due anime così diverse, che in scena si provocano, tra scaramantici riti popolareschi e quotidiane considerazioni, tra rappresentazione e necessità di sottrarsi ad essa. Poco per volta i due universi si contaminano, si alimentano, si fondono fino agli ultimi pensieri del Principe che, immerso nella cecità, a Fellini appare come "... un dolcissimo fantasma ... un esserino incorporeo ...".
per info
"Io e Totò ... noio!", felice seguito di "Totò, la passione di una vita" racconta con amore, nostalgia e minuziosa attenzione del Totò poeta, musicista e attore. Racconta dell'uomo e del mito fornendo una mappa completa dell'universo De Curtis: una mappa dove si incrociano i ricordi, affidati alla voce o scritti, della figlia Liliana e della compagna di vita (e spesso di set) Franca Faldini, e di chi più gli è stato vicino, come l'attore Mario Castellani.
Roberto Ghirardi, autore, in questo libro ha messo tutto di sé e del suo rapporto con Totò: l'amore incondizionato del fan e l'istinto da segugio del collezionista; la professionalità del giornalista e la competenza del cultore dell' arte, delle arti. E poi la sensibilità dell'uomo: quello sguardo mai altrove e sempre nel cuore delle cose, e delle persone, che gli è proprio. Quello sguardo che lo ha fatto entusiasmare del Totò di tutti e poi arrivare più giù, nel profondo, all' Antonio De Curtis dietro la maschera, dove si mescolano umiltà e dolore, solitudine e generosità, disincanto e semplicità, miseria e nobiltà. Emozioni. E vita.
Martedì 11 gennaio
Mercoledì 12 gennaio
Venerdì 14 gennaio
Sabato 1 gennaio ore 16,00
Giovedì 6 gennaio ore 17,45
Il tutto all’insegna di un gemellaggio Napoli-Venezia, che fa dell’alternanza tra le due lingue il filo conduttore dello spettacolo. Senza scadere, quindi, nell’imitazione del grande e “unico” comico Totò, si rivive il clima dell’Avanspettacolo e della Rivista dove la partecipazione e il coinvolgimento del pubblico fa parte del gioco. Infatti il duo Esposito-Zuccon, che dal 1996 hanno costituito l'Associazione Taciturno Edison, anagramma di Antonio De Curtis in arte Totò, è legato al grande comico da un imperativo categorico che ha subliminato l’arte del grande autore e attore napoletano: far ridere il pubblico e considerare i copioni una semplice traccia su cui tessere un puzzle di “bazzecole, quisquiglie e pinzillacchere”.
www.cafesconcerto.com
"Chiaia Magazine - gennaio/febbraio 2011"
www.chiaiamagazine.it
"Le canzoni di Totò: canzoni, poesia,immagini"
Voce di tenore e recitante: Maestro Gennaro Sica
Pianoforte ed elaborazioni musicali : Maestro Marco Vavolo
Signori si nasce : e lui , modestamente , non nacque. Nacque a Napoli nel rione Sanità , quello più povero .Totò , poi da quel nome piccolo piccolo, fece in tempo a diventare Antonio De Curtis Gagliardi Griffo Focas Cumneno Porfirogenito di Bisanzio , altezza imperiale , principe di Costantinopoli , conte di Cipro e di Epiro, e chissà che cosa altro. Ma soprattutto riuscì a diventare il più grande genio comico della storia dello spettacolo in Italia – almeno quello del Novecento.Una macchina ineusaribile di battute , invenzioni linguistiche , teatrali ,cinematografiche . Burattino e seduttore , musicista e poeta , trascinatore inarrestabile e anche principe della malinconia. Gli spettatori potranno scoprire lati inediti del pianeta Totò. Le sue canzoni per esempio . O le sue poesie . O alcuni frammenti del suo inesauribile patrimonio di film , di gags , di scenette . Lo spettacolo diventa così anche un viaggio dentro l’ anima di un artista che è stato musicista , poeta , attore e che ha saputo dare forma alla comicità , ma anche alle esitazioni , allo sgomento , al pensiero della caducità .
Sabato 5 marzo ore 21.00
Domenica 6 marzo ore 17.00
info Teatro Le Laudi
"Il cinema sulla disoccupazione. Con ironia, al Dragoncello"
Sarzana (La Spezia). Per tutto il mese di marzo, ogni giovedì, il Dragoncello di Sarzana proporrà film che affrontano il tema della disoccupazione.
Si comincia giovedì 3 marzo con "Totò truffa", si prosegue il 10 con "Full Monty", il 17 con "Grazie signora Tatcher", il 24 con "L'erba di Grace" e il 31 con "Alla ricerca della felicità".
L'appuntamento è tutti i giovedì sera alle 21 in Via Mascardi 47.
"In Lussemburgo si riscopre il genio della commedia italiana"
Si è aperto ieri il ciclo di proiezioni dedicate a Mario Monicelli ed organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura in Lussemburgo
03/03/2011
LUSSEMBURGO – Si è aperto ieri il ciclo di proiezioni dedicate a Mario Monicelli ed organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura in Lussemburgo.
Per riscoprire il genio della commedia italiana del Novecento, ogni martedì del mese di marzo si potrà riassaporare la sua comicità travolgente, con l’aiuto di analisi ed approfondimenti critici che saranno forniti di volta in volta a chi si iscriverà alla rassegna cinematografica.
Il seminario si concluderà con una conferenza, prevista il 12 aprile nella Biblioteca dell’Istituto Italiano di Cultura, in compagnia dell’esperto di Cinematografia dell’Università di Siena Simone Starace. I film previsti per la rassegna sono: “Guardie e ladri” (1951), “I soliti ignoti” (1958), “Casanova 70” (1965), “L’armata Brancaleone” (1966) e il più recente “Cari fottutissimi amici” (1994). Tutti i film e le antologie critiche saranno presentati in lingua italiana.
Il martedì successivo, 8 marzo, alla stessa ora, sarà la volta de “I soliti ignoti” nel cui cast compare ancora una volta Totò, stavolta assieme a Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Carla Gravina e Claudia Cardinale. Gassman è Peppe, un pugile balbuziente in disarmo, Mastroianni è Tiberio, che bada al pupo mentre la moglie è in prigione, Salvatori è Mario, perditempo bonaccione che si fa mantenere dalle vecchie zie, Murgia è Ferribotte, siciliano geloso della sorella Carmela (Claudia Cardinale), Pisacane è Capannelle, dalla storica fame arretrata. Poi c’è Totò, il “maestro”. Si presenta l’occasione per un colpo facile: scassinare una cassaforte in tutta tranquillità, sfondando un sottile muro che divide un’abitazione privata dal monte dei pegni. La “banda” prepara tutto come ha visto fare nei film, usa tutti i mezzi necessari, riprende persino (con cinepresa rubata) il luogo del colpo. Alla fine agiscono, aprono porte e sfondano il muro, solo che per un insignificante cambio di mobili si trovano nella cucina dello stesso appartamento. Nel frigorifero c’è pasta e ceci. Siedono al tavolo e... cenano.
articolo tratto da La voce d'Italia
"L'OraBlu - un'ora per ..... riflettere"
Il Cinecircolo RiCreaAzione, aderente al Centro Studi Cinematografici, Associazione Nazionale riconosciuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri/Dipartimento dello Spettacolo, ha ideato, curato ed organizzato “L’Ora blu”,
Rassegna Cinematografica tra Passato e presente, che, con Una risata per… riflettere, è alla sua seconda edizione. La prima edizione, nel novembre 2008, fu una retrospettiva dedicata all’opera di Ettore Scola.
Apertura della Rassegna
LEZIONE DI CINEMA
RIDERE È DEGLI UMANI [Rabelais]
Incontro con Prof. Carlo Tagliabue
Presidente Nazionale del Centro Studi Cinematografici
Docente Università di Perugia
Critico Cinematografico
Introduce Prof.ssa Rita Ucci
Presidente Cinecircolo RiCreaAzione
Interviene Avv. Gennaro Romei
Assessore alla Cultura del Comune di Avellino
“Siamo uomini o caporali?” [1955]
regia Camillo Mastrocinque
con Totò, Paolo Stoppa
info e programma completo www.irpiniaturismo.it
"La mandragola"
Venerdì 25 febbraio
Saletta Incontri ex Convento di San Francesco
Piazza della Motta - Pordenone
ore 21,00 Ingresso libero
"Mario Monicelli, un breve ricordo" al Cinema Gnomo di Milano
Si apre martedì 22 febbraio, al Cinema Gnomo di Milano, la rassegna Mario Monicelli, un breve ricordo, promossa dall’Ufficio Cinema del Comune di Milano e curata da Studio Vezzoli, dedicata al grande regista da poco scomparso.
Martedì 22 febbraio, alle ore 20.00, la critica cinematografica Raffaella Giancristofaro introdurrà la rassegna e al cinema di Mario Monicelli; seguirà, alle ore 20.30, la proiezione di "I soliti ignoti" (1958).
Mercoledì 23, alle ore 19.00, sarà proiettato "Totò cerca casa" (1945), per la regia dei giovani Monicelli e Steno, esempio di neorealismo comico, con una grande interpretazione di Totò. A seguire, alle ore 21.00, "Un eroe dei nostri tempi" (1955), commedia dai risvolti satirici, scritta da Rodolfo Sonego, con un istrionico Alberto Sordi, e musiche di Nino Rota.
Giovedì 24, chiuderà il nostro omaggio, alle ore 19.00, "Vita da cani" (1950), di Monicelli e Steno, con Aldo Fabrizi, commedia amara sulla vita di tre ragazze alla ricerca di fortuna nel mondo dell’avanspettacolo; alle ore 21.00, "Risate di gioia" (1960), tratto da due racconti di Alberto Moravia, sceneggiato da Suso Cecchi D’Amico, dove comicità e amarezza sono sapientemente affidati a una bravissima Anna Magnani e a un grande Totò.
Mario Monicelli, un breve ricordo. Novantacinque anni vissuti intensamente, portati con aspra ironia, sempre con la voglia di dire qualcosa con rabbia e autorevolezza, conditi da mille avventure e quasi un film all'anno, dall'esordio con "I ragazzi della via Paal", del 1934, fino a "Vicino al Colosseo c'è Monti", del 2008, un corto-documentario dedicato al suo rione. Con lui è scomparso l'ultimo testimone di una stagione gloriosa del cinema italiano, uno dei registi più rappresentativi della nostra commedia, della storia del nostro cinema e del nostro Paese visto attraverso occhi cinici, ironici, mai accomodanti, sempre liberi da retorica e pregiudizi.
articolo tratto da www.cinemaitaliano.info
"La Gran Guardia ci riprova con Totò"
LIVORNO. In attesa che abbiano inizio i lavori di riqualificazione e di trasformazione dell'ex Gran Guardia (per il negozio di abbigliamento H&M sarà necessaria una variante, mentre è tutto ok sotto il profilo urbanistico per la realizzazione di una sala cinematografica, di un polo culturale, di un bar-ristorante e, sul retro, di un palazzo con 12 appartamenti), ecco che l'ex cinema-teatro di via Grande comincia a dare i primi timidi segnali di ritorno alla vita a distanza di più di cinque anni dalla sua chiusura. Presto, infatti, la facciata dell'ex Gran Guardia sarà foderata da 28 pannelli ciascuno di 2 metri per 1, per un totale di 54 metri quadri, che uniti insieme formeranno tre maxi-immagini: la più grande mostrerà una foto d'epoca in cui il principe della risata, Totò, attraversa con l'immancabile bombetta e la valigia la platea del teatro livornese gremita da un pubblico entusiasta. Al centro del grande pannello spiccherà, invece, il pubblico in attesa sotto i portici di via Grande con la Gran Guardia tutta illuminata. Infine, all'altra estremità, apparirà la platea e la galleria tutta esaurita. E, più in basso, i volti di tanti attori, notissimi a tutti, che in pellicola o dal vivo sono passati dal cinema-teatro livornese. L'installazione dei pannelli avrà inzio stamani, a cura della Scorpio Pubblicità e Comunicazione (diretta da Marco Angiolini), storica agenzia della Gran Guardia e oggi del Teatro Goldoni. L'installazione di questa gigantografia, decisa in accordo con i proprietari dell'edificio, è stata resa possibile anche dal sostegno di alcuni sponsor, e rimarrà sulla facciata della Gran Guardia per tutta la durata dei lavori. Un modo per coprire quella che era stata definita la facciata della vergogna, a causa della sporcizia e del degrado, ma anche la volontà di ricordare quello che è stata la Gran Guardia, i suoi anni d'oro e la sua grandezza. Già, però quanta nostalgia nell'osservare quelle immagini che hanno il sapore amaro di qualcosa ormai perduto per sempre.
articolo di Alessandro Guarducci tratto da Il Tirreno - Livorno
"Pescara, presentato il calendario di Totò"
È stato presentato questa mattina a Pescara, presso il ristorante Taverna 58, la dodicesima edizione del Calendario di Totò edito da Silvano Console e dalla Associazione Culturale “La Nave di Cascella”. All’evento erano presenti autorità comunali, provinciali e regionali.
Tra queste Nazario Pagano, Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Guerino Testa, Presidente della Provincia, Fabrizio Rapposelli, Assessore alla Cultura della Provincia, Elena Seller e Nicola Ricotta, assessori del Comune di Pescara, Giuliano Grossi, Difensore civico regionale.
Insieme con Silvano Console hanno presentato il tradizionale Calendario dedicato al grande attore napoletano Luigi Ciavarelli, attore, Nino Di Fazio, vignettista, Giovanni Marrone, chef della Taverna 58, e Sergio Sciarra, giornalista cinematografico.
Nella sua presentazione Silvano Console ha tra l’altro affermato: “Tutti siamo filosofi e tutti, in qualche modo, facciamo filosofia anche se non ne siamo consapevoli. Ma anche se tutti siamo filosofi non tutti abbiamo il dono di fare della filosofia. Il vero filosofo è solo colui che “incarna” e vive concretamente le idee che esprime. A questa categoria di uomini è dato il privilegio di lasciare negli altri un segno tangibile del loro pensiero e della loro azione. Totò è tra gli uomini che appartengono a questa categoria.
La stessa cosa si può dire della gestualità e del linguaggio di Totò: la sua grandezza consisteva proprio nel fatto che egli sapeva andare oltre la parola: “Non contava ciò che diceva, ma ciò che trasmetteva nell’aria” .
I riconoscimenti al grande comico sono giunti soprattutto grazie al medium televisivo (col quale Totò ha avuto poco a che fare da vivo, ma tantissimo da morto!), che ne ha permesso una maggiore visibilità e, importantissimo, lo ha proposto a generazioni che altrimenti non avrebbero potuto apprezzarlo e godere del suo genio. È impressionante il successo di auditel dei suoi film trasmessi da tutte le emittenti televisive.
“Vedere i suoi film (o meglio ri-vedere 2,3,4,5,6, tante volte…), e ridere tutte le volte ha un valore addirittura terapeutico contro solitudine, tristezza e incomprensioni. Diceva lo stesso Antonio De Curtis: “Il pubblico ama Totò perché Totò fa ridere, perché lo aiuta a dimenticare i guai, le amarezze di tutti i giorni. Non vuole vedere Totò serio, impegnato in vicende drammatiche
articolo tratto da Leggimi
"Il corpo di Totò"
Il corpo di Totò - giovedì 10 febbraio ore 21,00 - TEATRO HERBERIA - Piazza Gramsci 1/B - Rubiera, Italy (RE)
Il corpo di Totò - venerdì 11 febbraio ore 21,00 - AUDITORIUM COMUNALE - via Grandi 12 - Settimo Milanese
Ho utilizzato testi di varia natura: un estratto dallo spettacolo Volumineide, dove Pinocchio tirato dai fili della politica diventa una marionetta nel paese dei balocchi, schegge da Petrolini, il monologo Lettera d'amore di Karl Valentin, un ricordo di Federico Fellini, La livella e altre brevi poesie tutte a dialogare con le riflessioni di De Curtis, tra le quali, la sua voglia di tornare dal cinema al teatro.
Il testo è accompagnato e contrappuntato dalla musica scritta e suonata dal vivo da Guido Sodo, che ispirandosi all'universo del varietà, spazia nelle citazioni tra l'adagio in sol minore K516 di Mozart e le Folias di Gaspar Sanz, tra un tradizionale Guarracino e la canzone Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini e Domenico Modugno".
Marco Manchisi
"Cineteca Nazionale"
Il cinema Trevi, situato nel cuore di Roma, nei pressi di Fontana di Trevi, sala presso cui la Cineteca Nazionale, dal 2003 ad oggi, cura per tutto l'anno la propria attività di programmazione, chiude per alcuni mesi a causa di lavori di ristrutturazione dell'intero edificio di cui fa parte. In attesa della riapertura, prevista per settembre 2011, la programmazione si sposta, in forma ridotta, presso il Cinema dei Piccoli a Villa Borghese. Altri eventi troveranno spazio in altre sedi, tra cui la Casa del Cinema, sempre a Villa Borghese. Nel trimestre al Cinema dei Piccoli, da febbraio ad aprile, a partire dal 2 febbraio, si intrecceranno le rassegne Cinema per bambini e ragazzi (tutti i mercoledì), Omaggi ai grandi registi del cinema italiano, I restauri della Cineteca Nazionale, Generi(camente) cult e I capolavori del cinema mondiale.
ore 18.45 Guardie e ladri di Mario Monicelli e Steno (1951, 105’)
ore 20.45 i restauri della Cineteca Nazionale
Totò e Carolina di Mario Monicelli (1955, 92’)
restauro Cineteca Nazionale e Cineteca di Bologna 1999-2003
ore 18.45 Dov’è la libertà di Roberto Rossellini (1954, 91’)
ore 20.45 Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini (1966, 88’)
info e programma completo www.snc.it
"Ricordando Totò"
Perché realizzare uno spettacolo sul grande comico napoletano? Semplicemente perché una Compagnia di Operette come la Belle Epoque non può fare a meno di ricordare il più grande , che ha dato il via ad un intera generazione di comici fino ai giorni nostri.
Lo spettacolo vuole soprattutto sottolineare l’aspetto poetico di Antonio de Curtis,attraverso le voci soliste della Compagnia, alla riscoperta di un fantastico repertorio musicale dai più sconosciuto, che andrà al di là delle classiche canzoni che hanno fatto da colonna sonora ai successi cinematografici.
Ampio spazio anche alla poesia di Totò, che ci consegna un autore sempre ispirato dall’amore e dal fascino indiscreto di una Napoli inedita.
‘A cunzegna, ‘uocchie ‘ncantatore, l’acquaiola , ‘a livella ed altre ancora a sottolineare il percorso poetico di Totò.
Lo spettacolo prevede inoltre la riproposizione di alcune delle scenette comiche più famose ed esilaranti che hanno segnato un epoca cinematografica e teatrale ancora oggi ineguagliabile.
La produzione è realizzata con musiche eseguite dal vivo dall’orchestra del M° Tazzari, ed interazioni video con i cantanti e gli attori della Compagnia.
Ricordando Totò , ricordando il miglior periodo della ricostruzione del nostro paese attraverso le espressioni allegre e malinconiche del più grande comico e attore della commedia dell’arte che l’Italia possa vantare.
Compagnia d'operette La Belle Epoque
"Mostra di Andrea Petrone"
In programma dal 22 gennaio al 4 febbraio 2011, con il patrocinio del Comune di Napoli e dell'assessorato alla cultura, e con il contributo dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani, la mostra sarà inaugurata dall'assessore alla Cultura del Comune di Napoli Dott. Nicola Oddati e dal Presidente dell'Asia di Benevento, Dott. Lucio Lonardo.
Orari di apertura mattina 10-13, pomeriggio 17-20.
Nella mostra saranno esposte le opere riguardanti l’emblematico personaggio di Totò, una grande tela di m. 4.00x2.50 che dà il titolo alla mostra "Sud" e le ultime creazioni del prolifico ed attento artista inerenti lo scottante tema dello smaltimento dei rifiuti a Napoli che per la loro complessa argomentazione ricorrono ancora all’indimenticabile Principe del Sorriso, Antonio de Curtis. Per l’occasione sarà anche esposto un pregevole busto in bronzo raffigurante il grande Totò.
Il calco agricolo ed arcaico tracciato nel “liuto che cantò il dausi” beneventano così come il cuore d’acqua ed i riflessi setosi del “re Giusto” apparsi sul lago a Lovere sono le cuspidi attraenti di un decennio di fertile sperimentazione compiuto da Andrea Petrone tra il 1984 ed il 1994 che ha determinato quel “fare spazio” alla necessità impellente del linguaggio parlato; condizione prioritaria per riguadagnare cittadinanza nei luoghi di origine. E’ accaduto in questo ultimo decennio e con insistenza, a volte irritante come l’intercalare di una parola impropria nella frase, il linguaggio parlato si affida con procedure DADA’ alla mimesi rassicurante del “come se” e la chiave è nel TOTO tutto possibile. Riduzione formale ma contemporaneamente intensificazione di senso appaiono le procedure indispensabili per avanzare nella ricerca ed i segni si avvertono oltre l’apparente banalità delle associazioni. Il colore, un tempo assente e poi disciolto in aloni incerti, oggi marca il confine del pensiero creativo ed introduce ad una inconsueta plasticità. E’ il Teatro/Tesoro la “parola” scoperta dal napoletano Petrone, nel suo eremo sannita. Attraverso ed oltre la rappresentazione-necessaria- si intravede, nel suo lavoro contemporaneo, l’accesso a quella dimensione intrigante che autorizza lo stupore rinnovato di fronte all’opera picta. Dentro il frammento e le indebite associazioni di materie e di forme è dunque possibile, oltre lo sguardo angosciato della comicità acclarata, avvertire l’inconsueta grandiosità del mistero. Così in 30 x 25 x 10 cm. di Capri…Capri… un pulcinella abbagliato dalla luce d’oriente smette di suonare e si predispone all’ascolto del rullio delle ruote in legno del suo teatrino sordo. Così nella formella 40 x 40, che incornicia l’Antro della Sibilla , appare il singolare frontescenio in cui un luogo, iconograficamente comune, subisce aggressione iconoclasta alla sua monumentalità per riaprirsi al racconto popolare denso di allegorie. Il lavoro recente di Petrone sembra intensamente attratto da questa doppia trascrizione : della sospensione e della provocazione e lo realizza attraverso l’applicazione del colore ben consapevole di come la superficie colorata possa decostruire lo spazio da ogni presunta naturalità e di come , al contempo, possa offrirsi come puro “mundus imaginalis”in cui ogni cosa sembra perdere la sua linearità temporale e riconfigurarsi con altra geometria.
Arch. Roberto Serino
Docente di Composizione Architettonica alla facoltà di Architettura di Napoli
Per contatti 3295426513 email andreapetrone@libero.it
"Racconti romani"
Venerdì 28 gennaio
Saletta Incontri ex Convento di San Francesco
Piazza della Motta - Pordenone
ore 21,00 Ingresso libero
Nonostante le difficoltà legate al reperimento dei fondi che affliggono in questo momento di crisi il panorama della cultura nazionale, il Trieste Film Festival, grazie a un’offerta come sempre originale e valida e alla fermezza dei propri collaboratori guidati dalla direttrice artistica Anna Maria Percavassi, approda alla sua 22° edizione che si terrà in questa splendida città di confine dal 20 al 26 gennaio.
Considerato uno dei più importanti eventi focalizzati sull’Europa centro-orientale, il festival si propone di far conoscere una cinematografia che, per ragioni legate agli eventi storici e politici appartenenti ad un’epoca ancora relativamente attuale di quei territori, è rimasta in parte inesplorata nel nostro Paese.
Il Trieste Film Festival (TFF) ha quindi il gran merito di essere riuscito nel corso di questi anni a mettere in comunicazione due mondi ancora tanto diversi seppur appartenenti allo stesso continente.
Mercoledì 26 gennaio ore 17,00
Cinema Ariston
info e programma completo www.triestefilmfestival.it
Teatro Cinema Sereno - Villaggio Sereno (Brescia)
La prima rassegna, "PRIMA D'AUTORE", prosegue con tre proposte la positiva esperienza dei due scorsi anni presentando le opere prime di grandi registi.
Si inizia giovedì 13 gennaio 2011 con "FURIA SELVAGGIA" (Arthur Penn, 1958), un Western controcorrente: teso, visionario, sfrontato, acido, emozionante e tenero; l'originale regia di Penn influenzò la svolta nel western operata da Sam Peckinpah, Robert Altman e altri.
Si prosegue giovedì 20 gennaio con "TOTO' E CAROLINA" (Mario Monicelli, 1953), omaggio al grande regista scomparso il 29 novembre 2010; una commedia divertente e di profonda intensità di sentimenti e di critica sociale, perseguitato per 5 anni dalla censura bacchettona di quegli anni.
Concluderemo giovedì 27 gennaio con "ASCENSORE PER IL PATIBOLO" (Louis Malle, 1957); un film noir in cui più che l'azione, pur tesa e drammatica, contano l'atmosfera (fotografia di H. Decaë, stupenda colonna musicale jazz di Miles Davis) e l'analisi dei sentimenti; d'antologia la camminata di J. Moreau nella notte parigina.
"Mostra di Andrea Petrone"
19 gennaio 2011 alle ore 11.00 nella pizzeria “S. Gennaro” in via Mezzocannone n.129 a Napoli conferenza stampa di presentazione di “Sud” la mostra personale di pittura e scultura dell’artista ANDREA PETRONE.
Mostra
che sarà inaugurata il 22 gennaio alle ore 17.00 al Castel dell'Ovo.
Interviene con l’autore l'assessore alla Cultura del Comune di Napoli dott. Nicola Oddati
Orari di apertura mattina 10-13, pomeriggio 17-20.
Nella mostra saranno esposte le opere riguardanti l’emblematico personaggio di Totò, una grande tela di m. 4.00x2.50 che dà il titolo alla mostra "Sud" e le ultime creazioni del prolifico ed attento artista inerenti lo scottante tema dello smaltimento dei rifiuti a Napoli che per la loro complessa argomentazione ricorrono ancora all’indimenticabile Principe del Sorriso, Antonio de Curtis. Per l’occasione sarà anche esposto un pregevole busto in bronzo raffigurante il grande Totò.
Il calco agricolo ed arcaico tracciato nel “liuto che cantò il dausi” beneventano così come il cuore d’acqua ed i riflessi setosi del “re Giusto” apparsi sul lago a Lovere sono le cuspidi attraenti di un decennio di fertile sperimentazione compiuto da Andrea Petrone tra il 1984 ed il 1994 che ha determinato quel “fare spazio” alla necessità impellente del linguaggio parlato; condizione prioritaria per riguadagnare cittadinanza nei luoghi di origine. E’ accaduto in questo ultimo decennio e con insistenza, a volte irritante come l’intercalare di una parola impropria nella frase, il linguaggio parlato si affida con procedure DADA’ alla mimesi rassicurante del “come se” e la chiave è nel TOTO tutto possibile. Riduzione formale ma contemporaneamente intensificazione di senso appaiono le procedure indispensabili per avanzare nella ricerca ed i segni si avvertono oltre l’apparente banalità delle associazioni. Il colore, un tempo assente e poi disciolto in aloni incerti, oggi marca il confine del pensiero creativo ed introduce ad una inconsueta plasticità. E’ il Teatro/Tesoro la “parola” scoperta dal napoletano Petrone, nel suo eremo sannita. Attraverso ed oltre la rappresentazione-necessaria- si intravede, nel suo lavoro contemporaneo, l’accesso a quella dimensione intrigante che autorizza lo stupore rinnovato di fronte all’opera picta. Dentro il frammento e le indebite associazioni di materie e di forme è dunque possibile, oltre lo sguardo angosciato della comicità acclarata, avvertire l’inconsueta grandiosità del mistero. Così in 30 x 25 x 10 cm. di Capri…Capri… un pulcinella abbagliato dalla luce d’oriente smette di suonare e si predispone all’ascolto del rullio delle ruote in legno del suo teatrino sordo. Così nella formella 40 x 40, che incornicia l’Antro della Sibilla , appare il singolare frontescenio in cui un luogo, iconograficamente comune, subisce aggressione iconoclasta alla sua monumentalità per riaprirsi al racconto popolare denso di allegorie. Il lavoro recente di Petrone sembra intensamente attratto da questa doppia trascrizione : della sospensione e della provocazione e lo realizza attraverso l’applicazione del colore ben consapevole di come la superficie colorata possa decostruire lo spazio da ogni presunta naturalità e di come , al contempo, possa offrirsi come puro “mundus imaginalis”in cui ogni cosa sembra perdere la sua linearità temporale e riconfigurarsi con altra geometria.
Arch. Roberto Serino
Docente di Composizione Architettonica alla facoltà di Architettura di Napoli
Per contatti 3295426513 email andreapetrone@libero.it
"Il corpo di Totò"
Il corpo di Totò - 16 gennaio 2011 ore 17,30 ; Teatro Nobelperlapace - San Demetrio nè Vestini (L'Aquila)
Il corpo di Totò - 14 gennaio 2011 ore 21,15 ; Teatro di Castel Maggiore (Bologna)
Ho utilizzato testi di varia natura: un estratto dallo spettacolo Volumineide, dove Pinocchio tirato dai fili della politica diventa una marionetta nel paese dei balocchi, schegge da Petrolini, il monologo Lettera d'amore di Karl Valentin, un ricordo di Federico Fellini, La livella e altre brevi poesie tutte a dialogare con le riflessioni di De Curtis, tra le quali, la sua voglia di tornare dal cinema al teatro.
Il testo è accompagnato e contrappuntato dalla musica scritta e suonata dal vivo da Guido Sodo, che ispirandosi all'universo del varietà, spazia nelle citazioni tra l'adagio in sol minore K516 di Mozart e le Folias di Gaspar Sanz, tra un tradizionale Guarracino e la canzone Che cosa sono le nuvole? di Pier Paolo Pasolini e Domenico Modugno".
Marco Manchisi
"Risate di gioia"
La rassegna Il Cinema in città prende il via con “Risate di gioia” Giovedì 13 gennaio – teatro Sociale di Rovigo – ore 21
La rassegna Il Cinema in città prende il via con “Risate di gioia”
in ricordo di Mario Monicelli
protagonisti Anna Magnani e Totò
“Risate di gioia” apre la rassegna “Il Cinema in città/2”, promossa da Arci Rovigo in collaborazione con gli assessorati alla Cultura di Comune e Provincia di Rovigo. Il film verrà proiettato domani giovedì 13 gennaio alle 21 al Ridotto del teatro Sociale con ingresso libero (fino ad esaurimento posti)
Gioia/ Anna Magnani e Umberto/Totò si conoscono da vent'anni.
Lei fa l'attrice, lui vive di espedienti: crea finti incidenti per riscuotere l'assicurazione infortuni.
L'ultimo giorno dell'anno Umberto viene convinto da un ladro, Lello/Ben Gazzarra, ad aiutarlo a compiere furti durante il veglione di Capodanno. Lello ruba una spilla di diamanti dal petto di una signora dandola poi a Umberto che la nasconderà. Nel frattempo Umberto ha incrociato Gioia, la quale nota che è vestito con il frac. Umberto non le vuole dire che se lo è messo per "mimetizzarsi" tra la folla che partecipa al veglione. Inventa una frottola: aspetta una donna. Gioia non si dà per vinta: non crede di essere da meno di qualsiasi donna. I due partecipano alla lotteria della festa e vincono il terzo premio. Sul palco dichiarano di essere attori. A grande richiesta, cantano una canzone. Gli applausi sono da tripudio.
Il colpo grosso non va a segno: al posto della spilla Lello è riuscito solo a rubare un portasigarette d'oro. E lo dà a Umberto perché lo nasconda. Ma Umberto è un inetto: l'oggetto gli cade e, nella calca, non riesce più a recuperarlo.
Successivamente le strade dei due uomini e di Gioia si dividono.
A metà della notte Lello individua una nuova vittima: un turista americano mezzo ubriaco. La sua auto è rimasta bloccata sulla strada, invasa dalle suppellettili gettate dalle case per festeggiare il nuovo anno. Lello e Umberto lo aiutano a spostare gli oggetti, poi vanno insieme in un locale a bere. All'uscita del locale, l'americano vede Gioia, nonostante la sbronza si ricorda di averla vista all'inizio della serata mentre stava cercando la Fontana di Trevi e lei gli aveva detto che era da tutt'altra parte.
Lascia subito Lello e Umberto, carica la donna in macchina e si fa condurre alla fontana. Qui comincia a spogliarsi per fare il bagno e pretende che Gioia faccia lo stesso, ma la donna chiama la polizia e lo fa arrestare. Anche questo possibile colpo è sfumato.Ormai è notte fonda; i tre sono ancora insieme. Lello vuole rubare qualcosa a tutti i costi con Umberto, mentre Gioia è attratta dalla bellezza di Lello e spera che tra loro nasca qualcosa. Riescono ad entrare, non invitati, ad una festa che si tiene in una lussuosa villa. Tutti gli invitati sono tedeschi, e molto ricchi. Lello elabora un piano: rubare oggetti piccoli e preziosi e nasconderli nella borsetta di Gioia. La chiama da parte, ma invece di dirle la verità, la corteggia con parole galanti. Umberto, accortosi delle intenzioni di Lello, decide finalmente di dire a Gioia la verita: Lello fa il ladro. Ma la donna non gli crede. Tra i tre nasce una colluttazione; la borsetta di Gioia si apre e ne escono oggetti preziosi. Subito vengono circondati. Dopo un breve conciliabolo, un giovane/Rick von Nutter, forse il figlio del padrone di casa, annuncia loro che non saranno denunciati a patto che lascino immediatamente la villa e non si facciano più vedere.È l'alba. Lello, frustrato per tutti gli insuccessi, litiga con Gioia e se ne va. La donna e Umberto, rimasti soli, entrano in una chiesa. Qui Gioia rivede Lello in ginocchio davanti all'immagine della Madonna. Non crede ai suoi occhi. Ma quando è sola con Lello si accorge che ha appena rubato la collana che adorna la statua. Lello scarica a Gioia la collana e fugge all'istante, un fedele dà l'allarme ed è Gioia che finisce in prigione. Otto mesi dopo, il giorno di Ferragosto, le viene ridata la libertà.
Ad aspettarla fuori dal carcere c'è Umberto. I due, senza soldi, si avviano a piedi per il Lungotevere verso il centro di Roma.
ARCI ROVIGO
telefono 0425 25566
e mail rovigo@arci.it
"Io e Totò....noio!!"
Roberto Ghirardi presenta la sua ultima opera dedicata a Totò, edito da Grafica Langhiranese Editrice e con l'opera in copertina di Rosalba Busani
Dove è prepotente il potere evocativo di aneddoti e fotografie e dove si può trovare un elenco mai così completo delle poesie firmate dall' artista partenopeo, delle sue canzoni e degli interpreti che le hanno eseguite, dei film e dei personaggi in cui si è calato. Ma anche delle rare apparizioni televisive e di un catalogo variegato di oggetti e iniziative, spesso meno note, legate al nome e alla mimica imperdibile del principe della risata.
Roberto Ghirardi, parmigiano, giornalista pubblicista, compositore e paroliere, ha collaborato e collabora tuttora con periodici e riviste nazionali. Autore di pubblicazioni sulla storia della fisarmonica è di alcuni mini-libri sui suoi più affermati esecutori, è collaboratore "storico" della Gazzetta di Parma.
Il suo idolo è Toto', al quale ha dedicato il libro "Toto', la passione di una vita", e proprio come il principe Antonio De Curtis, della generosità ha fatto, una scelta di vita. Più volte premiato per le sue attenzioni al mondo della solidarietà e del volontariato, che gli hanno consentito di raccogliere prestigiosi riconoscimenti, è stato recentemente insignito di importanti titoli onorifici per l 'assidua opera benefica svolta in favore dell'Ospedale dei bambini e degli ospiti di Istituti per anziani.articolo di Rosalba Busani
"Omaggio a Monicelli"
Il cinema di Mario Monicelli alla Casa del Cinema di Roma.
In collaborazione con Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, dal 12 al 16 gennaio, sara' possibile vedere i film piu' belli di Mario Monicelli.
Sala Deluxe ore 16.00
I soliti ignoti
Italia, 1958, 105’
Sala Deluxe ore 15.00
Totò cerca casa
Italia, 1949, 90’
Sala Deluxe ore 17.00
Risate di gioia
Italia, 1960, 106’
info e programma completo www.casadelcinema.it
"Bologna ricorda Monicelli a un mese dalla scomparsa"
La Cineteca di Bologna ricorda Mario Monicelli a poco piu' di un mese dalla scomparsa: lo fara' con una retrospettiva al cinema Lumiere intitolata "Compagni e borghesi, ignoti e marchesi" che raccoglie sette titoli del noto regista, in un arco di tempo tra gli Anni 50 a gli Anni 80. Primo appuntamento dell'anno, sabato 1° gennaio (ore 16) sara' dedicato a "Risate di gioia", interpreti la coppia Toto' e Anna Magnani, collaudata nel teatro d'avanspettacolo, ma qui alla loro unica interpretazione cinematografica assieme: la pellicola viene ritenuta un capolavoro sottostimato di Monicelli.
Siamo nel 1960 e la storia - ambientata in una notte di capodanno a Roma - e' una altalena grottesca e drammatica di rocambolesche commedie umane. Risate di gioia sara' preceduto da una breve clip, testimonianza del suo lavoro con Toto', raccontata da Monicelli in occasione della presentazione in Piazza Maggiore del film "Toto' e Carolina" , per il festival "Le Parole dello Schermo" che si e' tenuto nel 2007. Qualche anno dopo, nel 1963, Monicelli girera' "I compagni" (in programma domenica 2 gennaio, ore 18), interpretato tra gli altri da un Marcello Mastroianni nei panni di un professore anarchico di fine Ottocento. Un salto di diversi anni (siamo nel 1977) per seguire la vicenda di "Un borghese piccolo piccolo", i cui tratti sono affidati al volto di Alberto Sordi (mercoledi' 5 gennaio, ore 17.30).
Ancora Toto', per questa co-regia con Steno nel 1951: il film e' Guardie e ladri (giovedi' 6 gennaio, ore 17.45). Al fianco del Principe, uno che e' davvero difficile definire una spalla: Aldo Fabrizi.
Venerdi' 7 gennaio, alle ore 17.30, in versione restaurata, uno dei film piu' belli di Monicelli, "L'armata Brancaleone", preceduto da un documento-intervista diretto da Cipri' e Maresco. Ultimi appuntamenti sabato 8 gennaio con "Speriamo che sia femmina" (ore 15.30) e domenica 9 gennaio con "La grande guerra" (ore 18), preceduto da un videocontributo di Monicelli sul film. (AGI) Ari
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni
Risate di gioia
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni
Guardie e ladri
info e programma completo www.cinetecadibologna.it
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